proleukin*ev 1f 18mui aldesleuchina clinigen healthcare b.v.

Che cosa è proleukin ev 1f 18mui?

Proleukin soluzione per infusione polv prodotto da clinigen healthcare b.v.
è un farmaco solo uso ospedaliero della categoria specialita' medicinali con prescrizione medica che appartiene alla fascia H che comprende i farmaci di esclusivo uso ospedaliero, non vendibili ai cittadini presso le farmacie aperte al pubblico, ma utilizzabili o distribuibili solo nell'ambito delle strutture sanitarie pubbliche .
Proleukin risulta disponibile solo nelle farmaice ospedaliere o specialistico

E' utilizzato per la cura di immunistimolanti.
Contiene i principi attivi: aldesleuchina
Composizione Qualitativa e Quantitativa: aldesleuchina.
Codice AIC: 027131010 Codice EAN: 0

Informazioni e Indicazioni, a cosa serve?

Trattamento del carcinoma renale metastatico. I fattori di rischio associati alle diminuite percentuali di risposta ed alla sopravvivenza mediana, sono: performance status secondo ECOG (Eastern Cooperative Oncology Group dove 0 = attivita' normale; 1 = presenza di sintomi ma il paziente e' in grado di camminare; 2 = allettato per meno del 50% del tempo; 3 = allettato per piu' del 50% del tempo) maggiore o uguale a 1; interessamento di piu' di un organo con siti di malattia metastatica; un periodo inferiore a 24 mesi fra la diagnosi iniziale di tumore primitivo e la data in cui il paziente viene valutato per il trattamentocol farmaco. Le percentuali di risposta e la sopravvivenza mediana diminuiscono con l'incrementare del numero dei fattori di rischio presenti. Pazienti positivi per tutti e tre i fattori di rischio non devono essere trattati col farmaco.

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Posologia

Somministrare il farmaco per via endovenosa mediante infusione continua. >>Pazienti adulti affetti da carcinoma renale metastatico. Infusione endovenosa continua 18 x 10^6 UI/m^2 in infusione continua per 24 ore per 5 giorni, seguite da 2-6 giorni senza farmaco e da altri 5 giorni del farmaco in infusione continua e da 3 settimane senza farmaco. Questo costituisce un ciclo di induzione. Dopo il periodo di riposo di 3 settimane dal primo ciclo, effettuare un secondo ciclo di induzione.Mantenimento: possono essere effettuati fino a 4 cicli di mantenimento (18 x 10^6 UI/m^2 in infusione continua per 5 giorni) ad intervalli di 4 settimane a pazienti che rispondono o che hanno una stabilizzazione della malattia. Se il paziente non tollera il regime posologico raccomandato, ridurre la dose oppure la somministrazione deve essere interrotta fino a quando la tossicita' si e' attenuata. Non si sa in qualemisura la riduzione della dose influenzi le percentuali di risposta ela sopravvivenza mediana. >>Anziani: possono essere piu' sensibili agli effetti collaterali del farmaco e si consiglia di usare cautela neltrattamento di questi pazienti. >>Bambini: non sono state accertate la sicurezza e l'efficacia del farmaco.

Effetti indesiderati

E' stato dimostrato che la frequenza e la gravita' degli effetti indesiderati col farmaco dipendono dalla via di somministrazione, dose e schema terapeutico. La maggior parte degli effetti indesiderati sono auto-limitanti e possono regredire entro 1-2 giorni dalla sospensione della terapia. Un piccolo numero di pazienti sottoposti ad infusione endovenosa continua e' deceduto a causa di effetti indesiderati correlatial trattamento. Infezioni e infestazioni. Comune (>1/100 1/10): anemia, trombocitopenia. Comune: leucopenia, disturbi della coagulazione tra cui coagulazione intravasale disseminata. Raro (>1/10000 1/1000 GRAVIDANZA E ALLATTAMENTOUomini e donne sessualmente attivi devono usare efficaci metodi di contraccezione durante il trattamento. Non sono disponibili dati adeguati sull'uso dell'aldesleuchina nelle donne in gravidanza. Studi nell'animale sono insufficienti per valutare la sicurezza in relazione alla riproduzione, allo sviluppo dell'embrione o del feto, al decorso della gestazione ed allo sviluppo peri e post-natale. Il farmaco ha dimostrato nei ratti di avere effetti embrioletali e tossicita' materna. Il rischio potenziale per l'uomo non e' conosciuto. Non impiegare il farmaco durante la gravidanza a meno che il beneficio potenziale per la paziente giustifichi il potenziale rischio per il feto. Non e' noto se questo farmaco sia escreto nel latte materno. Poiche' la possibilita' di reazioni avverse gravi nei lattanti durante l'allattamento non e' conosciuta, le madri non devono allattare durante il trattamento.

Indicazioni

Trattamento del carcinoma renale metastatico. I fattori di rischio associati alle diminuite percentuali di risposta ed alla sopravvivenza mediana, sono: performance status secondo ECOG (Eastern Cooperative Oncology Group dove 0 = attivita' normale; 1 = presenza di sintomi ma il paziente e' in grado di camminare; 2 = allettato per meno del 50% del tempo; 3 = allettato per piu' del 50% del tempo) maggiore o uguale a 1; interessamento di piu' di un organo con siti di malattia metastatica; un periodo inferiore a 24 mesi fra la diagnosi iniziale di tumore primitivo e la data in cui il paziente viene valutato per il trattamentocol farmaco. Le percentuali di risposta e la sopravvivenza mediana diminuiscono con l'incrementare del numero dei fattori di rischio presenti. Pazienti positivi per tutti e tre i fattori di rischio non devono essere trattati col farmaco.

Controindicazioni ed effetti secondari

Pazienti con ipersensibilita' al principio attivo o ad uno degli eccipienti. Pazienti con performance status secondo l'ECOG maggiore o uguale a 2. Pazienti con presenza simultanea di un performance status secondo l'ECOG uguale o maggiore di 1 e piu' di un organo con siti di malattia metastatica ed un periodo inferiore a 24 mesi fra la diagnosi iniziale di tumore primitivo e la data in cui il paziente viene valutato per il trattamento. Pazienti con anamnesi significativa o evidenza di cardiopatia grave in corso; in casi dubbi si deve effettuare una provada sforzo. Pazienti con evidenze di infezione in atto che richiedano una terapia antibiotica. Pazienti con PaO2 POSOLOGIASomministrare il farmaco per via endovenosa mediante infusione continua. >>Pazienti adulti affetti da carcinoma renale metastatico. Infusione endovenosa continua 18 x 10^6 UI/m^2 in infusione continua per 24 ore per 5 giorni, seguite da 2-6 giorni senza farmaco e da altri 5 giorni del farmaco in infusione continua e da 3 settimane senza farmaco. Questo costituisce un ciclo di induzione. Dopo il periodo di riposo di 3 settimane dal primo ciclo, effettuare un secondo ciclo di induzione.Mantenimento: possono essere effettuati fino a 4 cicli di mantenimento (18 x 10^6 UI/m^2 in infusione continua per 5 giorni) ad intervalli di 4 settimane a pazienti che rispondono o che hanno una stabilizzazione della malattia. Se il paziente non tollera il regime posologico raccomandato, ridurre la dose oppure la somministrazione deve essere interrotta fino a quando la tossicita' si e' attenuata. Non si sa in qualemisura la riduzione della dose influenzi le percentuali di risposta ela sopravvivenza mediana. >>Anziani: possono essere piu' sensibili agli effetti collaterali del farmaco e si consiglia di usare cautela neltrattamento di questi pazienti. >>Bambini: non sono state accertate la sicurezza e l'efficacia del farmaco.CONSERVAZIONEConservare a temperatura compresa tra 2 gradi C e 8 gradi C (in frigorifero). Non congelare. Il farmaco, se ricostituito o ricostituito e diluito secondo le istruzioni ha dimostrato di avere stabilita' chimico-fisica fino a 48 ore se tenuto in frigorifero o a temperatura ambiente (da 2 gradi C a 30 gradi C). Dal punto di vista microbiologico il prodotto ricostituito deve essere usato immediatamente. Se non usato immediatamente i tempi e le condizioni di stoccaggio prima dell'uso sono di responsabilita' dell'utilizzatore e di norma non devono superare le24 ore ad una temperatura compresa fra 2 gradi C e 8 gradi C, a meno che la ricostituzione e la diluizione siano avvenute in condizioni asettiche controllate e validate.AVVERTENZEI pazienti con carcinoma renale metastatico possono essere divisi in 4 distinti gruppi di rischio, che permettono di prevedere la sopravvivenza e, in una certa misura, la risposta dopo terapia col farmaco. I 4gruppi di rischio sono definiti in base al numero di fattori di rischio presenti all'inizio del trattamento. Le percentuali di risposta e la sopravvivenza mediana diminuiscono con l'incrementare del numero deifattori di rischio presenti. Non trattare pazienti positivi per tuttie tre i fattori di rischio col farmaco. I fattori di rischio sono: performance status secondo ECOG maggiore o uguale a 1; interessamento dipiu' di un organo con siti di malattia metastatica; un periodo inferiore a 24 mesi fra la diagnosi iniziale di tumore primitivo e la data in cui il paziente viene valutato per il trattamento col farmaco. La somministrazione del farmaco e' stata associata alla sindrome da aumentata permeabilita' capillare (CLS) caratterizzata da una perdita di tonovascolare e fuoriuscita di proteine plasmatiche e fluidi nello spazioextravascolare. La CLS porta ipotensione e riduce la perfusione d'organo. Sono noti decessi a causa di gravi forme di CLS. Questa di solitocomincia poche ore dopo l'inizio del trattamento col farmaco. In alcuni pazienti l'ipotensione si risolve senza terapia. In altri, e' necessario un trattamento con l'impiego cauto di fluidi endovena, albumina o, nei casi refrattari, con dopamina a basse dosi. Se tali misure non avessero successo, interrompere la terapia col farmaco. Se vengono somministrati liquidi per via endovenosa, ponderare i potenziali vantaggidell'espansione del volume intravascolare rispetto al rischio di edema polmonare secondario alla perdita capillare. Il farmaco puo' esacerbare malattie autoimmuni preesistenti, con possibili complicanze con pericolo di vita. Poiche' non tutti i pazienti che sviluppano fenomeni autoimmuni, a seguito di un trattamento con interleuchina-2, hanno una preesistente anamnesi di malattia autoimmune, si raccomanda attenzioneed il loro stretto controllo per anormalita' tiroidee od altri fenomeni potenzialmente autoimmuni. Alcuni pazienti con malattia di Crohn quiescente hanno manifestato acutizzazione della malattia, a seguito deltrattamento col farmaco, richiedente terapia chirurgica. Sospendere la somministrazione del farmaco in pazienti che sviluppino letargia o sonnolenza grave; la somministrazione continuata puo' provocare coma. Controllare la funzione polmonare attentamente in pazienti con rantoli od aumento della frequenza respiratoria o che lamentino dispnea. Puo' essere necessaria l'intubazione per l'insufficienza respiratoria transitoria, resasi necessaria solo in pazienti trattati col farmaco per via endovenosa. I pazienti possono avere alterazioni dello stato mentaleche possono persistere per parecchi giorni dopo la sospensione del trattamento. Il farmaco puo' alterare la risposta del paziente a farmacipsicotropi. Poiche' la somministrazione del farmaco determina un aumento reversibile delle transaminasi epatiche, della bilirubina sierica,dell'azotemia e della creatinina sierica, monitorare i pazienti con preesistente disfunzione renale od epatica accuratamente. Il metabolismo renale od epatico o l'escrezione di farmaci co-somministrati possonoessere alterati dalla somministrazione del farmaco. Usare altri farmaci con potenziale nefrotossicita' o epatotossicita' nota con cautela. In caso di somministrazione per infusione endovenosa continua ricoverare i pazienti in un centro specializzato dotato delle attrezzature di un'unita' di terapia intensiva. Se si verificano seri effetti indesiderati, modificare la dose. Gli effetti indesiderati, anche se talvolta seri o persino con pericolo di vita del paziente sono trattabili e di solito si risolvono entro 1 o 2 giorni dalla cessazione della terapia col farmaco. Decidere se riprendere la terapia basandosi sulla gravita' e sullo spettro della tossicita' clinica. La somministrazione del farmaco puo' esacerbare i sintomi di malattia in pazienti con metastasi al SNC non clinicamente evidenti o non trattate. Effettuare un'adeguata valutazione e un eventuale trattamento delle metastasi al SNC prima di ricevere la terapia col farmaco. Il farmaco puo' esacerbare i versamenti da superfici sierose. Considerare il trattamento di questi versamenti prima di iniziare la terapia col farmaco soprattutto se i versamenti sono situati in sedi anatomiche in cui un peggioramento puo' determinare alterazione della funzione dei principali organi. Sono consigliabili un ECG piu' una prova da sforzo, il performance status, i segnivitali, la valutazione obiettiva delle vasculopatie coronariche e in pazienti con anamnesi di fumo o malattie respiratorie, prove della funzionalita' polmonare con determinazione dei gas del sangue arterioso come integrazioni dell'anamnesi e dell'esame fisico nella valutazione dei pazienti prima del trattamento. Trattare le infezioni batteriche preesistenti prima di iniziare la terapia col farmaco. Le tossicita' associate alla somministrazione del farmaco possono essere esacerbate dalla co-infezione batterica. La somministrazione del farmaco puo' essereassociata ad una maggiore incidenza e/o gravita' dell'infezione batterica. Tranne numerosi casi dovuti ad Escherichia coli, i microrganismiresponsabili erano lo Stafilococcus aureus o lo Stafilococcus epidermidis. Durante l'infusione endovenosa continua del farmaco e' nota un'aumentata incidenza e/o gravita' di infezione locale nella sede di introduzione del catetere. Sottoporre i pazienti con catetere venoso centrale a profilassi con antibiotici. La somministrazione del farmaco provoca molto comunemente febbre ed effetti indesiderati gastrointestinali. Una terapia concomitante con paracetamolo puo' essere istituita al momento della somministrazione del farmaco per ridurre la febbre. La meperidina puo' essere aggiunta per controllare i brividi associati allafebbre. Si possono usare gli antiemetici e gli antidiarroici quando necessario per trattare altri effetti indesiderati gastrointestinali. Alcuni pazienti con eruzione pruriginosa traggono vantaggio dalla co-somministrazione di antistaminici. Oltre ai test normalmente richiesti per il monitoraggio di pazienti con carcinoma renale metastatico, i seguenti esami di laboratorio sono raccomandati in tutti i pazienti trattati con Proleukin, prima di iniziare il trattamento e quindi, in seguito, periodicamente: test ematologici standard (globuli bianchi con formula leucocitaria e conta piastrinica); esami ematochimici (compresi il bilancio idroelettrolitico e le prove di funzionalita' renale ed epatica); radiografia del torace.INTERAZIONIIn combinazione con un trattamento con cisplatino, vinblastina e dacarbazina e' stata riportata la sindrome fatale da lisi tumorale. L'uso concomitante di questi farmaci quindi non e' raccomandato. Forme gravidi rabdomiolisi e danno miocardico, inclusi infarto cardiaco, miocardite ed ipocinesi ventricolare sembrano aumentate in pazienti a cui il farmaco in infusione continua e interferone-alfa vengono co-somministrati. A seguito dell'uso del farmaco associato a interferone-alfa sono state osservate esacerbazione o presentazione iniziale di turbe funzionali autoimmuni o infiammatorie, incluse glomerulonefriti "a semiluna"da immunoglobulina A (IgA), miastenia grave oculo-bulbare, artriti infiammatorie, tiroiditi, pemfigoide bolloso e sindrome di Stevens-Johnson. Si raccomanda che i pazienti con malattia autoimmune preesistente non siano trattati col farmaco. I glucocorticoidi, co-somministrati alfarmaco, possono ridurre l'attivita' dello stesso e percio' devono essere evitati. Tuttavia i pazienti che sviluppino segni o sintomi che facciano temere pericolo di vita possono essere ugualmente trattati condesametasone fino a quando il grado di tossicita' si attesti ad un livello accettabile. La co-somministrazione di farmaci con effetti epatotossici, nefrotossici, mielotossici o cardiotossici puo' aumentare la tossicita' del farmaco in questi apparati. Farmaci antiipertensivi, come i betabloccanti, possono potenziare l'ipotensione osservata col farmaco e percio' si deve monitorare la pressione sanguigna. Il farmaco puo' alterare il metabolismo renale o epatico o l'escrezione di farmacisomministrati in concomitanza. Altri farmaci con potenziale nefrotossicita' o epatotossicita' nota devono essere usati con cautela. Il farmaco puo' influenzare la funzione del sistema nervoso centrale. Pertanto possono verificarsi interazioni dopo co-somministrazione con farmaciad azione centrale. Il farmaco puo' alterare la risposta del pazientea farmaci psicotropi e per questo i pazienti devono essere monitorati. L'uso di mezzi di contrasto dopo la somministrazione del farmaco puo' determinare una ricomparsa della tossicita' osservata durante la somministrazione del farmaco. La maggior parte degli eventi sono stati riportati entro due settimane dall'ultima dose del farmaco, ma altri anche dopo mesi. Per questo motivo si raccomanda di non utilizzare mezzi di contrasto nelle 2 settimane successive al trattamento col farmaco. Reazioni di ipersensibilita' sono state riscontrate in pazienti sottoposti a trattamento concomitante con alte dosi del farmaco in sequenza con agenti antineoplastici, in particolare, dacarbazina, cisplatino, tamoxifene e interferone-alfa. Queste reazioni sono costituite da eritema, prurito e ipotensione e intervengono entro poche ore dalla somministrazione della chemioterapia.EFFETTI INDESIDERATIE' stato dimostrato che la frequenza e la gravita' degli effetti indesiderati col farmaco dipendono dalla via di somministrazione, dose e schema terapeutico. La maggior parte degli effetti indesiderati sono auto-limitanti e possono regredire entro 1-2 giorni dalla sospensione della terapia. Un piccolo numero di pazienti sottoposti ad infusione endovenosa continua e' deceduto a causa di effetti indesiderati correlatial trattamento. Infezioni e infestazioni. Comune (>1/100 1/10): anemia, trombocitopenia. Comune: leucopenia, disturbi della coagulazione tra cui coagulazione intravasale disseminata. Raro (>1/10000 1/1000 GRAVIDANZA E ALLATTAMENTOUomini e donne sessualmente attivi devono usare efficaci metodi di contraccezione durante il trattamento. Non sono disponibili dati adeguati sull'uso dell'aldesleuchina nelle donne in gravidanza. Studi nell'animale sono insufficienti per valutare la sicurezza in relazione alla riproduzione, allo sviluppo dell'embrione o del feto, al decorso della gestazione ed allo sviluppo peri e post-natale. Il farmaco ha dimostrato nei ratti di avere effetti embrioletali e tossicita' materna. Il rischio potenziale per l'uomo non e' conosciuto. Non impiegare il farmaco durante la gravidanza a meno che il beneficio potenziale per la paziente giustifichi il potenziale rischio per il feto. Non e' noto se questo farmaco sia escreto nel latte materno. Poiche' la possibilita' di reazioni avverse gravi nei lattanti durante l'allattamento non e' conosciuta, le madri non devono allattare durante il trattamento.

Composizione ed Eccipienti

Mannitolo (E421), sodio laurilsolfato, sodio diidrogenofosfato monoidrato (regolatore del pH), disodio idrogenofosfato (regolatore del pH).

Avvertenze

I pazienti con carcinoma renale metastatico possono essere divisi in 4 distinti gruppi di rischio, che permettono di prevedere la sopravvivenza e, in una certa misura, la risposta dopo terapia col farmaco. I 4gruppi di rischio sono definiti in base al numero di fattori di rischio presenti all'inizio del trattamento. Le percentuali di risposta e la sopravvivenza mediana diminuiscono con l'incrementare del numero deifattori di rischio presenti. Non trattare pazienti positivi per tuttie tre i fattori di rischio col farmaco. I fattori di rischio sono: performance status secondo ECOG maggiore o uguale a 1; interessamento dipiu' di un organo con siti di malattia metastatica; un periodo inferiore a 24 mesi fra la diagnosi iniziale di tumore primitivo e la data in cui il paziente viene valutato per il trattamento col farmaco. La somministrazione del farmaco e' stata associata alla sindrome da aumentata permeabilita' capillare (CLS) caratterizzata da una perdita di tonovascolare e fuoriuscita di proteine plasmatiche e fluidi nello spazioextravascolare. La CLS porta ipotensione e riduce la perfusione d'organo. Sono noti decessi a causa di gravi forme di CLS. Questa di solitocomincia poche ore dopo l'inizio del trattamento col farmaco. In alcuni pazienti l'ipotensione si risolve senza terapia. In altri, e' necessario un trattamento con l'impiego cauto di fluidi endovena, albumina o, nei casi refrattari, con dopamina a basse dosi. Se tali misure non avessero successo, interrompere la terapia col farmaco. Se vengono somministrati liquidi per via endovenosa, ponderare i potenziali vantaggidell'espansione del volume intravascolare rispetto al rischio di edema polmonare secondario alla perdita capillare. Il farmaco puo' esacerbare malattie autoimmuni preesistenti, con possibili complicanze con pericolo di vita. Poiche' non tutti i pazienti che sviluppano fenomeni autoimmuni, a seguito di un trattamento con interleuchina-2, hanno una preesistente anamnesi di malattia autoimmune, si raccomanda attenzioneed il loro stretto controllo per anormalita' tiroidee od altri fenomeni potenzialmente autoimmuni. Alcuni pazienti con malattia di Crohn quiescente hanno manifestato acutizzazione della malattia, a seguito deltrattamento col farmaco, richiedente terapia chirurgica. Sospendere la somministrazione del farmaco in pazienti che sviluppino letargia o sonnolenza grave; la somministrazione continuata puo' provocare coma. Controllare la funzione polmonare attentamente in pazienti con rantoli od aumento della frequenza respiratoria o che lamentino dispnea. Puo' essere necessaria l'intubazione per l'insufficienza respiratoria transitoria, resasi necessaria solo in pazienti trattati col farmaco per via endovenosa. I pazienti possono avere alterazioni dello stato mentaleche possono persistere per parecchi giorni dopo la sospensione del trattamento. Il farmaco puo' alterare la risposta del paziente a farmacipsicotropi. Poiche' la somministrazione del farmaco determina un aumento reversibile delle transaminasi epatiche, della bilirubina sierica,dell'azotemia e della creatinina sierica, monitorare i pazienti con preesistente disfunzione renale od epatica accuratamente. Il metabolismo renale od epatico o l'escrezione di farmaci co-somministrati possonoessere alterati dalla somministrazione del farmaco. Usare altri farmaci con potenziale nefrotossicita' o epatotossicita' nota con cautela. In caso di somministrazione per infusione endovenosa continua ricoverare i pazienti in un centro specializzato dotato delle attrezzature di un'unita' di terapia intensiva. Se si verificano seri effetti indesiderati, modificare la dose. Gli effetti indesiderati, anche se talvolta seri o persino con pericolo di vita del paziente sono trattabili e di solito si risolvono entro 1 o 2 giorni dalla cessazione della terapia col farmaco. Decidere se riprendere la terapia basandosi sulla gravita' e sullo spettro della tossicita' clinica. La somministrazione del farmaco puo' esacerbare i sintomi di malattia in pazienti con metastasi al SNC non clinicamente evidenti o non trattate. Effettuare un'adeguata valutazione e un eventuale trattamento delle metastasi al SNC prima di ricevere la terapia col farmaco. Il farmaco puo' esacerbare i versamenti da superfici sierose. Considerare il trattamento di questi versamenti prima di iniziare la terapia col farmaco soprattutto se i versamenti sono situati in sedi anatomiche in cui un peggioramento puo' determinare alterazione della funzione dei principali organi. Sono consigliabili un ECG piu' una prova da sforzo, il performance status, i segnivitali, la valutazione obiettiva delle vasculopatie coronariche e in pazienti con anamnesi di fumo o malattie respiratorie, prove della funzionalita' polmonare con determinazione dei gas del sangue arterioso come integrazioni dell'anamnesi e dell'esame fisico nella valutazione dei pazienti prima del trattamento. Trattare le infezioni batteriche preesistenti prima di iniziare la terapia col farmaco. Le tossicita' associate alla somministrazione del farmaco possono essere esacerbate dalla co-infezione batterica. La somministrazione del farmaco puo' essereassociata ad una maggiore incidenza e/o gravita' dell'infezione batterica. Tranne numerosi casi dovuti ad Escherichia coli, i microrganismiresponsabili erano lo Stafilococcus aureus o lo Stafilococcus epidermidis. Durante l'infusione endovenosa continua del farmaco e' nota un'aumentata incidenza e/o gravita' di infezione locale nella sede di introduzione del catetere. Sottoporre i pazienti con catetere venoso centrale a profilassi con antibiotici. La somministrazione del farmaco provoca molto comunemente febbre ed effetti indesiderati gastrointestinali. Una terapia concomitante con paracetamolo puo' essere istituita al momento della somministrazione del farmaco per ridurre la febbre. La meperidina puo' essere aggiunta per controllare i brividi associati allafebbre. Si possono usare gli antiemetici e gli antidiarroici quando necessario per trattare altri effetti indesiderati gastrointestinali. Alcuni pazienti con eruzione pruriginosa traggono vantaggio dalla co-somministrazione di antistaminici. Oltre ai test normalmente richiesti per il monitoraggio di pazienti con carcinoma renale metastatico, i seguenti esami di laboratorio sono raccomandati in tutti i pazienti trattati con Proleukin, prima di iniziare il trattamento e quindi, in seguito, periodicamente: test ematologici standard (globuli bianchi con formula leucocitaria e conta piastrinica); esami ematochimici (compresi il bilancio idroelettrolitico e le prove di funzionalita' renale ed epatica); radiografia del torace.

Gravidanza e Allattamento

Uomini e donne sessualmente attivi devono usare efficaci metodi di contraccezione durante il trattamento. Non sono disponibili dati adeguati sull'uso dell'aldesleuchina nelle donne in gravidanza. Studi nell'animale sono insufficienti per valutare la sicurezza in relazione alla riproduzione, allo sviluppo dell'embrione o del feto, al decorso della gestazione ed allo sviluppo peri e post-natale. Il farmaco ha dimostrato nei ratti di avere effetti embrioletali e tossicita' materna. Il rischio potenziale per l'uomo non e' conosciuto. Non impiegare il farmaco durante la gravidanza a meno che il beneficio potenziale per la paziente giustifichi il potenziale rischio per il feto. Non e' noto se questo farmaco sia escreto nel latte materno. Poiche' la possibilita' di reazioni avverse gravi nei lattanti durante l'allattamento non e' conosciuta, le madri non devono allattare durante il trattamento.

Interazioni con altri prodotti

In combinazione con un trattamento con cisplatino, vinblastina e dacarbazina e' stata riportata la sindrome fatale da lisi tumorale. L'uso concomitante di questi farmaci quindi non e' raccomandato. Forme gravidi rabdomiolisi e danno miocardico, inclusi infarto cardiaco, miocardite ed ipocinesi ventricolare sembrano aumentate in pazienti a cui il farmaco in infusione continua e interferone-alfa vengono co-somministrati. A seguito dell'uso del farmaco associato a interferone-alfa sono state osservate esacerbazione o presentazione iniziale di turbe funzionali autoimmuni o infiammatorie, incluse glomerulonefriti "a semiluna"da immunoglobulina A (IgA), miastenia grave oculo-bulbare, artriti infiammatorie, tiroiditi, pemfigoide bolloso e sindrome di Stevens-Johnson. Si raccomanda che i pazienti con malattia autoimmune preesistente non siano trattati col farmaco. I glucocorticoidi, co-somministrati alfarmaco, possono ridurre l'attivita' dello stesso e percio' devono essere evitati. Tuttavia i pazienti che sviluppino segni o sintomi che facciano temere pericolo di vita possono essere ugualmente trattati condesametasone fino a quando il grado di tossicita' si attesti ad un livello accettabile. La co-somministrazione di farmaci con effetti epatotossici, nefrotossici, mielotossici o cardiotossici puo' aumentare la tossicita' del farmaco in questi apparati. Farmaci antiipertensivi, come i betabloccanti, possono potenziare l'ipotensione osservata col farmaco e percio' si deve monitorare la pressione sanguigna. Il farmaco puo' alterare il metabolismo renale o epatico o l'escrezione di farmacisomministrati in concomitanza. Altri farmaci con potenziale nefrotossicita' o epatotossicita' nota devono essere usati con cautela. Il farmaco puo' influenzare la funzione del sistema nervoso centrale. Pertanto possono verificarsi interazioni dopo co-somministrazione con farmaciad azione centrale. Il farmaco puo' alterare la risposta del pazientea farmaci psicotropi e per questo i pazienti devono essere monitorati. L'uso di mezzi di contrasto dopo la somministrazione del farmaco puo' determinare una ricomparsa della tossicita' osservata durante la somministrazione del farmaco. La maggior parte degli eventi sono stati riportati entro due settimane dall'ultima dose del farmaco, ma altri anche dopo mesi. Per questo motivo si raccomanda di non utilizzare mezzi di contrasto nelle 2 settimane successive al trattamento col farmaco. Reazioni di ipersensibilita' sono state riscontrate in pazienti sottoposti a trattamento concomitante con alte dosi del farmaco in sequenza con agenti antineoplastici, in particolare, dacarbazina, cisplatino, tamoxifene e interferone-alfa. Queste reazioni sono costituite da eritema, prurito e ipotensione e intervengono entro poche ore dalla somministrazione della chemioterapia.

Forme Farmacologiche


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Conservazione del prodotto

Conservare a temperatura compresa tra 2 gradi C e 8 gradi C (in frigorifero). Non congelare. Il farmaco, se ricostituito o ricostituito e diluito secondo le istruzioni ha dimostrato di avere stabilita' chimico-fisica fino a 48 ore se tenuto in frigorifero o a temperatura ambiente (da 2 gradi C a 30 gradi C). Dal punto di vista microbiologico il prodotto ricostituito deve essere usato immediatamente. Se non usato immediatamente i tempi e le condizioni di stoccaggio prima dell'uso sono di responsabilita' dell'utilizzatore e di norma non devono superare le24 ore ad una temperatura compresa fra 2 gradi C e 8 gradi C, a meno che la ricostituzione e la diluizione siano avvenute in condizioni asettiche controllate e validate.