zinadril 28 compresse rivestite 5mg errekappa euroterapici spa
Che cosa è zinadril 28cpr riv 5mg?
Zinadril compresse rivestite divisibili prodotto da
errekappa euroterapici spa
è un farmaco etico della categoria
specialita' medicinali con prescrizione medica
che appartiene alla fascia A che comprende tutti i farmaci essenziali e per malattie croniche, che sono gratuiti per il cittadino, su questi farmaci le Regioni sono comunque libere di applicare eventualmente un ticket .
Zinadril risulta
in commercio nelle farmacie italiane
E' utilizzato per la cura di ace inibitore non associato.
Contiene i principi attivi:
benazepril cloridrato
Codice AIC: 027573031
Codice EAN: 0
Informazioni e Indicazioni, a cosa serve?
Ipertensione arteriosa. Insufficienza cardiaca congestizia.E' indicato come terapia aggiuntiva in pazienti con ICC che non rispondano adeguatamente alla digitale e/o ai diuretici (classi NYHA II-IV).
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Posologia
La dose iniziale di benazepril consigliata per pazienti con ipertensione non trattati con diuretici, e' di 10 mg una volta al giorno.Puo' essere aumentata sino a 20 mg al di', modificandola a seconda della risposta pressoria, generalmente ad intervalli di 1-2 settimane.In alcunipazienti l'effetto antipertensivo puo' diminuire verso la fine dell'intervallo tra la somministrazione di due dosi successive. La dose giornaliera dovrebbe allora essere suddivisa in due dosi uguali.La dose massima giornaliera suggerita nei pazienti ipertesi e' di 40 mg, in dosesingola o in due dosi frazionate.Se la riduzione della pressione arteriosa ottenuta con solo questo farmaco non e' sufficiente,si puo' somministrare contemporaneamente un altro antipertensivo, per esempio un diuretico tiazidico o un calcioantagonista, iniziando con dosi basse.Nel caso sia gia' in atto una terapia con diuretici, la loro somministrazione dovrebbe essere sospesa per 2-3 giorni, prima di iniziare un trattamento e ripresa poi, se necessario. Se la sospensione del diureticonon e' possibile, e' necessario ridurre la dose iniziale (5 mg invecedi 10 mg), per evitare un'eccessiva ipotensione.In pazienti con una clearance della creatinina >30 ml/min possono essere somministrate le normali. Pazienti con clearance della creatinina AVVERTENZEI pazienti che assumono ACE inibitori possono manifestare una varieta' di reazioni indesiderate, alcune delle quali gravi, probabilmente dovute all'influenza esercitata dagli inibitori dell'enzima di conversione dell'angiotensina sul metabolismo di eicosanoidi e polipeptidi, compresa la bradichinina endogena.Con l'impiego di ACE inibitori sono stati riportati casi di angioedema al viso, labbra, lingua, glottide e laringe. In tali casi la terapia deve essere immediatamente sospesa ed il paziente deve essere adeguatamente trattato e tenuto sotto stretto controllo fino a completa e certa risoluzione dei sintomi. L'angioedemaassociato con edema laringeo puo' essere fatale.Quando fossero coinvolte lingua, glottide o laringe, si deve subito istituire una idonea terapia e/o misure atte ad assicurare la pervieta' delle vie aeree.Si e'osservato che l'incidenza di angioedema in corso di terapia con ACE inibitori e' superiore nei pazienti neri di origine africana rispetto aquelli di altre razze.Pazienti in trattamento con ACE inibitori, sottoposti a terapia di desensibilizzazione con veleno di imenotteri hannomanifestato reazioni anafilattoidi potenzialmente fatali. Negli stessi pazienti, queste reazioni sono state evitate sospendendo temporaneamente gli ACE inibitori ma sono ricomparse dopo riesposizione involontaria.In pazienti trattati con ACE inibitori e dializzati con membrane ad alto flusso, sono state osservate reazioni anafilattoidi. Tali reazioni sono state riportate anche in pazienti sottoposti ad aferesi dellelipoproteine a bassa densita' mediante assorbimento con destrano solfato.In rari casi e' stata osservata ipotensione sintomatica, tipicamente in pazienti con deplezione salina o di volume, risultato di un trattamento prolungato con diuretici, dieta iposodica, dialisi, diarrea o vomito.In pazienti con insufficienza cardiaca congestizia grave, la terapia con ACE inibitori puo' causare eccessiva ipotensione che puo' accompagnarsi ad oliguria, e/o progressivo aumento della azotemia e, raramente, insufficienza renale acuta. I dati attualmente disponibili, ottenuti dalle sperimentazioni cliniche con benazepril, non sono sufficienti per dimostrare che esso provochi agranulocitosi in percentuali alte. E' opportuno quindi monitorare il conteggio dei globuli bianchi nei pazienti con collagenopatia vascolare, particolarmente se associata ad insufficienza renale.Sono stati raramente segnalati casi di epatiteprevalentemente di tipo colostatico e casi isolati di insufficienza epatica acuta, a volte fatale, il cui meccanismo non e' stato chiarito.Pazienti in trattamento con ACE inibitori che sviluppino ittero o un marcato aumento degli enzimi epatici, devono interromperela terapia.In pazienti sensibili possono verificarsi variazioni dellafunzionalita' renale. In pazienti con insufficienza cardiaca congestizia grave, in cui la funzionalita' renale puo' dipendere dall'attivita' del sistema renina-angiotensina-aldosterone, la terapia con ACE inibitori puo' essere associata ad oliguria, e/o progressiva azotemia e, raramente, a insufficienza renale acuta.La funzionalita' renale deve essere controllata durante le prime settimane di trattamento.In alcuni pazienti ipertesi, senza apparenti preesistenti disturbi vascolari renali, si sono osservati valori elevati di azotemia e creatininemia (generalmente lievi e transitori), in caso di trattamento con questo farmaco, particolarmente se associato ad un diuretico. Cio' si verifica piu'facilmente in pazienti con preesistenti disturbi renali.Puo' essere necessaria una riduzione del dosaggio e/o la sospensione della terapia con diuretici. Nei pazienti ipertesi e' quindi sempre opportuno valutare la funzionalita' renale.E' stata segnalata tosse non produttiva e persistente, dovuta presumibilmente all'inibizione della degradazione della bradichinina endogena. Questa tosse si risolve sempre con la sospensione della terapia.Prima di interventi chirurgici occorre informarel'anestesista che il paziente e' in trattamento con un ACE inibitore.Durante anestesia con agenti che causano ipotensione, gli ACE inibitori possono bloccare la formazione di angiotensina II secondaria al rilascio compensatorio di renina. L'eventuale ipotensione, dovuta al meccanismo suddetto, puo' essere corretta mediante espansione del volume circolante.Livelli sierici elevati di potassio si sono osservati in rare occasioni. Negli studi clinici effettuati in pazienti ipertesi non e' mai stato necessario sospendere la terapia con Zinadril a causa di una iperpotassiemia. I fattori di rischio per lo sviluppo di iperpotassiemia possono includere l'insufficienza renale, il diabete mellito e l'uso concomitante di farmaci contro l'ipopotassiemia. In uno studio condotto su pazienti con insufficienza renale cronica progressiva, alcuni di essi hanno interrotto il trattamento per iperpotassiemia. In talipazienti si deve controllare il livello di potassio sierico.Stenosi aortica o mitralica.Si consiglia particolare attenzione nei pazienti con stenosi aortica o mitralica.I pazienti affetti da rari problemi ereditari di intolleranza al galattosio, da deficit di Lapp lattasi, o da malassorbimento di glucosiogalattosio, non devono assumere questo medicinale.INTERAZIONIPazienti in trattamento con diuretici o con deplezione idrica possonooccasionalmente manifestare, all'inizio di un trattamento con ACE inibitori, un'eccessiva riduzione della pressione arteriosa. In tali pazienti, la possibilita' di tali effetti ipotensivi puo' essere minimizzata interrompendo per 2-3 giorni, prima di iniziare un trattamento con benazepril, la terapia con diuretici.Nei pazienti in trattamento con ACE inibitori non e' opportuno somministrare contemporaneamente diuretici risparmiatori di potassio (ad esempio spironolattone, triamterene, amiloride), integratori di potassio o sostituti del sale contenenti potassio in quanto cio' potrebbe causare un significativo aumento del potassio sierico. Comunque, nel caso tale associazione sia necessaria, e' consigliabile controllare frequentemente i livelli sierici di potassio.In pazienti in terapia con ACE inibitori e litio sono stati riportati aumento dei livelli sierici di litio e sintomi di tossicita' da litio. La somministrazione contemporanea dei due farmaci deve quindi essere effettuata con cautela ed e' necessario controllare frequentemente i livelli sierici di litio. Il rischio di tossicita' da litio puo' aumentare quando venga somministrato contemporaneamente un diuretico. E' stato dimostrato che l'effetto antipertensivo degli ACE inibitori puo'essere ridotto in caso di somministrazione contemporanea con indometacina. In uno studio clinico controllato, l'indometacina non ha influenzato l'effetto antipertensivo del medicinale. La somministrazione contemporanea di ACE inibitori e farmaci antidiabetici (ipoglicemizzanti orali od insulina) puo' causare un aumento dell'effetto ipoglicemizzante di questi ultimi, con maggiore rischio di ipoglicemia, soprattutto durante la prima settimana di trattamento ed in pazienti con funzionalita' renale compromessa.EFFETTI INDESIDERATIInterpretazione delle frequenze: molto raro(<0,01%); raro(>=0,01% a <0,1%); non comune(>=0,1% a <1%); comune(>=1% a <10%); molto comune(>=10%). Alterazioni del sistema cardiovascolare:Comuni: palpitazioni, sintomi ortostatici;Rari: ipotensione sintomatica, dolore toracico, angina pectoris, aritmie;Molto rari: infarto miocardico.Alterazioni dell'apparato gastrointestinale:Comuni: disturbi gastrointestinali aspecifici;Rari: diarrea, stipsi, nausea, vomito, dolore addominale;Molto rari: pancreatite.Alterazioni della cute:Comuni: rash, rossore, prurito, fotosensibilita';Rari: segnalazioni di pemfigo in pazienti in terapia conACE inibitori;Molto rari: sindrome di Stevens-Johnson.Alterazioni delsistema epatobiliare:Rari: epatite (prevalentemente colostatica), ittero colostatico.Alterazioni renali e delle vie urinarie:Comuni: urinazione frequente;Rari: aumento dell'azotemia e della creatinina sierica;Molto rari:compromissione della funzionalita' renale.Alterazioni dell'apparato respiratorio:Comuni: tosse, sintomi a carico del tratto respiratorio.Alterazioni del sistema nervoso centrale:Comuni: cefalea, capogiri, affaticamento;Rari: sonnolenza, insonnia, nervosismo, parestesie.Alterazioni del sangue:Molto rari: anemia emolitica, trombocitopenia.Alterazioni dell'apparato uditivo e vestibolare:Molto rari: tinnito e disgeusia.Alterazioni del sistema immunitario:Rari: angioedema, edema delle labbra e/o del viso.Alterazioni dell'apparato muscoloscheletrico:Rari: artralgia, artrite, mialgia.In meno dello 0,1% dei pazienti conipertensione arteriosa essenziale trattati con questo medicinale da solo si sono osservati lievi aumenti dell'azotemia (BUN) e della creatinina sierica, reversibili dopo sospensione della terapia. Tali lievi aumenti si possono verificare piu' facilmente nei pazienti che ricevonocontemporaneamente diuretici o in quelli con stenosi dell'arteria renale.Sono state riscontrate anche le seguenti reazioni avverse: rinite,sintomi influenzali, faringite, sinusite, ansieta', depressione, incoordinazione, diminuzione della libido,impotenza, sudorazione.GRAVIDANZA E ALLATTAMENTOE' controindicato.Gli ACE inibitori possono causare morbilita' e mortalita' fetale e neonatale se somministrati a donne gravide.Nella letteratura internazionale sono stati riportati parecchi casi.L'uso di ACE inibitori nel secondo e terzo trimestre di gravidanza e' stato associato a patologie fetali e neonatali, tra le quali ipotensione, ipoplasianeonatale del cranio, anuria, insufficienza renale reversibile o irreversibile e morte. E' stato anche riportato oligoidramnios, presumibilmente dovuto a compromissione della funzionalita' renale del feto; in questo caso l'oligoidramnios e' stato associato a contratture degli arti del feto, deformazioni cranio-facciali e sviluppo ipoplastico dei polmoni. Sono stati inoltre riportati prematurita', ritardo della crescita intrauterina e dotto arterioso pervio, sebbene non fosse chiaro sequesti effetti fossero dovuti ad esposizione agli ACE inibitori.L'usodi ACE inibitori nel primo trimestre e' stato associato ad un aumentopotenziale del rischio di difetti alla nascita.Quando sia accertata una gravidanza, la somministrazione di ACE inibitori deve essere sospesa appena possibile e lo sviluppo fetale deve essere controllato ad intervalli regolari.Le donne in eta' fertile devono essere informate sui potenziali rischi di questo medicinale devono essere somministrati solo dopo attento consulto e considerazione dei rischi e benefici a livello individuale.Il benazepril ed il benazeprilato vengono escreti nel latte materno, ma le massime concentrazioni riscontrate sono state sololo 0,3% di quelle rinvenute nel plasma. La frazione di benazeprilato che raggiunge la circolazione sistemica del lattante dovrebbe essere trascurabile. Comunque e' consigliabile che le madri che allattano non assumano il farmaco, sebbene siano molto improbabili effetti negativi nel lattante.
Effetti indesiderati
Interpretazione delle frequenze: molto raro(<0,01%); raro(>=0,01% a <0,1%); non comune(>=0,1% a <1%); comune(>=1% a <10%); molto comune(>=10%). Alterazioni del sistema cardiovascolare:Comuni: palpitazioni, sintomi ortostatici;Rari: ipotensione sintomatica, dolore toracico, angina pectoris, aritmie;Molto rari: infarto miocardico.Alterazioni dell'apparato gastrointestinale:Comuni: disturbi gastrointestinali aspecifici;Rari: diarrea, stipsi, nausea, vomito, dolore addominale;Molto rari: pancreatite.Alterazioni della cute:Comuni: rash, rossore, prurito, fotosensibilita';Rari: segnalazioni di pemfigo in pazienti in terapia conACE inibitori;Molto rari: sindrome di Stevens-Johnson.Alterazioni delsistema epatobiliare:Rari: epatite (prevalentemente colostatica), ittero colostatico.Alterazioni renali e delle vie urinarie:Comuni: urinazione frequente;Rari: aumento dell'azotemia e della creatinina sierica;Molto rari:compromissione della funzionalita' renale.Alterazioni dell'apparato respiratorio:Comuni: tosse, sintomi a carico del tratto respiratorio.Alterazioni del sistema nervoso centrale:Comuni: cefalea, capogiri, affaticamento;Rari: sonnolenza, insonnia, nervosismo, parestesie.Alterazioni del sangue:Molto rari: anemia emolitica, trombocitopenia.Alterazioni dell'apparato uditivo e vestibolare:Molto rari: tinnito e disgeusia.Alterazioni del sistema immunitario:Rari: angioedema, edema delle labbra e/o del viso.Alterazioni dell'apparato muscoloscheletrico:Rari: artralgia, artrite, mialgia.In meno dello 0,1% dei pazienti conipertensione arteriosa essenziale trattati con questo medicinale da solo si sono osservati lievi aumenti dell'azotemia (BUN) e della creatinina sierica, reversibili dopo sospensione della terapia. Tali lievi aumenti si possono verificare piu' facilmente nei pazienti che ricevonocontemporaneamente diuretici o in quelli con stenosi dell'arteria renale.Sono state riscontrate anche le seguenti reazioni avverse: rinite,sintomi influenzali, faringite, sinusite, ansieta', depressione, incoordinazione, diminuzione della libido,impotenza, sudorazione.
Indicazioni
Ipertensione arteriosa. Insufficienza cardiaca congestizia.E' indicato come terapia aggiuntiva in pazienti con ICC che non rispondano adeguatamente alla digitale e/o ai diuretici (classi NYHA II-IV).
Controindicazioni ed effetti secondari
Ipersensibilita' nota al benazepril o alle sostanze correlate o ad uno qualsiasi degli eccipienti del farmaco.Precedenti di edema angioneurotico associato ad un trattamento con ACE inibitori.Gravidanza e allattamento.
Avvertenze
I pazienti che assumono ACE inibitori possono manifestare una varieta' di reazioni indesiderate, alcune delle quali gravi, probabilmente dovute all'influenza esercitata dagli inibitori dell'enzima di conversione dell'angiotensina sul metabolismo di eicosanoidi e polipeptidi, compresa la bradichinina endogena.Con l'impiego di ACE inibitori sono stati riportati casi di angioedema al viso, labbra, lingua, glottide e laringe. In tali casi la terapia deve essere immediatamente sospesa ed il paziente deve essere adeguatamente trattato e tenuto sotto stretto controllo fino a completa e certa risoluzione dei sintomi. L'angioedemaassociato con edema laringeo puo' essere fatale.Quando fossero coinvolte lingua, glottide o laringe, si deve subito istituire una idonea terapia e/o misure atte ad assicurare la pervieta' delle vie aeree.Si e'osservato che l'incidenza di angioedema in corso di terapia con ACE inibitori e' superiore nei pazienti neri di origine africana rispetto aquelli di altre razze.Pazienti in trattamento con ACE inibitori, sottoposti a terapia di desensibilizzazione con veleno di imenotteri hannomanifestato reazioni anafilattoidi potenzialmente fatali. Negli stessi pazienti, queste reazioni sono state evitate sospendendo temporaneamente gli ACE inibitori ma sono ricomparse dopo riesposizione involontaria.In pazienti trattati con ACE inibitori e dializzati con membrane ad alto flusso, sono state osservate reazioni anafilattoidi. Tali reazioni sono state riportate anche in pazienti sottoposti ad aferesi dellelipoproteine a bassa densita' mediante assorbimento con destrano solfato.In rari casi e' stata osservata ipotensione sintomatica, tipicamente in pazienti con deplezione salina o di volume, risultato di un trattamento prolungato con diuretici, dieta iposodica, dialisi, diarrea o vomito.In pazienti con insufficienza cardiaca congestizia grave, la terapia con ACE inibitori puo' causare eccessiva ipotensione che puo' accompagnarsi ad oliguria, e/o progressivo aumento della azotemia e, raramente, insufficienza renale acuta. I dati attualmente disponibili, ottenuti dalle sperimentazioni cliniche con benazepril, non sono sufficienti per dimostrare che esso provochi agranulocitosi in percentuali alte. E' opportuno quindi monitorare il conteggio dei globuli bianchi nei pazienti con collagenopatia vascolare, particolarmente se associata ad insufficienza renale.Sono stati raramente segnalati casi di epatiteprevalentemente di tipo colostatico e casi isolati di insufficienza epatica acuta, a volte fatale, il cui meccanismo non e' stato chiarito.Pazienti in trattamento con ACE inibitori che sviluppino ittero o un marcato aumento degli enzimi epatici, devono interromperela terapia.In pazienti sensibili possono verificarsi variazioni dellafunzionalita' renale. In pazienti con insufficienza cardiaca congestizia grave, in cui la funzionalita' renale puo' dipendere dall'attivita' del sistema renina-angiotensina-aldosterone, la terapia con ACE inibitori puo' essere associata ad oliguria, e/o progressiva azotemia e, raramente, a insufficienza renale acuta.La funzionalita' renale deve essere controllata durante le prime settimane di trattamento.In alcuni pazienti ipertesi, senza apparenti preesistenti disturbi vascolari renali, si sono osservati valori elevati di azotemia e creatininemia (generalmente lievi e transitori), in caso di trattamento con questo farmaco, particolarmente se associato ad un diuretico. Cio' si verifica piu'facilmente in pazienti con preesistenti disturbi renali.Puo' essere necessaria una riduzione del dosaggio e/o la sospensione della terapia con diuretici. Nei pazienti ipertesi e' quindi sempre opportuno valutare la funzionalita' renale.E' stata segnalata tosse non produttiva e persistente, dovuta presumibilmente all'inibizione della degradazione della bradichinina endogena. Questa tosse si risolve sempre con la sospensione della terapia.Prima di interventi chirurgici occorre informarel'anestesista che il paziente e' in trattamento con un ACE inibitore.Durante anestesia con agenti che causano ipotensione, gli ACE inibitori possono bloccare la formazione di angiotensina II secondaria al rilascio compensatorio di renina. L'eventuale ipotensione, dovuta al meccanismo suddetto, puo' essere corretta mediante espansione del volume circolante.Livelli sierici elevati di potassio si sono osservati in rare occasioni. Negli studi clinici effettuati in pazienti ipertesi non e' mai stato necessario sospendere la terapia con Zinadril a causa di una iperpotassiemia. I fattori di rischio per lo sviluppo di iperpotassiemia possono includere l'insufficienza renale, il diabete mellito e l'uso concomitante di farmaci contro l'ipopotassiemia. In uno studio condotto su pazienti con insufficienza renale cronica progressiva, alcuni di essi hanno interrotto il trattamento per iperpotassiemia. In talipazienti si deve controllare il livello di potassio sierico.Stenosi aortica o mitralica.Si consiglia particolare attenzione nei pazienti con stenosi aortica o mitralica.I pazienti affetti da rari problemi ereditari di intolleranza al galattosio, da deficit di Lapp lattasi, o da malassorbimento di glucosiogalattosio, non devono assumere questo medicinale.
Gravidanza e Allattamento
E' controindicato.Gli ACE inibitori possono causare morbilita' e mortalita' fetale e neonatale se somministrati a donne gravide.Nella letteratura internazionale sono stati riportati parecchi casi.L'uso di ACE inibitori nel secondo e terzo trimestre di gravidanza e' stato associato a patologie fetali e neonatali, tra le quali ipotensione, ipoplasianeonatale del cranio, anuria, insufficienza renale reversibile o irreversibile e morte. E' stato anche riportato oligoidramnios, presumibilmente dovuto a compromissione della funzionalita' renale del feto; in questo caso l'oligoidramnios e' stato associato a contratture degli arti del feto, deformazioni cranio-facciali e sviluppo ipoplastico dei polmoni. Sono stati inoltre riportati prematurita', ritardo della crescita intrauterina e dotto arterioso pervio, sebbene non fosse chiaro sequesti effetti fossero dovuti ad esposizione agli ACE inibitori.L'usodi ACE inibitori nel primo trimestre e' stato associato ad un aumentopotenziale del rischio di difetti alla nascita.Quando sia accertata una gravidanza, la somministrazione di ACE inibitori deve essere sospesa appena possibile e lo sviluppo fetale deve essere controllato ad intervalli regolari.Le donne in eta' fertile devono essere informate sui potenziali rischi di questo medicinale devono essere somministrati solo dopo attento consulto e considerazione dei rischi e benefici a livello individuale.Il benazepril ed il benazeprilato vengono escreti nel latte materno, ma le massime concentrazioni riscontrate sono state sololo 0,3% di quelle rinvenute nel plasma. La frazione di benazeprilato che raggiunge la circolazione sistemica del lattante dovrebbe essere trascurabile. Comunque e' consigliabile che le madri che allattano non assumano il farmaco, sebbene siano molto improbabili effetti negativi nel lattante.
Interazioni con altri prodotti
Pazienti in trattamento con diuretici o con deplezione idrica possonooccasionalmente manifestare, all'inizio di un trattamento con ACE inibitori, un'eccessiva riduzione della pressione arteriosa. In tali pazienti, la possibilita' di tali effetti ipotensivi puo' essere minimizzata interrompendo per 2-3 giorni, prima di iniziare un trattamento con benazepril, la terapia con diuretici.Nei pazienti in trattamento con ACE inibitori non e' opportuno somministrare contemporaneamente diuretici risparmiatori di potassio (ad esempio spironolattone, triamterene, amiloride), integratori di potassio o sostituti del sale contenenti potassio in quanto cio' potrebbe causare un significativo aumento del potassio sierico. Comunque, nel caso tale associazione sia necessaria, e' consigliabile controllare frequentemente i livelli sierici di potassio.In pazienti in terapia con ACE inibitori e litio sono stati riportati aumento dei livelli sierici di litio e sintomi di tossicita' da litio. La somministrazione contemporanea dei due farmaci deve quindi essere effettuata con cautela ed e' necessario controllare frequentemente i livelli sierici di litio. Il rischio di tossicita' da litio puo' aumentare quando venga somministrato contemporaneamente un diuretico. E' stato dimostrato che l'effetto antipertensivo degli ACE inibitori puo'essere ridotto in caso di somministrazione contemporanea con indometacina. In uno studio clinico controllato, l'indometacina non ha influenzato l'effetto antipertensivo del medicinale. La somministrazione contemporanea di ACE inibitori e farmaci antidiabetici (ipoglicemizzanti orali od insulina) puo' causare un aumento dell'effetto ipoglicemizzante di questi ultimi, con maggiore rischio di ipoglicemia, soprattutto durante la prima settimana di trattamento ed in pazienti con funzionalita' renale compromessa.
Equivalenti in base alle liste di trasparenza
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