oxcarbazepina my*200cpr 300mg oxcarbazepina mylan spa

Che cosa è oxcarbazepina my 200cpr 300mg?

Oxcarbazepina m.g. compresse rivestite prodotto da mylan spa
è un farmaco generico della categoria farmaci preconfezionati prodotti industrialmente - generici .
Oxcarbazepina m.g. risulta non in commercio nelle farmacie italiane

E' utilizzato per la cura di antiepilettici, derivati della carboxamide.
Contiene i principi attivi: oxcarbazepina
Composizione Qualitativa e Quantitativa: ogni compressa rivestita con film contiene 300 mg o 600 mg di oxcarbazepina.
Codice AIC: 037702089 Codice EAN: 0

Informazioni e Indicazioni, a cosa serve?

Oxcarbazepina e' indicata per il trattamento delle crisi parziali cono senza generalizzazione secondaria in crisi tonico-cloniche. L'oxcarbazepina e' indicata per l'uso come monoterapia o come terapia aggiuntiva in adulti e bambini di 6 anni e oltre.

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Posologia

Il trattamento con oxcarbazepina, sia somministrato in monoterapia che come terapia aggiuntiva, deve essere iniziato con una dose clinicamente efficace, suddivisa in due somministrazioni. La dose puo' essere aumentata secondo la risposta clinica del paziente. Quando altri antiepilettici vengono sostituiti dall'oxcarbazepina, la dose dell'antiepilettico concomitante deve essere ridotta gradualmente all'inizio della terapia con oxcarbazepina. Nella terapia aggiuntiva poiche' la quantita' totale di antiepilettico ingerita dal paziente e' aumentata, le dosidegli antiepilettici concomitanti possono richiedere una riduzione e/o la dose di oxcarbazepina puo' richiedere di essere aumentata piu' lentamente. L'oxcarbazepina puo' essere presa con o senza cibo. Le seguenti raccomandazioni posologiche si applicano a tutti i pazienti, in assenza di una compromissione renale. Il monitoraggio dei livelli plasmatici non e' necessario per ottimizzare la terapia con oxcarbazepina. Le compresse hanno una linea di frattura e possono essere divise in 2 meta' al fine di rendere piu' facile la deglutizione da parte del paziente. Per i bambini che non possono ingerire le compresse o in cui la dose richiesta non puo' essere somministrata usando le compresse, sono disponibili altre forme farmaceutiche contenenti oxcarbazepina. Adulti. Monoterapia: la terapia con oxcarbazepina deve iniziare con una dosedi 600 mg/die (8-10 mg/kg/die) suddivisi in due somministrazioni. Se indicato da un punto di vista clinico, la dose puo' essere aumentata con incrementi massimi di 600 mg/die a intervalli di circa una settimana, a partire dalla dose iniziale, fino a raggiungere la risposta clinica desiderata. Gli effetti terapeutici si ottengono a dosi tra 600 mg/die e 2400 mg/die. Studi controllati in monoterapia, in pazienti correntemente non trattati con antiepilettici, hanno mostrato che la dose efficace e' 1200 mg/die; tuttavia la dose di 2400 mg/die e' risultata essere efficace nei pazienti piu' refrattari passati dalla terapia con altri antiepilettici alla monoterapia con oxcarbazepina. In un ambiente ospedaliero controllato, sono stati effettuati aumenti della dose fino ad arrivare 2400 mg/die lungo un periodo di 48 ore. Terapia aggiuntiva: la terapia con oxcarbazepina deve iniziare con una dose di 600 mg/die (8-10 mg/kg/die) suddivisi in due somministrazioni. Se indicato da un punto di vista clinico, la dose puo' essere aumentata con incrementi massimi di 600 mg/die a intervalli di circa una settimana, a partire dalla dose iniziale, fino a raggiungere la risposta clinica desiderata. Gli effetti terapeutici di ottengono a dosi tra 600 mg/die e 2400mg/die. Dosi da 600 a 2400 mg/die sono risultate efficaci in uno studio controllato con terapia aggiuntiva, benche' la maggior parte dei pazienti non sia stata in grado di tollerare la dose da 2400 mg/die senza una riduzione della terapia antiepilettica concomitante, principalmente a causa di eventi avversi relativi al Sistema Nervoso Centrale. Dosi superiori a 2400 mg/die non sono state sistematicamente studiate insperimentazioni cliniche. Anziani: negli anziani con compromissione della funzione renale si raccomanda l'aggiustamento della dose. Bambinidi 6 anni e oltre: nella monoterapia e nella terapia aggiuntiva, l'oxcarbazepina deve iniziare con una dose di 8-10 mg/kg/die, suddivisi indue somministrazioni. Nella terapia aggiuntiva, gli effetti terapeutici sono stati visti a una dose mediana di mantenimento di circa 30 mg/kg/die. Se indicato da un punto di vista clinico, la dose puo' essere aumentata con incrementi massimi di 10 mg/kg/die a intervalli di circauna settimana, a partire dalla dose iniziale, fino a una dose di 46 mg/kg/die, per raggiungere la risposta clinica desiderata. L'uso dell'oxcarbazepina e' raccomandato in bambini di 6 anni e oltre. La sicurezza e l'efficacia sono state valutate in studi clinici controllati in circa 230 bambini al di sotto di 6 anni (fino a 1 mese). L'uso di oxcarbazepina non e' raccomandato in bambini al di sotto di 6 anni a causa dell'insufficienza di dati sulla sicurezza e sull'efficacia. Tutte le precedenti raccomandazioni posologiche (adulti, anziani e bambini) sonobasate su dosi studiate in sperimentazioni cliniche per tutti i gruppi di eta'. Tuttavia, quando appropriato, possono essere considerate dosi iniziali piu' basse. Pazienti con compromissione epatica Nei pazienti con compromissione da lieve a moderata non e' richiesto alcun aggiustamento della dose. L'oxcarbazepina non e' stata studiata in pazienticon grave compromissione epatica, pertanto si deve esercitare cautelaquando si trattano pazienti gravemente compromessi. Pazienti con compromissione renale Nei pazienti con compromissione renale (clearance della creatinina < 30 ml/min) l'oxcarbazepina deve essere iniziata con meta' della dose iniziale solita (300 mg/die) e aumentata a intervalli almeno settimanali, fino a raggiungere la risposta clinica desiderata.L'aumento della dose in pazienti con compromissione renale puo' richiedere una piu' attenta osservazione.

Effetti indesiderati

Le reazioni avverse piu' comunemente riportate sono sonnolenza, cefalea, capogiri, diplopia, nausea, vomito e affaticamento, che compaiono in oltre il 10% dei pazienti. Il profilo degli effetti indesiderati classificati per sistemi e' basato su eventi avversi in studi clinici valutati come correlati aoxcarbazepina. Inoltre, sono stati presi in considerazione, segnalazioni clinicamente significative di reazioni avverse da programmi ad uso compassionevole o dall'esperienza post-marketing. Frequenze stimate: molto comune >=1/10; comune >=1/100 - =1/1000 - =1/10.000 - GRAVIDANZA E ALLATTAMENTORischio associato all'epilessia e a medicinali antiepilettici in generale: e' stato dimostrato che nei nati da donne con epilessia l'incidenza delle malformazioni e' da due a tre volte maggiore rispetto a una frequenza di circa il 3% della popolazione generale. Nella popolazionetrattata e' stato osservato un aumento delle malformazioni con politerapia, tuttavia non e' stato chiarito fino a che punto sia responsabile il trattamento rispetto la malattia. Tuttavia, una terapia antiepilettica efficace non deve essere interrotta, poiche' l'aggravamento della malattia e' dannoso sia per la madre sia per il feto. Rischio associato all'oxcarbazepina I dati clinici sull'esposizione durante la gravidanza sono tuttora insufficienti per valutare il potenziale teratogenodi oxcarbazepina. In studi su animali, a dosi tossiche per la madre, sono stati osservati aumento della mortalita' embrionale, sviluppo ritardato e malformazioni. Prendendo in considerazione questi dati: se una donna in trattamento con oxcarbazepina diventa gravida o prevede di diventarlo, l'uso di questo prodotto deve essere attentamente rivalutato. Deve essere somministrata la dose minima efficace e quando possibile, la monoterapia deve essere preferita, almeno durante i primi tre mesi di gravidanza. le pazienti devono essere avvertite riguardo alla possibilita' di un aumentato rischio di malformazioni e gli deve esserefornita l'opportunita' di uno screening prenatale. Durante la gravidanza una terapia antiepilettica efficace con oxcarbazepina non deve essere interrotta, poiche' l'aggravamento della malattia e' dannoso sia per la madre sia per il feto. Monitoraggio e prevenzione: gli antiepilettici possono contribuire alla carenza di acido folico, una possibile causa che contribuisce alle anomalie fetali. L'uso di supplementi di acido folico e' raccomandato prima e durante la gravidanza. Poiche' l'efficacia di quest'integrazione non e' provata, la possibilita' di una diagnosi prenatale specifica deve essere offerta anche a donne in trattamento con supplementi di acido folico. Dati ricavati dall'osservazione di un numero limitato di donne dimostrano che i livelli plasmatici del metabolita attivo di oxcarbazepina, il derivato 10-monoidrossilato(MHD), possono gradualmente diminuire durante la gravidanza. Pertanto, in donne sottoposte che ricevono un trattamento con oxcarbazepina durante la gravidanza si raccomanda, di controllare attentamente la risposta clinica al fine di assicurare un adeguato controllo delle crisi epilettiche. Deve essere preso in considerazione il monitoraggio delle concentrazioni plasmatiche di MHD. Nel caso in cui le dosi del medicinale siano state incrementate nel corso della gravidanza potrebbe essere preso in considerazione anche il monitoraggio delle concentrazioni plasmatiche di MHD dopo il parto. Nel neonato: Nei neonati sono stati riportati disturbi della coagulazione causati da antiepilettici. Per precauzione deve essere somministrata vitamina K 1 come misura preventiva, nelle ultime settimane di gravidanza e al neonato. Allattamento: l'oxcarbazepina e il suo metabolita attivo (MHD) vengono escreti nel latte materno. E' stato trovato per entrambi un rapporto di 0,5 tra la concentrazione di oxcarbazepina nel latte e nel plasma. Gli effetti sul lattante esposto a oxcarbazepina per questa via di somministrazione non sono noti. Pertanto l'oxcarbazepina non deve essere somministrata durante l'allattamento.

Indicazioni

Oxcarbazepina e' indicata per il trattamento delle crisi parziali cono senza generalizzazione secondaria in crisi tonico-cloniche. L'oxcarbazepina e' indicata per l'uso come monoterapia o come terapia aggiuntiva in adulti e bambini di 6 anni e oltre.

Controindicazioni ed effetti secondari

Ipersensibilita' al principio attivo o a uno qualunque degli eccipienti.

Composizione ed Eccipienti

Nucleo della compressa: crospovidone, ipromellosa, cellulosa microcristallina, silice colloidale anidra, magnesio stearato. Rivestimento della compressa: ossido di ferro nero (E172), ipromellosa, lattosio monoidrato, macrogol 4000, ferro ossido rosso (E172), titanio diossido (E171), ossido di ferro giallo (E172).

Avvertenze

Ipersensibilita': nel periodo successivo alla commercializzazione sono state segnalate reazioni di ipersensibilita' di classe I (immediata)compresi eruzione cutanea, prurito, orticaria, angioedema e casi di anafilassi. Casi di anafilassi e angioedema a carico della laringe, della glottide, delle labbra e delle palpebre sono stati segnalati dopo l'assunzione della prima o delle successive dosi di oxcarbazepina. Se in un paziente si verificano queste reazioni dopo il trattamento con oxcarbazepina, si deve interrompere la somministrazione di oxcarbazepinae si deve iniziare una terapia alternativa. I pazienti in cui si sonoverificate reazioni di ipersensibilita' alla carbamazepina devono essere informati che il 25-30% circa degli stessi pazienti puo' ripresentare simili reazioni (es. gravi reazioni cutanee) dopo l'assunzione di oxcarbazepina. Reazioni di ipersensibilita', incluse le reazioni a carico di piu' organi, possono verificarsi anche in pazienti che non hanno avuto episodi precedenti di ipersensibilita' alla carbamazepina. Tali reazioni possono interessare la cute, il fegato, il sistema emolinfopoietico o altri organi, sia singolarmente sia contemporaneamente nel caso di una reazione sistemica. In generale, se si verificano segni e sintomi che fanno sospettare reazioni di ipersensibilita', si deve interrompere immediatamente la somministrazione di oxcarbazepina. Effettidermatologici: gravi reazioni dermatologiche, inclusa la sindrome di Stevens-Johnson, la necrolisi epidermica tossica (sindrome di Lyell) el'eritema multiforme, sono state riportate molto raramente in associazione con l'uso di oxcarbazepina. I pazienti con gravi reazioni dermatologiche possono richiedere l'ospedalizzazione, perche' queste reazioni possono costituire un rischio per la vita e molto raramente possono essere fatali. Casi associati all'oxcarbazepina sono comparsi sia negli adulti sia nei bambini. Il tempo mediano di comparsa e' risultato di19 giorni. Sono stati riportati diversi casi isolati di ricomparsa digravi reazioni cutanee dopo ri-somministrazione di oxcarbazepina. I pazienti che sviluppano una reazione cutanea con oxcarbazepina devono essere prontamente valutati e l'oxcarbazepina deve essere immediatamente sospesa a meno che l'eruzione cutanea non sia chiaramente non correlato al farmaco. In caso di sospensione del trattamento, si deve prendere in considerazione la sostituzione dell'oxcarbazepina con altri antiepilettici per evitare attacchi epilettici da abbandono. Il trattamento con oxcarbazepina non deve essere ripreso in pazienti che hanno sospeso il trattamento a causa di una reazione da ipersensibilita'. Iponatremia: livelli sierici del sodio sotto le 125 mmoli/l, di solito asintomatici e tali da non richiedere aggiustamento della terapia, sono stati osservati nel 2,7% dei pazienti trattati con oxcarbazepina. L'esperienza dagli studi clinici mostra che i livelli sierici del sodio ritornano verso la norma quando il dosaggio dell'oxcarbazepina viene ridotto, sospeso o quando il paziente viene trattato in modo conservativo (ad es. con ridotta assunzione di liquidi). Nei pazienti con pregresse condizioni renali associate con bassi livelli di sodio o in pazienti trattati contemporaneamente con medicinali che abbassano i livelli di sodio o con FANS, i livelli sierici del sodio devono essere misurati prima di iniziare la terapia. Successivamente i livelli del sodio devono essere misurati dopo circa 2 settimane e poi a intervalli mensili durante i primi 3 mesi di terapia, o secondo le necessita' cliniche. Questi fattori di rischio possono applicarsi specialmente a pazienti anziani. Per i pazienti in terapia con oxcarbazepina, quando iniziano il trattamento con medicinali che abbassano i livelli di sodio, si deve seguire lo stesso approccio per quanto riguarda il controllo dei livelli di sodio. In generale, se durante la terapia con oxcarbazepina compaiono sintomi clinici che suggeriscono un'iposodiemia, deve essere presa in considerazione la valutazione dei livelli sierici del sodio. Altri pazienti possono avere una valutazione del sodio sierico come parte deiloro esami di laboratorio di routine. Tutti i pazienti con insufficienza cardiaca anche secondaria devono essere sottoposti a un regolare controllo del peso per valutare la comparsa di ritenzione idrica. In caso di ritenzione idrica o di peggioramento delle condizioni cardiache,deve essere controllato il sodio sierico. Se si osserva iposodiemia, un'importante contromisura e' data dalla riduzione dell'apporto idrico. Poiche' l'oxcarbazepina puo', molto raramente, portare a una compromissione della conduzione cardiaca, i pazienti con preesistenti disturbi della conduzione (ad es. blocco atrio-ventricolare, aritmia) devono essere seguiti attentamente. Funzionalita' epatica Sono stati riportati casi molto rari di epatite che nella maggior parte dei casi si sono risolti favorevolmente. Quando si sospetti un evento epatico, deve essere valutata la funzione epatica e deve essere considerata la sospensione della oxcarbazepina. Effetti ematologici: dopo la commercializzazione sono stati segnalati, in pazienti trattati con oxcarbazepina, casimolto rari di agranulocitosi, anemia aplastica e pancitopenia. Si deve prendere in considerazione l'interruzione del trattamento qualora siverifichino segni di depressione midollare significativa. Comportamento suicida: casi di ideazione e comportamento suicida sono stati riportati nei pazienti in trattamento con farmaci antiepilettici nelle lorodiverse indicazioni. Una meta-analisi di trials clinici randomizzati verso placebo ha inoltre, evidenziato la presenza di un modesto incremento del rischio di ideazione e comportamento suicida. monitorare i pazienti per eventuali segni di ideazione e comportamento suicida e in tal caso dovrebbe essere preso in considerazione un appropriato trattamento. I pazienti (e chi ne ha cura) dovrebbero essere istruiti a avvertire il proprio medico curante qualora emergano segni di ideazione o comportamento suicida. Contraccettivi ormonali: le pazienti in eta' fertile devono essere avvertite che l'uso concomitante di oxcarbazepina con contraccettivi ormonali puo' rendere questo tipo di contraccettivi inefficaci. Quando si usa oxcarbazepina si raccomanda l'uso addizionale di misure contraccettive non ormonali. Alcool: esercitare cautela incaso di assunzione di alcool in associazione con l'oxcarbazepina a causa di un possibile effetto sedativo additivo. Interruzione del trattamento: l'oxcarbazepina deve essere sospesa gradualmente per minimizzare il rischio potenziale di un'aumentata frequenza delle crisi. Contiene lattosio.

Gravidanza e Allattamento

Rischio associato all'epilessia e a medicinali antiepilettici in generale: e' stato dimostrato che nei nati da donne con epilessia l'incidenza delle malformazioni e' da due a tre volte maggiore rispetto a una frequenza di circa il 3% della popolazione generale. Nella popolazionetrattata e' stato osservato un aumento delle malformazioni con politerapia, tuttavia non e' stato chiarito fino a che punto sia responsabile il trattamento rispetto la malattia. Tuttavia, una terapia antiepilettica efficace non deve essere interrotta, poiche' l'aggravamento della malattia e' dannoso sia per la madre sia per il feto. Rischio associato all'oxcarbazepina I dati clinici sull'esposizione durante la gravidanza sono tuttora insufficienti per valutare il potenziale teratogenodi oxcarbazepina. In studi su animali, a dosi tossiche per la madre, sono stati osservati aumento della mortalita' embrionale, sviluppo ritardato e malformazioni. Prendendo in considerazione questi dati: se una donna in trattamento con oxcarbazepina diventa gravida o prevede di diventarlo, l'uso di questo prodotto deve essere attentamente rivalutato. Deve essere somministrata la dose minima efficace e quando possibile, la monoterapia deve essere preferita, almeno durante i primi tre mesi di gravidanza. le pazienti devono essere avvertite riguardo alla possibilita' di un aumentato rischio di malformazioni e gli deve esserefornita l'opportunita' di uno screening prenatale. Durante la gravidanza una terapia antiepilettica efficace con oxcarbazepina non deve essere interrotta, poiche' l'aggravamento della malattia e' dannoso sia per la madre sia per il feto. Monitoraggio e prevenzione: gli antiepilettici possono contribuire alla carenza di acido folico, una possibile causa che contribuisce alle anomalie fetali. L'uso di supplementi di acido folico e' raccomandato prima e durante la gravidanza. Poiche' l'efficacia di quest'integrazione non e' provata, la possibilita' di una diagnosi prenatale specifica deve essere offerta anche a donne in trattamento con supplementi di acido folico. Dati ricavati dall'osservazione di un numero limitato di donne dimostrano che i livelli plasmatici del metabolita attivo di oxcarbazepina, il derivato 10-monoidrossilato(MHD), possono gradualmente diminuire durante la gravidanza. Pertanto, in donne sottoposte che ricevono un trattamento con oxcarbazepina durante la gravidanza si raccomanda, di controllare attentamente la risposta clinica al fine di assicurare un adeguato controllo delle crisi epilettiche. Deve essere preso in considerazione il monitoraggio delle concentrazioni plasmatiche di MHD. Nel caso in cui le dosi del medicinale siano state incrementate nel corso della gravidanza potrebbe essere preso in considerazione anche il monitoraggio delle concentrazioni plasmatiche di MHD dopo il parto. Nel neonato: Nei neonati sono stati riportati disturbi della coagulazione causati da antiepilettici. Per precauzione deve essere somministrata vitamina K 1 come misura preventiva, nelle ultime settimane di gravidanza e al neonato. Allattamento: l'oxcarbazepina e il suo metabolita attivo (MHD) vengono escreti nel latte materno. E' stato trovato per entrambi un rapporto di 0,5 tra la concentrazione di oxcarbazepina nel latte e nel plasma. Gli effetti sul lattante esposto a oxcarbazepina per questa via di somministrazione non sono noti. Pertanto l'oxcarbazepina non deve essere somministrata durante l'allattamento.

Interazioni con altri prodotti

Induzione enzimatica: l'oxcarbazepina e il suo metabolita farmacologicamente attivo (il monoidrossi derivato, MHD) sono deboli induttori invitro e in vivo degli enzimi CYP3A4 e CYP3A5 del citocromo P450, responsabili del metabolismo di un grande numero di farmaci, per esempio: immunosoppressori (ad es. ciclosporina, tacrolimus), contraccettivi orali (vedi oltre) e alcuni altri antiepilettici (ad es. carbamazepina),causando una riduzione delle concentrazioni plasmatiche di questi medicinali. In vitro l'oxcarbazepina e l'MHD sono deboli induttori delle UDP-glucoronil transferasi (gli effetti sugli enzimi specifici di questa famiglia non sono noti). Pertanto in vivo l'oxcarbazepina e l'MHD possono avere un piccolo effetto induttore sul metabolismo di medicinali che vengono principalmente eliminati per coniugazione mediante le UDP-glucoronil transferasi. Quando si inizia il trattamento con oxcarbazepina o si modifica la dose, possono essere necessarie da 2 a 3 settimane per raggiungere il nuovo livello di induzione. In caso di sospensione dell'oxcarbazepina, puo' essere necessaria una riduzione della dose dei farmaci concomitanti che deve essere decisa sulla base del monitoraggio clinico e/o dei livelli plasmatici. E' probabile che l'induzione diminuisca gradualmente in 2 o 3 settimane dopo la sospensione. Contraccettivi ormonali: l'oxcarbazepina ha mostrato di avere un'influenza sui due componenti, l'etinilestradiolo (EE) e il levonorgestrel (LNG) di un contraccettivo orale. I valori medi dell'AUC dell'EE e dell'LNG diminuiscono rispettivamente del 48-52% e del 32-52%. Pertanto l'usoconcomitante di oxcarbazepina e dei contraccettivi ormonali, puo' renderli inefficaci. Deve essere usato un altro metodo anticoncezionale affidabile. Inibizione enzimatica L'oxcarbazepina e l'MHD inibiscono ilCYP2C19. Pertanto, possono insorgere delle interazioni quando si associano alte dosi di oxcarbazepina con medicinali prevalentemente metabolizzati dal CYP2C19 (ad es. fenitoina). I livelli plasmatici della fenitoina aumentano fino al 40% quando l'oxcarbazepina viene somministrata a dosi di oltre 1200 mg/die. In questo caso puo' essere richiesta una riduzione della fenitoina co-somministrata. Medicinali antiepilettici: le potenziali interazioni tra oxcarbazepina e altri antiepilettici sono state valutate in studi clinici. Sommario delle interazioni degliantiepilettici con l'oxcarbazepina. Antiepilettico associato: carbamazepina, influenza dell'oxcarbazepina sulla concentrazione dell'antiepilettico: diminuzione del 0-22% (aumento del 30% della carbamazepina-epossido), influenza dell'antiepilettico sulla concentrazione dell'MHD: diminuzione del 40%; antiepilettico associato: clobazam, influenza dell'oxcarbazepina sulla concentrazione dell'antiepilettico: non studiata, influenza dell'antiepilettico sulla concentrazione dell'MHD: nessunainfluenza; antiepilettico associato: felbamato, influenza dell'oxcarbazepina sulla concentrazione dell'antiepilettico: non studiata, influenza dell'antiepilettico sulla concentrazione dell'MHD: nessuna influenza; antiepilettico associato: lamotrigina, influenza dell'oxcarbazepina sulla concentrazione dell'antiepilettico: lieve diminuzione, influenza dell'antiepilettico sulla concentrazione dell'MHD: nessuna influenza; antiepilettico associato: fenobarbital, influenza dell'oxcarbazepina sulla concentrazione dell'antiepilettico: aumento del 14-15%, influenza dell'antiepilettico sulla concentrazione dell'MHD: diminuzione del30-31%; antiepilettico associato: fenitoina, influenza dell'oxcarbazepina sulla concentrazione dell'antiepilettico: aumento del 0-40%, influenza dell'antiepilettico sulla concentrazione dell'MHD: diminuzione del 29-35%; antiepilettico associato: acido valproico, influenza dell'oxcarbazepina sulla concentrazione dell'antiepilettico: nessuna influenza, influenza dell'antiepilettico sulla concentrazione dell'MHD: diminuzione del 0-18%. Forti induttori degli enzimi del citocromo P450 (cioe' carbamazepina, fenitoina e fenobarbital) hanno mostrato di diminuire i livelli plasmatici dell'MHD negli adulti (29-40%); nei bambini di 4-12 anni la clearance dell'MHD e' aumentata di circa il 35% rispetto alla monoterapia quando trattati con uno dei tre antiepilettici induttori enzimatici. La terapia concomitante di oxcarbazepina e lamotriginae' stata associata con un rischio aumentato di eventi avversi (nausea, sonnolenza, capogiri e cefalea). Quando uno o piu' antiepilettici vengono associati all'oxcarbazepina, devono essere considerati un accurato aggiustamento della dose e/o il monitoraggio dei livelli plasmatici, sulla base di una valutazione caso per caso, particolarmente nei pazienti pediatrici trattati con lamotrigina. Con oxcarbazepina non e' stata osservata autoinduzione. Interazioni con altri medicinali Cimetidina, eritromicina, viloxazina, warfarin e destropropossifene non hanno effetti sulla farmacocinetica dell'MHD. L'interazione tra oxcarbazepina e IMAO e' teoricamente possibile sulla base dei rapporti strutturalidell'oxcarbazepina e degli antidepressivi triciclici. Pazienti in terapia con antidepressivi triciclici sono stati inclusi in studi clinicie non sono state osservate interazioni clinicamente rilevanti. L'associazione di litio e oxcarbazepina puo' causare un aumento della neurotossicita'.

Forme Farmacologiche


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Conservazione del prodotto

Non conservare a temperatura superiore a 30 gradi C.