lamivudina teva*20cpr 300mg lamivudina teva italia srl
Che cosa è lamivudina teva 20cpr 300mg?
Lamivudina teva compresse rivestite prodotto da
teva italia srl
è un farmaco generico della categoria
farmaci preconfezionati prodotti industrialmente - generici
.
Lamivudina teva risulta
non in commercio nelle farmacie italiane
E' utilizzato per la cura di nucleosidi e nucleotidi inibitori della trascrittasi inversa.
Contiene i principi attivi:
lamivudina
Composizione Qualitativa e Quantitativa: ogni compressa rivestita con film contiene 300 mg di lamivudina.
Codice AIC: 039922087
Codice EAN: 0
Informazioni e Indicazioni, a cosa serve?
Lamivudina e' indicato come componente delle terapie di associazione antiretrovirale nel trattamento di adulti e bambini con infezione da Virus dell'Immunodeficienza Umana (HIV).
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Posologia
La terapia deve essere iniziata da un medico con esperienza nella gestione dell'infezione da HIV. Lamivudina puo' essere somministrato con o senza cibo. La compressa dovrebbe idealmente essere deglutita senza essere rotta. In alternativa, le compresse possono essere frantumate eaggiunte ad una piccola quantita' di cibo semi-solido o di liquido, il tutto deve essere assunto immediatamente. Adulti e adolescenti (di eta' superiore a 12 anni): 300 mg al giorno. Questa puo' essere somministrata sia come 150 mg due volte al giorno che come 300 mg una volta al giorno. La compressa da 300 mg e' idonea solo per la somministrazione una volta al giorno. I pazienti che intendono passare alla somministrazione una volta al giorno devono prendere 150 mg due volte al giornoe passare a 300 mg una volta al giorno la mattina seguente. Qualora si preferisca un'unica somministrazione alla sera, devono essere assunti 150 mg solo alla prima mattina seguiti da 300 mg alla sera. Se si ritorna alle due somministrazioni giornaliere, i pazienti devono completare il trattamento giornaliero e iniziare ad assumere 150 mg due volteal giorno la mattina seguente. Bambini dai 3 mesi ai 12 anni di eta':4 mg/kg due volte al giorno fino ad un massimo di 300 mg al giorno. Bambini di eta' inferiore a 3 mesi: i dati disponibili sono limitati edinsufficienti per proporre specifiche raccomandazioni sulla posologia. Nei pazienti con insufficienza renale da moderata a grave, le concentrazioni di lamivudina sono aumentate a causa della ridotta clearance.Pertanto la dose deve essere modificata. Posologia raccomandata negliadulti e negli adolescenti che pesino almeno 30 kg. Clcr >=50 ml/min:piema dose 150 mg, dose di mantenimento 150 mg due volte al di'; clcr> 30 e < 50 ml/min: prima dose 150 mg, dose di mantenimento 150 mg una volta al di'. Per i bambini al di sopra dei 3 mesi di eta' e di pesoinferiore ai 14 kg e per i pazienti che non sono in grado di ingerirele compresse, e' disponibile una soluzione orale. I dati ottenuti neipazienti con insufficienza epatica di grado moderato-grave mostrano che la cinetica della lamivudina non e' significativamente influenzata da disfunzioni epatiche. In base a tali dati, non e' necessario un aggiustamento della posologia nei pazienti con insufficienza epatica di grado moderato-grave se non e' accompagnata da insufficienza renale.
Effetti indesiderati
Durante la terapia per la malattia da HIV con lamivudina sono state riportate le seguenti reazioni avverse. Patologie del sistema emolinfopoietico. Non comune: neutropenia ed anemia (entrambe talvolta gravi), trombocitopenia; molto raro: aplasia eritrocitaria pura. Patologie delsistema nervoso. Comune: cefalea, insonnia; molto raro: neuropatia periferica (o parestesie). Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche. Comune: tosse, sintomatologia nasale. Patologie gastrointestinali. Comune: nausea, vomito, dolori o crampi addominali, diarrea; raro: pancreatite, aumenti dell'amilasi sierica. Patologie epatobiliari. Noncomune: aumenti transitori degli enzimi epatici (AST, ALT); raro: epatite. Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo. Comune: rash, alopecia. Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo. Comune: artralgia, disturbi muscolari; raro: rabdomiolisi. Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione. Comune: affaticamento, malessere, febbre. Con l'uso di analoghi nucleosidici sono stati riferiti casi di acidosi lattica, talvolta fatali, disolito associati a grave epatomegalia e steatosi epatica. La terapia antiretrovirale di combinazione e' stata associata alla ridistribuzione del grasso corporeo (lipodistrofia) nei pazienti con infezione da HIV, inclusi la perdita di grasso sottocutaneo periferico e facciale, l'aumento del grasso addominale e viscerale, l'ipertrofia mammaria e l'accumulo di grasso dorsocervicale (gobba di bufalo). La terapia antiretrovirale di combinazione e' stata associata ad anormalita' metabolichecome ipertrigliceridemia, ipercolesterolemia, insulino resistenza, iperglicemia e iperlattatemia. In pazienti affetti da HIV con deficienzaimmunitaria grave al momento dell'inizio della terapia antiretrovirale di combinazione (CART), puo' insorgere una reazione infiammatoria a infezioni opportunistiche asintomatiche o residuali. Sono stati riportati casi di osteonecrosi soprattutto in pazienti con fattori di rischio generalmente noti, con malattia da HIV in stadio avanzato e/o esposti per lungo tempo alla terapia antiretrovirale di combinazione (CART).
Indicazioni
Lamivudina e' indicato come componente delle terapie di associazione antiretrovirale nel trattamento di adulti e bambini con infezione da Virus dell'Immunodeficienza Umana (HIV).
Controindicazioni ed effetti secondari
Ipersensibilita' al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti.
Composizione ed Eccipienti
Nucleo della compressa: cellulosa microcristallina, carbossimetilamido sodico (Tipo A), magnesio stearato. Rivestimento della compressa: ipromellosa 3cP, ipromellosa 6cP, titanio diossido E171, macrogol 400, polisorbato 80, ferro ossido giallo (E172), Ferro ossido nero (E172).
Avvertenze
Lamivudina non e' raccomandato per l'impiego in monoterapia. Nei pazienti con insufficienza renale da moderata a grave, l'emivita plasmatica terminale della lamivudina e' aumentata a causa della riduzione della clearance, pertanto la dose deve essere opportunamente modificata. Sono stati osservati casi di un'elevata frequenza di fallimento virologico e di comparsa di resistenza in fase precoce di trattamento quando lamivudina veniva associata sia a tenofovir disoproxil fumarato e abacavir sia a tenofovir disoproxil fumarato e didanosina, somministrati una volta al giorno. I pazienti in terapia con lamivudina, o con altri farmaci antiretrovirali, possono ugualmente essere soggetti ad infezioni opportunistiche o ad altre complicazioni dell'infezione da HIV, pertanto devono rimanere sotto stretta osservazione. I pazienti devono essere informati che la terapia antiretrovirale non ha dimostrato di essere in grado di prevenire il rischio di trasmissione dell'HIV ad altrisoggetti nel corso di contatti sessuali o attraverso il sangue infetto: devono essere prese adeguate precauzioni. Sono stati osservati raricasi di pancreatite. Il trattamento deve essere sospeso immediatamente se compaiono segni clinici, sintomi o anomalie nei dati di laboratorio che possano essere indicativi di pancreatite. E' stata riportata acidosi lattica di solito associata ad epatomegalia e steatosi epatica. Sintomi precoci che includono sintomi non gravi a carico dell'apparatodigerente, malessere non specifico, perdita di appetito, perdita di peso, sintomi respiratori o sintomi neurologici. L'acidosi lattica presenta un'alta mortalita' e puo' essere associata a pancreatite, insufficienza epatica o insufficienza renale. L'acidosi lattica e' stata in genere osservata sia dopo i primi mesi di trattamento sia dopo molti mesi. Il trattamento con analoghi nucleosidici deve essere interrotto incaso di comparsa di iperlattacidemia sintomatica e acidosi metabolica/lattica, epatomegalia progressiva o rapido incremento dei livelli di aminotransferasi. Si deve prestare cautela nel somministrare analoghi nucleosidici a pazienti con epatomegalia, epatite od altri noti fattori di rischio di malattia epatica e steatosi epatica. I pazienti con infezione concomitante da epatite C e trattati con alfa interferone e ribavirina possono essere ad alto rischio. I pazienti con aumentato rischio devono essere attentamente seguiti. Gli analoghi nucleosidici e nucleotidici causano un grado variabile di danno mitocondriale. Sono stati riportati casi di disfunzione mitocondriale in neonati HIV-negativiesposti agli analoghi nucleosidici in utero e/o dopo la nascita. I principali eventi avversi riportati sono disturbi ematologici, disturbi metabolici: spesso transitori. Sono stati riportati disturbi neurologici a comparsa ritardata. Ogni bambino esposto in utero ad analoghi nucleosidici e nucleotidici deve essere sottoposto a follow-up clinico e di laboratorio e deve essere controllato a fondo per quanto riguarda una possibile disfunzione mitocondriale in caso di comparsa dei segni esintomi relativi. Queste osservazioni non hanno effetto sulle attualilinee guida nazionali di impiego della terapia antiretrovirale nelle donne in gravidanza per prevenire la trasmissione verticale dell'HIV. La terapia antiretrovirale combinata e' stata associata alla ridistribuzione del grasso corporeo in pazienti con infezione da HIV. E' stata ipotizzata una associazione tra lipomatosi viscerale e inibitori dellaproteasi (PIs) e lipoatrofia e inibitori nucleosidici della trascrittasi inversa (NRTI's). Un rischio maggiore di lipodistrofia e' stato associato alla presenza di fattori individuali, quali l'eta' avanzata, efattori legati al farmaco, come la maggior durata del trattamento antiretrovirale e dei disturbi metabolici associati. L'esame clinico deveincludere la valutazione dei segni fisici di ridistribuzione del grasso. Occorre prendere in considerazione il dosaggio dei lipidi serici edella glicemia a digiuno. I disordini del metabolismo lipidico devonoessere trattati in maniera appropriata. In pazienti affetti da HIV con deficienza immunitaria grave al momento della istituzione della terapia antiretrovirale di combinazione (CART), puo' insorgere una reazione infiammatoria a patogeni opportunisti asintomatici o residuali e causare condizioni cliniche serie, o il peggioramento dei sintomi. Esempirilevanti di cio' sono le retiniti da citomegalovirus, le infezioni micobatteriche generalizzate e/o focali e la polmonite da Pneumocystis carinii. Qualsiasi sintomo infiammatorio deve essere valutato e deve essere instaurato un trattamento, se necessario. I pazienti con epatitecronica B o C e trattati con una terapia di combinazione antiretrovirale sono considerati ad aumentato rischio di eventi avversi epatici gravi e potenzialmente fatali. In caso di terapia antivirale concomitante per l'epatite B o C si faccia riferimento alle relative informazionidi tali medicinali. Se lamivudina viene sospeso nei pazienti con infezione concomitante da virus dell'epatite B, si raccomanda un controlloperiodico sia dei test di funzionalita' epatica sia dei marker di replicazione dell'HBV. I pazienti con disfunzione epatica pre-esistente, comprendente l'epatite cronica attiva, presentano una aumentata frequenza di anomalie della funzionalita' epatica durante la terapia antiretrovirale di combinazione e devono essere monitorati. Qualora si evidenzi un peggioramento della malattia epatica in tali pazienti, si deve prendere in considerazione l'interruzione o la definitiva sospensione del trattamento. Sono stati riportati casi di osteonecrosi. Ai pazientideve essere raccomandato di rivolgersi al medico in caso di comparsa di fastidi, dolore e rigidita' alle articolazioni, o difficolta' nel movimento.
Gravidanza e Allattamento
La sicurezza dell'impiego della lamivudina in gravidanza non e' statastabilita. Negli esseri umani, in accordo con la trasmissione passivadella lamivudina attraverso la placenta, le concentrazioni sieriche della lamivudina nel bambino alla nascita erano simili a quelle della madre ed a quelle sieriche nel cordone ombelicale al parto. Sebbene glistudi sulla riproduzione negli animali non siano sempre predittivi della risposta nell'uomo, la somministrazione durante i primi 3 mesi di gravidanza non e' raccomandata. Dopo somministrazione orale la lamivudina era escreta nel latte materno a concentrazioni simili a quelle ritrovate nel siero. Poiche' la lamivudina ed il virus passano nel latte materno si raccomanda che le madri in terapia non allattino al seno i loro bambini. Si raccomanda che le donne con infezione da HIV in nessun caso allattino al seno i loro bambini, al fine di evitare la trasmissione dell'HIV.
Interazioni con altri prodotti
Sono stati effettuati studi di interazione solo negli adulti. La lamivudina puo' inibire la fosforilazione intracellulare della zalcitabinaqualora i due medicinali siano usati contemporaneamente. Pertanto none' raccomandato l'uso di lamivudina in associazione con zalcitabina. La somministrazione di lamivudina in concomitanza con ganciclovir o foscarnet per via endovenosa non e' raccomandata. La probabilita' di interazioni metaboliche e' bassa a causa del limitato metabolismo e del basso legame con le proteine plasmatiche e della clearance renale pressoche' completa. La somministrazione di trimetoprim/sulfametossazolo 160 mg/800 mg determina un aumento del 40% nella esposizione alla lamivudina dovuto al componente trimetoprim; il componente sulfametossazolo non interagisce. Tuttavia, nessuna modifica posologica della lamivudina e' necessaria, a meno che il paziente non abbia insufficienza renale. La lamivudina non ha alcun effetto sulla farmacocinetica del trimetoprim o del sulfametossazolo. Quando e' giustificata tale co-somministrazione, il paziente deve essere monitorato clinicamente. Deve essere evitata la somministrazione di lamivudina in concomitanza con alte dosidi cotrimossazolo per il trattamento della polmonite da Pneumocystis carinii (PCP) e della toxoplasmosi. Deve essere tenuta in considerazione la possibilita' di interazioni con altri medicinali co-somministrati particolarmente quando la via di eliminazione principale e' la secrezione renale attiva, per mezzo del sistema di trasporto dei cationi organici. Altri medicinali sono eliminati solo in parte per mezzo di questo sistema e non hanno mostrato di interagire con la lamivudina. Gli analoghi dei nucleosidi, come la zidovudina, non sono eliminati tramite questo sistema ed e' improbabile che interagiscano con la lamivudina. E' stato osservato un lieve aumento della Cmax della zidovudina quando somministrata in associazione alla lamivudina, tuttavia l'esposizione complessiva (AUC) non risulta alterata in modo significativo. La zidovudina non ha effetti sulla farmacocinetica della lamivudina. Il metabolismo della lamivudina non coinvolge il CYP3A, rendendo improbabiliinterazioni con altri medicinali metabolizzati attraverso questo sistema.
Forme Farmacologiche
- lamivudina teva 20cpr 150mg
- lamivudina teva 30cpr 150mg
- lamivudina teva 60cpr 150mg
- lamivudina teva 90cpr 150mg
- lamivudina teva 100cpr 150mg
- lamivudina teva 500cpr 150mg
- lamivudina teva 60cpr 150mg fl
- lamivudina teva 20cpr 300mg
- lamivudina teva 30cpr 300mg
- lamivudina teva 60cpr 300mg
- lamivudina teva 90cpr 300mg
- lamivudina teva 100cpr 300mg
- lamivudina teva 500cpr 300mg
- lamivudina teva 30cpr 300mg fl
- lamivudina teva 80cpr 150mg
- lamivudina teva 80cpr 300mg
- lamivudina teva 60cpr 150mg fl
- lamivudina teva 30cpr 300mg fl
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Conservazione del prodotto
Questo medicinale non richiede alcuna speciale condizione di conservazione.