jemta*inf polv fl 1g 38mg/ml gemcitabina sandoz spa
Che cosa è jemta inf polv fl 1g 38mg/ml?
Jemta soluzione per infusione polv prodotto da
sandoz spa
è un farmaco solo uso ospedaliero della categoria
specialita' medicinali con prescrizione medica
che appartiene alla fascia H che comprende i farmaci di esclusivo uso ospedaliero, non vendibili ai cittadini presso le farmacie aperte al pubblico, ma utilizzabili o distribuibili solo nell'ambito delle strutture sanitarie pubbliche .
Jemta risulta
non in commercio nelle farmacie italiane
E' utilizzato per la cura di analoghi della pirimidina.
Contiene i principi attivi:
gemcitabina cloridrato
Composizione Qualitativa e Quantitativa: gemcitabina (come cloridrato).
Codice AIC: 038845020
Codice EAN: 0
Informazioni e Indicazioni, a cosa serve?
Trattamento del carcinoma alla vescica localmente avanzato o metastatico, in associazione con cisplatino. Trattamento di pazienti con adenocarcinoma del pancreas localmente avanzato o metastatico. Associato a cisplatino per il trattamento di prima scelta di pazienti con carcinoma del polmone non a piccole cellule (NSCLC) localmente avanzato o metastatico. In monoterapia puo' essere presa in considerazione in pazienti anziani oppure in quelli con performance status 2. Trattamento di pazienti con carcinoma dell'epitelio dell'ovaio localmente avanzato o metastatico, in associazione con carboplatino, in pazienti che hanno recidivato almeno 6 mesi dopo terapia di prima linea con platino. Associato a paclitaxel, per il trattamento di pazienti con carcinoma della mammella non resecabile recidivante localmente o metastatico, che hanno recidivato dopo chemioterapia adiuvante/(neo)adiuvante. La precedente chemioterapia deve aver incluso un'antraciclina, a meno che non fosse clinicamente controindicata.
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Posologia
>>Carcinoma alla vescica: 1000 mg/m^2, da somministrare per infusionedella durata di 30 minuti. La dose deve essere somministrata nei giorni 1, 8 e 15 di ogni ciclo di 28 giorni in associazione con cisplatino. Questo viene somministrato alla dose raccomandata di 70 mg/m^2 il giorno 1 dopo gemcitabina oppure il giorno 2 di ciascun ciclo di 28 giorni. Questo ciclo di 4 settimane viene poi ripetuto. La riduzione delladose nell'ambito di un ciclo o durante cicli successivi di terapia puo' essere effettuata in base al grado di tossicita' causata dal farmaco nel paziente. >>Carcinoma del pancreas: 1000 mg/m^2, da somministrare per infusione endovenosa della durata di 30 minuti. La somministrazione deve essere ripetuta una volta a settimana per 7 settimane consecutive, facendo poi seguire una settimana di riposo. I cicli successivi dovranno consistere di somministrazioni una volta a settimana per 3 settimane consecutive, facendo poi seguire una settimana di riposo. La riduzione della dose nell'ambito di un ciclo o durante cicli successividi terapia puo' essere effettuata in base al grado di tossicita' causata dal farmaco nel paziente. >>Carcinoma del polmone non a piccole cellule. Monoterapia: 1000 mg/m^2, da somministrare per infusione endovenosa della durata di 30 minuti. La somministrazione deve essere ripetuta una volta a settimana per 3 settimane consecutive, facendo poi seguire una settimana di riposo. Questo ciclo di 4 settimane viene poi ripetuto. La riduzione della dose nell'ambito di un ciclo o durante ciclisuccessivi di terapia puo' essere effettuata in base al grado di tossicita' causata dal farmaco nel paziente. Associazione: 1250 mg/m^2 di superficie corporea per infusione endovenosa in 30 minuti, nei giorni 1 e 8 di ciascun ciclo di trattamento (di 21 giorni). La riduzione della dose nell'ambito di un ciclo o durante cicli successivi di terapia puo' essere effettuata in base al grado di tossicita' causata dal farmaco nel paziente. Il cisplatino e' stato impiegato in dosi da 75-100 mg/m^2 una volta ogni 3 settimane. >>Carcinoma della mammella: somministrare gemcitabina in associazione con paclitaxel utilizzando questo (175 mg/m^2) in infusione endovenosa della durata di circa 3 ore il giorno 1, seguito da gemcitabina (1250 mg/m^2) in infusione endovenosa della durata di 30 minuti nei giorni 1 e 8 di ciascun ciclo di 21 giorni.La riduzione della dose nell'ambito di un ciclo o durante cicli successivi di terapia puo' essere effettuata in base al grado di tossicita'causata dal farmaco nel paziente. I pazienti devono avere un conteggio assoluto dei granulociti di almeno 1500 (x 10^6 /l) prima di iniziare la somministrazione di gemcitabina associata a paclitaxel. >>Carcinoma ovarico: utilizzare gemcitabina 1000 mg/m^2 per infusione endovenosa in 30 minuti, nei giorni 1 e 8 di ciascun ciclo di 21 giorni; carboplatino verra' somministrato dopo la gemcitabina il giorno 1 in modo tale da raggiungere una AUC di 4 mg/ml per minuto. La riduzione della dose nell'ambito di un ciclo o durante cicli successivi di terapia puo' essere effettuata in base al grado di tossicita' causata dal farmaco nel paziente. >>Adattamento della dose a causa di tossicita' non ematologica. Effettuare esami fisici periodici e controlli delle funzioni renale ed epatica. La dose del farmaco puo' essere ridotta all'inizio o durante il ciclo di somministrazione sulla base del grado della tossicita' accusata dal paziente. >>Adattamento della dose a causa di tossicita' ematologica. Prima di ogni dose i pazienti devono essere sottoposti a controllo di piastrine, leucociti e granulociti. La dose deve essere ridotta oppure sospesa in presenza di tossicita'. >>Modo di somministrazione: l'infusione e' ben tollerata; puo' essere somministrato inregime di day-hospital. >>Pazienti con compromissione della funzione renale o epatica: impiegare con cautela perche' non ci sono informazioni sufficienti derivanti dagli studi clinici, per consentire chiare raccomandazioni sulla dose. >>Anziani: e' stata ben tollerata in pazienti con piu' di 65 anni di eta'. >>Pazienti pediatrici (<18 anni): non si raccomanda l'impiego non essendo disponibili sufficienti dati di sicurezza ed efficacia.
Effetti indesiderati
La frequenza e la gravita' degli effetti indesiderati sono influenzate dalla dose, dalla velocita' di infusione e dagli intervalli di somministrazione del farmaco. Gli effetti indesiderati dose limitanti, sonocostituiti dalla riduzione del numero di piastrine, leucociti e granulociti. >>Studi clinici. Patologie del sistema emolinfopoietico. Moltocomuni (>=1/10): leucopenia (neutropenia grado 3 = 19,3%; grado 4 = 6%); trombocitopenia; anemia. Comuni (>=1/100 =1/10.000 =1/1.000 >Post-marketing (segnalazioni spontanee con frequenza non nota). Patologie del sistema nervoso: accidente cerebrovascolare. Patologie cardiache: aritmia, soprattutto di natura sopraventricolare; insufficienza cardiaca. Patologie vascolari: segni clinici di gangrena e vasculite periferica. Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche: edema polmonare; sindrome da stress respiratorio acuto dell'adulto. Patologie gastrointestinali: colite ischemica. Patologie epatobiliari:grave epatotossicita' tra cui insufficienza epatica e decesso. Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo: gravi reazioni cutanee tra cui eruzioni a carattere desquamativo e bolloso, sindrome di Lyell e di Steven Johnson. Patologie renali e urinarie: insufficienza renale; sindrome uremica emolitica. Lesioni, avvelenamento e complicanze legatealla procedura: reazioni cutanee indotte dalla chemioterapia a seguito della radioterapia.
GRAVIDANZA E ALLATTAMENTONon vi sono dati adeguati sull'uso di gemcitabina nelle donne in gravidanza. Gli studi effettuati sugli animali hanno mostrato tossicita' riproduttiva. In base ai risultati derivanti dagli studi sugli animali ed in considerazione del meccanismo d'azione della gemcitabina, tale sostanza non deve essere usata durante la gravidanza, a meno che non sia assolutamente necessario. Non e' noto se la gemcitabina venga escreta nel latte materno e non e' possibile escludere l'insorgenza di effetti avversi nel neonato allattato al seno. Durante la terapia e' necessario sospendere l'allattamento. In studi sulla fertilita' la gemcitabina ha causato ipospermatogenesi in topi maschi. Si consiglia quindi agli uomini in trattamento con gemcitabina di non concepire un figlio durante e fino a 6 mesi dopo la conclusione del trattamento e di chiedere ulteriore consiglio sulla crioconservazione dello sperma prima di iniziare il trattamento a causa della possibilita' di infertilita' dovuta alla terapia.Indicazioni
Trattamento del carcinoma alla vescica localmente avanzato o metastatico, in associazione con cisplatino. Trattamento di pazienti con adenocarcinoma del pancreas localmente avanzato o metastatico. Associato a cisplatino per il trattamento di prima scelta di pazienti con carcinoma del polmone non a piccole cellule (NSCLC) localmente avanzato o metastatico. In monoterapia puo' essere presa in considerazione in pazienti anziani oppure in quelli con performance status 2. Trattamento di pazienti con carcinoma dell'epitelio dell'ovaio localmente avanzato o metastatico, in associazione con carboplatino, in pazienti che hanno recidivato almeno 6 mesi dopo terapia di prima linea con platino. Associato a paclitaxel, per il trattamento di pazienti con carcinoma della mammella non resecabile recidivante localmente o metastatico, che hanno recidivato dopo chemioterapia adiuvante/(neo)adiuvante. La precedente chemioterapia deve aver incluso un'antraciclina, a meno che non fosse clinicamente controindicata.
Controindicazioni ed effetti secondari
Ipersensibilita' al principio attivo o a uno qualsiasi degli eccipienti. Allattamento.
Composizione ed Eccipienti
Mannitolo E421, sodio acetato triidrato, sodio idrossido 1 N (per l'aggiustamento del pH).
Avvertenze
E' stato dimostrato che il prolungamento del tempo di infusione ed un'aumentata frequenza di somministrazione determinano un aumento della tossicita'. Gemcitabina puo' sopprimere la funzionalita' midollare, come evidenziato dalla comparsa di leucopenia, trombocitopenia ed anemia. Prima di ogni somministrazione deve essere effettuato il conteggio di piastrine, leucociti e granulociti. In caso di depressione midollareindotta dal farmaco,deve essere valutata la possibilita' di interrompere o modificare la terapia. Comunque la mielo soppressione e' di breve durata e generalmente non richiede riduzioni di dosaggio e solo raramente puo' comportare interruzione del trattamento. I valori delle cellule ematiche possono continuare ad abbassarsi anche dopo interruzionedella terapia. La terapia deve essere iniziata con cautela nei pazienti con funzione midollare compromessa. Quando viene usata in associazione con altri chemioterapici deve essere tenuto in considerazione il rischio di soppressione cumulativa della funzione midollare. La somministrazione a pazienti con metastasi al fegato o anamnesi di epatite, alcolismo o cirrosi epatica puo' causare un'esacerbazione della insufficienza epatica sottostante. E' necessaria una valutazione periodica (che includa i test virologici) della funzione renale ed epatica. Usare con cautela nei pazienti con insufficienza epatica o funzione renale compromessa perche' le informazioni derivanti dagli studi clinici condotti non sono sufficienti per consentire chiare raccomandazioni sulla dose per questi gruppi di pazienti. Radioterapia concomitante (effettuata contemporaneamente o separatamente entro un intervallo di tempo <= 7giorni): e' stata segnalata tossicita'. L'uso di vaccini per la febbre gialla e di altri vaccini vivi attenuati e' sconsigliato in pazientiin trattamento. A causa del rischio di disturbi cardiaci e/o vascolari connessi alla gemcitabina, la somministrazione del farmaco deve avvenire con prudenza nei pazienti con problemi cardiovascolari in anamnesi. Sono state riscontrate manifestazioni polmonari, talvolta gravi (come l'edema polmonare, la polmonite interstiziale o la sindrome da sofferenza respiratoria dell'adulto (ARDS)). La causa di tali manifestazioni non e' nota; se si verificano onsiderare la possibilita' di interrompere il trattamento. L'impiego tempestivo di misure di supporto adeguate puo' contribuire a migliorare il quadro clinico. Sistema renale Nei pazienti in trattamento con gemcitabina sono state raramente riportate segnalazioni cliniche compatibili con una sindrome uremica emolitica (HUS). Il trattamento deve essere interrotto ai primi segni di anemia emolitica microangiopatica come nei casi di rapido calo dei livelli di emoglobina e concomitante trombocitopenia, aumento della bilirubinasierica, della creatinina sierica, dell'azotemia o della LDH. Il danno renale potrebbe non essere reversibile anche dopo l'interruzione deltrattamento ed in tali casi dovra' essere preso in considerazione il ricorso alla dialisi. Nell'ambito di studi sulla fertilita' la gemcitabina ha causato ipospermatogenesi in topi maschi. Si consiglia quindi agli uomini in trattamento con gemcitabina di non concepire un figlio durante e fino a 6 mesi dopo la conclusione del trattamento e di informarsi riguardo la crioconservazione dello sperma prima di iniziare il trattamento a causa della possibilita' di infertilita' dovuta alla terapia con gemcitabina. Il medicinale contiene sodio.
Gravidanza e Allattamento
Non vi sono dati adeguati sull'uso di gemcitabina nelle donne in gravidanza. Gli studi effettuati sugli animali hanno mostrato tossicita' riproduttiva. In base ai risultati derivanti dagli studi sugli animali ed in considerazione del meccanismo d'azione della gemcitabina, tale sostanza non deve essere usata durante la gravidanza, a meno che non sia assolutamente necessario. Non e' noto se la gemcitabina venga escreta nel latte materno e non e' possibile escludere l'insorgenza di effetti avversi nel neonato allattato al seno. Durante la terapia e' necessario sospendere l'allattamento. In studi sulla fertilita' la gemcitabina ha causato ipospermatogenesi in topi maschi. Si consiglia quindi agli uomini in trattamento con gemcitabina di non concepire un figlio durante e fino a 6 mesi dopo la conclusione del trattamento e di chiedere ulteriore consiglio sulla crioconservazione dello sperma prima di iniziare il trattamento a causa della possibilita' di infertilita' dovuta alla terapia.
Interazioni con altri prodotti
Non sono stati effettuati studi di interazione specifici. Radioterapia concomitante (effettuata contemporaneamente o separatamente entro unintervallo di tempo <= 7 giorni): la tossicita' associata con questa terapia a piu' modalita' dipende da diversi fattori, inclusi dose e frequenza di somministrazione della gemcitabina, dose della radiazione, piano di trattamento radioterapico e tecnica applicata, tipo e volume di tessuto irradiato. Studi clinici e preclinici hanno dimostrato un'attivita' radiosensibilizzante della gemcitabina. Nel corso di una sperimentazione clinica in cui la gemcitabina e' stata somministrata alla dose di 1,000 mg/m^2 per 6 settimane consecutive in concomitanza con una radioterapia toracica in pazienti con carcinoma polmonare non a piccole cellule, e' stata osservata una tossicita' significativa manifestatasi con grave mucosite, soprattutto esofagiti e polmoniti, potenzialmente a rischio di vita per i pazienti, particolarmente quelli trattati con radioterapia su campi estesi (volumi medi di trattamento = 4,795cm^3). Gli studi effettuati successivamente hanno suggerito che e' realizzabile una somministrazione di gemcitabina a dosi inferiori in concomitanza con la radioterapia con una tossicita' clinicamente accettabile, come in uno studio di fase II nel carcinoma non a piccole cellule, in cui veniva eseguita una radioterapia toracica a 66 Gy contemporaneamente a gemcitabina (600 mg/m^2 quattro volte) e cisplatino (80 mg/m^2, due volte) per un periodo di 6 settimane. Il regime ottimale per una somministrazione sicura di gemcitabina in concomitanza con dosi radianti terapeutiche, non e' comunque stato ancora determinato in tutti i tipi di tumore. Le informazioni disponibili non indicano alcun aumento della tossicita' quando gemcitabina viene somministrata per piu' di7 giorni prima o dopo radioterapia, diversamente dalla reazione da radiazione. I dati suggeriscono che la somministrazione di gemcitabina puo' essere iniziata dopo la risoluzione degli effetti acuti della radiazione oppure almeno una settimana dall'irradiamento. E' stato segnalato danno da radiazioni a carico dei tessuti irradiati (ad es. esofagite, colite e polmonite) in seguito all'uso di gemcitabina in associazione o meno con la radioterapia. Il vaccino per la febbre gialla e altrivaccini vivi attenuati non sono raccomandati a causa del rischio che si sviluppi una malattia sistemica, potenzialmente fatale, soprattuttoin pazienti immunodepressi.
Forme Farmacologiche
Conservazione del prodotto
Non refrigerare o congelare.