mabthera*ev 1fl 500mg 50ml rituximab roche spa
Che cosa è mabthera ev 1fl 500mg 50ml?
Mabthera soluzione per infusione conc prodotto da
roche spa
è un farmaco solo uso ospedaliero della categoria
specialita' medicinali con prescrizione medica
che appartiene alla fascia H che comprende i farmaci di esclusivo uso ospedaliero, non vendibili ai cittadini presso le farmacie aperte al pubblico, ma utilizzabili o distribuibili solo nell'ambito delle strutture sanitarie pubbliche .
Mabthera risulta
disponibile solo nelle farmaice ospedaliere o specialistico
E' utilizzato per la cura di agente antineoplastico.
Contiene i principi attivi:
rituximab
Codice AIC: 033315021
Codice EAN: 0
Informazioni e Indicazioni, a cosa serve?
Trattamento di pazienti affetti da linfoma follicolare in III-IV stadio, chemioresistente o in seconda o ulteriore recidiva dopo chemioterapia. Trattamento di pazienti affetti da linfoma follicolare in III-IV stadio precedentemente non trattati, in associazione a chemioterapia CVP. La terapia di mantenimento e' indicata per pazienti con linfoma follicolare ricaduto/refrattario che rispondono a terapia di induzione con chemioterapia con o senza questo farmavo. Trattamento di pazienti affetti da linfoma non-Hodgkin, CD20 positivo, diffuso a grandi celluleB, in associazione a chemioterapia CHOP. Artrite reumatoide. In associazione a metotressato: trattamento dell'artrite reumatoide attiva di grado severo in pazienti adulti che hanno mostrato un'inadeguata risposta o un'intolleranza ad altri farmaci antireumatici modificanti la malattia, comprendenti uno o piu' inibitori del fattore di necrosi tumorale (TNF).
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Posologia
La soluzione preparata deve essere somministrata per infusione e.v. tramite deflussore dedicato; non somministrarlo come push o bolus endovenoso. Devono essere somministrate in un ambiente con immediata disponibilita' di apparecchiature per la rianimazione e sotto lo stretto controllo di un medico esperto. Prima dell'inizio di ogni infusione deve essere sempre effettuata una pre-medicazione con un antipiretico e un antistaminico, quale paracetamolo e difenidramina ed E' bene prendere in considerazione anche la pre-medicazione con glucocorticoidi. I pazienti devono essere attentamente monitorati per l'insorgenza della sindrome da rilascio di citochine. Ai pazienti che sviluppano reazioni gravi, soprattutto dispnea grave, broncospasmo o ipossia, deve essere immediatamente interrotta l'infusione. I pazienti con linfoma non-Hodgkindevono poi essere valutati per la presenza di sindrome da lisi tumorale tramite l'effettuazione di idonei esami di laboratorio e per la presenza di infiltrazione polmonare tramite radiografia del torace. L'infusione non deve essere ripresa fino alla completa risoluzione di tuttii sintomi e alla normalizzazione dei valori di laboratorio e della radiografia del torace. Soltanto a questo punto l'infusione puo' essere ripresa a una velocita' iniziale ridotta della meta' rispetto a quellaprecedentemente adottata. Per il trattamento del linfoma non-Hodgkin,la premedicazione con glucocorticoidi deve essere presa in considerazione se il prodotto non e' somministrato in associazione con chemioterapia contenente glucocorticoidi. La velocita' di infusione iniziale consigliata e' di 50 mg/h; dopo i primi 30 minuti puo' essere incrementata di 50 mg/h ogni 30 minuti fino a un massimo di 400 mg/h. Le successive dosi possono essere infuse a una velocita' iniziale di 100 mg/h e aumentate con incrementi di 100 mg/h a intervalli di 30 minuti, fino aun massimo di 400 mg/h. Non sono raccomandate riduzioni della dose. Linfoma non-Hodgkin follicolare: la dose raccomandata in associazione con chemioterapia per il trattamento di induzione di pazienti con LNH follicolare precedentemente non trattati o ricaduti/refrattari e' di 375 mg/m2 di superficie corporea per ciclo, fino a 8 cicli. Deve essere somministrato il giorno 1 di ogni ciclo di chemioterapia, dopo somministrazione e.v. della componente glucocorticoidea della chemioterapia, se applicabile. Mantenimento: per pazienti con LNH follicolare ricaduto/resistente che hanno risposto al trattamento di induzione con chemioterapia, con o senza il prodotto, e' di 375 mg/m2 di superficie corporea una volta ogni 3 mesi fino alla progressione della malattia o per un periodo massimo di due anni. La dose raccomandata in monoterapia usata come trattamento di induzione per pazienti adulti con linfoma follicolare allo stadio III-IV che sono chemioresistenti o che sono alla seconda o successiva ricaduta dopo chemioterapia e' di 375 mg/m2 di superficie corporea, somministrata come infusione e.v. una volta alla settimana per quattro settimane. Per pazienti che hanno risposto al precedente trattamento in monoterapia per LNH follicolare ricaduto/refrattario, la dose raccomandata e' di 375 mg/m2 di superficie corporea, somministrata come infusione e.v. una volta alla settimana per quattro settimane. Linfoma non-Hodgkin diffuso a grandi cellule B: deve essere impiegato in associazione a chemioterapia CHOP. Il dosaggio raccomandato e' di 375 mg/m2 di superficie corporea, somministrato il giorno 1 di ogni ciclo di chemioterapia per 8 cicli dopo infusione endovenosa dellacomponente glucocorticoidea del CHOP. Non sono ancora state stabilitela sicurezza e l'efficacia in associazione ad altre chemioterapie nellinfoma non-Hodgkin diffuso a grandi cellule B. Artrite reumatoide: un ciclo di MabThera consiste di due infusioni e.v. da 1000 mg ciascuna. Il dosaggio raccomandato e' di 1000 mg per infusione e.v., seguita da una seconda infusione e.v. di 1000 mg due settimane dopo. L'attivita' della malattia deve essere monitorata regolarmente. In alcuni pazienti dopo il primo ciclo di MabThera si sviluppano anticorpi antichimerici umani (HACA). La presenza di HACA puo' essere associata ad un peggioramento delle reazioni infusionali o allergiche dopo la seconda infusione di cicli successivi. In un caso con HACA, si e' osservata la mancata deplezione delle cellule B dopo la somministrazione di ulteriori cicli di terapia. Il rapporto rischio/beneficio della terapia deve essere attentamente valutato prima della somministrazione di cicli successivi. I pazienti con artrite reumatoide devono ricevere un trattamento con 100 mg di metilprednisolone e.v. 30 minuti prima della somministrazione al fine di ridurre il tasso e la severita' delle reazioni infusionali acute. La velocita' di infusione iniziale consigliata e' di 50 mg/h; dopo i primi 30 minuti puo' essere incrementata di 50 mg/h ogni 30 minuti, fino a raggiungere un massimo di 400 mg/h. Successive dosi possono essere infuse alla velocita' iniziale di 100 mg/h ed essere incrementate di 100 mg/h ad intervalli di 30 minuti, fino a raggiungere un massimo di 400 mg/h. Non e' raccomandato nei bambini a causa della mancanza di dati sulla sicurezza e efficacia. Non e' necessaria la modifica del dosaggio in pazienti anziani (di eta' >65 anni).
Effetti indesiderati
Di seguito sono riportate alcune delle reazioni avverse osservate durante gli studi clinici. >>Pazienti con linfoma non-Hodgkin in monoterapia. Organismo in generale: febbre, brividi, astenia, cefalea, irritazione delle prime vie aeree, dolore addominale, dolore alla schiena, dolore, vampate, dolore toracico, malessere, dolore in sede tumorale, sindrome da freddo, dolore al collo. Sistema cardiovascolare: ipotensione, ipertensione, tachicardia, aritmia, ipotensione ortostatica. Sistema digerente: nausea, vomito, diarrea, dispepsia, anoressia, disfagia, stomatite, costipazione. Sangue e sistema linfatico: leucopenia, neutropenia, trombocitopenia, anemia. Disturbi del metabolismo e della nutrizione: angioedema, iperglicemia, edema periferico, aumento dell’LDH, ipocalcemia, edema facciale, diminuzione del peso. Sistema muscoloscheletrico: mialgia, artralgia, ipertonia, dolore. Sistema nervoso: tremori, parestesie, ansia, insonnia, vasodilatazione, ipoestesia, agitazione. Sistema respiratorio: broncospasmo, rinite, aumento della tosse, dispnea, dolore toracico, malattia respiratoria. Cute e annessi: prurito, rash cutaneo, orticaria, sudorazioni notturne, sudorazione. Organi di senso: disturbi alla lacrimazione, congiuntivite, otalgia, tinnito.>>Pazienti con artrite reumatoide. Reazioni infusionali acute: ipertensione, nausea, rash, piressia, prurito, orticaria, rinite, irritazione delle prime vie aeree, vampate, ipotensione, brividi. Infezioni ed infestazioni: infezioni del tratto urinario, infezione delle vie aeree superiori, infezione delle vie aeree inferiori/polmonite. Patologie sistemiche: astenia. Patologie gastrointestinali: dispepsia, dolore addominale dei quadranti superiori. Disturbi del metabolismo e della nutrizione: ipercolesterolemia. Patologie del sistema muscoloscheletrico: artralgia/dolore muscoloscheletrico, spasmi muscolari, osteoartrite. Patologie del sistema nervoso: parestesia, emicrania. Alterazioni generali: edema generalizzato. Alterazioni respiratorie: broncospamo, dispnea, edema della laringe. Alterazioni della cute e del tessuto sottocutaneo: edema angioneurotico, prurito generalizzato. Alterazioni del sistema immunitario: anafilassi, reazione anafilattoide. >>Post-commercializzazione. Frequenze: non comune (>=1/1000 =1/10.000 GRAVIDANZA E ALLATTAMENTONon vi sono dati adeguati riguardanti in donne in gravidanza. Poiche'e' noto che le IgG oltrepassano la barriera placentare, il rituximab puo' causare deplezione delle cellule B nel feto. Per tali motivi non deve essere somministrato a donne a meno che i potenziali benefici nonsuperino i potenziali rischi. Dato che rituximab ha un lungo tempo diritenzione nei pazienti con deplezione di cellule B, donne in eta' fertile devono usare metodi contraccettivi efficaci nel corso del trattamento e fino a 12 mesi dal completamento della terapia. I livelli di cellule B nei neonati umani non sono stati valutati nel corso degli studi clinici. Non si sa se il rituximab e' escreto nel latte materno. Tuttavia, poiche' le IgG materne vengono escrete le donne non devono allattare al seno durante il trattamento e nei 12 mesi successivi.
Indicazioni
Trattamento di pazienti affetti da linfoma follicolare in III-IV stadio, chemioresistente o in seconda o ulteriore recidiva dopo chemioterapia. Trattamento di pazienti affetti da linfoma follicolare in III-IV stadio precedentemente non trattati, in associazione a chemioterapia CVP. La terapia di mantenimento e' indicata per pazienti con linfoma follicolare ricaduto/refrattario che rispondono a terapia di induzione con chemioterapia con o senza questo farmavo. Trattamento di pazienti affetti da linfoma non-Hodgkin, CD20 positivo, diffuso a grandi celluleB, in associazione a chemioterapia CHOP. Artrite reumatoide. In associazione a metotressato: trattamento dell'artrite reumatoide attiva di grado severo in pazienti adulti che hanno mostrato un'inadeguata risposta o un'intolleranza ad altri farmaci antireumatici modificanti la malattia, comprendenti uno o piu' inibitori del fattore di necrosi tumorale (TNF).
Controindicazioni ed effetti secondari
CIpersensibilita' al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti del prodotto o alle proteine di origine murina. Nell'uso dell'artrite reumatoide: infezioni attive, severe; scompenso cardiaco grave (classe IV NYHA) o malattia cardiaca grave e non controllabile.
Avvertenze
I pazienti con elevata massa tumorale o con elevato numero di celluleneoplastiche circolanti, che possono essere esposti a un rischio maggiore di sindrome da rilascio di citochine particolarmente grave, devono essere trattati con estrema cautela e quando sono state esaurite le altre alternative terapeutiche. Questi pazienti devono essere monitorati molto attentamente per tutto il corso della prima infusione. In questi pazienti deve essere preso in considerazione, per la prima infusione, l'utilizzo di una velocita' di infusione ridotta. La sindrome si manifesta frequentemente entro una o due ore dall'inizio della prima infusione. I pazienti con anamnesi di insufficienza polmonare o con infiltrazione tumorale del polmone possono essere esposti a un rischio superiore di scarsi risultati e devono essere trattati con maggiore cautela. L'ulteriore trattamento dei pazienti dopo la completa risoluzione di sintomi e segni ha raramente portato al ripetersi della sindrome grave da rilascio di citochine. In seguito alla somministrazione e.v. diproteine sono state riportate nei pazienti reazioni di tipo anafilattico e altre reazioni di ipersensibilita'. Diversamente dalla sindrome da rilascio di citochine, le reazioni di ipersensibilita' si verificano tipicamente entro minuti dall'inizio dell'infusione. Le reazioni attribuite a ipersensibilita' sono state riportate con minor frequenza rispetto a quelle attribuite al rilascio di citochine. Durante l'infusione di MabThera si puo' verificare ipotensione, pertanto si deve prendere in considerazione la sospensione di medicinali anti-ipertensivi 12 ore prima dell'infusione. Si sono verificati casi di angina pectoris oaritmia cardiaca, come flutter atriale e fibrillazione, insufficienzacardiaca o infarto miocardico; pertanto i pazienti con anamnesi di malattia cardiaca e/o chemioterapia cardiotossica devono essere attentamente monitorati. Durante il trattamento in monoterapia si deve considerare la necessita' di effettuare con regolarita' l'emocromo completo, con conta piastrinica. con regolarita' l'emocromo completo, secondo l'usuale pratica clinica. Casi molto rari di riattivazione di epatite B,incluse segnalazioni di epatite fulminante, sono stati riportati in soggetti che hanno ricevuto rituximab, sebbene la maggior parte di questi soggetti abbiano ricevuto anche chemioterapia citotossica. Queste segnalazioni hanno due fattori confondenti, lo stato di malattia concomitante e la chemioterapia citotossica. I pazienti con storia di infezione di epatite B devono essere attentamente monitorati per segni di infezione di epatite B attiva quando rituximab e' impiegato in associazione con chemioterapia citotossica. La maggior parte dei pazienti avevaricevuto rituximab in associazione a chemioterapia o come parte di unprogramma trapiantologico con cellule staminali ematopoietiche. La sicurezza della immunizzazione con qualsiasi tipo di vaccino, particolarmente vaccini virali vivi dopo terapia non e' stata studiata. Anche lacapacita' di generare, nei confronti di ciascun tipo di vaccino, una risposta umorale primaria o legata alla memoria non e' ancora stata studiata. La maggior parte degli eventi infusionali riportati erano di severita' da lieve a moderata. La percentuale di pazienti che presentano tali reazioni diminuisce con le infusioni successive. Le reazioni riportate erano generalmente reversibili con la riduzione della velocita' dell'infusione o interruzione della somministrazione del prodotto e la somministrazione di antipiretici, antistaminici e, occasionalmente,ossigeno, soluzione salina e.v. o broncodilatatori, e glucocorticoidi, se necessario. Medicinali per il trattamento delle reazioni di ipersensibilita', ad es. epinefrina (adrenalina), antistaminici e glucocorticoidi, devono essere disponibili per l'uso immediato, in caso di reazioni allergiche durante la somministrazione. La presenza di HACA puo' essere associata ad un peggioramento delle reazioni infusionali o allergiche dopo la seconda infusione di cicli successivi. Non ci sono datirelativi alla sicurezza nei pazienti con scompenso cardiaco moderato (classe III NYHA) o malattia cardiaca grave e non controllabile. Nei pazienti trattati con MabThera, si e' osservato che condizioni preesistenti di ischemia cardiaca, quali l'angina pectoris, sono divenute sintomatiche, cosi' come fibrillazione e flutter atriale. Inoltre, nei pazienti con anamnesi di cardiopatia, prima del trattamento con MabThera deve essere considerato il rischio di complicanze cardiovascolari conseguenti alle reazioni infusionali e i pazienti devono essere attentamente monitorati durante la somministrazione. Durante l'infusione di MabThera si puo' verificare ipotensione, pertanto si deve prendere in considerazione la sospensione di farmaci anti-ipertensivi 12 ore prima dell'infusione di MabThera. I pazienti che manifestano segni e sintomi di infezione in seguito al trattamento, devono essere prontamente valutati e adeguatemente trattati. Prima di iniziare un ciclo successivo, ipazienti devono essere rivalutati per qualsiasi rischio potenziale diinfezioni. La vaccinazione deve essere completata almeno quattro settimane prima della prima somministrazione. I farmaci immunomodulatori possono aumentare il rischio di neoplasie. Sulla base dell'esperienza limitata nei pazienti affetti da artrite reumatoide non si puo' escludere, al momento, un possibile rischio di sviluppo di tumori solidi, sebbene i dati attuali non sembrino suggerire un incremento di tale rischio. Casi fatali di di Leucoencefalopatia Multifocale Progressiva sono stati segnalati in seguito all'uso fuori indicazione di MabThera per il trattamento di determinate patologie autoimmuni, quali il Lupus Eritematoso Sistemico (LES) e la vasculite. I pazienti con patologie autoimmuni avevano una storia di precedente o concomitante terapia immunosoppressiva ed era stata loro diagnosticata la PML nei 12 mesi dall'ultima infusione. Non sono stati riportati casi di PML in pazienti con artrite reumatoide. La PML e' stata anche segnalata in pazienti con patologie autoimmuni non trattate. I casi riportati avevano fattori multipli di rischio per la PML, quali la patologia di base e la terapia immunosoppressiva a lungo termine. I medici che trattano pazienti con patologie autoimmuni devono prendere in considerazione la PML nella diagnosi differenziale di pazienti con sintomi neurologici e richiedere una consulenza neurologica se clinicamente indicata. L'efficacia e la sicurezza nel trattamento di patologie autoimmuni diverse dall'artrite reumatoide non sono state stabilite.
Gravidanza e Allattamento
Non vi sono dati adeguati riguardanti in donne in gravidanza. Poiche'e' noto che le IgG oltrepassano la barriera placentare, il rituximab puo' causare deplezione delle cellule B nel feto. Per tali motivi non deve essere somministrato a donne a meno che i potenziali benefici nonsuperino i potenziali rischi. Dato che rituximab ha un lungo tempo diritenzione nei pazienti con deplezione di cellule B, donne in eta' fertile devono usare metodi contraccettivi efficaci nel corso del trattamento e fino a 12 mesi dal completamento della terapia. I livelli di cellule B nei neonati umani non sono stati valutati nel corso degli studi clinici. Non si sa se il rituximab e' escreto nel latte materno. Tuttavia, poiche' le IgG materne vengono escrete le donne non devono allattare al seno durante il trattamento e nei 12 mesi successivi.
Interazioni con altri prodotti
Al momento si hanno dati limitati su possibili interazioni. La co-somministrazione con metotressato non ha avuto alcun effetto sulla farmacocinetica del farmaco nei pazienti con artrite reuamtoide. I pazienti che hanno sviluppato anticorpi anti-proteine murine o anti-chimerici (HAMA/HACA) possono avere reazioni allergiche o di ipersensibilita' quando vengono trattati con altri anticorpi monoclonali diagnostici o terapeutici. La tollerabilita' di associazioni in contemporanea o sequenziali del prodotto con chemioterapia diversa dal CHOP o CVP o agenti capaci di determinare la deplezione di cellule B normali, non e' ben definita. In una piccola coorte di pazienti con artrite reumatoide, 110 pazienti hanno ricevuto successivamente una terapia con altri DMARD (inclusi i biologici). I pazienti hanno ricevuto ulteriori DMARD 4-6 mesidopo la terapia e generalmente durante la deplezione periferica dellecellule B. La percentuale di infezioni clinicamente rilevanti e' stata di 7,8 su 100 pazienti per anno.