nivestim*sc ev 10sir 48mu0,5ml filgrastim pfizer italia srl
Che cosa è nivestim sc ev 10sir 48mu0,5ml?
Nivestim soluzione iniettabile prodotto da
pfizer italia srl
è un farmaco etico della categoria
specialita' medicinali con prescrizione medica
.
Nivestim risulta
non in commercio nelle farmacie italiane
E' utilizzato per la cura di fattori stimolanti le colonie.
Contiene i principi attivi:
filgrastim
Composizione Qualitativa e Quantitativa: ogni ml di soluzione iniettabile o per infusione contiene 96 milioni di unita' [mu] (960 mcg ) di filgrastim*. ogni siringa preriempita contiene 48 milioni di unita' (mu) (480 mcg ) di filgrastim in 0,5 ml (0.96 mg/ml).
Codice AIC: 040158091
Codice EAN: 0
Informazioni e Indicazioni, a cosa serve?
Riduzione della durata della neutropenia e dell'incidenza di neutropenia febbrile in pazienti trattati con chemioterapia citotossica standard per patologie maligne (con l'eccezione della leucemia mieloide cronica e delle sindromi mielodisplastiche) e riduzione della durata dellaneutropenia nei pazienti sottoposti a terapia mieloablativa seguita da trapianto di midollo osseo considerati ad alto rischio di neutropenia grave prolungata. La sicurezza e l'efficacia di filgrastim sono simili negli adulti e nei bambini sottoposti a chemioterapia citotossica. E' indicato per la mobilizzazione delle cellule progenitrici del sangue periferico (PBPC). Nei pazienti, bambini o adulti con grave neutropenia congenita, ciclica o idiopatica, con una conta assoluta di neutrofili (ANC) <= 0,5 x 10^9/l, e una storia di infezioni gravi o ricorrenti, la somministrazione a lungo termine di filgrastim e' indicata per incrementare la conta dei neutrofili e ridurre l'incidenza e la durata degli eventi correlati alle infezioni. E' indicato nel trattamento della neutropenia persistente nei pazienti con infezione avanzata da HIV,per ridurre il rischio di infezioni batteriche quando altre opzioni terapeutiche siano inadeguate.
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Posologia
>>Chemioterapia citotossica standard: 0,5 MU (5 mcg )/kg/die. La prima dose di filgrastim non deve essere somminsitrata prima di 24 ore dopo la chemioterapia citotossica. Puo' essere somministrato tramite iniezione sottocutanea quotidiana o tramite infusione endovenosa quotidiana diluito in soluzione per infusione di glucosio 50 mg/ml in 30 minuti. Nella maggior parte dei casi, e' preferibile la via sottocutanea, l'uso endovenoso puo' ridurre la durata dell'effetto. La somministrazione giornaliera di filgrastim deve proseguire fino a quando l'atteso nadir dei neutrofili non sia stato superato e la conta dei neutrofili nonsia tornata ad un livello normale. Dopo chemioterapia standard per tumori solidi, linfomi e leucemie linfoidi, la durata del trattamento richiesta potrebbe raggiungere 14 giorni. Dopo il trattamento di induzione e consolidamento nella leucemia mieloide acuta, la durata del trattamento puo' essere fino a 38 giorni in funzione del tipo, della dose edello schema di chemioterapia citotossica utilizzata. Nei pazienti sottoposti a chemioterapia citotossica il trattamento deve proseguire fino a quando l'atteso nadir dei neutrofili non sia stato superato e la conta dei neutrofili non sia tornata ad un livello normale. >>Pazientisottoposti a terapia mieloablativa seguita da trapianto di midollo osseo: 1,0 MU (10 mcg )/kg/die per infusione endovenosa della durata di 30 minuti oppure di 24 ore, oppure di 1,0 MU (10 mcg )/kg/die somministrata per infusione sottocutanea continua di 24 ore. Filgrastim deve essere diluito in 20 ml di una soluzione per infusione glucosata 50 mg/ml. La prima dose deve essere somministrata dopo almeno 24 ore dalla chemioterapia citotossica ed entro 24 ore dall'infusione di midollo osseo. Una volta superato il nadir dei neutrofili, la dose giornaliera difilgrastim deve essere titolata in base alla risposta dei neutrofili.Conta dei neutrofili > 1,0 x 10^9/1 per tre giorni consecutivi: ridurre filgrastim a 0,5 MU/kg/die. Se l'ANC rimane > 1,0 x 10^9/1 per altri tre giorni consecutivi: sospendere filgrastim. Se l'ANC scende a valori < 1,0 x 10^9/1 durante il trattamento: la dose di filgrastim deve essere ripristinata in modo scalare in base alle indicazioni precedenti. >>Mobilizzazione delle PBPC. In monoterapia: 1,0 MU (10 mcg )/kg/die per infusione sottocutanea continua di 24 ore oppure per iniezione sottocutanea singola giornaliera per 5-7 giorni consecutivi. Per l'infusione filgrastim deve essere diluito in 20 ml di una soluzione di glucosio 50 mg/ml per infusione. Programmazione delle leucaferesi: spesso sono sufficienti 1 o 2 leucaferesi nei giorni 5 e 6. La somministrazione di filgrastim deve essere proseguita fino all'ultima leucaferesi. La dose raccomandata di filgrastim dopo chemioterapia mielosoppressiva e' di 0,5 MU (5 mcg )/kg/die per iniezione sottocutanea giornalmente dal primo giorno successivo al completamento della chemioterapia fino aquando l'atteso nadir dei neutrofili non sia stato superato e la conta dei neutrofili non sia tornata a un livello normale. La leucaferesi deve essere effettuata nel periodo in cui l'ANC aumenta da < 0,5 x 10^9 /l a > 5,0 x 10^9 /l. Nei pazienti non sottoposti a chemioterapia estensiva, un'unica leucaferesi e' spesso sufficiente. >>Mobilizzazione delle PBPC nei donatori sani prima del trapianto allogenico delle cellule progenitrici ematiche periferiche: 10 mcg /kg/die per 4-5 giorni consecutivi. La leucaferesi deve iniziare il giorno 5 e proseguire, se necessario, fino al giorno 6, in modo da ottenere 4 x 10^6 CD34^+ cellule/kg di peso corporeo del ricevente. >>Pazienti affetti da neutropenia cronica grave. Neutropenia congenita: 1,2 MU (12 mcg )/kg/die per via sottocutanea in dose singola o in dosi frazionate. Neutropenia idiopatica o ciclica: 0,5 MU (5 mcg )/kg/die per via sottocutanea in dose singola o in dosi frazionate. Filgrastim deve essere somministrato giornalmente per via sottocutanea fino a quando la conta dei neutrofili non abbia raggiunto e possa essere mantenuta a valori superiori a 1,5 x10^9 /l. Per mantenere una conta dei neutrofili adeguata e' necessaria una somministrazione giornaliera a lungo termine. La dose puo' essere modificata individualmente ogni 1-2 settimane per mantenere una conta dei neutrofili media compresa tra 1,5 x 10^9 /l e 10 x 10^9 /l. La sicurezza a lungo termine della somministrazione di filgrastim a dosi superiori a 24 mcg /kg/die nei pazienti con neutropenia cronica grave non e' stata dimostrata. >>Pazienti con infezione da HIV. Reversione della neutropenia: 0,1 MU /kg/die somministrati giornalmente per iniezione sottocutanea fino a un massimo di 0,4 MU (4 mcg)/kg/die fino a quando non sia stata raggiunta e possa essere mantenuta una conta dei nuetrofili normale. Quando si e' ottenuta la reversione della neutropenia,deve essere determinata la dose minima efficace per mantenere una conta dei neutrofili normale. Si raccomanda un aggiustamento posologico iniziale con somministrazione a giorni alterni di 30 MU (300 mcg )/die per via sottocutanea. Puo' essere necessaria una somministrazione a lungo termine per mantenere l'ANC > 2,0 x 10^9 /l. >>Popolazioni particolari. Pazienti anziani: non possono essere formulate raccomandazioni posologiche specifiche per questi pazienti. Pazienti con insufficienza renale o epatica: non e' necessario alcun aggiustamento posologico. Pazienti pediatrici (eta' inferiore a 18 anni) con neutropenia cronica grave (NCG) e patologie maligne: l'efficacia e' stata dimostrata. La sicurezza e l'efficacia del filgrastim sono simili negli adulti e nei bambini sottoposti a chemioterapia citotossica.
Effetti indesiderati
>>Pazienti oncologici. Gli effetti avversi piu' frequenti erano dolore muscoloscheletrico, anomalie urinarie oppure moderata disuria. Gli effetti indesiderati osservati con uguale frequenza nei pazienti trattati con filgrastim/chemioterapia e placebo/chemioterapia sono stati nausea, vomito, alopecia, diarrea, affaticamento, anoressia, cefalea, tosse, eruzioni cutanee, dolore toracico, debolezza generale, mal di gola, stipsi e dolore non specificato. Sono stati segnalati aumenti reversibili, della lattato-deidrogenasi, della fosfatasi alcalina, dell'acido urico sierico e della gamma-glutamiltranspeptidasi. Occasionalmente sono stati anche segnalati aumenti transitori della pressione ematica.Nei pazienti trattati con G-CSF sono stati riportati reazioni GvHD e decessi dopo trapianto allogenico del midollo spinale. Patologie vascolari sono state occasionalmente riportate nei pazienti trattati con alte dosi di chemioterapia seguita da trapianto autologo di midollo osseo. Rari eventi avversi di vasculite cutanea sono stati riportati in pazienti trattati con filgrastim. Sono stati descritti casi occasionali di sindrome di Sweet. In singoli casi e' stata riportata un'esacerbazione dell'artrite reumatoide. Sono stati riportati in alcuni casi polmonite interstiziale, edema polmonare e infiltrazioni polmonari con insufficienza respiratoria o ARDS, che possono essere fatali. Sono state segnalate reazioni di tipo allergico, compresa l'anafilassi, eruzione cutanea, orticaria, angioedema, dispnea e ipotensione. Nei pazienti chemanifestano una grave reazione allergica al filgrastim il trattamentodeve essere definitivamente interrotto. Nei pazienti con anemia a cellule falciformi sono stati descritti casi isolati di crisi falciformi.Patologie del metabolismo e della nutrizione. Molto comune >= 1/10: aumento di fosfatasi alcalina, di LDH e di acido urico. Patologie del sistema nervoso. Comune da >= 1/100 a < 1/10. Comune: cefalea. Patologie vascolari. Raro da>= 1/10000 a < 1/1000: patologie vascolari. Patologie respiratorie, toraciche e del mediastino. Comune: tosse, mal di gola; molto raro < 1/10000: infiltrazioni polmonari. Patologie gastrointestinali. Molto comune: nausea/vomito; comune: stipsi, anoressia, diarrea, mucosite. Patologie epatobiliari. Molto comune: aumento della GGT. Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo. Comune: alopecia, rash cutaneo; molto raro: sindrome di Sweet, vasculite cutanea. Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo. Molto comune: dolore toracico, dolore muscoloscheletrico; molto raro: esacerbazione dell'artrite reumatoide. Patologie renali e urinarie. Molto raro: anomalie urinarie. Disturbi sistemici e del sito di somministrazione. Comune: stanchezza, debolezza generalizzata; non comune da >= 1/1000 a< 1/100: dolore non specificato; molto raro: reazione allergica. >>Donatori sani sottoposti a mobilizzazione delle cellule progenitrici ematiche periferiche. L'effetto avverso piu' comunemente segnalato e' stato un dolore muscoloscheletrico transitorio da lieve a moderato, leucocitosi, trombocitopenia e leucaferesi. Sono stati segnalati transitorie lievi aumenti della fosfatasi alcalina, della LDH, della SGOT e dell'acido urico. Molto raramente e' stata segnalata un'esacerbazione deisintomi artritici e reazioni allergiche gravi. E' stata segnalata cefalea. Sono stati segnalati casi asintomatici di splenomegalia e casi molto rari di rottura della milza. >>Esperienza post-marketing. Molto raramente sono stati segnalati eventi avversi polmonari nei donatori sani. Patologie del sistema emolinfopoietico. Molto comune: leucocitosi,trombocitopenia; non comune: patologie della milza. Patologie del metabolismo e della nutrizione. Comune: fosfatasi alcaline aumentate, LDHaumentata; non comune: aumento della SGCT, iperuricemia. Sistema nervoso. Molto comune: cefalea. Patologie del sistema muscoloscheletrico edel tessuto connettivo. Molto comune: dolore muscoloscheletrico; non comune: esacerbazione dell'artrite reumatoide. Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione. Non comune: grave reazione alergica. >>Pazienti con neutropenia cronica grave (NCG). Patologie del sistema emolinfopoietico. Molto comune: anemia, splenomegalia; comune: trombocitopenia; non comune: patologie della milza. Patologie del metabolismo e della nutrizione. Molto comune: calo del glucosio, aumento della fosfatasi alcalina, aumento della LDH, iperuricemia. Patologie del sistema nervoso. Comune: cefalea. Patologie respiratorie,toraciche e mediastiniche. Molto comune: epistassi. Patologie gastrointestinali. Comune: diarrea. patologie epatobiliari. Comune: epatomegalia. Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo. Comune: alopecia, vasculite cutanea, dolore nel sito di iniezione, rash. Patologie muscoloscheletriche e del tessuto connettivo. Molto comune: dolore muscoloscheletrico; comune: osteoporosi. Patologie renali e urinarie. Non comune: ematuria, proteinuria. >>Pazienti con HIV. Patologie del sistemaemolinfopoietico. Comune: patologie della milza. Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo. Molto comune: dolore muscoloscheletrico.
Indicazioni
Riduzione della durata della neutropenia e dell'incidenza di neutropenia febbrile in pazienti trattati con chemioterapia citotossica standard per patologie maligne (con l'eccezione della leucemia mieloide cronica e delle sindromi mielodisplastiche) e riduzione della durata dellaneutropenia nei pazienti sottoposti a terapia mieloablativa seguita da trapianto di midollo osseo considerati ad alto rischio di neutropenia grave prolungata. La sicurezza e l'efficacia di filgrastim sono simili negli adulti e nei bambini sottoposti a chemioterapia citotossica. E' indicato per la mobilizzazione delle cellule progenitrici del sangue periferico (PBPC). Nei pazienti, bambini o adulti con grave neutropenia congenita, ciclica o idiopatica, con una conta assoluta di neutrofili (ANC) <= 0,5 x 10^9/l, e una storia di infezioni gravi o ricorrenti, la somministrazione a lungo termine di filgrastim e' indicata per incrementare la conta dei neutrofili e ridurre l'incidenza e la durata degli eventi correlati alle infezioni. E' indicato nel trattamento della neutropenia persistente nei pazienti con infezione avanzata da HIV,per ridurre il rischio di infezioni batteriche quando altre opzioni terapeutiche siano inadeguate.
Controindicazioni ed effetti secondari
Ipersensibilita' al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti.
Composizione ed Eccipienti
Acido acetico glaciale, idrossido di sodio, sorbitolo (E420), polisorbato 80, acqua per preparazioni iniettabili.
Avvertenze
Non usare filgrastim per aumentare la dose della chemioterapia citotossica oltre il regime standard. Non somministrare a pazienti affetti da neutropenia congenita grave con anomalie citogenetiche. GCSF puo' favorire la proliferazione di cellule mieloidi. La sicurezza e l'efficacia di Filgrastim ai pazienti con sindrome mielodisplastica o leucemia mieloide cronica non sono state dimostrate. Porre attenzione nella diagnosi differenziale tra trasformazione blastica nella leucemia mieloide cronica e leucemia mieloide acuta. Nei pazienti con LMA secondaria somministrare filgrastim con cautela. La sicurezza e l'efficacia di filgrastim nei pazienti di eta' < 55 anni con LMA de novo e citogenetica favorevole non sono state dimostrate. Monitorare la densita' ossea neipazienti con osteoporosi in terapia continua per piu' di 6 mesi. Sonostate descritte rare reazioni avverse a carico dei polmoni in caso disindrome da stress respiratorio dell'adulto: interrompere filgrastim.Durante la terapia effettuare controlli regolari della conta leucocitaria e interrompere il trattamento se la conta supera il valore di 50 x 10^9 /l. Tuttavia, durante il periodo di somministrazione per la mobilizzazione delle PBPC, interrompere il trattamento o ridurre la dose se la conta leucocitaria supera 70 x 10^9 /l. prestare attenzione nel trattamento dei pazienti con chemioterapia ad alte dosi. Il trattamento con solo filgrastim non impedisce la comparsa di trombocitopenia e anemia in seguito alla chemioterapia mielosoppressiva. A seguito della possibilita' di ricevere dosi piu' alte di chemioterapia, il paziente puo' essere esposto a un rischio maggiore di trombocitopenia e anemia:controllare regolarmente la conta piastrinica e l'ematocrito. L'impiego delle PBPC mobilizzate con filgrastim riduce la gravita' e la durata della trombocitopenia in seguito a chemioterapia mielosoppressiva o mieloablativa. Nei pazienti con numero ridotto di precursori, la risposta dei neutrofili puo' essere ridotta. Nei pazienti trattati con G-CSF dopo trapianto allogenico di midollo osseo sono stati descritti sia casi di malattia del trapianto verso l'ospite, GvHD che decessi. Contiene sorbitolo. Non e' stato definito l'effetto di filgrastim sulla malattia del GvHD. La scelta del metodo di mobilizzazione dovrebbe esserevalutata per singolo paziente. Nei pazienti pretrattati con terapia mielosoppressiva e' possibile che la mobilizzazione di PBPC non sia sufficiente a ottenere il numero minimo raccomandato di cellule o che l'accelerazione del recupero piastrinico sia meno marcata. La co-somministrazione di melfalan, carboplatino o BCNU con filgrastim si e' dimostrata efficace nella mobilizzazione delle cellule progenitrici. Qualora sia previsto un trapianto di cellule progenitrici ematiche periferiche, e' opportuno programmare la mobilizzazione delle cellule staminali nella fase iniziale del trattamento: prestare attenzione al numero di cellule progenitrici mobilizzate prima della somministrazione della chemioterapia ad alte dosi; se la raccolta cellulare e' inadeguata, considerare trattamenti alternativi che non richiedano l'impiego di celluleprogenitrici. Prestare particolare attenzione al metodo di conta. Considerare la mobilizzazione delle PBPC solo nei donatori che soddisfinoi normali criteri di eleggibilita' per la donazione di cellule staminali. La sicurezza e l'efficacia di filgrastim non sono state valutate in donatori sani di eta' < 16 o > 60 anni. E' stata riscontrata una trombocitopenia transitoria dopo somministrazione di filgrastim e di leucoaferesi: non effettuare l'aferesi se il numero di piastrine e' < 75 x 10^9 /l. Non effettuare la leucaferesi nei donatori in terapia con anticoagulanti o che presentino alterazioni note dell'emostasi. Interrompere filgrastim o ridurre il dosaggio se la conta leucocitaria raggiunge valori > 70 x10^9 /l. In donatori sani sono state osservate modificazioni citogeniche transitorie. Il rischio di sviluppo di un clone dicellule mieloidi maligne non puo' essere escluso. Si raccomanda che il centro di aferesi esegua una sistematica registrazione e un controllo dei donatori di cellule staminali. In seguito a somministrazione di G-CSF, nei donatori sani (e nei pazienti) e' stata comunemente osservata splenomegalia e rottura della milza, alcuni con esito letale. Moltoraramente sono stati segnalati eventi avversi polmonari: considerare l'interruzione del trattamento. Le interazioni immunologiche tra le PBPC allogeniche e il ricevente possono essere associate a un aumento del rischio di malattia del trapianto verso l'ospite (GvHD) acuta e cronica, in confronto al trapianto di midollo osseo. >>pazienti con NCG. Controllare frequentemente la conta piastrinica. Considerare l'interruzione intermittente del trattamento o la riduzione della dose nei pazienti che sviluppano trombocitopenia per un periodo prolungato. Prestareattenzione alla diagnosi differenziale tra neutropenia cronica grave e altre patologie ematologiche quali anemia aplastica, mielodisplasia e leucemia mieloide. Prima dell'inzio del trattamento effettuare un emocromo completo con conta differenziale e conta piastrinica, nonche' una valutazione della morfologia del midollo osseo e un cariotipo. interrompere filgrastim qualora insorgano una SMD o una leucemia. Nei pazienti con neutropenia cronica grave si raccomandano analisi morfologiche e citogenetiche del midollo osseo a intervalli regolari. Le cause dineutropenia transitoria devono essere escluse. La splenomegalia e' uneffetto diretto del trattamento. Si e' verificata ematuria/proteinuria: effettuare l'esame delle urine regolarmente. La sicurezza e l'efficacia nei neonati e nei pazienti con neutropenia autoimmune non sono state dimostrate. >>pazienti con infezione da HIV. Controllare frequentemente la ANC e determinare quotidianamente l'ANC durante i primi 2-3 giorni di somministrazione. Successivamente, determinare l'ANC almeno due volte alla settimana durante le prime 2 settimane e, successivamente, una volta alla settimana o a settimane alterne durante la terapia di mantenimento. In caso di somministrazione intermittente di 30 MU (300 mcg)/die di filgrastim, si possono verificare ampie fluttuazioni neltempo dell'ANC. Il trattamento con filgrastim da solo non impedisce la comparsa di trombocitopenia e anemia in seguito a terapia mielosoppressiva: monitorare regolarmente l'ematocrito. Una neutropenia puo' essere dovuta all'infiltrazione midollare da infezioni opportunistiche o a neoplasie maligne. Nei pazienti con infezioni o neoplasie maligne note infiltranti il midollo osseo considerare un adeguato trattamento della malattia di base in aggiunta alla somministrazione di filgrastim per il trattamento della neutropenia. Nei pazienti con anemia a cellulefalciformi sono state descritte crisi falciformi, in alcuni casi letali.
Gravidanza e Allattamento
La sicurezza di filgrastim nelle donne gravide non e' stata stabilita. In gravidanza, i possibili rischi per il feto legati all'uso del filgrastim devono essere valutati in rapporto al beneficio terapeutico stesso. Non e' noto se il filgrastim venga escreto nel latte materno umano; pertanto, il suo uso e' sconsigliato nelle donne che allattano al seno.
Interazioni con altri prodotti
La sicurezza e l'efficacia del filgrastim somministrato lo stesso giorno della chemioterapia citotossica mielosoppressiva non sono state dimostrate in modo definitivo. L'uso di filgrastim non e' consigliato nel periodo compreso tra le 24 ore precedenti e le 24 ore successive alla chemioterapia. La neutropenia puo' peggiorare. Le possibili interazioni con altri fattori di crescita emopoietici e citochine non sono state ancora studiate nell'ambito di studi clinici. Poiche' il litio favorisce il rilascio dei granulociti neutrofili, e' probabile che potenzil'effetto di filgrastim. Sebbene questa interazione non sia stata studiata formalmente, non vi e' evidenza che sia nociva.
Forme Farmacologiche
- nivestim sc ev 1sir 12mu 0,2ml
- nivestim sc ev 5sir 12mu 0,2ml
- nivestim sc ev 10sir 12mu0,2ml
- nivestim sc ev 1sir 30mu 0,5ml
- nivestim sc ev 5sir 30mu 0,5ml
- nivestim sc ev 10sir 30mu0,5ml
- nivestim sc ev 1sir 48mu 0,5ml
- nivestim sc ev 5sir 48mu 0,5ml
- nivestim sc ev 10sir 48mu0,5ml
- nivestim sc ev 8sir 12mu 0,2ml
- nivestim sc ev 8sir 30mu 0,5ml
- nivestim sc ev 8sir 48mu 0,5ml
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Conservazione del prodotto
Conservare e trasportare in frigorifero (2 gradi C-8 gradi C). Non congelare. Conservare le siringhe pre-riempite nella confezione esterna per proteggerle dalla luce. L'esposizione accidentale a temperature dicongelamento fino a 24 ore non ha effetti negativi sulla stabilita'. La siringa pre-riempita congelata puo' essere scongelata e rimessa in frigorifero per l'impiego successivo. Qualora l'esposizione alle bassetemperature dovesse essere maggiore di 24 ore oppure se congelata perpiu' di una volta allora il farmaco non deve essere piu' utilizzato. Entro il suo periodo di validita' e per l'impiego ambulatoriale, il paziente puo' rimuovere il prodotto dal frigorifero e conservarlo a temperature ambiente (non al di sopra di 25 gradi C) per una sola volta e fino a 7 giorni. Al termine di questo periodo, il prodotto non deve essere piu' messo in frigorifero e va eliminato.