gemcitabina sand*ev fl 200mg gemcitabina sandoz spa

Che cosa è gemcitabina sand ev fl 200mg?

Gemcitabina sand soluzione per infusione conc prodotto da sandoz spa
è un farmaco generico della categoria farmaci preconfezionati prodotti industrialmente - generici che appartiene alla fascia H che comprende i farmaci di esclusivo uso ospedaliero, non vendibili ai cittadini presso le farmacie aperte al pubblico, ma utilizzabili o distribuibili solo nell'ambito delle strutture sanitarie pubbliche .
Gemcitabina sand risulta non in commercio nelle farmacie italiane

E' utilizzato per la cura di antimetaboliti.
Contiene i principi attivi: gemcitabina cloridrato
Composizione Qualitativa e Quantitativa: gemcitabina.
Codice AIC: 039112014 Codice EAN: 0

Informazioni e Indicazioni, a cosa serve?

Trattamento del cancro della vescica localmente avanzato o metastatico; trattamento dei pazienti con adenocarcinoma pancreatico localmente avanzato o metastatico; in associazione con cisplatino, e' indicata nel trattamento di prima linea dei pazienti con cancro del polmone non apiccole cellule localmente avanzato o metastatico. La monoterapia congemcitabina puo' essere un'opzione da valutare nei pazienti anziani onei soggetti con un performance status uguale a 2; trattamento delle pazienti con carcinoma ovarico epiteliale localmente avanzato o metastatico, in associazione con carboplatino, nei soggetti con malattia recidivante dopo un intervallo libero da recidiva di almeno 6 mesi in seguito a terapia di prima linea con un preparato a base di platino; in associazione con paclitaxel, e' indicata nel trattamento delle pazienticon cancro della mammella non resecabile, localmente ricorrente o metastatico, con malattia recidivante dopo chemioterapia adiuvante/neoadiuvante. A meno di controindicazioni di tipo clinico, la chemioterapia precedentemente effettuata deve aver compreso un'antraciclina.

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Posologia

>>Cancro della vescica: 1000 mg/m^2 di superficie corporea somministrata tramite un'infusione endovenosa della durata di 30 minuti. Somministrare il primo, l'ottavo e il quindicesimo giorno di ciascun ciclo di28 giorni, in associazione con cisplatino. Il cisplatino e' somministrato alla dose raccomandata di 70 mg/m^2 il primo giorno dopo la gemcitabina o il secondo giorno di ciascun ciclo di 28 giorni. Questo ciclodella durata di quattro settimane viene poi ripetuto. Ridurre il dosaggio all'inizio o durante il ciclo di somministrazione sulla base del grado della tossicita' accusata dal paziente. Cancro del pancreas: 1000 mg/m^2 di superficie corporea somministrata tramite un'infusione endovenosa della durata di 30 minuti che deve essere ripetuta una volta la settimana per un massimo di 7 settimane, facendo seguire una pausa di una settimana. I cicli successivi prevedono un'iniezione a settimana, per 3 settimane consecutive su 4. Ridurre il dosaggio all'inizio o durante il ciclo di somministrazione sulla base del grado della tossicita' accusata dal paziente. >>Cancro del polmone non a piccole cellule.Monoterapia: 1000 mg/m^2 di superficie corporea somministrata tramiteun'infusione endovenosa della durata di 30 minuti che deve essere ripetuta una volta la settimana per 3 settimane, facendo seguire una pausa di una settimana. Questo ciclo della durata di quattro settimane viene poi ripetuto. Ridurre la dose all'inizio o durante il ciclo di somministrazione sulla base del grado della tossicita' accusata dal paziente. Terapia d'associazione: 1250 mg/m^2 di superficie corporea somministrata tramite un'infusione endovenosa della durata di 30 minuti il primo e l'ottavo giorno del ciclo di trattamento (21 giorni). La dose del farmaco puo' essere ridotta all'inizio o durante il ciclo di somministrazione sulla base del grado della tossicita' accusata dal paziente.Il cisplatino e' stato impiegato a dosi comprese tra 75 e 100 mg/m^2 una volta ogni 3 settimane. >>Cancro della mammella: nella terapia d'associazione di gemcitabina e paclitaxel, la somministrazione deve avvenire tramite l'infusione endovenosa (di circa 3 ore) di paclitaxel (175 mg/m^2) il primo giorno, seguita dall'infusione endovenosa (di 30 minuti) di gemcitabina (1250 mg/m^2) il primo e l'ottavo giorno di ciascun ciclo di 21 giorni. La dose del farmaco puo' essere ridotta all'inizio o durante il ciclo di somministrazione sulla base del grado della tossicita' accusata dal paziente. Prima dell'inizio della terapia combinata con gemcitabina e paclitaxel, la conta assoluta dei granulociti deve essere pari ad almeno 1500 (x 10^6/l). >>Cancro ovarico: nella terapia d'associazione di gemcitabina e carboplatino 1000 mg/m^2 di gemcitabina il primo e l'ottavo giorno di ciascun ciclo di 21 giorni tramite un'infusione endovenosa della durata di 30 minuti. Dopo la gemcitabina, il carboplatino verra' somministrato il primo giorno coerentemente con un valore target dell'area sotto la curva (AUC) di 4,0 mg/ml min. Il dosaggio del farmaco puo' essere ridotto all'inizio o durante ciascun ciclo sulla base del grado della tossicita' accusata dal paziente. >>Monitoraggio della tossicita' e correzione della dose in seguito atossicita': la dose del farmaco puo' essere ridotta all'inizio o durante il ciclo di somministrazione sulla base del grado della tossicita'accusata dal paziente. In generale, in caso di tossicita' non ematologica grave (grado 3 o 4), con eccezione della nausea/vomito, e' necessario sospendere la terapia o diminuire la dose di gemcitabina. Il trattamento deve quindi essere sospeso. >>Correzione della dose a causa ditossicita' ematologica. Inizio del ciclo: sottoporre il paziente al controllo della conta delle piastrine e dei granulociti prima della somministrazione di ciascuna dose. Prima dell'inizio di ciascun ciclo il paziente deve avere una conta assoluta dei granulociti pari ad almeno 1500 (x 10^6/l) e una conta delle piastrine pari a 100.000 (x 10^6/l).Durante il ciclo. Correzione della dose di gemcitabina durante un ciclo di trattamento del cancro della vescica, del carcinoma del polmone non a piccole cellule e del cancro del pancreas, nell'ambito di un regime monoterapico o d'associazione con cisplatino. Conta assoluta dei granulociti: > 1.000 x 10^6/l e conta delle piastrine > 100.000 x 10^6/l percentuale della dose 100 %; conta assoluta dei granulociti: 500 -1000 x 10^6/l oppure conta delle piastrine 50.000-100.000 x 10^6/l percentuale della dose 75 %; conta assoluta dei granulociti 1500 (x 10^6/l) e conta delle piastrine >= 100.000 (x 10^6/l) percentuale della dose 100 %; conta assoluta dei granulociti 1000-1500 (x 10^6/l) oppure conta delle piastrine 75.000-100.000 (x 10^6/l) percentuale della dose 50 %; conta assoluta dei granulociti 1500 x 10^6/l e conta delle piastrine >=100.000 x 10^6/l percentuale della dose 100%; conta assoluta dei granulociti 1000- 1500 x 10^6/l oppure 75.000-100.000 x 10^6/l percentuale della dose 50%; conta assoluta dei granulociti 65 anni): la gemcitabina si e' dimostrata ben tollerata. Pazienti pediatrici (<18 anni): la gemcitabina non ha indicazione per l'uso nei pazienti pediatrici.

CONSERVAZIONEMedicinale confezionato per la vendita: non conservare a temperature superiori a 25 gradi C. Non refrigerare o congelare.AVVERTENZEIl prolungamento del tempo d'infusione e l'incremento della frequenzadi somministrazione hanno dimostrato d'aumentare la tossicita' della gemcitabina. Tossicita' ematologica: la gemcitabina puo' causare una soppressione midollare che si manifesta come leucopenia, trombocitopenia e anemia. Nei pazienti trattati con gemcitabina, prima della somministrazione di ciascuna dose deve essere effettuato il controllo della conta delle piastrine, dei leucociti e dei granulociti. Alla diagnosi di una depressione midollare indotta dal farmaco e' necessario considerare la possibilita' di sospendere o modificare la terapia. La mielosoppressione, tuttavia, si dimostra di breve durata, solitamente non induce la riduzione della dose e raramente comporta l'interruzione della terapia. La conta ematica periferica puo' continuare ad abbassarsi dopola sospensione del farmaco. Nei pazienti con compromissione della funzione midollare, il trattamento deve essere avviato con cautela. Nell'associazione della gemcitabina con un'altra chemioterapia, e' necessario considerare il rischio di soppressione midollare cumulativa. Insufficienza epatica: la somministrazione di gemcitabina nei pazienti con contemporanee metastasi epatiche o una storia clinica pregressa di epatite, alcolismo o cirrosi epatica puo' portare all'esacerbazione dell'insufficienza epatica soggiacente. Periodicamente deve essere effettuata la valutazione della funzione epatica e renale tramite test di laboratorio (compresi test virologici). La gemcitabina deve essere impiegata con cautela nei soggetti con insufficienza epatica o con una compromissione della funzione renale in quanto non sono disponibili dati sufficienti dagli studi clinici che consentano di formulare chiare raccomandazioni posologiche per questa popolazione di pazienti. Radioterapia concomitante: e' stata segnalata tossicita'. Vaccini vivi: l'uso del vaccino della febbre gialla e di altri vaccini vivi attenuati non e' raccomandato nei pazienti trattati con gemcitabina. Patologie cardiovascolari: a causa della possibile insorgenza di disturbi cardiaci e/o vascolari in associazione con la terapia con gemcitabina, e' necessario adoperare particolare cautela nel trattamento dei soggetti con anamnesidi eventi cardiovascolari. Patologie polmonari: in associazione con la terapia con gemcitabina sono state segnalate conseguenze a carico dei polmoni, talvolta gravi, (edema polmonare, polmonite interstiziale esindrome da stress respiratorio acuto (ARDS) dell'adulto) la cui eziologia, tuttavia, non e' nota. Qualora si assista allo sviluppo degli effetti sopra menzionati, e' necessario prendere in considerazione l'interruzione della terapia. L'impiego tempestivo di misure di supporto puo' altresi' aiutare a migliorare la condizione del paziente. Patologie renali: nei pazienti in trattamento con gemcitabina sono stati raramente segnalati reperti clinici coerenti con una sindrome uremico- emolitica. Il trattamento con gemcitabina deve essere sospeso in presenza dei primi segni di anemia emolitica microangiopatica, quali rapido calo dei valori dell'emoglobina con concomitante trombocitopenia, aumentodi bilirubina sierica, creatinina sierica, urea o LDH. L'insufficienza renale puo' essere irreversibile, anche con la sospensione della terapia, e si puo' rendere necessario il ricorso alla dialisi. Fertilita': negli studi sulla fertilita', la gemcitabina ha dimostrato di causare un'ipospermatogenesi nei topi maschi, pertanto si consiglia ai soggetti maschi in trattamento con gemcitabina di non concepire un figlio durante e fino a 6 mesi dopo la terapia e di richiedere un consulto sulla crioconservazione dello sperma prima di procedere al trattamento a causa della possibile infertilita' indotta dalla gemcitabina. Gemcitabina contiene 21,49 mg (0,93 mmol), 500 mg contiene 53,74 mg (2,34 mmol) e 1000 mg contiene 107,47 mg (4,67 mmol) di sodio per ogni flaconcino.INTERAZIONINon sono stati condotti studi specifici sulle eventuali interazioni. Radioterapia Concomitante (somministrata contemporaneamente o a distanza di <=7 giorni): la tossicita' associata a questa terapia multimodale dipende da numerosi e diversi fattori tra cui la dose di gemcitabina, la frequenza di somministrazione della gemcitabina, la dose di radiazioni, il piano di trattamento radioterapico, il tipo e il volume di tessuto trattato. Gli studi clinici e preclinici hanno mostrato che la gemcitabina esercita un'azione radiosensibilizzante. In uno studio singolo, in cui la gemcitabina e' stata somministrata alla dose di 1000 mg/m^2fino a 6 settimane consecutive contemporaneamente a irradiazione toracica in pazienti con cancro del polmone non a piccole cellule, e' stata osservata una tossicita' significativa manifestatasi sotto formadi una mucosite grave e potenzialmente fatale (soprattutto esofagite e polmonite), in particolare nei soggetti sottoposti a radioterapia suvolumi estesi (volumi medi di trattamento di 4795 cm^3). Gli studi condotti successivamente, tuttavia, hanno suggerito che a dosi inferiorila gemcitabina puo' essere somministrata contemporaneamente alla radioterapia con una tossicita' prevedibile, come rilevato, ad esempio, inuno studio di fase II sul cancro del polmone non a piccole cellule incui e' stata effettuata una radioterapia toracica alla dose di 66 Gy contemporaneamente al trattamento con gemcitabina (600 mg/m^2, quattrovolte) e cisplatino (80 mg/m^2, due volte) per un periodo di 6 settimane. In ogni caso, il regime ottimale che garantisca la somministrazione sicura della gemcitabina contemporaneamente a una radioterapia a dosi terapeutiche non e' stato ancora stabilito in tutti i tipi di tumore. Non concomitante (somministrata a distanza di >7 giorni): l'analisidei dati non indica alcun incremento della tossicita' nel caso di unasomministrazione della gemcitabina a distanza di oltre 7 giorni dallaradioterapia (prima o dopo), a parte la cosiddetta radiation recall (reazione cutanea indotta dalla chemioterapia a seguito della terapia radiante). I dati suggeriscono che la gemcitabina puo' essere iniziata dopo che gli effetti acuti della radiazione si sono risolti o almeno una settimana dopo l'irradiazione. Sui tessuti bersaglio della radioterapia sono stati rilevati effetti da radiazione quali esofagite, colitee polmonite sia in associazione sia in assenza di una terapia concomitante con gemcitabina. A causa del rischio d'insorgenza di malattie sistemiche con un potenziale rischio di decesso, si sconsiglia l'uso delvaccino della febbre gialla e di altri vaccini con virus vivo attenuato, specialmente nei pazienti immunodepressi.EFFETTI INDESIDERATIGli effetti indesiderati da farmaco piu' comunemente segnalati in associazione con gemcitabina sono: nausea, con o senza vomito, aumento delle transaminasi epatiche (AST/ALT) e della fosfatasi alcalina, proteinuria ed ematuria, dispnea, eruzioni cutanee di tipo allergico associate a prurito nel 10% dei soggetti. La frequenza e la gravita' degli effetti indesiderati sono influenzate dalla dose, dalla velocita' di infusione e dagli intervalli di somministrazione del farmaco. Gli effettiindesiderati dose-limitanti, sono costituiti dalla riduzione del numero di piastrine, leucociti e granulociti. Dati dagli studi clinici Le frequenze degli effetti indesiderati sono definite come: molto comuni (>=1/10), comuni (>=1/100 a =1/1.000 a =1/10.000 a >Esperienza post-marketing. Patologie del sistema nervoso: accidente cerebrovascolare. Patologie cardiache: aritmia, soprattutto di natura sopraventricolare, insufficienza cardiaca. Patologie vascolari:segni clinici di gangrena e vasculite periferica. Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche: edema polmonare, sindrome da stress respiratorio acuto dell'adulto. Patologie gastrointestinali: colite ischemica. Patologie epatobiliari: grave epatotossicita' tra cui insufficienza epatica e decesso. Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo: gravi reazioni cutanee tra cui eruzioni a carattere desquamativo e bolloso, sindrome di Lyell e di Steven Johnson. Patologie renali e urinarie: insufficienza renale, sindrome uremica emolitica, lesioni, avvelenamento e complicanze legate alla procedura. Radiation recall (reazioni cutanee indotte dalla chemioterapia a seguito della radioterapia).Terapia di associazione nel cancro della mammella La frequenza di tossicita' ematologiche di grado 3 e 4, specialmente della neutropenia, aumenta con l'impiego della gemcitabina in associazione con il paclitaxel. Tuttavia, l'incremento di tali effetti indesiderati non si lega a una crescita dell'incidenza d'infezioni o di eventi emorragici. Affaticamento e neutropenia febbrile si manifestano con maggiore frequenza quando la gemcitabina e' impiegata in associazione con il paclitaxel. L'affaticamento, che non si coniuga ad anemia, scompare solitamente dopo il primo ciclo. Effetti indesiderati di grado 3 e 4 Paclitaxel vs. gemcitabina piu' paclitaxel. Relativi ad esami di laboratorio: anemia,trombocitopenia, neutropenia. Non relativi ad esami di laboratorio: neutropenia febbrile, affaticamento, diarrea, neuropatia motoria, neuropatia sensoriale. >>Terapia di associazione nel cancro della vescica. Effetti indesiderati di grado 3 e 4 MVAC vs. gemcitabina piu' paclitaxel. Relativi ad esami di laboratorio: anemia, trombocitopenia. Non relativi ad esami di laboratorio: nausea e vomito, diarrea, infezioni, stomatite. >>Terapia d'associazione nel cancro dell'ovaio. Effetti indesiderati di grado 3 e 4 Carboplatino vs. gemcitabina piu' carboplatino. Relativi ad esami di laboratorio: anemia, neutropenia, trombocitopenia, leucopenia. Non relativi ad esami di laboratorio: emorragia, neutropenia febbrile, infezione in assenza di neutropenia. La neuropatia sensoriale si e' dimostrata piu' frequente nel braccio della terapia di associazione rispetto a quello della monoterapia con carboplatino.

GRAVIDANZA E ALLATTAMENTONon sono disponibili dati sull'uso della gemcitabina nelle pazienti in gravidanza. Gli studi condotti su animali, tuttavia, hanno evidenziato una tossicita' riproduttiva del prodotto. In base ai risultati degli studi animali e al meccanismo di azione della gemcitabina, la sostanza non deve essere utilizzata durante la gravidanza, se non in caso diassoluta necessita'. Alle donne in eta' fertile deve essere consigliato di evitare gravidanze durante la terapia con gemcitabina e, nell'eventualita', di informare immediatamente il proprio medico. Non e' notose la gemcitabina sia escreta nel latte materno e gli effetti indesiderati sul lattante non possono essere esclusi, pertanto durante la terapia con la gemcitabina l'allattamento deve essere sospeso. Negli studi sulla fertilita', la gemcitabina ha dimostrato di causare un'ipospermatogenesi nei topi maschi. Si consiglia quindi ai soggetti maschi in trattamento con gemcitabina di non concepire un figlio durante e fino a 6 mesi dopo la terapia e di richiedere inoltre un consulto sulla crioconservazione dello sperma prima di procedere al trattamento, a causadella possibile infertilita' indotta dalla gemcitabina.

Effetti indesiderati

Gli effetti indesiderati da farmaco piu' comunemente segnalati in associazione con gemcitabina sono: nausea, con o senza vomito, aumento delle transaminasi epatiche (AST/ALT) e della fosfatasi alcalina, proteinuria ed ematuria, dispnea, eruzioni cutanee di tipo allergico associate a prurito nel 10% dei soggetti. La frequenza e la gravita' degli effetti indesiderati sono influenzate dalla dose, dalla velocita' di infusione e dagli intervalli di somministrazione del farmaco. Gli effettiindesiderati dose-limitanti, sono costituiti dalla riduzione del numero di piastrine, leucociti e granulociti. Dati dagli studi clinici Le frequenze degli effetti indesiderati sono definite come: molto comuni (>=1/10), comuni (>=1/100 a =1/1.000 a =1/10.000 a >Esperienza post-marketing. Patologie del sistema nervoso: accidente cerebrovascolare. Patologie cardiache: aritmia, soprattutto di natura sopraventricolare, insufficienza cardiaca. Patologie vascolari:segni clinici di gangrena e vasculite periferica. Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche: edema polmonare, sindrome da stress respiratorio acuto dell'adulto. Patologie gastrointestinali: colite ischemica. Patologie epatobiliari: grave epatotossicita' tra cui insufficienza epatica e decesso. Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo: gravi reazioni cutanee tra cui eruzioni a carattere desquamativo e bolloso, sindrome di Lyell e di Steven Johnson. Patologie renali e urinarie: insufficienza renale, sindrome uremica emolitica, lesioni, avvelenamento e complicanze legate alla procedura. Radiation recall (reazioni cutanee indotte dalla chemioterapia a seguito della radioterapia).Terapia di associazione nel cancro della mammella La frequenza di tossicita' ematologiche di grado 3 e 4, specialmente della neutropenia, aumenta con l'impiego della gemcitabina in associazione con il paclitaxel. Tuttavia, l'incremento di tali effetti indesiderati non si lega a una crescita dell'incidenza d'infezioni o di eventi emorragici. Affaticamento e neutropenia febbrile si manifestano con maggiore frequenza quando la gemcitabina e' impiegata in associazione con il paclitaxel. L'affaticamento, che non si coniuga ad anemia, scompare solitamente dopo il primo ciclo. Effetti indesiderati di grado 3 e 4 Paclitaxel vs. gemcitabina piu' paclitaxel. Relativi ad esami di laboratorio: anemia,trombocitopenia, neutropenia. Non relativi ad esami di laboratorio: neutropenia febbrile, affaticamento, diarrea, neuropatia motoria, neuropatia sensoriale. >>Terapia di associazione nel cancro della vescica. Effetti indesiderati di grado 3 e 4 MVAC vs. gemcitabina piu' paclitaxel. Relativi ad esami di laboratorio: anemia, trombocitopenia. Non relativi ad esami di laboratorio: nausea e vomito, diarrea, infezioni, stomatite. >>Terapia d'associazione nel cancro dell'ovaio. Effetti indesiderati di grado 3 e 4 Carboplatino vs. gemcitabina piu' carboplatino. Relativi ad esami di laboratorio: anemia, neutropenia, trombocitopenia, leucopenia. Non relativi ad esami di laboratorio: emorragia, neutropenia febbrile, infezione in assenza di neutropenia. La neuropatia sensoriale si e' dimostrata piu' frequente nel braccio della terapia di associazione rispetto a quello della monoterapia con carboplatino.

GRAVIDANZA E ALLATTAMENTONon sono disponibili dati sull'uso della gemcitabina nelle pazienti in gravidanza. Gli studi condotti su animali, tuttavia, hanno evidenziato una tossicita' riproduttiva del prodotto. In base ai risultati degli studi animali e al meccanismo di azione della gemcitabina, la sostanza non deve essere utilizzata durante la gravidanza, se non in caso diassoluta necessita'. Alle donne in eta' fertile deve essere consigliato di evitare gravidanze durante la terapia con gemcitabina e, nell'eventualita', di informare immediatamente il proprio medico. Non e' notose la gemcitabina sia escreta nel latte materno e gli effetti indesiderati sul lattante non possono essere esclusi, pertanto durante la terapia con la gemcitabina l'allattamento deve essere sospeso. Negli studi sulla fertilita', la gemcitabina ha dimostrato di causare un'ipospermatogenesi nei topi maschi. Si consiglia quindi ai soggetti maschi in trattamento con gemcitabina di non concepire un figlio durante e fino a 6 mesi dopo la terapia e di richiedere inoltre un consulto sulla crioconservazione dello sperma prima di procedere al trattamento, a causadella possibile infertilita' indotta dalla gemcitabina.

Indicazioni

Trattamento del cancro della vescica localmente avanzato o metastatico; trattamento dei pazienti con adenocarcinoma pancreatico localmente avanzato o metastatico; in associazione con cisplatino, e' indicata nel trattamento di prima linea dei pazienti con cancro del polmone non apiccole cellule localmente avanzato o metastatico. La monoterapia congemcitabina puo' essere un'opzione da valutare nei pazienti anziani onei soggetti con un performance status uguale a 2; trattamento delle pazienti con carcinoma ovarico epiteliale localmente avanzato o metastatico, in associazione con carboplatino, nei soggetti con malattia recidivante dopo un intervallo libero da recidiva di almeno 6 mesi in seguito a terapia di prima linea con un preparato a base di platino; in associazione con paclitaxel, e' indicata nel trattamento delle pazienticon cancro della mammella non resecabile, localmente ricorrente o metastatico, con malattia recidivante dopo chemioterapia adiuvante/neoadiuvante. A meno di controindicazioni di tipo clinico, la chemioterapia precedentemente effettuata deve aver compreso un'antraciclina.

Controindicazioni ed effetti secondari

Ipersensibilita' al principio attivo o a uno qualsiasi degli eccipienti; allattamento.

Composizione ed Eccipienti

Sodio acetato triidrato, sodio idrossido, acqua per iniezioni.

Avvertenze

Il prolungamento del tempo d'infusione e l'incremento della frequenzadi somministrazione hanno dimostrato d'aumentare la tossicita' della gemcitabina. Tossicita' ematologica: la gemcitabina puo' causare una soppressione midollare che si manifesta come leucopenia, trombocitopenia e anemia. Nei pazienti trattati con gemcitabina, prima della somministrazione di ciascuna dose deve essere effettuato il controllo della conta delle piastrine, dei leucociti e dei granulociti. Alla diagnosi di una depressione midollare indotta dal farmaco e' necessario considerare la possibilita' di sospendere o modificare la terapia. La mielosoppressione, tuttavia, si dimostra di breve durata, solitamente non induce la riduzione della dose e raramente comporta l'interruzione della terapia. La conta ematica periferica puo' continuare ad abbassarsi dopola sospensione del farmaco. Nei pazienti con compromissione della funzione midollare, il trattamento deve essere avviato con cautela. Nell'associazione della gemcitabina con un'altra chemioterapia, e' necessario considerare il rischio di soppressione midollare cumulativa. Insufficienza epatica: la somministrazione di gemcitabina nei pazienti con contemporanee metastasi epatiche o una storia clinica pregressa di epatite, alcolismo o cirrosi epatica puo' portare all'esacerbazione dell'insufficienza epatica soggiacente. Periodicamente deve essere effettuata la valutazione della funzione epatica e renale tramite test di laboratorio (compresi test virologici). La gemcitabina deve essere impiegata con cautela nei soggetti con insufficienza epatica o con una compromissione della funzione renale in quanto non sono disponibili dati sufficienti dagli studi clinici che consentano di formulare chiare raccomandazioni posologiche per questa popolazione di pazienti. Radioterapia concomitante: e' stata segnalata tossicita'. Vaccini vivi: l'uso del vaccino della febbre gialla e di altri vaccini vivi attenuati non e' raccomandato nei pazienti trattati con gemcitabina. Patologie cardiovascolari: a causa della possibile insorgenza di disturbi cardiaci e/o vascolari in associazione con la terapia con gemcitabina, e' necessario adoperare particolare cautela nel trattamento dei soggetti con anamnesidi eventi cardiovascolari. Patologie polmonari: in associazione con la terapia con gemcitabina sono state segnalate conseguenze a carico dei polmoni, talvolta gravi, (edema polmonare, polmonite interstiziale esindrome da stress respiratorio acuto (ARDS) dell'adulto) la cui eziologia, tuttavia, non e' nota. Qualora si assista allo sviluppo degli effetti sopra menzionati, e' necessario prendere in considerazione l'interruzione della terapia. L'impiego tempestivo di misure di supporto puo' altresi' aiutare a migliorare la condizione del paziente. Patologie renali: nei pazienti in trattamento con gemcitabina sono stati raramente segnalati reperti clinici coerenti con una sindrome uremico- emolitica. Il trattamento con gemcitabina deve essere sospeso in presenza dei primi segni di anemia emolitica microangiopatica, quali rapido calo dei valori dell'emoglobina con concomitante trombocitopenia, aumentodi bilirubina sierica, creatinina sierica, urea o LDH. L'insufficienza renale puo' essere irreversibile, anche con la sospensione della terapia, e si puo' rendere necessario il ricorso alla dialisi. Fertilita': negli studi sulla fertilita', la gemcitabina ha dimostrato di causare un'ipospermatogenesi nei topi maschi, pertanto si consiglia ai soggetti maschi in trattamento con gemcitabina di non concepire un figlio durante e fino a 6 mesi dopo la terapia e di richiedere un consulto sulla crioconservazione dello sperma prima di procedere al trattamento a causa della possibile infertilita' indotta dalla gemcitabina. Gemcitabina contiene 21,49 mg (0,93 mmol), 500 mg contiene 53,74 mg (2,34 mmol) e 1000 mg contiene 107,47 mg (4,67 mmol) di sodio per ogni flaconcino.

Gravidanza e Allattamento

Non sono disponibili dati sull'uso della gemcitabina nelle pazienti in gravidanza. Gli studi condotti su animali, tuttavia, hanno evidenziato una tossicita' riproduttiva del prodotto. In base ai risultati degli studi animali e al meccanismo di azione della gemcitabina, la sostanza non deve essere utilizzata durante la gravidanza, se non in caso diassoluta necessita'. Alle donne in eta' fertile deve essere consigliato di evitare gravidanze durante la terapia con gemcitabina e, nell'eventualita', di informare immediatamente il proprio medico. Non e' notose la gemcitabina sia escreta nel latte materno e gli effetti indesiderati sul lattante non possono essere esclusi, pertanto durante la terapia con la gemcitabina l'allattamento deve essere sospeso. Negli studi sulla fertilita', la gemcitabina ha dimostrato di causare un'ipospermatogenesi nei topi maschi. Si consiglia quindi ai soggetti maschi in trattamento con gemcitabina di non concepire un figlio durante e fino a 6 mesi dopo la terapia e di richiedere inoltre un consulto sulla crioconservazione dello sperma prima di procedere al trattamento, a causadella possibile infertilita' indotta dalla gemcitabina.

Interazioni con altri prodotti

Non sono stati condotti studi specifici sulle eventuali interazioni. Radioterapia Concomitante (somministrata contemporaneamente o a distanza di <=7 giorni): la tossicita' associata a questa terapia multimodale dipende da numerosi e diversi fattori tra cui la dose di gemcitabina, la frequenza di somministrazione della gemcitabina, la dose di radiazioni, il piano di trattamento radioterapico, il tipo e il volume di tessuto trattato. Gli studi clinici e preclinici hanno mostrato che la gemcitabina esercita un'azione radiosensibilizzante. In uno studio singolo, in cui la gemcitabina e' stata somministrata alla dose di 1000 mg/m^2fino a 6 settimane consecutive contemporaneamente a irradiazione toracica in pazienti con cancro del polmone non a piccole cellule, e' stata osservata una tossicita' significativa manifestatasi sotto formadi una mucosite grave e potenzialmente fatale (soprattutto esofagite e polmonite), in particolare nei soggetti sottoposti a radioterapia suvolumi estesi (volumi medi di trattamento di 4795 cm^3). Gli studi condotti successivamente, tuttavia, hanno suggerito che a dosi inferiorila gemcitabina puo' essere somministrata contemporaneamente alla radioterapia con una tossicita' prevedibile, come rilevato, ad esempio, inuno studio di fase II sul cancro del polmone non a piccole cellule incui e' stata effettuata una radioterapia toracica alla dose di 66 Gy contemporaneamente al trattamento con gemcitabina (600 mg/m^2, quattrovolte) e cisplatino (80 mg/m^2, due volte) per un periodo di 6 settimane. In ogni caso, il regime ottimale che garantisca la somministrazione sicura della gemcitabina contemporaneamente a una radioterapia a dosi terapeutiche non e' stato ancora stabilito in tutti i tipi di tumore. Non concomitante (somministrata a distanza di >7 giorni): l'analisidei dati non indica alcun incremento della tossicita' nel caso di unasomministrazione della gemcitabina a distanza di oltre 7 giorni dallaradioterapia (prima o dopo), a parte la cosiddetta radiation recall (reazione cutanea indotta dalla chemioterapia a seguito della terapia radiante). I dati suggeriscono che la gemcitabina puo' essere iniziata dopo che gli effetti acuti della radiazione si sono risolti o almeno una settimana dopo l'irradiazione. Sui tessuti bersaglio della radioterapia sono stati rilevati effetti da radiazione quali esofagite, colitee polmonite sia in associazione sia in assenza di una terapia concomitante con gemcitabina. A causa del rischio d'insorgenza di malattie sistemiche con un potenziale rischio di decesso, si sconsiglia l'uso delvaccino della febbre gialla e di altri vaccini con virus vivo attenuato, specialmente nei pazienti immunodepressi.

Forme Farmacologiche


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Conservazione del prodotto

Medicinale confezionato per la vendita: non conservare a temperature superiori a 25 gradi C. Non refrigerare o congelare.