ketek*20cpr riv 400mg telitromicina sanofi spa

Che cosa è ketek 20cpr riv 400mg?

Ketek compresse rivestite prodotto da sanofi spa
è un farmaco etico della categoria specialita' medicinali con prescrizione medica .
Ketek risulta non in commercio nelle farmacie italiane

E' utilizzato per la cura di macrolidi, lincosamidi e streptogramine.
Contiene i principi attivi: telitromicina
Composizione Qualitativa e Quantitativa: telitromicina.
Codice AIC: 035326038 Codice EAN: 0

Informazioni e Indicazioni, a cosa serve?

In pazienti di 18 anni e piu': polmonite contratta in comunita', di grado lieve o moderato. Trattamento di infezioni causate da ceppi con resistenza nota o sospetta ai beta-lattamici e/o ai macrolidi (in base all'anamnesi del paziente o ai dati di resistenza nazionali e/o locali) compresi nello spettro antibatterico di telitromicina: esacerbazioneacuta di bronchite cronica, sinusite acuta. In pazienti di 12 anni e piu': tonsillite/faringite, provocata da Streptococcus pyogenes , comealternativa agli antibiotici beta-lattamici, quando questi non siano adeguati in stati/regioni con prevalenza significativa di S. pyogenes con resistenza ai macrolidi mediata da ermTR o mefA.

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Posologia

La dose raccomandata e' di 800 mg una volta al giorno, cioe' 2 compresse da 400 mg in unica somministrazione giornaliera. >>Pazienti di 18 anni e piu', in rapporto all'indicazione. Polmonite acquisita in comunita': 800 mg una volta al giorno per 7 - 10 giorni; esacerbazione acuta di bronchite cronica: 800 mg una volta al giorno per 5 giorni; sinusite acuta: 800 mg una volta al giorno per 5 giorni; tonsillite/faringite causata da Streptococcus pyogenes: 800 mg una volta al giorno per 5giorni. >>Pazienti di 12-18 anni. Tonsillite/faringite causata da Streptococcus pyogenes: 800 mg una volta al giorno per 5 giorni. Popolazione anziana: non e' richiesto alcun adattamento posologico del dosaggio nei pazienti anziani che si basi solo sull'eta'. Popolazione pediatrica: la sicurezza e l'efficacia del farmaco nei bambini di eta' inferiore ai 12 anni non e' stata stabilita'. Il medicinale non e' raccomandato in questa popolazione. Ridotta funzionalita' renale: non e' necessario alcun adattamento posologico nei pazienti con insufficienza renale lieve o moderata. Non si consiglia il medicinale come prima scelta nei pazienti con insufficienza renale grave (clearance della creatininaCONSERVAZIONEQuesto medicinale non richiede alcuna condizione particolare di conservazione.AVVERTENZEProlungamento dell' intervallo QT: a causa della possibilita' di aumentare l'intervallo QT, il farmaco deve essere utilizzato con cautela in pazienti affetti da cardiopatia coronarica, con anamnesi di aritmia ventricolare, ipopotassiemia e/o ipomagnesiemia non trattate, o bradicardia (INTERAZIONITelitromicina e' un inibitore di CYP3A4 e un debole inibitore di CYP2D6. Studi in vivo con simvastatina, midazolam e cisapride hanno dimostrato una potente inibizione di CYP3A4 intestinale e una modesta inibizione di CYP3A4 epatico. E' difficile prevedere il grado di inibizione con substrati diversi di CYP3A4. Quindi non somministrare il farmaco durante il trattamento con medicinali che siano substrati di CYP3A4, a meno che non si possano monitorare attentamente le concentrazioni plasmatiche del substrato di CYP3A4, l'efficacia o le reazioni avverse. Alternativamente, bisogna praticare un'interruzione del trattamento con il substrato di CYP3A4 durante la terapia. Ciclosporina, tacrolimus, sirolimus: la telitromicina a causa del suo potenziale di inibizione del CYP3A4, puo' aumentare le concentrazioni ematiche di questi substrati di CYP3A4. Quindi, quando si inizia la terapia con telitromicina in pazienti che gia' ricevano uno di questi immunosoppressori, i livelli di ciclosporina, tacrolimus o sirolimus devono essere accuratamente controllati e le loro dosi devono essere diminuite, se necessario. Quando si sospende la telitromicina, bisogna controllare nuovamente ed accuratamente i livelli di ciclosporina, tacrolimus o sirolimus e aumentare la dose, se necessario. Metoprololo: quando il metoprololo (un substrato di CYP2D6) e' stato somministrato con il farmaco, la Cmax e la AUC del metoprololo sono risultate aumentate di circa il 38%, tuttavia non vi e' stato alcun effetto sull'emivita di eliminazione del metoprololo. L'incremento di esposizione al metoprololo potrebbe essere clinicamente importante in pazienti con insufficienza cardiaca trattati con metoprololo. Usare cautela in questi pazienti quando si co-somministrail farmaco e metoprololo. Medicinali che possono prolungare l'intervallo QT: il medicinale puo' aumentare i livelli plasmatici di cisapride, pimozide, astemizolo, terfenadina, dronedarone, saquinavir. Cio' potrebbe determinare un prolungamento dell'intervallo QT e aritmie cardiache comprese la tachicardia ventricolare, la fibrillazione ventricolare e "torsades de pointes". Percio' e' controindicato l'uso concomitante del farmaco e qualsiasi di questi medicinali. Alcaloidi derivati dell'ergot: il trattamento concomitante con il farmaco e derivati alcaloidi potrebbe determinare una grave vasocostrizione ("ergotismo") con possibile necrosi delle estremita'. Pertanto, e' controindicata tale associazione. Statine: quando la simvastatina e' stata co- somministrata con il farmaco, si e' verificato un aumento di 5,3 volte del Cmax e di8,9 volte dell'AUC della simvastatina, di 15 volte del Cmax e di 11 volte dell'AUC della simvastatina acido. Il medicinale puo' determinareun'interazione analoga con lovastatina e atorvastatina che sono anch'esse principalmente metabolizzate dal CYP3A4. Non usare il medicinale in concomitanza con simvastatina, atorvastatina o lovastatina. Interrompere il trattamento con questi farmaci durante la somministrazione del farmaco. La disponibilita' di pravastatina, rosuvastatina ed in misura minore di fluvastatina, puo' essere aumentata a causa del possibilecoinvolgimento delle proteine trasportatrici ma ci si aspetta che questo aumento sia minore di quello risultante dalle interazioni che coinvolgono l'inibizione di CYP3A4. Tuttavia monitorare i pazienti che assumono contemporaneamente pravastatina, rosuvastatina e fluvastatina per segni e sintomi di miopatie e rabdomiolisi. Benzodiazepine: quando midazolam e' stato somministrato con il farmaco, l'AUC di midazolam e' aumentato di 2,2 volte dopo somministrazione endovenosa di midazolam edi 6,1 volte dopo somministrazione orale. L'emivita di midazolam e' aumentata di circa 2,5 volte. Evitare la co-somministrazione orale di midazolam e farmaco. Regolare la dose endovenosa di midazolam se necessario ed eseguire il monitoraggio del paziente. Adottare le stesse precauzioni anche con le altre benzodiazepine che vengono metabolizzate daCYP3A4 (specialmente il triazolam, ma, in misura minore, l'alprazolam). Per quelle benzodiazepine che non sono metabolizzate dal CYP3A4 le interazioni con il farmaco sono improbabili. Digossina: il medicinale aumenta le concentrazioni plasmatiche di digossina. Non vi sono state significative modificazioni dei parametri ECG e non sono stati osservati segni di tossicita' da digossina. Tuttavia, durante la co-somministrazione di digossina e telitromicina, prendere in considerazione il monitoraggio dei livelli sierici di digossina e farmaco. Teofillina: nonvi e' alcuna interazione farmacocinetica clinicamente rilevante somministrata nella formulazione a rilascio prolungato. Tuttavia, la co-somministrazione deve avvenire con un intervallo di un'ora tra l'uno e l'altro, in modo da evitare possibili effetti indesiderati gastrointestinali. Anticoagulanti orali: un'aumentata attivita' anticoagulante e' stata riportata nei pazienti trattati contemporaneamente con anticoagulanti ed antibiotici. Non si conoscono completamente i meccanismi. Sebbene il medicinale non abbia alcuna interazione farmacocinetica o farmacodinamica clinicamente rilevante con warfarina dopo la somministrazione di una dose singola, durante il trattamento concomitante prendere in considerazione piu' frequenti controlli dei valori del tempo di protrombina/INR. Contraccettivi orali: non si verificano interazioni farmacodinamiche o farmacocinetiche clinicamente rilevanti. Durante la co- somministrazione di telitromicina con rifampicina a dosi ripetute, la Cmax e l'AUC della telitromicina sono diminuite in media rispettivamente del 79% e dell'86%. Pertanto, la co- somministrazione di induttori di CYP3A4 puo' causare probabilmente livelli subterapeutici di telitromicina e mancanza di effetto terapeutico. L'induzione diminuisce gradualmente durante le 2 settimane dopo la cessazione del trattamento con induttori di CYP3A4. Non usare il medicinale durante e nelle 2 settimane successive al trattamento con induttori di CYP3A4. Studi di interazione con itraconazolo e ketoconazolo, due inibitori di CYP3A4, hanno dimostrato che le concentrazioni plasmatiche massime di telitromicina erano aumentate rispettivamente di 1,22 e 1,51 volte e l'AUC rispettivamente di 1,54 e 2,0 volte. Questi cambiamenti della farmacocinetica della telitromicina non richiedono adattamenti della posologia in quantola telitromicina resta ben tollerata. L'effetto di ritonavir non e' stato studiato e potrebbe determinare un incremento dell'esposizione alla telitromicina. Usare cautela in questa associazione. Non effettuarela co-somministrazione tra potenti inibitori del CYP3A4 e il farmaco in pazienti con grave disfunzione renale /o epatica. Ranitidina (presa1 ora prima del farmaco) e antiacidi contenenti idrossido di alluminio e di magnesio non hanno influenza clinicamente rilevante sulla farmacocinetica del medicinale.EFFETTI INDESIDERATI>>Reazione avverse. Patologie del sistema emolinfopoietico. Non comune: eosinofilia. Disturbi del sistema immunitario. Non nota: edema angioneurotico, reazioni anafilattiche inclusi: shock anafilattico e ipersensibilita'. Disturbi psichiatrici. Non nota: confusione, allucinazioni. Patologie del sistema nervoso. Comune: capogiro, cefalea, disgeusia; non comune: vertigine, sonnolenza, nervosismo, insonnia; raro: transitoria perdita di coscienza, parestesia; molto raro: parosmia; non nota: sono stati riportati casi di rapida insorgenza di esacerbazione di miastenia grave; ageusia, anosmia. Patologie dell'occhio. Non comune: visione offuscata; raro: diplopia. Patologie cardiache. Non comune: arrossamento, palpitazioni; raro: aritmia atriale, ipotensione, bradicardia; non nota: prolungamento dell'intervallo QT/QTc. Patologie gastrointestinali. Molto comune: diarrea; comune: nausea, vomito, dolore gastrointestinale, flatulenza; non comune: candidiasi orale, stomatite, anoressia, stipsi; molto raro: colite pseudomembranosa; non nota: pancreatite. Patologie epatobiliari. Comune: aumento dei livelli degli enzimi epatici (AST, ALT, fosfatasi alcalina); non comune: epatite; raro: ittero colestatico; non nota: epatite grave ed insufficienza epatica. Patologie della cute e tessuto sottocutaneo. Non comune: dermatite, orticaria, prurito; raro: eczema; molto raro: eritema multiforme o polimorfo. Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo. Molto rari: spasmi muscolari; non note: artralgia, mialgia. Patologie dell'apparato riproduttivo e della mammella. Comune: candidiasi vaginale. Descrizione di alcuni effetti indesiderati selezionati: disturbivisivi (<1%) associati all'uso del farmaco, inclusi la visione offuscata, difficolta' nella messa a fuoco e diplopia, erano perlopiu' lievio moderati. Essi si sono manifestati tipicamente entro poche ore dopola prima o la seconda dose, si sono ripetuti con le dosi successive, sono durati diverse ore ed erano reversibili sia durante la terapia che alla fine del trattamento. Questi eventi non sono stati associati con segni di anormalita' oculari. In studi clinici l'effetto su QTc era modesto (media di circa 1 msec). In studi comparativi, sono stati osservati effetti clinici simili a quelli osservati con claritromicina conun DQTc > 30 msec rispettivamente nel 7,6% e nel 7,0% dei casi. Nessun paziente dei due gruppi ha sviluppato un DQTc > 60 msec. Non sono stati riportati casi di TdP o altre serie aritmie ventricolari o sincopecorrelata nel programma clinico e non sono stati identificati sottogruppi a rischio.GRAVIDANZA E ALLATTAMENTONon sono disponibili dati sufficienti derivanti dall'impiego del medicinale in donne in gravidanza. Studi eseguiti nell'animale hanno dimostrato una tossicita' sul sistema riproduttivo. Il potenziale rischio per l'uomo e' sconosciuto. Il farmaco non deve essere impiegato in gravidanza, a meno che non sia indispensabile. Telitromicina viene escreto, nel latte animale, durante l'allattamento, a concentrazioni circa 5 volte superiori a quelle del plasma materno. Non sono disponibili i dati corrispondenti per l'uomo. Il medicinale non deve essere usato da donne che allattano. In studi su ratti e' stata osservata una riduzionedegli indici di fertilita' a dosi tossiche per la madre.

Effetti indesiderati

>>Reazione avverse. Patologie del sistema emolinfopoietico. Non comune: eosinofilia. Disturbi del sistema immunitario. Non nota: edema angioneurotico, reazioni anafilattiche inclusi: shock anafilattico e ipersensibilita'. Disturbi psichiatrici. Non nota: confusione, allucinazioni. Patologie del sistema nervoso. Comune: capogiro, cefalea, disgeusia; non comune: vertigine, sonnolenza, nervosismo, insonnia; raro: transitoria perdita di coscienza, parestesia; molto raro: parosmia; non nota: sono stati riportati casi di rapida insorgenza di esacerbazione di miastenia grave; ageusia, anosmia. Patologie dell'occhio. Non comune: visione offuscata; raro: diplopia. Patologie cardiache. Non comune: arrossamento, palpitazioni; raro: aritmia atriale, ipotensione, bradicardia; non nota: prolungamento dell'intervallo QT/QTc. Patologie gastrointestinali. Molto comune: diarrea; comune: nausea, vomito, dolore gastrointestinale, flatulenza; non comune: candidiasi orale, stomatite, anoressia, stipsi; molto raro: colite pseudomembranosa; non nota: pancreatite. Patologie epatobiliari. Comune: aumento dei livelli degli enzimi epatici (AST, ALT, fosfatasi alcalina); non comune: epatite; raro: ittero colestatico; non nota: epatite grave ed insufficienza epatica. Patologie della cute e tessuto sottocutaneo. Non comune: dermatite, orticaria, prurito; raro: eczema; molto raro: eritema multiforme o polimorfo. Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo. Molto rari: spasmi muscolari; non note: artralgia, mialgia. Patologie dell'apparato riproduttivo e della mammella. Comune: candidiasi vaginale. Descrizione di alcuni effetti indesiderati selezionati: disturbivisivi (<1%) associati all'uso del farmaco, inclusi la visione offuscata, difficolta' nella messa a fuoco e diplopia, erano perlopiu' lievio moderati. Essi si sono manifestati tipicamente entro poche ore dopola prima o la seconda dose, si sono ripetuti con le dosi successive, sono durati diverse ore ed erano reversibili sia durante la terapia che alla fine del trattamento. Questi eventi non sono stati associati con segni di anormalita' oculari. In studi clinici l'effetto su QTc era modesto (media di circa 1 msec). In studi comparativi, sono stati osservati effetti clinici simili a quelli osservati con claritromicina conun DQTc > 30 msec rispettivamente nel 7,6% e nel 7,0% dei casi. Nessun paziente dei due gruppi ha sviluppato un DQTc > 60 msec. Non sono stati riportati casi di TdP o altre serie aritmie ventricolari o sincopecorrelata nel programma clinico e non sono stati identificati sottogruppi a rischio.

Indicazioni

In pazienti di 18 anni e piu': polmonite contratta in comunita', di grado lieve o moderato. Trattamento di infezioni causate da ceppi con resistenza nota o sospetta ai beta-lattamici e/o ai macrolidi (in base all'anamnesi del paziente o ai dati di resistenza nazionali e/o locali) compresi nello spettro antibatterico di telitromicina: esacerbazioneacuta di bronchite cronica, sinusite acuta. In pazienti di 12 anni e piu': tonsillite/faringite, provocata da Streptococcus pyogenes , comealternativa agli antibiotici beta-lattamici, quando questi non siano adeguati in stati/regioni con prevalenza significativa di S. pyogenes con resistenza ai macrolidi mediata da ermTR o mefA.

Controindicazioni ed effetti secondari

Ipersensibilita' al principio attivo, agli agenti antibatterici macrolidi o ad uno qualsiasi degli eccipienti; miastenia grave; storia pregressa di epatite e/o ittero associato all'uso di telitromicina; somministrazione contemporanea con prodotti medicinali che prolungano l'intervallo QT e che sono substrati CYP3A4, come cisapride, pimozide, astemizolo, terfenadina, dronadarone saquinavir; somministrazione contemporanea con alcaloidi derivati dell'ergot (ad esempio ergotamina e diidroergotamina); somministrazione contemporanea di simvastatina, atorvastatina e lovastatina; il trattamento con questi farmaci deve essere interrotto durante il trattamento con il farmaco; anamnesi di sindrome congenita da QT lungo o con anamnesi familiare di sindrome da QT lungo (se non e' stata esclusa dall'ECG) e in pazienti con noto prolungamento acquisito dell'intervallo QT; nei pazienti con funzionalita' renale e/o epatica gravemente compromessa, e' controindicata la somministrazione concomitante del farmaco e potenti inibitori di CYP3A4, quali gli inibitori delle proteasi o gli antifungini azolici (per es. ketoconazolo, fluconazolo).

Composizione ed Eccipienti

Nucleo della compressa: cellulosa microcristallina, povidone K25, croscarmellosa sodica, magnesio stearato. Rivestimento della compressa: talco, macrogol 8000, ipromellosa 6 cp, titanio diossido E 171, ossido di ferro giallo E 172, ossido di ferro rosso E 172.

Avvertenze

Prolungamento dell' intervallo QT: a causa della possibilita' di aumentare l'intervallo QT, il farmaco deve essere utilizzato con cautela in pazienti affetti da cardiopatia coronarica, con anamnesi di aritmia ventricolare, ipopotassiemia e/o ipomagnesiemia non trattate, o bradicardia (INTERAZIONITelitromicina e' un inibitore di CYP3A4 e un debole inibitore di CYP2D6. Studi in vivo con simvastatina, midazolam e cisapride hanno dimostrato una potente inibizione di CYP3A4 intestinale e una modesta inibizione di CYP3A4 epatico. E' difficile prevedere il grado di inibizione con substrati diversi di CYP3A4. Quindi non somministrare il farmaco durante il trattamento con medicinali che siano substrati di CYP3A4, a meno che non si possano monitorare attentamente le concentrazioni plasmatiche del substrato di CYP3A4, l'efficacia o le reazioni avverse. Alternativamente, bisogna praticare un'interruzione del trattamento con il substrato di CYP3A4 durante la terapia. Ciclosporina, tacrolimus, sirolimus: la telitromicina a causa del suo potenziale di inibizione del CYP3A4, puo' aumentare le concentrazioni ematiche di questi substrati di CYP3A4. Quindi, quando si inizia la terapia con telitromicina in pazienti che gia' ricevano uno di questi immunosoppressori, i livelli di ciclosporina, tacrolimus o sirolimus devono essere accuratamente controllati e le loro dosi devono essere diminuite, se necessario. Quando si sospende la telitromicina, bisogna controllare nuovamente ed accuratamente i livelli di ciclosporina, tacrolimus o sirolimus e aumentare la dose, se necessario. Metoprololo: quando il metoprololo (un substrato di CYP2D6) e' stato somministrato con il farmaco, la Cmax e la AUC del metoprololo sono risultate aumentate di circa il 38%, tuttavia non vi e' stato alcun effetto sull'emivita di eliminazione del metoprololo. L'incremento di esposizione al metoprololo potrebbe essere clinicamente importante in pazienti con insufficienza cardiaca trattati con metoprololo. Usare cautela in questi pazienti quando si co-somministrail farmaco e metoprololo. Medicinali che possono prolungare l'intervallo QT: il medicinale puo' aumentare i livelli plasmatici di cisapride, pimozide, astemizolo, terfenadina, dronedarone, saquinavir. Cio' potrebbe determinare un prolungamento dell'intervallo QT e aritmie cardiache comprese la tachicardia ventricolare, la fibrillazione ventricolare e "torsades de pointes". Percio' e' controindicato l'uso concomitante del farmaco e qualsiasi di questi medicinali. Alcaloidi derivati dell'ergot: il trattamento concomitante con il farmaco e derivati alcaloidi potrebbe determinare una grave vasocostrizione ("ergotismo") con possibile necrosi delle estremita'. Pertanto, e' controindicata tale associazione. Statine: quando la simvastatina e' stata co- somministrata con il farmaco, si e' verificato un aumento di 5,3 volte del Cmax e di8,9 volte dell'AUC della simvastatina, di 15 volte del Cmax e di 11 volte dell'AUC della simvastatina acido. Il medicinale puo' determinareun'interazione analoga con lovastatina e atorvastatina che sono anch'esse principalmente metabolizzate dal CYP3A4. Non usare il medicinale in concomitanza con simvastatina, atorvastatina o lovastatina. Interrompere il trattamento con questi farmaci durante la somministrazione del farmaco. La disponibilita' di pravastatina, rosuvastatina ed in misura minore di fluvastatina, puo' essere aumentata a causa del possibilecoinvolgimento delle proteine trasportatrici ma ci si aspetta che questo aumento sia minore di quello risultante dalle interazioni che coinvolgono l'inibizione di CYP3A4. Tuttavia monitorare i pazienti che assumono contemporaneamente pravastatina, rosuvastatina e fluvastatina per segni e sintomi di miopatie e rabdomiolisi. Benzodiazepine: quando midazolam e' stato somministrato con il farmaco, l'AUC di midazolam e' aumentato di 2,2 volte dopo somministrazione endovenosa di midazolam edi 6,1 volte dopo somministrazione orale. L'emivita di midazolam e' aumentata di circa 2,5 volte. Evitare la co-somministrazione orale di midazolam e farmaco. Regolare la dose endovenosa di midazolam se necessario ed eseguire il monitoraggio del paziente. Adottare le stesse precauzioni anche con le altre benzodiazepine che vengono metabolizzate daCYP3A4 (specialmente il triazolam, ma, in misura minore, l'alprazolam). Per quelle benzodiazepine che non sono metabolizzate dal CYP3A4 le interazioni con il farmaco sono improbabili. Digossina: il medicinale aumenta le concentrazioni plasmatiche di digossina. Non vi sono state significative modificazioni dei parametri ECG e non sono stati osservati segni di tossicita' da digossina. Tuttavia, durante la co-somministrazione di digossina e telitromicina, prendere in considerazione il monitoraggio dei livelli sierici di digossina e farmaco. Teofillina: nonvi e' alcuna interazione farmacocinetica clinicamente rilevante somministrata nella formulazione a rilascio prolungato. Tuttavia, la co-somministrazione deve avvenire con un intervallo di un'ora tra l'uno e l'altro, in modo da evitare possibili effetti indesiderati gastrointestinali. Anticoagulanti orali: un'aumentata attivita' anticoagulante e' stata riportata nei pazienti trattati contemporaneamente con anticoagulanti ed antibiotici. Non si conoscono completamente i meccanismi. Sebbene il medicinale non abbia alcuna interazione farmacocinetica o farmacodinamica clinicamente rilevante con warfarina dopo la somministrazione di una dose singola, durante il trattamento concomitante prendere in considerazione piu' frequenti controlli dei valori del tempo di protrombina/INR. Contraccettivi orali: non si verificano interazioni farmacodinamiche o farmacocinetiche clinicamente rilevanti. Durante la co- somministrazione di telitromicina con rifampicina a dosi ripetute, la Cmax e l'AUC della telitromicina sono diminuite in media rispettivamente del 79% e dell'86%. Pertanto, la co- somministrazione di induttori di CYP3A4 puo' causare probabilmente livelli subterapeutici di telitromicina e mancanza di effetto terapeutico. L'induzione diminuisce gradualmente durante le 2 settimane dopo la cessazione del trattamento con induttori di CYP3A4. Non usare il medicinale durante e nelle 2 settimane successive al trattamento con induttori di CYP3A4. Studi di interazione con itraconazolo e ketoconazolo, due inibitori di CYP3A4, hanno dimostrato che le concentrazioni plasmatiche massime di telitromicina erano aumentate rispettivamente di 1,22 e 1,51 volte e l'AUC rispettivamente di 1,54 e 2,0 volte. Questi cambiamenti della farmacocinetica della telitromicina non richiedono adattamenti della posologia in quantola telitromicina resta ben tollerata. L'effetto di ritonavir non e' stato studiato e potrebbe determinare un incremento dell'esposizione alla telitromicina. Usare cautela in questa associazione. Non effettuarela co-somministrazione tra potenti inibitori del CYP3A4 e il farmaco in pazienti con grave disfunzione renale /o epatica. Ranitidina (presa1 ora prima del farmaco) e antiacidi contenenti idrossido di alluminio e di magnesio non hanno influenza clinicamente rilevante sulla farmacocinetica del medicinale.EFFETTI INDESIDERATI>>Reazione avverse. Patologie del sistema emolinfopoietico. Non comune: eosinofilia. Disturbi del sistema immunitario. Non nota: edema angioneurotico, reazioni anafilattiche inclusi: shock anafilattico e ipersensibilita'. Disturbi psichiatrici. Non nota: confusione, allucinazioni. Patologie del sistema nervoso. Comune: capogiro, cefalea, disgeusia; non comune: vertigine, sonnolenza, nervosismo, insonnia; raro: transitoria perdita di coscienza, parestesia; molto raro: parosmia; non nota: sono stati riportati casi di rapida insorgenza di esacerbazione di miastenia grave; ageusia, anosmia. Patologie dell'occhio. Non comune: visione offuscata; raro: diplopia. Patologie cardiache. Non comune: arrossamento, palpitazioni; raro: aritmia atriale, ipotensione, bradicardia; non nota: prolungamento dell'intervallo QT/QTc. Patologie gastrointestinali. Molto comune: diarrea; comune: nausea, vomito, dolore gastrointestinale, flatulenza; non comune: candidiasi orale, stomatite, anoressia, stipsi; molto raro: colite pseudomembranosa; non nota: pancreatite. Patologie epatobiliari. Comune: aumento dei livelli degli enzimi epatici (AST, ALT, fosfatasi alcalina); non comune: epatite; raro: ittero colestatico; non nota: epatite grave ed insufficienza epatica. Patologie della cute e tessuto sottocutaneo. Non comune: dermatite, orticaria, prurito; raro: eczema; molto raro: eritema multiforme o polimorfo. Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo. Molto rari: spasmi muscolari; non note: artralgia, mialgia. Patologie dell'apparato riproduttivo e della mammella. Comune: candidiasi vaginale. Descrizione di alcuni effetti indesiderati selezionati: disturbivisivi (<1%) associati all'uso del farmaco, inclusi la visione offuscata, difficolta' nella messa a fuoco e diplopia, erano perlopiu' lievio moderati. Essi si sono manifestati tipicamente entro poche ore dopola prima o la seconda dose, si sono ripetuti con le dosi successive, sono durati diverse ore ed erano reversibili sia durante la terapia che alla fine del trattamento. Questi eventi non sono stati associati con segni di anormalita' oculari. In studi clinici l'effetto su QTc era modesto (media di circa 1 msec). In studi comparativi, sono stati osservati effetti clinici simili a quelli osservati con claritromicina conun DQTc > 30 msec rispettivamente nel 7,6% e nel 7,0% dei casi. Nessun paziente dei due gruppi ha sviluppato un DQTc > 60 msec. Non sono stati riportati casi di TdP o altre serie aritmie ventricolari o sincopecorrelata nel programma clinico e non sono stati identificati sottogruppi a rischio.GRAVIDANZA E ALLATTAMENTONon sono disponibili dati sufficienti derivanti dall'impiego del medicinale in donne in gravidanza. Studi eseguiti nell'animale hanno dimostrato una tossicita' sul sistema riproduttivo. Il potenziale rischio per l'uomo e' sconosciuto. Il farmaco non deve essere impiegato in gravidanza, a meno che non sia indispensabile. Telitromicina viene escreto, nel latte animale, durante l'allattamento, a concentrazioni circa 5 volte superiori a quelle del plasma materno. Non sono disponibili i dati corrispondenti per l'uomo. Il medicinale non deve essere usato da donne che allattano. In studi su ratti e' stata osservata una riduzionedegli indici di fertilita' a dosi tossiche per la madre.

Gravidanza e Allattamento

Non sono disponibili dati sufficienti derivanti dall'impiego del medicinale in donne in gravidanza. Studi eseguiti nell'animale hanno dimostrato una tossicita' sul sistema riproduttivo. Il potenziale rischio per l'uomo e' sconosciuto. Il farmaco non deve essere impiegato in gravidanza, a meno che non sia indispensabile. Telitromicina viene escreto, nel latte animale, durante l'allattamento, a concentrazioni circa 5 volte superiori a quelle del plasma materno. Non sono disponibili i dati corrispondenti per l'uomo. Il medicinale non deve essere usato da donne che allattano. In studi su ratti e' stata osservata una riduzionedegli indici di fertilita' a dosi tossiche per la madre.

Interazioni con altri prodotti

Telitromicina e' un inibitore di CYP3A4 e un debole inibitore di CYP2D6. Studi in vivo con simvastatina, midazolam e cisapride hanno dimostrato una potente inibizione di CYP3A4 intestinale e una modesta inibizione di CYP3A4 epatico. E' difficile prevedere il grado di inibizione con substrati diversi di CYP3A4. Quindi non somministrare il farmaco durante il trattamento con medicinali che siano substrati di CYP3A4, a meno che non si possano monitorare attentamente le concentrazioni plasmatiche del substrato di CYP3A4, l'efficacia o le reazioni avverse. Alternativamente, bisogna praticare un'interruzione del trattamento con il substrato di CYP3A4 durante la terapia. Ciclosporina, tacrolimus, sirolimus: la telitromicina a causa del suo potenziale di inibizione del CYP3A4, puo' aumentare le concentrazioni ematiche di questi substrati di CYP3A4. Quindi, quando si inizia la terapia con telitromicina in pazienti che gia' ricevano uno di questi immunosoppressori, i livelli di ciclosporina, tacrolimus o sirolimus devono essere accuratamente controllati e le loro dosi devono essere diminuite, se necessario. Quando si sospende la telitromicina, bisogna controllare nuovamente ed accuratamente i livelli di ciclosporina, tacrolimus o sirolimus e aumentare la dose, se necessario. Metoprololo: quando il metoprololo (un substrato di CYP2D6) e' stato somministrato con il farmaco, la Cmax e la AUC del metoprololo sono risultate aumentate di circa il 38%, tuttavia non vi e' stato alcun effetto sull'emivita di eliminazione del metoprololo. L'incremento di esposizione al metoprololo potrebbe essere clinicamente importante in pazienti con insufficienza cardiaca trattati con metoprololo. Usare cautela in questi pazienti quando si co-somministrail farmaco e metoprololo. Medicinali che possono prolungare l'intervallo QT: il medicinale puo' aumentare i livelli plasmatici di cisapride, pimozide, astemizolo, terfenadina, dronedarone, saquinavir. Cio' potrebbe determinare un prolungamento dell'intervallo QT e aritmie cardiache comprese la tachicardia ventricolare, la fibrillazione ventricolare e "torsades de pointes". Percio' e' controindicato l'uso concomitante del farmaco e qualsiasi di questi medicinali. Alcaloidi derivati dell'ergot: il trattamento concomitante con il farmaco e derivati alcaloidi potrebbe determinare una grave vasocostrizione ("ergotismo") con possibile necrosi delle estremita'. Pertanto, e' controindicata tale associazione. Statine: quando la simvastatina e' stata co- somministrata con il farmaco, si e' verificato un aumento di 5,3 volte del Cmax e di8,9 volte dell'AUC della simvastatina, di 15 volte del Cmax e di 11 volte dell'AUC della simvastatina acido. Il medicinale puo' determinareun'interazione analoga con lovastatina e atorvastatina che sono anch'esse principalmente metabolizzate dal CYP3A4. Non usare il medicinale in concomitanza con simvastatina, atorvastatina o lovastatina. Interrompere il trattamento con questi farmaci durante la somministrazione del farmaco. La disponibilita' di pravastatina, rosuvastatina ed in misura minore di fluvastatina, puo' essere aumentata a causa del possibilecoinvolgimento delle proteine trasportatrici ma ci si aspetta che questo aumento sia minore di quello risultante dalle interazioni che coinvolgono l'inibizione di CYP3A4. Tuttavia monitorare i pazienti che assumono contemporaneamente pravastatina, rosuvastatina e fluvastatina per segni e sintomi di miopatie e rabdomiolisi. Benzodiazepine: quando midazolam e' stato somministrato con il farmaco, l'AUC di midazolam e' aumentato di 2,2 volte dopo somministrazione endovenosa di midazolam edi 6,1 volte dopo somministrazione orale. L'emivita di midazolam e' aumentata di circa 2,5 volte. Evitare la co-somministrazione orale di midazolam e farmaco. Regolare la dose endovenosa di midazolam se necessario ed eseguire il monitoraggio del paziente. Adottare le stesse precauzioni anche con le altre benzodiazepine che vengono metabolizzate daCYP3A4 (specialmente il triazolam, ma, in misura minore, l'alprazolam). Per quelle benzodiazepine che non sono metabolizzate dal CYP3A4 le interazioni con il farmaco sono improbabili. Digossina: il medicinale aumenta le concentrazioni plasmatiche di digossina. Non vi sono state significative modificazioni dei parametri ECG e non sono stati osservati segni di tossicita' da digossina. Tuttavia, durante la co-somministrazione di digossina e telitromicina, prendere in considerazione il monitoraggio dei livelli sierici di digossina e farmaco. Teofillina: nonvi e' alcuna interazione farmacocinetica clinicamente rilevante somministrata nella formulazione a rilascio prolungato. Tuttavia, la co-somministrazione deve avvenire con un intervallo di un'ora tra l'uno e l'altro, in modo da evitare possibili effetti indesiderati gastrointestinali. Anticoagulanti orali: un'aumentata attivita' anticoagulante e' stata riportata nei pazienti trattati contemporaneamente con anticoagulanti ed antibiotici. Non si conoscono completamente i meccanismi. Sebbene il medicinale non abbia alcuna interazione farmacocinetica o farmacodinamica clinicamente rilevante con warfarina dopo la somministrazione di una dose singola, durante il trattamento concomitante prendere in considerazione piu' frequenti controlli dei valori del tempo di protrombina/INR. Contraccettivi orali: non si verificano interazioni farmacodinamiche o farmacocinetiche clinicamente rilevanti. Durante la co- somministrazione di telitromicina con rifampicina a dosi ripetute, la Cmax e l'AUC della telitromicina sono diminuite in media rispettivamente del 79% e dell'86%. Pertanto, la co- somministrazione di induttori di CYP3A4 puo' causare probabilmente livelli subterapeutici di telitromicina e mancanza di effetto terapeutico. L'induzione diminuisce gradualmente durante le 2 settimane dopo la cessazione del trattamento con induttori di CYP3A4. Non usare il medicinale durante e nelle 2 settimane successive al trattamento con induttori di CYP3A4. Studi di interazione con itraconazolo e ketoconazolo, due inibitori di CYP3A4, hanno dimostrato che le concentrazioni plasmatiche massime di telitromicina erano aumentate rispettivamente di 1,22 e 1,51 volte e l'AUC rispettivamente di 1,54 e 2,0 volte. Questi cambiamenti della farmacocinetica della telitromicina non richiedono adattamenti della posologia in quantola telitromicina resta ben tollerata. L'effetto di ritonavir non e' stato studiato e potrebbe determinare un incremento dell'esposizione alla telitromicina. Usare cautela in questa associazione. Non effettuarela co-somministrazione tra potenti inibitori del CYP3A4 e il farmaco in pazienti con grave disfunzione renale /o epatica. Ranitidina (presa1 ora prima del farmaco) e antiacidi contenenti idrossido di alluminio e di magnesio non hanno influenza clinicamente rilevante sulla farmacocinetica del medicinale.

Forme Farmacologiche


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Conservazione del prodotto

Questo medicinale non richiede alcuna condizione particolare di conservazione.