ticlopidina ratio*30cpr 250mg ticlopidina ratiopharm italia srl

Che cosa è ticlopidina ratio 30cpr 250mg?

Ticlopidina ratio compresse prodotto da ratiopharm italia srl
è un farmaco generico della categoria farmaci preconfezionati prodotti industrialmente - generici che appartiene alla fascia A che comprende tutti i farmaci essenziali e per malattie croniche, che sono gratuiti per il cittadino, su questi farmaci le Regioni sono comunque libere di applicare eventualmente un ticket .
Ticlopidina ratio risulta non in commercio nelle farmacie italiane
E' stato sostituito dal prodotto ticlopidina dorom 30cpr 250mg

E' utilizzato per la cura di antitrombotici.
Contiene i principi attivi: ticlopidina cloridrato
Composizione Qualitativa e Quantitativa: ticlopidina cloridrato 250 mg.
Codice AIC: 033088016 Codice EAN: 0

Informazioni e Indicazioni, a cosa serve?

Prevenzione secondaria di eventi ischemici occlusivi cerebro e cardiovascolari in pazienti a rischio trombotico (arteriopatia obliterante periferica, pregresso infarto del miocardio, pregressi attacchi ischemici transitori ricorrenti, ictus cerebrale ischemico, angina instabile). In pazienti con pregresso infarto miocardico e con pregressi attacchi ischemici transitori l'uso della ticlopidina dovrebbe essere riservato a quei pazienti che non tollerano l'acido acetilsalicilico (ASA) o nei quali l'ASA e' risultato inefficace. La ticlopidina e' inoltre indicata: nella prevenzione della riocclusione dei by-pass aorto-coronarici, nella circolazione extra-corporea, nella emodialisi e nella trombosi della vena centrale della retina.

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Posologia

La posologia consigliata per la terapia a lungo termine e' di 1-2 compresse al giorno, da assumersi durante i pasti. L'uso nei bambini e negli adolescenti non e' raccomandato a causa della mancanza di esperienza negli studi clinici.

Effetti indesiderati

Patologie del sistema emolinfopoietico. Comune: neutropenia, anche grave, agranulocitosi; non comune: trombocitopenia isolata o accompagnata da anemia emolitica (sepsi e shock settico possono rappresentare complicazioni fatali dell'agranulocitosi); raro: pancitopenia, aplasia midollare, porpora trombotica trombocitopenicaj, leucemia, trombocitosi.Disturbi del sistema immunitario. Molto raro: reazioni immunologiche con manifestazioni diverse come reazioni allergiche, eosinofilia, anafilassi, edema di Quincke, artralgia, vasculite, sindrome da l upus, pneumopatia allergica, ipersensibilita', nefropatia che talvolta evolve in insufficienza renale. Patologie renali e urinarie. Raro: iponatriemia. Patologie del sistema nervoso. Comune: cefalea, capogiri; non comune: disturbi del sensorio (neuropatia periferica); raro: tinnito. Patologie vascolari. Non comune: formazione di lividi, ecchimosi epistassi, ematuria, emorragia congiuntivale, emorragie peri- e post-operatorie, emorragia che puo' assumere carattere di severita' con conseguenze talvolta fatali; raro: emorragia intracerebrale. Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo. Raro: miosite. Patologie gastrointestinali. Comune: diarrea, nausea; non comune: ulcera gastroduodenale; molto raro: grave diarrea con colite (inclusa colite linfocitica). Se l'effetto e' grave e persistente la terapia va interrotta. Patologie epatobiliari. Comune: aumento dei livelli degli enzimi epatici, aumento della fosfatasi alcalina e delle transaminasi; non comune: innalzamento della bilirubina; raro: epatite (citolitica e/o col estatica) e ittero col estatico; molto raro: sono stati riportati casi di epatite con esito fatale, epatite fulminante. Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo. Comune: rash cutanei, per lo piu' maculopapulosi o orticarioidi, spesso accompagnati da prurito, questi rash cutaneipossono essere generalizzati; non comune: dermatite esfoliativa; molto raro: eritema multiforme, sindrome di Stevens-Johnson, sindrome di Lyell. Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione. Molto raro: febbre. Esami diagnostici. Comune: aumento dei livelli sierici di colesterolo e trigliceridi.

Indicazioni

Prevenzione secondaria di eventi ischemici occlusivi cerebro e cardiovascolari in pazienti a rischio trombotico (arteriopatia obliterante periferica, pregresso infarto del miocardio, pregressi attacchi ischemici transitori ricorrenti, ictus cerebrale ischemico, angina instabile). In pazienti con pregresso infarto miocardico e con pregressi attacchi ischemici transitori l'uso della ticlopidina dovrebbe essere riservato a quei pazienti che non tollerano l'acido acetilsalicilico (ASA) o nei quali l'ASA e' risultato inefficace. La ticlopidina e' inoltre indicata: nella prevenzione della riocclusione dei by-pass aorto-coronarici, nella circolazione extra-corporea, nella emodialisi e nella trombosi della vena centrale della retina.

Controindicazioni ed effetti secondari

Ipersensibilita' al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti; soggetti che presentino o abbiano presentato leucopenia, piastrinopenia, od agranulocitosi; diatesi emorragiche (pregresse o in atto) ed emopatie che comportano un allungamento del tempo di sanguinamento; lesioni organiche suscettibili di sanguinamento (ulcere dell'apparato gastrointestinale, varici esofagee, ecc.); accidenti vascolari cerebrali emorragici in fase acuta; epatopatie gravi (in qualche caso e' stata segnalata durante il trattamento con ticlopidina, la comparsa di leucopenia o agranulocitosi, talvolta anche ad esito irreversibile; pertanto il farmaco deve essere impiegato solo nei casi in cui esso e' insostituibile; prevenzione primaria nei soggetti clinicamente sani; associazione con altri farmaci potenzialmente mielotossici; gravidanza e allattamento.

Composizione ed Eccipienti

Cellulosa microcristallina; amido; metilcellulosa; silice precipitata; magnesio stearato; titanio diossido; gomma arabica.

Avvertenze

Si possono osservare eventi avversi, qualche volta gravi, di natura ematologica ed emorragica. Nell'esperienza post-marketing sono stati riportati rari casi di agranulocitosi, pancitopenia o leucemia. Talvoltasono state osservate conseguenze fatali in seguito ad eventi avversi di natura ematologica ed emorragica. Tali eventi gravi possono essere associati a: controllo inadeguato, diagnosi tardiva e misure terapeutiche non appropriate per gli eventi avversi; somministrazione concomitante di anticoagulanti o di sostanze antiaggreganti piastriniche come l'aspirina e farmaci antiinfiammatori non steroidei. Nel caso di impianto di STENT la ticlopidina deve venire associata all'aspirina (100-325mg al giorno) per circa un mese dopo l'impianto. E' necessario prima di iniziare la terapia ed ogni 15 giorni durante i primi tre mesi di trattamento ed entro 15 giorni dalla sospensione di ticlopidina, nel caso in cui il trattamento venga interrotto entro i primi tre mesi di terapia, effettuare un controllo quindicinale della crasi ematica, con particolare riguardo alla conta dei globuli bianchi e delle piastrine. In caso di insorgenza di neutropenia (neutrofili <1.500/mm^3) o trombocitopenia (piastrine <100.000/mm^3) e' necessario interrompere il trattamento e monitorare i parametri emocromocitometrici, compresi conta differenziale leucocitaria e conta piastrinica, fino al ritorno nella norma. Si raccomanda che qualunque paziente che interrompa l'assunzionedi ticlopidina per qualsiasi ragione entro i primi 90 giorni sia sottoposto ad ulteriori conte delle cellule ematiche con conta differenziale leucocitaria due settimane dopo l'interruzione della terapia. I parametri emocromocitometrici devono essere monitorati fino al rientro dei valori nei limiti di normalita'. Controllare accuratamente tutti i pazienti per verificare l'insorgenza di eventuali segni clinici e sintomi collegati alle reazioni avverse al farmaco specialmente durante i primi 3 mesi di terapia. Occorre che il paziente sia istruito su segni e sintomi possibilmente correlati alla neutropenia, alla trombocitopenia e/o a disturbi dell'emostasi o alla porpora trombotica trombocitopenica (TTP) e all'epatite. Sospendere il medicamento e consultare immediatamente il medico in caso di comparsa di uno dei precedenti segni o sintomi. La decisione di riprendere il trattamento va presa solo tenendo conto dei reperti clinici e di laboratorio. Casi di neutropenia, anche grave e agranulocitosi si sono osservati per lo piu' nei primi tremesi di trattamento con ticlopidina, e non si accompagnavano tipicamente a segni di infezione o altri sintomi clinici. In questi casi il midollo osseo mostrava tipicamente una diminuzione dei precursori mieloidi. Casi di epatite (citolitica e/o colestatica) sono stati segnalati durante i primi mesi di trattamento, alla sospensione del quale il decorso e' stato generalmente favorevole. La diagnosi clinica di porpora trombotica trombocitopenica (TTP) e' caratterizzata dalla presenza di trombocitopenia, anemia emolitica, sintomi neurologici simili a quellidi un TIA o di un ictus o di una disfunzione, disturbi renali e febbre. L'insorgenza puo' essere improvvisa. Per migliorare la prognosi si suggerisce il trattamento con plasmaferesi. Poiche' la somministrazione di piastrine puo' condurre ad un aumento del rischio di trombosi, l'uso delle piastrine deve essere evitato, se possibile. Emostasi: impiegare con cautela la ticlopidina nel paziente che ha un aumentato rischio emorragico. Non somministrare il farmaco in associazione con eparine, anticoagulanti orali e farmaci antiaggreganti piastrinici; nei casieccezionali di trattamenti concomitanti, e' necessario effettuare unostretto controllo clinico e di laboratorio. Prima di un intervento chirurgico di elezione sospendere il trattamento almeno dieci giorni prima dell'intervento (tranne nei casi in cui non sia espressamente richiesta una attivita' antitrombotica) in considerazione del rischio emorragico indotto dal farmaco: dopo la sospensione della terapia e' consigliabile valutare l'eventuale persistenza dell'effetto sull'emostasi (tempo di sanguinamento) prima di procedere all'intervento. In caso di intervento chirurgico d'emergenza si possono impiegare 3 metodiche cometali o in associazione per limitare il rischio emorragico e il prolungamento del tempo di emorragia: somministrazione di 0,5-1 mg/kg di metilprednisolone e.v. eventualmente ripetuta; desmopressina alla posologia di 0,2-0,4 mcg/kg; trasfusioni piastriniche da sole o in associazione possono essere utilizzate per limitare il rischio di emorragia e diprolungamento del tempo di sanguinamento. In caso di procedure chirurgiche di minore entita' (ad.es. estrazione dentaria) e' atteso un allungamento del tempo di sanguinamento. Poiche' la ticlopidina viene ampiamente metabolizzata nel fegato: il farmaco va impiegato con cautela nei pazienti con disturbi della funzione epatica. In caso di sospetta disfunzione epatica, devono essere eseguiti test di funzionalita' epatica. In caso di insorgenza di epatite o ittero si deve interrompere il trattamento. I livelli sierici di HDL-C, LDL-C, VLDL-C e trigliceridi possono aumentare dall'8 al 10% dopo 1-4 mesi di trattamento. Continuando la terapia non si osserva nessun altro aumento. I rapporti delle subfrazioni lipoproteiche (specialmente il rapporto HDL/LDL) rimangono immodificati. I dati degli studi clinici hanno dimostrato che l'effetto non dipende dall'eta', sesso, consumo di alcol o diabete, e non ha nessuna influenza sul rischio cardiovascolare. Negli studi clinici controllati non sono state osservate problematiche inattese nei pazienti con lieve compromissione della funzione renale, mentre non vi e' esperienza di adattamenti posologici in presenza di pazienti con grado superiore di compromissione renale. Tuttavia, i pazienti con funzionalita' renale compromessa, potrebbero necessitare di una riduzione del dosaggio della ticlopidina o di una completa sospensione del farmaco, qualora insorgessero problematiche di tipo emorragico o ematopoietico. Sono stati segnalati casi di diarrea generalmente lieve e transitoria e si osserva principalmente nei primi tre mesi di trattamento. Questi disturbi di solito si risolvono entro 1-2 settimane senza interrompere il trattamento. Sono stati osservati in generale rash cutanei nei primi tre mesi di trattamento, con un tempo medio di insorgenza di 11 giorni. Se il trattamento viene interrotto i sintomi scompaiono entro pochi giorni. Tutti i pazienti devono essere attentamente monitorati per segnie sintomi clinici di reazioni avverse, specialmente durante i primi tre mesi di terapia. L'uso nei bambini e negli adolescenti non e' raccomandato a causa della mancanza di esperienza negli studi clinici. In caso di grave diarrea il trattamento deve essere sospeso.

Gravidanza e Allattamento

La sicurezza della ticlopidina nelle donne in gravidanza non e' statastabilita. La ticlopidina non deve essere usata durante la gravidanza, se non strettamente necessario. Studi nel ratto hanno mostrato che la ticlopidina e' escreta nel latte. La sicurezza della ticlopidina nelle donne che allattano al seno non e' stata stabilita. La ticlopidina non deve essere usata durante l'allattamento al seno, se non strettamente necessario.

Interazioni con altri prodotti

Associazioni con farmaci che aumentano il rischio emorragico. FAN: aumento dell'attivita' antiaggregante piastrinica associato all'effetto dei FANS sulla mucosa gastroduodenale; se tali farmaci sono necessari,procedere ad un attento monitoraggio clinico. Farmaci antiaggreganti piastrinici: aumento dell'attivita' antiaggregante piastrinica; se tali farmaci sono necessari, procedere ad un attento monitoraggio clinico. Derivati salicilici (per estrapolazione dall'acido acetilsalicilico): aumento dell'attivita' antiaggregante piastrinica associato all'effetto dei salicilati sulla mucosa gastroduodenale; se tali farmaci sono necessari, procedere ad un attento monitoraggio clinico. Anticoagulanti orali ed eparine: associazione dell'attivita' anticoagulante e dell'attivita' antiaggregante piastrinica; se tali farmaci sono necessari, procedere ad un attento monitoraggio clinico e biologico (INR). L'associazione con farmaci potenzialmente mielotossici deve essere evitata. Associazioni che richiedono speciali precauzioni. Teofillina: aumento dei livelli di teofillina nel plasma con rischio di sovradosaggio (diminuzione della clearance totale plasmatica della teofillina); effettuare un monitoraggio clinico e se necessario dosare i livelli plasmaticidi teofillina e aggiustare il dosaggio della teofillina durante e dopo il trattamento con ticlopidina. Digossina: la co-somministrazione induce una leggera riduzione (circa il 15%) dei livelli plasmatici di digossina, ma cio' non dovrebbe influire sull'efficacia terapeutica della digossina. Fenobarbital: nei volontari sani, gli effetti inibitori della ticlopidina sull'aggregazione piastrinica non vengono influenzatidalla somministrazione cronica di fenobarbital. Fenitoina: dagli studi in vitro e' emerso che la ticlopidina non modifica il legame proteico plasmatico della fenitoina. Non esistono studi in vivo sulla interazione della ticlopidina e dei suoi metaboliti sul legame proteico. Esistono invece rare segnalazioni di aumento dei livelli della fenitoina edella sua tossicita', quando la ticlopidina e' prescritta in associazione. Particolare attenzione deve essere rivolta alla contemporanea somministrazione di questo farmaco con ticlopidina e puo' essere utile rimonitorare le concentrazioni ematiche di fenitoina. Altre terapie concomitanti: in vari studi clinici la ticlopidina e' stata somministratain associazione con betabloccanti, calcio antagonisti e diuretici: non sono state riportate interazioni avverse clinicamente significative.Gli studi in vitro dimostrano che la ticlopidina si lega in modo reversibile alle proteine plasmatiche (98%) ma che non interagisce con il legame proteico del propanololo, farmaco base, anche esso altamente legato alle proteine. In casi molto rari e' stata riportata la riduzionedei livelli ematici di ciclosporina, per cui in caso di contemporaneasomministrazione occorre controllare la concentrazione ematica di ciclosporina. La somministrazione di ticlopidina in seguito all'uso di antiacidi porta ad una diminuzione del 20-30% della concentrazione plasmatica della ticlopidina. Dopo somministrazione cronica di cimetidina, si verifica un aumento significativo dei livelli plasmatici di ticlopidina. L'emivita plasmatica del fenazone, che e' metabolizzato dal sistema epatico microsomiale del citocromo P450, e' prolungata del 25% in presenza di dosi terapeutiche di ticlopidina. L'emivita biologica dell'antipirina, che e' metabolizzata dal sistema epatico microsomiale delCitocromo P 450, e' prolungata del 25% in associazione con la ticlopidina. Ci si puo' attendere un effetto analogo per altre sostanze con vie metaboliche simili (ad es. alcuni sedativi ed ipnotici). Un prolungamento dell'emivita plasmatica puo' verificarsi in pazienti con danno epatico. In questi casi e' consigliabile un aggiustamento del dosaggiodi farmaci a basso indice terapeutico all'inizio e durante la terapiaconcomitante con ticlopidina al fine di assicurare il mantenimento diconcentrazioni terapeutiche ottimali nel sangue.

Equivalenti in base alle liste di trasparenza

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Forme Farmacologiche


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Conservazione del prodotto

Conservare nella confezione originale per proteggere il medicinale dalla luce.