prelectal*fte 56cpr 4+1,25mg perindopril e stroder srl

Che cosa è prelectal fte 56cpr 4+1,25mg?

Prelectal compresse prodotto da stroder srl
è un farmaco etico della categoria specialita' medicinali con prescrizione medica che appartiene alla fascia C che comprende quei farmaci che, non essendo considerati essenziali, sono completamente a carico del cittadino ma richiedono comunque prescrizione .
Prelectal risulta non in commercio nelle farmacie italiane

E' utilizzato per la cura di perindopril e diuretico.
Contiene i principi attivi: perindopril erbumina (tert-butilamina)/indapamide
Codice AIC: 034234169 Codice EAN: 0

Informazioni e Indicazioni, a cosa serve?

Trattamento dell'ipertensione arteriosa essenziale. E' indicato nei pazienti la cui pressione arteriosa non e' adeguatamente controllata dal solo perindopril.

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Posologia

Uso orale. Una compressa al giorno in unica assunzione, preferibilmente al mattino e comunque prima di un pasto. Ove possibile, si suggerisce di iniziare il trattamento con i singoli componenti dell'associazione; quando clinicamente opportuno, puo' essere preso in considerazioneil passaggio diretto dalla monoterapia a Prelectal Forte. Pazienti con insufficienza renale. In caso di insufficienza renale grave (clearance della creatinina < 30 ml/min), il trattamento e' controindicato. Nei pazienti con clearance della creatinina uguale o superiore a 30 ml/min ed inferiore a 60 ml/min, si raccomanda di iniziare il trattamento con un adeguato dosaggio dei singoli componenti dell'associazione. None' necessario modificare la posologia nei pazienti con clearance della creatinina superiore a 60 ml/min. La pratica medica corrente deve prevedere un controllo frequente della creatininemia e della potassiemia.Bambini. Non deve essere somministrato a pazienti in eta' pediatrica in quanto,in questi ultimi, non sono state accertate l'efficacia e la tollerabilita' del perindopril da solo o in associazione.

Effetti indesiderati

Prelectal Forte. La somministrazione di perindopril inibisce il sistema renina-angiotensina-aldosterone e tende a ridurre la perdita di potassio indotta dall'indapamide. Nel corso di studi clinici e' stato osservato in alcuni casi un calo della kaliemia al di sotto di 3,4 mmol/ldopo 12 settimane di trattamento nel 4% dei pazienti trattati. Dopo 12 settimane di trattamento il calo medio della kaliemia e' stato di 0,20 mmol/l. Perindopril. Sul piano clinico: Cefalee, astenia, sensazioni di vertigine, disturbi dell'umore e/o del sonno, crampi; Ipotensioneortostatica o non; Sporadicamente, eruzioni cutanee; Dolori epigastrici, anoressia, nausea, dolori addominali, alterazioni del gusto; Con l'utilizzo degli inibitori dell'enzima di conversione dell'angiotensinae' stata riferita la comparsa di tosse secca caratterizzata dalla suapersistenza e dalla sua scomparsa alla sospensione del trattamento. L'eziologia iatrogena deve essere presa in considerazione in presenza di questo sintomo. Raramente: edema angioneurotico (edema di Quincke). Sul piano biologico: Aumento moderato dell'urea e della creatinina plasmatica, reversibile all'arresto deltrattamento, piu' spesso riportatoin caso di stenosi dell'arteria renale, ipertensione arteriosa trattata con diuretici, insufficienza renale. Iperkaliemia, generalmente transitoria; In pazienti particolari (sottoposti a trapianto di rene, emodializzati) sotto trattamento con inibitori dell'enzima di conversionedell'angiotensina, e' stata riportata anemia. Indapamide. Sul piano clinico: Gli effetti indesiderati sono per la maggior parte dose-dipendenti: In caso di insufficienza epatica, possibilita' di comparsa di encefalopatia epatica; Reazioni di ipersensibilita', principalmente a livello dermatologico, in soggetti predisposti a manifestazioni allergiche e asmatiche; Eruzioni maculopapulose, porpora, possibilita' di aggravamento di un lupus eritematoso acuto sistemico preesistente; Nausea,costipazione, secchezza delle fauci, vertigini, astenia, parestesie, cefalee, raramente constatati e in genere reversibili con una riduzione della posologia; Raramente: pancreatine. Sul piano biologico: gli effetti indesiderati sono per la maggior parte dose-dipendenti: deplezione potassica con ipokaliemia particolarmente grave in alcuni pazienti a rischio; Iponatremia con ipovolemia che provoca disidratazione e ipotensione ortostatica. La perdita contemporanea di ioni cloruro puo' provocare un'alcalosi metabolica compensatoria; l'incidenza e l'intensita' di questo effetto sono modeste. Innalzamento dei livelli di uricemia e glicemia durante il trattamento; l'impiego di questi diuretici dovra' essere valutato a fondo per i pazienti diabetici e affetti da gotta; gli effetti a livello ematico sono molto piu' rari: trombocitopenia, leucopenia, agranulocitosi, anemia emolitica e/o da aplasia midollare. Raramente: ipercalcemia.

Indicazioni

Trattamento dell'ipertensione arteriosa essenziale. E' indicato nei pazienti la cui pressione arteriosa non e' adeguatamente controllata dal solo perindopril.

Controindicazioni ed effetti secondari

Perindopril. Ipersensibilita' al perindopril o ad ogni altro ACE inibitore; Antecedente di edema angioneurotico (edema di Quincke) associato a precedente terapia con ACE-inibitori (inibitori dell'enzima di conversione dell'angiotensina); Edema angioneurotico ereditario e idiopatico; Gravidanza; Allattamento. Questo medicinale e' generalmente sconsigliato in caso di: associazioni con diuretici risparmiatori di potassio, sali di potassio, litio; stenosi bilaterale dell'arteria renale o funzionalita' ridotta ad un solo rene, iperkaliemia. Indapamide. Ipersensibilita' ai sulfamidici; Insufficienza renale grave (clearance della creatinina < 30 ml/min); Encefalopatia epatica; Insufficienza epatica grave; Ipokaliemia. Questo medicinale e' generalmente sconsigliato in caso di associazione con farmaci non antiaritmici che provocano torsioni di punta. Prelectal Forte. In mancanza di esperienze terapeutichesufficienti, non deve essere impiegato in: pazienti in dialisi, pazienti con insufficienza cardiaca scompensata non trattata.

Avvertenze

Perindopril. Il rischio di neutropenia sembra essere correlato alla dose e al tipo di paziente ed e' dipendente dallo stato clinico del paziente. Raramente e' stata osservata in pazienti senza altre complicanze, ma puo' verificarsi in pazienti con un certo grado di insufficienzarenale. E' reversibile dopo la sospensione dell'ACE inibitore. Un angioedema al volto, alle estremita', alle labbra, alla lingua, alla glottide e/o alla laringe e' stato raramente segnalato in pazienti trattati con un inibitore dell'enzima di conversione dell'angiotensina, perindopril incluso. In questi casi, il trattamento con perindopril deve essere immediatamente sospeso ed il paziente tenuto sotto osservazione fino a completa scomparsa dell'edema. L'angioedema associato ad un edema laringeo puo' essere fatale. I pazienti con antecedente di edema di Quincke non legato all'assunzione di un inibitore dell'enzima di conversione presentano un rischio superiore di comparsa dell'edema di Quincke quando trattati con un inibitore dell'enzima di conversione dell'angiotensina. Gli ACE inibitori devono essere impiegati con cautela in pazienti allergici desensibilizzati ed evitati in quelli che si stanno sottoponendo a immunoterapia. Tuttavia, tali reazioni possono essere prevenute sospendendo temporaneamente l'ACE inibitore, almeno 24 ore prima di intraprendere il trattamento di desensibilizzazione, in quei pazienti che necessitano sia del trattamento con ACE inibitori che del trattamento di desensibilizzazione. Gli ACE inibitori non devono esseresomministrati a pazienti in emodialisi con membrane high - flux o sottoposti ad aferesi delle LDL con adsorbimento su destran solfato. Tuttavia, tali reazioni possono essere prevenute sospendendo temporaneamente l'ACE inibitore, almeno 24 ore prima di intraprendere il trattamento, in quei pazienti che necessitano di assumere ACE inibitori e di essere contemporaneamente sottoposti ad aferesi. In caso di affezione epatica, i diuretici tiazidici e similari possono provocare un'encefalopatia epatica. In caso di insufficienza renale grave (clearance della creatinina < 30 ml/min), il trattamento e' controindicato. Esiste il rischio di ipotensione improvvisa in presenza di preesistente deplezione sodica. L'associazione perindopril + indapamide non esclude la comparsa di una ipokaliemia, soprattutto nei pazienti diabetici o con insufficienza renale. Come per ogni altro antiipertensivo contenente un diuretico, deve essere effettuato un controllo regolare del potassio plasmatico. A seguito di somministrazione degli inibitori dell'enzima di conversione dell'angiotensina e' stata riportata la comparsa di una tossesecca, le cui caratteristiche sono la persistenza e la scomparsa dopointerruzione del trattamento. In presenza di questo sintomo si deve considerare una possibile eziologia iatrogena. Nel caso in cui la prescrizione di un inibitore dell'enzima di conversione dell'angiotensina sia indispensabile, si puo' proseguire con il trattamento. Nei bambini l'efficacia e la tollerabilita' del perindopril, solo o in associazione, non sono state accertate. E' stata osservata una stimolazione notevole del sistema renina-angiotensina-aldosterone in particolare nel corso di deplezioni idrosaline importanti. Il blocco di questo sistema daparte di un inibitore dell'enzima di conversione dell'angiotensina puo' allora provocare, soprattutto alla prima assunzione e nel corso delle prime due settimane di trattamento, un brusco calo pressorio e/o uninnalzamento della creatinina plasmatica segno di un'insufficienza renale funzionale; occasionalmente questa puo' essere ad insorgenza acuta benche' raramente e dopo un intervallo di tempo variabile. In questicasi, il trattamento deve essere iniziato a piu' basso dosaggio e aumentato progressivamente. Il dosaggio iniziale deve essere adattato ulteriormente in funzione della risposta pressoria, in particolare in caso di deplezione idrosalina, per evitare la comparsa di improvvisa ipotensione. Il trattamento dell'ipertensione arteriosa nefrovascolare e' la rivascolarizzazione. Il trattamento deve allora essere iniziato in ambiente ospedaliero, a basso dosaggio e sotto stretto controllo dellafunzione renale e della kaliemia, poiche' alcuni pazienti hanno sviluppato un'insufficienza renale funzionale, rivelatasi reversibile con l'interruzione del trattamento. Non interrompere un eventuale trattamento con beta-bloccanti nel paziente iperteso con insufficienza coronarica; l'ACE-Inibitore deve essere associato al beta-bloccante. Casi di anemia sono stati riportati in pazienti sottoposti a trapianto di rene o dializzati, con un calo dei tassi di emoglobina tanto piu' marcato quanto piu' alti erano i valori iniziali. Si tratta di un calo moderato, che sopraggiunge nel giro di 1-6 mesi, e resta in seguito stabile. E' reversibile all'arresto del trattamento. L'interruzione del trattamento, se possibile, e' raccomandata 48 ore prima dell'intervento chirurgico per gli inibitori dell'enzima di conversione dell'angiotensina a lunga durata d'azione, come il perindopril. Gli ACE inibitori devono essere utilizzati con cautela in pazienti con ostruzione del tratto d'efflusso del ventricolo sinistro. La deplezione potassica con ipokaliemia rappresenta il rischio maggiore dei diuretici tiazidici e similari.Il rischio di comparsa di ipokaliemia (< 3,4 mmol/l) deve essere prevenuto in alcuni pazienti a rischio quali gli anziani e/o denutriti e/opolitrattati, i cirrotici con edema e ascite, i coronaropatici ed i pazienti con insufficienza cardiaca. Anche i soggetti con intervallo QTlungo, di origine sia congenita che iatrogena, sono a rischio. L'ipokaliemia, come pure la bradicardia, agiscono da fattori predisponenti alla comparsa di turbe gravi del ritmo cardiaco, soprattutto di torsioni di punta, potenzialmente fatali. La constatazione di ipokaliemia implica la sua immediata correzione. I diuretici tiazidici e similari possono ridurre l'escrezione urinaria del calcio e provocare un aumento leggero e transitorio della calcemia. Nei pazienti iperuricemici, puo' aumentare la tendenza ad attacchi di gotta. I diuretici tiazidici e similari sono pienamente efficaci solamente se la funzione renale e' normale o poco alterata. Nel soggetto anziano, il valore della creatininemia deve essere correlato all'eta', al peso e al sesso del paziente, secondo la formula di Cockroft. L'ipovolemia, dovuta alla perdita di acqua e di sodio causata dal diuretico ad inizio trattamento, provoca una riduzione della filtrazione glomerulare. Questa insufficienza renalefunzionale transitoria non provoca conseguenze nel paziente con funzione renale normale, ma puo' invece aggravare un'insufficienza renale preesistente. Contiene un principio attivo che puo' indurre una reazione positiva ai test di controllo antidoping.

Gravidanza e Allattamento

Non sono stati effettuati studi adeguati nella donna. Gli ACE inibitori attraversano la placenta e possono causare morbi-mortalita' fetale e neonatale se somministrati a donne in gravidanza. L'esposizione del feto agli ACE inibitori durante il 2 e 3 trimestre della gravidanza e'stata associata a ipotensione neonatale, insufficienza renale, malformazioni del viso o del cranio e/o morte. E' stata riportata l'insorgenza di oligoidramnios nella madre quale effetto di una riduzione della funzione renale nel feto. In associazione con oligoidramnios sono state riportate: contratture a carico degli arti, deformazioni cranio-facciali, sviluppo di ipoplasia polmonare e ritardo della crescita intrauterina. I neonati esposti in utero agli ACE inibitori, devono essere strettamente controllati per la possibile comparsa di ipotensione, oliguria e iperkaliemia. La oliguria deve essere trattata supportando la pressione sanguigna e la perfusione renale. Sono stati inoltre riportatiritardo della crescita intrauterina, prematurita', dotto arterioso pervio e morte fetale, ma non e' chiaro se siano correlati agli ACE inibitori o alla concomitante patologia materna. Non si conosce se l'esposizione limitata al 1 trimestre possa provocare effetti avversi al feto. Le donne che entrano in gravidanza durante il trattamento con ACE inibitori devono essere informate del potenziale rischio per il feto. Gli ACE inibitori possono essere escreti nel latte materno ed il loro effetto sul lattante non e' conosciuto. Si raccomanda di non allattare alle donne in trattamento con ACE inibitori. Di regola, la somministrazione di diuretici deve essere evitata nella donna in gravidanza e non costituire mai il trattamento di edemi fisiologici dovuti alla gravidanza, che non necessitano quindi di trattamento. I diuretici possono infatti provocare ischemia fetoplacentare, con un rischio di diminuito accrescimento fetale. I diuretici restano tuttavia un elemento essenziale del trattamento degli edemi di origine cardiaca, epatica e renale che si possono verificare nella donna in gravidanza. L'indapamide vieneescreta in piccole quantita' nel latte materno. Tuttavia, non deve essere utilizzata durante l'allattamento per: una riduzione, che puo' arrivare fino alla soppressione, della secrezione lattea, gli effetti indesiderati, soprattutto biologici (kaliemia), l'appartenenza al gruppodei sulfamidici, con rischio di allergie e di ittero nucleare.

Interazioni con altri prodotti

Prelectal Forte. Associazioni sconsigliate: Litio: un aumento della litiemia puo' provocare sintomi da sovradosaggio, come in regime iposodico (riduzione dell'escrezione renale del litio). In caso di necessita' di un trattamento con un inibitore dell'enzima di conversione dell'angiotensina associato a un diuretico risparmiatore di potassio, deve essere effettuato un controllo rigoroso della litiemia e la posologia deve essere adattata. Associazioni che necessitano di particolari precauzioni d'impiego: Antidiabetici (insulina, sulfamidici ipoglicemizzanti): descritto per il captopril e l'enalapril. L'utilizzo degli inibitori dell'enzima di conversione dell'angiotensina puo' provocare un potenziamento dell'effetto ipoglicemizzante nel diabetico trattato con insulina o sulfamidici ipoglicemizzanti. La comparsa di malesseri da ipoglicemia e' molto rara (miglioramento della tolleranza al glucosio che comporterebbe una riduzione delle necessita' di insulina). Baclofene: Potenziamento dell'effetto antiipertensivo. Controllo della pressione arteriosa e della funzione renale; adattamento della posologia dell'antiipertensivo, se necessario. FANS (via sistemica), salicilati ad altodosaggio: Insufficienza renale acuta nel paziente disidratato (riduzione della filtrazione glomerulare). Idratare il paziente; sorvegliare la funzione renale all'inizio del trattamento. Associazioni da tenere sotto sorveglianza. Antidepressivi imipramino-simili (triciclici), neurolettici: potenziamento dell'effetto antiipertensivo e potenziamento del rischio di ipotensione ortostatica (effetto additivo). Corticosteroidi, tetracosactide: riduzione dell'effetto antiipertensivo (ritenzione idrosalina da parte dei corticosteroidi). Perindopril. Associazionisconsigliate. Diuretici risparmiatori di potassio (spironolattone, triamterene, soli o in associazione...), sali di potassio: Iperkaliemia (potenzialmente letale), soprattutto in caso di insufficienza renale (aumento degli effetti iperkaliemizzanti). Non associare agenti iperkaliemizzanti ad un inibitoredell'enzima di conversione dell'angiotensina, se non in caso di ipokaliemia. Farmaci anestetici: gli ACE inibitoripossono potenziare l'effetto ipotensivo di alcuni farmaci anestetici.Allopurinolo, citostatici o agenti immunosoppressori, corticosteroidisistemici o procainamide: la somministrazione concomitante con ACE inibitori puo' portare a un incremento del rischio di leucopenia. Agentiantiipertensivi: potenziamento dell'effetto ipotensivo degli ACE inibitori. Indapamide. Associazioni sconsigliate. Farmaci non antiaritmiciche prolungano l'intervallo QT o provocano torsioni di punta (astemizolo, bepridil, eritromicina ev, alofantrina, pentamidina, sultopride, terfenadina,vincamina): torsioni di punta (l'ipokaliemia e' un fattorepredisponente, come la bradicardia ed un intervallo QT lungo preesistente). Utilizzare sostanze che non presentano l'inconveniente di provocare torsioni di punta in casodi ipokaliemia. Associazioni che necessitano di particolari precauzioni dimpiego. FANS (via sistemica), salicilati ad alto dosaggio: possibile riduzione dell'effetto antiipertensivo dell'indapamide. Insufficienza renale acuta in pazienti disidratati (riduzione della filtrazione glomerulare). Idratare il paziente; sorvegliare la funzione renale all'inizio del trattamento. Farmaci ipokaliemizzanti: amfotericina B (via ev), glico e mineralcorticoidi (via sistemica), tetracosactide, lassativi stimolanti: potenziamento del rischio di ipokaliemia (effetto additivo). Sorveglianza della kaliemia e, senecessario, correzione; da tenere particolarmente sotto controllo in caso di terapia digitalica. Utilizzare lassativi non stimolanti. Digitatici: l'ipokaliemia favorisce gli effetti tossici dei digitalici. Sorveglianza della kaliemia, ECG e, se necessario, riconsiderare il trattamento. Associazioni da tenere sotto sorveglianza. Diuretici risparmiatori di potassio (amiloride, spironolattone, triamterene): l'associazione razionale, utile per alcuni pazienti, non esclude la comparsa di ipokaliemia o, in particolare nei pazienti con insufficienza renale e nei diabetici, di iperkaliemia. Sorvegliare la kaliemia, l'ECG e, se necessario, riconsiderare il trattamento. Farmaci antiaritmici che provocano torsioni di punta: antiaritmici del gruppo Ia (chinidina, idrochinidina, disopiramide), amiodarone, bretilio, sotalolo: torsioni di punta (l'ipokaliemia e' un fattore predisponente, come la bradicardia ed un intervallo QT lungo preesistente). Prevenzione dell'ipokaliemia e, se necessario, correzione; sorveglianza dell'intervallo QT. In caso ditorsioni di punta, non somministrare antiaritmici ma ricorrere alla cardioversione elettrica. Metformina: acidosi lattica dovuta alla metformina scatenata da una eventuale insufficienza renalefunzionale legataai diuretici e piu' specificamente ai diuretici dell'ansa. Non utilizzare la metformina se la creatininemia supera 15 mg/litro (135 micromol/litro) nell'uomo e 12 mg/litro (110 micromol/litro) nella donna. Mezzi di contrasto iodati: in caso di disidratazione provocata dai diuretici, potenziamento del rischio di insufficienza renale acuta, in particolare a forte dosaggio di mezzi di contrasto iodati. Reidratazione prima della somministrazione del mezzo iodato. Antidepressivi imipramino-simili (triciclici), neurolettici: potenziamento dell'effetto antiipertensivo e potenziamento del rischio di ipotensione ortostatica (effetto additivo). Calcio (sali di): rischio di ipercalcemia per riduzione dell'eliminazione del calcio per via urinaria. Ciclosporina: rischio di aumento della creatininemia senza variazione dei tassi circolanti diciclosporina, anche in assenza di deplezione idrosalina. Corticosteroidi, tetracosactide (via sistemica): riduzione dell'effetto antiipertensivo (ritenzione idrosalina da parte dei corticosteroidi).

Forme Farmacologiche


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