niften*28cps rig 50mg+20mg atenololo e astrazeneca spa
Che cosa è niften 28cps rig 50mg+20mg?
Niften capsule rigide prodotto da
astrazeneca spa
è un farmaco etico della categoria
specialita' medicinali con prescrizione medica
che appartiene alla fascia C che comprende quei farmaci che, non essendo considerati essenziali, sono completamente a carico del cittadino ma richiedono comunque prescrizione .
Niften risulta
non in commercio nelle farmacie italiane
E' utilizzato per la cura di betabloccante selettivo ed altro antipertensivo.
Contiene i principi attivi:
atenololo/nifedipina
Codice AIC: 027854013
Codice EAN: 0
Informazioni e Indicazioni, a cosa serve?
Ipertensione arteriosa essenziale nei pazienti nei quali la monoterapia con beta-bloccanti o calcio-antagonisti si sia dimostrata inefficace. Angina pectoris.
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Posologia
Adulti. Ipertensione arteriosa essenziale: una capsula al giorno. Se necessario, il dosaggio puo' essere aumentato a una capsula due volte al giorno. Angina pectoris: una capsula due volte al giorno. Nei casi in cui sia richiesta una efficacia additiva, puo' essere di beneficio usare i nitrati profilatticamente oppure aumentare il dosaggio di nifedipina. Anziani: il dosaggio non dovrebbe essere superiore a 1 capsulaal giorno nell'ipertensione arteriosa o a 1 capsula due volte al giorno nell'angina pectoris. Bambini: non esiste esperienza pediatrica e quindi se ne sconsiglia l'uso nei bambini. Insufficienza renale: non deve essere somministrato a pazienti con marcata insufficienza renale.
Effetti indesiderati
Negli studi clinici, gli eventi indesiderati segnalati sono generalmente attribuibili alle azioni farmacologiche dei principi attivi in esso contenuti. Sistema cardiovascolare: vampate di calore; edema. Sistema nervoso centrale: capogiri; cefalea. Sistema gastrointestinale: disturbi gastrointestinali. Ematologici: porpora. Sistema riproduttore: impotenza. Altri: affaticamento. Atenololo in monoterapia: sistema cardiovascolare: casi isolati di bradicardia; deterioramento della funzionalita' cardiaca in pazienti affetti da insufficienza cardiaca; ipotensione posturale che puo' essere associata a sincope; freddo alle estremita'. Nei pazienti sensibili insorgenza di blocco cardiaco, si puo' aggravare la claudicazione intermittente se gia' presente, fenomeno di Raynaud. Sistema nervoso centrale: confusione; capogiri; cefalea; cambiamenti dell'umore; incubi; psicosi o allucinazioni; disturbi del sonno similmente a quanto riportato da altri beta-bloccanti. Sistema gastrointestinale: secchezza delle fauci; disturbi gastrointestinali; rari aumenti dei livelli di transaminasi; rari casi di tossicita' epatica compresa la colestasi intra-epatica. Ematologici: trombocitopenia. Sistema tegumentario: alopecia; secchezza agli occhi; reazioni cutanee di tipo psoriasico; aggravamento della psoriasi; reazioni cutanee. Neurologici: parestesia. Sistema respiratorio: in pazienti con asma bronchialeo con una storia di problemi asmatici puo' verificarsi broncospasmo. Sistema riproduttore: impotenza. Sensi: disturbi visivi. Altri: e' stato osservato un incremento di anticorpi antinucleo, tuttavia non e' chiara la rilevanza clinica. Affaticamento. Nifedipina in monoterapia: sistema cardiovascolare: palpitazioni; tachicardia; edemia declivi; marcata riduzione della pressione arteriosa in pazienti dializzati con ipertensione maligna ed ipovolemia. Neurologici: parestesia. Sistema respiratorio: dispnea. Sistema gastrointestinale: iperplasia gengivale; ipersensibilita' che si manifesta in rari casi con ittero e disturbi della funzionalita' epatica, quale aumento delle transaminasi o colestasi intra-epatica che regrediscono dopo la sospensione della terapia. Ematologici: agranulocitosi. Sistema tegumentario: reazioni cutanee comeprurito, orticaria, dermatite fotosensibile, esantema, dermatite esfoliativa, eritromelalgia e reazioni allergiche sistemiche, ginecomastia(negli uomini piu' anziani dopo terapia protratta nel tempo che generalmente regredisce alla sospensione della terapia). Sistema muscolo-scheletrico: mialgia; tremore (dopo dosi elevate). Sistema urogenitale: aumento della frequenza della minzione. Qualora secondo il giudizio clinico, la qualita' di vita del paziente venisse negativamente interessata dalla presenza di un qualsiasi effetto indesiderato sopraelencato,deve essere considerata la sospensione del trattamento.
Indicazioni
Ipertensione arteriosa essenziale nei pazienti nei quali la monoterapia con beta-bloccanti o calcio-antagonisti si sia dimostrata inefficace. Angina pectoris.
Controindicazioni ed effetti secondari
Non deve essere somministrato a pazienti con: ipersensibilita' verso i componenti o altre sostanze strettamente correlate dal punto di vista chimico; bradicardia; shock cardiogeno; ipotensione; acidosi metabolica; gravi disturbi della circolazione arteriosa periferica; blocco atrioventricolare di 2 e 3 grado; malattie del nodo del seno; feocromocitoma non trattato; scompenso cardiaco non controllato da una terapia adeguata; grave stenosi aortica; marcata insufficienza renale (clearance della creatinina 600 mcmol/l). Non deve essere somministrato durante la gravidanza o durante l'allattamento e nei pazienti in terapia con calcio-antagonisti con effetti inotropi negativi, per esempio verapamil o diltiazem; nei pazienti conangina instabile e in quelli con infarto miocardico recente (almeno 4settimane dall'infarto miocardico). Non deve essere somministrato in associazione a rifampicina, in quanto a causa dell'induzione enzimatica possono non essere raggiunti i livelli plasmatici terapeutici di nifedipina.
Avvertenze
Le seguenti precauzioni d'impiego e avvertenze speciali sono da riferirsi al componente atenololo. Sebbene sia controindicato nello scompenso cardiaco non controllato da una terapia adeguata, con cautela puo' essere somministrato a pazienti gia' trattati con un beta-bloccante e/o a pazienti i cui segni di insufficienza cardiaca risultino controllati. E' anche richiesta cautela per i pazienti con difetti della conduzione o con una riserva cardiaca scarsa, in particolare perche' anche la nifedipina possiede effetti inotropi negativi. Nei pazienti affetti da angina di Prinzmetal, puo' aumentare il numero e la durata delle crisi anginose tramite vasocostrizione arteriosa coronarica mediata dagli alfa-recettori. Tuttavia, seppur con la massima cautela, puo' essereconsiderato il suo impiego in questi pazienti, in quanto atenololo e'un beta-bloccante beta-1 selettivo. Non deve essere somministrato a pazienti affetti da gravi disturbi della circolazione arteriosa periferica. Durante il suo impiego, in pazienti affetti da disordini vascolari periferici di modesta entita', si puo' anche verificare un aggravamento di tali disturbi. Cautela nella somministrazione va rivolta ai pazienti con blocco atrioventricolare di 1 grado, a causa del suo effettonegativo sul tempo di conduzione. Puo' modificare la tachicardia indotta da ipoglicemia. Puo' mascherare i segni di tireotossicosi. La riduzione della frequenza cardiaca e' un'azione farmacologica indotta dal farmaco. Dovra' essere considerata una riduzione del dosaggio nei raricasi in cui compaiono sintomi attribuibili all'eccessiva riduzione della frequenza cardiaca. E' importante non interrompere bruscamente il trattamento con il farmaco, specialmente nei pazienti affetti da cardiopatia ischemica. Nei pazienti con una storia di reazioni anafilattiche a diversi allergeni, puo' causare una piu' severa reazione a tali allergeni. Questi pazienti possono non rispondere adeguatamente alle dosi di adrenalina comunemente impiegate nel trattamento delle reazioni allergiche. Nei pazienti asmatici il farmaco puo' indurre un aumento della resistenza delle vie respiratorie; tuttavia seppur con la massima cautela, puo' essere considerato il suo impiego in questi pazienti, inquanto atenololo e' un beta-bloccante beta-1 selettivo. In caso di aumento della resistenza delle vie respiratorie, la somministrazione deve essere interrotta e, se necessario, deve essere instaurata una terapia con farmaci broncodilatatori (come il salbutamolo). Le seguenti precauzioni d'impiego e avvertenze speciali sono da riferirsi al componente nifedipina: in studi in acuto con nifedipina e' stato raramente osservato un incremento transitorio dei livelli di glicemia. Questo effetto deve essere tenuto in considerazione per i pazienti affetti da diabete mellito; se compare iperglicemia la terapia deve essere sospesa. La nifedipina non possiede alcun effetto diabetogenico. Dopo l'introduzione del trattamento con nifedipina in monoterapia, in una piccola percentuale di pazienti si e' verificato dolore ischemico. Sebbene non sia stato dimostrato un effetto di 'furto sanguigno', nei pazienti in cui compaia il dolore anginoso deve essere sospesa la terapia con nifedipina. In singoli casi di fertilizzazione in vitro, i calcioantagonisti, come la nifedipina, sono stati associati a variazioni biochimiche reversibili nella prima frazione degli spermatozoi, determinando una possibile alterazione della funzionalita' spermatica. I calcioantagonisti, come la nifedipina, dovrebbero pertanto essere considerati una possibile spiegazione del ripetuto fallimento di metodiche di fertilizzazione in vitro in quei casi ove non esista un'apparente motivazione di tale fallimento. Particolare cautela deve essere rivolta ai pazienti condifetti della conduzione o con una riserva cardiaca scarsa. Tuttavia,se necessario, puo' essere somministrato, con cautela, a pazienti gia' trattati con un beta-bloccante e/o a pazienti con segni di insufficienza cardiaca controllati. Insufficienza epatica: cautela richiede l'impiego del prodotto in caso di marcata insufficienza epatica. Non sonostati effettuati studi in pazienti affetti da epatopatia clinicamentesignificativa e non risulta alcun suggerimento di aggiustamento di dosaggio in funzione della biodisponibilita' sistemica dei monocomponenti in pazienti con cirrosi. Tuttavia, tali pazienti devono essere attentamente monitorati e, come precauzione, si raccomanda di non superare la dose di una capsula al giorno.
Gravidanza e Allattamento
E' controindicato durante la gravidanza o l'allattamento.
Interazioni con altri prodotti
Non deve essere somministrato in associazione a calcio-antagonisti con effetti inotropi negativi (es. verapamil, diltiazem). E' necessario che siano trascorse almeno 48 ore dalla sospensione di uno di questi farmaci prima di iniziare l'altra terapia. L'uso concomitante con farmaci diidropiridinici (es. nifedipina) puo' aumentare il rischio di ipotensione e possono verficarsi casi di scompenso cardiaco in pazienti con insufficienza cardiaca latente. Atenololo in monoterapia: i farmaci glicosidi-digitalici, associati ai beta-bloccanti, possono provocare un aumento del tempo di conduzione atrioventricolare. I beta-bloccanti possono aggravare il brusco rialzo dei valori pressori che puo' verificarsi dopo la sospensione della clonidina. Se i due farmaci vengono somministrati contemporaneamente, il beta-bloccante deve essere sospeso parecchi giorni prima di interrompere la terapia con clonidina. Se la terapia con beta-bloccante deve sostituire quella con clonidina, e' necessario che l'inizio del trattamento con beta-bloccante avvenga parecchi giorni dopo l'interruzione della terapia con clonidina. Deve essere posta cautela nel prescrivere farmaci antagonisti beta-recettoriali contemporaneamente ad antiaritmici della I classe, come la disopiramide. L'uso contemporaneo di farmaci simpaticomimetici, come l'adrenalina, puo' contrapporsi all'effetto dei beta-bloccanti. L'uso concomitantedi farmaci inibitori la sintetasi prostaglandinica (es. l'ibuprofene e l'indometacina) puo' ridurre gli effetti ipotensivi dei beta-bloccanti. L'uso concomitante dei beta-bloccanti con i farmaci antidiabetici puo' potenziare l'effetto ipoglimecizzante di questi ultimi. E' richiesta cautela nell'impiego degli agenti anestetici in pazienti trattati con il farmaco. Occorre che l'anestesista sia informato di tale terapia e, in questo caso, deve essere impiegato un agente anestetico con una minima attivita' inotropa negativa. L'uso dei beta-bloccanti con agenti anestetici puo' provocare un'attenuazione della tachicardia riflessa e aumentare il rischio di ipotensione. E' da evitare l'uso di agenti anestetici che causano depressione miocardica. Nifedipina in monoterapia: l'effetto antipertensivo della nifedipina puo' risultare potenziato dalla somministrazione contemporanea di cimetidina. L'impiego concomitante di nifedipina e chinidina puo' provocare soppressione dei livelli di concentrazione della chinidina nel siero, indipendentemente dalla dose di chinidina somministrata. L'impiego concomitante di nifedipina e digossina puo' far diminuire la clearance renale della digossinacon conseguente aumento dei livelli di concentrazione plasmatica della digossina. In questi pazienti devono essere monitorati i livelli plasmatici della digossina e, in caso di necessita', deve essere ridotta la dose di digossina. A causa dell'induzione enzimatica, e' stato dimostrato che la rifampicina provoca una diminuzione del 95% dei livelli di AUC e Cmax di nifedipina (da 288 ngl/ml a 8 ngl/ml e 154 ng/ml a 7,5 ng/ml rispettivamente), determinando una riduzione dell'efficacia. Pertanto, la somministrazione contemporanea di nifedipina e rifampicinae' controindicata. Il metabolismo ossidativo della nifedipina viene inibito dall'assunzione concomitante di succo di pompelmo, determinandoun incremento del 103% di AUC (DS 73, range da 48 a 265%) e del 94% di Cmax (DS 83, range da -23 a 259%). Questo effetto puo' provocare un'eccessiva riduzione della pressione arteriosa. Altre forme di interazione: la nifedipina puo' causare falsi incrementi dei valori dell'acidovanilmandelico urinario quando rilevati mediante spettrofotometro. Tuttavia, tale determinazione non risulta influenzata quando e' effettuata mediante cromatografo liquido ad alta pressione (HPLC).