neupogen 30*1f 30mu 1ml filgrastim dompe' biotec spa

Che cosa è neupogen 30 1f 30mu 1ml?

Neupogen 30 preparazione iniettabile prodotto da dompe' biotec spa
è un farmaco etico della categoria specialita' medicinali con prescrizione medica che appartiene alla fascia A che comprende tutti i farmaci essenziali e per malattie croniche, che sono gratuiti per il cittadino, su questi farmaci le Regioni sono comunque libere di applicare eventualmente un ticket .
Neupogen 30 risulta non in commercio nelle farmacie italiane

E' utilizzato per la cura di citochina.
Contiene i principi attivi: filgrastim
Codice AIC: 028216036 Codice EAN: 0

Informazioni e Indicazioni, a cosa serve?

Indicato nel ridurre la durata della neutropenia e l'incidenza della neutropenia febbrile in pazienti trattati con chemioterapia citotossica standard per affezioni maligne (con l'eccezione della leucemia mieloide cronica e delle sindromi mielodisplastiche) e nel ridurre la durata della neutropenia in pazienti sottoposti a terapia mieloablativa seguita da trapianto di midollo osseo considerati a maggior rischio di neutropenia severa prolungata. La sicurezza e l'efficacia di Neupogen sono simili negli adulti e nei bambini trattati con chemioterapia citotossica. Neupogen e' indicato per la mobilizzazione delle cellule progenitrici del sangue periferico (PBPC). In pazienti, bambini o adulti, con neutropenia grave congenita, ciclica o idiopatica, con una CAN (conta assoluta dei neutrofili) < 0,5 x 10alla9/l e una storia di infezionigravi o ricorrenti, una somministrazione a lungo termine di Neupogen e' indicata per incrementare la conta dei neutrofili e per ridurre l'incidenza e la durata delle complicanze infettive. Neupogen e' indicatonel trattamento della neutropenia persistente (CAN uguale o minore di1,0 x 10 alla 9/l) in pazienti con infezione da HIV avanzata, per ridurre il rischio di infezioni batteriche quando non siano appropriate altre opzioni per controllare la neutropenia.

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Posologia

La dose raccomandata e' di 0,5 MU (5 mcg)/kg/die. La prima dose non deve essere somministrata prima di 24 ore dal termine della chemioterapia citotossica. Puo' essere somministrato quotidianamente tramite iniezione sottocutanea oppure diluito in soluzione glucosata al 5% come infusione endovenosa somministrata in 30 minuti. La via sottocutanea e' preferita nella maggior parte dei casi. Non e' chiara la rilevanza clinica di questo dato in caso di somministrazione multipla. La scelta della via di somministrazione deve dipendere dalle condizioni cliniche individuali. Deve essere somministrato quotidianamente fino a quando l'atteso nadir dei neutrofili non sia stato superato e questi non siano tornati ad un livello normale. Dopo chemioterapia standard per tumori solidi, linfomi e leucemia linfoide, la durata del trattamento richiesta per soddisfare questi criteri potrebbe raggiungere i 14 giorni. Dopo terapia di induzione e consolidamento per leucemia mieloide acuta ladurata del trattamento puo' essere sostanzialmente piu' lunga (fino a38 giorni) in funzione del tipo, della dose e dello schema di chemioterapia citotossica usata. In pazienti sottoposti a chemioterapia citotossica, solitamente gia' 1-2 giorni dopo l'inizio della terapia si riscontra un aumento transitorio del numero di neutrofili. Per ottenere una risposta terapeutica prolungata, la terapia non deve essere interrotta prima del raggiungimento del nadir previsto e prima che la conta dei neutrofili sia ritornata a livelli normali. Pazienti trattati con terapia mieloablativa seguita da trapianto di midollo osseo. La dose iniziale raccomandata e' di 1,0 MU (10 mcg)/kg/die somministrata in infusione endovenosa di 30 minuti o di 24 ore oppure 1,0 MU (10 mcg)/kg/die somministrata in infusione sottocutanea continua di 24 ore. Deve essere diluito in 20 ml di soluzione glucosata al 5%. La prima dose deve essere somministrata dopo almeno 24 ore dalla chemioterapia citotossica ed entro 24 ore dall'infusione di midollo osseo. Se la CAN diminuisce a valori < 1,0 x 10alla9/l durante il periodo di trattamento, la dose deve essere ripristinata in modo scalare in base alle indicazioni precedenti. CAN = conta assoluta dei neutrofili. Per la mobilizzazione delle cellule progenitrici del sangue periferico (PBPC) in pazienti sottoposti a terapia mielosoppressiva o mieloablativa seguita da trapianto autologo di cellule progenitrici del sangue periferico, il dosaggio raccomandato per la mobilizzazione delle PBPC quando usato da solo e' di 1,0 MU (10 mcg)/kg/die in infusione sottocutanea continua di 24 oreo come singola iniezione sottocutanea giornaliera per 5-7 giorni consecutivi. Nel caso venga somministrato per infusione, deve essere diluito in 20 ml di soluzione glucosata al 5%. Periodo di effettuazione delle leucoaferesi: una o due leucoaferesi nei giorni 5 e 6 sono generalmente sufficienti. In altre circostanze, possono rendersi necessarie leucoaferesi addizionali. La somministrazione deve essere mantenuta finoall'ultima leucoaferesi. La dose raccomandata per la mobilizzazione delle PBPC dopo chemioterapia mielosoppressiva e' di 0,5 MU (5mcg)/kg/die somministrata giornalmente per iniezione sottocutanea a partire dalprimo giorno successivo al completamento della chemioterapia, fino alsuperamento del nadir atteso dei neutrofili e fino al recupero di unaconta normale dei neutrofili. Le leucoaferesi devono essere effettuate nel periodo in cui la CAN sale da < 0,5 x 10alla9/l fino a piu' di 5,0 x 10alla9/l. Nei pazienti che non siano stati pretrattati con chemioterapia ad alte dosi e' spesso sufficiente una singola leucoaferesi. Negli altri casi sono raccomandate ulteriori leucoaferesi. Per la mobilizzazione delle cellule progenitrici del sangue periferico (PBPC) in donatori sani prima del trapianto allogenico delle cellule progenitrici del sangue periferico. Per la mobilizzazione delle PBPC in donatori sani, deve essere somministrato per via sottocutanea alla dose di 10 mcg/kg/die per 4-5 giorni consecutivi. La leucoaferesi deve essere iniziata al giorno 5 e deve proseguire fino al giorno 6, se necessario, alfine di raccogliere un numero di cellule CD34+ pari a 4x10alla6 per kg di peso corporeo del ricevente. Pazienti con neutropenia cronica grave. Neutropenia congenita: la dose iniziale raccomandata e' di 1,2 MU (12 mcg)/kg/die per via sottocutanea in dose singola o in dosi suddivise. Neutropenia idiopatica o ciclica: la dose iniziale raccomandata e'di 0,5 MU (5 mcg)/kg/die per via sottocutanea in dose singola o in dosi suddivise. Aggiustamento della posologia: deve essere somministratoquotidianamente per iniezione sottocutanea fino a quando venga raggiunta, e possa essere mantenuta, una conta dei neutrofili superiore a 1,5 x 10alla9/l. Dopo 1-2 settimane di terapia la dose iniziale puo' essere raddoppiata o dimezzata in base alla risposta del paziente. Successivamente il dosaggio puo' essere aggiustato individualmente ogni 1-2 settimane allo scopo di mantenere una conta di neutrofili media tra 1,5 x 10alla9/l e 10 x 10alla9/l. Uno schema piu' rapido di incremento progressivo della dose puo' essere preso in considerazione nei pazientiche presentano infezioni gravi. La sicurezza a lungo termine della somministrazione a dosi maggiori di 24 mcg/kg/die in pazienti affetti daneutropenia cronica grave non e' stata stabilita. La terapia deve essere effettuata solo in collaborazione con centri oncologici con esperienza nel trattamento con G-CSF e in ematologia e dotati delle necessarie attrezzature diagnostiche. Nei pazienti anziani non e' possibile raccomandare uno specifico schema di somministrazione, non e' richiesto un aggiustamento del dosaggio in queste condizioni. Uso pediatrico nella neutropenia cronica grave (NCG) e nelle neoplasie. L'efficacia del trattamento e' risultata evidente per questa fascia di eta', a cui apparteneva la maggior parte dei pazienti con neutropenia congenita. Non si sono osservate differenze nei profili di sicurezza dei pazienti pediatrici trattati per neutropenia cronica grave. La posologia per i pazienti pediatrici e' la stessa impiegata per gli adulti trattati con chemioterapia citotossica mielosoppressiva. Pazienti con infezione da HIV, per il recupero della neutropenia, la dose iniziale raccomandata e'di 0,1 MU (1 mcg)/kg/die, somministrata quotidianamente mediante iniezione sottocutanea con incrementi fino ad un massimo di 0,4 MU (4 mcg)/kg/die, fino a quando venga raggiunta, e possa essere mantenuta, una conta dei neutrofili normale (CAN > 2,0 x 10alla9/l). Si raccomanda undosaggio iniziale a giorni alterni di 30 MU (300 mcg)/die mediante iniezione sottocutanea. Si possono rendere necessari ulteriori aggiustamenti del dosaggio, in base alla CAN del paziente, per mantenere la conta dei neutrofili > 2,0 x 10alla9/l. Si possono rendere necessarie somministrazioni a lungo termine per mantenere la CAN > 2,0 x 10alla9/l.

Effetti indesiderati

Negli studi clinici il piu' frequente effetto indesiderato attribuibile a Neupogen alla dose raccomandata e' stato: dolore muscolo-scheletrico lieve o moderato nel 10% dei pazienti e grave nel 3%. Il dolore muscoloscheletrico e' normalmente controllabile con gli analgesici. Gli effetti indesiderati meno frequenti includono disturbi urinari, per lopiu' lieve o moderata disuria. Negli studi randomizzati, con controllo placebo, Neupogen non ha aumentato l'incidenza degli effetti indesiderati associati alla chemioterapia citotossica. Gli effetti indesiderati che si sono presentati con uguale frequenza nei pazienti trattati con Neupogen/chemioterapia e placebo/chemioterapia comprendono nausea evomito, alopecia, diarrea, astenia, anoressia, mucositi, cefalea, tosse, rash cutaneo, dolore toracico, spossatezza, mal di gola, costipazione e dolore non specifico. Con Neupogen, alle dosi consigliate, si sono verificati aumenti reversibili, dose-dipendenti, di solito lievi o moderati, di lattico-deidrogenasi, fosfatasi alcalina, acido urico e gamma-glutamil transpeptidasi, rispettivamente nel 50%, 35%, 25% e 10% circa dei pazienti trattati. Una riduzione transitoria della pressionesanguigna, non richiedente trattamento, e' stata riportata occasionalmente. Disturbi vascolari, compresi sindrome veno-occlusiva e disturbidell'omeostasi idrica, sono stati occasionalmente osservati in pazienti trattati con alte dosi di chemioterapia seguita da trapianto autologo di midollo osseo. La relazione causale con Neupogen non e' stata determinata. Casi molto rari di vasculite cutanea sono stati riportati in pazienti trattati con Neupogen. Il meccanismo della vasculite nei pazienti che hanno assunto Neupogen e' sconosciuto. E' stata riportata occasionalmente la comparsa di Sindrome di Sweet (dermatosi febbrile acuta). Comunque, poiche' una significativa percentuale di questi pazienti presentava una diagnosi di leucemia, una condizione che notoriamente si associa con la Sindrome di Sweet, non e' stata stabilita una relazione causale con Neupogen. In casi singoli e' stata osservata l'esacerbazione di artrite reumatoide. Sono stati riportati rari casi di reazioni avverse a localizzazione polmonare fra cui polmonite interstiziale, edema polmonare e infiltrati polmonari, in alcuni casi risultanti in insufficienza respiratoria o sindrome da sofferenza respiratoria dell'adulto (ARDS) che possono essere fatali. Reazioni allergiche: Reazioni di tipo allergico, inclusa anafilassi, rash cutaneo, orticaria, angioedema, dispnea e ipotensione sono state riportate in pazienti che ricevevano filgrastim all'inizio della terapia o durante trattamenti successivi. In generale le segnalazioni sono state piu' comuni dopo somministrazione endovenosa. In alcuni casi i sintomi si sono nuovamente verificati dopo risomministrazione di filgrastim il che suggerisce una relazione causale. Dovrebbe essere definitivamente sospeso nei pazientinei quali si e' manifestata una grave reazione allergica. In pazienticon malattia a cellule falciformi sono stati osservati episodi isolati di crisi della malattia. Molto comune (>10%), nausea/vomito, aAumento GGT, aumento Fosfatasi Alcalina, aumento LDH, iperuricemia. Comune (1–10%), astenia, spossatezza, cefalea, costipazione, anoressia, diarrea, mucosità, dolore toracico, dolore muscoloscheletrico, tosse, mal digola, alopecia, rash cutaneo. Non comune (< 1%), dolore non specifico. Raro (< 0,1%), disturbi vascolari. Molto raro (< 0,01%), reazione allergica, esacerbazione dell'artrite reumatoide, infiltrati polmonari, sindrome di Sweet, vasculite cutanea, disturbi urinari. Mobilizzazionedelle cellule progenitrici del sangue periferico in donatori sani, l'effetto indesiderato piu' frequentemente riportato e' stato dolore muscolo-scheletrico transitorio da lieve a moderato. E' stata riportata leucocitosi nel 41% dei donatori e piastrinopenia transitoria successiva alla somministrazione di filgrastim e leucoaferesi nel 35% dei donatori. Un peggioramento dei sintomi artritici e' stato osservato molto raramente. Sono stati riportati molto raramente sintomi indicativi di reazioni allergiche gravi. Sono stati riportati casi comuni ma generalmente asintomatici di splenomegalia e casi molto rari di rottura splenica in donatori sani e pazienti dopo somministrazione di fattori di crescita delle colonie granulocitarie (G-CSF). Molto comune (> 10%), cefalea, leucocitosi, piastrinopenia, dolore muscoloscheletrico. Comune (1-10%), aumento Fosfatasi alcalina, aumento LDH. Non comune (<1%), reazione allergica severa, disturbi alla milza, aumento SGOT, iperuricemia, esacerbazione dell'artrite reumatoide. Pazienti con neutropenia cronica grave (NCG), gli effetti indesiderati piu' frequenti attribuibili a Neupogen sono stati dolore osseo e dolore muscolo-scheletrico generalizzato. Altri effetti indesiderati comprendono splenomegalia, che puo' essere progressiva in una minoranza dei casi, e piastrinopenia. Cefalea e diarrea sono stati riportati subito dopo l'inizio della terapia,sono state riportate anche anemia ed epistassi. Sono stati osservati incrementi transitori dell'uricemia, della lattico-deidrogenasi e della fosfatasi alcalina, non associati a sintomi clinici. Sono state inoltre riportate riduzioni transitorie e moderate della glicemia misuratanon a digiuno. Nel corso di somministrazioni prolungate e' stata osservata nel 2% dei pazienti con NCG vasculite cutanea. In qualche raro caso si e' notata proteinuria/ematuria. Molto comune (>10%), anemia, splenomegalia, ipoglicemia, aumento Fosfatasi Alcalina, aumento LDH, iperuricemia, dolore muscoloscheletrico, epistassi. Comune (1-10%), cefalea, diarrea, piastrinopenia, epatomegalia, osteoporosi, alopecia, vasculite cutanea, dolore nel sito d'iniezione, rash. Non comune (<1%), disturbi alla milza, ematuria, proteinuria. Pazienti con infezione da HIV, l'unico evento avverso considerato correlato alla terapia e' stato dolore muscolo-scheletrico, principalmente mialgia e dolore osseo da lieve a moderato. L'incidenza di questi eventi e' stata simile a quellariportata in pazienti neoplastici. E' stata riportata splenomegalia correlata alla terapia con Neupogen in < 3% dei pazienti. In tutti i casi e' stata di entita' da lieve a moderata all'esame fisico e a decorso benigno. Molto comune (>10%), dolore muscoloscheletrico. Comune (1-10%), disturbi alla milza.

Indicazioni

Indicato nel ridurre la durata della neutropenia e l'incidenza della neutropenia febbrile in pazienti trattati con chemioterapia citotossica standard per affezioni maligne (con l'eccezione della leucemia mieloide cronica e delle sindromi mielodisplastiche) e nel ridurre la durata della neutropenia in pazienti sottoposti a terapia mieloablativa seguita da trapianto di midollo osseo considerati a maggior rischio di neutropenia severa prolungata. La sicurezza e l'efficacia di Neupogen sono simili negli adulti e nei bambini trattati con chemioterapia citotossica. Neupogen e' indicato per la mobilizzazione delle cellule progenitrici del sangue periferico (PBPC). In pazienti, bambini o adulti, con neutropenia grave congenita, ciclica o idiopatica, con una CAN (conta assoluta dei neutrofili) < 0,5 x 10alla9/l e una storia di infezionigravi o ricorrenti, una somministrazione a lungo termine di Neupogen e' indicata per incrementare la conta dei neutrofili e per ridurre l'incidenza e la durata delle complicanze infettive. Neupogen e' indicatonel trattamento della neutropenia persistente (CAN uguale o minore di1,0 x 10 alla 9/l) in pazienti con infezione da HIV avanzata, per ridurre il rischio di infezioni batteriche quando non siano appropriate altre opzioni per controllare la neutropenia.

Controindicazioni ed effetti secondari

Non deve essere somministrato a pazienti con ipersensibilita' nota a filgrastim o ad uno qualsiasi degli eccipienti. Non deve essere utilizzato per aumentare la dose di chemioterapia citotossica oltre i dosaggi standard. Non deve essere somministrato a pazienti con neutropenia grave congenita (sindrome di Kostman) portatori di anomalie citogenetiche.

Avvertenze

La sicurezza e l'efficacia della somministrazione in pazienti affettida sindrome mielodisplastica o leucemia mieloide cronica non sono state stabilite, l'utilizzo non e' indicato in queste patologie. Poiche' per i pazienti affetti da leucemia mieloide acuta secondaria vi sono limitati dati di sicurezza ed efficacia, deve essere somministrato con cautela in questo gruppo di pazienti. La sicurezza e l'efficacia dellasomministrazione di Neupogen in pazienti affetti da leucemia mieloideacuta di nuova diagnosi, con < 55 anni di eta' e buon profilo citogenetico non sono state stabilite. I pazienti affetti da osteoporosi, se trattati col farmaco per un periodo superiore a 6 mesi, dovrebbero sottoporsi a controlli della densita' ossea. L'insorgenza di sintomi polmonari, come tosse, febbre e dispnea in associazione con evidenze radiologiche di infiltrati polmonari e deterioramento della funzionalita' polmonare possono costituire i sintomi iniziali della sindrome da sofferenza respiratoria dell'adulto (ARDS). E' necessario interrompere la terapia e intraprendere un trattamento idoneo. Valori di globuli bianchi pari o superiori a 100 x 10alla9/l sono stati osservati in meno del 5% dei pazienti trattati a dosi superiori a 0,3 MU/kg/die (3 mcg/kg/die. In previsione dei rischi potenziali associati ad una marcata leucocitosi, il numero dei globuli bianchi deve essere controllato ad intervalli regolari durante il trattamento. Se la conta dei leucociti superail valore di 50 x 10alla9/l dopo il previsto nadir, la somministrazione deve essere interrotta immediatamente. E' necessario interrompere la somministrazione o ridurre il suo dosaggio se la conta dei leucocitie' > 70 x 10alla9/l. A seguito della possibilita' di ricevere dosaggipiu' alti di chemioterapia (es.: dosaggi pieni secondo lo schema previsto) il paziente puo' essere esposto ad un rischio maggiore di piastrinopenia ed anemia. L'impiego delle PBPC mobilizzate da Neupogen ha dimostrato di ridurre la gravita' e la durata della piastrinopenia conseguente a chemioterapia mielosoppressiva o mieloablativa. L'effetto in pazienti con una significativa riduzione dei progenitori mieloidi non e' stato studiato. In pazienti con numero ridotto di precursori dei neutrofili (come quelli pretrattati con radioterapia o chemioterapia estensive o quelli con infiltrazione tumorale del midollo) la risposta puo' essere minore. L'effetto sulla malattia da reazione del trapianto verso l'ospite non e' stato definito. Casi noti di intolleranza ereditaria al fruttosio (IEF). Neupogen contiene sorbitolo come eccipiente aduna concentrazione di 50 mg/ml. L'aumentata attivita' ematopoietica del midollo osseo in risposta alla terapia con fattore di crescita e' stata associata a referti radiologici ossei transitoriamente positivi. Questo aspetto deve essere considerato nell'interpretazione dei dati radiologici. Non vi sono confronti prospettici randomizzati tra i due metodi raccomandati per la mobilizzazione (Neupogen da solo o in associazione a chemioterapia mielosoppressiva) nella stessa popolazione di pazienti. I pazienti che sono stati molto pesantemente pretrattati con terapia mielosoppressiva possono non ottenere una mobilizzazione di PBPC sufficiente a raggiungere il numero minimo raccomandato di cellule (> 2,0 x 106 cellule CD34+/kg) o lo stesso grado di accelerazione del recupero delle piastrine. Quando si prevede di effettuare un trapiantodi cellule progenitrici del sangue periferico, e' consigliabile programmare la procedura di mobilizzazione delle cellule staminali nella fase iniziale del trattamento. Va posta particolare attenzione al numerodi cellule progenitrici mobilizzate in tali pazienti prima della somministrazione della chemioterapia ad alte dosi. Nella valutazione del numero di cellule progenitrici raccolte in pazienti trattati, deve essere posta particolare attenzione al metodo di conta. La mobilizzazione di PBPC deve essere presa in considerazione solo in donatori che presentino normali criteri, clinici e di laboratorio, di eleggibilita' per la donazione di cellule staminali, con particolare attenzione ai valori ematologici e alla presenza di malattie infettive. Se fosse richiesta piu' di una leucoaferesi, deve essere prestata particolare attenzione nei donatori con piastrine < 100 x 10alla9/l prima della leucoaferesi; non si deve in generale eseguire una aferesi se le piastrine sono 70 x 10alla9/l. Dopo somministrazione di fattori di crescita delle colonie granulocitarie (G-CSF), sono stati riportati casi comuni ma generalmente asintomatici di splenomegalia e casi molto rari di rottura della milza in donatori sani (e pazienti). Alcuni casi di rottura della milza sono stati fatali. Pertanto, le dimensioni della milza devono essere attentamente monitorate. Si deve prendere in considerazione una diagnosi di rottura splenica nei donatori e/o pazienti che presentano dolore alla parte superiore sinistra dell'addome o all'estremita' della spalla. Leconte piastriniche devono essere monitorate attentamente, specialmente durante le prime settimane della terapia. Deve essere presa in considerazione l'interruzione intermittente o la diminuzione della dose neipazienti che sviluppano trombocitopenia, ovvero con piastrine costantemente < 100.000/mmcubi. Possono verificarsi altre alterazioni del quadro ematologico, tra cui anemia ed incrementi transitori nei progenitori mieloidi, che richiedono un attento monitoraggio delle conte cellulari. Una speciale attenzione deve essere prestata alla diagnosi delle neutropenie croniche gravi per distinguerle da altri disordini ematologici quali l'anemia aplastica, la mielodisplasia e la leucemia mieloide. E' stata osservata una bassa incidenza di sindromi mielodisplastiche (SMD) o di leucemia in pazienti affetti da neutropenia cronica gravetrattati con Neupogen. Tale evenienza si e' osservata solo in pazienti con neutropenia congenita. Si e' verificata ematuria/proteinuria in un piccolo numero di pazienti. Nel corso della somministrazione intermittente a 30 MU (300 mcg)/die, si possono verificare ampie fluttuazioni nel tempo della CAN del paziente. La neutropenia puo' essere dovuta ad infiltrazione midollare da infezioni opportunistiche, per esempio da Mycobacterium avium complex, o da neoplasie, come i linfomi. Nei pazienti con midollo osseo infiltrato da infezioni o neoplasie, si deve prendere in considerazione un adeguato trattamento della malattia di base, oltre alla somministrazione di Neupogen per il trattamento della neutropenia. Nei soggetti con malattia a cellule falciformi, sono statiosservati episodi di crisi della malattia, in alcuni casi fatali.

Gravidanza e Allattamento

Non ci sono dati circa la sicurezza nelle donne in gravidanza. Esistono dati pubblicati in letteratura che dimostrano il passaggio transplacentare di filgrastim nelle donne in gravidanza. Non esistono evidenze, in base agli studi effettuati su ratti e conigli, che Neupogen abbiaeffetti teratogeni. E' stata osservata nei conigli un'aumentata incidenza di aborti, ma non e' stata riscontrata nessuna malformazione. In gravidanza il possibile rischio per il feto derivante dall'uso del farmaco deve essere valutato nei confronti dei benefici terapeutici attesi. Non e' noto se sia escreto nel latte materno. L'uso non e' raccomandato durante l'allattamento.

Interazioni con altri prodotti

La sicurezza e l'efficacia del prodotto somministrato negli stessi giorni della chemioterapia citotossica mielosoppressiva non sono state stabilite in modo definitivo. Dal momento che le cellule mieloidi in rapida divisione sono sensibili alla chemioterapia citotossica mielosoppressiva, si sconsiglia l'uso nelle 24 ore precedenti e successive allachemioterapia. Dati preliminari su un piccolo numero di pazienti trattati contemporaneamente con Neupogen e 5-fluorouracile indicano che laneutropenia puo' essere aggravata. Le possibili interazioni con altrifattori di crescita emopoietici e citochine non sono state ancora studiate. Poiche' il litio promuove il rilascio dei neutrofili, esso puo'potenziare l'effetto. Sebbene questa interazione non sia stata formalmente studiata, non vi e' evidenza che essa sia dannosa.

Forme Farmacologiche


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