gemzar inf 1 flaconi 1g gemcitabina eli lilly italia spa
Che cosa è gemzar inf 1fl 1g?
Gemzar soluzione per infusione polv prodotto da
eli lilly italia spa
è un farmaco solo uso ospedaliero della categoria
specialita' medicinali con prescrizione medica
che appartiene alla fascia H che comprende i farmaci di esclusivo uso ospedaliero, non vendibili ai cittadini presso le farmacie aperte al pubblico, ma utilizzabili o distribuibili solo nell'ambito delle strutture sanitarie pubbliche .
Gemzar risulta
disponibile solo nelle farmaice ospedaliere o specialistico
E' utilizzato per la cura di analoghi della pirimidina.
Contiene i principi attivi:
gemcitabina cloridrato
Composizione Qualitativa e Quantitativa: gemcitabina.
Codice AIC: 029452012
Codice EAN: 0
Informazioni e Indicazioni, a cosa serve?
La gemcitabina, in combinazione con cisplatino, e' indicata nel trattamento di pazienti con carcinoma della vescica localmente avanzato o metastatico. La gemcitabina e' indicata nel trattamento di pazienti conadenocarcinoma del pancreas localmente avanzato o metastatico. La gemcitabina, in combinazione con cisplatino e' indicata nel trattamento di prima linea di pazienti con carcinoma polmonare non a piccole cellule (NSCLC) localmente avanzato o metastatico. La gemcitabina in monoterapia puo' essere considerata in pazienti anziani o con performance status uguale a 2. La gemcitabina in combinazione con carboplatino e' indicata nel trattamento di pazienti con carcinoma dell'epitelio dell'ovaio localmente avanzato o metastatico che hanno recidivato almeno 6 mesi dopo terapia di prima linea con platino. La gemcitabina, in combinazione con paclitaxel, e' indicata nel trattamento di pazienti con carcinoma della mammella non resecabile localmente ricorrente o metastaticoche hanno recidivato dopo chemioterapia adiuvante e/o neoadiuvante. La precedente chemioterapia deve aver incluso una antraciclina a meno che questa non fosse controindicata.
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Posologia
Carcinoma della vescica: gemcitabina in combinazione con cisplatino la dose di gemcitabina e' 1.000 mg/m^2, da somministrare per via e.v. in 30 minuti nei giorni 1-8-15 di ciascun ciclo di 28 giorni. La dose di cisplatino e' di 70 mg/m^2, da somministrare il giorno seguente la somministrazione di gemcitabina oppure il giorno 2 di ciascun ciclo di 28 giorni. Questo ciclo di 4 settimane puo' essere ripetuto. La riduzione del dosaggio nell'ambito di un ciclo o durante cicli successivi diterapia puo' essere effettuata in base al grado di tossicita' causatadal farmaco nel paziente. Carcinoma del pancreas: la dose di gemcitabina e' 1.000 mg/m^2, da somministrare per via e.v. in 30 minuti, una volta a settimana per 7 settimane consecutive facendo poi seguire una settimana di riposo. I cicli successivi dovranno consistere di somministrazioni una volta a settimana per 3 settimane consecutive, facendo poi seguire una settimana di riposo. La riduzione del dosaggio nell'ambito di un ciclo o durante cicli successivi di terapia puo' essere effettuata in base al grado di tossicita' causata dal farmaco nel paziente.>>Carcinoma del polmone non a piccole cellule. Gemcitabina in monoterapia: la dose e' di 1.000 mg/m^2, da somministrare per via e.v. in 30 minuti, una volta a settimana per 3 settimane consecutive (giorni 1-8-15), facendo poi seguire una settimana di riposo. Questo ciclo di 4 settimane puo' essere ripetuto. La riduzione del dosaggio nell'ambito diun ciclo o durante cicli successivi di terapia puo' essere effettuatain base al grado di tossicita' causata dal farmaco nel paziente. Gemcitabina in combinazione: la dose e' 1.250 mg/m^2, da somministrare pervia e.v. in 30 minuti, nei giorni 1 e 8 di ciascun ciclo di 21 giorni. Questo ciclo di 4 settimane puo' essere ripetuto. La riduzione del dosaggio nell'ambito di un ciclo o durante cicli successivi di terapia puo' essere effettuata in base al grado di tossicita' causata dal farmaco nel paziente. La dose di cisplatino e' di 75-100 mg/m^2, da somministrare una volta ogni 3 settimane. Carcinoma della mammella: gemcitabina in combinazione con paclitaxel e' raccomandata somministrando paclitaxel (175 mg/m^2) per infusione e.v. della durata di circa 3 ore il giorno 1, seguita da gemcitabina (1.250 mg/m^2) per infusione e.v. della durata di 30 minuti nei giorni 1 e 8 di ciascun ciclo di 21 giorni.La riduzione del dosaggio nell'ambito di un ciclo o durante cicli successivi di terapia puo' essere effettuata in base al grado di tossicita' causata dal farmaco nel paziente. I pazienti devono avere una contaassoluta dei granulociti di almeno 1.500/mm^3prima di iniziare la somministrazione di gemcitabina associata a paclitaxel. Carcinoma dell'ovaio: la dose di gemcitabina in combinazione con carboplatino e' 1.000 mg/m^2, da somministrare per infusione e.v. in 30 minuti, nei giorni 1e 8 di ciascun ciclo di 21 giorni. Il carboplatino verra' somministrato dopo la gemcitabina il giorno 1 in modo tale da raggiungere una AUCdi 4,0 mg/ml per minuto. La riduzione del dosaggio nell'ambito di un ciclo o durante cicli successivi di terapia puo' essere effettuata in base al grado di tossicita' causata dal farmaco sul paziente. >>Monitoraggio per motivi di tossicita' e variazione del dosaggio dovuta alla tossicita'. Variazione del dosaggio dovuta a tossicita' non ematologica: effettuare una visita medica periodica e controlli della funzionalita' renale ed epatica. In base al grado di tossicita' presentato dal paziente puo' essere attuata una riduzione del dosaggio ogni ciclo o nell'ambito di un solo ciclo. In generale, per una tossicita' non ematologica grave, con eccezione per la nausea/vomito, la terapia con gemcitabina deve essere sospesa o ridotta. Sospendere le dosi fino a quando,la tossicita' non sia risolta. Variazione del dosaggio dovuta a tossicita' ematologica: prima della somministrazione di ogni dose monitorare il paziente per quanto riguarda la conta dei granulociti e delle piastrine. I pazienti devono avere una conta dei granulociti in valore assoluto di almeno 1.500 (x 10^6/l) e una conta delle piastrine di 100.000 (x 10^6/l) prima dell'inizio di un ciclo. >>Nell'ambito di un ciclo. Variazioni del dosaggio di gemcitabina per il carcinoma della vescica, NSCLC e il carcinoma del pancreas. Valore assoluto della conta dei granulociti > 1.000 x 10^6/l e conta delle piastrine > 100.000 x 10^6/l: 100% del dosaggio standard; valore assoluto della conta dei granulociti 500-1.000 x 10^6/l o conta delle piastrine 50.000-100.000 x 10^6/l: 75% del dosaggio standard. Valore assoluto della conta dei granulociti < 500 x 10^6/l o conta delle piastrine < 50.000 x 10^6/l: ometterela dose. Variazione del dosaggio per il carcinoma della mammella, somministrata in associazione con paclitaxel. Valore assoluto della contadei granulociti >= 1.200 x 10^6/l e conta delle piastrine > 75.000 x 10^6/l: 100% del dosaggio standard. Valore assoluto della conta dei granulociti 1.000- < 1.200 x 10^6/l o conta delle piastrine 50.000-75.000 x 10^6/l: 75% del dosaggio standard. Valore assoluto della conta deigranulociti 700- < 1.000 x 10^6/l e conta delle piastrine >= 50.000 x10^6/l: 50% del dosaggio standard. Valore assoluto della conta dei granulociti < 700 x 10^6/l o conta delle piastrine < 50.000 x 10^6/l: omettere la dose Variazione del dosaggio per il carcinoma dell'ovaio, somministrata in associazione con carboplatino. Valore assoluto della conta dei granulociti > 1.500 x 10^6/l e conta delle piastrine >= 100.000 x 10^6/l: 100% del dosaggio standard. Valore assoluto della conta dei granulociti 1.000- 1.500 x 10^6/l o conta delle piastrine 75.000-100.000 x 10^6/l: 50% del dosaggio standard. Valore assoluto della conta dei granulociti < 1.000 x 10^6/l o conta delle piastrine < 75.000 x 10^6/l: omettere la dose. Variazione del dosaggio dovuta a tossicita' ematologica in cicli successivi, in tutte le indicazioni: il dosaggio deve essere ridotto al 50% della dose iniziale del primo ciclo, in presenza delle seguenti tossicita' ematologiche; valore assoluto della conta dei granulociti < 500 x 10^6/l per piu' di 5 giorni; valore assolutodella conta dei granulociti < 100 x 10^6/l per piu' di 3 giorni; neutropenia febbrile; piastrine < 25.000 x 10^6/l; ritardo del ciclo di oltre una settimana a causa della tossicita'. Se si verifica uno stravaso, interrompere abitualmente l'infusione e ricominciata in un altro vaso sanguigno. Monitorare il paziente dopo la somministrazione. Pazienti con compromissione renale e/o epatica: usare cautela, si raccomanda una dose precisa per questa categoria di pazienti. E' stata ben tollerata in pazienti sopra i 65 anni di eta'. Non sono necessari aggiustamenti della dose oltre a quelli gia' consigliati per tutti i pazienti. Pazienti pediatrici (< 18 anni): l'uso non e' raccomandato poiche' i dati di sicurezza ed efficacia sono insufficienti.
Effetti indesiderati
Definizione della frequenza: molto comune (>= 1/10), comune (>= 1/100e < 1/10), non comune (>= 1/1.000 e < 1/100), raro (>= 1/10.000 e < 1/1.000), molto raro (GRAVIDANZA E ALLATTAMENTONon esistono dati sufficienti sull'uso della gemcitabina in donne in gravidanza. Studi sperimentali condotti negli animali hanno evidenziato una tossicita' sull'attivita' riproduttiva. Sulla base dei risultatidegli studi su animali e sul meccanismo di azione della gemcitabina, questa non deve essere usata durante la gravidanza se non in caso di assoluta necessita'. Donne in eta' fertile dovrebbero essere sconsigliate di iniziare una gravidanza durante la terapia con gemcitabina. Nel caso in cui la paziente rimanga incinta deve informare immediatamente il medico. Non e' noto se la gemcitabina viene eliminata nel latte materno e non possono essere escluse reazioni avverse nei lattanti. L'allattamento deve essere interrotto durante la terapia con gemcitabina. La gemcitabina causa nel topo maschio una ipospermatogenesi. Per questomotivo, gli uomini sessualmente maturi sono consigliati di non procreare durante il trattamento e nei 6 mesi successivi. A seguito della possibilita' che il trattamento con gemcitabina causi un'infertilita' irreversibile, si consiglia agli uomini di chiedere informazioni sulle modalita' di crioconservazione dello sperma prima di cominciare il trattamento.
Indicazioni
La gemcitabina, in combinazione con cisplatino, e' indicata nel trattamento di pazienti con carcinoma della vescica localmente avanzato o metastatico. La gemcitabina e' indicata nel trattamento di pazienti conadenocarcinoma del pancreas localmente avanzato o metastatico. La gemcitabina, in combinazione con cisplatino e' indicata nel trattamento di prima linea di pazienti con carcinoma polmonare non a piccole cellule (NSCLC) localmente avanzato o metastatico. La gemcitabina in monoterapia puo' essere considerata in pazienti anziani o con performance status uguale a 2. La gemcitabina in combinazione con carboplatino e' indicata nel trattamento di pazienti con carcinoma dell'epitelio dell'ovaio localmente avanzato o metastatico che hanno recidivato almeno 6 mesi dopo terapia di prima linea con platino. La gemcitabina, in combinazione con paclitaxel, e' indicata nel trattamento di pazienti con carcinoma della mammella non resecabile localmente ricorrente o metastaticoche hanno recidivato dopo chemioterapia adiuvante e/o neoadiuvante. La precedente chemioterapia deve aver incluso una antraciclina a meno che questa non fosse controindicata.
Controindicazioni ed effetti secondari
Ipersensibilita' al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti. Allattamento.
Composizione ed Eccipienti
200 mg contiene: mannitolo (E421), sodio acetato (E262), acido cloridrico (E507) (per aggiustare il pH), sodio idrossido (E524) (per aggiustare il pH). 1.000 mg contiene: mannitolo (E421), sodio acetato (E262), acido cloridrico (E507) (per aggiustare il pH), sodio idrossido (E524) (per aggiustare il pH).
Avvertenze
Il prolungamento del tempo di infusione ed un'aumentata frequenza di somministrazioni possono determinare un aumento della tossicita' del farmaco. Tossicita' ematologica: la gemcitabina puo' determinare riduzione della funzionalita' midollare, come evidenziato dalla comparsa di leucopenia, piastrinopenia ed anemia. Nei pazienti in terapia con gemcitabina prima di ogni somministrazione devono essere effettuate la conta delle piastrine, dei leucociti e dei granulociti. In caso di riduzione della funzionalita' midollare secondaria alla somministrazione delfarmaco, dovrebbe essere valutata la possibilita' di modificare o interrompere la terapia. Comunque la riduzione della funzionalita' midollare e' di breve durata e generalmente non richiede riduzioni di dosaggio e solo raramente puo' comportare interruzione del trattamento. Gli elementi cellulari ematologici periferici possono continuare ad abbassarsi anche dopo interruzione della terapia. La terapia deve essere iniziata con cautela nei pazienti con funzionalita' midollare compromessa. Come per altri antitumorali, quando la gemcitabina viene usata in combinazione o in sequenza con altri chemioterapici deve essere tenuta in considerazione la possibilita' di una riduzione della funzionalita' midollare cumulativa. Insufficienza epatica: la somministrazione di gemcitabina a pazienti con presenza di metastasi epatiche o con precedenti anamnestici di epatite, alcolismo, o cirrosi epatica puo' condurre ad una esacerbazione dell'insufficienza epatica di base. Controlli della funzionalita' epatica e renale (comprendenti test virologici) devono essere effettuati periodicamente. La gemcitabina deve essere usata con cautela nei pazienti con insufficienza epatica e/o renale, in quanto le informazioni insufficienti provenienti da studi clinici non consentono di raccomandare una dose precisa per questa categoria di pazienti. Radioterapia concomitante: e' stata riportata tossicita'. Vaccini vivi: nei pazienti in trattamento con gemcitabina non sono consigliati il vaccino per la febbre gialla e altri vaccini vivi attenuati. Manifestazioni cardiovascolari: a causa del rischio di patologie cardiache e/o vascolari con gemcitabina, si deve fare particolare attenzione nei pazienti che presentano una storia di eventi cardiovascolari. Manifestazioni polmonari: talvolta gravi (come l'edema polmonare, la polmoniteinterstiziale, o la sindrome da distress respiratorio dell'adulto (ARDS), sono state riscontrate durante terapia con gemcitabina. La causa di tali manifestazioni non e' nota. Se si verificano tali manifestazioni, considerare la possibilita' di interrompere il trattamento con gemcitabina. L'impiego tempestivo di misure di supporto adeguate puo' contribuire a migliorare il quadro clinico. Manifestazioni renali: nei pazienti in trattamento con gemcitabina sono state raramente riportate segnalazioni cliniche compatibili con una sindrome uremica emolitica (HUS). Il trattamento con gemcitabina deve essere interrotto ai primi segni di anemia emolitica microangiopatica, come una rapida diminuzione dell'emoglobina associata a trombocitopenia, innalzamento della bilirubinemia, della creatininemia, dell'uremia, o della LDH. Il danno renale potrebbe non essere reversibile anche dopo l'interruzione del trattamento ed in tali casi dovra' essere preso in considerazione il ricorsoalla dialisi. Fertilita': studi preclinici sulla fertilita' hanno dimostrato che la gemcitabina causa una ipospermatogenesi nel topo maschio. Per questo motivo gli uomini in trattamento con gemcitabina sono consigliati di non procreare durante il trattamento e nei 6 mesi successivi. A seguito della possibilita' che il trattamento con gemcitabina causi un'infertilita' irreversibile, si consiglia agli uomini di chiedere informazioni sulle modalita' di crioconservazione dello sperma prima di cominciare il trattamento. Sodio: 200 mg contiene 3,5 mg (<1 mmol) di sodio per flaconcino. Cio' deve essere tenuto in considerazione da pazienti che seguono una dieta sodio controllata. 1.000 mg contiene 17,5 mg (< 1 mmol) di sodio per flaconcino. Cio' deve essere tenuto inconsiderazione da pazienti che seguono una dieta sodio controllata.
Gravidanza e Allattamento
Non esistono dati sufficienti sull'uso della gemcitabina in donne in gravidanza. Studi sperimentali condotti negli animali hanno evidenziato una tossicita' sull'attivita' riproduttiva. Sulla base dei risultatidegli studi su animali e sul meccanismo di azione della gemcitabina, questa non deve essere usata durante la gravidanza se non in caso di assoluta necessita'. Donne in eta' fertile dovrebbero essere sconsigliate di iniziare una gravidanza durante la terapia con gemcitabina. Nel caso in cui la paziente rimanga incinta deve informare immediatamente il medico. Non e' noto se la gemcitabina viene eliminata nel latte materno e non possono essere escluse reazioni avverse nei lattanti. L'allattamento deve essere interrotto durante la terapia con gemcitabina. La gemcitabina causa nel topo maschio una ipospermatogenesi. Per questomotivo, gli uomini sessualmente maturi sono consigliati di non procreare durante il trattamento e nei 6 mesi successivi. A seguito della possibilita' che il trattamento con gemcitabina causi un'infertilita' irreversibile, si consiglia agli uomini di chiedere informazioni sulle modalita' di crioconservazione dello sperma prima di cominciare il trattamento.
Interazioni con altri prodotti
Radioterapia concomitante (effettuata contemporaneamente o separatamente entro un intervallo di tempo <= a 7 giorni): la tossicita' associata con questa terapia multimodale dipende da diversi fattori, inclusi dose e frequenza di somministrazione della gemcitabina, dose della radiazione, piano di trattamento radioterapico e tecnica applicata, tipo e volume di tessuto irradiato. Studi clinici e preclinici hanno dimostrato un'attivita' radiosensibilizzante della gemcitabina. Durante una singola sperimentazione clinica in cui la gemcitabina e' stata somministrata alla dose di 1.000 mg/m^2 per 6 settimane consecutive in concomitanza con una radioterapia toracica in pazienti con carcinoma polmonare non a piccole cellule, e' stata osservata una tossicita' significativa manifestatasi con gravi mucositi, in particolare esofagiti e polmoniti, potenzialmente a rischio di vita per i pazienti, particolarmentequelli trattati con radioterapia su campi estesi (volumi medi di trattamento 4.795 cm^3). I risultati di studi effettuati successivamente hanno suggerito che e' realizzabile una somministrazione di gemcitabinaa dosi inferiori in concomitanza con radioterapia in quanto presenta una tossicita' prevedibile, come e' risultato da uno studio di fase IIsu pazienti con carcinoma polmonare non a piccole cellule. Radioterapia al torace a dosi di 66Gy e' stata somministrata in concomitanza congemcitabina (600 mg/m^2, quattro volte) e cisplatino (80 mg/m^2, due volte) nel corso di 6 settimane. Il regime ottimale per una somministrazione sicura della gemcitabina in concomitanza con dosi radianti terapeutiche, non e' stato ancora determinato in tutti i tipi tumorali. Radioterapia non concomitante (effettuata separatamente in un periodo ditempo superiore ai 7 giorni): l'analisi dei dati non suggerisce alcunaggravamento della tossicita' nel caso in cui la gemcitabina sia somministrata fino a 7 giorni prima o dopo l'effettuazione della radioterapia, ad eccezione del fenomeno di "recall" da radiazione. I dati indicano che la terapia con gemcitabina puo' essere iniziata dopo che gli effetti acuti della radioterapia si sono risolti o almeno dopo una settimana dalla sua effettuazione. Lesioni da radiazione sono state osservate su tessuti bersaglio (es. esofagiti, coliti e polmoniti) in associazione con l'uso, sia concomitante che non, di gemcitabina. L'uso contemporaneo del vaccino per la febbre gialla e di vaccini vivi attenuatinon e' consigliato a causa del rischio di malattia sistemica, eventualmente con esito fatale, particolarmente nei pazienti che sono gia' immunodepressi.
Forme Farmacologiche
Conservazione del prodotto
Flaconcini sigillati: conservare a temperatura inferiore a 30 gradi C.