glicobase 40 compresse 100mg acarbosio bayer spa
Che cosa è glicobase 40cpr 100mg?
Glicobase compresse divisibili prodotto da
bayer spa
è un farmaco etico della categoria
specialita' medicinali con prescrizione medica
che appartiene alla fascia A che comprende tutti i farmaci essenziali e per malattie croniche, che sono gratuiti per il cittadino, su questi farmaci le Regioni sono comunque libere di applicare eventualmente un ticket .
Glicobase risulta
non in commercio nelle farmacie italiane
E' utilizzato per la cura di ipoglicemizzanti orali.
Contiene i principi attivi:
acarbosio
Composizione Qualitativa e Quantitativa: acarbose.
Codice AIC: 029532013
Codice EAN: 0
Informazioni e Indicazioni, a cosa serve?
Diabete mellito non-insulino-dipendente in pazienti sottoposti a trattamento mediante la sola dieta o con l'associazione di dieta e ipoglicemizzanti orali. Diabete mellito insulino-dipendente in pazienti sottoposti a terapia insulinica e dietetica.
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Posologia
La posologia deve essere stabilita caso per caso dal medico curante in quanto efficacia e tollerabilita' del preparato variano per ogni singolo paziente. Salvo diversa prescrizione medica, il dosaggio previstoper un adulto e' 1 compressa da 50 mg o 1/2 compressa da 100 mg 3 volte al giorno all'inizio del trattamento; 2 compresse da 50 mg o 1 compressa da 100 mg 3 volte al giorno per la fase di mantenimento, se necessario aumentabile a 2 compresse da 100 mg 3 volte al giorno. La posologia puo' essere aumentata dopo 4-8 settimane dall'inizio della terapia se il paziente non ottiene un adeguato miglioramento del quadro clinico. Qualora si manifestino effetti indesiderati, nonostante il rispetto scrupoloso della dieta prescritta, si consiglia di non aumentare ulteriormente il dosaggio del farmaco ed eventualmente di ridurlo. In media la dose efficace per un soggetto adulto e' pari a 100 mg di farmaco x 3 volte al giorno. Il paziente che riceva 200 mg per 3 volte al giorno deve essere attentamente controllato dal medico. Modalita' d'impiego: le compresse di farmaco vanno assunte intere assieme ad una piccola quantita' di liquido oppure masticate e ingerite con i primi bocconi di cibo: in entrambi i casi all'inizio del pasto. Controlli consigliati in corso di trattamento: in singoli casi si puo' manifestare un'elevazione asintomatica degli enzimi epatici. Pertanto, si dovrebbe considerare l'opportunita' di controllare il livello degli enzimi epatici nei primi 6-12 mesi di trattamento. In casi documentati questi effettisono scomparsi dopo la sospensione della terapia con Glicobase. Pazienti geriatrici: non sono necessari aggiustamenti posologici in relazione all'eta' del paziente. Bambini e adolescenti: non essendo disponibili informazioni sufficienti sugli effetti e sulla tollerabilita' del farmaco nei bambini e negli adolescenti, Glicobase non deve essere somministrato in pazienti di eta' inferiore ai 18 anni. Pazienti con compromissione della funzionalita' epatica: non sono necessari aggiustamenti posologici in pazienti con preesistente compromissione della funzionalita' epatica. Pazienti con compromissione della funzionalita' renale: il farmaco non dev'essere impiegato in pazienti con grave compromissione della funzionalita' renale (clearance della creatinina < 25 ml/min). Durata del trattamento: il farmaco puo' essere assunto senza alcuna restrizione temporale.
Effetti indesiderati
Di seguito viene riportata la frequenza delle reazioni avverse verificatesi negli studi clinici con il farmaco controllati verso placebo. All'interno di ciascuna classe di frequenza gli effetti indesiderati sono riportati in ordine decrescente di gravita'. >>Patologie del sistema emolinfopoietico. Non nota: trombocitopenia. >>Disturbi del sistema immunitario. Non nota: reazione allergica (eruzione cutanea, eritema, esantema, orticaria). >>Patologie vascolari. Raro: edema. >>Patologie gastrointestinali. Molto comune: flatulenza. Comune: diarrea, dolore gastrointestinale e addominale. Non comune: nausea, vomito, dispepsia. Non nota: subileo/ileo, pneumatosi cistoide intestinale. >>Patologie epatobiliari. Non comune: aumento degli enzimi epatici. Raro: ittero. Non nota: epatite. Inoltre sono stati osservati, soprattutto in Giappone, effetti riportati come alterazioni epatiche, funzionalita' epatica anormale e danno epatico. In Giappone, sono stati segnalati casi di epatite fulminante ad esito infausto. La relazione di tali eventi con ilfarmaco non e' chiara. In pazienti trattati con la dose raccomandata di 150-300 mg/die di acarbose, raramente sono state osservate alterazioni dei test di funzionalita' epatica rilevanti da un punto di vista clinico. In corso di terapia con il farmaco, possono riscontrarsi temporaneamente valori anormali.
Indicazioni
Diabete mellito non-insulino-dipendente in pazienti sottoposti a trattamento mediante la sola dieta o con l'associazione di dieta e ipoglicemizzanti orali. Diabete mellito insulino-dipendente in pazienti sottoposti a terapia insulinica e dietetica.
Controindicazioni ed effetti secondari
Ipersensibilita' al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti. Gravidanza e allattamento. Enteropatie croniche associate a disturbi della digestione e dell'assorbimento. Glicobase non deve essere somministrato in pazienti di eta' inferiore ai 18 anni. Stati patologiciche possono essere aggravati da un aumento della produzione di gas a livello intestinale, quali sindrome di Roemheld, grosse ernie, ostruzioni o ulcerazioni intestinali. Pazienti gastroresecati. Glicobase non dev'essere utilizzato in pazienti con grave compromissione della funzionalita' renale (clearance della creatinina < 25 ml/min).
Composizione ed Eccipienti
Amido di mais, cellulosa microcristallina, magnesio stearato, silice colloidale anidra.
Avvertenze
La stretta aderenza al regime dietetico rimane una condizione necessaria anche quando viene somministrato il farmaco. La regolare assunzione del medicinale non deve essere sospesa senza il parere del medico curante dal momento che si puo' verificare un aumento della glicemia alla interruzione del trattamento. Il farmaco non induce ipoglicemia nei soggetti che assumono solo un regime dietetico. L'insorgenza di sintomi ipoglicemici durante trattamento con il farmaco puo' essere quindi il risultato di un minore fabbisogno di insulina o di ipoglicemizzanti orali. In presenza di tali situazioni deve essere utilizzato glucosio e non saccarosio. In singoli casi si puo' manifestare un'elevazione asintomatica degli enzimi epatici. Pertanto, si dovrebbe considerare l'opportunita' di controllare il livello degli enzimi epatici nei primi 6-12 mesi di trattamento. In casi documentati questi effetti sono scomparsi dopo la sospensione della terapia con il farmaco. La terapia con il medicinale va segnalata nel documento che certifica lo stato diabetico del paziente. La tollerabilita' e l'efficacia dell'acarbose nei pazienti di eta' inferiore ai 18 anni non e' stata dimostrata.ose-dipendente della pressione ematica sono stati comunemente riportati con l'uso di venlafaxina. Tutti i pazienti devono essere attentamente monitorati per casi di elevata pressione ematica e un'ipertensione pre-esistente deve essere controllata prima di iniziare il trattamentocon venlafaxina. Si deve usare cautela nei pazienti con condizioni preesistenti che potrebbero essere compromesse da aumenti della pressione ematica, quali quelli con funzionalita' cardiaca compromessa. Si puo' verificare un aumento della frequenza cardiaca, in particolare con idosaggi piu' alti. Si deve prestare cautela con i pazienti con condizioni preesistenti che possano essere compromesse da un aumento della frequenza cardiaca. Come tutti i farmaci antidepressivi, la venlafaxinadeve essere usata con cautela nei pazienti con anamnesi di convulsioni, e i pazienti interessati devono essere attentamente monitorati. Il trattamento deve essere interrotto nei pazienti che sviluppino convulsioni. Si possono verificare casi di iponatriemia e/o di sindrome da inadeguata secrezione di ormone antidiuretico (SIADH) con l'uso di venlafaxina. Cio' si e' verificato piu' frequentemente in pazienti con deplezione di liquidi o disidratati. Pazienti anziani, pazienti che assumono diuretici, e pazienti con deplezione di liquidi per altre ragioni, possono essere maggiormente a rischio per questo evento. I medicinali che inibiscono la captazione della serotonina possono portare a funzionalita' piastrinica ridotta. Il rischio di sanguinamento della cute e delle mucose, inclusa l'emorragia gastrointestinale, puo' essere aumentato in pazienti che assumono venlafaxina. Come con altri inibitori della ricaptazione della serotonina, la venlafaxina deve essere utilizzata con cautela in pazienti predisposti al sanguinamento, compresi i pazienti in trattamento con anticoagulanti e inibitori piastrinici. Sonostati registrati aumenti clinicamente significativi del colesterolo sierico nel 5,3% dei pazienti trattati con venlafaxina e nello 0,0% deipazienti trattati con placebo dopo un trattamento di almeno tre mesi in studi clinici placebo-controllati. La venlafaxina non e' indicata per la perdita di peso ne' in monoterapia ne' in combinazione con altriprodotti. Si possono manifestare mania/ipomania in una piccola proporzione di pazienti con disturbi dell'umore che abbiano assunto antidepressivi, inclusa la venlafaxina. La venlafaxina deve essere utilizzata con cautela in pazienti con anamnesi personale o familiare di disordini bipolari. Si puo' verificare aggressivita' in una piccola proporzione di pazienti che abbiano assunto antidepressivi, compresa la venlafaxina. Cio' e' stato riportato all'inizio del trattamento, alla modificadel dosaggio e all'interruzione del trattamento. La venlafaxina deve essere utilizzata con cautela in pazienti con anamnesi di aggressivita'. Sintomi da astinenza sono comuni quando si interrompe il trattamento, soprattutto se in caso di brusca interruzione. Il rischio di sintomi da astinenza puo' dipendere da diversi fattori, inclusi la durata e la dose della terapia e la velocita' di riduzione della dose. Le reazioni piu' comunemente riportate sono capogiro, disturbi sensoriali, disturbi del sonno, agitazione o ansia, nausea e/o vomito, tremore e cefalea. Si verificano di solito entro i primi giorni dall'interruzione del trattamento, ma sono stati riportati casi molto rari di tali sintomiin pazienti che avevano inavvertitamente dimenticato di assumere una dose. Generalmente, questi sintomi sono auto-limitanti e di solito si risolvono entro 2 settimane, sebbene in alcuni individui possano durare piu' a lungo. Si consiglia pertanto di ridurre gradualmente la somministrazione di venlafaxina quando si interrompe il trattamento in un tempo di diverse settimane o mesi, secondo i bisogni di ciascun paziente. L'uso della venlafaxina e' stato associato con lo sviluppo di acatisia, caratterizzata da una irrequietezza soggettivamente spiacevole e stressante e da bisogno di muoversi spesso accompagnato da una incapacita' a restare seduto o fermo. Nei pazienti che riportano questi sintomi un aumento della dose puo' essere dannoso. Il 10% dei pazienti trattati con venlafaxina riporta secchezza delle fauci. Cio' puo' comportare un aumentato rischio di carie e i pazienti devono essere avvisati dell'importanza dell'igiene dentale. Le capsule contengono saccarosio. I pazienti con rari problemi ereditari di intolleranza al fruttosio, malassorbimento di glucosio-galattosio o carenza di saccarasi-isomaltasi non devono assumere questo medicinale.
Gravidanza e Allattamento
Il farmaco e' controindicato durante la gravidanza e l'allattamento.
Interazioni con altri prodotti
Il consumo di saccarosio (zucchero) e di cibi contenenti zucchero durante trattamento con Glicobase spesso causa disturbi intestinali ed intaluni casi diarrea per l'aumentata fermentazione dei carboidrati nelcolon. Il farmaco possiede un effetto antiiperglicemico ma non e' in grado di per se' di indurre ipoglicemia. Quando il farmaco viene prescritto in aggiunta ad un trattamento con preparati a base di insulina, sulfaniluree o metformina, e' opportuno ridurre adeguatamente il dosaggio di questi ultimi al verificarsi di un'eccessiva diminuzione dei valori glicemici, in quanto sono stati segnalati singoli casi di shock ipoglicemico. In presenza di reazioni ipoglicemiche, va ricordato che digestione e assorbimento degli zuccheri avvengono piu' lentamente durante terapia con il farmaco; la somministrazione orale dello zucchero alimentare (saccarosio) e' pertanto inadeguata come rimedio immediato degli episodi ipoglicemici. In alternativa e' consigliabile l'assunzione di glucosio. In singoli casi il farmaco puo' influenzare la biodisponibilita' della digossina, in modo tale da richiedere un aggiustamentodel dosaggio di quest'ultima. In linea generale, durante il trattamento con il farmaco va evitata, se possibile, la somministrazione concomitante di prodotti contenenti colestiramina, adsorbenti intestinali o enzimi digestivi, per la possibile attenuazione dell'efficacia del farmaco. La somministrazione concomitante di Glicobase con neomicina orale puo' determinare una maggiore riduzione della glicemia postprandialee un aumento della frequenza e della gravita' degli effetti indesiderati a livello gastrointestinale. Se i sintomi sono gravi, puo' essere presa in considerazione una temporanea riduzione della dose del farmaco. Non si e' osservata interazione con il dimeticone ed il simeticone.C e una riduzione del 36% della Cmax dell'indinavir. L'indinavir non ha modificato la farmacocinetica della venlafaxina e della O-desmetilvenlafaxina.
Equivalenti in base alle liste di trasparenza
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Forme Farmacologiche
Conservazione del prodotto
Le compresse, contenute nell'apposita confezione, vanno conservate a temperatura non superiore ai 25 gradi C. Proteggere dall'umidita'.