gliclazide zen*98cpr 30mg rm gliclazide zentiva italia srl

Che cosa è gliclazide zen 98cpr 30mg rm?

Gliclazide zen compresse prodotto da zentiva italia srl
è un farmaco generico della categoria farmaci preconfezionati prodotti industrialmente - generici .
Gliclazide zen risulta non in commercio nelle farmacie italiane

E' utilizzato per la cura di sulfonamidi, derivati dell'urea.
Contiene i principi attivi: gliclazide
Composizione Qualitativa e Quantitativa: ogni compressa a rilascio modificato contiene 30 mg di gliclazide.
Codice AIC: 040076085 Codice EAN: 0

Informazioni e Indicazioni, a cosa serve?

Diabete non insulino-dipendente (tipo 2) negli adulti, quando la dieta, l'esercizio fisico e la perdita di peso da soli non siano sufficienti a controllare la glicemia.

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Posologia

Per uso orale. Esclusivamente per l'uso in pazienti adulti. La dose giornaliera puo' variare da 1 a 4 compresse al giorno, ovvero da 30 a 120 mg da assumere in un'unica somministrazione per via orale al momento della colazione. Le compresse devono essere ingerite intere senza essere masticate o frantumate. In caso di mancata assunzione di una dose, non si deve aumentare la dose del giorno successivo. Come qualsiasi farmaco ipoglicemizzante, la posologia deve essere regolata secondo larisposta metabolica del singolo paziente (glicemia, HbA lc). Dose iniziale: equivale a 30 mg/giorno. Se la glicemia risulta controllata efficacemente, questa dose puo' essere utilizzata anche per la terapia dimantenimento. Se la glicemia non risulta adeguatamente sotto controllo, la dose puo' essere gradualmente aumentata fino a 60, 90 o 120 mg al giorno, in fasi successive. L'intervallo tra ciascun incremento di dose deve essere di almeno 1 mese, tranne per i pazienti la cui glicemia non si sia ridotta dopo due settimane di terapia. In tali casi, la dose puo' essere aumentata al termine della seconda settimana di terapia. La dose massima giornaliera raccomandata e' pari a 120 mg. Passaggio da gliclazide 80 mg compresse al medicinale: 1 compressa di gliclazide 80 mg e' comparabile a 1 compressa di farmaco. Di conseguenza, il passaggio puo' essere effettuato monitorando attentamente la glicemia. Passaggio da un altro farmaco antidiabetico orale al farmaco: puo' essere utilizzato in sostituzione di altri antidiabetici orali. La dose el'emivita dell'agente antidiabetico precedente devono essere tenute in considerazione in occasione del passaggio al farmaco. Solitamente non e' necessario alcun periodo di transizione. Si raccomanda una dose iniziale di 30 mg, successivamente corretta in base alla risposta glicemica del paziente, come descritto sopra. Quando si passa da una sulfonilurea ipoglicemizzante con un'emivita prolungata, potrebbe essere necessario un intervallo di sospensione del trattamento della durata di qualche giorno, allo scopo di evitare l'effetto additivo dei due prodotti, che potrebbe provocare ipoglicemia. La procedura descritta per iniziare la terapia deve essere seguita anche quando si passa al trattamento con il medicinale, ovvero utilizzando una dose iniziale di 30 mg al giorno, seguita da un incremento posologico graduale secondo la risposta metabolica. Terapia combinata con altri farmaci antidiabetici: puo' essere somministrato in combinazione con biguanidi, inibitori dellaalfa-glucosidasi o insulina. Nei pazienti non adeguatamente controllati con il farmaco, e' possibile iniziare una terapia insulinica concomitante sotto stretto controllo medico. Pazienti anziani (oltre 65 annidi eta'): il farmaco deve essere prescritto attenendosi al regime posologico raccomandato per i pazienti al di sotto dei 65 anni di eta'. Pazienti con insufficienza renale da lieve a moderata: e' possibile utilizzare lo stesso regime posologico consigliato per i pazienti con funzionalita' renale normale, istituendo un attento monitoraggio. Questi dati sono stati confermati nell'ambito di studi clinici. Pazienti a rischio di ipoglicemia: esiste un rischio maggiore di ipoglicemia per i pazienti: denutriti o malnutriti; affetti da malattie endocrine gravi o scarsamente compensate (ipopituitarismo, ipotiroidismo, insufficienza adrenocorticotropa); che hanno interrotto una terapia con corticosteroidi prolungata e/o ad alte dosi; affetti da una grave patologia vascolare (grave cardiopatia coronarica, grave compromissione della carotide, patologia vascolare diffusa). Si raccomanda di utilizzare la dose iniziale minima di 30 mg al giorno. Bambini e adolescenti: non sono disponibili dati o studi clinici in merito all'uso di tale medicinale nei bambini e adolescenti al di sotto dei 18 anni.

Effetti indesiderati

Sulla base di dati ottenuti con la gliclazide e altre sulfoniluree, vanno citati i seguenti effetti indesiderati. Ipoglicemia: come con altre sulfoniluree, il trattamento con il farmaco puo' causare ipoglicemia se i pasti vengono consumati in modo irregolare e, in particolare, se vengono saltati. I sintomi possibili dell'ipoglicemia sono: cefalea,fame eccessiva, nausea, vomito, debolezza, disturbi del sonno, agitazione, aggressivita', scarsa concentrazione, riduzione dello stato di coscienza e allungamento dei tempi di reazione, depressione, stato confusionale, disturbi della vista e del linguaggio, afasia, tremore, paresi, disturbi sensoriali, capogiro, sensazione di debolezza, perdita dell'autocontrollo, delirio, convulsioni, respirazione debole, bradicardia, sonnolenza e perdita di coscienza con possibile insorgenza di comaed esito letale. Inoltre, e' possibile osservare segni di controregolazione adrenergica: sudorazione, pelle fredda ed umida, ansia, tachicardia, ipertensione, palpitazioni, angina pectoris e aritmia cardiaca. Solitamente, i sintomi scompaiono dopo l'assunzione di carboidrati (zuccheri). I dolcificanti artificiali non hanno tuttavia alcun effetto. I dati relativi ad altre sulfoniluree mostrano che l'ipoglicemia puo' ripresentarsi anche quando le precauzioni adottate si sono dimostrate inizialmente efficaci. Se un episodio ipoglicemico e' grave o prolungato, anche se tale episodio e' temporaneamente controllato con l'assunzione di zuccheri, sono necessari un trattamento medico immediato o anche il ricovero ospedaliero. Sono stati segnalati disturbi gastrointestinali, compresi dolore addominale, nausea, vomito, dispepsia, diarrea e stipsi. E' possibile evitarli o ridurli al minimo assumendo la gliclazide insieme a un pasto. Piu' raramente sono stati segnalati anche i seguenti effetti indesiderati. Patologie del sistema emolinfopoietico:le alterazioni ematologiche sono rare. Possono includere anemia, leucopenia, trombocitopenia, granulocitopenia. Queste alterazioni sono generalmente reversibili in seguito all'interruzione dell'assunzione della gliclazide. Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo: eruzione cutanea, prurito, orticaria, eritema, eruzioni maculo-papulari, reazioni bollose. Patologie epatobiliari: aumento del livelli degli enzimiepatici (AST, ALT, fosfatasi alcalina), epatite (casi isolati). Interrompere il trattamento se compare ittero colestatico. Questi sintomi scompaiono in genere dopo l'interruzione del trattamento. Patologie dell'occhio: possono verificarsi disturbi transitori della vista, in particolare all'inizio del trattamento, dovuti alle variazioni dei livelliglicemici. Effetti attribuibili alla classe farmacologica: in seguitoall'assunzione di sulfoniluree, sono stati segnalati casi di eritrocitopenia, agranulocitosi, anemia emolitica, pancitopenia e vasculite allergica. Con le sulfoniluree si sono osservati anche casi di aumento degli enzimi epatici o di compromissione della funzionalita' epatica (ad es. con colestasi e ittero), nonche' di epatite che e' regredita dopo l'interruzione dell'assunzione della sulfoniluree o che, in casi isolati, ha portato a un'insufficienza epatica potenzialmente letale.

Indicazioni

Diabete non insulino-dipendente (tipo 2) negli adulti, quando la dieta, l'esercizio fisico e la perdita di peso da soli non siano sufficienti a controllare la glicemia.

Controindicazioni ed effetti secondari

Ipersensibilita' nota alla gliclazide o a uno qualsiasi degli eccipienti, ad altre sulfoniluree o alle sulfonamidi; diabete di tipo 1; pre-coma e coma diabetico, chetoacidosi diabetica. Grave insufficienza renale o epatica: in questi casi si consiglia l'impiego di insulina; trattamento con miconazolo; allattamento.

Composizione ed Eccipienti

Sodio bicarbonato, mannitolo (E421), calcio idrogenofosfato diidrato,ipromellosa, silice colloidale anidra, magnesio stearato.

Avvertenze

Ipoglicemia: questo trattamento deve essere prescritto solo se il paziente ha probabilita' di assumere alimenti con una certa regolarita' (compresa la colazione). E' importante un apporto regolare di carboidrati, a causa del maggiore rischio di ipoglicemia se un pasto viene consumato in ritardo, se si assume una quantita' di cibo insufficiente o se gli alimenti assunti presentano un basso contenuto di carboidrati. L'ipoglicemia ha maggiori probabilita' di manifestarsi durante diete a basso contenuto calorico, dopo un esercizio fisico prolungato o molto intenso, in seguito all'assunzione di alcol oppure se si assume un'associazione di farmaci ipoglicemizzanti. L'ipoglicemia puo' verificarsi dopo l'assunzione di sulfoniluree. In alcuni casi, tale disturbo puo' essere grave e prolungato. Puo' rendersi necessario il ricovero ospedaliero e la somministrazione di glucosio puo' dover proseguire per alcuni giorni. Per ridurre il rischio di episodi ipoglicemici sono necessarie un'attenta selezione dei pazienti e della dose somministrata, nonche' chiare istruzioni fornite ai pazienti. Fattori che aumentano il rischio di ipoglicemia: il paziente rifiuta o (in particolare gli anziani) non e' in grado di collaborare; malnutrizione, orari irregolari deipasti, mancato consumo dei pasti, periodi di digiuno o variazioni nella dieta; squilibrio tra esercizio fisico e assunzione di carboidrati;insufficienza renale; grave insufficienza epatica; sovradosaggio del medicinale; alcune malattie endocrine: disturbi della tiroide, ipopituitarismo e insufficienza surrenale; assunzione concomitante di alcolici o di alcuni altri farmaci. Insufficienza renale ed epatica: le proprieta' farmacocinetiche e/o farmacodinamiche della gliclazide possono essere alterate nei pazienti affetti da insufficienza epatica o grave insufficienza renale. Un episodio ipoglicemico in questi pazienti puo' avere una lunga durata, pertanto e' necessario istituire un trattamento adeguato. I rischi di ipoglicemia, insieme ai relativi sintomi, al trattamento e alle condizioni che predispongono al suo sviluppo, devonoessere spiegati al paziente e ai suoi familiari. Informare il paziente dell'importanza di seguire i consigli relativi al regime alimentare,di fare regolare esercizio fisico e di monitorare periodicamente i livelli glicemici. Scarso controllo glicemico: in un paziente che segue una terapia antidiabetica puo' essere ostacolato da: febbre, trauma, infezione o intervento chirurgico. In alcuni casi, puo' essere necessario somministrare insulina. In molti pazienti, l'efficacia ipoglicemizzante di qualsiasi farmaco antidiabetico orale, compresa la gliclazide,si attenua con il tempo. Questo puo' essere dovuto a una progressionedella gravita' del diabete o a una riduzione della risposta al trattamento. Questo fenomeno e' noto con il nome di insufficienza secondaria, distinta dall'insufficienza primaria, e si verifica quando un principio attivo risulta inefficace come trattamento di prima linea. Prima di stabilire che il paziente presenta un'insufficienza secondaria, devono essere presi in considerazione un'adeguata correzione della dose e il rispetto delle regole alimentari. Analisi di laboratorio: per valutare il controllo glicemico, si raccomanda di eseguire la misurazione dei livelli di emoglobina glicata (o del glucosio nel plasma venoso a digiuno). Puo' essere utile anche l'automonitoraggio dei livelli glicemici. Il trattamento di pazienti affetti da deficit di glucosio-6-fosfato (G6PD) con sulfoniluree puo' indurre anemia emolitica. Poiche' la gliclazide appartiene alla classe chimica delle sulfoniluree, occorre prestare cautela nei pazienti affetti da deficit di G6PD e dovrebbe essere preso in considerazione un trattamento alternativo non contenente sulfoniluree.

Gravidanza e Allattamento

Non sono disponibili dati relativi all'impiego della gliclazide durante la gravidanza negli esseri umani, sebbene esistano alcuni dati relativi ad altre sulfoniluree. Negli studi sugli animali, la gliclazide non ha evidenziato effetti teratogeni. Il controllo del diabete deve essere ottenuto prima del concepimento, allo scopo di ridurre il rischiodi anomalie congenite collegate a un diabete non controllato. I farmaci ipoglicemizzanti orali non sono idonei; l'insulina e' il farmaco diprima scelta per il trattamento del diabete durante la gravidanza. Siraccomanda di passare dalla terapia con ipoglicemizzanti orali all'insulina prima di una gravidanza o non appena si accerta una gravidanza in atto. Non e' noto se la gliclazide o i suoi metaboliti vengano escreti nel latte materno. Altre sulfoniluree sono state rilevate nel latte materno. Dato il rischio di ipoglicemia neonatale, il farmaco e' controindicato durante l'allattamento al seno.

Interazioni con altri prodotti

I seguenti prodotti possono aumentare il rischio di ipoglicemia. Associazione controindicata. Miconazolo (via sistemica, gel oromucosale): potenzia l'effetto ipoglicemizzante, con possibile insorgenza di sintomi ipoglicemici o persino coma ipoglicemico. Associazioni sconsigliate. Fenilbutazone (via sistemica): aumenta l'effetto ipoglicemizzante delle sulfoniluree (ne rimuove il legame alle proteine plasmatiche e/o ne riduce l'eliminazione). E' preferibile utilizzare un antinfiammatorio diverso oppure avvisare il paziente e sottolineare l'importanza dell'automonitoraggio. Ove necessario, correggere la dose durante e dopo il trattamento con l'antinfiammatorio. Alcool: potenzia la reazione ipoglicemica (inibendo le reazioni compensatorie) che puo' portare al coma ipoglicemico. Evitare l'alcool e i farmaci contenenti alcool. Associazioni che richiedono precauzioni per l'uso se si assume uno dei seguenti farmaci, puo' verificarsi un potenziamento dell'effetto ipoglicemizzante e in alcuni casi puo' insorgere ipoglicemia, ad esempio: altri antidiabetici orali (insulina, acarbosio, biguanidi), betabloccanti, fluconazolo, ACE inibitori (captopril, enalapril), antagonisti del recettore H2, IMAO, sulfonamidi e farmaci antinfiammatori non steroidei. Iseguenti farmaci possono causare un aumento dei livelli glicemici. Associazione sconsigliata. Danazolo: effetto diabetogeno del danazolo. Se non e' possibile evitare l'uso di questo principio attivo, avvisare il paziente e sottolineare l'importanza del monitoraggio dei livelli di glucosio nelle urine e nel sangue. Potrebbe essere necessario correggere la dose dell'antidiabetico durante e dopo il trattamento con danazolo. Associazioni che richiedono precauzioni durante l'uso. Clorpromazina (neurolettico): dosi elevate (> 100 mg al giorno di clorpromazina) aumentano i livelli glicemici (per la riduzione del rilascio di insulina). Avvisare il paziente e sottolineare l'importanza del monitoraggio dei livelli glicemici. Potrebbe essere necessario correggere la dose dell'antidiabetico durante e dopo il trattamento con il neurolettico. Glucocorticoidi (via sistemica e locale: preparati da somministrarsiper via intra-articolare, cutanea e rettale) e tetracosactrina: aumentano i livelli glicemici con possibile chetosi (per riduzione della tolleranza ai carboidrati, dovuta ai glucocorticoidi). Avvisare il paziente e sottolineare l'importanza del monitoraggio dei livelli glicemici, in particolare all'inizio del trattamento. Potrebbe essere necessario correggere la dose dell'antidiabetico durante e dopo il trattamento con glucocorticoidi. Ritodrina, salbutamolo, terbutalina: per via endovenosa. Aumento dei livelli glicemici a causa degli effetti dei beta-2agonisti. Sottolineare l'importanza del monitoraggio dei livelli glicemici. Se necessario, passare all'insulina. Associazione da prendere in considerazione. Terapia anticoagulante (es. warfarin): le sulfoniluree possono potenziare l'effetto anticoagulante durante un trattamento concomitante. Potrebbe essere necessario correggere la dose dell'anticoagulante.

Forme Farmacologiche


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Conservazione del prodotto

Blister Al/PVC-PVDC: non conservare a temperatura superiore ai 25 gradi C. Conservare nella confezione originale per proteggere il medicinale dall'umidita'. Contenitore in HDPE: non conservare a temperatura superiore ai 25 gradi C. Conservare nella confezione originale per proteggere il medicinale dall'umidita'.