timogel gel oftalmica 30d 0,4g 1mg/g timololo laboratoires thea
Che cosa è timogel gel oft 30d 0,4g 1mg/g?
Timogel gel oftalmico prodotto da
laboratoires thea
è un farmaco etico della categoria
specialita' medicinali con prescrizione medica
che appartiene alla fascia A che comprende tutti i farmaci essenziali e per malattie croniche, che sono gratuiti per il cittadino, su questi farmaci le Regioni sono comunque libere di applicare eventualmente un ticket .
Timogel risulta
in commercio nelle farmacie italiane
E' utilizzato per la cura di preparato antiglaucoma e micotico.
Contiene i principi attivi:
timololo maleato
Codice AIC: 037700010
Codice EAN: 0
Informazioni e Indicazioni, a cosa serve?
Riduzione della pressione intraoculare elevata in pazienti con: ipertensione oculare e glaucoma cronico ad angolo aperto.
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Posologia
Uso oftalmico. Adulti e anziani: 1 goccia 1 mg/g nell'occhio/i interessato/i una volta al giorno, al mattino. Non c'e' esperienza sull'uso nei bambini e negli adolescenti. Se l'oculista lo ritiene necessario puo' essere associato con uno o piu' trattamenti antiglaucoma (somministrazione locale e/o sistemica); comunque, la combinazione di due colliri beta-bloccanti non e' raccomandata. Gli altri colliri devono esseresomministrati almeno 15 minuti prima di questo in quanto deve essere l'ultima medicazione instillata. La risposta puo' richiedere diverse settimane di trattamento per stabilizzare la pressione intraoculare, percio' il monitoraggio della terapia deve includere la valutazione della pressione intraoculare dopo un periodo di trattamento di circa quattro settimane. Deve essere instillato nel sacco congiuntivale una sola volta. Un singolo contenitore monodose contiene una quantita' di gel sufficiente per trattare entrambi gli occhi. Occorre informare i pazienti che devono evitare il contatto tra la punta del contenitore e l'occhio o le palpebre ed usare il gel oftalmico subito dopo la prima apertura del contenitore monodose e eliminare il monodose dopo l'uso. Effettuando l'occlusione nasolacrimale o chiudendo le palpebre per 3 minuti, l'assorbimento sistemico puo' essere ridotto. Questo puo' portare aduna diminuzione degli effetti collaterali sistemici e ad un aumento dell'attivita' locale. Quando viene utilizzato per sostituire un altro collirio anti-glaucoma, quest'ultimo deve essere sospeso dopo aver terminato un dosaggio giornaliero completo, e si deve iniziare con questoil giorno successivo con un dosaggio di una goccia nell'occhio/i interessato/i una volta al giorno, al mattino. Se si intende sostituire una combinazione di trattamenti anti-glaucoma deve essere sospeso un solo farmaco alla volta. Quando un paziente viene trasferito dal trattamento con un singolo agente antiglaucoma, diverso dai beta-bloccanti peruso topico, deve proseguire con tale farmaco e aggiungere una goccia di TIMOGEL 1 mg/g nell'occhio/i interessato/i una volta al giorno. Dalgiorno successivo, deve sospendere completamente la somministrazione del farmaco antiglaucoma precedentemente usato. Quando viene utilizzato in sostituzione di un collirio miotico, potrebbe rivelarsi necessaria la valutazione della rifrazione oculare quando l'effetto del mioticoscompare. La prescrizione medica deve essere associata al monitoraggio della pressione intraoculare, particolarmente all'inizio del trattamento.
Effetti indesiderati
Disturbi del sistema immunitario: lupus eritematoso sistemico, segni e sintomi di reazioni allergiche incluse anafilassi, angioedema, orticaria, rash eritematoso. Disturbi del metabolismo e della nutrizione: ipoglicemia. Disturbi psichiatrici e patologie del sistema nervoso: cefalea, vertigini, peggioramento di segni e sintomi della miastenia grave depressione, insonnia, incubi, diminuzione della libido, impotenza. Patologie dell'occhio: segni e sintomi di irritazione oculare inclusa sensazione di leggero bruciore o dolore puntoreo all'inizio del trattamento, iperemia congiuntivale, congiuntivite, blefarite, cheratite, ipoestesia corneale, secchezza oculare, disturbi visivi, che comprendonooffuscamento della visione, difetti di rifrazione, ptosi, diplopia, distacco coroidale (a seguito di chirurgia filtrante). Patologie cardiache e vascolari: sincope, palpitazioni, aritmia, bradicardia, ipotensione, insufficienza cardiaca, blocco atrioventricolare, rallentamento della conduzione atrioventricolare o aumento di un preesistente blocco atrioventricolare, claudicatio intermittens, fenomeno di Raynaud, freddo alle estremita'. Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche:dispnea, tosse, broncospasmo (soprattutto in pazienti con preesistente patologia ostruttiva dei polmoni). Patologie gastrointestinali: dispepsia, secchezza delle fauci, nausea, vomito, diarrea, gastralgia. Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo: alopecia, diversi disturbi cutanei che includono orticaria, reazioni di ipersensibilita', angioedema (edema angioneurotico), rash cutaneo eritematoso, rash psoriasiforme o esacerbazione della psoriasi. Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione: affaticamento, astenia, dolore toracico. Esami diagnostici: in rari casi sono stati evidenziati anticorpi antinucleo, solo eccezionalmente accompagnati da sintomi clinici tipo lupus, che sono regrediti con l'interruzione del trattamento.
Indicazioni
Riduzione della pressione intraoculare elevata in pazienti con: ipertensione oculare e glaucoma cronico ad angolo aperto.
Controindicazioni ed effetti secondari
Ipersensibilita' al timololo maleato, ad altri beta-bloccanti o ad uno qualsiasi dei componenti del prodotto. Asma, broncopneumopatia cronica ostruttiva, pregressi episodi di asma, iperreattivita' bronchiale egrave rinite allergica. Insufficienza cardiaca inadeguatamente controllata dalla terapia. Shock cardiogeno. Blocco atrioventricolare di secondo e terzo grado in assenza di un pacemaker. Angina di Prinzmetal. Malattia del seno (includendo il blocco senoatriale). Bradicardia (< 45-50 battiti al minuto). Malattia di Raynaud e disturbi della circolazione periferica. Feocromocitoma non trattato. Ipotensione. Distrofie corneali. Associazione con floctafenina. Associazione con sultopride.
Avvertenze
Come nel caso di ogni trattamento contro il glaucoma, si raccomanda di effettuare regolarmente la misurazione della pressione intraoculare e della cornea. L'uso di due colliri beta-bloccanti non e' raccomandato. Se viene utilizzato per abbassare la pressione endoculare in pazienti con glaucoma ad angolo chiuso deve essere utilizzato un miotico in associazione. In questi pazienti, l'obiettivo primario del trattamentoe' la riapertura dell'angolo che si ottiene mediante il restringimento della pupilla determinato da un agente miotico, poiche' il timololo maleato ha un effetto scarso o nullo sulla pupilla. In pazienti che assumevano farmaci anti-glaucoma, con conseguente riduzione della secrezione di umor acqueo (timololo, acetazolamide), dopo trattamento chirurgico del glaucoma e' stato segnalato distacco coroidale accompagnato da ipotonia oculare. Vi e' il rischio di sviluppare intolleranza alle lenti a contatto a causa della riduzione della secrezione lacrimale causata dal beta-bloccante. Il timololo gel oftalmico non e' stato studiato in pazienti portatori di lenti a contatto, e pertanto il loro utilizzo dovrebbe essere evitato durante il trattamento. Nei pazienti che devono essere sottoposti a chirurgia di elezione deve essere valutata la sospensione graduale di agenti bloccanti i recettori beta-adrenergici. Questo farmaco non deve generalmente essere somministrato in associazione ad alcuni calcio antagonisti (bepridile, verapamil, diltiazem).Occorre fare attenzione nel caso in cui venga utilizzato in concomitanza con farmaci beta-bloccanti sistemici. Gli sportivi devono essere avvisati che questo farmaco contiene un principio attivo che puo' determinare positivita' ai test antidoping. La terapia con beta-bloccanti per via sistemica non deve mai essere interrotta bruscamente, soprattutto nei pazienti che soffrono di angina perche' potrebbe causare grave aritmia, infarto del miocardio e morte improvvisa. Il dosaggio deve essere ridotto gradualmente ovvero in un periodo di una o due settimane.Il dosaggio deve essere ridotto se il ritmo cardiaco scende al di sotto dei 50-55 battiti al minuto a riposo, e se il paziente accusa sintomi correlati alla bradicardia. Tali farmaci devono essere somministrati con cautela nei pazienti che presentano un blocco atrio-ventricolaredi primo grado, la sindrome del nodo del seno o una bassa pressione sanguigna. Prima di iniziare il trattamento occorre escludere la presenza di scompenso cardiaco. Si deve somministrare con cautela in pazienti con acidosi metabolica. I pazienti con feocromocitoma in trattamentonon devono assumere beta-bloccanti senza ricevere un trattamento concomitante con agenti bloccanti dei recettori alfa. Pazienti anziani, con compromisione della funzionalita' renale e/o epatica: spesso e' necessario un aggiustamento del dosaggio. Occorre avvertire i pazienti chee' opportuno effettuare un auto-misurazione del profilo glicemico durante le prime fasi del trattamento. I segni di un'ipoglicemia incipiente, in particolare tachicardia, palpitazioni e sudorazione, possono essere mascherati. E' stato dimostrato che i beta-bloccanti aggravano lapsoriasi, quindi l'utilizzo di questi farmaci in tale condizione va accuratamente valutato. In pazienti a rischio di sviluppare gravi reazioni anafilattiche di qualsiasi origine, particolarmente con mezzi di contrasto iodati, anestesia o floctafenina o durante la desensibilizzazione, i beta-bloccanti possono aggravare la reazione e rendere tali soggetti resistenti al trattamento con i normali dosaggi di adrenalina. I beta-bloccanti riducono l'attivita' simpatica riflessa. Continuando il trattamento con un beta-bloccante sistemico si riduce il rischio diaritmia, ischemia miocardica e di attacchi ipertensivi perioperatori.Se si ritiene necessario interrompere il trattamento, e' sufficiente un periodo di sospensione di 48 ore per consentire la ricomparsa dellasensibilita' alle catecolamine. In alcuni casi, il trattamento con beta-bloccanti sistemici non puo' essere interrotto: in pazienti con insufficienza coronarica, e' preferibile proseguire il trattamento fino all'intervento chirurgico, dato i rischi associati ad un'improvvisa interruzione del trattamento con beta-bloccanti; in situazioni di emergenza o quando l'interruzione del trattamento e' impossibile, il pazientedeve essere protetto da un eccessivo stimolo vagale tramite un'adeguata dose di atropina, che deve essere ripetuta, se necessario. L'anestesia deve essere effettuata con farmaci che causano la minore depressione cardiaca possibile, e ogni perdita di sangue deve essere compensata. I beta-bloccanti verosimilmente sono in grado di mascherare alcuni segni di tireotossicosi, in particolare quelli cardiovascolari.
Gravidanza e Allattamento
L'assorbimento sistemico di beta-bloccanti dopo instillazione ocularee' minore rispetto a quello che si verifica in seguito a somministrazione orale, ma tuttavia e' presente. Gli studi negli animali non hannoevidenziato effetti teratogeni. Clinicamente non sono stati evidenziati effetti teratogeni, ed i risultati di studi prospettici controllati, condotti con alcuni beta-bloccanti, non hanno evidenziato nessuna malformazione alla nascita. I beta-bloccanti riducono il flusso placentare, e di conseguenza, si possono verificare morte del feto o parto prematuro. In bambini nati da madri esposte al farmaco, l'attivita' beta-bloccante persiste per diversi giorni dopo la nascita e puo' causare bradicardia, distress respiratorio ed ipoglicemia, ma generalmente cio'non determina conseguenze cliniche rilevanti. Comunque, come conseguenza del ridotto meccanismo una sola volta impatico compensatorio, puo'verificarsi scompenso cardiaco, con conseguente necessita' di ospedalizzazione in un'unita' di terapia intensiva, evitando attentamente i fluidi intravenosi (rischio di edema polmonare acuto). Puo' essere usato durante la gravidanza. Se la terapia viene portata avanti fino al momento del parto si raccomanda uno stretto monitoraggio del neonato (relativamente alla frequenza cardiaca e all'ipoglicemia per i primi 3-5 giorni di vita). Il timololo viene escreto nel latte materno. Sono stati descritti casi di ipoglicemia e bradicardia, dovuti a beta-bloccanti scarsamente legati alle proteine plasmatiche. Quindi, come misura disicurezza, e' preferibile evitare l'allattamento al seno quando il trattamento e' necessario.
Interazioni con altri prodotti
E' necessario un monitoraggio oftalmologico nei casi di un concomitante trattamento con colliri contenenti adrenalina. Sebbene la quantita'di beta-bloccanti che passa nella circolazione sistemica dopo instillazione oculare sia bassa, il rischio di interazioni tra farmaci rimanepresente. >Associazioni controindicate. Floctafenina: nel caso di shock o ipotensione causati dalla stessa, i beta-bloccanti attenuano il meccanismo di compensazione cardiovascolare. Sultopride: aumenta il rischio di aritmia ventricolare, particolarmente di torsione di punta. >Associazioni non raccomandate. Bepridile: disordini dell'automatismo (eccessiva bradicardia, blocco del seno), disturbi della conduzione seno-atriale e atrio-ventricolare ed aumentato rischio di turbe del ritmo ventricolare (torsione di punta) come pure insufficienza cardiaca. Diltiazem: disordini dell'automatismo (eccessiva bradicardia, blocco del seno), disturbi della conduzione seno-atriale e atrio-ventricolare, insufficienza cardiaca. Verapamil: disordini dell'automatismo (eccessivabradicardia, blocco del seno), disturbi della conduzione seno-atrialee atrio-ventricolare ed insufficienza cardiaca (sinergia degli effetti). >Associazioni che richiedono precauzioni per l'uso. Amiodarone: contrattilita' miocardica, automatismi e disturbi della conduzione (soppressione dei meccanismi simpatici compensatori); e' richiesto controllo clinico e monitoraggio dell'ECG. Anestetici alogenati per inalazione: riduzione dei meccanismi compensatori cardiovascolari indotti dai beta-bloccanti. L'inibizione beta-adrenergica puo' essere controbilanciata, durante l'intervento, da agenti beta-stimolanti. In generale non bisogna interrompere la terapia con beta-bloccanti e, in ogni caso, occorre evitare una brusca interruzione. L'anestesista deve essere avvertito che il paziente e' in trattamento con tali farmaci. E' stato osservato un potenziamento dell'effetto di beta-blocco sistemico del gel oftalmico ed un aumento dei livelli plasmatici di beta-bloccante quando il gel oftalmico beta-bloccante e' associato a chinidina, probabilmente a causa dell'inibizione del metabolismo del beta-bloccante da parte della stessa. Baclofene: aumento del rischio di ipotensione, in particolare di ipotensione ortostatica; monitoraggio dei valori pressori e, se necessario, variazione del dosaggio dell'antipertensivo. Anti-ipertensivi centrali: aumento significativo della pressione arteriosa se laterapia con anti-ipertensivi centrali viene interotta improvvisamente. Insulina, farmaci ipoglicemizzanti orali: tutti i beta-bloccanti possono mascherare alcuni sintomi dell'ipoglicemia tra cui palpitazioni etachicardia. Lidocaina per via endovenosa: aumento delle concentrazioni plasmatiche di lidocaina con possibilita' di effetti collaterali neurologici e cardiaci. Effettuare il monitoraggio clinico e tramite ECGe, quando possibile, il dosaggio delle concentrazioni plasmatiche di lidocaina durante la terapia in associazione e dopo che il trattamentocon il beta-bloccante e' stato sospeso. Farmaci che possono provocarefenomeni di torsione di punta: aumentato rischio di aritmia ventricolare, particolarmente di torsione di punta; e' richiesto controllo clinico e monitoraggio dell'ECG. Propafenone: contrattilita' miocardica, automatismi e disturbi della conduzione; e' richiesto controllo clinicoe monitoraggio dell'ECG. >Associazioni da tenere in considerazione. Alfa-bloccanti per uso urogenitale; Alfa-bloccanti antipertensivi: aumento dell'effetto ipotensivo. Aumentato rischio di ipotensione ortostatica. Amifostine: aumento del rischio di ipotensione, in particolare diipotensione ortostatica. Neurolettici: rumento del rischio di ipotensione, in particolare di ipotensione ortostatica. Farmaci anti-infiammatori non steroidei: riduzione dell'effetto antipertensivo. Altri farmaci bradicardici: rischio di bradicardia eccessiva. Diidropiridina: ipotensione, scompenso cardiaco in pazienti con insufficienza cardiaca latente o non controllata. Inoltre, la terapia con beta-bloccanti puo' limitare l'attivita' simpatica riflessa, che viene attivata nei casi dieccessivo effetto emodinamico. Con dipiridamolo IV: aumento dell'effetto antipertensivo. Pilocarpina: rischio di bradicardia eccessiva.