epirubicina kabi*fl 50mg/25ml epirubicina fresenius kabi oncology plc
Che cosa è epirubicina kabi fl 50mg/25ml?
Epirubicina kabi preparazione iniettabile prodotto da
fresenius kabi oncology plc
è un farmaco generico della categoria
farmaci preconfezionati prodotti industrialmente - generici
che appartiene alla fascia H che comprende i farmaci di esclusivo uso ospedaliero, non vendibili ai cittadini presso le farmacie aperte al pubblico, ma utilizzabili o distribuibili solo nell'ambito delle strutture sanitarie pubbliche .
Epirubicina kabi risulta
non in commercio nelle farmacie italiane
E' utilizzato per la cura di agenti antineoplastici.
Contiene i principi attivi:
epirubicina cloridrato
Composizione Qualitativa e Quantitativa: epirubicina cloridrato.
Codice AIC: 039358015
Codice EAN: 0
Informazioni e Indicazioni, a cosa serve?
Trattamento di un ampio spettro di condizioni neoplastiche comprendenti: carcinoma della mammella; carcinoma gastrico. Quando viene somministrata per via endovescicale, l'epirubicina si e' dimostrata essere dibeneficio nel trattamento di: carcinoma della vescica a cellule transizionali papillari; carcinoma in situ della vescica; profilassi endovescicale delle recidive di carcinoma superficiale della vescica a seguito di resezione transuretrale.
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Posologia
Utilizzare solo per via endovenosa ed endovescicale. L'epirubicina non e' attiva quando viene somministrata per via orale e non deve essereiniettata per via intramuscolare o intratecale. La sicurezza ed efficacia dell'epirubicina nei bambini non sono stabilite. >>Somministrazione endovenosa. E' consigliabile somministrare il farmaco attraverso ilcatetere di una fleboclisi continua di soluzione fisiologica dopo essersi accertati che l'ago sia perfettamente in vena. Questo metodo riduce il pericolo di stravaso del farmaco e assicura il lavaggio della vena con soluzione salina dopo la somministrazione del farmaco. Lo stravaso di epirubicina dalla vena durante l'iniezione puo' portare a lesioni tissutali gravi fino alla necrosi. In caso di stravaso, la somministrazione deve essere fermata subito. L'iniezione eseguita in piccoli vasi o ripetuta nella stessa vena puo' causare sclerosi venosa. Dosi convenzionali: quando l'epirubicina e' utilizzata come unico agente, la dose raccomandata negli adulti e' da 60 mg/m^2 a 90 mg/m^2 di superficie corporea; il farmaco deve essere iniettato per via endovenosa in 3-5 minuti e, a seconda delle condizioni ematomidollari del paziente, ladose deve essere ripetuta a intervalli di 21 giorni. Se si manifestano segni di tossicita', inclusa febbre grave da neutropenia e trombocitopenia (che potrebbe persistere al giorno 21), puo' essere necessaria una modifica della dose o la posticipazione della somministrazione successiva. Dosi elevate: l'epirubicina come monoterapia per il trattamento del carcinoma alla mammella con dosi elevate deve essere somministrata secondo il regime seguente. Per il trattamento a dose elevata, l'epirubicina puo' essere somministrata in bolo endovenoso in 3-5 minuti o in infusione fino a 30 minuti. Nel trattamento adiuvante del carcinoma mammario allo stadio iniziale con linfonodi positivi sono raccomandate dosi endovenose di epirubicina da 100 mg/m^2 (come dose singola in1 giorno) a 120 mg/m^2 (in due dosi divise nei giorni 1 e 8) ogni 3-4settimane, in associazione con ciclofosfamide e 5-fluorouracile per via endovenosa e tamoxifene per via orale. Il farmaco deve essere somministrato in bolo endovenoso in 3-5 minuti o come infusione endovenosa fino a 30 minuti. Dosi inferiori (da 60 mg/m^2 fino a 75 mg/m^2 per iltrattamento convenzionale e da 105 mg/m^2 fino a 120 mg/m^2 negli schemi posologici per dosi elevate) sono raccomandate per pazienti la cuifunzione midollare e' gia' stata compromessa da una precedente chemioterapia o radioterapia, dall'eta' o da infiltrazione neoplastica midollare. La dose totale per ciclo puo' essere divisa in 2-3 giorni successivi. Se l'epirubicina e' utilizzata in associazione con altri agenti citotossici, la dose deve essere ridotta di conseguenza. Le dosi utilizzate comunemente sono mostrate nella tabella sopra. >>Anziani: si raccomanda di ridurre la dose. >>Funzionalita' epatica ridotta. La principale via di eliminazione di epirubicina e' il sistema epatobiliare. Inpazienti con funzione epatica compromessa la dose deve essere ridottain base ai livelli di bilirubina nel siero come segue. Bilirubina nelsiero 1,4-3 mg/100 ml, AST (aspartato aminotransferasi) 2-4 volte il limite piu' elevato normale: riduzione della dose del 50%. Bilirubina nel siero >3 mg/100 ml, AST (aspartato aminotransferasi) >4 volte il limite normale: riduzione della dose del 75%. >>Funzione renale compromessa: non sembra richiedere una riduzione di dose in vista della quantita' limitata di epirubicina escreta attraverso questa via. Tuttavia, nei pazienti con creatinina sierica >5 mg/dl puo' essere necessario unaggiustamento della dose. >>Somministrazione endovescicale. Queesto tipo di somministrazione e' prevista per il trattamento del cancro superficiale alla vescica e per il carcinoma in sito. Non deve essere usata in questo modo per il trattamento dei tumori invasivi che hanno penetrato la parete della vescica in cui sono piu' appropriate la terapia sistemica o chirurgica. L'epirubicina e' stata impiegata con esito positivo anche per via endovescicale come agente profilattico dopo la resezione transuretrale di tumori superficiali per prevenire recidive. Per il trattamento del cancro superficiale della vescica e' raccomandatoil seguente regime: instillazioni di 50 mg/50 ml da ripetere per 8 settimane (diluite con soluzione fisiologica o acqua distillata sterile). Se viene osservata tossicita' locale: e' consigliata una riduzione di dose a 30 mg/50 ml. Carcinoma in situ: fino a 80 mg/50 ml (a secondadella tollerabilita' individuale del paziente). Per la profilassi: somministrazione di 50 mg/50 ml da ripetere per 4 settimane seguite da instillazioni mensili della stessa dose per 11 mesi. La soluzione deve essere trattenuta nella vescica per 1-2 ore. Per evitare la diluizioneinopportuna con urina, il paziente non deve bere liquidi per 12 ore prima dell'instillazione. Durante l'instillazione il paziente deve essere girato di tanto in tanto e deve essere istruito a svuotare la vescica alla fine del tempo di instillazione.
Effetti indesiderati
Il trattamento con epirubicina spesso causa effetti indesiderati, alcuni dei quali molto gravi. Quindi e' necessaria un'attenta osservazione dei pazienti. La frequenza e natura degli effetti indesiderati sono influenzate dalla velocita' di somministrazione e dalla dose. La depressione del midollo osseo (generalmente di natura temporanea) e la cardiotossicita' sono effetti indesiderati che limitano le dosi elevate. Esami diagnostici. Rari (>=1/10.000, =1/10): mielosoppressione (leucopenia, granulocitopenia, neutropenia, neutropenia febbrile, anemia). Possono manifestarsi emorragie e ipossia del tessuto (come risultato della mielosoppressione). In un gran numero di pazienti non trattati che avevano diversi tumori solidi, dosi elevate di epirubicina sono state somministrate in sicurezza e hanno causato effetti indesiderati non diversi da quelli visti a dosi convenzionali con l'eccezione della neutropenia grave reversibile (=1/100, =1/1000, GRAVIDANZA E ALLATTAMENTOL'epirubicina puo' avere effetti genotossici. Percio' ai pazienti maschi trattati con epirubicina e' sconsigliato di avere figli durante e per sei mesi dopo il trattamento con epirubicina e di seguire l'avvertenza di conservare lo sperma prima del trattamento a causa della possibilita' di infertilita' dovuta alla terapia con epirubicina. Le donne non devono iniziare una gravidanza durante il trattamento con epirubicina. Gli uomini e le donne devono usare un metodo efficace di contraccezione durante il trattamento e per sei mesi dopo. L'epirubicina e' unpotenziale teratogeno e se somministrato alle donne gravide puo' causare aborto spontaneo, embriotossicita' e morte del feto. Durante la gravidanza, in particolare il primo trimestre, i farmaci citostatici devono essere usati solo sotto stretta indicazione e quando i potenziali benefici per la madre sono stati valutati contro il possibile rischio di effetti avversi sulla riproduzione. Le donne che potenzialmente potrebbero diventare gravide devono essere pienamente informate del possibile pericolo per il feto se entrano in gravidanza durante la terapia con l'epirubicina e di usare un metodo contraccettivo sicuro durante il trattamento con epirubicina. Non si sa se l'epirubicina viene escreta nel latte umano. Non si puo' escludere un rischio per il bambino allattato. L'allattamento deve essere interrotto durante il trattamento con epirubicina.
Indicazioni
Trattamento di un ampio spettro di condizioni neoplastiche comprendenti: carcinoma della mammella; carcinoma gastrico. Quando viene somministrata per via endovescicale, l'epirubicina si e' dimostrata essere dibeneficio nel trattamento di: carcinoma della vescica a cellule transizionali papillari; carcinoma in situ della vescica; profilassi endovescicale delle recidive di carcinoma superficiale della vescica a seguito di resezione transuretrale.
Controindicazioni ed effetti secondari
Ipersensibilita' all'epirubicina, alle antracicline/antracenoidi o a uno qualsiasi degli eccipienti. Mielosoppressione marcata indotta da un precedente trattamento con altri farmaci antineoplastici o a causa di una precedente radioterapia. Pazienti trattati con dosi cumulative massime di altre antracicline come la doxorubicina e la daunorubicina. Presenza o anamnesi di cardiopatie (inclusa insufficienza cardiaca di classe IV della New York Hearth Association (NYHA), infarto miocardicoacuto e infarto precedente con insufficienza cardiaca residua di classe III o IV della NYHA, cardiopatie infiammatorie acute, aritmia con conseguenze emodinamiche gravi).Infezione sistemica acuta. Insufficienza epatica grave. Grave mucosite alla bocca, faringe, esofago e al tratto gastrointestinale. Pazienti che stanno allattando. Per la somministrazione endovescicale, l'epirubicina e' controindicata in caso di: infezioni del tratto urinario; tumori invasivi che penetrano la vescica; problemi di cateterizzazione; infiammazione alla vescica; grande volume di urina residua; vescica contratta.
Composizione ed Eccipienti
Acido cloridrico, per regolare il pH; sodio cloruro; acqua per preparazioni iniettabili.
Avvertenze
Non deve essere somministrata per via subcutanea e intramuscolare. Lostravaso di epirubicina dalla vena durante l'iniezione puo' causare gravi lesioni al tessuto e necrosi. L'iniezione in piccole vene o iniezioni ripetute nella stessa vena possono causare sclerosi venosa. In caso di stravaso di una dose viene sospesa la somministrazione in quellavena particolare e ripresa in un posto diverso. E' stata impiegata con vario grado di successo l'infiltrazione locale con corticosteroidi, con o senza l'associazione con una soluzione di sodio bicarbonato (8,4%) e l'applicazione di dimetil sulfossido e di impacchi. E' richiesto un accurato monitoraggio di base di diversi esami di laboratorio e della funzione cardiaca. Se l'epirubicina viene somministrata in infusione continua, cio' deve avvenire preferibilmente attraverso un catetere in una vena centrale. Nausea, vomito e mucosite sono spesso molto gravi. Sia prima che durante ogni ciclo di terapia deve essere eseguita accuratamente la conta dei globuli rossi e bianchi, dei neutrofili e delle piastrine. Leucopenia e neutropenia sono generalmente temporanee sia con schemi di posologia convenzionali sia a dosi elevate, raggiungono il livello piu' basso tra il decimo e quattordicesimo giorno e ritornano a valori normali dal ventunesimo giorno; esse sono piu' gravi conschemi di posologia a dosi elevate. Anche l'anemia e la trombocitopenia sono passeggere e si manifestano nello stesso modo. Molto pochi pazienti, perfino se ricevono dosi elevate, hanno mostrato trombocitopenia. Prima di iniziare un trattamento i pazienti devono essersi ripresi adeguatamente dalla stomatite o mucosite. L'epirubicina viene eliminata principalmente per via epatica. Percio' e' necessario valutare la funzione epatica (AST, ALT, fosfatasi alcalina, bilirubina) prima del trattamento e di nuovo durante il trattamento. In pazienti con un livello elevato di bilirubina o AST la clearance della epirubicina puo' essere ritardata e cio' puo' causare un aumento della tossicita' generale;e' raccomandata una riduzione della dose. I pazienti con gravi disturbi della funzione epatica non devono utilizzare l'epirubicina. Nei pazienti con funzione renale ridotta il livello di creatinina nel siero deve essere monitorato regolarmente prima e durante il trattamento. Peri pazienti con il livello di creatinina del siero aumentato (>450 mcmol/l) si raccomanda di ridurre la dose. Si puo' verificare un'insufficienza cardiaca in particolare nei pazienti ai quali e' stata somministrata una dose cumulativa di 900 mg/m^2 o una dose cumulativa inferiorenei pazienti che hanno ricevuto radiazioni nell'area mediastinale. Con dosi cumulative INTERAZIONICon l'epirubicina sono state osservate interazioni farmacologiche concimetidina, dexverapamil, dexrazoxano, docetaxel, interferone alfa-2b, paclitaxel e chinina. Il dexverapamil puo' alterare la farmacocinetica dell'epirubicina e possibilmente incrementare gli effetti di depressione sul midollo osseo. Una precedente somministrazione di dosi maggiori (da 900 mg/m^2 a 1200 mg/m^2) di dexrazoxano puo' aumentare la clearance sistemica dell'epirubicina e causare una diminuzione dell'AUC. Uno studio ha dimostrato che il docetaxel puo' aumentare la concentrazione plasmatica dei metaboliti dell'epirubicina quando viene somministrato subito dopo l'epirubicina. La co-somministrazione di interferone alfa-2b puo' causare sia una diminuzione del tempo di dimezzamento siadella clearance totale dell'epirubicina. Il paclitaxel puo' influenzare la farmacocinetica di epirubicina e del suo metabolita, epirubicinolo. E' stato dimostrato che, quando viene somministrato prima dell'epirubicina, il paclitaxel aumenta le concentrazioni plasmatiche di epirubicina. Quando il paclitaxel viene somministrato dopo l'epirubicina non sono rilevati cambiamenti nella concentrazione plasmatica di epirubicina. Quindi con l'uso concomitante e' raccomandato il secondo schema di somministrazione. In uno studio, la tossicita' ematologica era maggiore quando il paclitaxel era somministrato prima dell'epirubicina rispetto a quando era somministrato dopo. Uno studio ha dimostrato che laclearance del paclitaxel e' ridotta dall'epirubicina. La chinina puo'accelerare la distribuzione iniziale dell'epirubicina dal sangue nel tessuto e puo' avere un'influenza sulla suddivisione dei globuli rossidell'epirubicina. La cimetidina 400 mg 2 volte al giorno somministrata prima dell'epirubicina 100 mg/m^2 ogni 3 settimane ha causato un aumento del 50% dell'AUC dell'epirubicina e un aumento del 41% dell'AUC dell'epirubicinolo (quest'ultima p<0,05). L'AUC del 7-desossidoxorubicinolo aglicone e il flusso ematico nel fegato non sono diminuiti, per cui i risultati non si spiegano con l'attivita' ridotta del citocromo P-450. L'epirubicina utilizzata in associazione con altri agenti citotossici puo' causare una mielotossicita' aggiuntiva. La possibilita' di disturbi evidenti dell'ematopoiesi necessita di tenere in mente un pretrattamento con farmaci che influenzano il midollo osseo (cioe' agenticitostatici, sulfamidici, cloramfenicolo, difenilidantoina, derivati dell'amidopirina, antiretrovirali). La cardiotossicita' dell'epirubicina e' potenziata da alcuni trattamenti radioterapici e da un precedente o concomitante utilizzo di altri derivati delle antracicline (per es. mitomicina-C, dacarbazina, dactinomicina e in alcuni casi ciclofosfamide) o altri agenti cardiotossici (per es. 5-fluorouracile, ciclofosfamide, cisplatino, taxani). L'epirubicina puo' potenziare l'effetto delle radiazioni nell'area mediastinale. I medicinali che inducono l'enzima citocromo P-450 (come rifampicina e barbiturici) possono aumentareil metabolismo dell'epirubicina, causando una riduzione dell'efficacia. Se l'epirubicina e' utilizzata in concomitanza con altri farmaci che possono causare insufficienza cardiaca, per es. i bloccanti i canalidel calcio, la funzionalita' cardiaca deve essere monitorata attraverso il corso del trattamento. L'epirubicina e' metabolizzata principalmente nel fegato; ogni medicazione concomitante che influenza la funzione epatica puo' influenzare anche il metabolismo o la farmacocinetica dell'epirubicina e, conseguentemente, la sua efficacia e/o tossicita'.Questo prodotto generalmente non e' raccomandato in associazione con vaccini vivi attenuati a causa del rischio di una malattia sistemica possibilmente fatale. Questo rischio e' aumentato nei soggetti che sonogia' immunosoppressi dalla loro malattia principale. Utilizzare un vaccino inattivato dove esiste (poliomielite). L'uso concomitante con ciclosporine puo' causare un'eccessiva immunosoppressione.EFFETTI INDESIDERATIIl trattamento con epirubicina spesso causa effetti indesiderati, alcuni dei quali molto gravi. Quindi e' necessaria un'attenta osservazione dei pazienti. La frequenza e natura degli effetti indesiderati sono influenzate dalla velocita' di somministrazione e dalla dose. La depressione del midollo osseo (generalmente di natura temporanea) e la cardiotossicita' sono effetti indesiderati che limitano le dosi elevate. Esami diagnostici. Rari (>=1/10.000, =1/10): mielosoppressione (leucopenia, granulocitopenia, neutropenia, neutropenia febbrile, anemia). Possono manifestarsi emorragie e ipossia del tessuto (come risultato della mielosoppressione). In un gran numero di pazienti non trattati che avevano diversi tumori solidi, dosi elevate di epirubicina sono state somministrate in sicurezza e hanno causato effetti indesiderati non diversi da quelli visti a dosi convenzionali con l'eccezione della neutropenia grave reversibile (=1/100, =1/1000, GRAVIDANZA E ALLATTAMENTOL'epirubicina puo' avere effetti genotossici. Percio' ai pazienti maschi trattati con epirubicina e' sconsigliato di avere figli durante e per sei mesi dopo il trattamento con epirubicina e di seguire l'avvertenza di conservare lo sperma prima del trattamento a causa della possibilita' di infertilita' dovuta alla terapia con epirubicina. Le donne non devono iniziare una gravidanza durante il trattamento con epirubicina. Gli uomini e le donne devono usare un metodo efficace di contraccezione durante il trattamento e per sei mesi dopo. L'epirubicina e' unpotenziale teratogeno e se somministrato alle donne gravide puo' causare aborto spontaneo, embriotossicita' e morte del feto. Durante la gravidanza, in particolare il primo trimestre, i farmaci citostatici devono essere usati solo sotto stretta indicazione e quando i potenziali benefici per la madre sono stati valutati contro il possibile rischio di effetti avversi sulla riproduzione. Le donne che potenzialmente potrebbero diventare gravide devono essere pienamente informate del possibile pericolo per il feto se entrano in gravidanza durante la terapia con l'epirubicina e di usare un metodo contraccettivo sicuro durante il trattamento con epirubicina. Non si sa se l'epirubicina viene escreta nel latte umano. Non si puo' escludere un rischio per il bambino allattato. L'allattamento deve essere interrotto durante il trattamento con epirubicina.
Gravidanza e Allattamento
L'epirubicina puo' avere effetti genotossici. Percio' ai pazienti maschi trattati con epirubicina e' sconsigliato di avere figli durante e per sei mesi dopo il trattamento con epirubicina e di seguire l'avvertenza di conservare lo sperma prima del trattamento a causa della possibilita' di infertilita' dovuta alla terapia con epirubicina. Le donne non devono iniziare una gravidanza durante il trattamento con epirubicina. Gli uomini e le donne devono usare un metodo efficace di contraccezione durante il trattamento e per sei mesi dopo. L'epirubicina e' unpotenziale teratogeno e se somministrato alle donne gravide puo' causare aborto spontaneo, embriotossicita' e morte del feto. Durante la gravidanza, in particolare il primo trimestre, i farmaci citostatici devono essere usati solo sotto stretta indicazione e quando i potenziali benefici per la madre sono stati valutati contro il possibile rischio di effetti avversi sulla riproduzione. Le donne che potenzialmente potrebbero diventare gravide devono essere pienamente informate del possibile pericolo per il feto se entrano in gravidanza durante la terapia con l'epirubicina e di usare un metodo contraccettivo sicuro durante il trattamento con epirubicina. Non si sa se l'epirubicina viene escreta nel latte umano. Non si puo' escludere un rischio per il bambino allattato. L'allattamento deve essere interrotto durante il trattamento con epirubicina.
Interazioni con altri prodotti
Con l'epirubicina sono state osservate interazioni farmacologiche concimetidina, dexverapamil, dexrazoxano, docetaxel, interferone alfa-2b, paclitaxel e chinina. Il dexverapamil puo' alterare la farmacocinetica dell'epirubicina e possibilmente incrementare gli effetti di depressione sul midollo osseo. Una precedente somministrazione di dosi maggiori (da 900 mg/m^2 a 1200 mg/m^2) di dexrazoxano puo' aumentare la clearance sistemica dell'epirubicina e causare una diminuzione dell'AUC. Uno studio ha dimostrato che il docetaxel puo' aumentare la concentrazione plasmatica dei metaboliti dell'epirubicina quando viene somministrato subito dopo l'epirubicina. La co-somministrazione di interferone alfa-2b puo' causare sia una diminuzione del tempo di dimezzamento siadella clearance totale dell'epirubicina. Il paclitaxel puo' influenzare la farmacocinetica di epirubicina e del suo metabolita, epirubicinolo. E' stato dimostrato che, quando viene somministrato prima dell'epirubicina, il paclitaxel aumenta le concentrazioni plasmatiche di epirubicina. Quando il paclitaxel viene somministrato dopo l'epirubicina non sono rilevati cambiamenti nella concentrazione plasmatica di epirubicina. Quindi con l'uso concomitante e' raccomandato il secondo schema di somministrazione. In uno studio, la tossicita' ematologica era maggiore quando il paclitaxel era somministrato prima dell'epirubicina rispetto a quando era somministrato dopo. Uno studio ha dimostrato che laclearance del paclitaxel e' ridotta dall'epirubicina. La chinina puo'accelerare la distribuzione iniziale dell'epirubicina dal sangue nel tessuto e puo' avere un'influenza sulla suddivisione dei globuli rossidell'epirubicina. La cimetidina 400 mg 2 volte al giorno somministrata prima dell'epirubicina 100 mg/m^2 ogni 3 settimane ha causato un aumento del 50% dell'AUC dell'epirubicina e un aumento del 41% dell'AUC dell'epirubicinolo (quest'ultima p<0,05). L'AUC del 7-desossidoxorubicinolo aglicone e il flusso ematico nel fegato non sono diminuiti, per cui i risultati non si spiegano con l'attivita' ridotta del citocromo P-450. L'epirubicina utilizzata in associazione con altri agenti citotossici puo' causare una mielotossicita' aggiuntiva. La possibilita' di disturbi evidenti dell'ematopoiesi necessita di tenere in mente un pretrattamento con farmaci che influenzano il midollo osseo (cioe' agenticitostatici, sulfamidici, cloramfenicolo, difenilidantoina, derivati dell'amidopirina, antiretrovirali). La cardiotossicita' dell'epirubicina e' potenziata da alcuni trattamenti radioterapici e da un precedente o concomitante utilizzo di altri derivati delle antracicline (per es. mitomicina-C, dacarbazina, dactinomicina e in alcuni casi ciclofosfamide) o altri agenti cardiotossici (per es. 5-fluorouracile, ciclofosfamide, cisplatino, taxani). L'epirubicina puo' potenziare l'effetto delle radiazioni nell'area mediastinale. I medicinali che inducono l'enzima citocromo P-450 (come rifampicina e barbiturici) possono aumentareil metabolismo dell'epirubicina, causando una riduzione dell'efficacia. Se l'epirubicina e' utilizzata in concomitanza con altri farmaci che possono causare insufficienza cardiaca, per es. i bloccanti i canalidel calcio, la funzionalita' cardiaca deve essere monitorata attraverso il corso del trattamento. L'epirubicina e' metabolizzata principalmente nel fegato; ogni medicazione concomitante che influenza la funzione epatica puo' influenzare anche il metabolismo o la farmacocinetica dell'epirubicina e, conseguentemente, la sua efficacia e/o tossicita'.Questo prodotto generalmente non e' raccomandato in associazione con vaccini vivi attenuati a causa del rischio di una malattia sistemica possibilmente fatale. Questo rischio e' aumentato nei soggetti che sonogia' immunosoppressi dalla loro malattia principale. Utilizzare un vaccino inattivato dove esiste (poliomielite). L'uso concomitante con ciclosporine puo' causare un'eccessiva immunosoppressione.
Forme Farmacologiche
Conservazione del prodotto
Conservare in frigorifero (2-8 gradi C). Non congelare. Conservare nella confezione esterna per proteggere dalla luce. La conservazione della soluzione iniettabile in condizioni refrigerate puo' causare la formazione di un prodotto gelificato. Questo prodotto gelificato ritornera' in uno stato da leggermente viscoso fino a una soluzione liquida dopo due o massimo 4 ore di esposizione a temperatura ambiente (15-25 gradi C).