paroxetina sun*30cpr 20mg fl paroxetina sun pharma italia srl
Che cosa è paroxetina sun 30cpr 20mg fl?
Paroxetina ranb compresse rivestite divisibili prodotto da
sun pharma italia srl
è un farmaco generico della categoria
farmaci preconfezionati prodotti industrialmente - generici
.
Paroxetina ranb risulta
non in commercio nelle farmacie italiane
E' utilizzato per la cura di antidepressivi.
Contiene i principi attivi:
paroxetina cloridrato
Composizione Qualitativa e Quantitativa: paroxetina cloridrato anidra 22,2 mg equivalente a 20 mg di paroxetina.
Codice AIC: 038931085
Codice EAN: 0
Informazioni e Indicazioni, a cosa serve?
Trattamento di: episodi di depressione maggiore; disturbo ossessivo/compulsivo (DOC); disturbo da attacchi di panico con o senza agorafobia; disturbo d'ansia sociale/fobia sociale; disturbo d'ansia generalizzato; disturbo da stress post-traumatico.
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Posologia
Si raccomanda di somministrare la paroxetina una volta al giorno, al mattino con del cibo. Le compresse devono essere deglutite e non masticate. Episodi di depressione maggiore: 20 mg una volta al giorno. In generale, il miglioramento nei pazienti comincia dopo una settimana ma puo' risultare evidente solo dalla seconda settimana di terapia. Il dosaggio deve essere rivisto e aggiustato, se necessario, entro 3-4 settimane dall'inizio della terapia ed in seguito come ritenuto clinicamente appropriato. In alcuni pazienti, che hanno una risposta insufficiente alla dose di 20 mg, la dose puo' essere aumentata gradualmente finoad un massimo di 50 mg al giorno, con aumenti graduali di 10 mg, in base alla risposta del paziente. I pazienti con depressione devono essere trattati per un periodo di almeno 6 mesi per garantire la scomparsadei sintomi. Disturbo ossessivo/compulsivo (DOC): 40 mg una volta al giorno. I pazienti devono iniziare con una dose di 20 mg al giorno e questa dose puo' essere aumentata gradualmente, con incrementi di 10 mgsino alla dose raccomandata. Se dopo alcune settimane si osserva una risposta insufficiente alla dose raccomandata, alcuni pazienti possonotrarre beneficio dall'aumento graduale del dosaggio fino ad un massimo di 60 mg al giorno. I pazienti con disturbo ossessivo compulsivo devono essere trattati per un periodo sufficiente ad assicurare che sianoscomparsi i sintomi. Tale periodo puo' essere di diversi mesi o anchepiu' lungo. Disturbo da attacchi di panico: 40 mg una volta al giorno. I pazienti devono iniziare con una dose di 10 mg al giorno e la dosepuo' essere aumentata gradualmente, con incrementi di 10 mg sino alladose raccomandata in base alla risposta del paziente. Un basso dosaggio iniziale e' raccomandato per ridurre al minimo il potenziale peggioramento della sintomatologia da panico, che si e' osservato si verifica generalmente nel trattamento iniziale di questo disturbo. Se dopo alcune settimane si osserva una risposta insufficiente alla dose raccomandata, alcuni pazienti possono trarre beneficio dall'aumento graduale della dose fino ad un massimo di 60 mg al giorno. I pazienti con disturbo da attacchi di panico devono essere trattati per un periodo sufficiente ad assicurare che siano scomparsi i sintomi. Tale periodo puo' essere di diversi mesi o anche piu' lungo. Disturbo d'ansia sociale/fobia sociale, disturbo d'ansia generalizzata, disturbo da stress post-traumatico: 20 mg una volta al giorno. Se dopo alcune settimane si osserva una risposta insufficiente alla dose raccomandata, alcuni pazienti possono trarre beneficio dall'aumento graduale della dose, con incrementi di 10 mg, fino ad un massimo di 50 mg al giorno. L'uso a lungo termine deve essere valutato periodicamente. Sintomi da astinenza osservati in seguito ad interruzione del trattamento con paroxetina: si deve evitare un'interruzione brusca del trattamento. Il regime a riduzioni graduali della posologia usato negli studi clinici ha utilizzato un decremento della dose giornaliera pari a 10 mg ad intervalli settimanali. Se dovessero comparire sintomi intollerabili a seguito della diminuzione del dosaggio oppure alla sospensione del trattamento, allora puo'essere considerata la possibilita' di ricominciare ad assumere la dose precedentemente prescritta. Dopodiche' si puo' continuare a diminuire il dosaggio, ma piu' lentamente. Pazienti anziani: si riscontrano livelli piu' alti delle concentrazioni plasmatiche di paroxetina, tuttavia il range delle concentrazioni e' sovrapponibile a quello osservato in soggetti piu' giovani. Il trattamento deve iniziare alle dosi utilizzate nell'adulto. In alcuni pazienti puo' essere utile l'incremento della dose, ma la dose massima non deve superare i 40 mg al giorno. Bambini ed adolescenti (7-17 anni di eta'): la paroxetina non deve essereutilizzata in quanto studi clinici controllati hanno evidenziato che la paroxetina e' associata ad un aumentato rischio di comportamento suicidario e atteggiamenti ostili. Inoltre, in questi studi clinici l'efficacia non e' stata adeguatamente dimostrata. Bambini con meno di 7 anni di eta': l'uso di paroxetina non e' stato studiato. La paroxetina non deve essere somministrata, in quanto la sicurezza e l'efficacia non sono state dimostrate in questa fascia di eta'. Compromissione dellafunzione epatica/renale (clearance della creatinina < 30 ml/min): si riscontra un aumento delle concentrazioni plasmatiche di paroxetina. Pertanto il dosaggio deve essere limitato alle dosi piu' basse dell'intervallo posologico.
Effetti indesiderati
Patologie del sistema emolinfopoietico. Non comune: sanguinamento anomalo, in particolare a carico della cute e delle mucose (per lo piu' ecchimosi); molto raro: trombocitopenia. Disturbi del sistema immunitario. Molto raro: reazioni allergiche (inclusa orticaria e angioedema). Patologie endocrine. Molto raro: sindrome da inappropriata secrezione dell'ormone antidiuretico (SIADH). Disturbi del metabolismo e della nutrizione. Comune: diminuzione dell'appetito, aumento dei livelli di colesterolo; raro: iponatremia (soprattutto in pazienti anziani ed e' talvolta dovuta alla sindrome da inappropriata secrezione dell'ormone antidiuretico - SIADH). Disturbi psichiatrici. Comune: sonnolenza, insonnia, agitazione, sogni anormali (inclusi incubi); non comune: confusione, allucinazioni; raro: reazioni maniacali, ansia, depersonalizzazione, attacchi di panico, acatisia; non nota: ideazione suicidaria e comportamento suicidario (durante la terapia o subito dopo la conclusione del trattamento). Patologie del sistema nervoso. Molto comune: diminuzione della concentrazione; comune: capogiri, tremori, cefalea; non comune: disturbi extrapiramidali; raro: convulsioni, sindrome delle gambesenza riposo (SGSR); molto raro: sindrome serotoninergica (i sintomi possono includere agitazione, confusione, diaforesi, allucinazioni, iperreflessia, mioclono, brividi, tachicardia e tremore). Sono stati riportati casi di disturbi extrapiramidali, inclusa distonia oro-facciale, a volte in pazienti gia' affetti da disturbi del movimento o in pazienti in trattamento con neurolettici. Patologie dell'occhio. Comune: visione offuscata; non comune: midriasi; molto raro: glaucoma acuto. Patologie dell'orecchio e del labirinto. Non nota: tinnito. Patologie cardiache. Non comune: tachicardia sinusale; raro: bradicardia. Patologie vascolari. Non comune: aumenti o cali transitori della pressione arteriosa (in pazienti con preesistente ipertensione o ansia), ipotensione posturale. Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche. Comune: sbadiglio. Patologie gastrointestinali. Molto comune: nausea; comune: stipsi, diarrea, secchezza delle fauci; molto raro: sanguinamento gastrointestinale. Patologie epatobiliari. Raro: aumento degli enzimi epatici; molto raro: eventi a carico del fegato (come epatite, talvolta associata a ittero e/o insufficienza epatica). Molto raramente sono state anche riportate segnalazioni post-marketing di eventi epatici (come epatite, talvolta associata ad ittero e/o insufficienza epatica). Sideve prendere in considerazione la sospensione del trattamento con laparoxetina nel caso di prolungato incremento dei valori dei test di funzionalita' epatica. Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo.Comune: sudorazione; non comune: rash cutanei, prurito; molto raro: gravi reazioni avverse cutanee (inclusi eritema multiforme, sindrome diStevens-Johnson e necrolisi epidermica tossica), reazioni di fotosensibilita'. Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo. Raro: artralgia, mialgia. Studi epidemiologici, principalmente condotti in pazienti di eta' uguale o superiore a 50 anni, mostrano unaumentato rischio di frattura delle ossa nei pazienti che assumono SSRIs e TCAs. Patologie renali e urinarie. Non comune: ritenzione urinaria, incontinenza urinaria. Patologie dell'apparato riproduttivo e della mammella. Molto comune: disfunzione sessuale; raro: iperprolattinemia/galattorea; molto raro: priapismo. Patologie sistemiche e condizionirelative alla sede di somministrazione. Comune: astenia, aumento di peso corporeo; molto raro: edema periferico. Sintomi da astinenza osservati in seguito ad interruzione del trattamento con paroxetina. Comune: capogiri, disturbi sensoriali, disturbi del sonno, ansia, cefalea; non comune: agitazione, nausea, tremore, confusione, sudorazione, instabilita' emotiva, disturbi della visione, palpitazioni, diarrea, irritabilita'. L'interruzione del trattamento con paroxetina (soprattutto sebrusca) porta in genere a sintomi d'astinenza. Sono stati riportati vertigini, disturbi sensoriali (comprese parestesia, sensazione di scossa elettrica e tinnito), disturbi del sonno (compresi sogni vividi), agitazione o ansia, nausea, tremore, confusione, sudorazione, cefalea, diarrea, palpitazioni, instabilita' emotiva, irritabilita' e disturbi visivi. Generalmente tali eventi sono da lievi a moderati ed auto-limitanti, tuttavia in alcuni pazienti possono essere gravi e/o prolungati. Si consiglia pertanto, qualora il trattamento con paroxetina non siapiu' necessario, di effettuare una graduale interruzione, condotta tramite un decremento progressivo della dose. Effetti di classe: studi epidemiologici, principalmente condotti in pazienti di eta' uguale o superiore a 50 anni, mostrano un aumentato rischio di frattura delle ossa nei pazienti che assumono SSRIs e TCAs. Non e' noto il meccanismo che determina questo aumento del rischio. Durante studi clinici a breve termine (fino a 10-12 settimane) in bambini ed adolescenti sono stati riportati i seguenti eventi avversi nei pazienti trattati con paroxetina, con una frequenza pari ad almeno il 2% dei pazienti, e tali eventisi sono verificati con una incidenza per lo meno due volte superiore rispetto al placebo: aumento dei comportamenti correlati al suicidio (tra cui tentativi di suicidio e pensieri suicidari; in particolare in adolescenti affetti da disturbo depressivo maggiore), comportamenti autolesionistici e incremento dell'atteggiamento ostile (in particolare nei bambini con disturbo ossessivo compulsivo). Ulteriori eventi osservati piu' frequentemente nel gruppo trattato con paroxetina rispetto aquello trattato con placebo sono stati i seguenti: diminuzione dell'appetito, tremore, sudorazione, ipercinesia, agitazione, instabilita' emotiva (incluso pianto e fluttuazioni dell'umore) e sanguinamento correlato ad eventi avversi, principalmente della cute e delle membrane mucose. Eventi osservati dopo la sospensione/riduzione della dose della paroxetina sono stati i seguenti: instabilita' emotiva, nervosismo, vertigini, nausea e dolore addominale.
Indicazioni
Trattamento di: episodi di depressione maggiore; disturbo ossessivo/compulsivo (DOC); disturbo da attacchi di panico con o senza agorafobia; disturbo d'ansia sociale/fobia sociale; disturbo d'ansia generalizzato; disturbo da stress post-traumatico.
Controindicazioni ed effetti secondari
Ipersensibilita' nota al principio attivo, alle arachidi, alla soia oa qualunque eccipiente. La paroxetina e' controindicata in associazione con farmaci inibitori della monoammino-ossidasi (MAO-inibitori). Incasi eccezionali e' possibile somministrare linezolid (un antibioticoche e' un MAO-inibitore reversibile non selettivo) in associazione a paroxetina fatto salvo che siano disponibili le attrezzature necessarie per tenere monitorati i sintomi della sindrome da serotonina e la pressione sanguigna. Il trattamento puo' essere iniziato: due settimane dopo l'interruzione del trattamento con un MAO-inibitore non reversibile oppure; almeno 24 ore dopo l'interruzione del trattamento con un MAO-inibitore reversibile (per esempio moclobemide, linezolid), metiltionina cloridrato (blu di metilene, un agente visualizzatore preoperativo, che e' un MAO-inibitore reversibile non selettivo). Deve trascorrere almeno una settimana dalla sospensione del trattamento a base di paroxetina prima di avviare una terapia con un MAO-inibitore qualsiasi. La paroxetina non deve essere usata in associazione a tioridazina poiche', come con altri principi attivi che inibiscono l'enzima epatico CYP450 2D6, la paroxetina puo' elevare i livelli plasmatici della tioridazina. L'impiego di tioridazina da sola puo' indurre prolungamento dell'intervallo QTc associato a gravi aritmie ventricolari quali torsioni di punta e morte improvvisa. La paroxetina non deve essere somministrata in combinazione con pimozide.
Composizione ed Eccipienti
Nucleo della compressa: magnesio stearato, sodio amido glicolato (Tipo A), mannitolo, cellulosa microcristallina. Rivestimento della compressa: Copolimero dell'acido metacrilico-metil metacrilato (Eudragit E100), alcool polivinilico parzialmente idrolizzato, titanio diossido (E 171), talco, lecitina di soia (E 322), gomma xantana (E 415).
Avvertenze
Il trattamento con paroxetina deve essere iniziato con cautela due settimane dopo la cessazione del trattamento con un MAO-inibitore irreversibile o 24 ore dopo la cessazione del trattamento con un MAO-inibitore reversibile. Il dosaggio di paroxetina deve essere aumentato gradualmente fino a raggiungere una risposta ottimale. La paroxetina non deve essere usata per il trattamento di bambini e adolescenti con meno di18 anni di eta'. Negli studi clinici, comportamenti suicidi e atteggiamenti ostili sono stati osservati piu' frequentemente su bambini ed adolescenti trattati con gli antidepressivi rispetto a quelli trattati con placebo. Se, per ragioni cliniche, si decide ugualmente di iniziare il trattamento, il paziente deve essere attentamente monitorato al fine di individuare la comparsa di sintomi suicidari. Non sono noti dati sulla sicurezza a lungo termine in bambini ed adolescenti relativi alla crescita, alla maturazione e allo sviluppo cognitivo e comportamentale. La depressione e' associata ad un aumentato rischio di pensieri suicidari, autolesionismo ed eventi correlati al suicidio. Tale rischio persiste fino a quando non si verifica una remissione significativa.Poiche' possono non verificarsi miglioramenti durante le prime settimane di trattamento o in quelle immediatamente successive, i pazienti devono essere attentamente controllati fino ad avvenuto miglioramento. E' esperienza clinica generale che il rischio di suicidio puo' aumentare nelle prime fasi di miglioramento. Altre patologie psichiatriche per le quali viene prescritta la paroxetina possono anche essere associate ad un aumentato rischio di eventi correlati al suicidio e disturbo depressivo maggiore. Una metanalisi degli studi clinici condotti con farmaci antidepressivi su pazienti adulti nella terapia di disturbi psichiatrici, ha mostrato un aumento del rischio di comportamento suicidario nella fascia di eta' inferiore e 25 anni. La terapia farmacologicadeve essere sempre associata ad una stretta sorveglianza dei pazienti, in particolare di quelli ad alto rischio, specialmente nelle fasi iniziali del trattamento e dopo cambiamenti di dose. L'uso di paroxetinae' stato associato allo sviluppo di acatisia, caratterizzata da una sensazione interna di irrequietezza e di agitazione psicomotoria, qualel'impossibilita' di sedere o stare immobile generalmente associate adun malessere soggettivo. Cio' e' piu' probabile che accada entro le prime settimane di trattamento. In pazienti che presentano tali sintomi, l'aumento del dosaggio puo' essere dannoso. Sindrome serotoninergica/sindrome maligna da neurolettici: puo' svilupparsi in rare occasioni durante il trattamento con paroxetina, in particolare quando somministrata in concomitanza con altri farmaci serotoninergici e/o neurolettici. Poiche' tali sindromi possono comportare condizioni di potenziale pericolo di vita per il paziente, si deve interrompere il trattamento con paroxetina in caso di comparsa di tali eventi e deve essere iniziato un trattamento sintomatico di supporto. La paroxetina non deve essere usata in associazione a precursori della serotonina (quali L-triptofano, oxitriptano) a causa del rischio di sindrome serotoninergica. La paroxetina deve essere utilizzata con cautela in pazienti con storia di mania. Il trattamento con paroxetina deve essere interrotto nei pazienti che entrano in una fase maniacale. Studi epidemiologici mostrano un aumentato rischio di frattura delle ossa nei pazienti che assumono alcuni antidepressivi, inclusi gli SSRI, come la paroxetina. Il rischio compare durante il trattamento ed e' maggiore nei primi mesi di terapia. Si raccomanda cautela nei pazienti con grave compromissione dellafunzionalita' renale o nei pazienti con compromissione della funzionalita' epatica. In pazienti diabetici, il trattamento con un SSRI puo' alterare il controllo glicemico. Puo' rendersi necessario un aggiustamento del dosaggio dell'insulina e/o dell'ipoglicemizzante orale. La paroxetina deve essere introdotta con cautela in pazienti con epilessia.L'incidenza complessiva di convulsioni in pazienti trattati con paroxetina e' inferiore allo 0,1%. Il medicinale deve essere sospeso in qualunque paziente che sviluppi convulsioni. L'esperienza clinica circa l'uso concomitante di paroxetina con una terapia elettroconvulsivante e' limitata. Come con altri SSRI, la paroxetina puo' causare midriasi edeve essere usata con cautela nei pazienti con glaucoma ad angolo chiuso o con anamnesi positiva per glaucoma. In pazienti con patologie cardiache devono essere osservate le precauzioni consuete. L'iponatriemia e' stata riportata raramente, prevalentemente negli anziani. Deve essere esercitata cautela anche nei pazienti a rischio di iponatriemia, per esempio per terapie concomitanti o cirrosi. L'iponatriemia e' in genere reversibile dopo la sospensione della paroxetina. Con gli SSRI, sono stati segnalati casi di sanguinamento cutaneo anormale quali ecchimosi, porpora ed emorragie gastrointestinali. Si consiglia cautela nei pazienti che assumono SSRI in concomitanza ad anticoagulanti orali oaltri medicinali che possono aumentare il rischio di emorragie e nei pazienti con anamnesi positiva per disturbi emorragici o condizioni che possono predisporre ad emorragie. Alcuni studi hanno mostrato che l'efficacia del tamoxifene, misurata dal rischio di ricaduta/mortalita' del carcinoma della mammella, puo' essere ridotta quando co-somministrato con la paroxetina, come risultato di un'inibizione irreversibile del CYP2D6 da parte della paroxetina. La paroxetina deve essere evitata, per quanto possibile, durante l'uso del tamoxifene per il trattamento o la prevenzione del carcinoma della mammella. I sintomi d'astinenzaall'interruzione del trattamento sono comuni, in particolare in caso di brusca interruzione. L'insorgenza di sintomi d'astinenza e' differente nei casi in cui il farmaco abbia indotto dipendenza psicologica rispetto a quelli in cui abbia indotto solo dipendenza fisica. Sono stati riportati vertigini, disturbi sensoriali, disturbi del sonno, agitazione o ansia, nausea, tremore, sudorazione, diarrea, palpitazioni e instabilita' emotiva. Generalmente l'intensita' di tali sintomi e' da lieve a moderata, tuttavia in alcuni pazienti puo' essere grave. In genere compaiono entro i primi giorni di sospensione del trattamento, ma vi sono stati casi molto rari nei quali sono comparsi in pazienti che avevano inavvertitamente saltato una dose. Generalmente tali sintomi sono auto- limitanti, e di solito si risolvono entro due settimane, sebbene in alcuni individui possono durare piu' a lungo (2-3 mesi o piu').Si consiglia pertanto di ridurre gradualmente la dose di paroxetina, quando si sospende il trattamento nel corso di un periodo di diverse settimane o mesi, in base alle necessita' del paziente.
Gravidanza e Allattamento
Alcuni studi clinici hanno mostrato che gli SSRI possono influenzare la qualita' dello sperma. Questo effetto sembra essere reversibile dopo la sospensione del trattamento. Questi studi non hanno esaminato l'impatto sulla fertilita', ma alterazioni della qualita' dello sperma possono influenzare la fertilita' in alcuni soggetti. Alcuni studi epidemiologici suggeriscono un aumento del rischio di malformazioni congenite, per lo piu' cardiovascolari, associato all'assunzione di paroxetina durante il primo trimestre di gravidanza. Il meccanismo e' sconosciuto. I dati indicano che il rischio di partorire un neonato con un difetto cardiovascolare a seguito dell'esposizione materna alla paroxetinae' inferiore a 2/100, a fronte di un tasso pari a circa 1/100 nella popolazione generale. La paroxetina deve essere somministrata in gravidanza solo quando strettamente indicato. Occorre valutare l'opzione di trattamenti alternativi in donne in gravidanza o che stiano pianificando una gravidanza. L'interruzione brusca durante la gravidanza deve essere evitata. I neonati devono essere tenuti sotto osservazione se l'uso materno della paroxetina continua negli stadi piu' avanzati della gravidanza, in particolare nel terzo trimestre. I sintomi seguenti si possono presentare nei neonati in seguito all'uso materno di paroxetinanegli stadi piu' avanzati della gravidanza: difficolta' respiratoria,cianosi, apnea, convulsioni, temperatura instabile, difficolta' di suzione, vomito, ipoglicemia, ipertonia, ipotonia, iperreflessia, tremore, nervosismo, irritabilita', letargia, pianto continuo, sonnolenza e difficolta' nell'addormentamento. Tale sintomatologia potrebbe essere dovuta o agli effetti serotoninergici o ai sintomi d'astinenza. Nella maggior parte dei casi le complicazioni iniziano immediatamente al momento del parto o subito dopo (meno di 24 ore). Dati epidemiologici hanno suggerito che l'utilizzo di SSRI durante la gravidanza, particolarmente durante la gravidanza avanzata, puo' aumentare il rischio di Ipertensione Polmonare Persistente del Neonato (IPPN). Gli studi sugli animali hanno mostrato tossicita' riproduttiva, ma non hanno indicato effetti dannosi diretti sulla gravidanza, sullo sviluppo embriofetale, sul parto o sullo sviluppo post-natale. Piccole quantita' di paroxetina sono escrete nel latte materno. In studi pubblicati, le concentrazionisieriche in neonati allattati al seno erano non rilevabili (< 2 ng/ml) o molto basse (< 4 ng/ml), e non e' stato osservato alcun segno degli effetti del farmaco in questi neonati. Ciononostante la paroxetina non deve essere usata durante l'allattamento, a meno che i benefici attesi per la madre giustifichino i rischi potenziali per il neonato.
Interazioni con altri prodotti
Principi attivi serotoninergici: l'associazione con il farmaco puo' portare all'insorgenza di effetti associati alla serotonina; si consiglia cautela e un attento controllo clinico in caso di somministrazione concomitante di farmaci serotoninergici (L-triptofano, triptani, tramadolo, linezolid, metiltionina cloridrato, SSRI, litio, petidina e preparati a base di erba di San Giovanni) e paroxetina. Si raccomanda cautela anche con il fentanil utilizzato nell'anestesia generale o nel trattamento del dolore cronico. L'uso concomitante di paroxetina e MAO-inibitori e' controindicato a causa del rischio che si sviluppi la sindrome da serotonina. Pimozide In uno studio dove una singola dose bassa di pimozide (2 mg) e' stata co-somministrata con 60 mg di paroxetina, sono stati dimostrati livelli aumentati in media di 2,5 volte di pimozide. Cio' puo' essere spiegato tenendo in considerazione le note proprieta' inibitorie sul CYP2D6 della paroxetina. A causa del ristretto indice terapeutico della pimozide e della sua nota capacita' di prolungare l'intervallo QT, l'uso concomitante di pimozide e paroxetina e' controindicato. Enzimi predisposti al metabolismo dei farmaci Il metabolismo e la farmacocinetica della paroxetina possono essere influenzati dalla induzione o dalla inibizione degli enzimi che metabolizzano i farmaci. Qualora la paroxetina sia somministrata in concomitanza con un farmaco noto per essere inibitore del metabolismo enzimatico, deve essere preso in considerazione l'uso delle dosi di paroxetina piu' basse dell'intervallo posologico. In caso di somministrazione in concomitanzacon farmaci noti quali induttori del metabolismo enzimatico (ad esempio carbamazepina, rifampicina, fenobarbitale e fenitoina) o con fosamprenavir/ritonavir, non e' richiesto alcun aggiustamento della dose iniziale. Qualsiasi successiva modifica della posologia della paroxetina (sia dopo l'inizio della terapia o dopo sospensione di un induttore enzimatico) deve essere basata sulla risposta clinica (tollerabilita' edefficacia). Fosamprenavir/ritonavir La somministrazione concomitante di fosamprenavir/ritonavir 700/100 mg due volte al giorno con paroxetina 20 mg al giorno in volontari sani per 10 giorni ha diminuito significativamente i livelli plasmatici della paroxetina di circa il 55%. Leconcentrazioni plasmatiche di fosamprenavir/ritonavir durante la co-somministrazione di paroxetina erano simili ai valori di riferimento osservati in altri studi, indicando che la paroxetina non produceva effetti significativi sul metabolismo di fosamprenavir/ritonavir. Non sonodisponibili dati riguardo gli effetti della cosomministrazione a lungo termine, superiore a 10 giorni, di paroxetina e fosamprenavir/ritonavir. Prociclidina: la somministrazione giornaliera di paroxetina ne aumenta in modo significativo i livelli plasmatici. Se si osservano effetti anticolinergici, la dose di prociclidina deve essere ridotta. Anticonvulsivanti: la somministrazione concomitante non sembra mostrare effetto sul profilo farmacocinetico/farmacodinamico nei pazienti epilettici. Potenza inibitoria sul CYP2D6: la paroxetina inibisce l'enzima CYP2D6 del citocromo epatico P450; cio' puo' portare all'aumento delle concentrazioni plasmatiche di farmaci in co-somministrazione, metabolizzati da questo enzima. Sono compresi tra questi farmaci alcuni antidepressivi triciclici, neurolettici fenotiazinici, risperidone, atomoxetina, alcuni antiaritmici di Tipo 1c e metoprololo. Non e' raccomandato l'uso di paroxetina in associazione con metoprololo, somministrato nella insufficienza cardiaca, a causa del ridotto indice terapeutico del metoprololo in questa indicazione. Il tamoxifene ha un importante metabolita attivo, l'endoxifene, che e' prodotto dal CYP2D6 e che contribuisce significativamente all'efficacia del tamoxifene. L'inibizione irreversibile del CYP2D6 da parte della paroxetina porta ad una riduzionedelle concentrazioni plasmatiche dell'endoxifene. Evitare l'uso di alcol in corso di trattamento con paroxetina. Anticoagulanti orali Puo' presentarsi una interazione farmacodinamica tra paroxetina e anticoagulanti orali. L'uso concomitante di paroxetina e anticoagulanti orali puo' portare ad un aumento della attivita' anticoagulante ed al rischiodi emorragie. Pertanto la paroxetina deve essere usata con cautela nei pazienti in trattamento con anticoagulanti orali. FANS, acido acetilsalicilico ed altri antiaggreganti piastrinici Puo' verificarsi una interazione farmacodinamica tra paroxetina e FANS/acido acetilsalicilico. L'uso concomitante di paroxetina e FANS/acido acetilsalicilico puo' portare ad un aumento del rischio di emorragie. Si consiglia cautela nei pazienti che assumono SSRI in concomitanza ad anticoagulanti orali,farmaci noti per influire sulla funzione piastrinica o per aumentare il rischio di emorragie [per esempio antipsicotici atipici quali clozapina, fenotiazine, la maggior parte degli antidepressivi triciclici (TCA), acido acetilsalicilico, FANS, COX-2 inibitori] e nei pazienti conanamnesi positiva per disturbi emorragici o condizioni che possono predisporre ad emorragie.
Forme Farmacologiche
- paroxetina sun 10cpr riv 20mg
- paroxetina sun 12cpr riv 20mg
- paroxetina sun 14cpr riv 20mg
- paroxetina sun 28cpr riv 20mg
- paroxetina sun 30cpr riv 20mg
- paroxetina sun 56cpr riv 20mg
- paroxetina sun 20cpr 20mg fl
- paroxetina sun 30cpr 20mg fl
- paroxetina sun 60cpr 20mg fl
- paroxetina sun 100cpr 20mg fl
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Conservazione del prodotto
Questo medicinale non richiede alcuna speciale condizione di conservazione.