gemcitabina pfi*inf fl 2g gemcitabina pfizer italia srl
Che cosa è gemcitabina pfi inf fl 2g?
Gemcitabina hosp soluzione per infusione conc prodotto da
pfizer italia srl
è un farmaco generico della categoria
farmaci preconfezionati prodotti industrialmente - generici
che appartiene alla fascia H che comprende i farmaci di esclusivo uso ospedaliero, non vendibili ai cittadini presso le farmacie aperte al pubblico, ma utilizzabili o distribuibili solo nell'ambito delle strutture sanitarie pubbliche .
Gemcitabina hosp risulta
non in commercio nelle farmacie italiane
E' utilizzato per la cura di farmaci antineoplastici/analoghi della pirimidina.
Contiene i principi attivi:
gemcitabina cloridrato
Composizione Qualitativa e Quantitativa: ogni ml del medicinale contiene gemcitabina cloridrato equivalente a 38 mg di gemcitabina.
Codice AIC: 040638037
Codice EAN: 0
Informazioni e Indicazioni, a cosa serve?
La gemcitabina, in combinazione con cisplatino, e' indicata nel trattamento di pazienti con carcinoma della vescica localmente avanzato o metastatico. La gemcitabina e' indicata nel trattamento di pazienti conadenocarcinoma del pancreas localmente avanzato o metastatico. La gemcitabina, in combinazione con cisplatino, e' indicata nel trattamento di prima linea di pazienti con carcinoma polmonare non a piccole cellule (NSCLC) localmente avanzato o metastatico. La gemcitabina in monoterapia puo' essere considerata in pazienti anziani o con performance status uguale a 2. La gemcitabina, in combinazione con carboplatino, e' indicata nel trattamento di pazienti con carcinoma dell'epitelio dell'ovaio localmente avanzato o metastatico che hanno recidivato almeno 6 mesi dopo terapia di prima linea con platino. La gemcitabina, in combinazione con paclitaxel, e' indicata nel trattamento di pazienti con carcinoma della mammella non resecabile localmente ricorrente o metastico che hanno recidivato dopo chemioterapia adiuvante e/o neoadiuvante. La precedente chemioterapia deve aver incluso una antraciclina a meno che questa non sia controindicata.
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Posologia
Per tutte le indicazioni, la riduzione del dosaggio di gemcitabina inun ciclo o durante cicli successivi puo' essere effettuata in base algrado di tossicita' causata dal farmaco nel paziente. >>Carcinoma della vescica. In combinazione con cisplatino la dose di gemcitabina consigliata e' di 1000 mg/m^2 tramite infusione endovenosa in 30 minuti nei giorni 1-8-15 di ciascun ciclo di 28 giorni. La dose di cisplatino consigliata e' di 70 mg/m^2 il giorno seguente la gemcitabina o il giorno 2 di ciascun ciclo di 28 giorni. Questo ciclo di 4 settimane puo' essere ripetuto. >>Carcinoma del pancreas. La dose consigliata e' di 1000 mg/m^2 tramite infusione endovenosa in 30 minuti, una volta a settimana per 7 settimane consecutive, seguite da una settimana di riposo. Nei cicli successivi somministrare una volta a settimana per 3 settimane consecutive, seguite da settimana di riposo. >>Carcinoma del polmone non a piccole cellule. In monoterapia la dose consigliata e' di 1000mg/m^2 tramite infusione endovenosa in 30 minuti, una volta a settimana per 3 settimane, seguite da una settimana di riposo. Questo ciclo di 4 settimane puo' essere ripetuto. In associazione con cisplatino, ladose consigliata e' di 1.250 mg/m^2 tramite infusione endovenosa in 30 minuti, nei giorni 1 e 8 di ciascun ciclo di 21 giorni, mentre la dose di cisplatino consigliata e' di 75-100 mg/m^2 una volta ogni 3 settimane. >>Carcinoma della mammella. Gemcitabina in combinazione con paclitaxel e' raccomandata con paclitaxel (175 mg/m^2) per infusione endovenosa della durata di circa 3 ore il giorno 1, seguita da gemcitabina(1.250 mg/m^2) per infusione endovenosa della durata di 30 minuti neigiorni 1 e 8 di ciascun ciclo di 21 giorni. I pazienti devono avere una conta assoluta dei granulociti di almeno 1.500 x 10^6/l prima di iniziare la somministrazione di gemcitabina associata a paclitaxel. >>Carcinoma dell'ovaio. La dose di gemcitabina consigliata in combinazionecon carboplatino e' di 1000 mg/m^2 per infusione endovenosa in 30 minuti, nei giorni 1 e 8 di ciascun ciclo di 21 giorni. Somministrare il carboplatino dopo la gemcitabina il giorno 1 per raggiungere una AUC di 4,0 mg/ml per minuto. >>Variazione del dosaggio dovuta a tossicita' non ematologica. Effettuare una visita medica periodica e controlli della funzionalita' renale ed epatica per accertare una tossicita' non ematologica. In base al grado di tossicita' presentato dal paziente puo' essere attuata una riduzione del dosaggio ogni ciclo o nell'ambito di un solo ciclo. In generale, per una tossicita' non ematologica grave(grado 3 o 4), con eccezione per la nausea/vomito, sospendere la terapia, o ridurla secondo il parere del medico. Sospendere le dosi fino aquando, secondo il parere del medico, la tossicita' non sia risolta. >>Variazione del dosaggio dovuta a tossicita' ematologica. Prima dellasomministrazione di ogni dose monitorare la conta dei granulociti e delle piastrine. I pazienti devono avere una conta dei granulociti in valore assoluto di almeno 1.500 x10^6/l e una conta delle piastrine di 100.000 x10^6/l prima dell'inizio di un ciclo. Variazioni del dosaggiodi gemcitabina nell'ambito di un ciclo per il carcinoma della vescica, NSCLC e il carcinoma del pancreas, in monoterapia o con cisplatino: con valore assoluto della conta dei granulociti >1.000 x 10^6/l e conta delle piastrine >100.000 x 10^6/l somministrare il 100% della dose standard; con valore assoluto della conta dei granulociti 500-1.000 x 10^6/l o conta delle piastrine 50.000-100.000 x 10^6/l il 75%; con valore assoluto della conta dei granulociti = 1.200 x 10^6/l e conta delle piastrine >75.000 x 10^6/l somministrare il 100% della dose standard; valore assoluto della conta dei granulociti 1.000-<1.200 x 10^6/l o conta delle piastrine 50.000-75.000 x 10^6/lil 75%; con valore assoluto della conta dei granulociti 700-<1.000 x 10^6/l e conta delle piastrine >= 50.000 x 10^6/l il 50% e con valore assoluto della conta dei granulociti 1.500 x 10^6/l e conta delle piastrine >= 100.000 x 10^6/l somministrare il 100% della dose standard; con valore assoluto della conta dei granulociti 1000-1.500 x 10^6/l o conta delle piastrine 75.000-100.000 x10^6/l il 50%, con valore assoluto della conta dei granulociti >Variazione del dosaggio dovuta a tossicita' ematologica in cicli successivi. Ridurre la gemcitabina al 75% della dose iniziale del primo ciclo, in presenza di valore assoluto della conta dei granulociti >Metodo di somministrazione. La gemcitabina e' ben tollerata durante l'infusione e puo' essere somministrata in ambito ambulatoriale. Se si verifica uno stravaso, interrompere l'infusione e ricominciare in un altro vaso sanguigno. Monitorare dopo la somministrazione.>>Pazienti con compromissione renale e/o epatica. Usare con cautela nei pazienti, in quanto le informazioni insufficienti provenienti da studi clinici non consentono di raccomandare una dose precisa. >>Pazienti anziani (>65 anni). La gemcitabina e' stata ben tollerata in pazienti sopra i 65 anni di eta'. Non c'e' evidenza che indichi che nell'anziano siano necessari aggiustamenti della dose. >>Pazienti pediatrici (<18 anni). L'uso non e' raccomandato poiche' i dati di sicurezza ed efficacia sono insufficienti.
CONSERVAZIONEFlaconcini sigillati Conservare in frigorifero (2.C-8.C).AVVERTENZEIl prolungamento del tempo di infusione ed un'aumentata frequenza di somministrazioni possono determinare un aumento della tossicita' del farmaco. La gemcitabina puo' determinare riduzione della funzionalita' midollare, come evidenziato dalla comparsa di leucopenia, piastrinopenia ed anemia. Nei pazienti in terapia con gemcitabina prima di ogni somministrazione devono essere effettuate la conta delle piastrine, dei leucociti e dei granulociti. In caso di riduzione della funzionalita' midollare secondaria alla somministrazione del farmaco, deve essere valutata la possibilita' di modificare o interrompere la terapia. Tuttavia, la riduzione della funzionalita' midollare e' di breve durata e generalmente non richiede riduzioni di dosaggio e solo raramente puo' comportare interruzione del trattamento. Gli elementi cellulari ematologici periferici possono continuare ad abbassarsi anche dopo interruzione della terapia. La terapia deve essere iniziata con cautela nei pazienti con funzionalita' midollare compromessa. Come per altri antitumorali, quando la gemcitabina viene usata in combinazione con altri chemioterapici deve essere tenuta in considerazione la possibilita' di una riduzione della funzionalita' midollare cumulativa. La somministrazionedi gemcitabina a pazienti con presenza di metastasi epatiche o con precedenti anamnestici di epatite, alcolismo, o cirrosi epatica puo' condurre ad una esacerbazione dell'insufficienza epatica di base. Controlli della funzionalita' epatica e renale (comprendenti test virologici)devono essere effettuati periodicamente. La gemcitabina deve essere usata con cautela nei pazienti con insufficienza epatica e/o renale, inquanto le informazioni insufficienti provenienti da studi clinici nonconsentono di raccomandare una dose precisa per questa categoria di pazienti. Radioterapia concomitante (effettuata contemporaneamente o separatamente entro un intervallo di tempo <= a 7 giorni): e' stata riportata tossicita'. Nei pazienti in trattamento con gemcitabina non sonoconsigliati il vaccino per la febbre gialla e altri vaccini vivi attenuati. A causa del rischio di patologie cardiache e/o vascolari con gemcitabina, si deve fare particolare attenzione nei pazienti che presentano una storia di eventi cardiovascolari. Manifestazioni polmonari, talvolta gravi, come l'edema polmonare, la polmonite interstiziale, o la sindrome da distress respiratorio dell'adulto (ARDS), sono state riscontrate durante la terapia con gemcitabina. La causa di tali manifestazioni non e' nota. Se si verificano tali manifestazioni, considerare la possibilita' di interrompere il trattamento con gemcitabina. L'impiego tempestivo di misure di supporto adeguate puo' contribuire a migliorare il quadro clinico. Nei pazienti in trattamento con gemcitabina sono state raramente riportate segnalazioni cliniche compatibili con una sindrome uremica emolitica (HUS). Il trattamento con gemcitabina deve essere interrotto ai primi segni di anemia emolitica microangiopatica, come una rapida diminuzione dell'emoglobina associata a trombocitopenia, innalzamento della bilirubinemia, della creatininemia, dell'uremia, o della LDH. Il danno renale puo' non essere reversibile anche dopo l'interruzione del trattamento e in tali casi dovra' essere preso inconsiderazione il ricorso alla dialisi. Studi preclinici sulla fertilita' hanno dimostrato che la gemcitabina causa una ipospermatogenesi nel topo maschio. Per questo motivo gli uomini in trattamento con gemcitabina sono consigliati di non procreare durante il trattamento e nei 6 mesi successivi. A seguito della possibilita' che il trattamento congemcitabina causi un'infertilita' irreversibile, si consiglia agli uomini di chiedere informazioni sulle modalita' di crioconservazione dello sperma prima di cominciare il trattamento. Le formulazioni da 200 mg, 1 g e 2 g contengono rispettivamente non piu' di 2,4 mg, 12,1 mg e 24,2 mg di sodio per flaconcino. In tutti i casi questi quantitativi sono <1 mmol di sodio. Cio' deve essere tenuto in considerazione da pazienti che seguono una dieta sodio controllata.INTERAZIONINon sono stati effettuati specifici studi di interazione. >>Radioterapia concomitante (effettuata contemporaneamente o separatamente entro un intervallo di tempo <= a 7 giorni). La tossicita' associata con questa terapia multimodale dipende da diversi fattori, inclusi dose e frequenza di somministrazione della gemcitabina, dose della radiazione, piano di trattamento radioterapico e tecnica applicata, tipo e volume di tessuto irradiato. Studi clinici e preclinici hanno dimostrato un'attivita' radiosensibilizzante della gemcitabina. Durante una singola sperimentazione clinica in cui la gemcitabina e' stata somministrata alla dose di 1.000 mg/m^2per 6 settimane consecutive in concomitanza con una radioterapia toracica in pazienti con carcinoma polmonare non a piccole cellule, e' stata osservata una tossicita' significativa manifestasi con gravi mucosita', in particolare esofagiti e polmoniti, potenzialmente a rischio di vita per i pazienti, particolarmente quelli trattati con radioterapia su campi estesi (volumi medi di trattamento 4.795 cm^3). I risultati di studi effettuati successivamente hanno suggerito che e' realizzabile una somministrazione di gemcitabina a dosi inferiori in concomitanza con radioterapia in quanto presenta una tossicita' prevedibile, come e' risultato da uno studio di fase II su pazienticon carcinoma polmonare non a piccole cellule dove la radioterapia altorace a dosi di 66 Gy e' stata somministrata in concomitanza con gemcitabina (600 mg/m^2, quattro volte) e cisplatino (80 mg/m^2, due volte) nel corso di 6 settimane. Il regime ottimale per una somministrazione sicura della gemcitabina in concomitanza con dosi radianti terapeutiche, non e' stato ancora determinato in tutti i tipi tumorali. >>Radioterapia non conomitante (effettuata separatamente in un periodo di tempo >7 giorni). Le analisi dei dati non suggeriscono alcun aggravamento della tossicita' nel caso in cui la gemcitabina sia somministrata fino a 7 giorni prima o dopo l'effettuazione della radioterapia, ad eccezione del fenomeno di "recall" da radiazione. I dati indicano che la terapia con gemcitabina puo' essere iniziata dopo che gli effetti acutidella radioterapia si sono risolti o almeno dopo una settimana dalla sua effettuazione. Lesioni da radiazione sono state osservate su tessuti bersaglio (es. esofagiti, coliti e polmoniti) in associazione con l'uso, sia concomitante che non, di gemcitabina. >>Altri risultati. L'uso contemporaneo del vaccino per la febbre gialla e di vaccini vivi attenuati non e' consigliato a causa del rischio di malattia sistemica, eventualmente con esito fatale, particolarmente nei pazienti che sono gia' immunodepressi.EFFETTI INDESIDERATIGli effetti indesiderati associati alla terapia con gemcitabina osservati piu' comunemente comprendono nausea con o senza vomito, aumento dei livelli delle transaminasi epatiche (AST/ALT) e della fosfatasi alcalina, osservati in circa il 60% dei pazienti; proteinuria ed ematuriaosservati in circa il 50% dei pazienti; dispnea osservata nel 10-40% dei pazienti (l'incidenza piu' alta e' stata osservata nei pazienti affetti da carcinoma polmonare); reazioni allergiche cutanee sono state osservate in circa il 25% dei pazienti e sono state associate a prurito nel 10% dei pazienti. La frequenza e gravita' delle reazioni avversesono influenzate dalla dose, velocita' di infusione e intervalli tra le dosi. Una riduzione della conta delle piastrine, dei leucociti e dei granulociti sono reazioni avverse dose-limitanti. >>Risultati di studi clinici. Definizione della frequenza: molto comune (>=1/10), comune(>=1/100 a =1/1000 a =1/10.000 a>Esperienza postmarketing (segnalazioni spontanee). Queste reazioni sono di frequenza non nota (non puo' essere valutata in base ai dati disponibili). Patologie del sistema nervoso: ictus. Patologie cardiache: aritmie (essenzialmente di natura sopraventricolare), insufficienza cardiaca. Patologie vascolari: segni clinici di vasculite periferica e gangrena. Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche: edema polmonare, sindrome da distress respiratorio dell'adulto. Patologie gastrointestinali: colite ischemica. Patologie epatobiliari: grave tossicita' epatica, comprendente insufficienza epatica e morte. Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo: reazioni cutanee gravi, comprendenti desquamazione ed eruzioni cutanee bollose,Sindrome di Lyell, (Necrologi Epidermica Tossica), sindrome di Stevens-Johnson. Patologie renali e urinarie: insufficienza renale, sindromeuremica emolitica. Traumatisimo, avvelenamento e complicazioni da procedura: recall da radiazioni.GRAVIDANZA E ALLATTAMENTOGravidanza: non esistono dati sufficienti sull'uso della gemcitabina in donne in gravidanza. Studi sperimentali condotti negli animali hanno evidenziato una tossicita' sull'attivita' riproduttiva. Sulla base dei risultati degli studi su animali e sul meccanismo di azione della gemcitabina, questa non deve essere usata durante la gravidanza se non in caso di assoluta necessita'. Donne in eta' fertile devono essere sconsigliate di iniziare una gravidanza durante la terapia con gemcitabina. Nel caso in cui la paziente rimanga incinta deve informare immediatamente il medico. Allattamento: non e' noto se la gemcitabina viene eliminata nel latte materno e non possono essere escluse reazioni avverse nei lattanti. L'allattamento deve essere interrotto durante la terapia con gemcitabina. Fertilita': la gemcitabina causa nel topo maschiouna ipospermatogenesi. Per questo motivo, gli uomini sono consigliatidi non procreare durante il trattamento e nei 6 mesi successivi. A seguito della possibilita' che il trattamento con gemcitabina causi un'infertilita' irreversibile, si consiglia agli uomini di chiedere informazioni sulla modalita' di crioconservazione dello sperma prima di cominciare il trattamento.Effetti indesiderati
Gli effetti indesiderati associati alla terapia con gemcitabina osservati piu' comunemente comprendono nausea con o senza vomito, aumento dei livelli delle transaminasi epatiche (AST/ALT) e della fosfatasi alcalina, osservati in circa il 60% dei pazienti; proteinuria ed ematuriaosservati in circa il 50% dei pazienti; dispnea osservata nel 10-40% dei pazienti (l'incidenza piu' alta e' stata osservata nei pazienti affetti da carcinoma polmonare); reazioni allergiche cutanee sono state osservate in circa il 25% dei pazienti e sono state associate a prurito nel 10% dei pazienti. La frequenza e gravita' delle reazioni avversesono influenzate dalla dose, velocita' di infusione e intervalli tra le dosi. Una riduzione della conta delle piastrine, dei leucociti e dei granulociti sono reazioni avverse dose-limitanti. >>Risultati di studi clinici. Definizione della frequenza: molto comune (>=1/10), comune(>=1/100 a =1/1000 a =1/10.000 a>Esperienza postmarketing (segnalazioni spontanee). Queste reazioni sono di frequenza non nota (non puo' essere valutata in base ai dati disponibili). Patologie del sistema nervoso: ictus. Patologie cardiache: aritmie (essenzialmente di natura sopraventricolare), insufficienza cardiaca. Patologie vascolari: segni clinici di vasculite periferica e gangrena. Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche: edema polmonare, sindrome da distress respiratorio dell'adulto. Patologie gastrointestinali: colite ischemica. Patologie epatobiliari: grave tossicita' epatica, comprendente insufficienza epatica e morte. Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo: reazioni cutanee gravi, comprendenti desquamazione ed eruzioni cutanee bollose,Sindrome di Lyell, (Necrologi Epidermica Tossica), sindrome di Stevens-Johnson. Patologie renali e urinarie: insufficienza renale, sindromeuremica emolitica. Traumatisimo, avvelenamento e complicazioni da procedura: recall da radiazioni.
GRAVIDANZA E ALLATTAMENTOGravidanza: non esistono dati sufficienti sull'uso della gemcitabina in donne in gravidanza. Studi sperimentali condotti negli animali hanno evidenziato una tossicita' sull'attivita' riproduttiva. Sulla base dei risultati degli studi su animali e sul meccanismo di azione della gemcitabina, questa non deve essere usata durante la gravidanza se non in caso di assoluta necessita'. Donne in eta' fertile devono essere sconsigliate di iniziare una gravidanza durante la terapia con gemcitabina. Nel caso in cui la paziente rimanga incinta deve informare immediatamente il medico. Allattamento: non e' noto se la gemcitabina viene eliminata nel latte materno e non possono essere escluse reazioni avverse nei lattanti. L'allattamento deve essere interrotto durante la terapia con gemcitabina. Fertilita': la gemcitabina causa nel topo maschiouna ipospermatogenesi. Per questo motivo, gli uomini sono consigliatidi non procreare durante il trattamento e nei 6 mesi successivi. A seguito della possibilita' che il trattamento con gemcitabina causi un'infertilita' irreversibile, si consiglia agli uomini di chiedere informazioni sulla modalita' di crioconservazione dello sperma prima di cominciare il trattamento.Indicazioni
La gemcitabina, in combinazione con cisplatino, e' indicata nel trattamento di pazienti con carcinoma della vescica localmente avanzato o metastatico. La gemcitabina e' indicata nel trattamento di pazienti conadenocarcinoma del pancreas localmente avanzato o metastatico. La gemcitabina, in combinazione con cisplatino, e' indicata nel trattamento di prima linea di pazienti con carcinoma polmonare non a piccole cellule (NSCLC) localmente avanzato o metastatico. La gemcitabina in monoterapia puo' essere considerata in pazienti anziani o con performance status uguale a 2. La gemcitabina, in combinazione con carboplatino, e' indicata nel trattamento di pazienti con carcinoma dell'epitelio dell'ovaio localmente avanzato o metastatico che hanno recidivato almeno 6 mesi dopo terapia di prima linea con platino. La gemcitabina, in combinazione con paclitaxel, e' indicata nel trattamento di pazienti con carcinoma della mammella non resecabile localmente ricorrente o metastico che hanno recidivato dopo chemioterapia adiuvante e/o neoadiuvante. La precedente chemioterapia deve aver incluso una antraciclina a meno che questa non sia controindicata.
Controindicazioni ed effetti secondari
Ipersensibilita' al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti. Allattamento.
Composizione ed Eccipienti
Acqua per preparazioni iniettabili, acido cloridrico (E507) per correggere il pH, sodio idrossido (E524) per correggere il pH.
Avvertenze
Il prolungamento del tempo di infusione ed un'aumentata frequenza di somministrazioni possono determinare un aumento della tossicita' del farmaco. La gemcitabina puo' determinare riduzione della funzionalita' midollare, come evidenziato dalla comparsa di leucopenia, piastrinopenia ed anemia. Nei pazienti in terapia con gemcitabina prima di ogni somministrazione devono essere effettuate la conta delle piastrine, dei leucociti e dei granulociti. In caso di riduzione della funzionalita' midollare secondaria alla somministrazione del farmaco, deve essere valutata la possibilita' di modificare o interrompere la terapia. Tuttavia, la riduzione della funzionalita' midollare e' di breve durata e generalmente non richiede riduzioni di dosaggio e solo raramente puo' comportare interruzione del trattamento. Gli elementi cellulari ematologici periferici possono continuare ad abbassarsi anche dopo interruzione della terapia. La terapia deve essere iniziata con cautela nei pazienti con funzionalita' midollare compromessa. Come per altri antitumorali, quando la gemcitabina viene usata in combinazione con altri chemioterapici deve essere tenuta in considerazione la possibilita' di una riduzione della funzionalita' midollare cumulativa. La somministrazionedi gemcitabina a pazienti con presenza di metastasi epatiche o con precedenti anamnestici di epatite, alcolismo, o cirrosi epatica puo' condurre ad una esacerbazione dell'insufficienza epatica di base. Controlli della funzionalita' epatica e renale (comprendenti test virologici)devono essere effettuati periodicamente. La gemcitabina deve essere usata con cautela nei pazienti con insufficienza epatica e/o renale, inquanto le informazioni insufficienti provenienti da studi clinici nonconsentono di raccomandare una dose precisa per questa categoria di pazienti. Radioterapia concomitante (effettuata contemporaneamente o separatamente entro un intervallo di tempo <= a 7 giorni): e' stata riportata tossicita'. Nei pazienti in trattamento con gemcitabina non sonoconsigliati il vaccino per la febbre gialla e altri vaccini vivi attenuati. A causa del rischio di patologie cardiache e/o vascolari con gemcitabina, si deve fare particolare attenzione nei pazienti che presentano una storia di eventi cardiovascolari. Manifestazioni polmonari, talvolta gravi, come l'edema polmonare, la polmonite interstiziale, o la sindrome da distress respiratorio dell'adulto (ARDS), sono state riscontrate durante la terapia con gemcitabina. La causa di tali manifestazioni non e' nota. Se si verificano tali manifestazioni, considerare la possibilita' di interrompere il trattamento con gemcitabina. L'impiego tempestivo di misure di supporto adeguate puo' contribuire a migliorare il quadro clinico. Nei pazienti in trattamento con gemcitabina sono state raramente riportate segnalazioni cliniche compatibili con una sindrome uremica emolitica (HUS). Il trattamento con gemcitabina deve essere interrotto ai primi segni di anemia emolitica microangiopatica, come una rapida diminuzione dell'emoglobina associata a trombocitopenia, innalzamento della bilirubinemia, della creatininemia, dell'uremia, o della LDH. Il danno renale puo' non essere reversibile anche dopo l'interruzione del trattamento e in tali casi dovra' essere preso inconsiderazione il ricorso alla dialisi. Studi preclinici sulla fertilita' hanno dimostrato che la gemcitabina causa una ipospermatogenesi nel topo maschio. Per questo motivo gli uomini in trattamento con gemcitabina sono consigliati di non procreare durante il trattamento e nei 6 mesi successivi. A seguito della possibilita' che il trattamento congemcitabina causi un'infertilita' irreversibile, si consiglia agli uomini di chiedere informazioni sulle modalita' di crioconservazione dello sperma prima di cominciare il trattamento. Le formulazioni da 200 mg, 1 g e 2 g contengono rispettivamente non piu' di 2,4 mg, 12,1 mg e 24,2 mg di sodio per flaconcino. In tutti i casi questi quantitativi sono <1 mmol di sodio. Cio' deve essere tenuto in considerazione da pazienti che seguono una dieta sodio controllata.
Gravidanza e Allattamento
Gravidanza: non esistono dati sufficienti sull'uso della gemcitabina in donne in gravidanza. Studi sperimentali condotti negli animali hanno evidenziato una tossicita' sull'attivita' riproduttiva. Sulla base dei risultati degli studi su animali e sul meccanismo di azione della gemcitabina, questa non deve essere usata durante la gravidanza se non in caso di assoluta necessita'. Donne in eta' fertile devono essere sconsigliate di iniziare una gravidanza durante la terapia con gemcitabina. Nel caso in cui la paziente rimanga incinta deve informare immediatamente il medico. Allattamento: non e' noto se la gemcitabina viene eliminata nel latte materno e non possono essere escluse reazioni avverse nei lattanti. L'allattamento deve essere interrotto durante la terapia con gemcitabina. Fertilita': la gemcitabina causa nel topo maschiouna ipospermatogenesi. Per questo motivo, gli uomini sono consigliatidi non procreare durante il trattamento e nei 6 mesi successivi. A seguito della possibilita' che il trattamento con gemcitabina causi un'infertilita' irreversibile, si consiglia agli uomini di chiedere informazioni sulla modalita' di crioconservazione dello sperma prima di cominciare il trattamento.
Interazioni con altri prodotti
Non sono stati effettuati specifici studi di interazione. >>Radioterapia concomitante (effettuata contemporaneamente o separatamente entro un intervallo di tempo <= a 7 giorni). La tossicita' associata con questa terapia multimodale dipende da diversi fattori, inclusi dose e frequenza di somministrazione della gemcitabina, dose della radiazione, piano di trattamento radioterapico e tecnica applicata, tipo e volume di tessuto irradiato. Studi clinici e preclinici hanno dimostrato un'attivita' radiosensibilizzante della gemcitabina. Durante una singola sperimentazione clinica in cui la gemcitabina e' stata somministrata alla dose di 1.000 mg/m^2per 6 settimane consecutive in concomitanza con una radioterapia toracica in pazienti con carcinoma polmonare non a piccole cellule, e' stata osservata una tossicita' significativa manifestasi con gravi mucosita', in particolare esofagiti e polmoniti, potenzialmente a rischio di vita per i pazienti, particolarmente quelli trattati con radioterapia su campi estesi (volumi medi di trattamento 4.795 cm^3). I risultati di studi effettuati successivamente hanno suggerito che e' realizzabile una somministrazione di gemcitabina a dosi inferiori in concomitanza con radioterapia in quanto presenta una tossicita' prevedibile, come e' risultato da uno studio di fase II su pazienticon carcinoma polmonare non a piccole cellule dove la radioterapia altorace a dosi di 66 Gy e' stata somministrata in concomitanza con gemcitabina (600 mg/m^2, quattro volte) e cisplatino (80 mg/m^2, due volte) nel corso di 6 settimane. Il regime ottimale per una somministrazione sicura della gemcitabina in concomitanza con dosi radianti terapeutiche, non e' stato ancora determinato in tutti i tipi tumorali. >>Radioterapia non conomitante (effettuata separatamente in un periodo di tempo >7 giorni). Le analisi dei dati non suggeriscono alcun aggravamento della tossicita' nel caso in cui la gemcitabina sia somministrata fino a 7 giorni prima o dopo l'effettuazione della radioterapia, ad eccezione del fenomeno di "recall" da radiazione. I dati indicano che la terapia con gemcitabina puo' essere iniziata dopo che gli effetti acutidella radioterapia si sono risolti o almeno dopo una settimana dalla sua effettuazione. Lesioni da radiazione sono state osservate su tessuti bersaglio (es. esofagiti, coliti e polmoniti) in associazione con l'uso, sia concomitante che non, di gemcitabina. >>Altri risultati. L'uso contemporaneo del vaccino per la febbre gialla e di vaccini vivi attenuati non e' consigliato a causa del rischio di malattia sistemica, eventualmente con esito fatale, particolarmente nei pazienti che sono gia' immunodepressi.
Forme Farmacologiche
Conservazione del prodotto
Flaconcini sigillati Conservare in frigorifero (2.C-8.C).