xeloda 120 compresse rivestite 500mg cheplapharm arzneimittel gmbh

Che cosa è xeloda 120cpr riv 500mg?

Xeloda compresse rivestite prodotto da cheplapharm arzneimittel gmbh
è un farmaco etico della categoria specialita' medicinali con prescrizione medica che appartiene alla fascia A che comprende tutti i farmaci essenziali e per malattie croniche, che sono gratuiti per il cittadino, su questi farmaci le Regioni sono comunque libere di applicare eventualmente un ticket .
Xeloda risulta disponibile solo nelle farmaice ospedaliere o specialistico

E' utilizzato per la cura di citostatici (antimetaboliti).
Contiene i principi attivi: capecitabina
Composizione Qualitativa e Quantitativa: capecitabina.
Codice AIC: 035219029 Codice EAN: 0

Informazioni e Indicazioni, a cosa serve?

Terapia adiuvante nei pazienti sottoposti a chirurgia per carcinoma del colon di stadio III (Dukes C. Trattamento del tumore del colon-retto metastatico. Trattamento di prima linea del tumore gastrico avanzatoin combinazione con un regime a base di platino. In associazione a docetaxel: trattamento di pazienti con tumore mammario localmente avanzato o metastatico dopo fallimento della chemioterapia citotossica. La precedente terapia deve avere incluso un'antraciclina. In monoterapia: trattamento di pazienti con tumore mammario localmente avanzato o metastatico dopo fallimento di un regime chemioterapico contenente taxani e un'antraciclina o per le quali non e' indicata un'ulteriore terapia con antracicline.

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Posologia

Deve essere prescritto solo da un medico specializzato nell'uso di agenti antineoplastici. Le compresse devono essere ingerite con acqua entro 30 minuti dalla fine del pasto. Il trattamento deve essere interrotto alla comparsa di tossicita' grave o di progressione della malattia. MONOTERAPIA. Carcinoma del colon, del colon-retto e della mammella: 1250 mg/m^2, somministrato due volte al giorno (mattino e sera; dosaggio totale giornaliero pari a 2500 mg/m^2) per 14 giorni, seguiti da unperiodo di 7 giorni di intervallo. La terapia adiuvante nei pazienti con carcinoma del colon di stadio III e' consigliata per la durata di 6 mesi. TERAPIA DI COMBINAZIONE. Carcinoma colorettale e gastrico: 800-1000 mg/m^2, se somministrato due volte al giorno per 14 giorni, seguiti da un periodo di 7 giorni di intervallo o a 625 mg/m^2 due volte al giorno se somministrato continuativamente. L'introduzione di agenti biologici in regime di combinazione non ha effetto sulla dose iniziale. Nei pazienti in trattamento con la combinazione Xeloda piu' cisplatino si deve iniziare, prima della somministrazione di cisplatino, una pre-medicazione per mantenere un'adeguata idratazione e un trattamento antiemetico, in accordo al Riassunto delle Caratteristiche del Prodotto di cisplatino. Carcinoma mammario: 1250 mg/m^2 due volte al giorno per 14 giorni, seguiti da un periodo di 7 giorni di intervallo, in associazione a docetaxel 75 mg/m^2 in infusione endovenosa di 1 ora ogni 3settimane. Nei pazienti in trattamento con la combinazione Xeloda piu' docetaxel, prima della somministrazione di docetaxel, si deve iniziare una pre-medicazione con un corticosteroide orale, come desametasone, in accordo al Riassunto delle Caratteristiche del Prodotto di docetaxel. MODIFICHE DELLA POSOLOGIA. La tossicita' causata dal prodotto puo' essere gestita con trattamento sintomatico e/o modifica del dosaggio(interruzione del trattamento o riduzione della dose). Una volta ridotta, la dose non deve essere aumentata successivamente. In caso di tossicita' che a giudizio del medico curante difficilmente diventeranno serie o rischiose per la vita, come l'alopecia, l'alterazione del gusto, le alterazioni delle unghie, il trattamento puo' essere continuato alla stessa dose senza riduzione o interruzione. I pazienti che assumono Xeloda devono essere informati della necessita' di interrompere il trattamento immediatamente se si verifica una tossicita' di grado moderato o grave. Le modificazioni di dose per tossicita' quando e' utilizzato in cicli di 3 settimane in combinazione con altri agenti devono essere fatte in accordo al relativo Riassunto delle Caratteristiche di Prodotto per gli agente/i. Non vi sono sufficienti dati di sicurezza edefficacia per poter raccomandare modifiche del dosaggio per i pazienti affetti da insufficienza epatica. Non esistono dati relativi alla insufficienza epatica dovuta a cirrosi o ad epatite. E' controindicato in pazienti affetti da insufficienza renale grave (clearance della creatinina inferiore a 30 ml/min [Cockcroft e Gault] al basale). L'incidenza di reazioni avverse di grado 3 o 4 in pazienti affetti da insufficienza renale moderata (clearance della creatinina pari a 30-50 ml/min al basale) e' maggiore rispetto alla popolazione totale. Si raccomanda una riduzione al 75% per una dose iniziale pari a 1250 mg/m^2 nei pazienti affetti da insufficienza renale moderata al basale. Non e' richiesta una riduzione della dose per una dose iniziale di 1000 mg/m^2 in pazienti con insufficienza renale moderata al basale. Non si raccomandaalcuna modifica della dose iniziale nei pazienti affetti da insufficienza renale lieve (clearance della creatinina pari a 51-80 ml/min al basale). Sono consigliabili un attento monitoraggio e l'interruzione immediata del trattamento se il paziente sviluppa un evento avverso di grado 2, 3 o 4 durante il trattamento, e la dose successiva deve esseremodificata come indicato nella precedente tabella 3. Se durante il trattamento la clearance della creatinina calcolata scende al di sotto di 30 ml/min, deve essere interrotto. Non c'e' esperienza nei bambini eadolescenti (di eta' inferiore a 18 anni). Anziani: utilizzato in monoterapia, non e' necessario alcun aggiustamento della dose iniziale. Comunque i pazienti di eta' >= 60 anni, rispetto ai soggetti piu' giovani, hanno piu' frequentemente riportato reazioni avverse di grado 3 o 4 correlate al trattamento. Quando Xeloda e' stato usato in combinazione con altri agenti, i pazienti anziani (>= 65 anni), hanno manifestato piu' reazioni avverse al farmaco di grado 3 e 4, comprese quelle chehanno portato all'interruzione del trattamento, rispetto ai pazienti piu' giovani. E' consigliabile un attento monitoraggio dei pazienti dieta' >= 60 anni. In combinazione con docetaxel: nei pazienti di eta' uguale o superiore a 60 anni si e' osservato un incrementato numero direazioni avverse di grado 3 o 4 correlate al trattamento e di reazioni avverse serie correlate al trattamento (vedere paragrafo 5.1). Si raccomanda un dosaggio iniziale di Xeloda ridotto al 75% (950 mg/m^2 duevolte al giorno) in pazienti di eta' uguale o superiore a 60 anni trattati con la combinazione Xeloda piu' docetaxel. Se non si manifestasse tossicita' in pazienti di eta' >= 60 anni trattati con una dose iniziale ridotta di Xeloda in combinazione con doxcetaxel, il dosaggio di Xeloda puo' essere cautamente incrementato a 1250 mg/m^2 due volte al giorno. In combinazione con irinotecan: per pazienti di eta' uguale o superiore a 65 anni trattati con Xeloda in combinazione con irinotecan, si raccomanda una riduzione della dose iniziale di Xeloda a 800 mg/m^2 due volte al giorno.

Effetti indesiderati

Molto comune (>= 1/10) e comune (>= 1/100 - < 1/10): tutti i gradi. Non comune (>= 1/1000 - < 1/100): gravi e/o pericolosi per la vita (grado 3-4) o considerati clinicamente rilevanti. Pazienti trattati in monoterapia nel trattamento in adiuvante del carcinoma del colon e del carcinoma del colon-retto metastatico. Infezioni ed infestazioni. Comuni: herpes simplex, nasofaringite, infezione del tratto respiratorio inferiore. Non comuni: sepsi, infezione del tratto urinario, cellulite, tonsillite, faringite, candidiasi orale, influenza, gastroenterite, infezione fungina, infezione da Herpes, infezione, ascesso dentale. Tumori benigni, maligni e non specificati. Non comuni: lipoma. Patologie del sistema emolinfopoietico. Comuni: neutropenia, anemia. Non comuni: neutropenia febbrile, pancitopenia, granulocitopenia, trombocitopenia, leucopenia, anemia emolitica. Disturbi del sistema. Non comuni: ipersensibilita'. Disturbi del metabolismo e della nutrizione. Molto comuni:anoressia. Comuni: disidratazione, riduzione dell'appetito. Non comuni: diabete, ipokaliemia, disturbi dell'appetito, malnutrizione, ipertrigliceridemia. Disturbi psichiatrici. Comuni: insonnia, depressione. Non comune: stato confusionale, attacco di panico, depressione dell'umore, riduzione della libido. Patologie del sistema nervoso. Comuni: maldi testa, letargia, capogiro, parestesia, disgeusia. Non comuni: afasia, disturbi della memoria, atassia, sincope, disturbi dell'equilibrio, disturbi sensori, neuropatia periferica. Patologie dell'occhio. Comuni: aumento della lacrimazione, congiuntivite, irritazione dell'occhio. Non comune: ridotta acuita' visiva, diplopia. Patologie dell'orecchio e del labirinto. Non comuni: capogiro, dolore all'orecchio. Patologie cardiache. Non comuni: angina instable, angina pectoris, ischemia miocardica, fibrillazione atriale, aritmia, tachicardia, tachicardia sinusale, palpitazioni. Patologie vascolari. Comuni: tromboflebite. Non comuni: trombosi venosa profonda, ipertensione, petecchie, ipotensione,arrossamenti, senso di freddo alle estremita'. Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche. Comuni: dispnea, epistassi, tosse, rinorrea. Non comuni: embolia polmonare, pneumotorace, emottisi, asma, dispnea da sforzo. Patologie gastrointestinali. Molto comuni: diarrea, vomito, nausea, stomatite, dolore addominale. Comuni: emorragia gastrointestinale, costipazione, dolore all'addome superiore, dispepsia, flatulenza, secchezza delle fauci, perdita di feci. Non comuni: ostruzione intestinale, ascite, enterite, gastrite, disfagia, dolore all'addome inferiore, esofagite, disturbi addominale, malattia da reflusso gastroesofageo, colite. Patologie epatobiliari. Comuni: iperbilirubinemia/bilirubinemia/incremento bilirubinemia. Non comuni: ittero. Patologie dellacute e del tessuto sottocutaneo. Molto comuni: sindrome da eritrodisestesia palmo-plantare. Comuni: rash, alopecia, eritema, pelle secca, prurito, iperpigmentazione cutanea, rash maculare, desquamazione pelle,dermatite, disturbi di pigmentazione, disturbi ungueali. Non comuni: ulcerazione della pelle, rash, orticaria, reazione da fotosensitivita', eritema palmare, rigonfiamento facciale, porpora. Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto Connettivo. Comuni: dolore all'estremita' dolore alla schiena, artralgia. Non comuni: rigonfiamento delle articolazioni, dolore osseo, dolore facciale, rigidita' musculosheletrica, debolezza muscolare. Patologie renali e urinarie. Non comuni: idronefrosi, incontinenza urinaria, ematuria, nicturia. Patologie dell'apparato riproduttivo e della mammella. Non comuni: emorragia vaginale. Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione. Molto comuni: affaticamento, astenia. Comuni: piressia, letargia, edema periferico, malessere, dolore toracico non-cardiaco. Non comuni: edema, brividi, malattia simil-influenzale, rigidita'. Esami diagnostici. Comuni: perdita di peso, alterazioni della funzionalita' epatica. Non comuni: sangue nelle feci, aumento del rapporto internazionalenormalizzato, ipercreatininemia, aumento della temperatura corporea. Traumatismo, avvelenamento e complicazioni da procedura. Non comuni: vescicola, overdose. Per eventi avversi nelle terapie combinate si faccia riferimento al relativo Riassunto delle Caratteristiche di Prodottoper gli agente/i. Post-commercializzazione. Molto raro: stenosi del dotto lacrimale. Molto raro: insufficienza epatica ed epatite col estatica.

Indicazioni

Terapia adiuvante nei pazienti sottoposti a chirurgia per carcinoma del colon di stadio III (Dukes C. Trattamento del tumore del colon-retto metastatico. Trattamento di prima linea del tumore gastrico avanzatoin combinazione con un regime a base di platino. In associazione a docetaxel: trattamento di pazienti con tumore mammario localmente avanzato o metastatico dopo fallimento della chemioterapia citotossica. La precedente terapia deve avere incluso un'antraciclina. In monoterapia: trattamento di pazienti con tumore mammario localmente avanzato o metastatico dopo fallimento di un regime chemioterapico contenente taxani e un'antraciclina o per le quali non e' indicata un'ulteriore terapia con antracicline.

Controindicazioni ed effetti secondari

Storia di reazioni gravi o inattese alla terapia con una fluoropirimidina. Ipersensibilita' alla capecitabina o ad uno qualsiasi degli eccipienti o al fluorouracile. Pazienti con nota deficienza di diidropirimidina deidrogenasi (DPD). Gravidanza e allattamento. Pazienti affetti da forme gravi di leucopenia, neutropenia o trombocitopenia. Pazienti affetti da insufficienza epatica grave. Pazienti affetti da insufficienza renale grave (clearance della creatinina inferiore a 30 ml/min). Durante il trattamento con sorivudina o suoi analoghi chimicamente correlati, come la brivudina.

Composizione ed Eccipienti

Nucleo: lattosio anidro, croscarmellosa sodica, ipromellosa, cellulosa microcristallina, magnesio stearato. Rivestimento: ipromellosa, titanio diossido (E171), ossido di ferro giallo e rosso (E172), talco.

Avvertenze

Le tossicita' che limitano il dosaggio comprendono diarrea, dolori addominali, nausea, stomatite e sindrome mano-piede. La maggior parte delle reazioni avverse e' reversibile e non necessita di interruzione permanente della terapia, anche se puo' rendersi necessaria una sospensione o riduzione dei dosaggi. Puo' indurre la comparsa di diarrea, osservata nel 50% dei pazienti. I pazienti con diarrea grave devono essereattentamente monitorati e, in caso di disidratazione, devono essere loro somministrati liquidi ed elettroliti. Puo' essere somministrato trattamento antidiarroico standard (ad es. loperamide). Per diarrea di grado 2 secondo i Criteri Comuni di Tossicita' del NCIC si intende un incremento da 4 a 6 scariche al giorno o scariche notturne, per diarreadi grado 3 un incremento da 7 a 9 scariche al giorno o incontinenza emalassorbimento, e per diarrea di grado 4 un incremento superiore o uguale a 10 scariche al giorno o diarrea molto emorragica o necessita' di supporto parenterale. Se necessario si deve effettuare una riduzione della dose. La disidratazione deve essere prevenuta o corretta quando insorge. I pazienti con anoressia, astenia, nausea, vomito o diarreapossono rapidamente andare incontro a disidratazione. Se si verifica disidratazione di grado 2 (o superiore), il trattamento deve essere immediatamente interrotto e la disidratazione corretta. Il trattamento non deve essere ripreso finche' il paziente non e' stato reidratato e ogni causa precipitante corretta o controllata. Modificazioni della dose devono essere effettuate per l'evento avverso precipitante secondo necessita'. La sindrome mano-piede di grado 1 e' definita come intorpidimento, disestesia/parestesia, formicolio, edema o eritema indolore delle mani e/o dei piedi e/o fastidio che non impedisce il normale svolgimento delle attivita' del paziente. La sindrome mano-piede di grado 2e' definita come eritema e edema dolorosi alle mani e/o ai piedi e/o fastidio che influisce sullo svolgimento delle attivita' quotidiane del paziente. La sindrome mano-piede di grado 3 e' definita come desquamazione umida, ulcerazione, formazione di vesciche e forti dolori alle mani e/o ai piedi e/o grave fastidio che rende impossibile l'attivita'lavorativa del paziente o lo svolgimento delle attivita' quotidiane. Se dovesse verificarsi sindrome mano-piede di grado 2 o 3 sospendere la somministrazione del medicinale fino alla risoluzione o riduzione dell'intensita' dei sintomi al grado 1. Dopo il verificarsi di sindrome mano-piede di grado 3, i dosaggi successivi di Xeloda devono essere diminuiti. Quando Xeloda e cisplatino sono utilizzati in combinazione, non e' raccomandato l'uso di vitamina B6 (piridoxina) per il trattamento sintomatico o di profilassi secondaria della sindrome mano-piede, inquanto casi pubblicati hanno dimostrato che puo' ridurre l'efficacia di cisplatino. La terapia con fluoropirimidine e' stata associata a cardiotossicita', comprendente infarto del miocardio, angina, aritmia, shock cardiogeno, morte improvvisa e alterazioni elettrocardiografiche.Dette reazioni avverse possono verificarsi piu' frequentemente nei pazienti con precedente anamnesi di malattia dell'arteria coronarica. I pazienti con storie significative di cardiopatia, aritmia e angina pectoris devono essere considerati con cautela: Ipo- o ipercalemia e' stata riportata durante il trattamento. I pazienti con pre-esistente storia di ipo- o ipercalemia devono essere considerati con cautela. I pazienti affetti da malattie del sistema nervoso centrale o periferico, per esempio metastasi cerebrale o neuropatia, devono essere considerati con cautela. I pazienti affetti da diabete mellito o disturbi elettrolitici, vista la possibilita' di aggravamento durante il trattamento, devono essere considerati con cautela. In uno studio sull'interazione con la somministrazione di una singola dose di warfarin, si e' registrato un significativo incremento dell'AUC media (+57%) di S-warfarin. Questi dati suggeriscono un'interazione, probabilmente dovuta all'inibizione dell'isoenzima 2C9 del citocromo P450 da parte della capecitabina. I pazienti che assumono anticoagulanti orali cumarino-derivati insieme a Xeloda devono essere monitorati regolarmente per l'eventuale verificarsi di alterazioni dei parametri della coagulazione (INR o PT) e il dosaggio degli anticoagulanti deve essere aggiustato di conseguenza.In assenza di dati sulla sicurezza e l'efficacia in pazienti con insufficienza epatica, l'utilizzo del farmaco deve essere attentamente monitorato in pazienti con disfunzione epatica da lieve a moderata, indipendentemente dalla presenza di metastasi del fegato. La somministrazione del prodotto deve essere interrotta se si verificano aumenti della bilirubina, correlati al trattamento, maggiori di 3,0 x LSN o aumenti delle aminotransferasi epatiche (ALT, AST), correlati al trattamento, maggiori di 2,5 x LSN. Il trattamento con Xeloda in monoterapia puo' essere ripreso quando la bilirubina si riduce a <= 3,0 x LSN o le aminotransferasi epatiche si riducono a <= 2,5 x LSN. L'incidenza di reazioni avverse di grado 3 o 4 in pazienti affetti da insufficienza renale moderata (clearance della creatinina pari a 30-50 ml/min) e' maggiore rispetto alla totalita' della popolazione. Poiche' questo medicinale contiene lattosio anidro come eccipiente, pazienti affetti da rare forme ereditarie di intolleranza al galattosio, deficit di lattasi di Lappe malassorbimento di glucosio-galattosio non devono assumere tale medicinale.

Gravidanza e Allattamento

Non sono stati effettuati studi su donne in gravidanza; si puo' tuttavia ritenere se somministrato a donne in stato di gravidanza possa provocare danni al feto. E' controindicato in gravidanza. Non e' noto se il prodotto sia escreto nel latte materno. Notevoli quantita' di capecitabina e dei suoi metaboliti sono state ritrovate nel latte del topo durante il periodo dell'allattamento. Sospendere l'allattamento al seno durante il periodo di trattamento.

Interazioni con altri prodotti

Anticoagulanti cumarino-derivati: in pazienti trattati contemporaneamente con Xeloda e anticoagulanti cumarino-derivati, come per esempio warfarina e fenprocumone, sono stati riportati alterazione dei parametri della coagulazione e/o emorragie. Tali reazioni si sono verificate entro diversi giorni e fino a diversi mesi dall'inizio della terapia e,in alcuni casi, entro un mese dall'interruzione della terapia. I pazienti che assumono anticoagulanti cumarino-derivati insieme a Xeloda devono essere monitorati regolarmente per l'eventuale verificarsi di alterazioni dei parametri della coagulazione (PT o INR) e il dosaggio degli anticoagulanti deve essere aggiustato di conseguenza. Fenitoina: durante il trattamento concomitante con fenitoina sono stati registrati incrementi delle concentrazioni plasmatiche di fenitoina, risultanti in sintomi da intossicazione da fenitoina in singoli casi. I pazienti devono essere monitorati regolarmente per l'eventuale verificarsi di incremento delle concentrazioni plasmatiche di fenitoina. Acido folinico: non ha effetti significativi sulla farmacocinetica del farmaco e deisuoi metabolici; tuttavia, produce effetti sulla farmacodinamica dello Xeloda la cui tossicita' puo' risultare incrementata dall'acido folinico. Sorivudina e analoghi: e' stata riportata una interazione farmaceutica clinicamente significativa tra sorivudina e 5-FU, risultante dall'inibizione della diidropirimidina deidrogenasi da parte della sorivudina. Questa interazione, che porta ad un aumento della tossicita' della fluoropirimidina, e' potenzialmente fatale. Antiacidi: e' stato studiato l'effetto di un antiacido contenente idrossido di alluminio e idrossido di magnesio sulla farmacocinetica della capecitabina. Si e' verificato un lieve aumento delle concentrazioni plasmatiche della capecitabina e di un metabolita (5'-DFCR); non si e' verificato alcun effetto sui 3 metaboliti principali (5'-DFUR, 5-FU e FBAL). Allopurinolo: sono state osservate interazioni del 5-FU con allopurinolo, con possibile diminuizione dell'efficacia del 5-FU. Si deve evitare l'uso concomitante con allopurinolo. Interferone alfa: la dose massima tollerata di Xeloda e' risultata pari a 2000 mg/m^2 al giorno quando assunto in associazione con interferone alfa-2a (3 MUI/m^2 al giorno), rispetto a 3000 mg/m^2 al giorno quando Xeloda era somministrato da solo. Radioterapia: la dose massima tollerata di Xeloda in monoterapia utilizzando il regime intermittente e' di 3000 mg/m^2 al giorno mentre, quando combinato con radioterapia per il carcinoma del retto, la dose massima tollerata di Xeloda e' 2000 mg/m^2 al giorno, usando sia una somministrazione continua che una somministrazione giornaliera da lunedi' a venerdi' in concomitanza al ciclo di trattamento radioterapico di 6 settimane. Oxaliplatino: non si e' verificata alcuna differenza clinicamente significativa nell'esposizione alla capecitabina o ai suoi metaboliti,platino libero o platino totale quando la capecitabina e' stata somministrata in combinazione con oxaliplatino o in combinazione con oxaliplatino e bevacizumab. Bevacizumab: non si e' verificato alcun effetto clinicamente significativo del bevacizumab sui parametri farmacocinetici della capecitabina o dei suoi metaboliti in presenza di oxaliplatino. In tutti gli studi clinici i pazienti erano stati informati di dover assumere Xeloda nei 30 minuti successivi al pasto. Poiche' gli attuali dati relativi alla sicurezza e all'efficacia si basano sulla somministrazione del farmaco con cibo, si raccomanda di somministrare Xelodacon cibo. La somministrazione con cibo diminuisce la percentuale di assorbimento di capecitabina.

Forme Farmacologiche


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Conservazione del prodotto

Non conservare a temperatura superiore ai 30 gradi C.