fabrazyme*iv 1fl 35mg agalsidasi beta sanofi srl
Che cosa è fabrazyme iv 1fl 35mg?
Fabrazyme polv conc soluzione per infus prodotto da
sanofi srl
è un farmaco osped. esitabile della categoria
specialita' medicinali con prescrizione medica
che appartiene alla fascia H che comprende i farmaci di esclusivo uso ospedaliero, non vendibili ai cittadini presso le farmacie aperte al pubblico, ma utilizzabili o distribuibili solo nell'ambito delle strutture sanitarie pubbliche .
Fabrazyme risulta
disponibile solo nelle farmaice ospedaliere o specialistico
E' utilizzato per la cura di prodotti dell'apparato gastrointestinale e del metabolismo.
Contiene i principi attivi:
agalsidasi beta
Composizione Qualitativa e Quantitativa: agalsidasi beta (forma ricombinante della alfa-galattosidasi a umana).
Codice AIC: 035275015
Codice EAN: 0
Informazioni e Indicazioni, a cosa serve?
Terapia enzimatica sostitutiva a lungo termine nei pazienti con diagnosi confermata di malattia di Fabry (deficit di alfa-galattosidasi A).
Vedi il foglio illustrativo completo
Posologia
Il trattamento deve essere somministrato sotto controllo di un medicoesperto nella gestione dei pazienti affetti da malattia di Fabry o daaltre patologie metaboliche ereditarie. La dose consigliata e' 1 mg/kg di peso corporeo, somministrato una volta ogni 2 settimane come infusione endovenosa. In uno studio, dopo una dose iniziale di 1,0 mg/kg ogni 2 settimane per 6 mesi, la dose di 0,3 mg/kg ogni 2 settimane potrebbe essere in grado di mantenere la clearance di GL-3 in alcune tipologie cellulari in taluni pazienti; non e' stata tuttavia stabilita la rilevanza clinica a lungo termine di questi risultati. L'iniziale velocita' di infusione non deve superare 0,25 mg/min (15 mg/ora), per ridurre la potenziale insorgenza di reazioni connesse all'infusione. Dopo aver appurato la tolleranza del paziente e' possibile accrescere gradualmente la velocita' di infusione nelle successive infusioni. Non e' necessario aggiustare la dose nei pazienti con insufficienza renale. Non sono stati eseguiti studi su pazienti con insufficienza epatica. Nonsono state determinate la sicurezza e l'efficacia nei pazienti di eta' superiore a 65 anni. Pertanto, nessuna posologia puo' essere attualmente raccomandata in questi pazienti. >>Pazienti pediatrici. Non sono stati effettuati studi nei bambini di eta' compresa fra 0 e 7 anni,e attualmente non e' possibile raccomandare alcuna posologia in questo gruppo di pazienti in eta' pediatrica, poiche' la sicurezza e l'efficacia non sono state ancora determinate. Nei bambini fra 8 e 16 anni non e' necessario regolare la dose.
Effetti indesiderati
Infezioni e infestazioni. Comune (>=1/100, =1/1000, 1/10): cefalea, parestesia. Comune: capogiri, sonnolenza, ipoestesia, sensazione di bruciore, letargia, sincope. Non comune: iperestesia, tremore. Patologie dell'occhio. Comune: aumentata lacrimazione. Non comune: prurito oculare, iperemia oculare. Patologie dell'orecchio e del labirinto. Comune: tinnito, vertigini. Non comune: gonfiore auricolare, mal d'orecchio. Patologie cardiache. Comune: tachicardia, palpitazioni, bradicardia. Non comune: bradicardia sinusale. Patologie vascolari. Comune: vampate ipertensione, pallore, ipotensione, arrossamento. Non comune: estremita' fredde. Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche. Comune: dispnea, congestione nasale, oppressione della gola, sibilo, tosse, dispnea esacerbata. Non comune: broncospasmo,dolore faringo-laringeo, rinorrea, tachipnea, congestione delle vie respiratorie superiori. Non nota: ipossia. Patologie gastrointestinali.Molto comune: nausea, vomito. Comune: dolore addominale, dolore addominale superiore, disturbi addominali, disturbi allo stomaco, ipoestesia orale, diarrea. Non comune: dispepsia, disfagia. Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo. Comune: prurito, orticaria, rash, eritema, prurito generalizzato, edema angioneurotico, edema facciale, rash maculo-papulare. Non comune: livedo reticularis, rash eritematoso, rashpruriginoso, scoloramento cutaneo, fastidio cutaneo. Non nota: vasculite leucocitoclasica. Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo. Comune: dolore delle estremita', mialgia, dolore rachideo, spasmi muscolari, artralgia, tensione muscolare, rigidita' muscoloscheletrica. Non comune: dolore muscoloscheletrico. Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione. Molto comune: brividi, piressia, sensazione di freddo. Comune: fatica, disturbi toracici, sensazione di caldo, edema periferico, dolore, astenia, dolore toracico, edema facciale, ipertermia. Non comune: sensazione di caldo e freddo, malattia simil-influenzale, dolore alla sede di infusione, reazione alla sede di infusione, trombosi alla sede di iniezione, malessere, edema. Indagini strumentali. Non nota: riduzione della saturazione dell'ossigeno. Le reazioni connesse all'infusione hanno comportato principalmente febbre e brividi. Si sono avuti ulteriori sintomi, comprese dispnea da lieve o moderata, ipossia (riduzione della saturazione dell'ossigeno), senso di oppressione della gola e disturbi toracici, vampe, prurito, orticaria, edema facciale, edema angioneurotico, rinite, broncospasmo, tachipnea, sibilo, ipertensione, ipotensione, tachicardia, palpitazioni; dolori addominali, nausea, vomito, dolore connesso all'infusione, tra cui dolori delle estremita', mialgia, e cefalea. Le reazioni connesse all'infusione sono state controllate mediante la riduzione della velocita' di infusione, accompagnata dalla somministrazione di medicinali antinfiammatori non steroidei, antistaminici e/ocorticosteroidi. E' stata dimostrata la presenza di anticorpi IgE in un numero ridotto di pazienti. Informazioni limitate suggeriscono che il profilo di sicurezza del trattamento nei pazienti pediatrici (di eta' superiore a 7 anni) non differisce rispetto a quello riscontrato per gli adulti.
GRAVIDANZA E ALLATTAMENTONon vi sono dati adeguati riguardanti l'uso dell'agalsidasi beta in donne in gravidanza. Gli studi su animali non indicano effetti dannosi diretti o indiretti sullo sviluppo embrionale/fetale. Non deve essere usato durante la gravidanza, se non in caso di assoluta necessita'. L'agalsidasi beta potrebbe essere escreto nel latte materno. In assenza di dati circa gli effetti sui neonati esposti all'agalsidasi beta tramite il latte materno, si consiglia di interrompere l'allattamento durante l'uso del prodotto.Indicazioni
Terapia enzimatica sostitutiva a lungo termine nei pazienti con diagnosi confermata di malattia di Fabry (deficit di alfa-galattosidasi A).
Controindicazioni ed effetti secondari
Ipersensibilita' potenzialmente letale (reazione anafilattica) al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti.
Composizione ed Eccipienti
Mannitolo, fosfato di sodio monobasico, monoidrato; fosfato di sodio dibasico, eptaidrato.
Avvertenze
Poiche' agalsidasi beta (r-haGAL) e' una proteina ricombinante, nei pazienti che presentano una attivita' enzimatica residua scarsa o nullae' atteso lo sviluppo di anticorpi IgG. La maggior parte dei pazientiha sviluppato anticorpi IgG alla r-haGAL, normalmente entro 3 mesi dalla prima infusione. Nel tempo la maggior parte dei pazienti sieropositivi negli studi clinici ha evidenziato una tendenza alla riduzione dei titoli (sulla base di una riduzione >= a 4 volte del titolo, dalla misurazione di picco all'ultima misurazione) (40% dei pazienti), tollerizzazione (assenza di livelli anticorpali rilevabili, confermata da 2 analisi consecutive con radioimmunoprecipitazione (RIP)) (14% dei pazienti), oppure il raggiungimento di un plateau (35% dei pazienti). I pazienti che presentano anticorpi alla r-haGAL sono maggiormente suscettibili a reazioni connesse all'infusione (IARs), definite come qualunque evento avverso insorto il giorno dell'infusione. Tali pazienti vannotrattati con cautela in caso di risomministrazione dell'agalsidasi beta. Lo stato anticorpale deve essere regolarmente monitorato. Negli studi clinici, il sessantasette percento (67%) dei pazienti ha avuto almeno una reazione connessa all'infusione. La frequenza delle IARs diminuiva nel tempo. Negli studi clinici i pazienti che presentavano reazioni connesse all'infusione lievi o moderate in corso di terapia con agalsidasi beta hanno proseguito la terapia dopo riduzione della velocita' di infusione (circa 0,15 mg/min; 10 mg/ora) e/o pre-trattamento con antistaminici, paracetamolo, ibuprofene e/o corticosteroidi. Come per qualunque prodotto proteico endovenoso, sono possibili reazioni di ipersensibilita' di tipo allergico. Un numero limitato di pazienti ha avuto reazioni che suggeriscono ipersensibilita' immediata (Tipo I). Se insorgono reazioni severe di tipo allergico o anafilattico, e' necessario considerare l'interruzione immediata della somministrazione e l'avvio di un trattamento appropriato. E' necessario attenersi agli standard medici correnti in materia di trattamento di emergenza. In uno studio clinico con un attento rechallenge,il prodotto e' stato risomministrato a tutti i 6 pazienti risultati positivi per la presenza di anticorpi IgE o con test cutaneo positivo. In questo particolare studio, inizialmente la somministrazione di rechallenge e' avvenuta a basse dosi econ una ridotta velocita' di infusione (1/2 della dose terapeutica a 1/25 dell'iniziale tasso standard raccomandato). Se il paziente tollera l'infusione e' possibile aumentare la dose, fino a giungere alla dose terapeutica di 1 mg/kg. Inoltre, la velocita' di infusione puo' essere aumentata, accrescendo gradualmente la titolazione secondo la tollerabilita' del paziente. L'effetto del trattamento sui reni puo' esserelimitato nel caso di pazienti con malattia renale in stadio avanzato.Non sono stati eseguiti studi per valutare i potenziali effetti sullacompromissione della fertilita'.
Gravidanza e Allattamento
Non vi sono dati adeguati riguardanti l'uso dell'agalsidasi beta in donne in gravidanza. Gli studi su animali non indicano effetti dannosi diretti o indiretti sullo sviluppo embrionale/fetale. Non deve essere usato durante la gravidanza, se non in caso di assoluta necessita'. L'agalsidasi beta potrebbe essere escreto nel latte materno. In assenza di dati circa gli effetti sui neonati esposti all'agalsidasi beta tramite il latte materno, si consiglia di interrompere l'allattamento durante l'uso del prodotto.
Interazioni con altri prodotti
Non sono stati effettuati studi di interazione e sul metabolismo in vitro . In base al suo metabolismo, e' improbabile che l'agalsidasi beta possa dare adito ad interazioni tra farmaci mediate dal citocromo P450. Non somministrare insieme a clorochina, amiodarone, benochina o gentamicina, considerato il rischio teorico di inibizione dell'attivita'intracellulare della alfa-galattosidasi.
Forme Farmacologiche
Conservazione del prodotto
Conservare in frigorifero (2 gradi C - 8 gradi C).