timentin*iv fl 3,2g ticarcillina ed glaxosmithkline spa

Che cosa è timentin iv fl 3,2g?

Timentin preparazione iniettabile prodotto da glaxosmithkline spa
è un farmaco solo uso ospedaliero della categoria specialita' medicinali con prescrizione medica che appartiene alla fascia H che comprende i farmaci di esclusivo uso ospedaliero, non vendibili ai cittadini presso le farmacie aperte al pubblico, ma utilizzabili o distribuibili solo nell'ambito delle strutture sanitarie pubbliche .
Timentin risulta non in commercio nelle farmacie italiane

E' utilizzato per la cura di antibiotici iniettabili ad ampio spettro, inclusi i ceppi beta lattamasi produttori.
Contiene i principi attivi: ticarcillina/acido clavulanico
Composizione Qualitativa e Quantitativa: un flacone da 3000 mg + 200 mg contiene: ticarcillina disodica corrispondente a ticarcillina 3 g; potassio clavulanato corrispondente ad acido clavulanico 200 mg.
Codice AIC: 027118025 Codice EAN: 0

Informazioni e Indicazioni, a cosa serve?

Il medicinale e' indicato per la terapia di infezioni batteriche sostenute da germi sensibili, quali comunemente si riscontrano in: setticemie batteriche; infezioni delle vie respiratorie, acute e croniche; infezioni del tratto urinario (complicate e non complicate); infezioni dell'apparato genitale femminile, quali endometrite, salpingite, malattia infiammatoria pelvica ed ascesso pelvico; infezioni addominali, quali peritonite ed ascesso intraddominale; infezioni ossee ed articolari; infezioni della cute e degli annessi cutanei; trattamento pre- e post- operatorio. Il farmaco si e' dimostrato efficace quale monoterapia nel trattamento di infezioni gravi che richiedono generalmente una terapia antibiotica di associazione.

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Posologia

Adulti e bambini di peso superiore a 40 kg: 1 flacone ogni 8 ore (3 flaconi/die). Secondo il tipo e la gravita' dell'infezione, la posologia puo' essere aumentata fino a 1 flacone ogni 4 ore (6 flaconi/die). Posologia nell'insufficienza renale. Adulti: la dose iniziale di un flacone deve essere seguita da dosi successive agli intervalli di tempo: < 10 ml/min: 3,2 g (3000 mg+200 mg) e.v. ogni 24 ore; 10-30 ml/min: 3,2 g (3000 mg+200 mg) e.v. ogni 12 ore; 30-60 ml/min: 3,2 g (3000 mg+200 mg) e.v. ogni 8 ore. Pazienti sottoposti a dialisi peritoneale o a emodialisi dovrebbero ricevere un flacone da 3,2 g (3000 mg + 200 mg) e.v. dopo ogni trattamento dialitico. Anziani: non sono richiesti aggiustamenti posologici; adottare la posologia consigliata per gli adulti.Insufficienza epatica Non si dispone di informazioni sufficienti per fornire indicazioni posologiche. Uso endovenoso: il medicinale puo' essere somministrato per: iniezione endovenosa, molto lentamente, per unperiodo di 3-4 minuti, in bolo unico (direttamente in vena o mediantecatetere da fleboclisi), disciolto in 20 ml (flacone 3,2 g: 3000 mg+200 mg) di acqua per preparazioni iniettabili; infusione endovenosa della durata di 30 minuti, disciolto in 100 ml (flacone 3,2 g: 3000 mg+200 mg) delle seguenti soluzioni sterili: acqua per preparazioni iniettabili, soluzione fisiologica e soluzione glucosata 5%, soluzione glucosata 10%, soluzione sodiolattato 1/6M e soluzione di sorbitolo. Le dosidel farmaco non devono essere somministrate ad intervalli inferiori alle 4 ore. Dopo ricostituzione e prima della somministrazione, il medicinale, come altri farmaci per uso parenterale, dovrebbe essere ispezionato visivamente per la eventuale presenza di particelle. Se presenti, la soluzione deve essere eliminata. La soluzione ricostituita deve essere impiegata entro 6 ore conservandola in frigorifero (4 gradi C). Il colore delle soluzioni ricostituite del prodotto di solito varia dagiallo chiaro a giallo scuro, in funzione della concentrazione, del periodo e della temperatura di conservazione, mantenendo comunque l'attivita' dichiarata in etichetta. La durata del trattamento deve essere stabilita in rapporto all'evoluzione della forma infettiva. Come per ogni trattamento antibiotico, sospendere la somministrazione non prima di 48 ore dopo lo sfebbramento e la guarigione clinica. La durata ordinaria per il medicinale e' di 10-14 giorni. Durante la terapia delle infezioni urinarie croniche e' necessaria una periodica e frequente valutazione batteriologica e clinica per parecchi mesi dopo completamento; infezioni persistenti possono richiedere un trattamento per parecchie settimane a dosi non inferiori a quelle precedentemente indicate.

Effetti indesiderati

Reazioni di ipersensibilita': rash cutanei, prurito, orticaria e reazioni anafilattiche. Reazioni bollose (incluso eritema multiforme, sindrome di Stevens-Johnson e necrolisi epidermica tossica) sono state segnalate molto raramente. Patologie gastrointestinali Sono stati riportati nausea, vomito e diarrea. Raramente e' stata segnalata colite pseudomembranosa. Patologie epato-biliari: in pazienti in trattamento con antibiotici della classe delle ampicilline e' stato osservato un moderato incremento di AST e/o ALT. Molto raramente sono stati segnalati epatite ed ittero colestatico. Tali effetti sono stati osservati anche con altre penicilline e cefalosporine. Patologie renali e urinarie: raramente e' stata riportata ipocaliemia. Patologie del sistema nervoso centrale: raramente possono verificarsi convulsioni, specialmente in pazienti con compromissione della funzionalita' renale o in trattamento con dosi elevate di farmaco. Patologie del sistema emolinfopoietico: trombocitopenia, leucopenia, eosinofilia e riduzione di emoglobina sono stati riportati raramente. Prolungamento del tempo di protrombina e del tempo di sanguinamento. Si sono verificate manifestazioni di tipo emorragico. Patologie sistemiche e condizioni relative al sito di somministrazione: dolore, bruciore, tumefazione e indurimento alla sede di iniezione e tromboflebite a seguito della somministrazione per via endovenosa.

Indicazioni

Il medicinale e' indicato per la terapia di infezioni batteriche sostenute da germi sensibili, quali comunemente si riscontrano in: setticemie batteriche; infezioni delle vie respiratorie, acute e croniche; infezioni del tratto urinario (complicate e non complicate); infezioni dell'apparato genitale femminile, quali endometrite, salpingite, malattia infiammatoria pelvica ed ascesso pelvico; infezioni addominali, quali peritonite ed ascesso intraddominale; infezioni ossee ed articolari; infezioni della cute e degli annessi cutanei; trattamento pre- e post- operatorio. Il farmaco si e' dimostrato efficace quale monoterapia nel trattamento di infezioni gravi che richiedono generalmente una terapia antibiotica di associazione.

Controindicazioni ed effetti secondari

Ipersensibilita' agli antibiotici beta lattamici (es: penicilline e cefalosporine). Generalmente controindicato in gravidanza e durante l'allattamento.

Avvertenze

Puo' esistere allergenicita' crociata con penicilline e cefalosporine. Prima di iniziare una terapia con il medicinale, deve quindi essere condotta un'indagine accurata riguardante precedenti reazioni di ipersensibilita' agli antibiotici beta-lattamici (es: penicilline e cefalosporine). In pazienti in terapia con beta-lattamici sono state segnalate reazioni di ipersensibilita' grave e occasionalmente fatale (anafilassi). Sebbene l'anafilassi sia piu' frequente a seguito di terapia parenterale, si puo' presentare anche in pazienti in terapia orale. L'insorgenza di tali reazioni e' piu' frequente in soggetti con anamnesi diipersensibilita' agli antibiotici beta-lattamici. In caso di reazioneallergica si deve interrompere il trattamento ed istituire una terapia idonea (amine vasopressorie, antiistaminici, corticosteroidi). Reazioni anafilattiche gravi richiedono l'immediato trattamento con adrenalina e possono essere richiesti anche ossigeno, steroidi e.v., controllo delle vie aeree, compresa l'intubazione. Anche se ticarcillina-clavulanato possiede caratteristiche di bassa tossicita' all'interno del gruppo delle penicilline, nei trattamenti prolungati, con dosi elevate, sono raccomandabili controlli periodici della crasi ematica e della funzionalita' epatica, renale, cardiaca ed ematopoietica. Manifestazionidi tipo emorragico sono state riferite in alcuni pazienti trattati con antibiotici beta-lattamici. Queste reazioni erano associate ad anomalie delle prove di coagulazione (tempo di coagulazione, aggregabilita'piastrinica e tempo di protrombina); tali fenomeni accadono piu' frequentemente in pazienti con insufficienza renale. In caso di manifestazioni di tipo emorragico, sospendere il trattamento con il prodotto ed istituire una terapia adeguata. Solo raramente e' stato segnalato che il medicinale causa ipocaliemia; tuttavia tale possibilita' deve essere tenuta presente, specialmente quando si trattano pazienti con squilibrio idroelettrolitico. Nei pazienti che ricevono una terapia prolungata e' consigliabile un monitoraggio periodico del potassio sierico. Inpazienti che richiedono una dieta povera di sodio deve essere tenuto in considerazione che la ticarcillina disodica equivalente a 1 g di ticarcillina contiene 5,2 mEq di sodio, pari a 119,67 mg di sodio. La presenza di acido clavulanico nella ticarcillina-clavulanato puo' causare un legame non specifico di IgG e albumina da parte delle membrane delle emazie, che porta ad un falso positivo del test di Coombs. L'uso prolungato puo' favorire occasionalmente lo sviluppo di microorganismi non sensibili, inclusi i funghi, che richiede l'adozione di adeguate misure terapeutiche. In pazienti affetti da insufficienza renale, la posologia deve essere adeguata in funzione del grado di compromissione renale.

Gravidanza e Allattamento

Gli studi sugli animali con ticarcillina-clavulanato non hanno mostrato effetti teratogeni. L'uso delle penicilline in gravidanza e' generalmente considerato sicuro. Sono disponibili informazioni limitate relative ai risultati dell'uso di ticarcillina-clavulanato nella gravidanza umana. La decisione di somministrare qualsiasi medicinale durante lagravidanza deve essere assunta con la massima attenzione. Pertanto ticarcillina-clavulanato deve essere utilizzato in gravidanza solo quando i benefici potenziali sono superiori ai possibili rischi associati al trattamento. Il farmaco e' escreto in tracce nel latte materno. Ticarcillina-clavulanato puo' essere somministrato durante l'allattamento.Con l'eccezione del rischio di sensibilizzazione, non vi sono effettinegativi per il bambino allattato al seno. Si deve usare con cautela durante l'allattamento per la possibilita' di insorgenza di reazione da ipersensibilita' nei neonati sensibili.

Interazioni con altri prodotti

Si sconsiglia l'uso concomitante di probenecid. Il probenecid diminuisce la secrezione tubulare renale di ticarcillina: la contemporanea somministrazione di probenecid ritarda l'escrezione renale della ticarcillina ma non ritarda l'escrezione di acido clavulanico. E' noto un effetto terapeutico sinergico tra le penicilline semisintetiche e gli aminoglicosidi. La presenza di acido clavulanico nella ticarcillina-clavulanato puo' causare un legame non specifico di IgG e albumina da partedelle membrane delle emazie, che porta ad un falso positivo del test di Coombs. Come altri antibiotici, la ticarcillina puo' compromettere la flora intestinale, causando una riduzione dell'assorbimento degli estrogeni, riducendo l'efficacia dei contraccettivi orali combinati.

Forme Farmacologiche


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Conservazione del prodotto

Le soluzioni ricostituite, per somministrazione endovenosa, devono essere utilizzate entro il tempo massimo di 6 ore conservandole in frigorifero (4 gradi C).