pantoprazolo sand*20fl 40mg pantoprazolo sandoz spa

Che cosa è pantoprazolo sand 20fl 40mg?

Pantoprazolo sand gmbh soluzione iniettabile polv prodotto da sandoz spa
è un farmaco generico della categoria farmaci preconfezionati prodotti industrialmente - generici .
Pantoprazolo sand gmbh risulta non in commercio nelle farmacie italiane

E' utilizzato per la cura di inibitori della pompa protonica.
Contiene i principi attivi: pantoprazolo sodico sesquidrato
Composizione Qualitativa e Quantitativa: un flaconcino contiene 40 mg di pantoprazolo (in forma di pantoprazolo sodico sesquidrato).
Codice AIC: 037838048 Codice EAN: 0

Informazioni e Indicazioni, a cosa serve?

Ulcera duodenale, ulcera gastrica, esofagite da reflusso moderata e grave, sindrome di Zollinger-Ellison e altre condizioni patologiche da ipersecrezione.

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Posologia

La somministrazione di pantoprazolo per via endovenosa e' raccomandata solo quando non sia appropriata la somministrazione orale. Dosaggio raccomandato. Ulcera duodenale, ulcera gastrica, esofagite da reflussomoderata e grave: il dosaggio raccomandato per via endovenosa e' di 40 mg di pantoprazolo (un flaconcino) al giorno, somministrato in un periodo di tempo compreso tra 2 e 15 minuti e per una durata fino a una settimana. Trattamento a lungo termine della sindrome di Zollinger-Ellison e di altre condizioni patologiche da ipersecrezione: i pazienti devono iniziare il trattamento con una dose quotidiana di 80 mg di pantoprazolo per via endovenosa. In seguito il dosaggio puo' essere titolato verso l'alto o verso il basso a seconda delle necessita', sulla base delle misurazioni della secrezione acida gastrica. Per dosaggi superiori a 80 mg al giorno, la dose deve essere divisa e somministrata duevolte al giorno. E' possibile aumentare temporaneamente il dosaggio di pantoprazolo sopra i 160 mg, ma non oltre il tempo necessario ad un adeguato controllo dell'acidita'. Nel caso sia necessario un rapido controllo dell'acidita', nella maggior parte dei pazienti una dose iniziale di 2 x 80 mg di pantoprazolo per via endovenosa e' sufficiente a ridurre la produzione di acido ai valori voluti (CONSERVAZIONENon conservare a temperatura superiore ai 25 gradi C. Tenere il contenitore nell'imballaggio esterno.AVVERTENZELa somministrazione endovenosa di pantoprazolo e' raccomandata solo quando non sia appropriata la somministrazione orale. Il pantoprazolo non e' indicato per disturbi gastrointestinali lievi, come la dispepsianervosa. Prima del trattamento e' necessario escludere la possibile presenza di ulcera gastrica maligna o di una malattia dell'esofago di natura maligna, poiche' il trattamento con pantoprazolo puo' alleviare i sintomi delle ulcere maligne e ritardarne di conseguenza la diagnosi. La diagnosi di esofagite da reflusso deve essere confermata da endoscopia. Negli anziani e nei pazienti con alterata funzionalita' renale non deve essere superata la dose giornaliera di 40 mg di pantoprazolo.Nei pazienti sottoposti a trattamenti a lungo termine, per esempio per la sindrome di Zollinger-Ellison ed altre condizioni patologiche da ipersecrezione, la somministrazione contemporanea di pantoprazolo e dialtri medicinali antiacidi puo' ridurre l'assorbimento della vitaminaB12 (cianocobalamina), come conseguenza della ipocloridria o dell'acloridria. Cio' deve essere tenuto presente qualora vengano osservati i relativi sintomi clinici. Nei pazienti con funzionalita' epatica gravemente compromessa, la dose giornaliera deve essere ridotta a 20 mg di pantoprazolo. Inoltre in questi pazienti gli enzimi epatici devono essere monitorati per tutta la durata della terapia con pantoprazolo per via endovenosa. In caso di aumento degli enzimi epatici, la somministrazione di pantoprazolo per via endovenosa deve essere interrotta. A tutt'oggi non esiste alcuna esperienza relativa al trattamento dei bambini.INTERAZIONISi devono osservare modifiche nell'assorbimento di medicinali il cui assorbimento e' pH-dipendente (per esempio ketoconazolo), quando assunti contemporaneamente. E' stato dimostrato che la somministrazione contemporanea di atazanavir 300 mg/ritonavir 100 mg con omeprazolo (40 mguna volta al giorno) o di atazanavir 400 mg con lansoprazolo (60 mg in dose unica) in volontari sani, comporta una riduzione consistente della biodisponibilita' dell'atazanavir. L'assorbimento dell'atazanavir dipende dal pH. Percio', gli inibitori della pompa protonica, compresoil pantoprazolo, non devono essere somministrati contemporaneamente all'atazanavir. Il pantoprazolo viene metabolizzato nel fegato dal sistema enzimatico del citocromo P450. Non puo' essere esclusa un'interazione tra pantoprazolo e altri principi attivi o composti che siano metabolizzati attraverso lo stesso sistema enzimatico. Tuttavia non sono state osservate interazioni clinicamente significative nel corso di test specifici con alcuni di questi principi attivi o composti, come carbamazepina, caffeina, diazepam, diclofenac, digossina, etanolo, glibenclamide, metoprololo, naprossene, nifedipina, fenitoina, piroxicam, teofillina e un contraccettivo orale. Sebbene nel corso di studi clinici di farmacocinetica non sia stata osservata alcuna interazione durante la somministrazione contemporanea con fenprocumone o warfarin, duranteil trattamento concomitante nella fase post-marketing sono stati registrati alcuni casi isolati di variazioni nell'INR. Pertanto, nel caso di pazienti trattati con anticoagulanti derivati della cumarina, si raccomanda di monitorare il tempo di protrombina/INR dopo l'inizio e il termine del trattamento con pantoprazolo o in caso di utilizzo irregolare dello stesso. Non si sono verificate interazioni in seguito alla somministrazione concomitante di antiacidi.EFFETTI INDESIDERATIPatologie del sistema emolinfopoietico. Molto raro (1/100, 1/1000, 1/10.000): secchezza delle fauci. Patologie sistemiche e condizionirelative alla sede di somministrazione. Molto raro: tromboflebite nelsito di iniezione, edema periferico. Patologie epatobiliari. Molto raro: grave danno epatocellulare, che porta a ittero con o senza insufficienza epatica. Disturbi del sistema immunitario. Molto raro: reazionianafilattiche, compreso shock anafilattico. Esami diagnostici. Molto raro: aumento degli enzimi epatici (transaminasi, gamma-GT), aumento dei trigliceridi, aumento della temperatura corporea. Patologie del sistema muscolo scheletrico. Raro: artralgia; molto raro: mialgia. Patologie del sistema nervoso. Comune: cefalea; non comune: capogiri, disturbi della vista (vista confusa. Disturbi psichiatrici. Molto raro: depressione mentale. Patologie renali e urinarie. Molto raro: nefrite interstiziale. Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo. Non comune: reazioni allergiche, quali prurito e rash cutaneo; molto raro: orticaria, angioedema, gravi reazioni cutanee (come sindrome di Stevens-Johnson), eritema multiforme, sindrome di Lyell, fotosensibilita'.

GRAVIDANZA E ALLATTAMENTOGravidanza: l'esperienza con il pantoprazolo nelle donne in gravidanza e' molto ridotta. Una limitata esperienza con inibitori della pompa protonica come classe non indica un aumento del rischio di malformazioni congenite maggiori. In studi sulla riproduzione animale, si sono osservati segni di lieve fetotossicita'. Il pantoprazolo non deve essereusato a meno che non sia strettamente necessario. Allattamento: non sono disponibili dati sull'escrezione del pantoprazolo nel latte materno. Poiche' non possono essere esclusi potenziali rischi per il neonato, quando e' necessario il trattamento con pantoprazolo e' opportuno prendere in considerazione l'interruzione dell'allattamento al seno.

Effetti indesiderati

Patologie del sistema emolinfopoietico. Molto raro (1/100, 1/1000, 1/10.000): secchezza delle fauci. Patologie sistemiche e condizionirelative alla sede di somministrazione. Molto raro: tromboflebite nelsito di iniezione, edema periferico. Patologie epatobiliari. Molto raro: grave danno epatocellulare, che porta a ittero con o senza insufficienza epatica. Disturbi del sistema immunitario. Molto raro: reazionianafilattiche, compreso shock anafilattico. Esami diagnostici. Molto raro: aumento degli enzimi epatici (transaminasi, gamma-GT), aumento dei trigliceridi, aumento della temperatura corporea. Patologie del sistema muscolo scheletrico. Raro: artralgia; molto raro: mialgia. Patologie del sistema nervoso. Comune: cefalea; non comune: capogiri, disturbi della vista (vista confusa. Disturbi psichiatrici. Molto raro: depressione mentale. Patologie renali e urinarie. Molto raro: nefrite interstiziale. Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo. Non comune: reazioni allergiche, quali prurito e rash cutaneo; molto raro: orticaria, angioedema, gravi reazioni cutanee (come sindrome di Stevens-Johnson), eritema multiforme, sindrome di Lyell, fotosensibilita'.

GRAVIDANZA E ALLATTAMENTOGravidanza: l'esperienza con il pantoprazolo nelle donne in gravidanza e' molto ridotta. Una limitata esperienza con inibitori della pompa protonica come classe non indica un aumento del rischio di malformazioni congenite maggiori. In studi sulla riproduzione animale, si sono osservati segni di lieve fetotossicita'. Il pantoprazolo non deve essereusato a meno che non sia strettamente necessario. Allattamento: non sono disponibili dati sull'escrezione del pantoprazolo nel latte materno. Poiche' non possono essere esclusi potenziali rischi per il neonato, quando e' necessario il trattamento con pantoprazolo e' opportuno prendere in considerazione l'interruzione dell'allattamento al seno.

Indicazioni

Ulcera duodenale, ulcera gastrica, esofagite da reflusso moderata e grave, sindrome di Zollinger-Ellison e altre condizioni patologiche da ipersecrezione.

Controindicazioni ed effetti secondari

Ipersensibilita' a pantoprazolo. Il pantoprazolo, come gli altri inibitori di pompa protonica, non deve essere somministrato contemporaneamente all'atazanavir.

Composizione ed Eccipienti

Non pertinente.

Avvertenze

La somministrazione endovenosa di pantoprazolo e' raccomandata solo quando non sia appropriata la somministrazione orale. Il pantoprazolo non e' indicato per disturbi gastrointestinali lievi, come la dispepsianervosa. Prima del trattamento e' necessario escludere la possibile presenza di ulcera gastrica maligna o di una malattia dell'esofago di natura maligna, poiche' il trattamento con pantoprazolo puo' alleviare i sintomi delle ulcere maligne e ritardarne di conseguenza la diagnosi. La diagnosi di esofagite da reflusso deve essere confermata da endoscopia. Negli anziani e nei pazienti con alterata funzionalita' renale non deve essere superata la dose giornaliera di 40 mg di pantoprazolo.Nei pazienti sottoposti a trattamenti a lungo termine, per esempio per la sindrome di Zollinger-Ellison ed altre condizioni patologiche da ipersecrezione, la somministrazione contemporanea di pantoprazolo e dialtri medicinali antiacidi puo' ridurre l'assorbimento della vitaminaB12 (cianocobalamina), come conseguenza della ipocloridria o dell'acloridria. Cio' deve essere tenuto presente qualora vengano osservati i relativi sintomi clinici. Nei pazienti con funzionalita' epatica gravemente compromessa, la dose giornaliera deve essere ridotta a 20 mg di pantoprazolo. Inoltre in questi pazienti gli enzimi epatici devono essere monitorati per tutta la durata della terapia con pantoprazolo per via endovenosa. In caso di aumento degli enzimi epatici, la somministrazione di pantoprazolo per via endovenosa deve essere interrotta. A tutt'oggi non esiste alcuna esperienza relativa al trattamento dei bambini.

Gravidanza e Allattamento

Gravidanza: l'esperienza con il pantoprazolo nelle donne in gravidanza e' molto ridotta. Una limitata esperienza con inibitori della pompa protonica come classe non indica un aumento del rischio di malformazioni congenite maggiori. In studi sulla riproduzione animale, si sono osservati segni di lieve fetotossicita'. Il pantoprazolo non deve essereusato a meno che non sia strettamente necessario. Allattamento: non sono disponibili dati sull'escrezione del pantoprazolo nel latte materno. Poiche' non possono essere esclusi potenziali rischi per il neonato, quando e' necessario il trattamento con pantoprazolo e' opportuno prendere in considerazione l'interruzione dell'allattamento al seno.

Interazioni con altri prodotti

Si devono osservare modifiche nell'assorbimento di medicinali il cui assorbimento e' pH-dipendente (per esempio ketoconazolo), quando assunti contemporaneamente. E' stato dimostrato che la somministrazione contemporanea di atazanavir 300 mg/ritonavir 100 mg con omeprazolo (40 mguna volta al giorno) o di atazanavir 400 mg con lansoprazolo (60 mg in dose unica) in volontari sani, comporta una riduzione consistente della biodisponibilita' dell'atazanavir. L'assorbimento dell'atazanavir dipende dal pH. Percio', gli inibitori della pompa protonica, compresoil pantoprazolo, non devono essere somministrati contemporaneamente all'atazanavir. Il pantoprazolo viene metabolizzato nel fegato dal sistema enzimatico del citocromo P450. Non puo' essere esclusa un'interazione tra pantoprazolo e altri principi attivi o composti che siano metabolizzati attraverso lo stesso sistema enzimatico. Tuttavia non sono state osservate interazioni clinicamente significative nel corso di test specifici con alcuni di questi principi attivi o composti, come carbamazepina, caffeina, diazepam, diclofenac, digossina, etanolo, glibenclamide, metoprololo, naprossene, nifedipina, fenitoina, piroxicam, teofillina e un contraccettivo orale. Sebbene nel corso di studi clinici di farmacocinetica non sia stata osservata alcuna interazione durante la somministrazione contemporanea con fenprocumone o warfarin, duranteil trattamento concomitante nella fase post-marketing sono stati registrati alcuni casi isolati di variazioni nell'INR. Pertanto, nel caso di pazienti trattati con anticoagulanti derivati della cumarina, si raccomanda di monitorare il tempo di protrombina/INR dopo l'inizio e il termine del trattamento con pantoprazolo o in caso di utilizzo irregolare dello stesso. Non si sono verificate interazioni in seguito alla somministrazione concomitante di antiacidi.

Forme Farmacologiche


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Conservazione del prodotto

Non conservare a temperatura superiore ai 25 gradi C. Tenere il contenitore nell'imballaggio esterno.