parmodalin 25 compresse rivestite 10mg+1mg sit laboratorio farmac. srl

Che cosa è parmodalin 25cpr riv 10mg+1mg?

Parmodalin compresse rivestite prodotto da sit laboratorio farmac. srl
è un farmaco etico della categoria specialita' medicinali con prescrizione medica che appartiene alla fascia C che comprende quei farmaci che, non essendo considerati essenziali, sono completamente a carico del cittadino ma richiedono comunque prescrizione .
Parmodalin risulta non in commercio nelle farmacie italiane

E' utilizzato per la cura di psicolettico e psicoanalettico in associazione.
Contiene i principi attivi: tranilcipromina solfato/trifluoperazina cloridrato
Codice AIC: 011531035 Codice EAN: 0

Informazioni e Indicazioni, a cosa serve?

Trattamento sintomatico delle forme depressive gravi. Depressioni reattive nelle quali non e' indicata o e' risultata inefficace l'elettroshock terapia.

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Posologia

Consigliato nei soli casi di grave depressione mentale nei quali non e' indicata l'elettroshock terapia o nei quali quest'ultima, applicata, e' risultata inefficace e dopo il fallimento di tutti gli altri trattamenti provati in precedenza. La posologia media consigliabile e' di una compressa rivestita 1-2 volte al giorno per una settimana. Ottenuta una risposta soddisfacente attenersi ad una dose di mantenimento di una compressa rivestita al mattino. In ogni caso la dose massima giornaliera non deve superare le 3 compresse rivestite (corrispondenti a 30mg di tranilcipromina). Nel trattamento di pazienti anziani la posologia deve essere attentamente stabilita dal medico che dovra' valutare una eventuale riduzione dei dosaggi sopraindicati.

Effetti indesiderati

Le piu' importanti reazioni al trattamento con tranilcipromina sono rappresentate dalle crisi ipertensive con esito a volte mortale. Questecrisi sono caratterizzate dalla seguente sintomatologia: cefalea occipitale con irradiazione frontale, palpitazioni, rigidita' e dolorabilita' del collo, nausea, vomito, sudorazione (talora con febbre, brivido, sudorazione fredda) e fotofobia. Possono essere presenti bradicardiao tachicardia, extrasistolia, dolore costrittivo del torace e midriasi. Sono stati descritti casi di emorragia intracranica con emiparesi ed emiplegia eccezionalmente a decorso mortale, associate con aumento della pressione arteriosa. Per questo motivo in corso di trattamento lapressione arteriosa deve essere attentamente controllata per poterne valutare qualsiasi variazione. Il trattamento deve essere interrotto immediatamente se compaiono palpitazioni o cefalee insistenti poiche' questi sintomi possono rappresentare i prodromi di una crisi ipertensiva. Nel caso essa compaia, si deve sospendere il trattamento. Occorre inoltre istituire immediatamente una terapia ipotensiva evitando l'uso di reserpina per via parenterale. Durante il trattamento si puo' ancheavere ipotensione arteriosa. I sintomi dell'ipotensione ortostatica sono stati osservati piu' comunemente, ma non esclusivamente, in pazienti con pre-esistente ipertensione. Con l'interruzione del trattamento i valori pressori ritornano, in genere, ai livelli di partenza. Con dosi di tranilcipromina superiori a 30 mg pro die il piu' frequente effetto secondario e' l'ipotensione che puo' dar luogo a sincope. L'aumento del dosaggio giornaliero deve quindi essere piu' graduale nei pazienti che, fin dall'inizio della terapia, mostrino tendenza all'ipotensione. Quando la tranilcipromina, e' somministrata contemporaneamente a derivati della fenotiazina o ad altri farmaci che possano causare ipotensione, deve essere presa in considerazione l'eventualita' di un potenziamento dell'effetto ipotensivo. In corso di trattamento con tranilcipromina sono stati talora descritti: irrequietezza, insonnia, debolezza, secchezza delle fauci, nausea, diarrea, dolori addominali, stipsi, tachicardia, anoressia, edemi, disturbi della vista, impotenza e, piu'raramente, epatopatie, eruzioni cutanee. Acufeni, spasmi e tremori muscolari, parestesia, ritenzione urinaria sono stati descritti cosi' eccezionalmente per cui non e' stato possibile attribuirne la comparsa alla tranilcipromina. Anche in questi casi, la riduzione del dosaggio giornaliero determina, in genere, la regressione della sintomatologia collaterale, la quale si presenta piu' raramente in considerazione della combinazione della tranilcipromina con la trifluoperazina. Tuttavia,gradi piu' rilevanti di sovradosaggio o una ipersensibilita' individuale alla tranilcipromina possono determinare un'accentuazione degli effetti indesiderabili che giungono in casi gravi ad agitazione, confusione mentale, incoerenza, ipotensione, crisi ipotensive precedute da cefalea grave ed accompagnate in casi rari da fibrillazione mioclonica con iperpiressia e, talora, con rigidita' generalizzata e coma. In questi casi si impongono gli interventi piu' appropriati, come lavanda gastrica, somministrazione di ipotensivi nei pazienti con cefalea ed ipertensione, di barbiturici nei casi di reazioni miocloniche (tenendo presente che l'effetto dei barbiturici puo' essere prolungato dalla somministrazione contemporanea di PARMODALIN) e l'istituzione delle comuni misure anti-shock.In pazienti trattati con trifluoperazina sono stati descritti casi di agranulocitosi, trombocitopenia, pancitopenia, anemia, ittero di tipo colestatico, altre alterazioni a carico dell'epatocita. Altri effetti indesiderati connessi con l'uso di trifluoperazina possono essere sonnolenza, vertigini, reazioni ed eruzioni cutanee, secchezza delle fauci, insonnia, amenorrea, affaticabilita', debolezza muscolare, anoressia, galattorrea, alterazioni della vista, reazioni neuromuscolari extrapiramidali. Questi ultimi sintomi sono stati riferiticon frequenza significativa negli psicopazienti ospedalizzati. Essi possono essere caratterizzati da "rigidita' motoria" od essere di tipo "distonico o parkinsoniano". Secondo la loro gravita', si rende necessario ridurre il dosaggio giornaliero del medicamento o sospendere la somministrazione; nel caso di una ripresa del trattamento si deve prescrivere un dosaggio ridotto. Se i sintomi extrapiramidali si verificanoin bambini ed in gestanti, la terapia deve essere interrotta definitivamente. Nei casi piu' gravi occorre istituire un trattamento adeguatoed adottare tutte le altre misure necessarie quali quelle di sorvegliare attentamente lo stato della ventilazione polmonare e lo stato d'idratazione. In molti casi per la risoluzione dei sintomi sono sufficienti dei barbiturici somministrati per idonea via d'introduzione. Nei casi piu' gravi puo' farsi luogo alla somministrazione di farmaci antiparkinsoniani, eccettuato il levodopa, che producono di norma la risoluzione rapida della sintomatologia. Devono essere adottate tutte le altre misure del caso, quali quelle di sorvegliare adeguatamente lo stato dell vie aeree e lo stato d'idratazione. In alcuni pazienti, specialmente anziani e di sesso femminile, a seguito di trattamenti prolungati, puo' manifestarsi, come con altri farmaci antipsicotici e talora dopo l'interruzione della terapia, una "discinesia tardiva persistente" avolte irreversibile. La sindrome e' caratterizzata da movimenti ritmici involontari della lingua, del volto, della bocca, delle guance che talora possono accompagnarsi ad analoghi movimenti delle estremita'. Non si conosce alcun trattamento efficace per questa sindrome; i farmaci antiparkinsoniani in genere non ne risolvono la sintomatologia. E' stato quindi suggerito di interrompere ogni trattamento antipsicotico non appena si presentino inconvenienti del genere e, particolarmente, ove compaia uno speciale movimento vermicolare della lingua che si ritiene possa rappresentare il primo sintomo della discinesia. Sono stati osservati con il prodotto o altri farmaci della stessa classe casi rari di prolungamento del QT, aritmie ventricolari come torsione di punta, tachicardia ventricolare, fibrillazione ventricolare ed arresto cardiaco. Casi molto rari di morte improvvisa.

Indicazioni

Trattamento sintomatico delle forme depressive gravi. Depressioni reattive nelle quali non e' indicata o e' risultata inefficace l'elettroshock terapia.

Controindicazioni ed effetti secondari

Non deve essere somministrato a pazienti affetti da vasculopatie cerebrali accertate o sospette, da malattie cardiovascolari, da feocromocitoma, da ipertensione arteriosa o con un'anamnesi di cefalee. Inoltre e' controindicato in pazienti di eta' superiore ai 60 anni perche' a questa eta' sono statisticamente frequenti alterazioni cerebrovascolari. Non deve essere usato nei pazienti epatopatici o con anamnesi di epatopatia pregressa o con prove funzionali epatologiche alterate. Non deve pure essere somministrato in presenza di alterazioni della crasi ematica con segni di depressione midollare.

Avvertenze

In casi di ipersensibilita' nei confronti di farmaci fenotiazinici (ad es. discrasie ematiche, ittero) non debbono essere nuovamente somministrati farmaci di questo tipo. I pazienti sottoposti a trattamento con PARMODALIN, in considerazione delle caratteristiche dell'associazione e dei farmaci in essa contenuti, devono essere avvertiti: di consultare immediatamente il medico non appena osservino la comparsa di cefalea o di altri sintomi anormali; di attenersi strettamente alla dieta che verra' prescritta dal medico affinche' da essa rimangano esclusi gli alimenti sopraccitati; di non assumere bevande alcooliche; di non fare uso di prodotti contro il raffreddore o la febbre da fieno, ne' di preparazioni dimagranti od anoressizzanti che contengano sostanze attive sulla pressione arteriosa; di evitare attivita' che richiedano particolare attenzione (guida di veicoli, lavori alle macchine). Nei pazienti depressi deve essere presa in considerazione la possibilita' che l'uso del medicamento determini tendenza al suicidio e quindi devono essere prese tutte le precauzioni al riguardo. Non e' giustificata una fiducia eccessiva nel fatto che il trattamento farmacologico possa prevenire tentativi di suicidio, in quanto, nonostante l'associazione con la rifluoperazina, puo' trascorrere del tempo tra l'istituzione della terapia e la comparsa del suo effetto con un aumento iniziale dell'ansia e dell'agitazione; inoltre alcuni pazienti non rispondono al trattamento o rispondono solo temporaneamente. E' da tenere presente che gliinibitori delle M.A.O. possono sopprimere il dolore anginoso per cui viene a mancare un segnale di ischemia miocardica. Nei pazienti con insufficienza renale devono essere adottate le usuali misure precauzionali tenendo conto del fatto che in tale condizione patologica esiste lapossibilita' di accumulo. E’ raccomandabile cautela nel trattamento di pazienti epilettici. Alcuni inibitori delle M.A.O. danno luogo a crisi ipoglicemiche in pazienti diabetici in trattamento con insulina o con ipoglicemizzanti orali. L'associazione con altri psicofarmaci richiede particolare cautela e vigilanza da parte del medico ad evitare inattesi effetti indesiderabili da interazione. In corso di trattamento con farmaci antipsicotici e' stato riportato un complesso di sintomi, potenzialmente fatale, denominato Sindrome Neurolettica Maligna. Manifestazioni cliniche di tale sindrome sono: iperpiressia, rigidita' muscolare, acinesia, disturbi vegetativi (irregolarita' del polso e della pressione arteriosa, sudorazione, tachicardia, aritmie); alterazioni dello stato di coscienza che possono progredire fino allo stupore ed al coma. Il trattamento della S.N.M. consiste nel sospendere immediatamente la somministrazione dei farmaci antipsicotici e di altri farmaci non essenziali e nell'istituire una terapia sintomatica intensiva (particolare cura deve essere posta nel ridurre l'ipertermia e nel correggere la disidratazione). Qualora venisse ritenuta indispensabile la ripresa del trattamento con antipsicotici, il paziente deve essere attentamente monitorato. Poiche' in pazienti trattati con trifluoperazina e' stata osservata anche ipotensione, deve essere evitata la somministrazione del medicamento per via parenterale od in alte dosi nei pazienti con affezioni del sistema cardiovascolare. Poiche' e' stato descritto che alcuni derivati della fenotiazina possono causare retinopatie, il trattamento deve essere interrotto se l'esame oftalmoscopico o del campo visivo dimostrano alterazioni della retina. Analogo comportamento deve essere osservato nei pazienti anginosi che rispondono sfavorevolmente alla terapia per un aumento del dolore. Con la somministrazione prolungata di alte dosi del medicamento deve essere tenuta presente la possibilita' di un effetto di accumulo con gravi sintomi vasomotori od acarico del sistema nervoso centrale. In studi clinici randomizzati versus placebo condotti in una popolazione di pazienti con demenza trattati con alcuni antipsicotici atipici e' stato osservato un aumento di circa tre volte del rischio di eventi cerebrovascolari. Il meccanismo di tale aumento del rischio non e' noto. Non puo' essere escluso un aumento del rischio per altri antipsicotici o in altre popolazioni di pazienti. Deve essere usato con cautela in pazienti con fattori di rischio per stroke. Usare con cautela nei pazienti con malattie cardiovascolari o con una storia famigliare di prolungamento QT. Evitare una terapia concomitante con altri neurolettici. La depressione e' associata ad aumentato rischio di pensieri suicidari, autolesionismo e suicidio (suicidio/eventi correlati). Tale rischio persiste fino a che si verifichi una remissione significativa. Poiche' possono non verificarsi miglioramenti durante le prime settimane di trattamento o in quelle immediatamente successive, i pazienti devono essere attentamente controllatifino ad avvenuto miglioramento. E' esperienza clinica in generale cheil rischio di suicidio puo' aumentare nelle prime fasi del miglioramento. Quando si trattano pazienti con disturbi depressivi maggiori si devono osservare le stesse precauzioni seguite durante il trattamento di pazienti con altre patologie psichiatriche. Pazienti con anamnesi positiva per comportamento o pensieri suicidari, o che manifestano un grado significativo di ideazione suicidaria prima dell'inizio del trattamento, sono a rischio maggiore di ideazione suicidaria o di tentativi di suicidio, e devono essere attentamente controllati durante il trattamento. La terapia farmacologia con antidepressivi deve essere associata ad una stretta sorveglianza dei pazienti, in particolare di quelli ad alto rischio, pecialmente nelle fasi iniziali del trattamento e dopo cambiamenti di dose. I pazienti (o chi si prende cura di loro) dovrebbero essere avvertiti della necessita' di monitorare e di riportare immediatamente al proprio medico curante qualsiasi peggioramento del quadro clinico, l'insorgenza di comportamento o pensieri suicidari o di cambiamenti comportamentali.

Gravidanza e Allattamento

L'uso di ogni farmaco durante la gravidanza, l'allattamento e nelle donne in eta' feconda deve essere condizionato dall'attenta considerazione del rapporto fra il beneficio che ci si attende dalla somministrazione del farmaco stesso ed il possibile rischio per la madre e per il bambino. Gli studi sulla riproduzione degli animali hanno dimostrato che la tranilcipromina passa nel feto di ratta attraverso la barriera placentare ed inoltre si ritrova nel latte della cagna nutrice. Non e' stata finora dimostrata l'assenza di effetti nocivi della tranilcipromina e della trifluoperazina somministrate durante i periodi della gravidanza e della lattazione, sulla fertilita' e sullo sviluppo post-natale degli animali trattati.

Interazioni con altri prodotti

Durante il trattamento non devono essere somministrati: altri inibitori delle M.A.O. o derivati della benzodiazepina poiche' con l'uso di simili associazioni possono manifestarsi crisi ipertensive o convulsive; simpaticomimetici comprese le anfetamine, la fenfluramina, la fenilpropanolamina. Infatti sembra che durante il trattamento con la tranilcipromina alcuni pazienti siano particolarmente vulnerabili agli effetti dei farmaci simpaticomimetici poiche' l'attivita' di certi enzimi risulta inibita. L'uso contemporaneo di PARMODALIN e simpaticomimetici in genere (metildopa, dopamina, levodopa, triptofano) puo' determinare ipertensione, cefalea ed altri sintomi correlati; armaci che abbiano comunque un effetto deprimente sul sistema nervoso centrale compresi i narcotici e l'alcool poiche' sono stati descritti spiccati effetti di potenziamento; farmaci anti-ipertensivi, diuretici, anti-istaminici, sedativi o anestetici. Durante la somministrazione, devono essere esclusi dalla dieta i formaggi e tutti gli altri alimenti ad alto contenutodi tiramina (crema acida, vino Chianti, Sherry, birra, aringhe salate, fegato, fichi secchi, uva passa, cioccolato, salsa piccante, fave, estratto di lievito, carne intenerita artificialmente), in quanto possono comparire crisi ipertensive di notevole gravita'. Ove si intenda passare dal trattamento con PARMODALIN a quello con altri inibitori della M.A.O. o con benzodiazepina, o viceversa, e' necessario che tra un trattamento e l'altro intercorra almeno una settimana e che, durante laprima settimana, si adottino dosaggi convenientemente ridotti dei farmaci suddetti (meta' delle dosi normali per la tranilcipromina). Quando i neurolettici sono somministrati in concomitanza con farmaci che prolungano il QT il rischio di insorgenza di aritmie cardiache aumenta. Non somministrare in concomitanza con farmaci che determinano alterazioni degli elettroliti.

Forme Farmacologiche


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