zinadiur*14cpr riv 20mg+25mg benazepril e errekappa euroterapici spa
Che cosa è zinadiur 14cpr riv 20mg+25mg?
Zinadiur compresse rivestite divisibili prodotto da
errekappa euroterapici spa
è un farmaco etico della categoria
specialita' medicinali con prescrizione medica
che appartiene alla fascia C che comprende quei farmaci che, non essendo considerati essenziali, sono completamente a carico del cittadino ma richiedono comunque prescrizione .
Zinadiur risulta
non in commercio nelle farmacie italiane
E' utilizzato per la cura di ace inibitori, associazioni.
Contiene i principi attivi:
benazepril cloridrato/idroclorotiazide
Composizione Qualitativa e Quantitativa: benazepril cloridrato; idroclorotiazide.
Codice AIC: 028193035
Codice EAN: 0
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Posologia
Terapia di prima scelta: la dose iniziale consigliata per pazienti con ipertensione lieve o moderata e' di 5 mg + 6,25 mg una volta al giorno. Se la pressione arteriosa non e' controllata con questo dosaggio, si puo' aumentare la dose fino a 20 mg + 25 mg una volta al giorno, adintervalli di 3/4 settimane. In pazienti con ipertensione grave o difficile da controllare va valutata l'opportunita' di somministrare 20 mg + 25 mg 2 volte al giorno. Se la riduzione della pressione arteriosae' comunque inadeguata, si puo' somministrare un ulteriore farmaco antipertensivo, ma non e' opportuno associare un altro diuretico. Terapia di seconda scelta: i pazienti che non rispondono adeguatamente alla monoterapia con ACE inibitori o con idroclorotiazide o un altro diuretico tiazidico, possono ottenere una significativa riduzione pressoria con il farmaco. A pazienti in terapia con 10 (o 20) mg di benazepril una volta al giorno possono essere somministrati 10 mg +12,5 mg (o 20 mg + 25 mg) una volta al giorno. I pazienti in terapia con 25 o 50 mg di idroclorotiazide, una volta al giorno, dovrebbero iniziare la terapia con 10 mg + 12,5 mg, aggiustando successivamente il dosaggio in casodi necessita'. In tali pazienti la terapia col diuretico dovrebbe essere sospesa almeno 3 giorni prima dell'inizio del trattamento con il medicinale. I pazienti in cui la pressione arteriosa sia adeguatamente controllata con la somministrazione di 25 mg di idroclorotiazide al giorno, ma che manifestino una significativa perdita di potassio, possono ottenere un controllo pressorio simile, ma senza interferenze sul bilancio elettrolitico, assumendo 5 mg + 6,25 mg. Cio' nonostante e' bene tenere sotto controllo i livelli di potassio. Terapia di sostituzione: il medicinale puo' sostituire una terapia attuata mediante combinazione libera di benazepril e idroclorotiazide. Nel caso che con la combinazione libera si sia gia' ottenuta una adeguata diminuzione pressoria, al paziente potra' essere somministrata una dose di medicinale contenente la stessa quantita' di benazepril assunta in precedenza. Insufficienza renale e pazienti anziani: nel corso degli studi clinici non sono state osservate differenze di efficacia o sicurezza tra pazienti anziani o giovani trattati con il prodotto. A pazienti con una clearance della creatinina > 30 ml/min. (creatinina sierica < di 3 mg/dl o 265mcmol/l circa) possono essere somministrate le usuali dosi di farmaco, aggiustando il dosaggio a seconda della risposta clinica. Nei pazienti anziani e/o in quelli con insufficienza renale lieve (clearance della creatinina = 30-60 ml/min.) il dosaggio deve essere determinato attentamente. In pazienti con grave insufficienza renale (clearance dellacreatinina <= 30 ml/min), quando sia necessaria una terapia con diuretici, e' preferibile l'impiego di un diuretico dell'ansa, piuttosto che tiazidico, in associazione con benazepril. In pazienti con grave insufficienza renale non e' quindi raccomandato l'uso del prodotto. Bambini: non sono state determinate la tollerabilita' e l'efficacia del farmaco nei bambini.
Effetti indesiderati
Interpretazione delle frequenze: molto raro (< 0,01%); raro (da >= 0,01% a < 0,1%); non comune (da >= 0,1% a < 1%); comune (da >= 1% a < 10%); molto comune (>= 10%). Con il medicinale si verificano gli stessi effetti collaterali riscontrati con l'uso di benazepril o idroclorotiazide. Tali effetti, generalmente lievi e transitori, sono i seguenti. Alterazioni del sistema cardiovascolare. Comuni: palpitazioni, sintomiortostatici; rari: ipotensione sintomatica, dolore toracico. Alterazioni dell'apparato gastrointestinale. Comuni: disturbi gastrointestinali aspecifici; rari: diarrea, stipsi, nausea, vomito, dolore addominale. Alterazioni della cute. Comuni: rash, rossore, prurito, fotosensibilita'. Alterazioni renali e delle vie urinarie. Comuni: urinazione frequente; rari: ipopotassiemia, aumento dell'azotemia e della creatinina sierica (reversibili con la sospensione della terapia). Queste variazioni possono verificarsi con maggiore probabilita' in pazienti con stenosi dell'arteria renale; molto rari: iposodiemia. Alterazioni del metabolismo e della nutrizione. Rari: aumento dell'uricemia. Alterazioni dell'apparato respiratorio. Comuni: tosse, sintomi a carico del tratto respiratorio. Alterazioni del sistema nervoso centrale. Comuni: cefalea, capogiri, affaticamento; rari: sonnolenza, insonnia, nervosismo, vertigini, ansia, parestesie. Alterazioni dell'apparato uditivo e vestibolare. Molto rari: tinnito e disgeusia. Alterazioni del sistema immunitario. Rari: angioedema, edema delle labbra e/o del viso. Alterazioni dell'apparato muscoloscheletrico. Rari: artralgia, artrite, mialgia, dolori muscolo- scheletrici. Alterazioni dei parametri di laboratorio: in pazienti in terapia con 20 mg + 25 mg di medicinale o con dosi superiori sono stati osservati lievi aumenti dell'azotemia (BUN) e della creatinina sierica, reversibili con la sospensione del trattamento. In alcuni studi clinici e' stata notata una leggera riduzione del potassio sierico medio e solo nello 0,2% dei pazienti trattati con il farmacosi e' verificata ipopotassiemia (piu' di 0,5 mmol/l sotto i valori normali). In pazienti in terapia con il medicinale sono stati anche segnalati iposodiemia, elevata uricemia e diminuzione di emoglobina. Benazepril: maggiori dati di farmacovigilanza sono disponibili sull'uso di benazepril in monoterapia e/o di altri ACE inibitori; sono stati pertanto riportati anche i seguenti effetti indesiderati; rari: angina pectoris, aritmie, epatite (prevalentemente colostatica), ittero colostatico. Ci sono state rare segnalazioni di pemfigo in pazienti in terapia con ACE inibitori. Molto rari: infarto miocardico, pancreatite, peggioramento della funzionalita' renale, trombocitopenia. Sindrome di Stevens-Johnson; anemia emolitica. Frequenza non nota: angioedema del piccolo intestino, reazioni anafilattoidi, iperkaliemia, agranulocitosi, neutropenia. Idroclorotiazide: l'idroclorotiazide e' stata largamente impiegata per parecchi anni, a volte a dosi superiori a quelle contenutenel medicinale. In pazienti trattati con diuretici tiazidici in monoterapia, compresa l'idroclorotiazide, sono stati riportati i seguenti effetti indesiderati: disturbi metabolici e degli elettroliti. Varie. Comuni: orticaria e altre forme di rash, perdita dell'appetito, lieve nausea e vomito, ipotensione posturale, che puo' essere peggiorata dall'assunzione contemporanea di alcol, anestetici o sedativi, e impotenza; rari: fotosensibilizzazione, disturbi addominali, stipsi, diarrea, disturbi gastrointestinali, colostasi intraepatica o ittero, aritmie cardiache, cefalea, capogiri o sensazione di testa vuota, disturbi del sonno, depressione, parestesie, disturbi visivi, specialmente nelle prime settimane di terapia, trombocitopenia, a volte con porpora; molto rari: angioite necrotizzante e necrolisi epidermica tossica, reazioni cutanee lupus eritematoso-simili, riattivazione di un lupus eritematosocutaneo, pancreatite, leucopenia, agranulocitosi, depressione del midollo osseo, anemia emolitica, reazioni di ipersensibilita', ambascia respiratoria, comprese polmonite ed edema polmonare.
Indicazioni
Trattamento dell'ipertensione arteriosa.
Controindicazioni ed effetti secondari
Ipersensibilita' nota al benazepril, all'idroclorotiazide o ad uno qualsiasi degli eccipienti; ipersensibilita' nota a ogni altro ACE inibitore o ad altri derivati della sulfonamide; precedenti di edema angioneurotico associato a terapia con ACE inibitori; anuria, grave insufficienza renale (clearance della creatinina < 30 ml/min) ed insufficienzaepatica; ipopotassiemia refrattaria, iposodiemia, iperuricemia sintomatica; secondo e terzo trimestre di gravidanza.
Composizione ed Eccipienti
Olio di ricino idrogenato; lattosio monoidrato; crospovidone; ipromellosa; macrogol 8000; talco; titanio diossido. Solo il farmaco da 10 mg+ 12,5 mg e 20 mg + 25 mg: ferro ossido rosso.
Avvertenze
I pazienti in terapia con il benazepril, possono manifestare una varieta' di reazioni indesiderate, alcune delle quali gravi, probabilmentedovute all'influenza esercitata dagli ACE inibitori sul metabolismo di eicosanoidi e polipeptidi, compresa la bradichinina endogena. Sono stati riportati casi di angioedema al volto, labbra, lingua, glottide elaringe. In tali casi, sospendere il trattamento, e istituire un'adeguata terapia e controllare il paziente fino alla risoluzione dei sintomi. Nei casi in cui l'edema sia limitato al viso e alle labbra, la condizione si risolve generalmente senza una particolare terapia o con l'impiego di antistaminici. L'angioedema associato ad edema laringeo puo' essere fatale. Quando siano coinvolte lingua, glottide, o laringe, si deve subito istituire un'idonea terapia e/o attuare misure atte ad assicurare la pervieta' delle vie aeree. Due pazienti in trattamento con ACE inibitori, sottoposti a terapia di desensibilizzazione con veleno di imenotteri, hanno manifestato reazioni anafilattoidi potenzialmente fatali; occorre sospendere temporaneamente gli ACE inibitori. Sono state osservate reazioni anafilattoidi; in pazienti sottoposti ad aferesi delle lipoproteine a bassa densita' mediante assorbimento con destrano solfato. In rari casi e' stata osservata ipotensione sintomatica,risultato di un trattamento prolungato con diuretici, dieta iposodica, dialisi, diarrea o vomito. Correggere il volume e/o la deplezione salina prima di iniziare la terapia. Usare il farmaco con cautela nei pazienti che assumano contemporaneamente altri antipertensivi. La componente tiazidica del medicinale puo' potenziare l'effetto degli altri farmaci antipertensivi. In caso di ipotensione e' opportuno porre il paziente in posizione supina e, se necessario, somministrare per infusione endovenosa una normale soluzione salina. Il trattamento puo' essere continuato quando la pressione arteriosa ed il volume siano ritornati a valori normali. In pazienti con insufficienza cardiaca congestizia grave la terapia con ACE inibitori puo' causare eccessiva ipotensione che puo' accompagnarsi ad oliguria e/o progressivo aumento dell'azotemia e, raramente, insufficienza renale acuta; iniziare la terapia sotto sorveglianza medica e seguire i pazienti nelle prime 2 settimane di trattamento e quando venga aumentata la dose di farmaco. Usare cautela in pazienti con malattie renali. In tali pazienti i tiazidici possono accelerare l'aumento dell'azotemia e gli effetti di dosi ripetute possono essere cumulativi. In pazienti predisposti possono verificarsi variazioni della funzionalita' renale quando il sistema renina-angiotensina venga inibito dal benazepril. In pazienti con insufficienza cardiacacongestizia grave, in cui la funzionalita' renale puo' dipendere dall'attivita' del sistema renina-angiotensina, la terapia con il benazepril puo' essere associata ad oliguria, e/o progressivo aumento dell'azotemia e, raramente, a insufficienza renale acuta. Controllare la funzionalita' renale durante le prime settimane di trattamento. In alcuni pazienti ipertesi, senza apparenti preesistenti disturbi vascolari renali, si sono osservati valori elevati di azotemia e creatininemia (lievi e transitori), in caso di trattamento con benazepril, particolarmente se associato ad un diuretico. In questi casi puo' essere necessaria una riduzione del dosaggio. Nei pazienti ipertesi e' quindi sempre opportuno valutare la funzionalita' renale. Un altro ACE inibitore (captopril) ha determinato agranulocitosi e depressione midollare. E' opportuno quindi monitorare il conteggio dei globuli bianchi nei pazienti con collagenopatia vascolare, particolarmente se associata ad insufficienza renale. Sono stati raramente segnalati casi di epatite prevalentemente di tipo colostatico e casi isolati di insufficienza epatica acuta, a volte fatale, il cui meccanismo non e' stato chiarito. Interrompere la terapia in pazienti in trattamento con ACE inibitori che sviluppino ittero o un marcato aumento degli enzimi epatici. Usare cautela neipazienti con ridotta funzionalita' epatica o malattie epatiche in progressione, in quanto piccole alterazioni del bilancio idroelettrolitico possono precipitare un coma epatico. E' stato segnalato che i diuretici tiazidici possono esacerbare o attivare un lupus eritematoso sistemico. In corso di trattamento con ACE inibitori, in rari casi si sono osservati livelli sierici elevati di potassio. Il trattamento con diuretici tiazidici e' stato associato con ipopotassiemia, iposodiemia e alcalosi ipocloremica. L'ipopotassiemia puo' anche sensibilizzare o esagerare la risposta cardiaca agli effetti tossici della digitale. Il rischio di ipopotassiemia e' maggiore in pazienti affetti da cirrosi epatica, in quelli con diuresi rapida o nei quali l'assunzione orale di elettroliti e' inadeguata e in quelli contemporaneamente trattati con corticosteroidi o ACTH. Effettuare periodiche determinazioni degli elettroliti sierici all'inizio e successivamente a regolari intervalli perevidenziare eventuali squilibri elettrolitici. Evitare il farmaco in pazienti che seguono una terapia con sali di potassio o diuretici risparmiatori di potassio, a meno che cio' non sia considerato necessario.L'escrezione del calcio e' diminuita dai tiazidici. In alcuni pazienti sottoposti a terapia prolungata con tiazidici, sono state riportate variazioni patologiche delle paratiroidi con ipercalcemia e ipofosfatemia. Se si verifica ipercalcemia sono necessari ulteriori accertamentidiagnostici. Non sono state osservate le complicazioni frequenti dell'iperparatiroidismo, quali litiasi renale, riassorbimento osseo e ulcere peptiche. I tiazidici aumentano l'escrezione urinaria del magnesio e possono percio' provocare ipomagnesiemia. I diuretici tiazidici, ad alte dosi, possono ridurre la tolleranza al glucosio ed aumentare i livelli sierici di colesterolo, trigliceridi e acido urico. E' stata segnalata tosse (sospendere la terapia). Prima di un intervento chirurgico occorre informare l'anestesista che il paziente e' in trattamento con un ACE inibitore. In caso di anestesia con sostanze che inducono ipotensione arteriosa, gli ACE inibitori possono bloccare la formazione di angiotensina II, secondaria al rilascio compensatorio di renina. Correggere l'eventuale ipotensione dovuta al meccanismo suddetto con espansione del volume circolante. In pazienti con stenosi aortica o mitralica e' necessaria particolare cautela. Non inizare la terapia con ACE inibitori durante la gravidanza. Per le pazienti che stanno pianificando una gravidanza ricorrere a trattamenti antipertensivi alternativi, con comprovato profilo di sicurezza per l'uso in gravidanza, a meno che non sia considerato essenziale il proseguimento della terapia con unACE inibitore. Quando viene diagnosticata una gravidanza, interrompere il trattamento. Il farmaco contiene lattosio.
Gravidanza e Allattamento
L'uso di ACE inibitori non e' raccomandato durante il primo trimestredi gravidanza. L'uso di ACE inibitori e' controindicato durante il secondo ed il terzo trimestre di gravidanza. L'evidenza epidemiologica sul rischio di teratogenicita' a seguito dell'esposizione ad ACE inibitori durante il primo trimestre di gravidanza non ha dato risultati conclusivi; tuttavia non puo' essere escluso un piccolo aumento del rischio. Per le pazienti che stanno pianificando una gravidanza si deve ricorrere a trattamenti antipertensivi alternativi, con comprovato profilo di sicurezza per l'uso in gravidanza, a meno che non sia consideratoessenziale il proseguimento della terapia con un ACE inibitore. Quando viene diagnosticata una gravidanza, il trattamento con ACE inibitorideve essere immediatamente interrotto e, se appropriato, si deve iniziare una terapia alternativa. E' noto che nella donna l'esposizione adACE inibitori durante il secondo ed il terzo trimestre induce tossicita' fetale (ridotta funzionalita' renale, oligoidramnios, ritardo nell'ossificazione del cranio) e tossicita' neonatale (insufficienza renale, ipotensione, iperkaliemia). Se dovesse verificarsi un'esposizione ad un ACE inibitore dal secondo trimestre di gravidanza, si raccomanda un controllo ecografico della funzionalita' renale e del cranio. I neonati le cui madri abbiano assunto ACE inibitori devono essere attentamente seguiti per quanto riguarda l'ipotensione. Idroclorotiazide: c'e'limitata esperienza con idroclorotiazide durante la gravidanza, specialmente durante il primo trimestre. Gli studi sugli animali sono insufficienti. Idroclorotiazide attraversa la placenta. In base al suo meccanismo d'azione l'uso di idroclorotiazide durante il secondo e terzo trimestre di gravidanza puo' compromettere la perfusione feto placentare e puo' causare effetti fetali e neonatali come ittero, alterazioni del bilancio elettrolitico e trombocitopenia. Idroclorotiazide non deveessere usata per il trattamento dell'edema gestazionale, l'ipertensione gestazionale o la preeclampsia a causa del rischio di riduzione delvolume plasmatico e di ipoperfusione placentare senza un effetto benefico sul decorso della malattia. Idroclorotiazide non deve essere usata per il trattamento dell'ipertensione in donne in gravidanza eccetto che in rare situazioni dove nessun altro trattamento potrebbe essere usato. Benazepril: limitati dati di farmacocinetica dimostrano concentrazioni molto basse nel latte materno. Sebbene queste concentrazioni sembrano essere clinicamente irrilevanti, l'uso del farmaco in allattamento non e' raccomandato per i neonati pretermine e nelle prime settimane dopo il parto, a causa del rischio ipotetico di effetti cardiovascolari e renali e perche' non c'e' abbastanza esperienza clinica. Nei neonati piu' grandi, se ritenuto necessario per la madre, il farmaco puo' essere assunto durante l'allattamento, ma in questo caso il neonato deve essere seguito per la possibile comparsa di effetti avversi. Idroclorotiazide viene escreta nel latte materno in piccole quantita'. I diuretici tiazidici ad alte dosi provocano intensa diuresi che puo' inibire la produzione di latte. L'uso del medicinale durante l'allattamento al seno non e' raccomandato. Se il prodotto viene assunto durante l'allattamento, le dosi devono essere mantenute ai livelli piu' bassi possibili.
Interazioni con altri prodotti
Non e' raccomandata l'associazione con diuretici risparmiatori di potassio (quali spironolattone, triamterene, amiloride), integratori di potassio o sostituti del sale contenenti potassio, in quanto cio' puo' aumentare il rischio di iperpotassiemia. Nel caso in cui fosse opportuno l'uso contemporaneo con questi farmaci e' necessario effettuare controlli frequenti della potassiemia. In pazienti in terapia con ACE inibitori (incluso benazepril) e litio sono stati riportati aumento dei livelli sierici di litio e sintomi di tossicita' da litio. Poiche' la clearance renale del litio e' ridotta dai tiazidici e' presumibile che il rischio di tossicita' da litio aumenti ulteriormente quando un diuretico tiazidico venga somministrato contemporaneamente ad un ACE inibitore, come si verifica nella terapia con il farmaco. E' opportuno quindi usare cautela nella somministrazione contemporanea dei due farmaci ed e' necessaria una frequente verifica dei livelli sierici di litio. In rari casi l'assunzione concomitante di un ACE inibitore (incluso benazepril) ed insulina o antidiabetici orali puo' causare ipoglicemia. Tali pazienti comunque vanno informati riguardo a possibili reazioni ipoglicemiche e dovrebbero effettuare controlli. I tiazidici (incluso l'idroclorotiazide) potenziano l'effetto dei derivati del curaro e degli ipotensivi (per esempio guanetidina, metildopa, betabloccanti, vasodilatatori, calcio antagonisti, ACE inibitori). L'effetto ipopotassiemico dei diuretici (incluso l'idroclorotiazide) puo' essere aumentato dacorticosteroidi, ACTH, amfotericina e carbenoxolone. L'ipopotassiemiao l'ipomagnesiemia, che possono verificarsi come effetti collaterali dei tiazidici, favoriscono l'insorgenza di aritmie cardiache indotte da digitale. I tiazidici (incluso l'idroclorotiazide) possono alterare la tolleranza al glucosio. Puo' essere necessario riadattare il dosaggio dell'insulina e degli antidiabetici orali. La somministrazione contemporanea di farmaci antinfiammatori non steroidei puo' diminuire l'effetto diuretico, natriuretico ed antipertensivo dei tiazidici. In alcuni pazienti l'effetto antipertensivo degli ACE inibitori puo' essere ridotto in caso di somministrazione contemporanea con indometacina. In uno studio clinico controllato l'indometacina non ha influenzato l'effetto antipertensivo del benazepril. In presenza di resine a scambio anionico, l'assorbimento dell'idroclorotiazide e' ridotto. Dosi singole di colestiramina o colestipolo legano l'idroclorotiazide e riducono ilsuo assorbimento dal tratto gastrointestinale fino all'85% e al 43% rispettivamente. La somministrazione contemporanea di diuretici tiazidici puo' aumentare l'incidenza di reazioni di ipersensibilita' all'allopurinolo e puo' ridurre l'escrezione renale di farmaci citotossici (per es. ciclofosfamide, metotrexate) e potenziarne gli effetti mielosoppressori. La somministrazione contemporanea di diuretici tiazidici (compreso benazepril) puo' aumentare il rischio di effetti collaterali provocati dall'amantidina e puo' aumentare l'effetto iperglicemico del diazossido. La biodisponibilita' dei diuretici di tipo tiazidico puo' essere aumentata da agenti anticolinergici (per es. atropina, biperidene), probabilmente a causa della ridotta motilita' gastrointestinale e velocita' di svuotamento dello stomaco. La somministrazione contemporanea di diuretici tiazidici e di vitamina D o di sali di calcio puo' potenziare l'aumento del calcio sierico. La somministrazione contemporanea con ciclosporina puo' aumentare il rischio di iperuricemia e complicazioni di tipo gottoso. In letteratura sono stati segnalati casi di anemia emolitica in corso di terapia associata con idroclorotiazide e metildopa. L'assunzione concomitante di carbamazepina e idroclorotiazidepuo' causare iponatremia. Tali pazienti comunque vanno informati riguardo a possibili reazioni iponatremiche e dovrebbero effettuare controlli. Co- somministrazione con FANS: quando ACE inibitori sono somministrati simultaneamente con farmaci anti-infiammatori non steroidei (peres. inibitori selettivi della Cox 2, acido acetil salicilico a partire da 325 mg/die e FANS non selettivi), si puo' verificare un'attenuazione dell'effetto anti-ipertensivo. L'uso concomitante di ACE inibitorie FANS puo' portare ad un aumentato rischio di peggioramento della funzione renale che comprende possibile insufficienza renale acuta ed aumento dei livelli del potassio sierico specialmente in pazienti con pre- esistente compromessa funzione renale. La combinazione deve essere somministrata con cautela specialmente negli anziani. I pazienti devono essere adeguatamente idratati e deve essere preso in considerazione il monitoraggio della funzione renale all'inizio della terapia concomitante.
Forme Farmacologiche
Conservazione del prodotto
Non conservare a temperatura superiore a 25 gradi C.