gemcitabina kabi*inf fl 200mg gemcitabina fresenius kabi italia srl
Che cosa è gemcitabina kabi inf fl 200mg?
Gemcitabina kabi preparazione iniettabile prodotto da
fresenius kabi italia srl
è un farmaco generico della categoria
farmaci preconfezionati prodotti industrialmente - generici
che appartiene alla fascia H che comprende i farmaci di esclusivo uso ospedaliero, non vendibili ai cittadini presso le farmacie aperte al pubblico, ma utilizzabili o distribuibili solo nell'ambito delle strutture sanitarie pubbliche .
Gemcitabina kabi risulta
non in commercio nelle farmacie italiane
E' utilizzato per la cura di analoghi della pirimidina.
Contiene i principi attivi:
gemcitabina cloridrato
Composizione Qualitativa e Quantitativa: gemcitabina.
Codice AIC: 039884010
Codice EAN: 0
Informazioni e Indicazioni, a cosa serve?
La gemcitabina, in combinazione con cisplatino, e' indicata nel trattamento di pazienti con carcinoma della vescica localmente avanzato o metastatico. La gemcitabina e' indicata nel trattamento di pazienti conadenocarcinoma del pancreas localmente avanzato o metastatico. La gemcitabina, in combinazione con cisplatino e' indicata nel trattamento di prima linea di pazienti con carcinoma polmonare non a piccole cellule (NSCLC) localmente avanzato o metastatico. La gemcitabina in monoterapia puo' essere considerata in pazienti anziani o con performance status uguale a 2. La gemcitabina in combinazione con carboplatino e' indicata nel trattamento di pazienti con carcinoma dell'epitelio dell'ovaio localmente avanzato o metastatico che hanno recidivato almeno 6 mesi dopo terapia di prima linea con platino. La gemcitabina, in combinazione con paclitaxel, e' indicata nel trattamento di pazienti con carcinoma della mammella non resecabile localmente ricorrente o metastaticoche hanno recidivato dopo chemioterapia adiuvante e/o neoadiuvante. La precedente chemioterapia deve aver incluso una antraciclina a meno che questa non fosse controindicata.
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Posologia
Carcinoma della vescica: 1000 mg/m^2, per infusione in 30 minuti. In combinazione con cisplatino somministrare la dose nei giorni 1, 8 e 15di ciascun ciclo di 28 giorni. La dose generalmente raccomandata e' di 70 mg/m^2, da somministrare il giorno seguente la somministrazione di gemcitabina oppure il giorno 2 di ciascun ciclo di 28 giorni. Questociclo di 4 settimane puo' essere ripetuto. La riduzione del dosaggio nell'ambito di un ciclo o durante cicli successivi di terapia puo' essere effettuata in base al grado di tossicita' causata dal farmaco nel paziente. Carcinoma del pancreas: 1.000 mg/m^2, per via endovenosa in 30 minuti, una volta a settimana per 7 settimane consecutive facendo poi seguire una settimana di riposo. I cicli successivi dovranno consistere di somministrazioni una volta a settimana per 3 settimane consecutive su 4 settimane. La riduzione del dosaggio puo' essere effettuata in base al grado di tossicita' causata dal farmaco nel paziente. >>Carcinoma del polmone non a piccole cellule. Gemcitabina in monoterapia: 1.000 mg/m^2, per via endovenosa in 30 minuti, una volta a settimana per 3 settimane consecutive facendo poi seguire una settimana di riposo. Questo ciclo di 4 settimane puo' essere ripetuto. La riduzione del dosaggio puo' essere effettuata in base al grado di tossicita' causata dal farmaco nel paziente. Gemcitabina in combinazione: 1.250 mg/m^2, per via endovenosa in 30 minuti, nei giorni 1 e 8 di ciascun ciclo di 21 giorni. La riduzione del dosaggio puo' essere effettuata in base al grado di tossicita' causata dal farmaco nel paziente. La dose generalmente consigliata e' di 75-100 mg/m^2, da somministrare una volta ogni 3 settimane. Carcinoma della mammella: gemcitabina in combinazione conpaclitaxel e' raccomandata somministrando paclitaxel (175 mg/m^2) perinfusione endovenosa della durata di circa 3 ore il giorno 1, seguitada gemcitabina (1.250 mg/m^2) per infusione endovenosa della durata di 30 minuti nei giorni 1 e 8 di ciascun ciclo di 21 giorni. La riduzione del dosaggio puo' essere effettuata in base al grado di tossicita' causata dal farmaco nel paziente. I pazienti devono avere una conta assoluta dei granulociti di almeno 1.500 (x 10^6/l) prima di iniziare lasomministrazione di gemcitabina associata a paclitaxel. Carcinoma dell'ovaio: la dose di gemcitabina consigliata in combinazione con carboplatino e' di 1.000 mg/m^2, da somministrare per infusione endovenosa in 30 minuti, nei giorni 1 e 8 di ciascun ciclo di 21 giorni. Il carboplatino verra' somministrato dopo la gemcitabina il giorno 1 in modo tale da raggiungere una AUC di 4,0 mg/ml per minuto. La riduzione del dosaggio puo' essere effettuata in base al grado di tossicita' causata dal farmaco sul paziente. Variazione del dosaggio dovuta a tossicita' non ematologica: effettuare una visita medica periodica e controlli della funzionalita' renale ed epatica per accertare una tossicita' non ematologica. In base al grado di tossicita' presentato dal paziente puo'essere attuata una riduzione del dosaggio ogni ciclo o nell'ambito diun solo ciclo. In generale, per una tossicita' non ematologica grave (grado 3 o 4), con eccezione per la nausea/vomito, la terapia con sospendere o ridurre gemcitabina. Sospendere le dosi fino a quando, la tossicita' non sia risolta. Variazione del dosaggio dovuta a tossicita' ematologica: in tutte le indicazioni, prima della somministrazione di ogni dose monitorare il paziente per quanto riguarda la conta dei granulociti e delle piastrine. I pazienti devono avere una conta dei granulociti in valore assoluto di almeno 1.500 (x 10^6/l) e una conta delle piastrine di 100.000 (x 10^6/l) prima dell'inizio di un ciclo. Variazioni del dosaggio di gemcitabina nell'ambito di un ciclo per il carcinoma della vescica, NSCLC e il carcinoma del pancreas, somministrata in monoterapia o in associazione con cisplatino: valore assoluto della conta dei granulociti > 1.000 (x 10^6/1) e conta delle piastrine > 100.000 (x 10^6/1): percentuale del dosaggio 100%; valore assoluto della conta dei granulociti 500-1.000 (x 10^6/1) o conta delle piastrine 50.000-100.000 ( x 10^6/1): percentuale del dosaggio 75%; valore assoluto della conta dei granulociti < 500 (x 10^6/1) o conta delle piastrine < 50.000 (x 10^6/1): omettere la dose, l'omissione non sarà riconsiderata prima che il valore assoluto della conta dei granulociti raggiunga almeno 500 (x 10^6/l) e la conta delle piastrine torni a 50.000 (x 10^6/l). Variazioni del dosaggio di gemcitabina nell'ambito di un ciclo per il carcinoma della mammella, somministrata in associazione con paclitaxel: valore assoluto della conta dei granulociti >= 1.200 (x 10^6/1)e conta delle piastrine > 75.000 (x 10^6/1): percentuale del dosaggio100%; valore assoluto della conta dei granulociti 1000- < 1.200 (x 10^6/1) o conta delle piastrine 50.000-75.000 (x 10^6/1): percentuale del dosaggio 75%; valore assoluto della conta dei granulociti 700- < 1000 (x 10^6/1) e conta delle piastrine >= 50.000 (x 10^6/1): percentualedel dosaggio 50%; valore assoluto della conta dei granulociti < 700 (x 10^6/1) o conta delle piastrine < 50.000 (x 10^6/1): omettere la dose, l'omissione non sarà rinconsiderata. Variazioni del dosaggio di gemcitabina nell'ambito di un ciclo per il carcinoma dell'ovaio, somministrata in associazione con carboplatino: valore assoluto della conta dei granulociti > 1.500 (x 10^6/1) e conta delle piastrine > 100.000 (x 10^6/1): percentuale della dose 100%; valore assoluto della conta dei granulociti 1.000-1.500 (x 10^6/1) o conta delle piastrine 75.000-100.000 (x 10^6/1): percentuale del dosaggio 50%; valore assoluto della conta dei granulociti < 1000 (x 10^6/1) o conta delle piastrine < 75.000: omettere la dose, l'omissione non sarà riconsiderata. Variazione deldosaggio dovuta a tossicita' ematologica in cicli successivi, in tutte le indicazioni: ridurre la dose al 75% della dose iniziale del primociclo, in presenza delle seguenti tossicita' ematologiche: valore assoluto della conta dei granulociti < 500 x 10^6/l per piu' di 5 giorni;valore assoluto della conta dei granulociti < 100 x 10^6/l per piu' di 3 giorni; neutropenia febbrile; piastrine < 25.000 x 10^6 /l; ritardo del ciclo di oltre una settimana a causa della tossicita'. Gemcitabina 38 mg/ml polvere per soluzione per infusione e' ben tollerata durante l'infusione. Se si verifica uno stravaso, interrompere immediatamente l'infusione e ricominciare in un altro vaso sanguigno. Monitorare attentamente il paziente dopo la somministrazione. Usare con cautela nei pazienti con insufficienza epatica o renale. E' stata ben tollerata in pazienti sopra i 65 anni di eta'. Non c'e' evidenza che indichi chenell'anziano siano necessari aggiustamenti della dose oltre a quelli gia' consigliati per tutti i pazienti. L'uso di gemcitabina nei pazienti sotto i 18 anni non e' raccomandato.
Effetti indesiderati
La frequenza e gravita' delle reazioni avverse sono influenzate dalladose, velocita' di infusione e intervalli tra le dosi. Una riduzione della conta delle piastrine, dei leucociti e dei granulociti sono reazioni avverse dose-limitanti. La frequenza e' definita come: molto comune (>= 1/10), comune (>= 1/100, < 1/10), non comune (>= 1/1.000, < 1/100), rara (>= 1/10.000, < 1/1.000), molto rara (< 1/10.000). Patologiedel sistema emolinfopoietico. Molto comune: leucopenia (Neutropenia di grado 3 = 19,3%; grado 4 = 6%), la riduzione della funzionalità midollare varia da lieve a moderata ed è più pronunciata per la conta dei granulociti, trombocitopenia, anemia; comune: neutropenia febbrile, molto raro: trombocitosi. Disturbi del sistema immunitario. Molto rara: reazione anafilattoide. Disturbi del metabolismo e della nutrizione. Comune: anoressia. Patologie del sistema nervoso. Comune: cefalea, insonnia, sonnolenza. Patologie cardiache. Rara: infarto del miocardio. Patologie vascolari. Rara: ipotensione. Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche. Molto comune: dispnea, di solito lieve e di rapida risoluzione senza trattamento; comune: tosse, rinite; non comune: polmonite interstiziale, broncospasmo di solito lieve e transitorio, può richiedere trattamento parenterale. Patologie gastrointestinali. Molto comune: vomito, nausea, comune: diarrea, stomatite e ulcerazione dellabocca stipsi. Patologie epatobiliari. Molto comune: aumento delle transaminasi epatiche (AST e ALT) e della fosfatasi alcalina; comune: aumento della bilirubina; rara: aumento della gamma-glutamiltrasferasi (GGT). Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo. Molto comune: eruzione cutanea allergica frequentemente associata a prurito Alopecia; comune: prurito, sudorazione; rara: ulcerazione, formazione di vescicole ed ulcere, desquamazione; molto rara: reazioni cutanee gravi, che includono desquamazione ed eruzioni bollose cutanee. Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo. Comune: mal di schiena, mialgia. Patologie renali e urinarie. Molto comune: ematuria, lieveproteinuria. Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione. Molto comune: sintomi simil-influenzali, i sintomi più comuni sono febbre, cefalea, tremori, mialgia, astenia e anoressia.Sono stati anche riportati tosse, rinite, malessere, perspirazione e difficoltà ad addormentarsi. Edema/edema periferico, incluso edema facciale. L'edema è di solito reversibile dopo interruzione del trattamento; comune: febbre, astenia, tremori; rara: reazioni nel sito d'iniezione - di natura tendenzialmente lieve. Traumatismo, avvelenamento e complicazioni da procedura. Tossicità da radiazioni. Patologie del sistema nervoso: ictus. Patologie cardiache: aritmie, essenzialmente di natura sopraventricolare, insufficienza cardiaca. Patologie vascolari: segni clinici di vasculite periferica e gangrena. Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche: edema polmonare, sindrome da distress respiratorio dell'adulto. Patologie gastrointestinali: colite ischemica. Patologie epatobiliari: grave tossicita' epatica, comprendente insufficienza epatica e morte. Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo: reazioni cutanee gravi, comprendenti desquamazione ed eruzioni cutanee bollose, sindrome di Lyell, sindrome di Stevens-Johnson. Patologierenali e urinarie: insufficienza renale, sindrome uremica emolitica. Traumatismo, avvelenamento e complicazioni da procedura: recall da radiazioni. Impiego in associazione nel tumore alla mammella: la frequenza di tossicita' ematologiche di grado 3 e 4, soprattutto neutropenia, aumenta quando la gemcitabina e' usata in associazione con paclitaxel.Tuttavia, l'aumento di queste reazioni avverse non si associa con un aumento dell'incidenza di infezioni o di eventi emorragici. L'affaticamento e la neutropenia febbrile si verificano con maggior frequenza quando la gemcitabina viene usata in associazione con paclitaxel. L'affaticamento, che non si associa ad anemia, si risolve abitualmente dopo il primo ciclo di terapia. >>Eventi avversi di grado 3 e 4 Paclitaxel versus gemcitabina in associazione a paclitaxel. Relativi ad analisi di laboratorio: anemia, trombocitopenia, neutropenia; non relativi ad analisi di laboratorio: neutropenia febbrile, affaticamento, diarrea, neutropenia motoria, neutropenia sensoriale. >>Impiego in associazione ne carcinoma della vescica. Relativi ad analisi di laboratorio: anemia, trombocitopenia; non relativi di analisi di laboratorio: nausea e vomito, diarrea, infezione, stomatite.>> Impiego in associazione nel carcinoma dell'ovaio. Relativi ad analisi di laboratorio: anemia, neutropenia, trombocitopenia, leucopenia; non relativi ad analisi di laboratorio: emorragia, neutropenia febbrile, infezione senza neutropenia. La neuropatia sensoriale è stata anche più frequente nel braccio di trattamento in associazione rispetto a quello con impiego del solo carboplatino.
Indicazioni
La gemcitabina, in combinazione con cisplatino, e' indicata nel trattamento di pazienti con carcinoma della vescica localmente avanzato o metastatico. La gemcitabina e' indicata nel trattamento di pazienti conadenocarcinoma del pancreas localmente avanzato o metastatico. La gemcitabina, in combinazione con cisplatino e' indicata nel trattamento di prima linea di pazienti con carcinoma polmonare non a piccole cellule (NSCLC) localmente avanzato o metastatico. La gemcitabina in monoterapia puo' essere considerata in pazienti anziani o con performance status uguale a 2. La gemcitabina in combinazione con carboplatino e' indicata nel trattamento di pazienti con carcinoma dell'epitelio dell'ovaio localmente avanzato o metastatico che hanno recidivato almeno 6 mesi dopo terapia di prima linea con platino. La gemcitabina, in combinazione con paclitaxel, e' indicata nel trattamento di pazienti con carcinoma della mammella non resecabile localmente ricorrente o metastaticoche hanno recidivato dopo chemioterapia adiuvante e/o neoadiuvante. La precedente chemioterapia deve aver incluso una antraciclina a meno che questa non fosse controindicata.
Controindicazioni ed effetti secondari
Ipersensibilita' al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti. Allattamento.
Composizione ed Eccipienti
Mannitolo (E 421), sodio acetato triidrato (E 262), acido cloridrico (E 507), sodio idrossido (E 524).
Avvertenze
Il prolungamento del tempo di infusione e un'aumentata frequenza di somministrazione possono determinare un aumento della tossicita' del farmaco. Tossicita' ematologica: la gemcitabina puo' determinare riduzione della funzionalita' midollare, come evidenziato dalla comparsa di leucopenia, trombocitopenia ed anemia. Nei pazienti in terapia con gemcitabina prima di ogni somministrazione devono essere effettuate la conta delle piastrine, dei leucociti e dei granulociti. In caso di riduzione della funzionalita' midollare secondaria alla somministrazione delfarmaco, dovrebbe essere valutata la possibilita' di modificare o interrompere la terapia. La riduzione della funzionalita' midollare e' dibreve durata e generalmente non richiede riduzioni di dosaggio e soloraramente puo' comportare interruzione del trattamento. La conta ematica periferica puo' continuare ad abbassarsi anche dopo interruzione della terapia. La terapia deve essere iniziata con cautela nei pazienticon funzionalita' midollare compromessa. Come per altri trattamenti con citotossici, quando la gemcitabina viene usata in combinazione con altri chemioterapici deve essere tenuta in considerazione la possibilita' di una riduzione della funzionalita' midollare cumulativa. La somministrazione di gemcitabina a pazienti con presenza di metastasi epatiche o con precedenti anamnestici di epatite, alcolismo o cirrosi epatica puo' condurre ad una esacerbazione dell'insufficienza epatica di base. Controlli della funzionalita' epatica e renale (comprendenti test virologici) devono essere effettuati periodicamente. La gemcitabina deve essere usata con cautela nei pazienti con insufficienza epatica o renale, in quanto le informazioni insufficienti provenienti da studi clinici non consentono di raccomandare una dose precisa per questa categoria di pazienti. E' stata riportata tossicita' in radioterapia concomitante (effettuata contemporaneamente o separatamente entro un intervallo di tempo <= a 7 giorni). Nei pazienti in trattamento con gemcitabina non sono consigliati il vaccino per la febbre gialla e altri vaccini vivi attenuati. A causa del rischio di patologie cardiache e/o vascolari con gemcitabina, si deve fare particolare attenzione nei pazientiche presentano una storia di eventi cardiovascolari. Manifestazioni polmonari, talvolta gravi (come l'edema polmonare, la polmonite interstiziale o la sindrome da distress respiratorio dell'adulto (ARDS)), sono state riscontrate durante terapia con gemcitabina. La causa di tali manifestazioni non e' nota. Se si verificano tali manifestazioni, considerare la possibilita' di interrompere il trattamento con gemcitabina. L'impiego tempestivo di misure di supporto adeguate puo' contribuirea migliorare il quadro clinico. Nei pazienti in trattamento con gemcitabina sono state raramente riportate segnalazioni cliniche compatibili con una sindrome uremica emolitica (HUS). Il trattamento con gemcitabina deve essere interrotto ai primi segni di anemia emolitica microangiopatica, come una rapida diminuzione dell'emoglobina associata a trombocitopenia, innalzamento della bilirubinemia, della creatininemia, dell'uremia o della LDH. Il danno renale potrebbe non essere reversibile anche dopo l'interruzione del trattamento ed in tali casi dovra' essere preso in considerazione il ricorso alla dialisi. Studi preclinici sulla fertilita' hanno dimostrato che la gemcitabina causa una ipospermatogenesi nel topo maschio. Per questo motivo gli uomini in trattamento con gemcitabina sono consigliati di non procreare durante il trattamento e nei 6 mesi successivi. A seguito della possibilita' che il trattamento con gemcitabina causi un'infertilita' irreversibile, si consiglia agli uomini di chiedere informazioni sulle modalita' di crioconservazione dello sperma prima di cominciare il trattamento. I flaconcinida 200/1000/2000 mg contengono sodio. Cio' deve essere tenuto in considerazione da pazienti che seguono una dieta sodio controllata.
Gravidanza e Allattamento
Non esistono dati sufficienti sull'uso della gemcitabina in donne in gravidanza. Studi sperimentali condotti negli animali hanno evidenziato una tossicita' sull'attivita' riproduttiva. Sulla base dei risultatidegli studi su animali e sul meccanismo di azione della gemcitabina, questa non deve essere usata durante la gravidanza se non in caso di assoluta necessita'. Donne in eta' fertile dovrebbero essere sconsigliate di iniziare una gravidanza durante la terapia con gemcitabina. Nel caso in cui la paziente rimanga incinta deve informare immediatamente il medico. Non e' noto se la gemcitabina viene eliminata nel latte materno e non possono essere escluse reazioni avverse nei lattanti. L'allattamento deve essere interrotto durante la terapia con gemcitabina. La gemcitabina causa nel topo maschio una ipospermatogenesi. Per questomotivo, gli uomini sessualmente maturi sono consigliati di non procreare durante il trattamento e nei 6 mesi successivi. A seguito della possibilita' che il trattamento con gemcitabina causi un'infertilita' irreversibile, si consiglia agli uomini di chiedere informazioni sulle modalita' di crioconservazione dello sperma prima di cominciare il trattamento.
Interazioni con altri prodotti
Radioterapia concomitante (effettuata contemporaneamente o separatamente entro un intervallo di tempo <= 7 giorni): la tossicita' associatacon questa terapia multimodale dipende da diversi fattori, inclusi dose e frequenza di somministrazione della gemcitabina, dose della radiazione, piano di trattamento radioterapico e tecnica applicata, tipo e volume di tessuto irradiato. E' stato dimostrato un'attivita' radiosensibilizzante della gemcitabina. Durante una singola sperimentazione clinica in cui la gemcitabina e' stata somministrata alla dose di 1000 mg/m^2 per 6 settimane consecutive in concomitanza con una radioterapiatoracica in pazienti con carcinoma polmonare non a piccole cellule, e' stata osservata una tossicita' significativa manifestatasi con gravimucositi, in particolare esofagiti e polmoniti, potenzialmente a rischio di vita per i pazienti, particolarmente quelli trattati con radioterapia su campi estesi. I risultati di studi effettuati successivamente hanno suggerito che e' realizzabile una somministrazione di gemcitabina a dosi inferiori in concomitanza con radioterapia in quanto presenta una tossicita' prevedibile, come e' risultato da uno studio di faseII su pazienti con carcinoma polmonare non a piccole cellule, in cui sono state applicate dosi di radiazione toracica di 66Gy in concomitanza con gemcitabina (600 mg/m^2, quattro volte) e cisplatino (80 mg/m^2, due volte) nel corso di 6 settimane. Il regime ottimale per una somministrazione sicura di gemcitabina in concomitanza con dosi radianti terapeutiche, non e' stato ancora determinato in tutti i tipi tumorali.Radioterapia non concomitante (effettuata separatamente in un periododi tempo superiore ai 7 giorni): l'analisi dei dati non suggerisce alcun aggravamento della tossicita' nel caso in cui la gemcitabina sia somministrata fino a 7 giorni prima o dopo l'effettuazione della radioterapia, ad eccezione del fenomeno di "recall" da radiazione. I dati indicano che la terapia con gemcitabina puo' essere iniziata dopo che gli effetti acuti della radioterapia si sono risolti o almeno dopo una settimana dalla sua effettuazione. Lesioni da radiazione sono state osservate su tessuti bersaglio (es. esofagiti, coliti e polmoniti) in associazione con l'uso, sia concomitante che non, di gemcitabina. L'uso contemporaneo del vaccino per la febbre gialla e di vaccini vivi attenuati non e' consigliato a causa del rischio di malattia sistemica, eventualmente con esito fatale, particolarmente nei pazienti che sono gia'immunodepressi.
Forme Farmacologiche
Conservazione del prodotto
I flaconcini sigillati non richiedono condizioni particolari di conservazione.