ipolab*50cpr 200mg labetalolo s.f. group srl
Che cosa è ipolab 50cpr 200mg?
Ipolab compresse prodotto da
s.f. group srl
è un farmaco etico della categoria
specialita' medicinali con prescrizione medica
che appartiene alla fascia A che comprende tutti i farmaci essenziali e per malattie croniche, che sono gratuiti per il cittadino, su questi farmaci le Regioni sono comunque libere di applicare eventualmente un ticket .
Ipolab risulta
non in commercio nelle farmacie italiane
E' utilizzato per la cura di bloccanti dei recettori alfa e beta adrenergici.
Contiene i principi attivi:
labetalolo cloridrato
Composizione Qualitativa e Quantitativa: ogni compressa contiene: labetalolo cloridrato.
Codice AIC: 024981045
Codice EAN: 0
Informazioni e Indicazioni, a cosa serve?
Trattamento degli stati ipertensivi di ogni grado (lievi, moderati e gravi) allorquando sia richiesta una terapia antiipertensiva orale.
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Posologia
Adulti: 200 mg 2 volte al giorno. Tale posologia consente solitamenteun controllo soddisfacente della pressione arteriosa. Nei pazienti incui la risposta soggettiva al farmaco sia particolarmente evidente e in quelli gia' in terapia con altri farmaci antiipertensivi, puo' essere necessario ricorrere ad altro medicinale a base di labetalolo con dosaggio di 100 mg da assumere 2 volte al giorno. Se la pressione non e' controllata dal dosaggio indicato, possono essere effettuati incrementi posologici ad intervalli di circa 2 settimane fino al raggiungimento della dose di 600/800 mg/die. Dosi giornaliere fino a 2400 mg sono state utilizzate nel trattamento di stati ipertensivi gravi e resistenti; in tali pazienti e' preferibile suddividere la dose giornaliera in3 somministrazioni. Per i pazienti ospedalizzati possono essere effettuati incrementi posologici giornalieri del dosaggio in funzione del reale bisogno. Ad evitare gravi ripercussioni cardiache, una eventuale sospensione del trattamento non andra' effettuata bruscamente ma in maniera graduale. Bambini: non trova indicazione. Il farmaco va assunto preferibilmente non a digiuno, suddiviso di norma in 2 somministrazioni quotidiane, una al mattino, una alla sera.
Effetti indesiderati
Patologie del sistema emolinfopoietico. Raro: disturbi della crasi ematica; molto raro: positivita' degli anticorpi antinucleo non associata a patologia. Patologie del sistema nervoso. Non comune: tremori, vertigini, cefalea, letargia, astenia, depressione, crampi e formicolii al cuoio capelluto; molto raro: sogni vividi, sudorazione. Patologie cardiache. Raro: bradicardia, blocco cardiaco; molto raro: edema malleolare. Patologie vascolari. Non comune: ipotensione posturale. Patologierespiratorie, toraciche e mediastiniche. Raro: broncospasmo, dispnea;molto raro: secchezza della mucosa nasale. Patologie gastrointestinali. Molto raro: dolore epigastrico, nausea, vomito. Patologie epatobiliari. Raro: epatite, ittero (epatocellulare che colestatico), valori aumentati dei test di funzionalita' epatica e necrosi epatica. Patologiedella cute e del tessuto sottocutaneo. Raro: rash, prurito, angioedema; molto raro: eruzioni cutanee talvolta di tipo lichenoide. Patologiedel sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo. Raro: lupus eritematosus sistemico. Patologie renali e urinarie. Molto raro: mancata eiaculazione, ritenzione urinaria acuta, disturbi della minzione. Patologie dell'occhio. Molto raro: secchezza degli occhi con irritazione e disturbi della visione. Patologie sistemiche. Molto raro: febbre da farmaco, miopatia tossica.
Indicazioni
Trattamento degli stati ipertensivi di ogni grado (lievi, moderati e gravi) allorquando sia richiesta una terapia antiipertensiva orale.
Controindicazioni ed effetti secondari
Ipersensibilita' al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti, ipersensibilita' ad altri b-bloccanti. Blocco atrio-ventricolare di secondo e terzo, insufficienza cardiaca resistente al trattamento con digitalici, insufficienza renale grave, acidosi diabetica, bradicardia marcata, shock cardiogeno ed altre condizioni associate con ipotensione severa e prolungata, feocromocitoma non trattato, episodi acuti di asma.
Composizione ed Eccipienti
Una compressa rivestita contiene: amido di mais, lattosio anidro, ipromellosa, magnesio stearato, dimeticone, giallo tramonto (E110), talco.
Avvertenze
La sospensione del trattamento deve essere effettuata mediante una riduzione graduale del dosaggio. I beta-bloccanti non devono venire impiegati nei pazienti asmatici o con precedenti anamnestici di bronco ostruzione, tranne nel caso in cui non sia possibile un trattamento alternativo. In questi casi deve essere valutato attentamente il rischio diindurre broncospasmo e devono essere prese adeguate precauzioni. L'eventuale comparsa di broncospasmo puo' essere controllata facendo ricorso a broncodilatatori selettivi per via inalatoria. Nel caso fosse richiesto un ulteriore trattamento, si raccomanda di somministrare 1 mg di atropina per via endovenosa. In caso di mancata risoluzione del broncospasmo occorre interrompere il trattamento. Usare con cautela nei pazienti con danno epatico i quali possono presentare concentrazioni plasmatiche di labetalolo superiori alla norma a causa del ridotto metabolismo. Vi sono state rare segnalazioni di grave danno epatocellulare. Alla comparsa dei primi sintomi di disfunzione epatica devono essere effettuati appropriati test di laboratorio. Qualora i risultati evidenzino la presenza di danno epatico o in presenza di ittero, il labetalolo deve essere interrotto e non piu' somministrato. Di conseguenza talipazienti possono richiedere dosi inferiori a quelle usuali. In caso di insufficienza cardiaca, prima di iniziare la terapia i pazienti devono essere sottoposti a un opportuno trattamento con digitalici e diuretici. I pazienti non devono interrompere bruscamente l'assunzione del medicinale. I beta-bloccanti possono aggravare i disturbi circolatori periferici. I beta-bloccanti possono mascherare i sintomi di tireotossicosi. E' richiesta particolare cautela nel caso di pazienti diabeticicon forti oscillazioni della glicemia, digiuno stretto e strenuo esercizio fisico a causa della possibilita' di gravi stati ipoglicemici. Segni di ridotta glicemia possono essere mascherate durante il trattamento con labetalolo. Qualora un paziente dovesse essere sottoposto ad anestesia generale occorre informare l'anestesista di tale terapia. Conl'uso di farmaci beta-bloccanti si sono verificate eruzioni cutanee e/o secchezza degli occhi. L'incidenza riportata e' bassa e nella maggior parte dei casi i sintomi sono scomparsi con la sospensione del trattamento. Sino ad oggi non sono stati segnalati in letteratura casi di assuefazione o dipendenza dal farmaco. I pazienti in corso di trattamento con beta-bloccanti, possono essere piu' reattivi ad esposizioni sia accidentali che diagnostiche o terapeutiche di allergeni vari. Tali pazienti possono risultare meno sensibili alle dosi usuali di adrenalina impiegate per il trattamento delle reazioni allergiche. Contiene lattosio.
Gravidanza e Allattamento
Il farmaco dovrebbe essere usato durante il primo ed il secondo trimestre di gravidanza solo se i benefici prevedibili superano i rischi potenziali. Poiche' il medicinale oltrepassa la barriera placentare vanno tenute presenti le possibili conseguenze a carico del feto e del neonato derivanti dal blocco alfa e beta-adrenergico. Raramente e' stata segnalata sofferenza perinatale e neonatale. In alcuni casi questi sintomi si sono manifestati a distanza di uno o due giorni dalla nascita.La risposta a terapia di supporto e' in genere rapida, ma nella pre-eclampsia grave ed in particolare dopo trattamento prolungato con labetalolo per via endovenosa, la ripresa puo' essere piu' lenta. Questo puo' essere messo in relazione con un metabolismo epatico diminuito nei prematuri. Sono stati riportati casi di morti intrauterine e neonatale, ma erano implicati: altri farmaci; gli effetti della pre-eclampsia; ritardi della crescita intrauterina e prematurita'. Questi dati clinici sconsigliano di prolungare eccessivamente l'uso di dosi elevate di labetalolo, di ritardare il parto, nonche' la somministrazione contemporanea di idralazina. Il medicinale viene secreto nel latte materno, pertanto l'allattamento materno non e' raccomandato.
Interazioni con altri prodotti
Pazienti che assumevano labetalolo associato ad antidepressivi triciclici hanno accusato tremori. Il contributo di ciascuno dei trattamentia queste reazioni avverse e' sconosciuto, tuttavia non si puo' escludere la possibilita' di una interazione tra farmaci. L'interazione con tale classe di medicinali puo' aumentare l'effetto ipotensivo. La cimetidina ha mostrato di incrementare la biodisponibilita' del labetalolocloridrato per os. Dato che cio' si puo' spiegare sia con un aumentato assorbimento, sia con un alterato metabolismo epatico del labetalolocloridrato, in tali pazienti il dosaggio richiesto per il controllo del P.A. andra' stabilito con la massima cura. Nei pazienti da sottoporre ad anestesia non e' necessario interrompere il trattamento, ma prima di procedere all'induzione si raccomanda di somministrare atropina per via e.v.; l'effetto dell'alotano sui valori pressori puo' essere potenziato dal farmaco. Va posta attenzione nell'uso contemporaneo di labetalolo ed antiaritmici di classe I ed amiodarone, e va evitata l'associazione con calcio-antagonisti del tipo verapamile perche' puo' indurre ipotensione grave, disturbi della conduzione e scompenso cardiaco.L'ipertensione, normalmente, puo' essere ben controllata con il solo farmaco. In genere l'associazione con diuretici aumenta l'effetto antiipertensivo del medicinale. Somministrando le compresse in associazione con altri farmaci antiipertensivi quali metildopa o clonidina, ci sidovra' attendere un effetto additivo almeno in quei pazienti che rispondono ad entrambi i trattamenti. Particolare cautela e' richiesta quando il prodotto e' somministrato in associazione con medicinali simpaticomimetici; adrenalina e noradrenalina possono causare grave ipertensione. Trasferendo i pazienti da altre terapie alle compresse e' necessario seguire le istruzioni posologiche, riducendo con gradualita' le dosi dei medicinali precedentemente somministrati. Come per tutti gli altri beta-bloccanti la sospensione del farmaco deve essere graduale. La presenza di un metabolita del labetalolo nelle urine, puo' dare luogo a falsi incrementi del livello di catecolamine urinarie, se misuratecon un test specifico al triidrossindolo (THI). Nei pazienti sotto controllo per sospetto feocromocitoma, trattati con labetalolo cloridrato, andranno adottate tecniche radioenzimatiche specifiche oppure tecniche di cromatografia liquida ad alto rendimento (HPLC), per determinare i livelli di catecolamine o dei loro metaboliti.
Forme Farmacologiche
Conservazione del prodotto
Questo medicinale non richiede alcuna condizione particolare di conservazione.