nifedipina eg 50 capsule 20mg compresse a eg spa
Che cosa è nifedipina eg 50cps 20mg rp?
Nifedipina eg capsule rigide rp prodotto da
eg spa
è un farmaco generico della categoria
farmaci preconfezionati prodotti industrialmente - generici
che appartiene alla fascia A che comprende tutti i farmaci essenziali e per malattie croniche, che sono gratuiti per il cittadino, su questi farmaci le Regioni sono comunque libere di applicare eventualmente un ticket .
Nifedipina eg risulta
in commercio nelle farmacie italiane
E' utilizzato per la cura di calcio-antagonisti selettivi con preval.effetto vascolare.
Contiene i principi attivi:
nifedipina
Codice AIC: 032804027
Codice EAN: 0
Informazioni e Indicazioni, a cosa serve?
Trattamento della cardiopatia ischemica: angina pectoris cronica stabile (angina da sforzo); Trattamento dell'ipertensione arteriosa.
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Posologia
Il trattamento va possibilmente adattato alle necessita' individuali in funzione della gravita' della malattia e della risposta del paziente. Nei pazienti con funzionalita' epatica compromessa, puo' rendersi necessario un accurato controllo della situazione pressoria e, nei casigravi una riduzione del dosaggio. Salvo diversa prescrizione medica, valgono le seguenti direttive posologiche: ADULTI. DOSE ORIENTATIVA. In caso di cardiopatia ischemica - angina pectoris cronicamente stabile(angina da sforzo) 1 capsula da 20 mg 2 volte al di', 1 compressa da 30 mg al di'. La dose puo' essere gradualmente aumentata, in accordo con le esigenze individuali dei pazienti, fino ad un dosaggio massimo di 120 mg somministrato una volta al giorno, al mattino. In caso di ipertensione 1 capsula da 20 mg 2 volte al di', 1 compressa da 30 mg al di'. In alcuni casi e' opportuno incrementare gradualmente la dose, secondo le esigenze individuali, fino ad un dosaggio massimo di 60 mg somministrato una volta al giorno, al mattino. L'intervallo di tempo fra due assunzioni delle capsule e' di circa 12 ore e non dovrebbe essere inferiore a 4 ore. Qualora in pazienti affetti da angina pectoris non si ottenga un sufficiente risultato terapeutico dopo circa 14 giorni di trattamento si consiglia, su prescrizione medica, la somministrazione di capsule (10 mg) a rapida azione. La durata del trattamento deve essere stabilita dal medico curante. In relazione alla pronunciata attivita' antiischemica ed antiipertensiva dovrebbe essere sospesa gradualmente, in particolare quando vengono impiegati dosaggi elevati.
Effetti indesiderati
Le reazioni avverse piu' comuni basate sulle sperimentazioni clinichee classificate per frequenza ed apparato sono: Frequenza d'incidenza > 1% < 10%. Organismo nel suo complesso: astenia (stanchezza). Apparato cardiovascolare: vasodilatazione (vampate, sensazione di calore, palpitazione). Disordini metabolici e nutrizionali: edema periferico. Sistema nervoso: capogiro, cefalea. Apparato digerente: costipazione. Frequenza d'incidenza > 0,1% < 1%. Organismo nel suo complesso: dolori alle estremita'. Apparato cardiovascolare: sintomatologia pseudo-anginosa, dolore toracico, ipotensione, palpitazione, tachicardia. Apparato digerente: stipsi, diarrea, nausea. Sistema nervoso: nervosismo, insonnia, parestesia, vertigine. Cute ed annessi: prurito, rash (esantema, eritema). Organi di senso: alterazione della vista. Apparato respiratorio: dispnea. Apparato uro-genitale: aumento dell'escrezione urinaria giornaliera. Apparato muscolo-scheletrico: mialgia. Frequenza d'incidenza >0,01% < 0,1%. Organismo nel suo complesso: reazione allergica (anafilattica). Disordini metabolici nutrizionali: iperglicemia. Apparato digerente: disturbi gastro-enterici (sensazione di ingombro gastro-enterico), alterazione degli indici di funzionalita' epatica (aumento delle transaminasi, colestasi intraepatica), iperplasia gengivale. Cute eannessi: orticaria, dermatite fotosensibile. Apparato emo-linfatico: porpora. Apparato muscolo-scheletrico: artralgia. Sistema nervoso: tremore. Le reazioni avverse piu' comuni basate sulle segnalazioni spontanee e classificate per frequenza ed apparato, calcolate sulla popolazione esposta al farmaco sono: Frequenza d'incidenza < 0,01%. Apparato digerente: iperplasia gengivale. Apparato emo-linfatico: agranulocitosi. Cute ed annessi: ginecomastia, dermatite esfoliativa, eritromelalgia. Disordini metabolico/nutrizionali: iperglicemia. Sono stati, occasionalmente, segnalati anche: anemia, leucopenia, trombocitopenia, epatite, aumento della fosfatasi alcalina, LDH, disturbi della sfera sessuale, ipotensione, pirosi gastrica, flatulenza, crampi intestinali, insonnia, congestione nasale, mal di gola, tosse, asma, rigidita' ed infiammazioni articolari, crampi muscolari,sudorazione, brividi, febbre. Altre formulazioni di nifedipina: reazione allergica (reazione anafilattica). Nei pazienti dializzati con ipertensione maligna ed ipovolemia sipuo' verificare una importante caduta dei valori pressori a causa della vasodilatazione periferica. Per gli effetti della nifedipina sulle resistenze vascolari periferiche e' raccomandabile prudenza in caso dimarcata ipotensione (pressione sistolica inferiore a 90 mmHg) ed e' necessario controllare attentamente la pressione arteriosa all'inizio della terapia e fino a quando non sia stata raggiunta la posologia di mantenimento. Per lo stesso motivo la nifedipina deve essere usata con cautela nei pazienti con insufficienza cardiaca, stenosi aortica e in quelli in trattamento con beta-bloccanti o farmaci ipotensivi. Particolare attenzione dovra' essere prestata nelle donne gravide (vedi Controindicazioni). In situazioni di emergenza ipertensiva, quale ad esempio l'eclampsia, il farmaco deve essere utilizzato sotto la responsabilita' e lo stretto controllo del medico. Si raccomanda particolare cautela quando si somministri nifedipina in associazione a solfato di magnesio per via endovenosa, a causa di una possibile eccessiva caduta pressoria. Nei pazienti con funzionalita' epatica compromessa puo' rendersi necessario un accurato controllo e, nei casi gravi, una riduzione del dosaggio. La comparsa di edema periferico in pazienti affetti da insufficienza cardiaca congestizia rende necessaria la differenziazione degli edemi dovuti alla nifedipina da quelli conseguenti ad un peggioramento della funzionalita' ventricolare sinistra. Durante il trattamento di pazienti diabetici o a rischio diabetico, deve essere accuratamente controllata la glicemia; se compare iperglicemia la terapia deve essere sospesa. Non esercita alcun effetto diabetogeno. Nei pazienti sotto dialisi, affetti da ipertensione maligna e insufficienza renale irreversibile con ipovolemia, occorre prestare attenzione in quanto si puo' verificare un notevole calo pressorio a causa della vasodilatazione. Nei rari casi in cui compare dolore in ambito toracico (talora disturbi tipo angina pectoris), deve essere consultato il medico curante. Come per altri materiali non deformabili dovrebbe essere usata prudenzaqualora si somministri a pazienti con gravi stenosi del tratto gastrointestinale poiche' potrebbero insorgere dei sintomi ostruttivi: in singoli casi questi sono stati descritti anche senza il riscontro anamnestico di disturbi gastrointestinali. Non deve essere usato nei pazienti portatori di tasca di Kock (ileostomia dopo proctocolectomia). Nel corso di indagini radiologiche con contrasto di bario Nifedipina puo' dare delle immagini falsamente positive (come dei difetti di riempimento interpretabili come polipi). Contiene lattosio: pazienti con rari problemi ereditari di intolleranza al galattosio, deficit di lattasi o sindrome da malassorbimento di glucosiogalattosio, non dovrebbero assumere questo medicinale.
Indicazioni
Trattamento della cardiopatia ischemica: angina pectoris cronica stabile (angina da sforzo); Trattamento dell'ipertensione arteriosa.
Controindicazioni ed effetti secondari
Ipersensibilita' al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti. Gravidanza accertata o presunta ed in corso di allattamento. Shock cardiovascolare. Terapia concomitante con rifampicina (in quanto l'induzione enzimatica non consente di ottenere livelli plasmatici efficaci di nifedipina). E' controindicata in corso di gravidanza, accertatao presunta. Si e' dimostrata in grado di provocare effetti teratogeninel ratto e nel coniglio, comprese le anomalie digitali. Tali anomalie sono, verosimilmente, il risultato della compromissione del flusso ematico uterino. La somministrazione del principio attivo ha comportatouna varieta' di effetti tossici a carico dell'embrione, della placenta e del feto come scarso sviluppo fetale (ratto, topo, coniglio), ridotte dimensioni placentari ed ipotrofia dei villi coriali (scimmia), morte degli embrioni e dei feti (ratto,topo, coniglio) e prolungamento della gestazione/ridotta sopravvivenza neonatale (ratto, non valutati in altre specie). Tutti i dosaggi associati ad effetti teratogeni, embriotossici e fetotossici erano tossici per l'organismo materno e, comunque, risultavano di molte volte superiori la posologia massima indicata per l'impiego umano. Non esistono studi adeguati e ben controllati nelle donne in gravidanza. In casi singoli di fertilizzazione in vitro,i calcio-antagonisti come la nifedipina sono stati associati ad alterazioni biochimiche reversibili in corrispondenza della parte apicale dello spermatozoo, con possibile alterazione funzionale dello sperma. Nei casi di ripetuto insuccesso della fertilizzazione in vitro, non riconducibili ad altri motivi, i calcioantagonisti come la nifedipina dovrrebbero essere considerati come possibile causa. La nifedipina passa nel latte materno. Poiche' non esistono dati sui possibili effetti sulneonato, qualora dovesse rendersi necessario un trattamento con nifedipina durante questo periodo l'allattamento dovrebbe essere interrotto.
Interazioni con altri prodotti
La terapia concomitante con farmaci beta-bloccanti e' generalmente ben tollerata: tuttavia c'e' il rischio di ipotensione, esacerbazione dell'angina, insufficienza cardiaca. La contemporanea somministrazione di nifedipina e di digossina puo' condurre ad un aumento dei livelli plasmatici di digossina, legata ad una riduzione della sua clearance. A scopo precauzionale il paziente dovrebbe percio' essere controllato per rilevare l'eventuale comparsa di sintomi di sovradosaggio di digossina e, se necessario, per aggiustare il dosaggio di digossina sulla base dei suoi livelli plasmatici. La concomitante somministrazione di nifedipina con agenti ipotensivi (metildopa, idralazina, captopril ecc.) puo' favorire l'incidenza di grave ipotensione. In singoli casi durante la contemporanea somministrazione di nifedipina e chinidina sono stati osservati livelli ridotti di chinidina oppure, dopo sospensione di nifedipina, un netto aumento dei livelli plasmatici di chinidina. Per questa ragione, qualora la nifedipina sia impiegata contemporaneamenteo venga sospesa, si raccomanda di mantenere controllata la concentrazione di chinidina e, se necessario, di aggiustarne il dosaggio. La rifampicina, per il suo effetto d'induzione enzimatica, accelera il metabolismo della nifedipina, riducendone potenzialmente l'efficacia; per tale motivo l'impiego di nifedipina in combinazione con rifampicina risulta controindicato. Il diltiazem diminuisce la clearance della nifedipina per cui i due principi attivi dovrebbero essere associati con cautela considerando, eventualmente, la riduzione del dosaggio di nifedipina. L'assunzione contemporanea di succo di pompelmo inibisce il metabolismo ossidativo della nifedipina con conseguente aumento della sua concentrazione plasmatica che puo' causare un maggiore effetto antiipertensivo. La valutazione dei valori urinari dell'acido vanililmandelicoeffettuata con il metodo spettrofotometrico, in presenza di nifedipina, puo' evidenziare falsi incrementi dell'acido stesso; tali valori non vengono, invece, modificati utilizzando il metodo HPLC. In caso di somministrazione contemporanea di nifedipina e cimetidina puo' riscontrarsi una piu' marcata riduzione pressoria.
Equivalenti in base alle liste di trasparenza
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