paclitaxel acc*ev 300mg 50ml paclitaxel accord healthcare italia srl

Che cosa è paclitaxel acc ev 300mg 50ml?

Paclitaxel acc soluzione per infusione conc prodotto da accord healthcare italia srl
è un farmaco generico della categoria farmaci preconfezionati prodotti industrialmente - generici che appartiene alla fascia H che comprende i farmaci di esclusivo uso ospedaliero, non vendibili ai cittadini presso le farmacie aperte al pubblico, ma utilizzabili o distribuibili solo nell'ambito delle strutture sanitarie pubbliche .
Paclitaxel acc risulta disponibile solo nelle farmaice ospedaliere o specialistico

E' utilizzato per la cura di farmaci antineoplastici, taxani.
Contiene i principi attivi: paclitaxel
Composizione Qualitativa e Quantitativa: paclitaxel 6 mg/ml.
Codice AIC: 040573038 Codice EAN: 0

Informazioni e Indicazioni, a cosa serve?

Trattamento, nella chemioterapia di prima linea, di pazienti con carcinoma ovarico in stadio avanzato o con malattia residua (>1 cm) dell'ovaio dopo laparotomia iniziale, in combinazione con cisplatino o carboplatino. Trattamento, nella chemioterapia di seconda linea, del carcinoma ovarico metastatico dopo fallimento della terapia standard a base di platino. Trattamento, come adiuvante, di pazienti affette da carcinoma mammario con linfonodi positivi, dopo terapia con antracicline e ciclofosfamide (AC). Il trattamento adiuvante con il prodotto deve essere considerato un'alternativa alla terapia protratta con AC. Trattamento iniziale del carcinoma mammario localmente avanzato o metastatico, in combinazione con un'antraciclina nelle pazienti in cui quest'ultimaterapia e' indicata, o in combinazione con il trastuzumab nelle pazienti con sovraespressione di HER-2 (human epidermal growth factor receptor 2 , recettore per il fattore di crescita epidermico umano 2) a livello 3+ (determinazione con metodo immunoistochimico) e per le quali le antracicline non sono indicate. Trattamento del carcinoma mammario metastatico nelle pazienti in cui la terapia standard a base di antracicline si e' dimostrata inefficace o che non sono candidate idonee a tale terapia. Trattamento, in combinazione con cisplatino, del carcinomapolmonare non a piccole cellule (NSCLC) nei pazienti non idonei alle terapie chirurgica e/o radiante potenzialmente curative. Trattamento di pazienti con sarcoma di Kaposi (SK) in stadio avanzato correlato all'AIDS, in cui non ha avuto successo una precedente terapia con antracicline liposomiali. Dati limitati di efficacia supportano questa indicazione.

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Posologia

Il medicinale deve essere somministrato solo sotto la supervisione diun oncologo qualificato in reparti specializzati nella somministrazione di agenti citotossici. Prima del trattamento tutti i pazienti devono essere pretrattati con corticosteroidi, antistaminici e H2-antagonisti, per es.: desametasone (20 mg o.s. o e.v.) circa 6-12 ore prima delfarmaco per la somministrazione orale e 30-60 minuti prima del farmaco per la somministrazione endovenosa; difenidramina (50 mg e.v.) da 30a 60 minuti prima del farmaco; cimetidina o ranitidina (300 mg e.v., 50 mg e.v.) da 30 a 60 minuti prima del farmaco. Il medicinale va somministrato per via endovenosa attraverso un filtro in linea con una membrana a micropori di diametro <= 0,22 mcm. Chemioterapia di prima linea del carcinoma ovarico: sebbene siano in studio altri schemi terapeutici, si raccomanda il trattamento combinato di farmaco e cisplatino. Aseconda della durata dell'infusione, vengono raccomandati due differenti dosaggi di prodotto: paclitaxel 175 mg/m^2 per via endovenosa somministrato in 3 ore, seguito da cisplatino alla dose di 75 mg/m^2, ogni3 settimane, oppure paclitaxel 135 mg/m^2 in infusione della durata di 24 ore, seguito da cisplatino alla dose di 75 mg/m^2, con un intervallo di 3 settimane tra ogni ciclo. Chemioterapia di seconda linea del carcinoma ovarico: la dose raccomandata e' di 175 mg/m^2, somministrata nell'arco di 3 ore, con un intervallo di 3 settimane tra i cicli. Chemioterapia adiuvante nel carcinoma mammario: la dose raccomandata e' di 175 mg/m^2, somministrata nell'arco di 3 ore, ogni 3 settimane per 4 cicli, dopo la terapia con AC. Chemioterapia di prima linea del carcinoma mammario: se usato in combinazione con doxorubicina (50 mg/m^2),somministrare 24 ore dopo la doxorubicina. La dose raccomandata e' di220 mg/m^2, somministrata per via endovenosa nell'arco di 3 ore, con un intervallo di 3 settimane tra i cicli. Se usato in combinazione contrastuzumab, la dose raccomandata e' di 175 mg/m^2, somministrata pervia endovenosa nell'arco di 3 ore, con un intervallo di 3 settimane tra i cicli. L'infusione del farmaco puo' essere iniziata il giorno dopo la prima dose di trastuzumab o subito dopo le dosi successive di trastuzumab, a condizione che la precedente dose di trastuzumab sia stataben tollerata. Chemioterapia di seconda linea del carcinoma mammario:la dose raccomandata e' di 175 mg/m^2, somministrata nell'arco di 3 ore, con un intervallo di 3 settimane tra i cicli. Trattamento dell'NSCLC (carcinoma polmonare non a piccole cellule in stadio avanzato): la dose raccomandata e' di 175 mg/m^2, somministrata nell'arco di 3 ore, seguita da una dose di cisplatino di 80 mg/m^2, con un intervallo di 3settimane tra i cicli. Trattamento del SK correlato all'AIDS: la doseraccomandata e' di 100 mg/m^2, somministrata come infusione endovenosa nell'arco di 3 ore ogni 2 settimane. Le successive dosi vanno somministrate in base della tolleranza individuale del paziente. Il trattamento con il farmaco non deve essere ripetuto fino a quando il numero dei granulociti neutrofili non sia >=1.500/mm^3 (>=1.000/mm^3 nei pazienti con SK) e quello delle piastrine non sia >=100.000/mm^3 (>=75.000/mm^3 nei pazienti con SK). Nei pazienti che manifestano neutropenia grave (neutrofili =7 giorni) o neuropatia periferica grave, la dose dei cicli successivi deve essere ridotta del 20% (del 25% nei pazienti con SK). Non sono disponibili dati sufficienti per poter raccomandare modificazioni posologiche nei pazienti con insufficienza epatica da lieve a moderata. I pazienti con insufficienza epatica grave non devono essere trattati con il prodotto. L'uso del farmaco non e' raccomandato nei bambini e negli adolescenti al di sotto di 18 anni di eta' a causa della mancanza di dati sulla sicurezza e l'efficacia.

Effetti indesiderati

Infezioni ed infestazioni. Molto comuni: infezioni (delle vie urinarie o delle vie respiratorie superiori), con casi descritti di esito fatale; non comuni: shock settico; rari: sepsi, peritonite, polmonite. Patologie del sistema emolinfopoietico. Molto comuni: mielosoppressione,neutropenia, anemia, piastrinopenia, leucopenia, emorragie; rari: neutropenia febbrile; molto rari: leucemia mieloide acuta, sindrome mielodisplasica. Disturbi del sistema immunitario. Molto comuni: reazioni minori di ipersensibilita' (vampate e rash cutanei); non comuni: reazioni significative di ipersensibilita' che richiedono trattamento (per es. ipotensione, edema angioneurotico, distress respiratorio, orticariageneralizzata, brividi, mal di schiena, dolore toracico, tachicardia,dolori addominali, dolori agli arti, sudorazione profusa e ipertensione); rari: reazioni anafilattiche; molto rari: shock anafilattico. Disturbi del metabolismo e della nutrizione. Molto rari: anoressia. Disturbi psichici: stato confusionale. Patologie del sistema nervoso. Moltocomuni: neurotossicita' (soprattutto neuropatia periferica); rari: neuropatia motoria (con debolezza distale minore); molto rari: grande male, neuropatia autonomia (con ileo paralitico e ipotensione ortostatica), encefalopatia, convulsioni, capogiri, atassia, cefalea. Patologiedell'occhio. Molto rari: disturbi a carico del nervo ottico e/o disturbi visivi (scotomi scintillanti), particolarmente in pazienti che hanno ricevuto dosi superiori a quelle raccomandate. Patologie dell'orecchio e del labirinto. Molto rari: perdita dell'udito, ototossicita', tinnito, vertigini. Patologie cardiache. Comuni: bradicardia; non comuni: infarto miocardico, blocco AV e sincope, cardiomiopatia, tachicardiaventricolare asintomatica, tachicardia con bigeminismo; molto rari: fibrillazione striale, tachicardia sopraventricolare. Patologie vascolari: molto comuni: ipotensione; non comune: trombosi, ipertensione, tromboflebite; molto rari: shock. Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche. Rari: insufficienza respiratoria, embolia polmonare, fibrosi polmonare, polmonite interstiziale, dispnea, versamento pleurico; molto rari: tosse. Patologie gastrointestinali. Molto comuni: diarrea, vomito, nausea, infiammazione della mucosa; rari: occlusione intestinale, perforazione intestinale, colite ischemica, pancreatine; molto rari: trombosi mesenterica, colite pseudomembranosa, colite neutropenica,ascite, esofagite, stipsi. Patologie epatobiliari. Molto rari: necrosi epatica, encefalopatia epatica (per entrambe sono stati riportati casi con esito fatale). Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo.Molto comuni: alopecia; comuni: alterazioni lievi e transitorie delleunghie e della cute; rari: prurito, rash, eritema. Molto rari: sindrome di Stevens- Johnson, necrolisi epidermica, eritema multiforme, dermatite esfoliativa, orticaria, onicolisi. Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo. Molto comuni: artralgia, mialgia. Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione. Comuni: reazioni nel sito di iniezione (inclusi edema, dolore, eritema e indurimento localizzati; talvolta lo stravaso puo' dare origine a cellulite, fibrosi cutanea e necrosi cutanea); rari: piressia, disidratazione, astenia, edema, sensazione generale di malessere. Esami diagnostici. Comuni: aumento grave di AST (SGOT) e fosfatasi alcalina;non comuni: aumento grave della bilirubina sierica; rari: aumento della creatinina sierica. Pazienti affette da carcinoma mammario trattatecon paclitaxel come terapia adiuvante dopo la terapia con AC hanno presentato maggiori tossicita' neurosensoriali, reazioni di ipersensibilita', artralgia/mialgia, anemia, infezioni, febbre, nausea/vomito e diarrea rispetto alle pazienti trattate soltanto con AC. Tuttavia, la frequenza di questi eventi e' sovrapponibile a quella osservata con l'uso del paclitaxel in monoterapia. Quando somministrato come infusione di 3 ore per la chemioterapia di prima linea del carcinoma ovarico, sono state riscontrate neurotossicita', artralgia/mialgia e ipersensibilita' con maggiore frequenza e gravita' nelle pazienti trattate con paclitaxel seguito da cisplatino, rispetto a quelle trattate con ciclofosfamide seguita da cisplatino. La mielodepressione e' apparsa meno frequente e meno grave con l'infusione paclitaxel seguita da cisplatino, rispetto al trattamento con ciclofosfamide seguita da cisplatino. Nella chemioterapia di prima linea del carcinoma mammario metastatico, con la somministrazione di paclitaxel come infusione, dopo la doxorubicina,sono stati riportati con maggiore frequenza e gravita' neutropenia, anemia, neuropatia periferica, artralgia/mialgia, astenia, febbre e diarrea rispetto alla terapia standard FAC. Durante il trattamento con ilregime paclitaxel/doxorubicina, nausea e vomito sono stati riportati con minor frequenza e gravita' rispetto alla terapia standard FAC. L'uso di corticosteroidi puo' aver contribuito a ridurre la frequenza e la gravita' di nausea e vomito nel braccio trattato con paclitaxel/doxorubicina. In seguito alla somministrazione di paclitaxel come infusione di 3 ore in combinazione con trastuzumab per il trattamento di primalinea di pazienti con carcinoma mammario metastatico, i seguenti eventi sono stati riportati piu' frequentemente che non con il paclitaxel in monoterapia: insufficienza cardiaca, infezioni, brividi, febbre, tosse, rash, artralgia, tachicardia, diarrea, ipertensione, epistassi, acne, herpes simplex, lesioni accidentali, insonnia, rinite, sinusite ereazione nel sito di iniezione. In caso di somministrazione di doxorubicina in combinazione con paclitaxel nel carcinoma metastatico mammario, sono state osservate anomalie della contrazione cardiaca (riduzione >= 20% della frazione di eiezione ventricolare sinistra). La somministrazione di trastuzumab in combinazione con paclitaxel in pazienti precedentemente trattate con antracicline ha provocato un aumento della frequenza e della gravita' della disfunzione cardiaca , rispetto alle pazienti trattate con paclitaxel in monoterapia, e raramente e' stata associata a morte. In tutti, tranne che in questi rari casi, le pazienti hanno risposto a un appropriato trattamento medico. La polmonite daradiazioni e' stata descritta in pazienti contemporaneamente sottoposte a radioterapia. Sarcoma di Kaposi correlato all'AIDS: la frequenza e la gravita' degli effetti indesiderati, ad eccezione di quelli ematologici ed epatici, sono generalmente simili tanto nei soggetti trattati per SK quanto in quelli trattati con paclitaxel in monoterapia per altri tipi di tumori solidi.

Indicazioni

Trattamento, nella chemioterapia di prima linea, di pazienti con carcinoma ovarico in stadio avanzato o con malattia residua (>1 cm) dell'ovaio dopo laparotomia iniziale, in combinazione con cisplatino o carboplatino. Trattamento, nella chemioterapia di seconda linea, del carcinoma ovarico metastatico dopo fallimento della terapia standard a base di platino. Trattamento, come adiuvante, di pazienti affette da carcinoma mammario con linfonodi positivi, dopo terapia con antracicline e ciclofosfamide (AC). Il trattamento adiuvante con il prodotto deve essere considerato un'alternativa alla terapia protratta con AC. Trattamento iniziale del carcinoma mammario localmente avanzato o metastatico, in combinazione con un'antraciclina nelle pazienti in cui quest'ultimaterapia e' indicata, o in combinazione con il trastuzumab nelle pazienti con sovraespressione di HER-2 (human epidermal growth factor receptor 2 , recettore per il fattore di crescita epidermico umano 2) a livello 3+ (determinazione con metodo immunoistochimico) e per le quali le antracicline non sono indicate. Trattamento del carcinoma mammario metastatico nelle pazienti in cui la terapia standard a base di antracicline si e' dimostrata inefficace o che non sono candidate idonee a tale terapia. Trattamento, in combinazione con cisplatino, del carcinomapolmonare non a piccole cellule (NSCLC) nei pazienti non idonei alle terapie chirurgica e/o radiante potenzialmente curative. Trattamento di pazienti con sarcoma di Kaposi (SK) in stadio avanzato correlato all'AIDS, in cui non ha avuto successo una precedente terapia con antracicline liposomiali. Dati limitati di efficacia supportano questa indicazione.

Controindicazioni ed effetti secondari

Ipersensibilita' al paclitaxel o ad uno qualsiasi degli eccipienti, in particolare all'olio di ricino poliossietilato; gravidanza e allattamento, non deve essere usato in pazienti con un numero basale di neutrofili <1.500/mm^3 (<1.000/mm^3 nei pazienti con SK). Nell'SK, il prodotto e' controindicato anche nei pazienti con infezioni concomitanti gravi e non controllate.

Composizione ed Eccipienti

Etanolo anidro, olio di ricino poliossietilato (macrogol glicerolo ricinoleato).

Avvertenze

Potendosi verificare reazioni gravi di ipersensibilita', occorre disporre di adeguate attrezzature per la terapia di supporto. I pazienti devono essere pretrattati con corticosteroidi, antistaminici e H2-antagonisti. Se usato in combinazione, il farmaco deve essere somministratoprima del cisplatino. Reazioni significative di ipersensibilita' , caratterizzate da dispnea e ipotensione che necessitano di un trattamento, sono state osservate angioedema e orticaria generalizzata in alcunipazienti trattati con il prodotto dopo adeguato pretrattamento. Queste reazioni sono probabilmente mediate dall'istamina. In caso di gravi reazioni di ipersensibilita' occorre sospendere immediatamente l'infusione di prodotto e iniziare la terapia sintomatica; il paziente non deve essere riesposto al farmaco. La depressione midollare (principalmente neutropenia) costituisce la tossicita' dose-limitante. Durante il trattamento con il farmaco deve essere istituito un monitoraggio con esami emocromocitometrici frequenti. Il trattamento con il farmaco non deve essere ripetuto fino a quando il numero dei granulociti neutrofilinon sia tornato >=1.500/mm^3 (>=1.000/mm^3 nei pazienti con SK) e quello delle piastrine non sia tornato >= 100.000/mm^3 (>=75.000/mm^3 neipazienti con SK). Nello studio clinico condotto sull'SK, la maggior parte dei pazienti veniva trattata con il fattore stimolante la crescita delle colonie di granulociti (G-CSF). I pazienti con insufficienza epatica possono avere un maggior rischio di tossicita', soprattutto perquanto riguarda la mielosoppressione di grado 3-4. Non vi sono evidenze di un aumento della tossicita' del medicinale dopo somministrazionecome infusione di 3 ore in pazienti con insufficienza epatica lieve. Nei pazienti affetti da insufficienza epatica da moderata a grave si puo' osservare un aumento della mielosoppressione dopo somministrazionedel medicinale in infusione prolungata. I pazienti devono essere monitorati da vicino per rilevare l'eventuale sviluppo di mielosoppressione grave. Non sono disponibili dati sufficienti per poter raccomandare modificazioni posologiche nei pazienti affetti da insufficienza epatica da lieve a moderata. Non sono disponibili dati relativi a pazienti con grave colestasi basale. I pazienti con insufficienza epatica grave non devono essere trattati con il farmaco. Anomalie gravi della conduzione cardiaca sono state riportate raramente con il medicinale in monoterapia. Se durante la somministrazione di farmaco il paziente sviluppa anomalie significative della conduzione, si deve istituire una terapia appropriata, e durante le successive somministrazioni si deve attuare un monitoraggio cardiaco continuo. Durante la somministrazione del farmaco sono state osservate ipotensione, ipertensione e bradicardia; i pazienti sono di solito asintomatici e in genere non richiedono alcun trattamento. Si raccomanda di monitorare frequentemente i parametri vitali, soprattutto nel corso della prima ora dell'infusione. Eventi cardiovascolari gravi sono stati osservati con maggiore frequenza nei pazienti con NSCLC che nelle donne con carcinoma mammario od ovarico. Nello studio clinico sull'SK correlato all'AIDS e' stato riscontrato unsolo caso di insufficienza cardiaca correlata al paclitaxel. Quando si usa il farmaco in combinazione con doxorubicina o trastuzumab per iltrattamento iniziale del carcinoma mammario metastatico occorre considerare con grande attenzione il monitoraggio della funzione cardiaca. I pazienti idonei al trattamento in queste terapie combinate devono essere sottoposti a una valutazione cardiaca iniziale, comprendente anamnesi, esame obiettivo, ECG, ecocardiogramma e/o scintigrafia MUGA. La funzione cardiaca deve essere ulteriormente monitorata nel corso del trattamento (per es. ogni 3 mesi). Il monitoraggio puo' aiutare a identificare i pazienti che sviluppano una disfunzione cardiaca. Per decidere la frequenza con cui esaminare la funzione ventricolare, il medico curante deve valutare attentamente la dose cumulativa (mg/m^2) di antracicline somministrata. Quando i test indicano un deterioramento, sia pure asintomatico, della funzionalita' cardiaca, si deve valutare con gran cura i vantaggi clinici della prosecuzione della terapia rispettoalla possibilita' che essa produca danni cardiaci, compresi quelli potenzialmente irreversibili. Se si prosegue il trattamento, occorre aumentare la frequenza del monitoraggio della funzione cardiaca (per es. ogni 1- 2 cicli). Sebbene spesso si verifichi una neuropatia periferica , raramente si sviluppano sintomi gravi. Nei casi gravi, si raccomanda di ridurre del 20% (25% nei pazienti con SK) la dose di medicinale in tutti i cicli successivi. Nei pazienti con NSCLC e nelle donne con carcinoma ovarico in terapia di prima linea, la somministrazione di paclitaxel in infusione della durata di 3 ore in combinazione con cisplatino ha avuto quale conseguenza un'incidenza di neurotossicita' grave superiore a quella osservata con paclitaxel o con la ciclofosfamide inmonoterapia, seguiti dal cisplatino. Si deve usare una cautela particolare per evitare la somministrazione endoarteriosa del prodotto, perche' in studi di tolleranza locale condotti su animali sono state osservate reazioni tissutali gravi. La combinazione del farmaco e radioterapia del polmone, indipendentemente dal loro ordine cronologico, puo' contribuire allo sviluppo di polmonite interstiziale. Dal momento che il prodotto contiene etanolo (391 mg/ml), si deve prendere in considerazione la possibilita' di effetti sul SNC e di altro tipo. Il farmaco contiene olio di ricino poliossietilato, che puo' causare reazioni allergiche gravi. Raramente e' stata riportata colite pseudomembranosa , inclusi casi verificatisi in pazienti non trattati contemporaneamente con antibiotici. Questa reazione va tenuta presente nella diagnosi differenziale dei casi di diarrea grave o persistente che si verificano durante o subito dopo il trattamento. Nei pazienti con SK, la mucosite grave e' rara. Se dovessero verificarsi reazioni gravi, si dovra' ridurre del 25% la dose di farmaco. Il paclitaxel ha dimostrato di essere teratogeno, embriotossico e mutageno in diversi modelli sperimentali. La contraccezione ormonale e' controindicata nei tumori con positivita'per i recettori ormonali.

Gravidanza e Allattamento

Vi sono dati molto limitati sull'uso del paclitaxel durante la gravidanza. Si sospetta che il paclitaxel causi anomalie congenite gravi, qualora venga somministrato durante la gravidanza. E' stato dimostrato che nei conigli il paclitaxel e' embriotossico e fetotossico, e che neiratti riduce la fertilita'. Il paclitaxel puo' causare danni al feto,se somministrato durante la gravidanza. Per questo motivo il farmaco non deve essere usato durante la gravidanza, se non in caso di assoluta necessita'. Inoltre, il prodotto non deve essere usato nelle donne in eta' fertile che non adottano un metodo contraccettivo efficace, a meno che la condizione clinica della madre richieda il trattamento con il paclitaxel. Le donne potenzialmente fertili devono usare un metodo contraccettivo efficace durante e fino a 6 mesi dopo aver ricevuto il trattamento. I pazienti di sesso maschile non devono procreare durantee fino a 6 mesi dopo il trattamento con paclitaxel. Il medicinale e' controindicato durante l'allattamento. Non e' noto se il paclitaxel venga escreto nel latte materno. Gli studi negli animali hanno dimostrato l'escrezione del paclitaxel nel latte materno. L'allattamento al seno deve essere interrotto per l'intera durata della terapia. Il paclitaxel ha indotto infertilita' nei ratti maschi. L'importanza di questo dato per l'uomo e' sconosciuta. I pazienti di sesso maschile devono informarsi riguardo alla possibilita' di crioconservazione dello sperma prima di iniziare il trattamento, perche' sussiste la possibilita' di infertilita' irreversibile.

Interazioni con altri prodotti

Nella chemioterapia di prima linea del carcinoma ovarico, il regime di somministrazione consigliato per il paclitaxel e' che esso preceda il cisplatino. Se si somministra il paclitaxel prima del cisplatino, ilsuo profilo di sicurezza e' sovrapponibile a quello riportato per l'impiego in monoterapia. Quando il paclitaxel e' stato invece somministrato dopo il cisplatino, i pazienti hanno mostrato una mielodepressionepiu' profonda e una diminuzione di circa il 20% della sua clearance. Le pazienti con neoplasie ginecologiche trattate con paclitaxel e cisplatino possono avere un piu' elevato rischio di insufficienza renale rispetto a quelle trattate con il solo cisplatino. Poiche' l'eliminazione della doxorubicina e dei suoi metaboliti attivi puo' essere ridottaquando il paclitaxel e la doxorubicina sono somministrati in tempi ravvicinati, nel trattamento iniziale del carcinoma mammario metastaticoil medicinale deve essere somministrato 24 ore dopo la doxorubicina. Il metabolismo del paclitaxel e' catalizzato, in parte, dagli isoenzimi del citocromo P450, CYP2C8 e CYP3A4. Studi clinici hanno dimostrato che la trasformazione del paclitaxel a 6alfa-idrossipaclitaxel ad opera del CYP2C8 e' la via metabolica principale nell'uomo. La concomitante somministrazione di chetoconazolo, un potente inibitore del CYP3A4, non inibisce l'eliminazione del paclitaxel nei pazienti; pertanto, i due farmaci possono essere somministrati insieme senza che siano necessari aggiustamenti posologici. Ulteriori dati sulle potenziali interazioni farmacologiche tra il paclitaxel e altri substrati/inibitori del CYP3A4 sono limitati. Occorre quindi usare cautela nel somministrare ilmedicinale in concomitanza con farmaci che notoriamente inibiscono o inducono sia CYP2C8 che CYP3A4. La clearance del paclitaxel non e' influenzata dal pretrattamento con cimetidina. Studi condotti in pazienticon SK che assumevano in concomitanza diversi altri farmaci indicano che la clearance sistemica del paclitaxel sia significativamente ridotta in presenza di nelfinavir e ritonavir, ma non con indinavir. Non sono disponibili informazioni sufficienti sulle interazioni con altri inibitori delle proteasi. Di conseguenza, il farmaco deve essere somministrato con cautela nei pazienti che ricevono inibitori delle proteasi quale terapia concomitante.

Forme Farmacologiche


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Conservazione del prodotto

Non conservare a temperature superiori a 25 gradi C. Conservare il flaconcino nell'imballaggio esterno per proteggerlo dalla luce. Il congelamento non influenza negativamente i flaconcini non aperti.