vinorelbina hos*1fl 5ml 10mg/m vinorelbina icu medical italia srl
Che cosa è vinorelbina hos 1fl 5ml 10mg/m?
Vinorelbina hos preparazione iniettabile prodotto da
icu medical italia srl
è un farmaco generico della categoria
farmaci preconfezionati prodotti industrialmente - generici
che appartiene alla fascia H che comprende i farmaci di esclusivo uso ospedaliero, non vendibili ai cittadini presso le farmacie aperte al pubblico, ma utilizzabili o distribuibili solo nell'ambito delle strutture sanitarie pubbliche .
Vinorelbina hos risulta
non in commercio nelle farmacie italiane
E' utilizzato per la cura di agenti antineoplastici (alcaloidi della vinca).
Contiene i principi attivi:
vinorelbina bitartrato
Composizione Qualitativa e Quantitativa: vinorelbina (come tartrato).
Codice AIC: 037703030
Codice EAN: 0
Informazioni e Indicazioni, a cosa serve?
Trattamento del carcinoma del polmone non a piccole cellule (stadio 3o 4). Come agente singolo, nei pazienti con carcinoma della mammella metastatico (stadio 4), quando la chemioterapia con antracicline e taxani non sia risultata efficace o non sia adatta.
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Posologia
Solo per infusione endovenosa. Somministrare sotto la supervisione diun medico con marcata esperienza d'uso dei citostatici. L'uso intratecale e' controindicato. Puo' essere somministrata lentamente in bolo (5-10 minuti) dopo diluizione in 20-50 ml di soluzione fisiologica o diglucosata 50 mg/ml (5%) o per infusione breve (20-30 minuti) dopo diluizione in 125 ml di soluzione fisiologica o in soluzione di glucosio 50 mg/ml (5%). La somministrazione deve sempre essere seguita dal lavaggio della vena con soluzione fisiologica. >>Carcinoma del polmone nona piccole cellule: come agente singolo la dose normale e' di 25-30 mg/m^2, somministrata una volta la settimana. Nella chemoterapia combinata i regimi di trattamento sono in funzione del protocollo. Puo' essere utilizzata la dose normale (25-30 mg/m^2), mentre la frequenza di somministrazione sara' ridotta, in funzione del regime, per esempio, ai giorni 1 e 5 ogni terza settimana o ai giorni 1 e 8 ogni terza settimana. >>Carcinoma della mammella avanzato o metastatico: la dose normalee' di 25-30 mg/m^2, somministrata una volta la settimana. Dose massima tollerata per somministrazione: 35,4 mg/m^2 per superficie corporea.Non e' stata dimostrata la sicurezza d'uso e l'efficacia nei bambini.Nei pazienti con una grave riduzione della funzionalita' epatica si raccomanda un accurato monitoraggio dei parametri ematologici perche' potrebbe essere necessario ridurre la dose. Non e' necessario modificare la dose nei pazienti con ridotta funzionalita' renale.
Effetti indesiderati
Molto comune (>1/10); comune (>1/100 1/1.000 1/10.000 >Grado (G) della tossicita' secondo la classificazione dell'OMS. Infezioni e infestazioni. Molto comunemente possono svilupparsi infezioni, principalmente dovute asoppressione del midollo osseo. Patologie del sistema emolinfopoietico: soppressione del midollo osseo che causa soprattutto neutropenia, reversibile entro 5-7 giorni e non cumulativa nel tempo. Neutropenia febbrile e sepsi neutropenica in alcuni casi con esito infausto. Si puo'registrare anemia, trombocitopenia, ma solo raramente gravi. Disturbidel sistema immunitario: reazioni allergiche. Disturbi del metabolismo e della nutrizione: grave iponatremia e insufficiente secrezione dell'ormone antidiuretico (SIADH). Patologie del sistema nervoso: reazioni avverse neurologiche compresa la perdita dei riflessi dei tendini profondi. Molto raramente la sindrome di Guillain-Barre'. Dopo trattamento prolungato e' stato riportato affaticamento degli arti inferiori. Parestesie con sintomi sensori e motori. Normalmente dopo interruzione del trattamento, questi sintomi sono reversibili. Effetti sul sistema nervoso autonomo con risultante paresi e costipazione intestinale che raramente progredisce in ileo paralitico. Patologie cardiache: cardiopatia ischemica (angina pectoris e/o modifiche transitorie dell'elettrocardiogramma, infarto del miocardio). Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche: possono manifestarsi dispnea e broncospasmo duranteil trattamento con vinorelbina. Ci sono state rare segnalazioni di pneumopatia interstiziale, in particolare nei pazienti trattati in combinazione con vinorelbina e mitomicina. Patologie gastrointestinali: stomatite ed esofagite; nausea e vomito. Il sintomo principale e' la stipsi che solo raramente progredisce in ileo paralitico dopo vinorelbina come agente singolo e in combinazione con gli altri chemioterapici. Puo' manifestarsi diarrea, normalmente da lieve a moderata. Ileo paralitico, il trattamento puo' essere ripristinato al ristabilirsi delle normali funzioni gastrointestinali. E' stata riportata pancreatite. Anoressia. Patologie epatobiliari: transitori aumenti degli esami della funzionalita' epatica senza alcun sintomo clinico. Patologie della cute edel tessuto sottocutaneo: puo' insorgere alopecia, generalmente lieve. Sono state riportate reazioni cutanee generali con vinorelbina come eruzione cutanea, prurito, orticaria ed eritema delle mani e dei piedi. Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo: artralgia incluso dolore alla mascella e mialgia. Disordini dell'apparato renale ed urinario: aumento della creatininemia ematica. Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione: ha un moderato effetto vescicante. Nei pazienti in trattamento con vinorelbina sono stati riportati affaticamento, febbre, astenia, dolori diffusiincluso dolore toracico e dolore nel sito del tumore. Le reazioni nelsito di somministrazione includono: eritema, bruciore, discolorazionedella vena e flebiti locali. E' stata segnalata necrosi localizzata che puo' essere limitata dal corretto posizionamento in vena della cannula o del catetere in aggiunta al lavaggio della vena al termine dell'infusione.
GRAVIDANZA E ALLATTAMENTONon ci sono dati sufficienti sull'impiego di vinorelbina in gravidanza. Gli studi sulla riproduzione negli animali hanno dimostrato che la vinorelbina era embrio- e feto-letale e teratogena. Non puo' essere somministrata durante la gravidanza. Nel corso del trattamento le donne in eta' fertile devono adottare metodi contraccettivi efficaci e devono informare il medico se dovessero restare gravide. Se la gravidanza avviene durante il trattamento, la paziente deve essere informata dei rischi per il nascituro e deve essere attentamente controllata. Deve essere valutata la possibilita' di consulto genetico. Non e' noto se la vinorelbina passi nel latte materno. L'allattamento al seno deve essere interrotto prima di iniziare il trattamento. La vinorelbina puo' avere effetti genotossici. Pertanto, gli uomini trattati con vinorelbina devono essere informati di non generare un figlio durante il trattamento e fino a sei mesi (minimo 3 mesi) dopo la fine del trattamento. Le donne in eta' fertile devono utilizzare un efficace metodo contraccettivo durante il trattamento. Per la possibilita' di infertilita' irreversibile causata dalla vinorelbina prima del trattamento e' opportuna una consulenza sulla conservazione dello sperma.Indicazioni
Trattamento del carcinoma del polmone non a piccole cellule (stadio 3o 4). Come agente singolo, nei pazienti con carcinoma della mammella metastatico (stadio 4), quando la chemioterapia con antracicline e taxani non sia risultata efficace o non sia adatta.
Controindicazioni ed effetti secondari
Ipersensibilita' nota alla vinorelbina o agli altri alcaloidi della Vinca. Conta dei granulociti neutrofili POSOLOGIASolo per infusione endovenosa. Somministrare sotto la supervisione diun medico con marcata esperienza d'uso dei citostatici. L'uso intratecale e' controindicato. Puo' essere somministrata lentamente in bolo (5-10 minuti) dopo diluizione in 20-50 ml di soluzione fisiologica o diglucosata 50 mg/ml (5%) o per infusione breve (20-30 minuti) dopo diluizione in 125 ml di soluzione fisiologica o in soluzione di glucosio 50 mg/ml (5%). La somministrazione deve sempre essere seguita dal lavaggio della vena con soluzione fisiologica. >>Carcinoma del polmone nona piccole cellule: come agente singolo la dose normale e' di 25-30 mg/m^2, somministrata una volta la settimana. Nella chemoterapia combinata i regimi di trattamento sono in funzione del protocollo. Puo' essere utilizzata la dose normale (25-30 mg/m^2), mentre la frequenza di somministrazione sara' ridotta, in funzione del regime, per esempio, ai giorni 1 e 5 ogni terza settimana o ai giorni 1 e 8 ogni terza settimana. >>Carcinoma della mammella avanzato o metastatico: la dose normalee' di 25-30 mg/m^2, somministrata una volta la settimana. Dose massima tollerata per somministrazione: 35,4 mg/m^2 per superficie corporea.Non e' stata dimostrata la sicurezza d'uso e l'efficacia nei bambini.Nei pazienti con una grave riduzione della funzionalita' epatica si raccomanda un accurato monitoraggio dei parametri ematologici perche' potrebbe essere necessario ridurre la dose. Non e' necessario modificare la dose nei pazienti con ridotta funzionalita' renale.CONSERVAZIONEConfezionamento integro: conservare in frigorifero (2 gradi C - 8 gradi C). Non congelare. Per proteggere il prodotto dalla luce, conservare il flacone nella sua confezione originale.AVVERTENZEEsclusivamente per uso endovenoso. L'inibizione del sistema ematopoietico costituisce il rischio maggiore durante il trattamento con vinorelbina, pertanto deve essere condotto un attento monitoraggio ematologico durante il trattamento (prima di ogni nuova infusione valutare il valore dell'emoglobina, e il numero dei leucociti, dei neutrofili e delle piastrine). La neutropenia, che costituisce la maggiore reazione avversa dose-limitante non e' cumulativa ed ha il suo nadir fra i giorni7 e 14 dopo la somministrazione ed e' rapidamente reversibile in 5-7 giorni. Se il numero dei neutrofili si abbassa al di sotto di 1500/mm^3 e/o la conta delle piastrine risulta al di sotto di 75000/mm^3, il trattamento deve essere rimandato fino a ripristino dei valori nella norma. Se il paziente presenta segni o sintomi indicativi di un'infezione, deve essere eseguito prontamente un accertamento. Si raccomanda particolare attenzione nei pazienti con anamnesi di malattie ischemiche cardiache. L'importanza clinica della ridotta capacita' di eliminazionedel farmaco da parte del fegato non e' stata studiata. Ne consegue che non puo' essere consigliata la dose esatta. Tuttavia, negli studi difarmacocinetica, la dose piu' alta somministrata ai pazienti con grave disfunzione epatica e' stata di 20 mg/m^2. Per i pazienti con grave riduzione della funzione epatica si raccomanda attenzione e di monitorare accuratamente i parametri ematologici. Non deve essere somministrata in concomitanza alla radioterapia nel caso in cui il fegato sia unodegli obbiettivi della radioterapia. Non deve venire a contatto con gli occhi per il grave rischio di irritazione e addirittura di ulcerazione corneale se il farmaco fuoriesce sotto pressione. In caso di contatto, sciacquare immediatamente l'occhio con soluzione fisiologica e contattare l'oculista. I forti inibitori o gli induttori del CYP3A4 possono influenzare la concentrazione di vinorelbina e quindi va prestata attenzione. Generalmente, questo prodotto non e' raccomandato in combinazione con i vaccini vivi attenuati. Per evitare il rischio di broncospasmo e' il caso di valutare l'opportunita' della terapia profilattica. I pazienti ambulatoriali devono essere informati che in caso di dispnea il medico deve essere avvertito. Per il basso livello di escrezione renale, non vi sono basi farmacocinetiche tali da far ridurre il dosaggio nei pazienti con insufficienza renale.INTERAZIONILa combinazione di vinorelbina con altri farmaci con nota tossicita' sul midollo osseo puo' verosimilmente aumentare le reazioni avverse della mielosoppressione. CYP3A4 e' il principale enzima preposto al metabolismo della vinorelbina, e la combinazione con un farmaco che induce(come la fenitoina, il fenobarbitale, la rifampicina, la carbamazepina, l'Hypericum perforatum) o inibisce (come l'itraconazolo, il ketoconazolo, gli inibitori delle proteasi HIV, l'eritromicina, la claritromicina, la telitromicina, il nefazodone) questo isoenzima puo' influenzare la concentrazione di vinorelbina. Vinorelbina costituisce un substrato per la glicoproteina-P ed il trattamento simultaneo con altri farmaci che inibiscono (ad es. ritonavir, claritromicina, ciclosporina, verapamil, chinidina) o inducono la stessa proteina di trasporto puo' influenzare la concentrazione della vinorelbina. La combinazione con cisplatino (una combinazione molto comune) non mostra alcuna interazione con i parametri farmacologici di vinorelbina. Tuttavia, una piu' alta incidenza di granulocitopenia e' stata riportata nei pazienti trattaticon la terapia di combinazione vinorelbina e cisplatino, rispetto a quelli trattati con la sola vinorelbina. Il trattamento concomitante degli alcaloidi della vinca e la mitomicina C potrebbe aumentare il rischio di broncospasmo. Per il maggiore rischio di trombosi nelle malattie tumorali, e' frequente l'impiego della terapia anticoagulante. Qualora si sia deciso di trattare il paziente con gli anticoagulanti orali,e' necessario aumentare la frequenza del monitoraggio INR (International Normalised Ratio) a causa della notevole variabilita' inter-individuale della coagulazione nelle malattie, insieme alla eventualita' di interazione tra gli anticoagulanti orali e la chemioterapia antitumorale. Il vaccino della febbre gialla e' controindicato per il potenzialerischio di malattia sistemica da vaccino ad esito infausto. L'impiegoconcomitante di vaccini vivi attenuati (ad eccezione della febbre gialla) non sono raccomandati per il rischio di malattia sistemica con probabilita' di esito infausto. Il rischio aumenta nei pazienti che sonogia' immunosoppressi per la loro sottostante malattia. Utilizzare un vaccino inattivato se questo e' disponibile (poliomielite). Fenitoina:l'impiego concomitante non e' raccomandato. Esiste il rischio di esacerbare le convulsioni per il ridotto assorbimento gastrointestinale difenitoina e il rischio di maggiore tossicita' o di ridotta efficacia di vinorelbina per l'aumentato metabolismo epatico da fenitoina. Itraconazolo: l'uso concomitante non e' raccomandato per la maggiore potenziale neurotossicita'. Ciclosporina, Tacrolimus: deve essere tenuto in considerazione il rischio di linfoproliferazione da eccessiva immunosoppressione.EFFETTI INDESIDERATIMolto comune (>1/10); comune (>1/100 1/1.000 1/10.000 >Grado (G) della tossicita' secondo la classificazione dell'OMS. Infezioni e infestazioni. Molto comunemente possono svilupparsi infezioni, principalmente dovute asoppressione del midollo osseo. Patologie del sistema emolinfopoietico: soppressione del midollo osseo che causa soprattutto neutropenia, reversibile entro 5-7 giorni e non cumulativa nel tempo. Neutropenia febbrile e sepsi neutropenica in alcuni casi con esito infausto. Si puo'registrare anemia, trombocitopenia, ma solo raramente gravi. Disturbidel sistema immunitario: reazioni allergiche. Disturbi del metabolismo e della nutrizione: grave iponatremia e insufficiente secrezione dell'ormone antidiuretico (SIADH). Patologie del sistema nervoso: reazioni avverse neurologiche compresa la perdita dei riflessi dei tendini profondi. Molto raramente la sindrome di Guillain-Barre'. Dopo trattamento prolungato e' stato riportato affaticamento degli arti inferiori. Parestesie con sintomi sensori e motori. Normalmente dopo interruzione del trattamento, questi sintomi sono reversibili. Effetti sul sistema nervoso autonomo con risultante paresi e costipazione intestinale che raramente progredisce in ileo paralitico. Patologie cardiache: cardiopatia ischemica (angina pectoris e/o modifiche transitorie dell'elettrocardiogramma, infarto del miocardio). Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche: possono manifestarsi dispnea e broncospasmo duranteil trattamento con vinorelbina. Ci sono state rare segnalazioni di pneumopatia interstiziale, in particolare nei pazienti trattati in combinazione con vinorelbina e mitomicina. Patologie gastrointestinali: stomatite ed esofagite; nausea e vomito. Il sintomo principale e' la stipsi che solo raramente progredisce in ileo paralitico dopo vinorelbina come agente singolo e in combinazione con gli altri chemioterapici. Puo' manifestarsi diarrea, normalmente da lieve a moderata. Ileo paralitico, il trattamento puo' essere ripristinato al ristabilirsi delle normali funzioni gastrointestinali. E' stata riportata pancreatite. Anoressia. Patologie epatobiliari: transitori aumenti degli esami della funzionalita' epatica senza alcun sintomo clinico. Patologie della cute edel tessuto sottocutaneo: puo' insorgere alopecia, generalmente lieve. Sono state riportate reazioni cutanee generali con vinorelbina come eruzione cutanea, prurito, orticaria ed eritema delle mani e dei piedi. Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo: artralgia incluso dolore alla mascella e mialgia. Disordini dell'apparato renale ed urinario: aumento della creatininemia ematica. Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione: ha un moderato effetto vescicante. Nei pazienti in trattamento con vinorelbina sono stati riportati affaticamento, febbre, astenia, dolori diffusiincluso dolore toracico e dolore nel sito del tumore. Le reazioni nelsito di somministrazione includono: eritema, bruciore, discolorazionedella vena e flebiti locali. E' stata segnalata necrosi localizzata che puo' essere limitata dal corretto posizionamento in vena della cannula o del catetere in aggiunta al lavaggio della vena al termine dell'infusione.
GRAVIDANZA E ALLATTAMENTONon ci sono dati sufficienti sull'impiego di vinorelbina in gravidanza. Gli studi sulla riproduzione negli animali hanno dimostrato che la vinorelbina era embrio- e feto-letale e teratogena. Non puo' essere somministrata durante la gravidanza. Nel corso del trattamento le donne in eta' fertile devono adottare metodi contraccettivi efficaci e devono informare il medico se dovessero restare gravide. Se la gravidanza avviene durante il trattamento, la paziente deve essere informata dei rischi per il nascituro e deve essere attentamente controllata. Deve essere valutata la possibilita' di consulto genetico. Non e' noto se la vinorelbina passi nel latte materno. L'allattamento al seno deve essere interrotto prima di iniziare il trattamento. La vinorelbina puo' avere effetti genotossici. Pertanto, gli uomini trattati con vinorelbina devono essere informati di non generare un figlio durante il trattamento e fino a sei mesi (minimo 3 mesi) dopo la fine del trattamento. Le donne in eta' fertile devono utilizzare un efficace metodo contraccettivo durante il trattamento. Per la possibilita' di infertilita' irreversibile causata dalla vinorelbina prima del trattamento e' opportuna una consulenza sulla conservazione dello sperma.Composizione ed Eccipienti
Acqua per preparazioni iniettabili.
Avvertenze
Esclusivamente per uso endovenoso. L'inibizione del sistema ematopoietico costituisce il rischio maggiore durante il trattamento con vinorelbina, pertanto deve essere condotto un attento monitoraggio ematologico durante il trattamento (prima di ogni nuova infusione valutare il valore dell'emoglobina, e il numero dei leucociti, dei neutrofili e delle piastrine). La neutropenia, che costituisce la maggiore reazione avversa dose-limitante non e' cumulativa ed ha il suo nadir fra i giorni7 e 14 dopo la somministrazione ed e' rapidamente reversibile in 5-7 giorni. Se il numero dei neutrofili si abbassa al di sotto di 1500/mm^3 e/o la conta delle piastrine risulta al di sotto di 75000/mm^3, il trattamento deve essere rimandato fino a ripristino dei valori nella norma. Se il paziente presenta segni o sintomi indicativi di un'infezione, deve essere eseguito prontamente un accertamento. Si raccomanda particolare attenzione nei pazienti con anamnesi di malattie ischemiche cardiache. L'importanza clinica della ridotta capacita' di eliminazionedel farmaco da parte del fegato non e' stata studiata. Ne consegue che non puo' essere consigliata la dose esatta. Tuttavia, negli studi difarmacocinetica, la dose piu' alta somministrata ai pazienti con grave disfunzione epatica e' stata di 20 mg/m^2. Per i pazienti con grave riduzione della funzione epatica si raccomanda attenzione e di monitorare accuratamente i parametri ematologici. Non deve essere somministrata in concomitanza alla radioterapia nel caso in cui il fegato sia unodegli obbiettivi della radioterapia. Non deve venire a contatto con gli occhi per il grave rischio di irritazione e addirittura di ulcerazione corneale se il farmaco fuoriesce sotto pressione. In caso di contatto, sciacquare immediatamente l'occhio con soluzione fisiologica e contattare l'oculista. I forti inibitori o gli induttori del CYP3A4 possono influenzare la concentrazione di vinorelbina e quindi va prestata attenzione. Generalmente, questo prodotto non e' raccomandato in combinazione con i vaccini vivi attenuati. Per evitare il rischio di broncospasmo e' il caso di valutare l'opportunita' della terapia profilattica. I pazienti ambulatoriali devono essere informati che in caso di dispnea il medico deve essere avvertito. Per il basso livello di escrezione renale, non vi sono basi farmacocinetiche tali da far ridurre il dosaggio nei pazienti con insufficienza renale.
Gravidanza e Allattamento
Non ci sono dati sufficienti sull'impiego di vinorelbina in gravidanza. Gli studi sulla riproduzione negli animali hanno dimostrato che la vinorelbina era embrio- e feto-letale e teratogena. Non puo' essere somministrata durante la gravidanza. Nel corso del trattamento le donne in eta' fertile devono adottare metodi contraccettivi efficaci e devono informare il medico se dovessero restare gravide. Se la gravidanza avviene durante il trattamento, la paziente deve essere informata dei rischi per il nascituro e deve essere attentamente controllata. Deve essere valutata la possibilita' di consulto genetico. Non e' noto se la vinorelbina passi nel latte materno. L'allattamento al seno deve essere interrotto prima di iniziare il trattamento. La vinorelbina puo' avere effetti genotossici. Pertanto, gli uomini trattati con vinorelbina devono essere informati di non generare un figlio durante il trattamento e fino a sei mesi (minimo 3 mesi) dopo la fine del trattamento. Le donne in eta' fertile devono utilizzare un efficace metodo contraccettivo durante il trattamento. Per la possibilita' di infertilita' irreversibile causata dalla vinorelbina prima del trattamento e' opportuna una consulenza sulla conservazione dello sperma.
Interazioni con altri prodotti
La combinazione di vinorelbina con altri farmaci con nota tossicita' sul midollo osseo puo' verosimilmente aumentare le reazioni avverse della mielosoppressione. CYP3A4 e' il principale enzima preposto al metabolismo della vinorelbina, e la combinazione con un farmaco che induce(come la fenitoina, il fenobarbitale, la rifampicina, la carbamazepina, l'Hypericum perforatum) o inibisce (come l'itraconazolo, il ketoconazolo, gli inibitori delle proteasi HIV, l'eritromicina, la claritromicina, la telitromicina, il nefazodone) questo isoenzima puo' influenzare la concentrazione di vinorelbina. Vinorelbina costituisce un substrato per la glicoproteina-P ed il trattamento simultaneo con altri farmaci che inibiscono (ad es. ritonavir, claritromicina, ciclosporina, verapamil, chinidina) o inducono la stessa proteina di trasporto puo' influenzare la concentrazione della vinorelbina. La combinazione con cisplatino (una combinazione molto comune) non mostra alcuna interazione con i parametri farmacologici di vinorelbina. Tuttavia, una piu' alta incidenza di granulocitopenia e' stata riportata nei pazienti trattaticon la terapia di combinazione vinorelbina e cisplatino, rispetto a quelli trattati con la sola vinorelbina. Il trattamento concomitante degli alcaloidi della vinca e la mitomicina C potrebbe aumentare il rischio di broncospasmo. Per il maggiore rischio di trombosi nelle malattie tumorali, e' frequente l'impiego della terapia anticoagulante. Qualora si sia deciso di trattare il paziente con gli anticoagulanti orali,e' necessario aumentare la frequenza del monitoraggio INR (International Normalised Ratio) a causa della notevole variabilita' inter-individuale della coagulazione nelle malattie, insieme alla eventualita' di interazione tra gli anticoagulanti orali e la chemioterapia antitumorale. Il vaccino della febbre gialla e' controindicato per il potenzialerischio di malattia sistemica da vaccino ad esito infausto. L'impiegoconcomitante di vaccini vivi attenuati (ad eccezione della febbre gialla) non sono raccomandati per il rischio di malattia sistemica con probabilita' di esito infausto. Il rischio aumenta nei pazienti che sonogia' immunosoppressi per la loro sottostante malattia. Utilizzare un vaccino inattivato se questo e' disponibile (poliomielite). Fenitoina:l'impiego concomitante non e' raccomandato. Esiste il rischio di esacerbare le convulsioni per il ridotto assorbimento gastrointestinale difenitoina e il rischio di maggiore tossicita' o di ridotta efficacia di vinorelbina per l'aumentato metabolismo epatico da fenitoina. Itraconazolo: l'uso concomitante non e' raccomandato per la maggiore potenziale neurotossicita'. Ciclosporina, Tacrolimus: deve essere tenuto in considerazione il rischio di linfoproliferazione da eccessiva immunosoppressione.
Forme Farmacologiche
Conservazione del prodotto
Confezionamento integro: conservare in frigorifero (2 gradi C - 8 gradi C). Non congelare. Per proteggere il prodotto dalla luce, conservare il flacone nella sua confezione originale.