gemcitabina teva*inf 5fl 1g gemcitabina teva italia srl

Che cosa è gemcitabina teva inf 5fl 1g?

Gemcitabina teva preparazione iniettabile prodotto da teva italia srl
è un farmaco generico della categoria farmaci preconfezionati prodotti industrialmente - generici che appartiene alla fascia H che comprende i farmaci di esclusivo uso ospedaliero, non vendibili ai cittadini presso le farmacie aperte al pubblico, ma utilizzabili o distribuibili solo nell'ambito delle strutture sanitarie pubbliche .
Gemcitabina teva risulta non in commercio nelle farmacie italiane

E' utilizzato per la cura di analoghi della pirimidina.
Contiene i principi attivi: gemcitabina cloridrato
Composizione Qualitativa e Quantitativa: un flaconcino contiene gemcitabina cloridrato equivalente a 200 mg, 1000 mg o 2000 mg di gemcitabina. dopo ricostituzione, la soluzione contiene 38 mg/ml di gemcitabina.
Codice AIC: 039831058 Codice EAN: 0

Informazioni e Indicazioni, a cosa serve?

La gemcitabina, in combinazione con cisplatino, e' indicata nel trattamento di pazienti con carcinoma della vescica localmente avanzato o metastatico. La gemcitabina e' indicata neltrattamento di pazienti con adenocarcinoma del pancreas localmente avanzato o metastatico. La gemcitabina, in combinazione con cisplatino e' indicata nel trattamento diprima linea di pazienti con carcinoma polmonare non a piccole cellule(NSCLC) localmente avanzato o metastatico. La gemcitabina in monoterapia puo' essere considerata in pazienti anziani ocon performance status uguale a 2. La gemcitabina in combinazione con carboplatino e' indicata nel trattamento di pazienti con carcinoma dell'epitelio dell'ovaiolocalmente avanzato o metastatico che hanno recidivato almeno 6 mesi dopo terapia di prima linea con platino. La gemcitabina, in combinazione con paclitaxel, e' indicata nel trattamento di pazienti con carcinoma della mammella non resecabile localmente ricorrente o metastatico che hanno recidivato dopo chemioterapia adiuvante e/o neoadiuvante. La precedente chemioterapia deve aver incluso una antraciclina a meno chequesta non fosse clinicamente controindicata.

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Posologia

Per ogni indicazione, la riduzione del dosaggio di gemcitabina nell'ambito di un ciclo o durante cicli successivi puo' essere effettuata inbase al grado di tossicita' causata dal farmaco nel paziente. >>Carcinoma della vescica. In combinazione con cisplatino la dose di gemcitabina consigliata e' di 1000 mg/m^2 per via endovenosa in 30 minuti nei giorni 1-8-15 di ciascun ciclo di 28 giorni. La dose di cisplatino consigliata e' di 70 mg/m^2 il giorno seguente la gemcitabina o il giorno2 di ciascun ciclo di 28 giorni. Questo ciclo di 4 settimane puo' essere ripetuto. >>Carcinoma del pancreas. La dose consigliata e' di 1000mg/m^2 per via endovenosa in 30 minuti, una volta a settimana per 7 settimane consecutive, seguite da una settimana di riposo. Nei cicli successivi somministrare una volta a settimana per 3 settimane consecutive, seguite da settimana di riposo. >>Carcinoma del polmone non a piccole cellule. In monoterapia la dose consigliata e' di 1000 mg/m^2 per via endovenosa in 30 minuti, una volta a settimana per 3 settimane consecutive (giorni 1-8-15), seguite da una settimana di riposo. Questo ciclo di 4 settimane puo' essere ripetuto. In associazione con cisplatino, la dose consigliata e' di 1.250 mg/m^2 per via endovenosa in 30 minuti, nei giorni 1 e 8 di ciascun ciclo di 21 giorni, mentre la dose di cisplatino consigliata e' di 75-100 mg/m^2 una volta ogni 3 settimane. >>Carcinoma della mammella. Gemcitabina in combinazione con paclitaxel e' raccomandata con paclitaxel (175 mg/m^2) per infusione endovenosa della durata di circa 3 ore il giorno 1, seguita da gemcitabina (1.250 mg/m^2) per infusione endovenosa della durata di 30 minuti nei giorni 1 e 8 di ciascun ciclo di 21 giorni. I pazienti devono avere una conta assoluta dei granulociti di almeno 1.500 x 10^6/l prima di iniziare la somministrazione di gemcitabina associata a paclitaxel. >>Carcinoma dell'ovaio. La dose di gemcitabina consigliata in combinazione concarboplatino e' di 1000 mg/m^2 per infusione endovenosa in 30 minuti,nei giorni 1 e 8 di ciascun ciclo di 21 giorni. Somministrare il carboplatino dopo la gemcitabina il giorno 1 per raggiungere una AUC di 4,0 mg/ml per minuto. >>Variazione del dosaggio dovuta a tossicita' non ematologica. Effettuare una visita medica periodica e controlli della funzionalita' renale ed epatica per accertare una tossicita' non ematologica. In base al grado di tossicita' presentato dal paziente puo' essere attuata una riduzione del dosaggio ogni ciclo o nell'ambito di unsolo ciclo. In generale, per una tossicita' non ematologica grave (grado 3 o 4), con eccezione per la nausea/vomito, sospendere la terapia,o ridurla secondo il parere del medico. Sospendere le dosi fino a quando, secondo il parere del medico, la tossicita' non sia risolta. >>Variazione del dosaggio dovuta a tossicita' ematologica. Prima della somministrazione di ogni dose monitorare la conta dei granulociti e dellepiastrine. I pazienti devono avere una conta dei granulociti in valore assoluto di almeno 1.500 x10^6/l e una conta delle piastrine di 100.000 x10^6/l prima dell'inizio di un ciclo. Variazioni del dosaggio di gemcitabina nell'ambito di un ciclo per il carcinoma della vescica, NSCLC e il carcinoma del pancreas, in monoterapia o con cisplatino: con valore assoluto della conta dei granulociti >1.000 x 10^6/l e conta delle piastrine >100.000 x 10^6/l somministrare il 100% della dose standard; con valore assoluto della conta dei granulociti 500-1.000 x 10^6/l o conta delle piastrine 50.000-100.000 x 10^6/l il 75%; con valore assoluto della conta dei granulociti = 1.200x 10^6/l e conta delle piastrine >75.000 x 10^6/l somministrare il 100% della dose standard; valore assoluto della conta dei granulociti 1.000-<1.200 x 10^6/l o conta delle piastrine 50.000-75.000 x 10^6/l il 75%; con valore assoluto della conta dei granulociti 700-<1.000 x 10^6/l e conta delle piastrine >= 50.000 x 10^6/l il 50% e con valore assoluto della conta dei granulociti 1.500 x 10^6/l e conta delle piastrine >= 100.000 x 10^6/l somministrare il 100% della dose standard; con valore assoluto della conta dei granulociti 1000-1.500 x 10^6/l o conta delle piastrine 75.000-100.000 x 10^6/l il 50%, con valore assoluto della conta dei granulociti >Variazione del dosaggio dovuta a tossicita' ematologica in cicli successivi. Ridurre la gemcitabina al 75% della dose iniziale del primo ciclo, in presenza di valore assoluto della conta dei granulociti >Metodo di somministrazione. La gemcitabina e' ben tollerata durante l'infusione e puo' essere somministrata in ambito ambulatoriale. Se si verifica uno stravaso, interrompere l'infusione e ricominciare in un altro vaso sanguigno. Monitorare dopo la somministrazione. >>Pazienti con compromissione renale e/o epatica. Usare con cautela nei pazienti, in quanto le informazioni insufficienti provenienti da studi clinici non consentono di raccomandare una dose precisa. >>Pazienti anziani (>65 anni). La gemcitabina e' stata ben tollerata in pazienti sopra i 65 anni di eta'. Non c'e' evidenza che indichi che nell'anziano siano necessari aggiustamenti della dose. >>Pazienti pediatrici (<18 anni). L'uso non e' raccomandato poiche' i dati di sicurezza ed efficacia sono insufficienti.

CONSERVAZIONENon e' richiesta alcuna speciale precauzione per la conservazione deiflaconcini sigillati.AVVERTENZEIl prolungamento del tempo di infusione ed un'aumentata frequenza di somministrazioni possono determinare un aumento della tossicita' del farmaco. La gemcitabina puo' determinare riduzione della funzionalita' midollare, come evidenziato dalla comparsa di leucopenia, piastrinopenia ed anemia. Nei pazienti in terapia con gemcitabina prima di ogni somministrazione devono essere effettuate la conta delle piastrine, dei leucociti e dei granulociti. In caso di riduzione della funzionalita' midollare secondaria alla somministrazione del farmaco, dovrebbe essere valutata la possibilita' di modificare o interrompere la terapia. Comunque la riduzione della funzionalita' midollare e' di breve durata egeneralmente non richiede riduzioni di dosaggio e solo raramente puo'comportare interruzione del trattamento. La conta ematica periferica puo' continuare ad abbassarsi anche dopo interruzione della terapia. La terapia deve essere iniziata con cautela nei pazienti con funzionalita' midollare compromessa. Come per altri antitumorali, quando la gemcitabina viene usata in combinazione o in sequenza con altri chemioterapici deve essere tenuta in considerazione la possibilita' di una riduzione della funzionalita' midollare cumulativa. La somministrazione di gemcitabina a pazienti con presenza di metastasi epatiche o con precedenti anamnestici di epatite, alcolismo, o cirrosi epatica puo' condurre ad una esacerbazione dell'insufficienza epatica di base. Controlli della funzionalita' epatica e renale (comprendenti test virologici) devono essere effettuati periodicamente. La gemcitabina deve essere usatacon cautela nei pazienti con insufficienza epatica e/o renale, in quanto le informazioni insufficienti provenienti da studi clinici non consentono di raccomandare una dose precisa per questa categoria di pazienti. In caso di radioterapia concomitante (effettuata contemporaneamente o separatamente entro un intervallo di tempo <= a 7 giorni), e' stata riportata tossicita'. Nei pazienti in trattamento con gemcitabina non sono consigliati il vaccino per la febbre gialla e altri vaccini vivi attenuati. A causa del rischio di patologie cardiache e/o vascolaricon gemcitabina, si deve fare particolare attenzione nei pazienti chepresentano una storia di eventi cardiovascolari. Manifestazioni polmonari, talvolta gravi (come l'edema polmonare, la polmonite interstiziale, o la sindrome da distress respiratorio dell'adulto (ARDS), sono state riscontrate durante terapia con gemcitabina. La causa di tali manifestazioni non e' nota. Se si verificano tali manifestazioni, considerare la possibilita' di interrompere il trattamento con gemcitabina. L'impiego tempestivo di misure di supporto adeguate puo' contribuire a migliorare il quadro clinico. Nei pazienti in trattamento con gemcitabina sono state raramente riportate segnalazioni cliniche compatibili con una sindrome uremica emolitica (HUS). Il trattamento con gemcitabinadeve essere interrotto ai primi segni di anemia emolitica microangiopatica, come una rapida diminuzione dell'emoglobina associata atrombocitopenia, innalzamentodella bilirubinemia, della creatininemia, dell'uremia, o della LDH. Il danno renale potrebbe non essere reversibile anche dopo l'interruzione del trattamento ed in tali casi dovra' essere preso in considerazione il ricorso alla dialisi. Studi preclinici sullafertilita' hanno dimostrato che la gemcitabina causa una ipospermatogenesi nel topo maschio. Per questo motivo gli uomini in trattamento con gemcitabina sono consigliati di non procreare durante il trattamentoe nei 6 mesi successivi. A seguito della possibilita' che il trattamento con gemcitabina causi un'infertilita' irreversibile, si consiglia agli uomini di chiedere informazioni sulle modalita' di crioconservazione dello sperma prima di cominciare il trattamento. Le formulazioni da 200 mg, 1000 mg e 2000 mg contengono rispettivamente 3,5 mg (<1 mmol), 17,5 mg (<1 mmol) e 35 mg (1.5 mmol) di sodio per flaconcino. Cio' deve essere tenuto in considerazione in pazienti che seguono una dietasodio controllata.INTERAZIONINon sono stati effettuati specifici studi di interazione. >>Radioterapia concomitante (effettuata contemporaneamente o separatamente entro un intervallo di tempo <= a 7 giorni). La tossicita' associata con questa terapia multimodale dipende da diversi fattori, inclusi dose e frequenza di somministrazione della gemcitabina, dose della radiazione, piano di trattamento radioterapico e tecnica applicata, tipo e volume di tessuto irradiato. Studi clinici e preclinici hanno dimostrato un'attivita' radiosensibilizzante della gemcitabina. Durante una singola sperimentazione clinica in cui la gemcitabina e' stata somministrata alla dose di 1.000 mg/m^2 per 6 settimane consecutive in concomitanza conuna radioterapia toracica in pazienti con carcinoma polmonare non a piccole cellule, e' stata osservata una tossicita' significativa manifestatasi con gravi mucositi, in particolare esofagiti e polmoniti, potenzialmente a rischio di vita per i pazienti, particolarmente quelli trattati con radioterapia su campi estesi [volumi medi di trattamento 4.795 cm^3]. I risultati di studi effettuati successivamente hanno suggerito che e' realizzabile una somministrazione di gemcitabina a dosi inferiori in concomitanza con radioterapia in quanto presenta una tossicita' prevedibile, come e' risultato da uno studio di fase II su pazienti con carcinoma polmonare non a piccole cellule, in cui sono state applicate dosi di radiazione toracica di 66Gy in concomitanza con gemcitabina (600 mg/m^2, quattro volte) e cisplatino (80 mg/m^2, due volte) nel corso di 6 settimane. Il regime ottimale per una somministrazione sicura della gemcitabina in concomitanza con dosi radianti terapeutiche, non e' stato ancora determinato in tutti i tipi tumorali. >>Radioterapia non concomitante (effettuataseparatamente in un periodo di temposuperiore ai 7 giorni). L'analisi dei dati non suggerisce alcun aggravamentodella tossicita' nel caso in cui la gemcitabina sia somministrata fino a 7 giorni prima o dopo l'effettuazione della radioterapia, adeccezione del fenomeno di "recall" da radiazione. I dati indicano chela terapia con gemcitabina puo' essere iniziata dopo che gli effetti acuti della radioterapia si sono risolti o almeno dopo una settimana dalla sua effettuazione. Lesioni da radiazione sono state osservate su tessuti bersaglio (es. esofagiti, coliti e polmoniti) in associazione con l'uso, sia concomitante che non, di gemcitabina. >>Altre indicazioni. L'uso contemporaneo del vaccino per la febbre gialla e di vaccini vivi attenuati non e' consigliato a causa del rischio di malattia sistemica, eventualmente con esito fatale, particolarmente nei pazienti che sono gia' immunodepressi.EFFETTI INDESIDERATIGli effetti indesiderati associati alla terapia con gemcitabina osservati piu' comunemente comprendono nausea con o senza vomito, aumento dei livelli delle transaminasi epatiche (AST/ALT) e della fosfatasi alcalina, osservati in circa il 60% dei pazienti; proteinuria e ematuria osservati in circa il 50% dei pazienti; dispnea osservata nel 10-40% dei pazienti (l'incidenza piu' alta e' stata osservata nei pazienti affetti da carcinoma polmonare); reazioni allergiche cutanee sono state osservate in circa il 25% dei pazienti e sono state associate a pruritonel 10% dei pazienti. La frequenza e la gravita' delle reazioni avverse sono influenzate dalla dose, dalla velocita' di infusione e dagli intervalli tra le dosi. La riduzione della conta delle piastrine, dei leucociti e dei granulociti sono reazioni avverse dose-limitanti. >>Studi clinici. Definizione della frequenza: molto comune (>= 1/10), comune (>= 1/100, < 1/10), non comune (>= 1/1.000, < 1/100), raro (>= 1/10.000, < 1/1.000), molto raro (>Esperienza post-marketing (frequenza non nota). Patologie del sistema nervoso: ictus. Patologie cardiache: aritmie, essenzialmente di natura sopraventricolare, insufficienza cardiaca.Patologie vascolari: segni clinici di vasculite periferica e gangrena. Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche: edema polmonare, sindrome da distress respiratorio dell'adulto. Patologie gastrointestinali: colite ischemica. Patologie epatobiliari: grave tossicita' epatica, comprendente insufficienza epatica e morte. Patologie della cute edel tessuto sottocutaneo: reazioni cutanee gravi, comprendenti desquamazione ed eruzioni cutanee bollose, sindrome di Lyell, sindrome di Steven-Johnson. Patologie renali e urinarie: insufficienza renale, sindrome uremica emolitica. Traumatismo, avvelenamento e complicazioni da procedura: recall da radiazioni.GRAVIDANZA E ALLATTAMENTO>>Gravidanza. Non esistono dati sufficientisull'uso della gemcitabinain donne in gravidanza. Studi sperimentali condotti negli animali hanno evidenziato una tossicita' sull'attivita' riproduttiva. Sulla base dei risultati degli studi su animali e sul meccanismo di azione della gemcitabina, questa non deve essere usata durante la gravidanza se nonin caso di assoluta necessita'. Donne in eta' fertile dovrebbero essere sconsigliate di iniziare una gravidanza durante la terapia con gemcitabina. Nel caso in cui la paziente rimanga incinta deve informare immediatamente il medico. >>Allattamento. Non e' noto se la gemcitabina viene eliminata nel latte materno e non possono essere escluse reazioni avverse nei lattanti. L'allattamento deve essere interrotto durante la terapia con gemcitabina. >>Fertilita'. La gemcitabina causa nel topo maschio unaipospermatogenesi. Per questo motivo, agli uomini che devono essere trattati con gemcitabina si consiglia di non procreare durante il trattamento e nei 6 mesi successivi. A seguito della possibilita' che il trattamento con gemcitabina causi un'infertilita' irreversibile, si consiglia agli uomini di chiedere informazioni sulle modalita'di crioconservazione dello sperma prima di cominciare il trattamento.

Effetti indesiderati

Gli effetti indesiderati associati alla terapia con gemcitabina osservati piu' comunemente comprendono nausea con o senza vomito, aumento dei livelli delle transaminasi epatiche (AST/ALT) e della fosfatasi alcalina, osservati in circa il 60% dei pazienti; proteinuria e ematuria osservati in circa il 50% dei pazienti; dispnea osservata nel 10-40% dei pazienti (l'incidenza piu' alta e' stata osservata nei pazienti affetti da carcinoma polmonare); reazioni allergiche cutanee sono state osservate in circa il 25% dei pazienti e sono state associate a pruritonel 10% dei pazienti. La frequenza e la gravita' delle reazioni avverse sono influenzate dalla dose, dalla velocita' di infusione e dagli intervalli tra le dosi. La riduzione della conta delle piastrine, dei leucociti e dei granulociti sono reazioni avverse dose-limitanti. >>Studi clinici. Definizione della frequenza: molto comune (>= 1/10), comune (>= 1/100, < 1/10), non comune (>= 1/1.000, < 1/100), raro (>= 1/10.000, < 1/1.000), molto raro (>Esperienza post-marketing (frequenza non nota). Patologie del sistema nervoso: ictus. Patologie cardiache: aritmie, essenzialmente di natura sopraventricolare, insufficienza cardiaca.Patologie vascolari: segni clinici di vasculite periferica e gangrena. Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche: edema polmonare, sindrome da distress respiratorio dell'adulto. Patologie gastrointestinali: colite ischemica. Patologie epatobiliari: grave tossicita' epatica, comprendente insufficienza epatica e morte. Patologie della cute edel tessuto sottocutaneo: reazioni cutanee gravi, comprendenti desquamazione ed eruzioni cutanee bollose, sindrome di Lyell, sindrome di Steven-Johnson. Patologie renali e urinarie: insufficienza renale, sindrome uremica emolitica. Traumatismo, avvelenamento e complicazioni da procedura: recall da radiazioni.

Indicazioni

La gemcitabina, in combinazione con cisplatino, e' indicata nel trattamento di pazienti con carcinoma della vescica localmente avanzato o metastatico. La gemcitabina e' indicata neltrattamento di pazienti con adenocarcinoma del pancreas localmente avanzato o metastatico. La gemcitabina, in combinazione con cisplatino e' indicata nel trattamento diprima linea di pazienti con carcinoma polmonare non a piccole cellule(NSCLC) localmente avanzato o metastatico. La gemcitabina in monoterapia puo' essere considerata in pazienti anziani ocon performance status uguale a 2. La gemcitabina in combinazione con carboplatino e' indicata nel trattamento di pazienti con carcinoma dell'epitelio dell'ovaiolocalmente avanzato o metastatico che hanno recidivato almeno 6 mesi dopo terapia di prima linea con platino. La gemcitabina, in combinazione con paclitaxel, e' indicata nel trattamento di pazienti con carcinoma della mammella non resecabile localmente ricorrente o metastatico che hanno recidivato dopo chemioterapia adiuvante e/o neoadiuvante. La precedente chemioterapia deve aver incluso una antraciclina a meno chequesta non fosse clinicamente controindicata.

Controindicazioni ed effetti secondari

Ipersensibilita' al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti. Allattamento.

Composizione ed Eccipienti

Mannitolo (E421), sodio acetato (E262), acido cloridrico (per l'aggiustamento del pH), sodio idrossido (per l'aggiustamento del pH).

Avvertenze

Il prolungamento del tempo di infusione ed un'aumentata frequenza di somministrazioni possono determinare un aumento della tossicita' del farmaco. La gemcitabina puo' determinare riduzione della funzionalita' midollare, come evidenziato dalla comparsa di leucopenia, piastrinopenia ed anemia. Nei pazienti in terapia con gemcitabina prima di ogni somministrazione devono essere effettuate la conta delle piastrine, dei leucociti e dei granulociti. In caso di riduzione della funzionalita' midollare secondaria alla somministrazione del farmaco, dovrebbe essere valutata la possibilita' di modificare o interrompere la terapia. Comunque la riduzione della funzionalita' midollare e' di breve durata egeneralmente non richiede riduzioni di dosaggio e solo raramente puo'comportare interruzione del trattamento. La conta ematica periferica puo' continuare ad abbassarsi anche dopo interruzione della terapia. La terapia deve essere iniziata con cautela nei pazienti con funzionalita' midollare compromessa. Come per altri antitumorali, quando la gemcitabina viene usata in combinazione o in sequenza con altri chemioterapici deve essere tenuta in considerazione la possibilita' di una riduzione della funzionalita' midollare cumulativa. La somministrazione di gemcitabina a pazienti con presenza di metastasi epatiche o con precedenti anamnestici di epatite, alcolismo, o cirrosi epatica puo' condurre ad una esacerbazione dell'insufficienza epatica di base. Controlli della funzionalita' epatica e renale (comprendenti test virologici) devono essere effettuati periodicamente. La gemcitabina deve essere usatacon cautela nei pazienti con insufficienza epatica e/o renale, in quanto le informazioni insufficienti provenienti da studi clinici non consentono di raccomandare una dose precisa per questa categoria di pazienti. In caso di radioterapia concomitante (effettuata contemporaneamente o separatamente entro un intervallo di tempo <= a 7 giorni), e' stata riportata tossicita'. Nei pazienti in trattamento con gemcitabina non sono consigliati il vaccino per la febbre gialla e altri vaccini vivi attenuati. A causa del rischio di patologie cardiache e/o vascolaricon gemcitabina, si deve fare particolare attenzione nei pazienti chepresentano una storia di eventi cardiovascolari. Manifestazioni polmonari, talvolta gravi (come l'edema polmonare, la polmonite interstiziale, o la sindrome da distress respiratorio dell'adulto (ARDS), sono state riscontrate durante terapia con gemcitabina. La causa di tali manifestazioni non e' nota. Se si verificano tali manifestazioni, considerare la possibilita' di interrompere il trattamento con gemcitabina. L'impiego tempestivo di misure di supporto adeguate puo' contribuire a migliorare il quadro clinico. Nei pazienti in trattamento con gemcitabina sono state raramente riportate segnalazioni cliniche compatibili con una sindrome uremica emolitica (HUS). Il trattamento con gemcitabinadeve essere interrotto ai primi segni di anemia emolitica microangiopatica, come una rapida diminuzione dell'emoglobina associata atrombocitopenia, innalzamentodella bilirubinemia, della creatininemia, dell'uremia, o della LDH. Il danno renale potrebbe non essere reversibile anche dopo l'interruzione del trattamento ed in tali casi dovra' essere preso in considerazione il ricorso alla dialisi. Studi preclinici sullafertilita' hanno dimostrato che la gemcitabina causa una ipospermatogenesi nel topo maschio. Per questo motivo gli uomini in trattamento con gemcitabina sono consigliati di non procreare durante il trattamentoe nei 6 mesi successivi. A seguito della possibilita' che il trattamento con gemcitabina causi un'infertilita' irreversibile, si consiglia agli uomini di chiedere informazioni sulle modalita' di crioconservazione dello sperma prima di cominciare il trattamento. Le formulazioni da 200 mg, 1000 mg e 2000 mg contengono rispettivamente 3,5 mg (<1 mmol), 17,5 mg (<1 mmol) e 35 mg (1.5 mmol) di sodio per flaconcino. Cio' deve essere tenuto in considerazione in pazienti che seguono una dietasodio controllata.

Gravidanza e Allattamento

>>Gravidanza. Non esistono dati sufficientisull'uso della gemcitabinain donne in gravidanza. Studi sperimentali condotti negli animali hanno evidenziato una tossicita' sull'attivita' riproduttiva. Sulla base dei risultati degli studi su animali e sul meccanismo di azione della gemcitabina, questa non deve essere usata durante la gravidanza se nonin caso di assoluta necessita'. Donne in eta' fertile dovrebbero essere sconsigliate di iniziare una gravidanza durante la terapia con gemcitabina. Nel caso in cui la paziente rimanga incinta deve informare immediatamente il medico. >>Allattamento. Non e' noto se la gemcitabina viene eliminata nel latte materno e non possono essere escluse reazioni avverse nei lattanti. L'allattamento deve essere interrotto durante la terapia con gemcitabina. >>Fertilita'. La gemcitabina causa nel topo maschio unaipospermatogenesi. Per questo motivo, agli uomini che devono essere trattati con gemcitabina si consiglia di non procreare durante il trattamento e nei 6 mesi successivi. A seguito della possibilita' che il trattamento con gemcitabina causi un'infertilita' irreversibile, si consiglia agli uomini di chiedere informazioni sulle modalita'di crioconservazione dello sperma prima di cominciare il trattamento.

Interazioni con altri prodotti

Non sono stati effettuati specifici studi di interazione. >>Radioterapia concomitante (effettuata contemporaneamente o separatamente entro un intervallo di tempo <= a 7 giorni). La tossicita' associata con questa terapia multimodale dipende da diversi fattori, inclusi dose e frequenza di somministrazione della gemcitabina, dose della radiazione, piano di trattamento radioterapico e tecnica applicata, tipo e volume di tessuto irradiato. Studi clinici e preclinici hanno dimostrato un'attivita' radiosensibilizzante della gemcitabina. Durante una singola sperimentazione clinica in cui la gemcitabina e' stata somministrata alla dose di 1.000 mg/m^2 per 6 settimane consecutive in concomitanza conuna radioterapia toracica in pazienti con carcinoma polmonare non a piccole cellule, e' stata osservata una tossicita' significativa manifestatasi con gravi mucositi, in particolare esofagiti e polmoniti, potenzialmente a rischio di vita per i pazienti, particolarmente quelli trattati con radioterapia su campi estesi [volumi medi di trattamento 4.795 cm^3]. I risultati di studi effettuati successivamente hanno suggerito che e' realizzabile una somministrazione di gemcitabina a dosi inferiori in concomitanza con radioterapia in quanto presenta una tossicita' prevedibile, come e' risultato da uno studio di fase II su pazienti con carcinoma polmonare non a piccole cellule, in cui sono state applicate dosi di radiazione toracica di 66Gy in concomitanza con gemcitabina (600 mg/m^2, quattro volte) e cisplatino (80 mg/m^2, due volte) nel corso di 6 settimane. Il regime ottimale per una somministrazione sicura della gemcitabina in concomitanza con dosi radianti terapeutiche, non e' stato ancora determinato in tutti i tipi tumorali. >>Radioterapia non concomitante (effettuataseparatamente in un periodo di temposuperiore ai 7 giorni). L'analisi dei dati non suggerisce alcun aggravamentodella tossicita' nel caso in cui la gemcitabina sia somministrata fino a 7 giorni prima o dopo l'effettuazione della radioterapia, adeccezione del fenomeno di "recall" da radiazione. I dati indicano chela terapia con gemcitabina puo' essere iniziata dopo che gli effetti acuti della radioterapia si sono risolti o almeno dopo una settimana dalla sua effettuazione. Lesioni da radiazione sono state osservate su tessuti bersaglio (es. esofagiti, coliti e polmoniti) in associazione con l'uso, sia concomitante che non, di gemcitabina. >>Altre indicazioni. L'uso contemporaneo del vaccino per la febbre gialla e di vaccini vivi attenuati non e' consigliato a causa del rischio di malattia sistemica, eventualmente con esito fatale, particolarmente nei pazienti che sono gia' immunodepressi.

Forme Farmacologiche


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Conservazione del prodotto

Non e' richiesta alcuna speciale precauzione per la conservazione deiflaconcini sigillati.