epirubicina teva*100ml 2mg/ml epirubicina teva italia srl
Che cosa è epirubicina teva 100ml 2mg/ml?
Epirubicina teva soluzione iniettabile prodotto da
teva italia srl
è un farmaco generico della categoria
farmaci preconfezionati prodotti industrialmente - generici
che appartiene alla fascia H che comprende i farmaci di esclusivo uso ospedaliero, non vendibili ai cittadini presso le farmacie aperte al pubblico, ma utilizzabili o distribuibili solo nell'ambito delle strutture sanitarie pubbliche .
Epirubicina teva risulta
disponibile solo nelle farmaice ospedaliere o specialistico
E' utilizzato per la cura di antibiotici citotossici e sostanze correlate.
Contiene i principi attivi:
epirubicina cloridrato
Composizione Qualitativa e Quantitativa: epirubicina.
Codice AIC: 039000056
Codice EAN: 0
Informazioni e Indicazioni, a cosa serve?
Trattamento di un ampio spettro di patologie neoplastiche, incluse: carcinoma mammario; carcinoma gastrico. Se somministrata per via endovescicale, l'epirubicina ha evidenziato effetti benefici nel trattamentodi: carcinoma papillare a cellule transizionali della vescica; carcinoma in situ; profilassi endovescicale delle recidive del carcinoma superficiale della vescica in seguito a resezione transuretrale. Per l'uso endovescicale un rapporto rischio/beneficio positivo puo' essere stabilito solo in pazienti nei quali il BCG vivo attenuato e' controindicato o inappropriato. Il medicinale puo' essere utilizzato nell'ambito di schemi polichemioterapici.
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Posologia
L'epirubicina e' destinata esclusivamente all'uso per via endovenosa o endovescicale. >>Somministrazione endovenosa. E' consigliabile che la soluzione rossa, che deve essere limpida e trasparente, sia iniettata mediante il catetere di una infusione endovenosa continua di soluzione fisiologica o di glucosio 5% nell'arco di 30 minuti al massimo (a seconda della dose e del volume dell'infusione). L'ago deve essere adeguatamente inserito in vena. Questo metodo riduce il rischio di trombosi e di stravaso, che potrebbero provocare grave cellulite e necrosi. In caso di stravaso occorre interrompere immediatamente la somministrazione. L'iniezione in vene di piccole dimensioni e iniezioni ripetute nella stessa vena possono provocare sclerosi venosa. Dose usuale: se l'epirubicina e' usata in monoterapia, la dose consigliata per gli adulti e' 60-90 mg/m^2 di superficie corporea. L'epirubicina deve essere iniettata per via endovenosa nell'arco di 3-5 minuti. La stessa dose viene ripetuta con un intervallo di 21 giorni. Nello schema posologico devono essere tenute in considerazione le condizioni emato-midollari delpaziente. Se si osservano segni di tossicita', incluse neutropenia/febbre neutropenica e trombocitopenia (che possono persistere al giorno 21), possono essere necessari la modifica della dose o il differimentodella dose successiva. L'epirubicina in monoterapia ad alte dosi per il trattamento del carcinoma mammario deve essere somministrata attenendosi al seguente regime posologico: per il trattamento ad alte dosi, l'epirubicina puo' essere somministrata come bolo endovenoso nell'arcodi 3-5 minuti oppure mediante un'infusione della durata massima di 30minuti. Carcinoma mammario: nella terapia adiuvante di pazienti affette da carcinoma mammario allo stadio precoce con linfonodi positivi, sono raccomandate dosi di epirubicina da 100 mg/m^2 (in un'unica dose il giorno 1) a 120 mg/m^2 (in due dosi distinte i giorni 1 e 8) ogni 3-4 settimane per via endovenosa, in associazione con ciclofosfamide e 5-fluorouracile per via endovenosa, e tamoxifene per via orale. Per i pazienti con funzione ridotta del midollo osseo dovuta a chemioterapia o radioterapia precedenti, all'eta' o a un'infiltrazione neoplastica nel midollo osseo, si raccomandano dosi inferiori (60-75 mg/m^2 per il trattamento abituale e 105-120 mg/m^2 per il trattamento ad alte dosi)oppure il differimento della dose successiva. La dose completa per ciascun ciclo puo' essere distribuita nell'arco di 2-3 giorni consecutivi. Le seguenti dosi di epirubicina sono comunemente utilizzate in monoterapia e nell'ambito di terapie combinate per vari tipi di tumori: carcinoma gastrico, monoterapia 60-90 mg/m^2, terapia combinata: 50; carcinoma della vescica, monoterapia 50 mg/50 ml o 80 mg/50 ml (carcinomain situ). Profilassi: 50 mg/50 ml alla settimana per 4 settimane, quindi mensilmente per 11 mesi. Chemioterapia combinata: quando epirubicina e' utilizzata in associazione con altri prodotti antiblastici, la dose deve essere ridotta di conseguenza. Pazienti anziani: si raccomanda di ridurre la dose. Bambini: la sicurezza e l'efficacia dell'epirubicina non sono state accertate. Compromissione della funzione epatica: l'escrezione dell'epirubicina avviene principalmente per via epatica. Nei pazienti con disturbi della funzione epatica, la dose deve essere ridotta secondo quanto indicato, per evitare un aumento della tossicita' generale. Bilirubina sierica 1,4-3 mg/100 ml: AST (aspartato aminotrasferasi) 2-4 volte il limite superiore della norma, riduzione della dose 50%; bilirubina sierica > 3 mg/100 ml: AST (aspartato aminotrasferasi) > 4 volte il limite della norma, riduzione della dose 75%. Compromissione della funzione renale: un'insufficienza renale moderata non impone alcuna riduzione della dose, considerata la quantita' limitata di epirubicina escreta per questa via. Comunque, nei pazienti con una grave insufficienza renale (creatinina sierica > 450 mcmol/l) e' raccomandata la riduzione della dose. Uso endovescicale: e' possibile somministrare epirubicina per via endovescicale per il trattamento del carcinoma superficiale della vescica e del carcinoma in situ, nonche' a scopo profilattico per prevenire le recidive in seguito a resezione transuretrale. Il medicinale non deve essere somministrato per via endovescicale per il trattamento dei tumori invasivi che sono penetrati nellaparete della vescica; in queste situazioni risultano piu' adeguate laterapia sistemica o l'intervento chirurgico. Si utilizzano vari schemi posologici. Carcinoma superficiale della vescica: lavaggio settimanale della vescica con 50 mg/50 ml (diluiti con soluzione fisiologica o acqua sterile) per 8 settimane. Si consiglia una riduzione a 30 mg per50 ml in caso di tossicita' locale (cistite chimica). Carcinoma in situ: fino a 80 mg/50 ml (a seconda della tollerabilita' del paziente). Profilassi delle recidive in seguito a resezione transuretrale: somministrazione 1 volta alla settimana per 4 settimane di una dose di 50 mg/50 ml, seguita da 1 instillazione mensile per 11 mesi della stessa dose. Diluizione per le soluzioni da installare in vescica. Dose necessaria di epirubicina: 30 mg, volume di iniezione di epirubicina 2 mg/ml:15 ml, volume di diluente, acqua sterile per iniezioni o soluzione salina sterile allo 0,9%: 35ml, volume totale dell'instillazione in vescica: 50 ml; dose necessaria di epirubicina: 50 mg, volume di iniezionedi epirubicina 2 mg/ml: 25ml, volume di diluente, acqua sterile per iniezioni o soluzione salina sterile allo 0,9%: 25 ml, volume totale dell'instillazione in vescica: 50 ml; Dose necessaria di epirubicina: 80mg, volume di iniezione di epirubicina 2 mg/ml: 40 ml, volume di diluente, acqua sterile per iniezioni o soluzione salina sterile allo 0,9%: 10 ml; volume totale dell'instillazione in vescica: 50 ml. La soluzione deve essere trattenuta in vescica per 1-2 ore. Per evitare una diluizione eccessiva con l'urina, si deve ordinare al paziente di non assumere alcun liquido nelle 12 ore precedenti l'instillazione. Durante l'installazione, il paziente deve essere girato di tanto in tanto e deve essere avvertito di urinare solo alla fine del periodo di instillazione.
Effetti indesiderati
I seguenti effetti indesiderati sono stati osservati e riportati durante il trattamento con epirubicina con le seguenti frequenze: molto comune (>=1/10); comune (da >=1/100 a =1/1.000 a<=1/100); raro (da >=1/10.000 a <=1/1.000); molto raro (<=1/10.000), non nota Infezioni ed infestazioni. Comune: infezione; non nota: shocksettico (puo' essere una conseguenza della mielosoppressione), sepsi,polmonite. Tumori benigni, maligni e non specificati (cisti e polipi compresi). Raro: leucemia linfocitica acuta, leucemia mieloide acuta con o senza fase preleucemica, in pazienti trattati con epirubicina in associazione con agenti neoplastici che danneggiano il DNA. Queste leucemie hanno una latenza breve (da 1 a 3 anni). Patologie del sistema emolinfopoietico. Molto comune: mielosoppressione (leucopenia, granocitopenia e neutropenia, anemia e neutropenia febbrile); non comune: trombocitopenia; non nota: emorragia e ipossia tissutale conseguenti alla mielosoppressione. Disturbi del sistema immunitario. Raro: anafilassi (reazioni anafilattiche/anafilattoidi con o senza shock, comprese eruzioni cutanee, prurito, febbre e brividi). Disturbi del metabolismo e della nutrizione. Comune: anoressia, disidratazione; raro: iperuricemia. Patologie del sistema nervoso. Raro: capogiri; non nota: neuropatia periferica (ad alte dosi), cefalea. Patologie dell'occhio. Non nota: congiuntivite, cheratite. Patologie cardiache. Raro: insufficienza cardiaca congestizia, (dispnea; edema, epatomegalia, ascite, edema polmonare, versamenti pleurici, ritmo di galoppo) cardiotossicita' (ossia anomalie dell'ECG, aritmie, cardiomiopatia), tachicardia ventricolare, bradicardia, blocco AV, blocco di branca. Patologie vascolari. Comune: vampate di calore, flebosclerosi; non comune: flebite, tromboflebite; non nota: shock, tromboembolia inclusa embolia polmonare (in casi isolati con esito fatale). Patologie gastrointestinali. Comune: mucosite (puo' comparire da 5 a 10 giorni dopo l'inizio del trattamento), esofagite, stomatite, vomito, diarrea con conseguente disidratazione, nausea (nausea e vomito spesso compaiono entro le prime 24 ore (in quasi tutti i pazienti). Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo. Molto comune: alopecia (nel 60-90% dei casi trattati. Negli uomini comporta una scarsa crescita della barba. L'alopecia e' dose-dipendente e in gran parte dei casi reversibile); raro: orticaria, prurito, reazioni eritematose locali lungo la vena usata per l'iniezione; non nota: tossicita' locale, eruzione, prurito, alterazioni della cute, eritema, vampate, alterazioni della cute e delle unghie (iperpigmentazione), fotosensibilita', ipersensibilita' della pelle irradiata (reazione da richiamodi radiazioni). Patologie renali e urinarie. Molto comune: colorazione rossa delle urine per 1-2 giorni dopo la somministrazione; non nota:proteinuria nei pazienti trattati con alte dosi. Patologie dell'apparato riproduttivo e della mammella. Raro: amenorrea, azoospermia. Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione. Comune: eritema in sede di infusione, raro: malessere, astenia, febbre,brividi, iperpiressia. Esami diagnostici. Rara: alterazioni dei livelli delle transaminasi; non nota: riduzioni asintomatiche della frazione di eiezione del ventricolo sinistro. Traumatismo, avvelenamento e complicazioni da procedura. Comune: Cistite chimica, talvolta emorragica, e' stata osservata dopo somministrazione endovescicale. Somministrazione endovescicale: dato che solo una quantita' minima di principio attivo e' riassorbita dopo instillazione endovescicale, le reazioni avverse sistemiche gravi nonche' le reazioni allergiche al medicinale sonorare. Sono comunemente segnalate reazioni locali come sensazione di bruciore e minzione frequente (pollachiuria). Occasionalmente sono state riferite cistite batterica o chimica. Queste ADR sono per lo piu' reversibili.
Indicazioni
Trattamento di un ampio spettro di patologie neoplastiche, incluse: carcinoma mammario; carcinoma gastrico. Se somministrata per via endovescicale, l'epirubicina ha evidenziato effetti benefici nel trattamentodi: carcinoma papillare a cellule transizionali della vescica; carcinoma in situ; profilassi endovescicale delle recidive del carcinoma superficiale della vescica in seguito a resezione transuretrale. Per l'uso endovescicale un rapporto rischio/beneficio positivo puo' essere stabilito solo in pazienti nei quali il BCG vivo attenuato e' controindicato o inappropriato. Il medicinale puo' essere utilizzato nell'ambito di schemi polichemioterapici.
Controindicazioni ed effetti secondari
Ipersensibilita' all'epirubicina o a uno qualsiasi degli eccipienti del prodotto, ad altre antracicline o antracenedioni. Allattamento. Usoendovenoso: mielosoppressione persistente; insufficienza epatica grave; insufficienza miocardica grave (compresa insufficienza del miocardio di 4 grado, attacco cardiaco acuto e precedente attacco cardiaco cheabbia determinato insufficienza del miocardio di 3 e 4 grado, cardiopatie infiammatorie acute); infarto miocardico recente; aritmie gravi; precedenti trattamenti con dosi cumulative massime di epirubicina e/o altre antracline e antracenedioni; pazienti con infezioni sistemiche acute; angina pectoris instabile; miocardiopatia. Uso endovescicale: infezioni delle vie urinarie; infiammazione della vescica; ematuria; tumori invasivi penetranti la vescica; problemi di cateterizzazione; ampio volume di urina residua; vescica contratta.
Composizione ed Eccipienti
Sodio cloruro, acido cloridrico per la regolazione del pH, acqua per preparazioni iniettabili.
Avvertenze
Non somministrare l'epirubicina per via sottocutanea o intramuscolare. Il trattamento iniziale richiede un attento monitoraggio basale di vari parametri di laboratorio e della funzionalita' cardiaca. Se l'epirubicina e' somministrata come infusione continua, cio' va fatto preferibilmente tramite catetere venoso centrale. I pazienti devono recuperare dalle tossicita' acute del precedente trattamento citotossico primadi iniziare il trattamento. Mentre il trattamento con alte dosi di epirubicina causa eventi avversi generalmente simili a quelli osservati a dosi standard, la gravita' della neutropenia e della stomatite/mucosite puo' essere aumentata. Il trattamento con alte dosi di epirubicinarichiede particolare attenzione per le possibili complicanze clinichedovute a mielosoppressione profonda. Funzionalita' cardiaca: puo' manifestarsi con eventi precoci o tardivi. Implica una riduzione permanente della tensione QRS, un prolungamento al di fuori del limiti normalidell'intervallo di tempo sistolico (PEP/LVET) e una riduzione della frazione di eiezione del ventricolo sinistro. Pertanto, il monitoraggiocardiaco dei pazienti sottoposti a trattamento e' estremamente importante ed e' consigliabile valutare la funzionalita'. Eventi precoci: consistono principalmente in tachicardia sinusale e/o anomalie dell'elettrocardiogramma (ECG) come alterazioni non specifiche delle onde ST-T.Solitamente questi effetti non costituiscono un motivo valido per interrompere il trattamento. Eventi tardivi: insorgono solitamente tardi nel corso della terapia con epirubicina oppure nel giro di 2-3 mesi dalla conclusione del trattamento, ma sono stati riferiti anche eventi piu' tardivi. L'insufficienza cardiaca congestizia (CHF) potenzialmentefatale rappresenta la forma piu' grave di cardiomiopatia indotta da antracicline e costituisce la tossicita' che limita le dosi cumulative del medicinale. Valutare e monitorare la funzionalita' cardiaca prima di iniziare il trattamento e per tutta la durata della terapia in mododa minimizzare il rischio di comparsa di compromissione cardiaca grave. Tale rischio puo' essere ridotto con un monitoraggio regolare dellaLVEF durante il trattamento e l'immediata sospensione dell'epirubicina al comparire del primo segno di compromissione della funzionalita'. Dose cumulativa di 900 mg/m^2 di epirubicina puo' essere superata solocon estrema cautela. Nello stabilire la dose cumulativa massima di epirubicina, particolare attenzione va riservata a qualsiasi terapia concomitante con medicinali potenzialmente cardiotossici. Una dose cumulativa di 900 - 1000 mg/m^2 puo' essere superata solo con estrema cautela sia alle dosi abituali che ad alte dosi di epirubicina. Al di sopra di tale livello il rischio di insufficienza cardiaca congestizia irreversibile aumenta considerevolmente. Anche i pazienti anziani, bambini e quelli con anamnesi di cardiopatia presentano un maggior rischio di cardiotossicita'. Tuttavia, la cardiotossicita' con epirubicina puo' comparire a dosi cumulative inferiori. E' probabile che la tossicita' dell'epirubicina e di altre antracicline o antracenedioni sia additiva.Tossicita' ematologica: l'epirubicina puo' indurre mielosoppressione.I profili ematologici dovrebbero essere valutati prima e durante ciascun ciclo di terapia con epirubicina, includendo la conta differenziale dei leucociti (WBC). Leucopenia e neutropenia sono generalmente piu'gravi per gli schemi a dosaggio elevato, raggiungono il nadir solitamente tra i 10 ed i 14 giorni successivi alla somministrazione del medicinale; generalmente sono solo transitorie e la conta dei WBC/neutrofili torna ai valori normali entro 21 giorni. Possono inoltre verificarsi trombocitopenia e anemia. Leucemia secondaria: e' piu' comune quandoquesti medicinali vengono somministrati in associazione con agenti antineoplastici che danneggiano il DNA, in associazione con la radioterapia, quando i pazienti sono stati pesantemente pretrattati con farmacicitotossici o quando le dosi di antracicline sono state aumentate. Queste leucemie possono avere un periodo di latenza che varia da 1 a 3 anni. Gastrointestinali: l'epirubicina e' emetogenica. Una mucosite/stomatite di solito compare immediatamente dopo l'inizio della somministrazione del medicinale e, se grave, puo' evolvere in pochi giorni in ulcerazioni della mucosa. Il recupero da questi eventi avversi avviene per la maggior parte dei pazienti entro la terza settimana di terapia. Funzionalita' epatica: si raccomanda di valutare i livelli di bilirubina sierica totale, fosfatasi alcalina, ALT e AST. Nei pazienti con valori di bilirubina o AST elevati si puo' manifestare una clearance ridotta del farmaco con un aumento della tossicita' globale. In questi pazienti si raccomanda la somministrazione di dosi inferiori. I pazienti con grave compromissione della funzionalita' epatica non devono assumere epirubicina. Funzionalita' renale: valutare prima e durante la terapia la creatinina sierica. Effetti al sito di iniezione: l'iniezione in un piccolo vaso o iniezioni precedenti effettuate nella stessa vena possono determinare flebosclerosi. Stravaso: durante l'iniezione endovenosa puo' determinare dolore locale, lesioni tissutali gravi e necrosi. Se durante la somministrazione endovenosa dell'epirubicina dovessero comparire segni o sintomi di stravaso, interrompere l'infusione del medicinale. Sono stati riportati fenomeni di tromboflebite e tromboembolici, inclusa embolia polmonare (in alcuni casi fatale). Sindrome da lisi tumorale: l'epirubicina puo' determinare iperuricemia come conseguenza dell'esteso catabolismo delle purine associato alla rapida lisi delle cellule tumorali indotta dal medicinale. I livelli ematici di acido urico, potassio, calcio fosfato e creatinina devono essere valutati dopo l'inizio del trattamento. L'idratazione, l'alcalinizzazione delle urine e la profilassi con allopurinolo per prevenire l'uricemia possono minimizzare le potenziali complicanze della sindrome da lisi tumorale. Effetti immunosoppressori/Aumentata suscettibilita' alle infezioni: la somministrazione di vaccini vivi o vivi attenuati puo' determinare infezioni gravi o fatali. Sistema riproduttivo: l'epirubicina puo'causare genotossicita'. Uomini e donne in terapia con epirubicina devono adottare contraccettivi idonei. Via endovescicale: la somministrazione di epirubicina puo' causare sintomi di cistite chimica e costrizione vescicale. Particolare attenzione va riservata ai problemi di cateterizzazione. Via endoarteriosa: la somministrazione endoarteriosa di epirubicina puo' causare eventi locali o regionali che comprendono ulcere gastroduodenali e restringimento dei dotti biliari dovuto alla colangite sclerosante indotta dal medicinale. Questa modalita' di somministrazione puo' causare estesa necrosi del tessuto perfuso. Questo medicinale contiene sodio.
Gravidanza e Allattamento
L'epirubicina puo' indurre un danno cromosomico negli spermatozoi umani. Gli uomini sottoposti a trattamento con epirubicina devono adottare metodi contraccettivi efficaci e, data la possibilita' di infertilita' irreversibile causata dalla terapia, informarsi in merito alla conservazione dello sperma, se idonea e disponibile. Ai pazienti di sesso maschile trattati con epirubicina deve essere consigliato di non concepire durante e fino a 6 mesi dopo il trattamento. L'epirubicina puo' causare amenorrea o menopausa prematura nelle donne premenopausali. Le donne non devono iniziare una gravidanza durante il trattamento con epirubicina. Durante il trattamento e per i 6 mesi successivi uomini e donne devono adottare un metodo contraccettivo efficace. Dati sperimentali sugli animali indicano che l'epirubicina puo' provocare danni fetali se somministrata a donne in gravidanza. Se l'epirubicina e' usata durante la gravidanza (in particolare nel primo trimestre) o se la paziente rimane incinta durante l'assunzione di questo farmaco, deve essere informata circa il rischio potenziale per il feto e i medicinali citostatici devono essere usati solo su stretta indicazione e dopo che ilpotenziale beneficio per la madre e' stato soppesato rispetto ai possibili rischi di effetti avversi sulla riproduzione. Non sono disponibili studi su donne in gravidanza. Non e' noto se l'epirubicina venga escreta nel latte materno. Dato che molti medicinali, incluse altre antracicline, vengono escreti nel latte umano e date le potenziali reazioni avverse gravi da epirubicina nei neonati allattati al seno, le madridovrebbero interrompere l'allattamento al seno prima di assumere questo medicinale.
Interazioni con altri prodotti
L'epirubicina e' usata principalmente in associazione con altri farmaci citotossici. La tossicita' aggiuntiva puo' manifestarsi in particolare con effetti sul midollo osseo/ematologici e gastrointestinali. L'uso dell'epirubicina nella chemioterapia combinata con altri farmaci potenzialmente cardiotossici nonche' l'utilizzo concomitante di altri composti cardioattivi, richiede il monitoraggio della funzionalita' cardiaca durante tutto il trattamento. L'epirubicina e' ampiamente metabolizzata dal fegato. Alterazioni della funzione epatica indotte da terapie concomitanti possono influenzare il metabolismo, la farmacocinetica, l'efficacia terapeutica e/o la tossicita' dell'epirubicina. Le antracicline inclusa l'epirubicina non devono essere somministrate in associazione con altri agenti cardiotossici, a meno che la funzionalita' cardiaca del paziente non sia attentamente monitorata. I pazienti che assumono antracicline dopo l'interruzione del trattamento con altri agenti cardiotossici, specialmente quelli con emivite lunghe come trastuzumab, possono essere ad aumentato rischio di sviluppare una cardiotossicita'. L'emivita di trastuzumab e' di 28,5 giorni circa e puo' rimanere in circolazione fino a 24 settimane. Pertanto, se possibile, bisognaevitare la terapia a base di antracicline per un periodo massimo di 24 settimane dopo l'interruzione del trastuzumab. Se le antracicline sono usate prima di questo tempo, si raccomanda un attento monitoraggio della funzionalita' cardiaca. Nei pazienti che assumono epirubicina vaevitata la vaccinazione con vaccini vivi. Possono invece essere somministrati vaccini morti o inattivati; tuttavia, la risposta a tali vaccini puo' essere diminuita. I prodotti medicinali che inducono l'enzimacitocromo P-450 possono aumentare il metabolismo dell'epirubicina, causando una riduzione dell'efficacia. Cimetidina 400 mg due volte al giorno somministrata prima dell'epirubicina 100 mg/m^2 ogni 3 settimane causa un aumento del 50% dell'AUC dell'epirubicina e un incremento del41% dell'AUC dell'epirubicinolo (quest'ultimo p<0,05). L'AUC del 7-deossi- doxorubicinolo aglicone e il flusso ematico epatico non erano ridotti, ne consegue che i risultati di cui sopra non sono imputabili alla ridotta attivita' del citocromo P-450. La cimetidina deve essere sospesa durante il trattamento con epirubicina. Se somministrato prima dell'epirubicina, il paclitaxel puo' causare aumentate concentrazioni plasmatiche di epirubicina immodificata e dei relativi metaboliti, laddove questi ultimi non sono tuttavia ne' tossici ne' attivi. In uno studio, la tossicita' ematologica e' stata maggiore quando paclitaxel erastato somministrato prima dell'epirubicina rispetto a dopo l'epirubicina. La co-somministrazione di paclitaxel o docetaxel non ha influenzato la farmacocinetica dell'epirubicina quando l'epirubicina era somministrata prima del tassano. Questa associazione puo' essere usata se siusa la somministrazione sfalsata dei due agenti. L'infusione di epirubicina e paclitaxel deve essere eseguita con un intervallo di almeno 24 ore tra i 2 agenti. Il dexverapamil puo' alterare la farmacocineticadell'epirubicina ed eventualmente potenziarne gli effetti depressivi sul midollo osseo. Uno studio ha riscontrato che docetaxel puo' aumentare le concentrazioni plasmatiche dei metabolici dell'epirubicina, se somministrato immediatamente dopo l'epirubicina. Il chinino puo' accelerare la distribuzione iniziale dell'epirubicina dal sangue nei tessuti e puo' avere un'influenza sul partizionamento dei globuli rossi dell'epirubicina. La co-somministrazione di interferone alfa2b puo' causare una riduzione sia dell'emivita dell'eliminazione terminale che dellaclearance totale dell'epirubicina. La possibilita' di marcati disturbi dell'ematopoiesi deve essere tenuta presente con un (pre)trattamentocon medicazioni che influenzano il midollo osseo. La somministrazionepregressa di dosi piu' alte (900 mg/m^2e 1200 mg/m^2) di dexrazoxano puo' far aumentare la clearance sistemica dell'epirubicina, provocandouna riduzione dell'AUC. La cardiotossicita' dell'epirubicina e' potenziata da determinati trattamenti radioterapeutici e dal precedente e concomitante utilizzo di altri derivati dell'antraciclina o altri agenti cardiotossici. L'epirubicina e' in grado di potenziare l'effetto delle radiazioni sull'area mediastinale. Se l'epirubicina e' usata contemporaneamente ad altri farmaci che possono provocare insufficienza cardiaca, per esempio i bloccanti del canale del calcio, la funzione cardiaca deve essere monitorata per tutta la durata della terapia. L'uso concomitante di ciclosporina puo' provocare una immunosoppressione eccessiva.
Forme Farmacologiche
Conservazione del prodotto
Conservare in frigorifero (2-8 gradi C). Conservare e trasportare in frigorifero. Non congelare. La conservazione della soluzione iniettabile in frigorifero puo' determinare la gelificazione del prodotto. Questo prodotto gelificato passa a uno stato leggermente viscoso e quindi a uno stato normale dopo 2-4 ore di equilibrazione a temperatura ambiente controllata (15-25 gradi C)