fenitoina mayne*iv 5f 250mg5ml fenitoina icu medical italia srl
Che cosa è fenitoina mayne iv 5f 250mg5ml?
Fenitoina mayne preparazione iniettabile prodotto da
icu medical italia srl
è un farmaco generico della categoria
farmaci preconfezionati prodotti industrialmente - generici
che appartiene alla fascia H che comprende i farmaci di esclusivo uso ospedaliero, non vendibili ai cittadini presso le farmacie aperte al pubblico, ma utilizzabili o distribuibili solo nell'ambito delle strutture sanitarie pubbliche .
Fenitoina mayne risulta
non in commercio nelle farmacie italiane
E' utilizzato per la cura di antiepilettico, derivato dell'idantoina.
Contiene i principi attivi:
fenitoina sodica
Codice AIC: 035747017
Codice EAN: 0
Informazioni e Indicazioni, a cosa serve?
Per il controllo dello stato epilettico di tipo tonico-clonico (grande male) e per la prevenzione e il trattamento di crisi che compaiono durante o dopo interventi di neurochirurgia e/o gravi traumi cranici. E' impiegata nel trattamento di aritmie cardiache quando la terapia di primo intervento risulta inefficace. E' di particolare valore quando queste aritmie sono indotte da digitale.
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Posologia
Impiegabile fin tanto che non presenta intorbidamento e precipitati. Dopo refrigerazione o congelamento puo' formarsi un precipitato che sidissolve mantenendo la soluzione a temperatura ambiente. Il prodotto e' ancora utilizzabile. Deve essere utilizzata solo una soluzione limpida. La comparsa di una lieve colorazione gialla non modifica l'efficacia di questa soluzione. Deve essere iniettata lentamente direttamentein una grossa vena mediante un grosso ago o un catetere endovenoso. Ogni iniezione endovenosa deve essere seguita da una iniezione di soluzione fisiologica sterile attraverso lo stesso ago o catetere per evitare l'irritazione venosa locale dovuta all'alcalinita' della soluzione.Le infusioni continue devono essere evitate. L'aggiunta a soluzioni per infusione endovenosa non e' raccomandata a causa di probabile cristallizzazione della fenitoina. È essenziale il monitoraggio continuo dell'elettrocardiogramma e della pressione arteriosa. Deve essere disponibile una attrezzatura di rianimazione cardiaca. Il paziente deve essere sorvegliato per quanto riguarda la comparsa di depressione respiratoria. Se la somministrazione endovenosa non determina la cessazione dell'attacco epilettico deve essere considerato il ricorso ad altre misure, incluso l'anestesia generale. In un paziente con crisi epilettichecontinue, raffrontate con le piu' comuni crisi a rapida ricorrenza tipo epilessia seriale, prima della somministrazione di FENITOINA MAYNE e' raccomandata l'impiego endovenoso di diazepam a causa del suo rapido inizio di effetto. Dopo somministrazione di diazepam in pazienti concrisi epilettiche continue e nel trattamento iniziale dell'epilessia seriale una dose di attacco di 10-15 mg/kg di fenitoina deve essere iniettala per via endovenosa lenta ad una velocita' non superiore a 50 mg per minuto (cio' richiede circa 20 minuti in un soggetto di 70 kg). La dose di attacco deve essere seguila da dosi di mantenimento di 100 mg per via orale o endovenosa ogni 6-8 ore. Recenti studi nei neonati hanno dimostrato che l'assorbimento orale di fenitoina e' inattendibile; tuttavia una dose di attacco di 15-20 mg/kg per via endovenosa produce concentrazioni sieriche di fenitoina entro il range terapeutico generalmente accettato (10-20 mg/l). Il farmaco deve essere iniettato lentamente in vena alla velocita' di 1-3 mg/kg/minuto. La determinazionedei livelli plasmatici di fenitoina e consigliabile quando si impiegail prodotto per il trattamento dello stato epilettico e per la successiva definizione del dosaggio di mantenimento. Il livello clinicamenteefficace e' solitamente di 10-20 mg/l anche se alcuni casi di crisitonico-cloniche possono essere controllati con livelli sierici inferiori. La somministrazione intramuscolare non deve essere impiegata per il trattamento dello stato epilettico dal momento che, con tale via, il raggiungimento dei livelli di picco plasmatico puo' richiedere fino a 24 ore. Aritmie cardiache, somministrare inizialmente una dose di 3,5-5 mg/kg per via endovenosa. Se necessario ripetere la dose una sola volta. La soluzione deve essere iniettata lentamente per via endovenosa ad una frequenza non superiore a 1 ml (50 mg) al minuto. Non e' possibile definire uno schema terapeutico valido per tutte le altre indicazioni. La via di somministrazione endovenosa e' preferibile. I dosaggie gli intervalli fra le somministrazioni saranno determinati a seconda delle necessita' dei singoli pazienti. Devono essere tenuti in considerazione fattori quali precedenti terapie antiepilettiche, grado di controllo delle crisi, eta' e condizioni mediche generali del paziente.Nonostante il lento assorbimento quando iniettata intramuscolo, il suo impiego con questa via di somministrazione puo' essere appropriato in alcune condizioni. Quando si rende necessaria per breve tempo la somministrazione intramuscolare in pazienti precedentemente stabilizzati con fenitoina per via orale, e' essenziale effettuare appropriati aggiustamenti posologici per mantenere livelli sierici terapeutici. Una dose intramuscolare superiore del 50% a quella orale e' necessaria per mantenere tali livelli. Quando si ritorna al trattamento orale, la dosedeve essere ridotta del 50% rispetto alla dose orale iniziale, allo scopo di evitare il raggiungimento di livelli sierici troppo elevati a causa del prolungato rilascio dalle sedi di iniezione intramuscolare. In un paziente precedentemente non trattato con fenitoina, puo' esseresomministrata per via intramuscolare alla dose di 100-200 mg (2-4 ml)ad intervalli di circa 4 ore a scopo profilattico durante interventi di neurochirurgia e proseguiti nel periodo postoperatorio per 48-72 ore. La posologia deve essere successivamente ridotta fino a una dose dimantenimento di 300 mg e aggiustata in funzione dei livelli sierici. Se il paziente richiede un periodo di trattamento per via intramuscolare superiore a una settimana, dovrebbero essere valutate vie di somministrazione alternative quali l'intubazione gastrica. Per periodi inferiori a una settimana, il paziente che interrompe la somministrazione intramuscolare dovrebbe ricevere la meta' della dose orale iniziale perla stesso periodo di tempo in cui e' stato trattato per via intramuscolare. Il dosaggio dei livelli sierici e' utile come guida a un appropriato aggiustamento della dose. Anziani (oltre i 65 anni di eta'): posologia come per gli adulti. Tuttavia, nei pazienti anziani possono verificarsi complicazioni piu' facilmente. Bambini: posologia come per gli adulti. Tuttavia, e' stato dimostrato che i bambini tendono a metabolizzare la fenitoina piu' rapidamente di quanto avviene nell'adulto. Cio' deve essere tenuto in considerazione quando si definiscono i dosaggi. Il ricorso a, monitoraggio dei livelli sierici di fenitoina puo' essere di particolare utilita' in questi casi. Neonati: recenti studi hanno dimostrato che nei neonati l'assorbimento orale di fenitoina e' incostante; tuttavia una dose di attacco di 15-20 mg/kg per via endovenosa produce concentrazioni sieriche di fenitoina entro il range terapeutico generalmente accettato (10-20 mg/l). Il farmaco deve essere iniettato lentamente in vena alla velocita' di 1-3 mg/kg/minuto.
Effetti indesiderati
Effetti sistemici: reazioni anafilattoidi e anafilassi. Segni di tossicita' sono associati con depressione cardiovascolare e del sistema nervoso centrale. Cardiovascolare: aritmie atriali e ventricolari, ipotensione che puo' provocare collasso cardiovascolare in casi gravi. Respiratorio: alterazioni della funzione respiratoria incluso arresto respiratorio. Sistema nervoso centrale: sonnolenza, nistagmo, vertigine, parestesie, capogiri. Tali sintomi sono solitamente transitori. Sono state anche segnalate crisi toniche. Sono stati anche riportati rari casi di discinesia indotta dalla fenitoina, comprendenti corea, distonia e tremori, simili a quelli indotti dalla fenotiazina e da altri farmaci neurolettici. Tessuto connettivo: iperplasia gengivale, sede di iniezione: irritazione locale, infiammazione e dolenzia. Dopo iniezione sottocutanea o perivasale sono state segnalate necrosi e escare. L'iniezione sottocutanea o perivasale deve essere evitata. Nella sede di iniezione sono state segnalate irritazione e infiammazione con o senza fuoriuscita venosa di fenitoina. Sistema tegumentale: manifestazioni dermatologiche talora accompagnate da febbre con rash scarlattiniformi o morbilliformi. L'esantema morbilliforme e' il piu' frequente. Altri tipi di dermatite sono osservati piu' raramente. Altre forme piu' gravi che possono essere fatali includono dermatiti bollose, esfoliative o purpuriche, lupus eritematosus, sindrome di Stevens-Johnson e necrolisi epidermica tossica (sindrome di Lyell). Sistema emopoietico: vi sono state alcune segnalazioni indicanti uria relazione tra fenitoina e la comparsa di linfoadenopatie (localizzate o generalizzate) includenti iperplasia linfoghiandolare benigna, pseudolinfoma, linfoma e malattia di Hodgking. Sebbene non sia stata definita una relazione di causa ed effetto, la comparsa di linfoadenopatia indica la necessita di differenziare tale condizione da altri tipi di patologia linfoghiandolare. Il coinvolgimento linfoghiandolare puo' verifi'carsi con o senza segni e sintomi che richiamano la malattia da siero con febbre, esantema e coinvolgimento epatico. In tutti i casi di linfoadenopatia e' indicato unprolungato periodo di osservazione e ogni sforzo deve essere fatto per ottenere il controllo della crisi utilizzando farmaci antiepiletticialternativi. Sono state occasionalmente riportate complicazioni ematopoietiche associate alla somministrazione di fenitoina, alcune delle quali fatali. Queste hanno incluso trombocitopenia, leucopenia, granulocitopenia, agranulocitosi e pancitopenia con o senza soppressione del midollo osseo. Si sono verificate anche macrocitosi e anemia megaloblastica. Sistema immunitario: sindrome di ipersensibilita', lopus eritematoso sistemico, periarterite nodosa e anomalie delle immunoglobuline.Apparato digerente: Sono stati riportati casi rari di epatite. Organidi senso: alterazione del gusto.
Indicazioni
Per il controllo dello stato epilettico di tipo tonico-clonico (grande male) e per la prevenzione e il trattamento di crisi che compaiono durante o dopo interventi di neurochirurgia e/o gravi traumi cranici. E' impiegata nel trattamento di aritmie cardiache quando la terapia di primo intervento risulta inefficace. E' di particolare valore quando queste aritmie sono indotte da digitale.
Controindicazioni ed effetti secondari
La fenitoina e' controindicata in pazienti con ipersensibilita' al principio attivo, ad uno qualsiasi degli eccipienti o ad altre idantoine. La somministrazione endoarteriosa deve essere evitata a causa dell'elevato pH del preparato. A causa del suo effetto sull'automatismo ventricolare, la fenitoina e' controindicata nelle bradicardia sinusale, nel blocco seno-atriale, nel blocco A-V di secondo e terzo grado e nei pazienti con sindrome di Adams-Stokes. Generalmente controindicato in gravidanza e allattamento.
Avvertenze
Nell'adulto la somministrazione endovenosa non deve superare i 50 mg al minuto. Nel neonato e nel bambino il farmaco deve essere somministrato alla velocita' di 1-3 mg/kg/per minuto. Effetti cardiovascolari. Isegni piu' rilevanti di tossicita' da uso endovenoso sono il collassocardiovascolare e/o la depressione del sistema nervoso centrale. Gravi reazioni cardiotossiche ed episodi letali dovuti a depressione dellaconduzione atriale e ventricolare e a fibrillazione ventricolare, arresto respiratorio e crisi toniche sono stati segnalati soprattutto in anziani o in pazienti gravemente ammalati, in caso di somministrazionetroppo rapida od eccessiva. Ipotensione compare di solito quando il farmaco e' somministrato per via venosa troppo rapidamente. Effetti al sito di iniezione. Devono essere evitate le iniezioni sottocutanee o perivasali che possono provocare irritazione dei tessuti di varia entita', dal leggero dolore alla necrosi estesa, all'escara e che in rari casi hanno portato all'amputazione. La via intramuscolare non e' raccomandata per il trattamento dello stato epilettico a causa del lento assorbimento. Con questa via di somministrazione non si possono raggiungere rapidamente livelli sierici terapeuticamente adeguati di fenitoina.Il trattamento con farmaci antiepilettici non deve essere interrotto improvvisamente perche' cio' puo' comportare un aumento di frequenza delle convulsioni, incluso lo stato epilettico. Qualora, a giudizio delmedico, si presenti la necessita' di una riduzione del dosaggio o di una interruzione del trattamento, oppure della sostituzione con un farmaco antiepilettico alternativo, cio' deve essere effettuato in modo graduale. Comunque, nel caso di reazione allergica o di ipersensibilita', puo' essere necessaria la sostituzione rapida con una terapia alternativa. In tale caso, la terapia alternativa deve essere effettuata con un farmaco antiepilettico non appartenente alla classe delle idantoine. E' stato osservato che una piccola percentuale di individui trattati con fenitoina metabolizza il farmaco piu' lentamente della norma e cio' sembra essere determinato geneticamente (polimorfismo). Ulterioriinformazioni. Determinazioni dei livelli sierici di fenitoina possonoessere necessari per ottenere aggiustamenti posologici ottimali. Puo'esserci un'ampia variabilita' tra pazienti per quanto riguarda i livelli sierici di fenitoina con dosi equivalenti. In tali pazienti le determinazioni dei livelli sierici possono essere particolarmente utili. Il migliore controllo senza segni clinici di tossicita' compare piu' spesso con livelli plasmatici tra 10 e 20 mcg/ml anche se alcuni casi di crisi tonico-cloniche possono essere controllati con piu' bassi livelli sierici di fenitoina. La fenitoina e' idrolizzata a livello epatico da un sistema enzimatico saturabile. Piccoli aumenti di dose possonodeterminare consistenti aumenti dei livelli sierici, quando questi sono al limite superiore. Preparazioni a base di Hypericum perforatum non dovrebbero essere assunte in contemporanea con medicinali contenentifenitoina a causa del rischio di un decremento dei livelli plasmaticie di diminuzione dell'efficacia terapeutica della fenitoina. Generali, deve essere usata con cautela in pazienti con ipotensione e con grave insufficienza miocardica. La fenitoina ha un elevato legame proteicoed e' estesamente metabolizzata a livello epatico. In pazienti con ridotta funzionalita' epatica e' richiesta una riduzione del dosaggio dimantenimento per impedire un eccessivo accumulo e la comparsa di tossicita'. In caso di riduzione del legame proteico, come nel caso di uremia, i livelli sierici totali di fenitoina risulteranno diminuiti di conseguenza. Tuttavia, la concentrazione della quota libera di farmaco attiva farmacologicamente e' improbabile che risulti alterata. Pertanto, in queste condizioni, il controllo terapeutico puo' essere raggiunto con livelli di fenitoina totale inferiori al range normale di 10-20 mg/l. La posologia non deve eccedere il minimo necessario per il controllo delle crisi. La combinazione di fenitoina, irradiazione cranica egraduale riduzione della dose di corticosteroidi puo' essere associata allo sviluppo di eritema multiforme e/o sindrome di Stevens Johnson e/o necrolisi epidermica tossica. La fenitoina puo' influenzare il metabolismo glucidico ed e' stata descritta la comparsa di ipergligemia. Si consiglia cautela nel trattare pazienti diabetici.
Gravidanza e Allattamento
Considerando l'uso endovenoso nel trattamento dello stato epilettico in gravidanza, le seguenti informazioni devono essere considerate valutando i rischi e i benefici. Alle pazienti che potrebbero iniziare unagravidanza o che siano in eta' fertile deve essere fornita una consulenza specialistica. La necessita' del trattamento antiepilettico deve essere rivalutata quando la paziente pianifica una gravidanza. I potenziali effetti dannosi dello stato epilettico sul feto, in particolare l'ipossia, richiedono tassativamente di controllare la condizione epilettica nel piu' breve tempo possibile. Esistono alcune evidenze che lafenitoina puo' indurre anomalie congenite nei neonati di un piccolo numero di pazienti epilettiche cosicche' la fenitoina non dovrebbe essere usata come primo farmaco durante la gravidanza, soprattutto nella fase iniziale, a meno che nel giudizio del medico i potenziali beneficisuperino il rischio. Oltre alle segnalazioni di aumentata incidenza di malformazioni, il rischio di difetti congeniti e' aumentato di un fattore da 2 a 3 volte nella prole di madri trattate con un antiepilettico, quelli piu' frequentemente riportati sono labbro leporino, malformazioni cardiovascolari e difetti del tubo neurale, si sono avute segnalazioni di una sindrome fetale idantonica. Tale sindrome consiste in ritardato accrescimento prenatale, microencefalia e deficiti mentale inbambini partoriti da donne trattate con fenitoina, barbiturici, alcool, trimetadione. Tuttavia, queste manifestazioni sono tutte correlate e sono frequentemente associate a ritardato accrescimento intrauterinodovuto ad altre cause. Sono stati segnalati isolati casi di neoplasie, incluso neuroblastoma, in figli di madri trattate con fenitoina durante la gravidanza. La politerapia con farmaci antiepilettici puo' essere associata con un rischio piu' alto di malformazioni congenite dellamonoterapia. Percio' e' importante che si pratichi la monoterapia ogni volta che sia possibile. Non si deve praticare una brusca interruzione della terapia antiepilettica per il pericolo di una ripresa di attacchi epilettici che potrebbe avere gravi conseguenze sia per la madre che per il bambino. Un aumento di frequenza delle crisi in caso di gravidanza si verifica in una parte delle pazienti a seguito dell'alterato assorbimento o metabolizzazione della fenitoina. Periodiche misurazioni dei livelli sierici di fenitoina sono particolarmente utili per unadeguato aggiustamento posologico nel trattamento di pazienti epilettiche gravide. Tuttavia, nel postpartum sara' probabilmente indicato ilripristino della posologia originale. Sono stati segnalati difetti della coagulazione entro le prime 24 ore di vita in neonati partoriti damadri epilettiche in trattamento con fenitoina. La vitamina K ha dimostrato di prevenire o correggere tali difetti e puo' essre somministrata alla madre prima del parto e al neonato dopo la nascita. Piccole quantita' di fenitoina sono escrete nel latte materno. La concentrazionedi fenitoina nel latte materno e' circa un terzo della corrispondenteconcentrazione plasmatici della madre.
Interazioni con altri prodotti
Farmaci che possono aumentare i livelli sierici di fenitoina: cloramfenicolo, alcune sulfonamidi, dicumarolo, disulfiram, triclopidina, alcool (assunzione acuta), azapropazone, salicilati, alotano, eritromicina, isoniazide, felbamato, succinimidi, floconazolo, ketoconazolo, miconazolo, itraconazolo, clordiazepossido, diazepam, metilfenidato, trazodone, vilossazina, agenti cardiovascolari quali amiodarone, diltiazem e nifedipina, cimetidina, ormoni (quali gli estrogeni), tolbutamide, sultiamina, fenilbutazone, omeprazolo, fluoxetina, fluvoxamina e sertralina. Farmaci che possono diminuire i livelli sierici di fenitoina: carbamazepina, abuso cronico di alcool, acido folico, rifampina, ciprofloxacina, vigabatrin, sucralfato, teofillina, agenti iperglicemizzanti (quali diazossido). Farmaci che possono aumentare o diminuire i livelli sierici di fenitoina: fenobarbitone, carbamazepina, fenobarbital, valproato di sodio, acido valproico, alcuni antiacidi, agenti antineoplastici, clordiazepossido, diazepam. Analogamente e' imprevedibile l'effetto della fenitoina sui livelli sierici di fenobarbitone, acido valproico e valproato di sodio. Farmaci i cui livelli ematici e/o effetti possono essere alterati dalla fenitoina: broncodilatatori (quali teofillina), praziquantel, rifampina, lamotrigina, agenti antifungini (qualigli azoli), teniposide, agenti cardiovascolari come digitossina, nimodipina e verapamil, ciclosporina, furosemide, ormoni (quali gli estrogeni), diazossido, bloccanti neuromuscolari come alcuronio, pancuronio e vecuronio, clorpropamide, gliburide, tolbutamide, clozapina, paroxetina e sertralina. Sebbene non sia una pura interazione farmacocinetica, gli antidepressivi triciclici e le fenotiazine possono scatenare crisi in pazienti suscettibili e puo' essere necessario aggiustare il dosaggio della fenitoina. Farmaci il cui effetto e' diminuito dalla fenitoina: corticosteroidi, dicumarolo, doxociclina contraccettivi orali, chinidina, vitamina D. Farmaci il cui effetto e' potenziato dalla fenitoina: includono la warfarina. I livelli sierici di fenitoina possono essre ridotti dalla somministrazione contemporanea di preparazioni a base di Hypericum perforatum. Cio' a seguito dell'induzione degli enzimiresponsabili del metabolismo dei farmaci da parte di preparazioni a base di Hypericum perforatum che, pertanto, non dovrebbero essere somministrate in concomitanza con fenitoina. L'effetto di induzione puo' persistere per almeno due settimane dopo l'interruzione del trattamento con prodotti a base di Hypericum perforatum. Se un paziente sta assumendo contemporaneamente prodotti a base di Hypericum perforatum i livelli ematici di fenitoina devono essere controllati e la terapia con prodotti a base di Hypericum perforatum deve essere interrotta. I livelliematici di fenitoina potrebbero aumentare con l'interruzione dell'assunzione di Hypericum perforatum. Il dosaggio di fenitoina potrebbe necessitare di un aggiustamento. I livelli sierici sono particolarmente utili quando si sospetta una possibile interazione tra farmaci. La fenitoina puo' diminuire i livelli sierici dello iodio legato alle proteine. La fenitoina puo' anche dar luogo a risposte inferiori alla norma per i test al desametasone o metirapone. La fenitoina puo' aumentare i livelli sierici di glucosio, fosfatasi alcalina, gamma-glutamil transpeptidasi e puo' diminuire quelli del calcio e dell'acido folico.