zariviz*infus 1fl 2g cefotaxima sanofi spa
Che cosa è zariviz infus 1fl 2g?
Zariviz soluzione iniett polv solv prodotto da
sanofi spa
è un farmaco solo uso ospedaliero della categoria
specialita' medicinali con prescrizione medica
che appartiene alla fascia H che comprende i farmaci di esclusivo uso ospedaliero, non vendibili ai cittadini presso le farmacie aperte al pubblico, ma utilizzabili o distribuibili solo nell'ambito delle strutture sanitarie pubbliche .
Zariviz risulta
non in commercio nelle farmacie italiane
E' utilizzato per la cura di antiinfettivo, cefalosporina.
Contiene i principi attivi:
cefotaxima sodica
Codice AIC: 024259057
Codice EAN: 0
Informazioni e Indicazioni, a cosa serve?
Di uso elettivo e specifico in infezioni batteriche gravi di accertata o presunta origine da germi Gram-negativi "difficili" o da flora mista con presenza di Gram-negativi resistenti ai piu' comuni antibiotici. In dette infezioni il prodotto trova indicazione, in particolare: nei pazienti defedati e/o immunodepressi. Profilassi delle infezioni chirurgiche.
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Posologia
La dose e la via di somministrazione vanno scelte a seconda del tipo di infezione, della sua gravita', del grado di sensibilita' dell'agente patogeno, delle condizioni e del peso corporeo del paziente.La durata del trattamento varia a seconda della risposta terapeutica; dovrebbecomunque essere continuata almeno fino a 3 giorni dopo lo sfebbramento. Adulti: 2 g al giorno (1 g ogni 12 ore) da somministrare per via intramuscolare o endovenosa; se necessario, puo' essere aumentata a 3-4 g e nei casi molto gravi fino a 12 g per via endovenosa, riducendo opportunamente l'intervallo tra le somministrazioni a 8-6 ore. Per quantoriguarda la somministrazione per via endovenosa delle dosi piu' basse, si ricorre all'iniezione diretta da eseguire in 3-5 minuti. Alle dosi piu' elevate puo' essere somministrato per infusione endovenosa breve (20 minuti) dopo aver sciolto 2 g in 40 ml di acqua per preparazioniiniettabili, soluzione fisiologica isotonica o soluzione glucosata, oppure per infusione endovenosa continua (50-60 minuti) dopo aver sciolto 2 g in 100 ml di solvente, plasma expanders. Si raccomanda di non miscelare il farmaco con soluzioni di sodio bicarbonato. Allorche' si ricorra alla via endovenosa, e' comunque consigliabile iniziare la terapia somministrandolo direttamente in vena. Pazienti particolarmente sensibili possono lamentare dolore dopo iniezione intramuscolare; per illoro trattamento si consiglia l'impiego, fino a 2 volte il giorno, diun solvente contenente lidocaina cloridrato soluzione 1% (fatta eccezione per i soggetti ipersensibili alla lidocaina). Questa soluzione vaimpiegata solo per via intramuscolare e quindi si deve assolutamente evitare la somministrazione endovasale. Bambini: al di sotto dei 12 anni si possono somministrare 50-100 mg/kg, da suddividere in 2-4 somministrazioni giornaliere. In alcuni casi estremamente gravi ed in pericolo di vita sono state raggiunte anche dosi di 200 mg/kg/die senza segni di intolleranza. Nel prematuro la posologia non dovrebbe superare i 50 mg/kg/die dato che la funzionalita' renale non e' ancora pienamentesviluppata. Il solvente contenente lidocaina cloridrato non va impiegato nei bambini al di sotto dei 12 anni, nei quali la somministrazioneintramuscolare va effettuata con la soluzione in sola acqua per preparazioni iniettabili. Nel caso dei flaconi con il set di trasferimento in plastica non e' necessaria alcuna siringa in quanto l'ago di trasferimento e' incorporato nel set omonimo. Preparazione della soluzione: dopo aver rimosso il cappuccio di sicurezza, il flacone viene connessodirettamente alla sacca in plastica per l'infusione (la parte superiore del set di trasferimento si adatta esattamente all'imboccatura d'immissione della sacca per infusione). Premendo il flacone contro l'imboccatura, si porta l'ago a perforare il tappo di gomma e, premendo sulla sacca per infusione, parte del solvente ivi contenuto sara' trasferito nel flacone. La ricostituzione del liofilizzato ha luogo agitando il flacone. Infine, la soluzione ricostituita viene ritrasferita nella sacca per infusione capovolgendo il flacone e comprimendo piu' volte la sacca stessa. Potra' a questo punto avere inizio la somministrazionedel prodotto al paziente.
Effetti indesiderati
Le reazioni indesiderabili sono essenzialmente limitate a disturbi gastrointestinali e, occasionalmente, a fenomeni di ipersensibilita'. Gastrointestinali: anoressia, glossite, nausea, vomito, diarrea, pirosi gastrica e dolori addominali. Anafilattiche: raramente si possono avere angioedema, broncospasmo e malessere, che possono culminare con lo shock. Cutanee: rash, prurito e, meno frequentemente, orticaria; casi isolati di eruzioni bollose (eritema multiforme, sindrome di Stevens-Johnson, necrolisi epidermica tossica). Ematologiche: variazioni di alcuni parametri di laboratorio: transitoria neutropenia, granulocitopenia, trombocitopenia, eosinofilia e, molto raramente, agranulocitosi. Epatiche: aumento transitorio delle transaminasi sieriche (SGOT, SGPT), della fosfatasi alcalina e della bilirubina totale. Renali: transitorioaumento dell'azoto ureico e delle concentrazioni sieriche di creatinina. Cosi' come con altre cefalosporine, si sono verificati rari casi di nefrite interstiziale. Neurologiche: la somministrazione di alte dosi di antibiotici beta-lattamici, compreso cefotaxime, specie nei pazienti con insufficienza renale, puo' determinare la comparsa di encefalopatia (ad es. alterazione dello stato di coscienza, movimenti anomali e convulsioni). Cardiovascolari: in casi singoli, aritmie in seguito ad infusione rapida in bolo attraverso catetere venoso centrale. Locali: la somministrazione e.v. ha causato flebite e tromboflebite e la somministrazione i.m. ha causato dolore, indurimento e fragilita' nella sede d'iniezione. Altre reazioni segnalate sono state: cefalea, vertigini, senso di costrizione toracica, vaginite da Candida, agitazione, confusione, astenia, sudorazione notturna e aumento dei livelli sierici di latticodeidrogenasi. L'uso, specialmente se prolungato, puo' dare luogo ad una crescita anomala dei microorganismi non-sensibili. Un attento esame delle condizioni del paziente e' fondamentale. Se durante laterapia insorgono delle superinfezioni devono essere prese appropriate misure. Sono stati segnalati casi di anemia emolitica.
Indicazioni
Di uso elettivo e specifico in infezioni batteriche gravi di accertata o presunta origine da germi Gram-negativi "difficili" o da flora mista con presenza di Gram-negativi resistenti ai piu' comuni antibiotici. In dette infezioni il prodotto trova indicazione, in particolare: nei pazienti defedati e/o immunodepressi. Profilassi delle infezioni chirurgiche.
Controindicazioni ed effetti secondari
Ipersensibilita' al principio attivo, ad altre cefalosporine o ad unoqualsiasi degli eccipienti. Per forme farmaceutiche contenenti lidocaina: ipersensibilita' nota alla lidocaina o ad altri anestetici localidi tipo amidico, blocco cardiaco in assenza di pace-maker, insufficienza cardiaca severa, somministrazione endovenosa, neonati di eta' inferiore ai 30 mesi.
Avvertenze
Prima di iniziare la terapia e' necessaria un'anamnesi accurata al fine di evidenziare precedenti reazioni di ipersensibilita' a cefotaxime, cefalosporine, penicillina o altri farmaci. Il cefotaxime deve essere, pertanto, somministrato con cautela a quei pazienti che hanno presentato reazioni d'ipersensibilita' di tipo 1 alla penicillina. Ai pazienti che hanno presentato forme di allergia, specie ai farmaci, si devono somministrare con cautela gli antibiotici. In caso di reazione allergica si deve interrompere la terapia ed istituire trattamento idoneo (amine vasopressorie, antiistaminici, corticosteroidi) o, in presenza di anafilassi, un immediato trattamento con adrenalina od altre opportune misure di emergenza. Casi di colite pseudomembranosa sono stati descritti in concomitanza all'uso di cefalosporine; e' importante prendere in considerazione tale diagnosi in pazienti che presentano diarrea durante la terapia. Il trattamento con antibiotici a largo spettro altera la normale flora del colon e cio' puo' consentire la crescita di clostridi. Una tossina prodotta dal Clostridium difficile e' la causa principale della colite associata alla terapia antibiotica. Casi lievi di colite possono regredire con l'interruzione del trattamento; in eventi gravi si consiglia la somministrazione di soluzioni di elettrolitie di proteine. Se non regredisce con l'interruzione del trattamento ose e' grave, bisogna somministrare vancomicina per via orale. L'irritazione dei tessuti nel punto di iniezione e.v. e' rara; essa puo' essere evitata iniettando il farmaco molto lentamente (3-5 minuti). Durante la sorveglianza post-marketing del farmaco, sono state segnalate aritmie, che possono mettere il paziente in pericolo di vita, in alcuni pazienti che avevano ricevuto la somministrazione endovenosa rapida di cefotaxime attraverso un catetere venoso centrale. La somministrazionedelle cefalosporine puo' interferire con alcune prove di laboratorio,causando pseudopositivita' della glicosuria con i metodi di Benedict,Fehling, "Clinitest", ma non con i metodi enzimatici. Possono indurreresistenza microbica e tale evenienza e' maggiore verso organismi opportunisti, specialmente Enterobacteriaceae e Pseudomonas, in soggetti immunodepressi e probabilmente associando tra loro piu' betalattamine.Sono state segnalate positivita' dei tests di Coombs (talvolta false). La quantita' di sodio contenuta nel cefotaxime sodico (48,2 mg/g) dovrebbe essere tenuta in considerazione per quei pazienti che necessitano di una restrizione di sodio. Per cicli di trattamento superiori ai 10 giorni, il numero dei globuli bianchi dovrebbe essere monitorato edin caso di neutropenia si dovrebbe sospendere il trattamento. Deve essere prescritto con cautela in individui con anamnesi positiva per malattie gastrointestinali, particolarmente colite. Poiche' la diminuzione della funzionalita' renale influisce in maniera relativamente modesta sulla farmacocinetica del cefotaxime, la riduzione della dose e' necessaria solo in caso di marcata insufficienza renale. Nei pazienti conclearance della creatinina <=5 ml/min la dose di mantenimento va dimezzata. L'uso contemporaneo di farmaci nefrotossici richiede assiduo controllo della funzione del rene.
Gravidanza e Allattamento
Il cefotaxime attraversa la barriera placentare. La sicurezza non e' stata determinata nella gravidanza umana e pertanto il farmaco non dovrebbe essere utilizzato. Il principio attivo passa nel latte materno, pertanto e' consigliabile sospendere l'allattamento in caso di somministrazione del farmaco.
Interazioni con altri prodotti
Non deve essere miscelato nella stessa siringa con altri antibiotici ed altri farmaci. L'impiego contemporaneo di aminoglicosidi puo' essere indicato in infezioni particolarmente gravi: i due antibiotici vannocomunque somministrati in siringhe separate e in questi casi e' raccomandato il controllo costante della funzionalita' renale. In corso d'infezione da Pseudomonas aeruginosa puo' essere indicato associare a questo un altro antibiotico anch'esso attivo nei confronti di questo particolare agente patogeno. La somministrazione di alte dosi, contemporaneamente a saluretici ad alta efficacia (furosemide), non ha finora dimostrato di influenzare la funzionalita' renale. A scopo cautelativo si ricorda tuttavia che la funzionalita' renale puo' essere compromessadalla contemporanea somministrazione di alte dosi di cefalosporine e saluretici efficaci. Il probenecid somministrato per via orale, per breve tempo, prima o contemporaneamente al cefotaxime usualmente rallenta il tasso di escrezione dell'antibiotico e dei suoi metaboliti e determina concentrazioni plasmatiche del farmaco e dei suoi metaboliti piu' alte e piu' prolungate. Il volume di distribuzione del farmaco non appare influenzato dalla somministrazione concomitante di probenecid per via orale.