perindopril teva*14cpr 4mg perindopril teva italia srl

Che cosa è perindopril teva 14cpr 4mg?

Perindopril teva compresse prodotto da teva italia srl
è un farmaco generico della categoria farmaci preconfezionati prodotti industrialmente - generici .
Perindopril teva risulta non in commercio nelle farmacie italiane

E' utilizzato per la cura di ace-inibitori, non associati.
Contiene i principi attivi: perindopril erbumina (tert-butilamina)
Composizione Qualitativa e Quantitativa: perindopril.
Codice AIC: 038538029 Codice EAN: 0

Informazioni e Indicazioni, a cosa serve?

Trattamento dell'ipertensione, trattamento dell'insufficienza cardiaca sintomatica. Coronaropatia arteriosa stabile, diminuzione del rischio di eventi cardiaci in pazienti con una anamnesi di infarto del miocardio e/o rivascolarizzazione.

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Posologia

Per uso orale. Si raccomanda l'assunzione del farmaco compresse una volta al giorno al mattino prima di un pasto. Le compresse devono essere ingerite intere con un bicchiere d'acqua. La dose deve essere stabilita in base alle necessita' individuali, attenendosi al profilo del paziente e alla risposta della pressione arteriosa. Il farmaco in compresse puo' essere usato in monoterapia o in combinazione con altre classi di terapie anti-ipertensive. La dose iniziale raccomandata e' di 4 mg somministrati una volta al giorno al mattino. I pazienti con un sistema renina-angiotensina-aldosterone in stato di intensa attivazione possono andare incontro ad un'eccessiva caduta pressoria dopo il dosaggio iniziale. In questi pazienti si raccomanda un dosaggio iniziale uguale a 2 mg e l'inizio della terapia deve avvenire sotto stretto controllo medico. La dose potra' essere incrementata fino a 8 mg una volta algiorno, dopo un mese di trattamento. In seguito all'inizio della terapia con il farmaco, potrebbe verificarsi ipotensione sintomatica; questo e' piu' probabile per i pazienti trattati in concomitanza con medicinali diuretici. Si raccomanda pertanto di procedere con cautela, poiche' tali pazienti possono presentare deplezione di volume e/o salina. Se possibile, la terapia con diuretici deve essere interrotta nei 2-3 giorni precedenti l'inizio della terapia con il farmaco. Nei pazienti ipertesi per i quali non e' possibile sospendere la somministrazione del diuretico, occorre iniziare la terapia a base di farmaco in con unadose di 2 mg. Si devono monitorare la funzione renale e la potassiemia. La dose successiva deve essere regolata in funzione della risposta della pressione arteriosa. Se necessario, la terapia con il medicinalediuretico potra' essere ripristinata. Nei pazienti anziani il trattamento deve iniziare a una dose di 2 mg che potranno essere progressivamente incrementati a 4 mg dopo un mese e poi a 8 mg, se necessario, in base alla funzionalita' renale. Si raccomanda di introdurre l'assunzione del farmaco, di norma associata a un diuretico non risparmiatore dipotassio e/o digossina e/o un betabloccante, sotto stretta supervisione medica con una dose iniziale consigliata di 2 mg, assunta al mattino. Questo dosaggio puo' essere aumentato con incrementi di 2 mg a intervalli non inferiori a 2 settimane fino a 4 mg una volta al giorno, setollerata. L'adeguamento del dosaggio deve basarsi sulla risposta clinica del singolo paziente. In pazienti con insufficienza cardiaca grave e in pazienti considerati ad alto rischio (con funzionalita' renale compromessa e una tendenza allo squilibrio elettrolitico, pazienti chericevono contemporaneamente trattamento con diuretici e/o trattamenticon agenti vasodilatatori) il trattamento deve iniziare sotto strettasupervisione medica. I pazienti ad alto rischio di ipotensione sintomatica, ad esempio i pazienti con deplezione di sale con o senza iponatriemia, pazienti con ipovolemia o che sono stati sottoposti ad una forte terapia a base di diuretici, devono correggere tali condizioni, se possibile, prima di iniziare la terapia con il farmaco. La pressione arteriosa, la funzionalita' renale e il potassio nel siero devono essere attentamente monitorati, sia prima sia durante il trattamento. Il farmaco deve essere introdotto alla dose di 4 mg una volta al giorno perdue settimane, poi incrementato a 8 mg una volta al giorno, in base alla funzionalita' renale e purche' la dose di 4 mg sia ben tollerata. I pazienti anziani devono ricevere una dose di 2 mg una volta al giorno per una settimana, poi 4 mg una volta al giorno la settimana successiva, prima di incrementare il dosaggio fino a 8 mg una volta al giorno, in base alla funzionalita' renale. Il dosaggio deve essere incrementato solo se il dosaggio inferiore precedente risulta ben tollerato. Ildosaggio nei pazienti con insufficienza renale deve essere basato sulla clearance della creatinina, come delineato di seguito. Clearance della creatinina >=60 (ml/min), dose raccomandata 4 mg al giorno; 30 < ClCR <60, dose 2 mg al giorno; 15 < ClCR <30, dose 2 mg ogni 2 giorni; pazienti in emodialisim ClCR <15, dose 2 mg il giorno della dialisi. La clearance della dialisi del perindoprilato e' pari a 70 ml/min. Per i pazienti in emodialisi, il dosaggio deve essere assunto dopo la dialisi. Non e' necessario alcun adeguamento del dosaggio in pazienti affetti da insufficienza epatica.

Effetti indesiderati

Durante il trattamento con il perindopril, sono stati osservati i seguenti effetti indesiderati. >>Esami diagnostici: possono manifestarsi incrementi dell'urea ematica e della creatinina plasmatica, iperkaliemia che scompare in seguito ad interruzione del trattamento, soprattutto in presenza di insufficienza renale, insufficienza cardiaca grave e ipertensione renovascolare. Un aumento degli enzimi epatici e della bilirubina sierica sono stati evidenziati in rari casi. >>Patologie cardiache. Comuni: ipotensione ed effetti correlati all'ipotensione. Moltorari: aritmia, angina pectoris, infarto del miocardio e ictus, probabilmente secondari a eccessiva ipotensione in pazienti ad alto rischio.>>Patologie del sistema emolinfopoietico: molto raramente sono stati riportati diminuzione dell'emoglobina e dell'ematocrito, trombocitopenia, leucopenia/neutropenia, e casi di agranulocitosi o pancitopenia. In pazienti affetti da insufficienza congenita di G6PDH, sono stati riportati casi molto rari di anemia emolitica. >>Patologie del sistema nervoso. Comuni: cefalea, capogiri, vertigini, parestesia. Molto rari: stato confusionale. >>Patologie dell'occhio. Comuni: disturbi visivi. >>Patologie dell'orecchio e del labirinto. Comuni: tinnito. >>Patologierespiratorie, toraciche e mediastiniche. Comuni: tosse, dispnea. Non comuni; broncospasmo. Molto rari: polmonite, eosinofilia, rinite. >>Patologie gastrointestinali. Comuni: nausea, vomito, dolori addominali, disgeusia, dispepsia, diarrea, stipsi. Non comuni: secchezza delle fauci. Molto rari: pancreatite. >>Patologie renali e urinarie. Non comuni: insufficienza renale. Molto rari: insufficienza renale acuta. >>Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo. Comuni: eruzioni cutanee,prurito. Non comuni: angioedema di viso, estremita' labbra, membrane mucose, lingua, glottide e/o laringe, orticaria. Molto rari: eritema multiforme. >>Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo. Comuni: crampi muscolari. >>Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione. Comuni: astenia. Non comuni:sudorazione. >>Patologie epatobiliari. Molto rari: epatite citoliticao colestatica. >>Patologie dell'apparato riproduttivo e della mammella. Non comuni: impotenza. >>Disturbi psichiatrici. Non comuni: alterazioni dell'umore o disturbi del sonno.

Indicazioni

Trattamento dell'ipertensione, trattamento dell'insufficienza cardiaca sintomatica. Coronaropatia arteriosa stabile, diminuzione del rischio di eventi cardiaci in pazienti con una anamnesi di infarto del miocardio e/o rivascolarizzazione.

Controindicazioni ed effetti secondari

Ipersensibilita' al perindopril, a uno qualsiasi degli eccipienti, o ad altri ACE-inibitori. Anamnesi di angioedema associato a precedente terapia con ACE-inibitori. Angioedema ereditario o idiopatico. Secondoo terzo trimestre di gravidanza.

Composizione ed Eccipienti

Cellulosa microcristallina (E460), lattosio anidro, silice colloidaleanidra, magnesio stearato (E572), amido di mais.

Avvertenze

Gli ACE-inibitori possono provocare un abbassamento della pressione arteriosa. E' stata osservata ipotensione sintomatica nei pazienti con insufficienza cardiaca sintomatica, accompagnata o meno da insufficienza renale. Cio' puo' verificarsi con maggiore probabilita' nei pazienti che hanno gradi piu' severi di insufficienza cardiaca. Per i pazienti maggiormente a rischio di ipotensione sintomatica e' opportuno effettuare un attento monitoraggio della fase iniziale della terapia e della regolazione del dosaggio. In caso di ipotensione, si deve porre il paziente in posizione supina e praticare, se necessario, un'infusione endovenosa di normale soluzione fisiologica. In alcuni pazienti normo oipotesi con insufficienza cardiaca congestizia, il farmaco puo' causare un ulteriore abbassamento della pressione sistemica. Se l'ipotensione diventa sintomatica, si deve ridurre il dosaggio o interrompere il trattamento. In farmaco deve essere somministrato con cautela nei pazienti con stenosi della valvola mitralica e ostruzione del tratto di efflusso del ventricolo sinistro. In caso di compromissione della funzionalita' renale (clearance della creatinina INTERAZIONIIn pazienti in terapia diuretica e in particolare pazienti sottopostia deplezione di volume e/o di sale, si puo' verificare un'eccessiva riduzione della pressione arteriosa dopo l'inizio della terapia con ACE-inibitori. La possibile insorgenza di effetti ipotensivi puo' essere ridotta sospendendo la somministrazione del diuretico, aumentando la volemia o l'introduzione di sale prima di iniziare la terapia, con un dosaggio ridotto e progressivo del perindopril. Sebbene i livelli di potassio nel siero rimangano solitamente entro valori normali, in alcunipazienti trattati con il perindopril si puo' manifestare iperkaliemia. I diuretici risparmiatori di potassio (ad es. spironolattone, triamterene o amiloride), gli integratori di potassio o i sostitutivi del sale che contengono potassio possono portare ad aumenti significativi del potassio sierico. Pertanto, il trattamento concomitante con il perindopril e i medicinali summenzionati non e' raccomandato. Se l'uso concomitante e' indicato a causa di una ipokaliemia dimostrata, si raccomanda estrema cautela e uno stretto monitoraggio del potassio sierico. Sono stati segnalati aumenti reversibili delle concentrazioni sieriche di litio ed episodi di tossicita' durante la somministrazione concomitante di litio e di ACE-inibitori. L'impiego concomitante di diuretici tiazidici puo' aumentare il rischio di tossicita' indotta da litio e incrementare ulteriormente il rischio gia' aumentato di effetti tossiciindotti da litio associato all'uso di ACE-inibitori. Si sconsiglia l'impiego del perindopril in associazione con il litio, ma, se l'associazione e' necessaria, si deve eseguire un accurato monitoraggio dei livelli sierici di litio. La somministrazione di un medicinale antinfiammatorio non steroideo puo' ridurre l'effetto antipertensivo degli ACE-inibitori. Inoltre, i FANS e gli ACE-inibitori esercitano un effetto additivo sull'aumento dei livelli sierici di potassio e possono determinare un peggioramento della funzionalita' renale. Tali effetti sono di solito reversibili. Raramente puo' verificarsi un'insufficienza renaleacuta, specialmente in pazienti con compromissione della funzione renale come gli anziani o i soggetti disidratati. L'impiego concomitante di questi medicinali puo' aumentare gli effetti ipotensivi del perindopril. L'impiego concomitante di nitroglicerina ed altri nitrati o altri vasodilatatori puo' ulteriormente ridurre la pressione arteriosa. Studi epidemiologici hanno suggerito che la somministrazione concomitante di ACE-inibitori e di antidiabetici (insuline, medicinali ipoglicemizzanti orali) puo' aumentare l'effetto ipoglicemizzante con conseguente rischio di ipoglicemia. Questo effetto si verifica con maggiore probabilita' nelle prime settimane di terapia combinata e nei pazienti concompromissione renale. Il perindopril puo' essere assunto in concomitanza con acido acetilsalicilico (quando usato come trombolitico), trombolitici, betabloccanti e/o nitrati. L'impiego concomitante di alcuni anestetici, antidepressivi triciclici ed antipsicotici con gli ACE-inibitori puo' determinare un'ulteriore riduzione della pressione arteriosa. I simpaticomimetici possono ridurre gli effetti antipertensivi degli ACE-inibitori.EFFETTI INDESIDERATIDurante il trattamento con il perindopril, sono stati osservati i seguenti effetti indesiderati. >>Esami diagnostici: possono manifestarsi incrementi dell'urea ematica e della creatinina plasmatica, iperkaliemia che scompare in seguito ad interruzione del trattamento, soprattutto in presenza di insufficienza renale, insufficienza cardiaca grave e ipertensione renovascolare. Un aumento degli enzimi epatici e della bilirubina sierica sono stati evidenziati in rari casi. >>Patologie cardiache. Comuni: ipotensione ed effetti correlati all'ipotensione. Moltorari: aritmia, angina pectoris, infarto del miocardio e ictus, probabilmente secondari a eccessiva ipotensione in pazienti ad alto rischio.>>Patologie del sistema emolinfopoietico: molto raramente sono stati riportati diminuzione dell'emoglobina e dell'ematocrito, trombocitopenia, leucopenia/neutropenia, e casi di agranulocitosi o pancitopenia. In pazienti affetti da insufficienza congenita di G6PDH, sono stati riportati casi molto rari di anemia emolitica. >>Patologie del sistema nervoso. Comuni: cefalea, capogiri, vertigini, parestesia. Molto rari: stato confusionale. >>Patologie dell'occhio. Comuni: disturbi visivi. >>Patologie dell'orecchio e del labirinto. Comuni: tinnito. >>Patologierespiratorie, toraciche e mediastiniche. Comuni: tosse, dispnea. Non comuni; broncospasmo. Molto rari: polmonite, eosinofilia, rinite. >>Patologie gastrointestinali. Comuni: nausea, vomito, dolori addominali, disgeusia, dispepsia, diarrea, stipsi. Non comuni: secchezza delle fauci. Molto rari: pancreatite. >>Patologie renali e urinarie. Non comuni: insufficienza renale. Molto rari: insufficienza renale acuta. >>Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo. Comuni: eruzioni cutanee,prurito. Non comuni: angioedema di viso, estremita' labbra, membrane mucose, lingua, glottide e/o laringe, orticaria. Molto rari: eritema multiforme. >>Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo. Comuni: crampi muscolari. >>Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione. Comuni: astenia. Non comuni:sudorazione. >>Patologie epatobiliari. Molto rari: epatite citoliticao colestatica. >>Patologie dell'apparato riproduttivo e della mammella. Non comuni: impotenza. >>Disturbi psichiatrici. Non comuni: alterazioni dell'umore o disturbi del sonno.GRAVIDANZA E ALLATTAMENTOL'uso degli ACE-inibitori non e' raccomandato durante il primo trimestre di gravidanza. L'uso degli ACE-inibitori e' controindicato duranteil secondo ed il terzo trimestre di gravidanza. L'evidenza epidemiologica sul rischio di teratogenicita' a seguito dell'esposizione ad ACE-inibitori durante il primo trimestre di gravidanza non ha dato risultati conclusivi; tuttavia non puo' essere escluso un piccolo aumento delrischio. Per le pazienti che stanno pianificando una gravidanza si deve ricorrere ad un trattamento antiipertensivo alternativo, con comprovato profilo di sicurezza per l'uso in gravidanza, a meno che non sia considerato essenziale il proseguimento della terapia con un ACE-inibitore. Quando viene diagnosticata una gravidanza, il trattamento con ACE-inibitori deve essere immediatamente interrotto e, se appropriato, si deve iniziare una terapia alternativa. E' noto che nella donna l'esposizione ad ACE-inibitori durante il secondo ed il terzo trimestre induce tossicita' fetale (ridotta funzionalita' renale, oligoidramnios, ritardo nell'ossificazione del cranio) e tossicita' neonatale (insufficienza renale, ipotensione, iperkaliemia). Se dovesse verificarsi un'esposizione ad un ACE-inibitore dal secondo trimestre di gravidanza, si raccomanda un controllo ecografico della funzionalita' renale e del cranio. I neonati le cui madri abbiano assunto ACE-inibitori devono essere attentamente seguiti per quanto riguarda l'ipotensione. Poiche' nonsono disponibili dati riguardanti l'uso del farmaco durante l'allattamento, il medicinale non e' raccomandato e sono da preferire trattamenti alternativi con comprovato profilo di sicurezza per l'uso durante l'allattamento, specialmente in caso di allattamento di neonati o prematuri.

Gravidanza e Allattamento

L'uso degli ACE-inibitori non e' raccomandato durante il primo trimestre di gravidanza. L'uso degli ACE-inibitori e' controindicato duranteil secondo ed il terzo trimestre di gravidanza. L'evidenza epidemiologica sul rischio di teratogenicita' a seguito dell'esposizione ad ACE-inibitori durante il primo trimestre di gravidanza non ha dato risultati conclusivi; tuttavia non puo' essere escluso un piccolo aumento delrischio. Per le pazienti che stanno pianificando una gravidanza si deve ricorrere ad un trattamento antiipertensivo alternativo, con comprovato profilo di sicurezza per l'uso in gravidanza, a meno che non sia considerato essenziale il proseguimento della terapia con un ACE-inibitore. Quando viene diagnosticata una gravidanza, il trattamento con ACE-inibitori deve essere immediatamente interrotto e, se appropriato, si deve iniziare una terapia alternativa. E' noto che nella donna l'esposizione ad ACE-inibitori durante il secondo ed il terzo trimestre induce tossicita' fetale (ridotta funzionalita' renale, oligoidramnios, ritardo nell'ossificazione del cranio) e tossicita' neonatale (insufficienza renale, ipotensione, iperkaliemia). Se dovesse verificarsi un'esposizione ad un ACE-inibitore dal secondo trimestre di gravidanza, si raccomanda un controllo ecografico della funzionalita' renale e del cranio. I neonati le cui madri abbiano assunto ACE-inibitori devono essere attentamente seguiti per quanto riguarda l'ipotensione. Poiche' nonsono disponibili dati riguardanti l'uso del farmaco durante l'allattamento, il medicinale non e' raccomandato e sono da preferire trattamenti alternativi con comprovato profilo di sicurezza per l'uso durante l'allattamento, specialmente in caso di allattamento di neonati o prematuri.

Interazioni con altri prodotti

In pazienti in terapia diuretica e in particolare pazienti sottopostia deplezione di volume e/o di sale, si puo' verificare un'eccessiva riduzione della pressione arteriosa dopo l'inizio della terapia con ACE-inibitori. La possibile insorgenza di effetti ipotensivi puo' essere ridotta sospendendo la somministrazione del diuretico, aumentando la volemia o l'introduzione di sale prima di iniziare la terapia, con un dosaggio ridotto e progressivo del perindopril. Sebbene i livelli di potassio nel siero rimangano solitamente entro valori normali, in alcunipazienti trattati con il perindopril si puo' manifestare iperkaliemia. I diuretici risparmiatori di potassio (ad es. spironolattone, triamterene o amiloride), gli integratori di potassio o i sostitutivi del sale che contengono potassio possono portare ad aumenti significativi del potassio sierico. Pertanto, il trattamento concomitante con il perindopril e i medicinali summenzionati non e' raccomandato. Se l'uso concomitante e' indicato a causa di una ipokaliemia dimostrata, si raccomanda estrema cautela e uno stretto monitoraggio del potassio sierico. Sono stati segnalati aumenti reversibili delle concentrazioni sieriche di litio ed episodi di tossicita' durante la somministrazione concomitante di litio e di ACE-inibitori. L'impiego concomitante di diuretici tiazidici puo' aumentare il rischio di tossicita' indotta da litio e incrementare ulteriormente il rischio gia' aumentato di effetti tossiciindotti da litio associato all'uso di ACE-inibitori. Si sconsiglia l'impiego del perindopril in associazione con il litio, ma, se l'associazione e' necessaria, si deve eseguire un accurato monitoraggio dei livelli sierici di litio. La somministrazione di un medicinale antinfiammatorio non steroideo puo' ridurre l'effetto antipertensivo degli ACE-inibitori. Inoltre, i FANS e gli ACE-inibitori esercitano un effetto additivo sull'aumento dei livelli sierici di potassio e possono determinare un peggioramento della funzionalita' renale. Tali effetti sono di solito reversibili. Raramente puo' verificarsi un'insufficienza renaleacuta, specialmente in pazienti con compromissione della funzione renale come gli anziani o i soggetti disidratati. L'impiego concomitante di questi medicinali puo' aumentare gli effetti ipotensivi del perindopril. L'impiego concomitante di nitroglicerina ed altri nitrati o altri vasodilatatori puo' ulteriormente ridurre la pressione arteriosa. Studi epidemiologici hanno suggerito che la somministrazione concomitante di ACE-inibitori e di antidiabetici (insuline, medicinali ipoglicemizzanti orali) puo' aumentare l'effetto ipoglicemizzante con conseguente rischio di ipoglicemia. Questo effetto si verifica con maggiore probabilita' nelle prime settimane di terapia combinata e nei pazienti concompromissione renale. Il perindopril puo' essere assunto in concomitanza con acido acetilsalicilico (quando usato come trombolitico), trombolitici, betabloccanti e/o nitrati. L'impiego concomitante di alcuni anestetici, antidepressivi triciclici ed antipsicotici con gli ACE-inibitori puo' determinare un'ulteriore riduzione della pressione arteriosa. I simpaticomimetici possono ridurre gli effetti antipertensivi degli ACE-inibitori.

Forme Farmacologiche


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Conservazione del prodotto

Mantenere il blister nella bustina protettiva all'interno della confezione originale, per proteggerlo dall'umidita'. Non conservare a temperatura superiore ai 25 gradi C. Usare entro 30 giorni dall'apertura.