uniprildiur 14 compresse 2,5mg+12,5mg global pharmacies partner srl
Che cosa è uniprildiur 14cpr 2,5mg+12,5mg?
Uniprildiur compresse divisibili prodotto da
global pharmacies partner srl
è un farmaco etico della categoria
specialita' medicinali con prescrizione medica
che appartiene alla fascia A che comprende tutti i farmaci essenziali e per malattie croniche, che sono gratuiti per il cittadino, su questi farmaci le Regioni sono comunque libere di applicare eventualmente un ticket .
Uniprildiur risulta
in commercio nelle farmacie italiane
E' utilizzato per la cura di ramipril e diuretici.
Contiene i principi attivi:
ramipril/idroclorotiazide
Composizione Qualitativa e Quantitativa: una compressa divisibile da 2,5 mg + 12,5 mg contiene, come prinicipiattivi, 2,5 mg di ramipril e 12,5 mg di idroclorotiazide. una compressa divisibile da 5 mg + 25 mg contiene, come principi attivi, 5 mg di ramipril e 25 mg di idroclorotiazide.
Codice AIC: 028532012
Codice EAN: 0
Informazioni e Indicazioni, a cosa serve?
Trattamento dell'ipertensione. Questa associazione a dose fissa e' indicata nei pazienti la cui pressione arteriosa non e' adeguatamente controllata con ramipril da solo o idroclorotiazide da sola.
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Posologia
Uso orale. Si raccomanda che il prodotto venga assunto una volta al giorno alla stessa ora, solitamente al mattino. Puo' essere assunto prima, durante o dopo i pasti, perche' l'assunzione di cibo non modifica la sua biodisponibilita'. Il prodotto deve essere deglutito con un liquido e non deve essere masticato o sbriciolato. Negli adulti la dose deve essere individualizzata in accordo con il profilo del paziente ed il controllo della pressione arteriosa. La somministrazione della associazione fissa di ramipril e idroclorotiazide e' solitamente raccomandata dopo titolazione del dosaggio con uno dei componenti singoli. Il prodotto deve essere iniziato al piu' basso dosaggio disponibile. Se necessario, la dose puo' essere aumentata progressivamente per raggiungere il valore di pressione arteriosa richiesto; le dosi massime consentite sono 10 mg di ramipril e 25 mg di idroclorotiazide al giorno. Si raccomanda cautela nei pazienti gia' in trattamento con diuretici, poiche' si puo' verificare ipotensione dopo l'inizio del trattamento. Si deve prendere in considerazione la riduzione della dose o la sospensione del diuretico prima di iniziare il trattamento con il prodotto. E' controindicato in pazienti con grave insufficienza renale a causa dellapresenza di idroclorotiazide (clearance della creatinina < 30ml/min).Pazienti con insufficienza renale possono richiedere dosi ridotte delprodotto. Pazienti con clearance della creatinina fra 30 e 60 ml/min devono essere trattati solo con la dose piu' bassa della associazione fissa di rampiril e idroclorotiazide dopo somministrazione di ramiprilda solo. Le dosi massime consentite sono 5 mg di ramipril e 25 mg di idroclorotiazide al giorno. Nei pazienti con insufficienza epatica da lieve a moderata, il trattamento con il farmaco deve essere iniziato solo sotto stretto controllo medico e le dosi giornaliere massime consentite sono 2,5 mg di ramipril e 12,5 mg di idroclorotiazide. E' controindicato nei pazienti con grave insufficienza epatica. Negli anziani la dose iniziale deve essere la piu' bassa e la successiva titolazione deve essere piu' graduale a causa della maggiore probabilita' di effetti indesiderati in particolare in pazienti molto anziani o debilitati.Non e' raccomandato l'uso in bambini e adolescenti sotto i 18 anni dieta' in mancanza di dati sufficienti di sicurezza ed efficacia.
Effetti indesiderati
Il profilo di sicurezza dell'associazione ramipril e idroclorotiazideinclude reazioni avverse che si verificano nel contesto dell'ipotensione e/o deplezione di fluidi dovuta alla diuresi aumentata. Il principio attivo ramipril puo' indurre tosse secca persistente, mentre il principio attivo idroclorotiazide puo' portare ad un peggioramento del metabolismo di glucosio, lipidi e acido urico. I due principi attivi hanno effetti opposti sul potassio plasmatico. Reazioni avverse gravi comprendono angioedema o reazioni anafilattiche, danno epatico o renale, pancreatiti, reazioni cutanee gravi e neutropenia/agranulocitosi. La frequenza degli effetti indesiderati e' definita utilizzando la seguente convenzione: molto comuni (>= 1/10), comuni (>= 1/100, < 1/10), non comuni (>= 1/1.000, < 1/100), rari (>= 1/10.000, < 1/1.000), molto rari (< 1/10.000), non nota (la frequenza non puo' essere definita sulla base dei dati disponibili). All'interno dei gruppi di frequenza, gli effetti indesiderati sono elencati in ordine decrescente di gravita'. Patologie cardiache. Non comuni: ischemia miocardica quale angina pectoris, tachicardia, aritmia, palpitazioni, edema periferico. Non nota: infarto del miocardio. Patologie del sistema emolinfopoietico. Non comuni: diminuzione del numero di globuli bianchi, diminuzione del numero di globuli rossi, diminuzione della concentrazione di emoglobina, anemia emolitica, diminuzione del numero delle piastrine. Non nota: depressione del midollo osseo, neutropenia con agranulocitosi, pancitopenia,eosinofilia, emoconcentrazione nel contesto della deplezione di fluidi. Patologie del sistema nervoso. Comune: cefalea, capogiri. Non comuni: vertigini, parestesia, tremore, disordini dell'equilibrio, sensazione di bruciore, disgeusia ageusia. Non nota: ischemia cerebrale quale ictus ischemico e attacco ischemico transitorio, alterazioni delle capacita' psicomotorie, parosmia. Patologie dell'occhio. Non comuni: disturbi della vista inclusa visione offuscata, congiuntivite. Non nota: xantopsia, lacrimazione diminuita dovuta a idroclorotiazide. Patologie dell'orecchio e del labirinto. Non comuni: tinnito. Non nota: danni all'udito. Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche. Comuni: tosse secca non produttiva, bronchite. Non comuni: sinusite, dispnea, congestione nasale. Non nota: broncospasmo con aggravamento dell'asma; alveolite allergica, edema polmonare non cardiogeno dovuto a idroclorotiazide. Patologie gastrointestinali. Non comune: infiammazione gastrointestinale, disturbi della digestione, disturbi addominali, dispepsia,gastrite, nausea, stipsi; gengivite dovuta a idroclorotiazide. Molto rari: vomito, stomatite aftosa, glossite, diarrea, dolore nella parte alta dell'addome, secchezza delle fauci. Non nota: pancreatite (con gli ACE inibitori sono stati riportati molto eccezionalmente casi ad esito fatale), aumento degli enzimi pancreatici, epatici, angioedema del piccolo intestino; scialoadenite dovuta a idroclorotiazide. Patologie renali e urinarie. Non comuni: danno renale quale insufficienza renaleacuta, aumento della produzione di urine, aumento dell'azotemia, aumento della creatininemia. Non nota: peggioramento di proteinuria preesistente; nefrite interstiziale dovuta a idroclorotiazide. Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo. Non comuni: angioedema: in casi veramente eccezionali, l'ostruzione delle vie aeree dovuta all'angioedema puo' avere esito fatale; dermatite psoriasiforme, iperidrosi, rash, in particolare maculo-papulare, prurito, alopecia. Non nota: necrolisiepidermica tossica, sindrome di Stevens-Johnson, eritema multiforme, pemfigo, aggravamento della psoriasi, dermatite esfoliativa, reazioni di fotosensibilizzazione, onicolisi, esantema o enantema pemfigoide o lichenoide, orticaria; lupus eritematoso sistemico dovuto a idroclorotiazide. Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo. Non comuni: mialgia. Non nota: artralgia, spasmi muscolari; debolezza muscolare, rigidita' muscoloscheletrica, tetania dovuta a idroclorotiazide. Alterazioni del metabolismo e della nutrizione. Comuni: inadeguato controllo del diabete mellito, diminuita tolleranza al glucosio, aumento della glicemia, aumento dell'uricemia, aggravamento della gotta, aumento del colesterolo e/o dei trigliceridi nel sangue dovuti aidroclorotiazide. Non comuni: anoressia, diminuzione dell'appetito; diminuzione della kaliemia, sete dovuti a idroclorotiazide. Molto rari:aumento della kaliemia dovuta a ramipril. Non nota: diminuzione dellasodiemia; glicosuria, alcalosi metabolica, ipocloremia, ipomagnesemia, ipercalcemia, disidratazione dovuta a idroclorotiazide. Patologie vascolari. Non comuni: ipotensione, ipotensione ortostatica, sincope, vampate. Non nota: trombosi nel contesto di una grave deplezione di fluidi, stenosi vascolare, ipoperfusione, fenomeno di Raynaud, vasculite. Patologie sistemiche e alterazioni relative alla sede di somministrazione. Comuni: affaticamento, astenia. Non comuni: dolore al petto, piressia. Disturbi del sistema immunitario. Non nota: reazioni anafilattiche o anafilattoidi a ramipril oppure reazioni anafilattiche a idroclorotiazide, aumento degli anticorpi antinucleo. Patologie epatobiliari. Non comuni: epatite colestatica o citolitica (l'esito fatale e' stato molto eccezionale), aumento degli enzimi epatici e/o della bilirubina coniugata; calcoli della colecisti dovuti a idroclorotiazide. Non nota: insufficienza epatica acuta, ittero colestatico, danno epatocellulare. Patologie dell'apparato riproduttivo e della mammella. Non comuni: impotenza erettile transitoria. Non nota: diminuzione della libido, ginecomastia. Disturbi psichiatrici. Non comune: umore depresso, apatia,ansieta', nervosismo, disturbi del sonno inclusa sonnolenza. Non nota: stato confusionale, irrequietezza, disturbi dell'attenzione.
Indicazioni
Trattamento dell'ipertensione. Questa associazione a dose fissa e' indicata nei pazienti la cui pressione arteriosa non e' adeguatamente controllata con ramipril da solo o idroclorotiazide da sola.
Controindicazioni ed effetti secondari
Ipersensibilita' al principio attivo, ad altri ACE inibitori (inibitori dell'Enzima di Conversione dell'Angiotensina), ad idroclorotiazide,ad altri diuretici tiazidici, alle sulfonamidi o ad uno qualsiasi degli eccipienti. Riscontro anamnestico di angioedema (ereditario, idiopatico o pregresso angioedema con ACE inibitori o AIIRA). Trattamenti extracorporei che portano il sangue a contatto con superfici caricate negativamente. Stenosi bilaterale significativa dell'arteria renale o stenosi unilaterale in pazienti con rene unico funzionante. Secondo e terzo trimestre di gravidanza. Allattamento. Grave insufficienza renale con clearance della creatinina inferiore a 30 ml/min in pazienti non in trattamento dialitico. Alterazioni degli elettroliti clinicamente rilevanti che potrebbero peggiorare in seguito al trattamento. Grave insufficienza epatica, encefalopatia epatica.
Composizione ed Eccipienti
Ipromellosa, amido pregelatinizzato, cellulosa microcristallina, sodio stearilfumarato.
Avvertenze
Non iniziare la terapia con ACE inibitori o con Antagonisti del Recettore dell'Angiotensina II (AIIRA) in gravidanza. Per le pazienti che stanno pianificando una gravidanza ricorrere a trattamenti antiipertensivi alternativi, con comprovato profilo di sicurezza per l'uso in gravidanza, a meno che non sia essenziale il proseguimento della terapia con un ACE inibitore/AIIRA. In caso di gravidanza, interrompere il trattamento con ACE inibitori/AIIRA e iniziare una terapia alternativa. Pazienti particolarmente a rischio di ipotensione: i pazienti con iperattivazione del sistema renina-angiotensina-aldosterone possono incorrere in un notevole calo acuto della pressione arteriosa e nel deterioramento della funzione renale dovuto all'ACE inibizione, specialmente quando l'ACE inibitore o un diuretico in associazione sono somministrati per la prima volta o al primo incremento della dose. Prevedere un'attivazione rilevante del sistema renina-angiotensina-aldosterone e supervisionare il paziente, includendo il monitoraggio della pressione. In genere occorre correggere la disidratazione, l'ipovolemia o la deplezione di sali prima di iniziare il trattamento (nei pazienti con insufficienza cardiaca valutare tale azione correttiva contro il rischio di unsovraccarico). Se possibile, interrompere in caso di inibitori dell'enzima di conversione dell'angiotensina come ramipril un giorno prima dell'intervento chirurgico. Supervisionare la fase iniziale in pazientia rischio di ischemia cardiaca o cerebrale in caso di ipotensione acuta. L'associazione ramipril e idroclorotiazide non rappresenta un trattamento di scelta dell'iperaldosteronismo primario. Se usato in un paziente con iperaldosteronismo primario, monitorare i livelli plasmaticidi potassio. Le alterazioni degli elettroliti dovute alla terapia condiuretici inclusa idroclorotiazide possono causare encefalopatia epatica in pazienti con patologia epatica. Valutare la funzione renale prima e durante il trattamento e aggiustare la dose in particolare nelle prime settimane. In pazienti con insufficienza renale e' richiesto un monitoraggio particolarmente attento. C'e' il rischio di un danneggiamento della funzione renale, in particolare in caso di insufficienza cardiaca congestizia o dopo trapianto di rene. In pazienti con patologiarenale, le tiazidi possono precipitare l'uremia. In pazienti con funzionalita' renale compromessa si possono sviluppare effetti cumulativi del principio attivo. Se si evidenzia una progressiva compromissione della funzionalita' renale rivalutare la terapia e considerare la sospensione dei diuretici. Con diuretici effettuare un monitoraggio periodico degli elettroliti sierici ad intervalli appropriati. Le tiazidi possono causare sbilanciamento dei fluidi o degli elettroliti. Benche' con l'uso dei diuretici tiazidici si possa sviluppare ipokaliemia, la terapia concomitante con ramipril puo' ridurre l'ipokaliemia indotta da diuretici. Il rischio di ipokaliemia e' maggiore in caso di cirrosi epatica, diuresi rapida, inadeguato supplemento di elettroliti o terapiaconcomitante con corticosteroidi o ACTH. Effettuare la prima valutazione dei livelli di potassio plasmatici nella prima settimana dopo l'inizio. Correggere eventuali bassi livelli di potassio. Si puo' verificare iponatremia da diluizione. La riduzione dei livelli di sodio inizialmente puo' essere asintomatica, e pertanto occorre un monitoraggio regolare. Il monitoraggio deve essere piu' frequente in pazienti anzianie cirrotici. Le tiazidi aumentano l'escrezione urinaria di magnesio, che puo' determinare ipomagnesemia. Iperkaliemia e' stata osservata inalcuni pazienti trattati con ACE inibitori. I pazienti a rischio di sviluppare iperkaliemia includono i soggetti con insufficienza renale, di eta' > 70 anni, con diabete mellito non controllato o quelli che utilizzano sali di potassio, diuretici risparmiatori di potassio o altriprincipi attivi che fanno aumentare il livello plasmatico del potassio o condizioni quali disidratazione, scompenso cardiaco acuto, acidosimetabolica. Se l'uso di tali sostanze fosse necessario, monitorare ilpotassio sierico. In pazienti con patologie epatiche, alterazioni degli elettroliti dovuti a terapia con diuretici inclusa idroclorotiazidepossono causare encefalopatia epatica. In caso di insorgenza di encefalopatia epatica, interrompere il farmaco. Idroclorotiazide stimola ilriassorbimento renale del calcio e puo' causare ipercalcemia. Puo' interferire con i test per la funzionalita' paratiroidea. Sono stati segnalati casi di angioedema in pazienti in trattamento con ACE inibitoriincluso ramipril. In caso di angioedema, interrompere il farmaco. Istituire un trattamento di emergenza. Tenere sotto osservazione per almeno 12-24 ore e dimettere solo dopo la completa risoluzione della sintomatologia. Con ACE inibitori e' stato riportato angioedema intestinale. Questi pazienti hanno presentato dolore addominale. La probabilita' e la gravita' di reazioni anafilattiche o anafilattoidi in seguito a contatto con veleno di insetti o altri allergeni sono aumentate duranteterapia con ACE inibitori. Prima della desensibilizzazione considerare una temporanea sospensione. Sono state osservate raramente neutropenia/agranulocitosi, ed e' stata inoltre riportata depressione del midollo osseo. Monitorare il numero dei globuli bianchi per permettere l'individuazione di una possibile leucopenia. Monitorare piu' frequentemente all'inizio del trattamento, in pazienti con compromessa funzionalita' renale, nei pazienti con concomitanti patologie del collagene e in quelli trattati con farmaci che possono causare alterazioni del quadroematico. Gli ACE inibitori causano una maggiore incidenza di angioedema nei pazienti neri. Ramipril puo' essere meno efficace nell'abbassare la pressione nelle popolazioni nere rispetto a quelle non nere, probabilmente a causa di una maggiore prevalenza nelle popolazioni nere diipertensione con basso livello di renina. Idroclorotiazide puo' determinare positivita' ai test anti-doping. La terapia con tiazidi puo' compromettere la tolleranza al glucosio. In pazienti diabetici puo' essere richiesto un aggiustamento della dose di insulina o dei farmaci ipoglicemizzanti orali. Un diabete mellito latente puo' divenire manifesto durante la terapia con tiazidi. Aumenti dei livelli di colesterolo etrigliceridi sono stati associati alla terapia con diuretici tiazidici. In alcuni pazienti in terapia con tiazidi si puo' verificare iperuricemia o si puo' manifestare una gotta conclamata. Con l'uso degli ACEinibitori e' stata riportata tosse, da Considerare la tosse da ACE inibitori nella diagnosi differenziale della tosse. Si possono verificare reazioni di sensibilizzazione in pazienti con o senza pregressa allergia o asma bronchiale. E' stata segnalata la possibilita' di esacerbazione del lupus eritematoso sistemico.
Gravidanza e Allattamento
L'uso non e' raccomandato durante il primo trimestre di gravidanza ede' controindicato durante il secondo ed il terzo trimestre di gravidanza. L'evidenza epidemiologica relativa al rischio di teratogenicita' a seguito dell'esposizione ad ACE inibitori durante il primo trimestredi gravidanza non ha dato risultati conclusivi; tuttavia non puo' essere escluso un piccolo aumento del rischio. Per le pazienti che stannopianificando una gravidanza si deve ricorrere a trattamenti antipertensivi alternativi, con comprovato profilo di sicurezza per l'uso in gravidanza, a meno che non sia considerato essenziale il proseguimento della terapia con un ACE inibitore. Quando viene diagnosticata una gravidanza, il trattamento con ACE inibitori deve essere immediatamente interrotto e, se appropriato, si deve iniziare una terapia alternativa. E' noto che nella donna l'esposizione ad ACE inibitori/Antagonisti delRecettore dell'Angiotensina II (AIIRA) durante il secondo ed il terzotrimestre induce tossicita' fetale (ridotta funzionalita' renale, oligoidramnios, ritardo nell'ossificazione del cranio) e tossicita' neonatale (insufficienza renale, ipotensione, iperkaliemia). Se dovesse verificarsi un'esposizione ad un ACE inibitore dal secondo trimestre di gravidanza, si raccomanda un controllo ecografico della funzionalita' renale e del cranio. I neonati le cui madri abbiano assunto ACE inibitori devono essere attentamente osservati per quanto riguarda ipotensione, oliguria e iperkaliemia. Idroclorotiazide, in caso di esposizione prolungata durante il terzo trimestre di gravidanza, puo' causare ischemia feto-placentare e il rischio di un ritardo della crescita. Inoltre, in caso di esposizione vicino al termine sono stati riportati rari casi di ipoglicemia e trombocitopenia nei neonati. Idroclorotiazide puo' ridurre il volume plasmatico e il flusso sanguigno uteroplacentare. Il prodotto e' controindicato durante l'allattamento. Ramipril e idroclorotiazide sono escreti nel latte materno in quantita' tali che gli effetti sul bambino allattato sono probabili se dosi terapeutiche di ramipril e idroclorotiazide vengono somministrate a donne che allattano.Sono disponibili informazioni insufficienti riguardanti l'uso del ramipril durante l'allattamento, ed e' da preferire un trattamento alternativo con comprovato profilo di sicurezza per l'allattamento, specialmente del neonato o del prematuro. Idroclorotiazide e' escreta nel latte umano. L'assunzione di tiazidi durante l'allattamento in madri che allattano e' stata associata con una diminuzione o anche soppressione della lattazione. Si possono verificare ipersensibilita' alle sostanze attive derivate della sulfonamide, ipokaliemia e ittero nucleare. A causa della possibilita' di reazioni serie da entrambe le sostanze attive in bambini allattati, si deve decidere se interrompere l'allattamento o interrompere la terapia, considerando l'importanza della terapia per la madre.
Interazioni con altri prodotti
>>Associazioni controindicate. Trattamenti extracorporei che portano a contatto il sangue con superfici con carica negativa quali dialisi od emofiltrazione con membrane ad alto flusso (ad esempio membrane poliacrilonitriliche) oppure aferesi delle lipoproteine a bassa densita' per mezzo di destrano solfato sono controindicati a causa dell'aumento del rischio di gravi reazioni anafilattoidi. Se e' richiesto questo tipo di trattamento, deve essere considerato l'uso di membrane per dialisi differenti o una classe di antipertensivi differente. >>Precauzioniper l'uso. Sali di potassio, eparina, diuretici risparmiatori di potassio e altri principi attivi che aumentano i livelli del potassio nel sangue (inclusi gli antagonisti dell'Angiotensina II, trimetoprim, tacrolimus, ciclosporina): puo' verificarsi iperkaliemia, quindi e' richiesto un monitoraggio attento dei livelli sierici del potassio. Farmaciantipertensivi (ad es. diuretici) ed altri farmaci a potenziale effetto antipertensivo (ad es. nitrati, antidepressivi triciclici, anestetici , assunzione di alcool, baclofene, alfuzosina, doxazosina, prazosina, tamsulosina, terazosina): si deve prevere un possibile potenziamento del rischio di ipotensione. Vasopressori simpaticomimetici ed altre sostanze (adrenalina) che possono ridurre l'effetto antipertensivo di ramipril: si raccomanda il monitoraggio della pressione arteriosa. Allopurinolo, immunosoppressori, corticosteroidi, procainamide, citostatici e altri farmaci che possono alterare il quadro ematico: aumentato rischio di reazioni ematologiche. Sali di litio: l'escrezione di litio puo' essere ridotta dagli ACE inibitori e quindi la tossicita' del litio puo' essere aumentata. I livelli sierici di litio devono essere controllati. L'uso concomitante di diuretici tiazidici puo' aumentare il rischio di tossicita' del litio e potenziare il rischio gia' incrementato della tossicita' del litio con gli ACE inibitori. L'associazione di ramipril e idroclorotiazide con il litio non e' pertanto raccomandata. Antidiabetici inclusa insulina: possono verificarsi reazioni ipoglicemiche. L'idroclorotiazide puo' attenuare gli effetti dei medicinali antidiabetici. Pertanto nella fase iniziale della co-somministrazione si raccomanda un controllo della glicemia particolarmente stretto. Farmaci antinfiammatori non steroidei ed acido acetilsalicilico: deve essere prevista una possibile riduzione dell'effetto antipertensivo del farmaco. Inoltre, una terapia concomitante con ACE inibitori e FANS puo' portare ad un aumentato rischio di peggioramento della funzionalita'renale e ad un aumento della kaliemia. Anticoagulanti orali: l'effetto degli anticoagulanti orali puo' essere diminuito dall'uso concomitante di idroclorotiazide. Corticosteroidi, ACTH, amfotericina B, carbenoxolone, elevate quantita' di liquerizia, lassativi (in caso di uso prolungato) e altre sostanze con effetto kaliuretico o che diminuiscono il potassio plasmatico: aumentato rischio di ipokaliemia. Preparati a base di digitale, sostanze attive note per prolungare l'intervallo QT eantiaritmici: la loro tossicita' proaritmica puo' essere aumentata o i loro effetti antiaritmici diminuiti in presenza di alterazioni deglielettroliti (es. ipokaliemia, ipomagnesemia). Metildopa: possibile emolisi. Colestiramina e altri scambiatori ionici somministrati per via enterica: ridotto assorbimento di idroclorotiazide. I diuretici sulfonamidici devono essere presi almeno 1 ora prima o 4-6 ore dopo questi medicinali. Miorilassanti di tipo curarico: possibile intensificazione e prolungamento degli effetti rilassanti muscolari. Sali di calcio e prodotti medicinali che aumentano i livelli plasmatici di calcio: si puo' prevedere un aumento della concentrazione sierica di calcio in casodi somministrazione concomitante di idroclorotiazide; pertanto si richiede uno stretto monitoraggio del calcio sierico. Carbamazepina: rischio di iponatremia dovuto agli effetti additivi con idroclorotiazide. Mezzi di contrasto iodati: in caso di disidratazione indotta da diuretici inclusa idroclorotiazide, vi e' il rischio di insufficienza renaleacuta, in particolare con l'uso di dosi importanti di mezzi di contrasto iodati. Penicillina: idroclorotiazide e' escreta nel tubulo distale, e riduce l'escrezione di penicillina. Chinino: idroclorotiazide riduce l'escrezione di chinino.
Equivalenti in base alle liste di trasparenza
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Forme Farmacologiche
Conservazione del prodotto
Nessuna speciale precauzione per la conservazione.