efexor*14cpr 75mg venlafaxina wyeth lederle spa

Che cosa è efexor 14cpr 75mg?

Efexor compresse prodotto da wyeth lederle spa
è un farmaco etico della categoria specialita' medicinali con prescrizione medica che appartiene alla fascia A che comprende tutti i farmaci essenziali e per malattie croniche, che sono gratuiti per il cittadino, su questi farmaci le Regioni sono comunque libere di applicare eventualmente un ticket .
Efexor risulta non in commercio nelle farmacie italiane

E' utilizzato per la cura di antidepressivo.
Contiene i principi attivi: venlafaxina cloridrato
Codice AIC: 028831042 Codice EAN: 0

Informazioni e Indicazioni, a cosa serve?

Trattamento di tutti i tipi di depressione, compresa la depressione accompagnata da ansia, sia nei pazienti ospedalizzati che ambulatoriali.

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Posologia

Dosaggio usuale. Il dosaggio normalmente consigliato e' di 75 mg al giorno suddiviso in due somministrazioni (37,5 mg due volte al di'). Nel caso che dopo due settimane un ulteriore miglioramento clinico sia richiesto, il dosaggio puo' essere aumentato a 150 mg/die suddiviso in due somministrazioni (75 mg due volte al di'). Quando e' necessario aumentare il dosaggio, gli aumenti fino a 75 mg/die devono essere effettuati ad intervalli di non meno di 4 giorni. Azione rapida. Quando si desidera ottenere una azione rapida, per esempio in pazienti ospedalizzati o con depressione da moderata a grave, il dosaggio iniziale raccomandato e' da 75 mg a 150 mg al giorno, suddiviso in 2 o 3 somministrazioni. Il dosaggio giornaliero dovrebbe poi essere aumentato da 50 a 75mg ogni 2 o 3 giorni fino a raggiungere una dose giornaliera di 300 mg nell'arco di una settimana. La dose massima consigliata e' di 375 mgal giorno. Le dosi superiori alla dose iniziale devono essere suddivise in 3 somministrazioni. Il dosaggio di mantenimento deve essere determinato in base alla risposta e tolleranza del paziente. Le suddette raccomandazioni sono il risultato degli studi clinici, nei quali il farmaco e' stato somministrato a dosaggi da 75 a 375 mg/die, suddivisi indue o tre somministrazioni. Si raccomanda di assumere il farmaco con il cibo. Quando si interrompe la terapia con venlafaxina, si raccomanda una riduzione graduale del dosaggio. E' necessario un periodo di riduzione graduale di almeno due settimane se la venlafaxina e' stata utilizzata per piu' di 6 settimane. Tale periodo di riduzione graduale puo' dipendere dalla dose, dalla durata della terapia e dal singolo paziente. I pazienti devono essere avvertiti di consultare il proprio medico prima di interrompere bruscamente l'assunzione. Sintomi da sospensione osservati in seguito ad interruzione del trattamento Si deve evitare un'interruzione brusca del trattamento. Quando si interrompe il trattamento con venlafaxina la dose deve essere ridotta gradualmente in un periodo di almeno 1-2 settimane per ridurre il rischio di reazioni da sospensione. Se si dovessero manifestare, a seguito della riduzione della dose o al momento della interruzione del trattamento, sintomi non tollerabili, si puo' prendere in considerazione il ripristino della dose prescritta in precedenza. Successivamente il medico puo' continuare a ridurre la dose, ma in modo piu' graduale. Pazienti con alterazioni epatiche. Pazienti con alterazioni epatiche devono assumere dosaggipiu' bassi. Come linea guida iniziale si raccomanda in questi pazienti la seguente riduzione del dosaggio sulla base degli studi di farmacocinetica effettuati nei volontari sani. Pazienti con alterazioni epatiche da lievi a moderate, come potrebbe essere nel caso di un valore del tempo di protrombina compreso tra 14 e18 secondi, devono ricevere undosaggio ridotto del 50%. Per alcuni pazienti devono essere valutate riduzioni superiori al 50%. Ulteriori diminuzioni del dosaggio devono essere considerate in pazienti con alterazioni epatiche piu' gravi, ede' necessario tenere questi pazienti sotto stretto controllo medico. Pazienti con alterazioni renali. Pazienti con alterazioni renali devono ricevere dosaggi piu' bassi del farmaco. Come linea guida iniziale si raccomandano in questi pazienti le seguenti riduzioni di dosaggio sulla base degli studi di farmacocinetica effettuati in volontari non depressi. La dose totale di venlafaxina deve essere ridotta del 25-50% in pazienti con insufficienza renale che presentano una velocita' di filtrazione glomerulare (VFG) compresa tra 10-70 ml/min. Poiche' l'emivita plasmatica della venlafaxina e della O-desmetilvelafaxina (ODV) risultano piu' che raddoppiate in pazienti con insufficienza renale grave, la dose giornaliera globale puo' essere data in unica somministrazione. La dose giornaliera totale di venlafaxina deve essere ridotta del 50% nei pazienti sottoposti a dialisi. Nei pazienti sottoposti a dialisi, meno del 5% della dose e' stata ritrovata nel liquido di dialisi sotto forma di venlafaxina o ODV. Nonostante cio' si raccomanda di non somministrare la dose giornaliera nei pazienti sottoposti a dialisi, prima del completamento del trattamento dialitico. A causa dell'elevatavariabilita' individuale della clearance della venlafaxina nei pazienti con alterazioni renali, in alcuni pazienti puo' essere preferibile adattare il dosaggio su base individuale. Pazienti anziani. Non e' necessario un adattamento specifico del dosaggio della venlafaxina esclusivamente per ragioni d'eta'. Comunque, come con tutti gli antidepressivi, il prodotto deve essere usato con cautela nei pazienti anziani. Particolare attenzione deve essere prestata nell'aumentare la dose. Mantenimento/Continuazione/Trattamento Prolungato. Il medico deve valutareperiodicamente l'utilita' del trattamento prolungato individualmente per ogni paziente. In genere, e' comunemente accettato che episodi acuti di depressione maggiore richiedono diversi mesi o piu' di terapia farmacologica prolungata. Non e' noto se la dose necessaria per indurrela remissione dei sintomi sia uguale alla dose necessaria per mantenere o prolungare l'effetto eutimico. Il medicinale ha dimostrato di essere efficace durante la terapia a lungo termine (fino a 12 mesi). Assunzione da parte dei bambini e adolescenti di eta' inferiore ai 18 anni. Il farmaco non deve essere utilizzato per il trattamento di bambini e adolescenti al di sotto dei 18 anni di eta'.

Effetti indesiderati

Per interruzione trattamento: vertigini, disturbi sensorio e sonno, agitazione, nausea, tremore, confusione, sudorazione, cefalea, diarrea,palpitazioni, instabilita' emozionale, irritabilita', disturbi visivi. Incidenza >5%: ansia, capogiro, secchezza fauci, nervosismo, sonnolenza, tremore; anoressia, stipsi, vomito; disturbi cutanei; disturbi apparato urogenitale; anomalie accomodazione. Effetti generali. Frequenti: dolore addominale, lesione accidentale, affaticamento, dolore dorsale e al torace, brividi, febbre, cefalea, infezione, dolore cervicale.Non frequenti: ingrossamento addominale, reazioni allergiche, cisti, edema facciale e generalizzato, ernia, lesione intenzionale, moniliasi, rigidita' cervicale, neoplasia, dolore pelvico, reazione fotosensibilizzazione, tentato suicidio. Rari: ascesso, appendicite, carcinoma, cellulite, alitosi, effetto Hangover, ulcera, sindrome astinenza. Moltorari: anafilassi. Apparato cardiovascolare. Frequenti: ipertensione, emicrania, ipotensione ortostatica, tachicardia, vasodilatazione. Non frequenti: angina pectoris, aritmia, bradicardia, blocco branca, anomalie elettrocardiogramma, blocco atrio-ventricolare di 1 grado, ipotensione, disturbo vascolare periferico, flebite, sincope, extrasistoli. Rari: artrite, ischemia cerebrale, insufficienza e arresto cardiaco, emorragia, disturbi valvola mitrale, infarto miocardico, pericardite, extrasistole sopraventricolare, vene varicose. Molto rari: prolungamento intervallo QT, fibrillazione e tachicardia ventricolare. Apparato digestivo. Frequenti: anoressia, aumento appetito, stipsi, diarrea, dispepsia, eruttazione, flatulenza, disturbi dentali, vomito. Non frequenti: colite, disfagia, esofagite, gastrite, gengivite, glossite, emorroidi, melena, ulcera bocca, ascesso peridontale, emorragia rettale, stomatite, ulcera stomaco, edema lingua, bruxismo. Rari: cheilite, colecistite, colelitiasi, ulcera duodenale e esofagea, emorragia gastrointestinale e gengiva, ematemesi, epatite, ileite, ostruzioni intestinale, danno epatico, moniliasi orale, sindrome peptica ulcerosa, proctite, discolorazione lingua. Molto rari: pancreatite. Sistema endocrino. Rari:edema tiroide, ipertiroidismo, ipotiroidismo. Sistema linfatico ed ematico. Frequenti: ecchimosi. Non frequenti: anemia, leucocitosi, leucopenia, linfoadenopatia, linfocitosi, trombocitemia, anomalie leucociti, sanguinamento mucose, trombocitopenia. Rari: basofilia, cianosi, eosinofilia, eritrociti anormali, anemia microcitica, prolungamento temposanguinamento. Molto rari: discrasia ematica. Sistema metavolico e nutritivo. Frequenti: aumento e perdita peso, aumento colesterolo. Non frequenti: aumento fosfatasi alcalina e azotemia/creatinina, diabete mellito, glicosuria, iperglicemia, iperpotassiemia, iperlipemia, iperuricemia, ipoglicemia, ipopotassiemia, ipoproteinemia, aumento aspartato aminotransferasi, iposodiemia. Rari: intolleranza all'alcol, bilirubinemia, cachessia, disidratazione, gotta, emocromatosi, ipercalcinuria, iperfosfatemia, ipofosfatemia, anemia sideropenica, aumento alaninaminotrasferasi, uremia, epatite. Molto rari: aumento prolattina. Sistema muscoloscheletrico. Frequenti: artralgia, mialgia. Non frequenti: artrite, artrosi, disturbi ossei, borsite, disturbi articolazioni, miastenia, tenosinovite. Rari: crampi gambe, osteoporosi, artrite reumatoide.Molto rari: rabdomiolisi. Sistema nervoso. Frequenti: amnesia, ansia,confusione, depersonalizzazione, depressione, capogiro, secchezza fauci, ipertonia, iperestesia, insonnia, diminuzione libido, parestesie, disturbi sonno, sonnolenza, pensieri anomali, tremore, trisma, mioclonia, ritenzione urinaria, vertigini, stato di sedazione. Non frequenti:apatia, atassia, stimolazione sistema nervoso centrale, convulsioni, distonia, euforia, sindrome extrapiramidale, allucinazioni, ostilita',ipercinesia, ipotonia, incoordinazione, aumento libido, mioclonia, nevralgia, neuropatia, neurosi, reazioni paranoiche, psicosi, depressione psicotica, disturbi linguaggio, stupor, torcicollo. Rari: comportamento suicidario, disturbi deambulazione, acinesia, irrequietezza psicomotoria, afasia, bradicinesia, sindrome buccoglossale, accidente cerebrovascolare, coma, demenza, sindrome di GuIlain-Barre', ipocinesia, neurite, nistagmo, riflessi aumentati, convulsioni, sindrome neuroletticamaligna e serotoninergica. Molto rari: delirio, reazioni extra-piramidali, discinesia. Sistema respiratorio. Frequenti: bronchite, tosse, dispnea, faringite, rinite, sinusite, sbadiglio. Non frequenti: asma, epistassi, iperventilazione, laringismo, disturbi polmonari, alterazione voce. Rari: atelettasia, emottisi, singhiozzo, ipoventilazione, ipossia, pleurite, embolia polmonare, disturbi respiratori, apnea nel sonno. Molto rari: eosinofilia polmonare. Cute e annessi. Frequenti: prurito, rash, sudorazione. Non frequenti: acne, alopecia, dermatite, eczema, herpes simplex e zoster, rash maculopapulare, disturbi unghie e cute, ipertrofia cute, orticaria. Rari: dermatite esfoliativa, foruncolosi, alterazione colore dei capelli, irsutismo, leucoderma, dermatite lichenoide, psoriasi, rash pustolare, seborrea, atrofia cutanea, neoplasia cutanea benigna, carcinoma cutaneo, nodulo cutaneo, rash vescicolobollare. Molto rari: eritema multiforme, sindrome di Stevens-Johnson. Sensi speciali. Frequenti: disturbi accomodazione, otalgia, midriasi, gusto alterato, tinnito, disturbi visus. Non frequenti: cataratta, congiuntivite, lesione corneale, diplopia, secchezza oftalmica, disturbi auricolari e oftalmici, esoftalmo, glaucoma, lacrimazione, otite esterna e media, alterazione olfatto e gusto, fotofobia, disturbi rifrazione, difetto campo visivo, disturbi corpo vitreo, tinnito. Rari: blefarite, cromatopsia, edema congiuntivale, opacita' corneale, ulcera corneale, sordita', iperacusia, cheratite, labirintite, miosi, papiIledema, disturbi pupilla e retina, sclerite, uveite, disturbi vestibolari. Molto rari: glaucoma ad angolo chiuso. Apparato urogenitale. Frequenti: anomalie eiaculazione/orgasmo, dismenorrea, ematuria, impotenza, disordini mestruali, anomalie dell'orgasmo della donna, minzione frequente, infezione tratto urinario, disturbi minzione, anorgasmia, disfunzione erettile. Non frequenti: albuminuria, amenorrea, dolore vescicale, neoplasia mammaria, cistite, disuria, secrezione lattea, calcolo renale, leucorrea, menorragia, metrorragia, nicturia, poliuria, disturbi prostatici, pielonefrite, piuria, gravidanza non intenzionale, ingrossamentofibromi uterini, emorragia vaginale, moniliasi vaginale, vaginite. Rari: aborto, anuria, neoplasia vescica, congestione e fibrociste mammaria, cristalluria da calcio, gravidanza ectopica, glicosuria, ipomenorrea, mastite, menopausa, disturbi ovaio, erezione prolungata, carcinomaprostatico, salpingite, disturbi urogenitali, urolitiasi, emorragia espasmo uterino.

Indicazioni

Trattamento di tutti i tipi di depressione, compresa la depressione accompagnata da ansia, sia nei pazienti ospedalizzati che ambulatoriali.

Controindicazioni ed effetti secondari

Ipersensibilita' al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti. Uso concomitante con qualsiasi farmaco inibitore delle monoaminossidasi (I-MAO). Non si deve iniziare l'assunzione se non sono trascorsi almeno 14 giorni dalla interruzione del trattamento con un I-MAO; unperiodo piu' breve puo' essere giustificato in caso di I-MAO reversibile. La somministrazione della venlafaxina deve essere interrotta almeno 7 giorni prima dell'inizio del trattamento con qualunque I-MAO. La sicurezza del farmaco non e' dimostrata nelle cardiopatie ischemiche, pertanto l'uso e' da riservare, a giudizio del medico, ai casi di assoluta necessita'. Il rischio di effetti dannosi a carico del feto e/o del lattante non e' escluso; pertanto, l'uso in gravidanza e/o nell'allattamento e' da riservare, a giudizio del medico, ai casi di assoluta necessita'.

Avvertenze

Contiene lattosio. I pazienti affetti da problemi ereditari di intolleranza al galattosio, da deficit di Lapp lattasi, o da malassorbimentodi glucosio-galattosio, non devono assumere il medicinale. Possibilita' di interazione con I-MAO. Reazioni avverse, talvolta gravi, sono state riscontrate nei casi in cui e' stato somministrato subito dopo la sospensione di un farmaco inibitore delle monoaminossidasi (I-MAO) o quando la terapia con un I-MAO e' iniziata subito dopo la sospensione del farmaco. Gli effetti collaterali sono stati: tremore, mioclonia, sudorazione, nausea, vomito, rossore, senso di testa vuota, ipertermia con caratteristiche simili alla sindrome neurolettica maligna, epilessia e morte. In pazienti sottoposti a trattamento concomitante con antidepressivi aventi proprieta' farmacologiche simili ad Efexor e un I-MAO, sono state segnalate reazioni gravi e a volte fatali. Nel caso dell'uso concomitante di un inibitore selettivo della serotonina (SSRI) conun antidepressivo I-MAO, queste reazioni hanno compreso: ipertermia, rigidita', mioclonia, instabilita' autonomica con possibilita' di rapide fluttuazioni dei segni vitali, modificazioni dello stato psichico inclusa una notevole agitazione in grado di sfociare nel delirio e nel coma, nonche' stati simili alla sindrome neurolettica maligna. Ipertermia grave ed epilessia, talvolta mortali, sono state riportate in casodi uso concomitante di antidepressivi triciclici con I-MAO. Queste reazioni si sono verificate anche in pazienti che avevano iniziato la terapia con un I-MAO subito dopo aver sospeso l'assunzione degli antidepressivi triciclici. Date queste reazioni come anche le interazioni gravi, talvolta fatali, riscontrate in caso di uso concomitante o immediatamente consecutivo alla somministrazione di I-MAO con altri antidepressivi con proprieta' farmacologiche simili all'Efexor, e' assolutamente sconsigliato l'uso del farmaco in concomitanza con un I-MAO o nei 14giorni successivi alla sospensione del trattamento con quest'ultimo. Sulla base dell'emivita del medicinale, sono necessari almeno 7 giornidi sospensione del trattamento prima di poter iniziare il trattamentocon un I-MAO. Tali raccomandazioni sul lasso di tempo specifico tra l'interruzione del trattamento con un I-MAO e l'inizio della terapia con Efexor si basano sulle considerazioni riguardanti I-MAO irreversibili. Il periodo di tempo necessario tra l'interruzione di un I-MAO reversibile, moclobemide, e l'inizio della terapia con Efexor puo' essere inferiore a 14 giorni. Comunque, in considerazione del rischio delle reazioni avverse descritte prima per gli I-MAO, deve essere assicurato un adeguato periodo di wash-out quando si passa dalla moclobemide alla terapia con Efexor. La determinazione di un adeguato periodo di wash-out deve prendere in considerazione le proprieta' farmacologiche della moclobemide e l'esame clinico del paziente. Assunzione da parte di bambini e adolescenti inferiori ai 18 anni. Efexor non deve essere utilizzato. Qualora, in base ad esigenze mediche, dovesse essere presa la decisione di effettuare il trattamento, il paziente deve essere sorvegliato attentamente per quanto concerne la comparsa di sintomi suicidari.Per di piu', non sono disponibili i dati per quanto concerne la crescita, la maturazione e lo sviluppo cognitivo e comportamentale. Pazienti anziani. Non e' necessario un adattamento specifico del dosaggio. Comunque, come con tutti gli antidepressivi, il prodotto deve essere usato con cautela nei pazienti anziani. Aumento della pressione sanguigna. In alcuni pazienti e' stato riportato un aumento della pressione sanguigna dose-correlato. In tali casi considerare o una diminuzione del dosaggio o la sospensione. Midriasi/glaucoma. In associazione con la venlafaxina, si puo' verificare midriasi. Si raccomanda che i pazienti con pressione intra-oculare aumentata, o pazienti a rischio di glaucoma ad angolo stretto, siano monitorati. Mania/ipomania. Episodi si possono verificare in una piccola proporzione dei pazienti con disturbi dell'umore. Aggressivita'. Si puo' verificare in una piccola porzione dipazienti che abbiano assunto antidepressivi o che abbiano avuto una riduzione del dosaggio o interrotto il trattamento. Modifiche del peso corporeo. Il trattamento induce un minimo cambiamento globale del pesocorporeo medio. Iponatriemia/SIADH. Casi di iponatriemia e/o una sindrome da inappropriata secrezione di ormone antidiuretico (SIADH) si possono verificare, generalmente in pazienti con deplezione di liquidi odisidratati, inclusi i pazienti anziani e che assumono diuretici. Convulsioni. Qualora si verificassero, il farmaco deve essere sospeso. Rash cutaneo. Si e' verificato rash cutaneo nel 4% dei pazienti e orticaria nello 0,7%. Sanguinamento cute/mucose. Il rischio di sanguinamentodella cute e delle mucose puo' aumentare in pazienti che assumono venlafaxina. Possibili interazioni con agenti per la perdita di peso. La sicurezza della terapia in combinazione con agenti per la perdita di peso, compresa la fentermina, non e' stata stabilita. Pertanto la somministrazione contemporanea di venlafaxina cloridrato e di tali agenti non e' raccomandata. Aumento della colesterolemia. Registrati aumenti clinicamente rilevanti del colesterolo sierico nel 5,3% dei pazienti. Suicidio/Ideazione suicidaria. La depressione e' associata ad aumentatorischio di pensieri suicidari, autolesionismo e suicidio (suicidio/eventi correlati). Acatisia/Irrequietezza psicomotoria. L'uso di venlafaxina e' stato associato allo sviluppo di una sensazione interna di irrequietezza e di agitazione psicomotoria. Sindrome serotoninergica. Puo' verificarsi, particolarmente con l'uso concomitante di altri farmaciche possono influenzare i sistemi neurotrasmettitoriali serotoninergici. Uso in pazienti con patologie concomitanti. Usare cautela, quando il farmaco e' somministrato a pazienti con malattie o condizioni che potrebbero influenzare le risposte emodinamiche o metaboliche. Il farmaco non e' stato studiato o usato in modo significativo in pazienti constoria di recente infarto miocardico o malattia cardiaca instabile. Percio' deve essere usato con cautela in questi pazienti. Aumento dellafrequenza cardiaca. Si puo' verificare un aumento della frequenza cardiaca, in particolare con i piu' alti dosaggi. Farmacodipendenza e abuso. Tenere sotto controllo i pazienti con storie di abuso. Sintomi da sospensione osservati in seguito ad interruzione del trattamento: vertigini, disturbi del sensorio, disturbi del sonno, agitazione o ansia, nausea e/o vomito, tremore, confusione, sudorazione, cefalea, diarrea,palpitazioni, instabilita' emotiva, irritabilita' e disturbi visivi. Generalmente si risolvono entro due settimane (ma in taluni 2-3 mesi opiu').

Gravidanza e Allattamento

Non e' stata stabilita la sicurezza della somministrazione di venlafaxina durante la gravidanza nella specie umana. La venlafaxina deve essere somministrata alle donne in stato di gravidanza soltanto se i benefici attesi sono superiori a qualsiasi possibile rischio. Se la venlafaxina e' utilizzata fino al momento o fino a poco prima del parto, e' necessario considerare effetti da sospensione nel neonato. I neonati esposti alla venlafaxina tardivamente nel corso del terzo trimestre, hanno sviluppato complicazioni che hanno richiesto un supporto respiratorio o una prolungata ospedalizzazione. Tali complicazioni possono insorgere immediatamente dopo il parto. La paziente deve essere informata che e' necessario consultare il proprio medico nel caso essa sospetti di essere incinta o abbia intenzione di intraprendere una gravidanza durante il trattamento. Sulla base del numero limitato di gravidanze verificatesi durante gli studi di pre e post- marketing il farmaco non sembra prevenire il concepimento. Sono stati riportati 14 casi di gravidanza (1,1%) verificatesi in donne che hanno assunto il medcinale negli studi clinici di fase II e III. Non si sono verificati casi di gravidanza in donne al di sopra di 40 anni di eta'. Non ci sono studi adeguati e ben controllati su donne gravide. Uso durante l'allattamento. Lavenlafaxina e la O-desmetilvenlafaxina vengono escrete nel latte umano; percio' si deve scegliere se interrompere l'allattamento al seno o la somministrazione della venlafaxina.

Interazioni con altri prodotti

Farmaci inibitori delle monoaminossidasi (I-MAO). L'uso concomitante di Efexor e farmaci inibitori della monoaminoossidasi e' controindicato. Gravi reazioni avverse sono state riportate in pazienti che avevanorecentemente interrotto la terapia con I-MAO e cominciato quella con venlafaxina, o avevano recentemente interrotto la terapia con venlafaxina prima di iniziare quella con I-MAO. Queste reazioni includevano tremore, mioclonia, diaforesi, nausea, vomito, vampate, capogiri e ipertermia con manifestazioni rassomiglianti la sindrome neurolettica maligna, crisi epilettiche e morte. Il rischio derivante dall'uso concomitante della venlafaxina con altri farmaci che agiscono sul SNC non e' stato valutato sistematicamente, eccetto che per i farmaci descritti di seguito. Conseguentemente, si raccomanda di usare cautela se e' richiesta la somministrazione concomitante della venlafaxina e tali farmaci.Farmaci che agiscono sul Sistema Nervoso Centrale. Il rischio dell'utilizzo di venlafaxina in combinazione con altri farmaci che agiscono sul Sistema Nervoso Centrale non e' stato sistematicamente valutato. Pertanto, si deve usare cautela. Sindrome serotoninergica. La sindrome serotoninercia, una condizione potenzialmente pericolosa per la vita, puo' verificarsi con il trattamento con la venlafaxina, particolarmentecon l'uso concomitante di altri farmaci che possono influenzare i sistemi neurotrasmettitoriali serotoninergici (come i triptani, gli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI), gli altri inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina e della norepinefrina, il linezolid, un antibiotico inibitore reversibile non selettivo delle Monoaminoossidasi, il litio, la sibutramina, il tramadol o l'iperico-Hypericum perforatum); con farmaci che interferiscono con il metabolismo della serotonina (compreso gli inibitori della Monoaminossidasi), o con precursori della serotonina (come i supplementi del triptofano). I sintomi della sindrome serotoninergica possono includere cambiamenti dello stato mentale, instabilita' autonomica, aberrazioni neuromuscolari e/o sintomi gastrointestinali. Se il trattamento concomitante della venlafaxina con un Inibitore Selettivo della ricaptazione della Serotonina (SSRI), con un Inibitore Selettivo della ricaptazione della Norepinefrina e della Serotonina (SNRI) o con un agonista del recettore della 5-idrossitriptamina, e' clinicamente giustificato, si consiglia un'attenta osservazione del paziente, particolarmente all'inizio del trattamento e gli aumenti del dosaggio. Non e' raccomandato l'uso concomitante di venlafaxina con i precursori della serotonina (come i supplementi del triptofano). Diazepam. Il Diazepam non sembra modificare la farmacocinetica ne' della venlafaxina ne' della O-desmetilvenlafaxina. Litio. La farmacocinetica allo stato stazionario della venlafaxina e della O-desmetilvenlafaxina non vengono modificate dalla somministrazione contemporanea del litio. Etanolo. La venlafaxina non aumenta il deterioramento delle capacita' mentali e motorie causato dall'etanolo. Comunque evitare il consumo di alcool durante l'assunzione di venlafaxina. Cimetidina. La cimetidina inibisce il metabolismo di primopassaggio della venlafaxina. Imipramina. La venlafaxina non modifica la farmacocinetica dell'imipramina e della 2-OH-imipramina. Comunque, la AUC, la Cmax e la Cmin della desipramina aumentano di circa il 35% in presenza della venlafaxina. Ketoconazolo. Uno studio ha fornito risultati di piu' alte concentrazioni plasmatiche sia di venlafaxina che di ODV nella maggior parte dei soggetti a seguito di somministrazione di ketoconazolo. Metoprololo. La somministrazione contemporanea di venlafaxina e metoprololo ha mostrato un aumento di circa il 30-40% nelleconcentrazioni plasmatiche del suo metabolita attivo, l'alfa-idrossimetoprololo. Aloperidolo. Diminuzione del 42% nella clearance orale totale, un incremento del 70% dell'AUC, un incremento del 88% della Cmax ma nessun cambiamento dell'emivita. Indinavir. L'indinavir non modifica la farmacocinetica della venlafaxina e della O-desmetilvenlafaxina. Warfarin. A seguito della somministrazione di venlafaxina in pazienti che assumono warfarin, puo' verificarsi un potenziamento degli effettianticoagulanti. Risperidone. La venlafaxina ha aumentato l'AUC del risperidone del 32% ma non ha modificato significativamente il profilo farmacocinetico della porzione totale attiva (risperidone piu' 9-idrossirisperidone). Farmaci con un alto grado di legame alle proteine plasmatiche. La somministrazione della venlafaxina a pazienti che assumono un altro farmaco altamente legato alle proteine non dovrebbe presumibilmente aumentare la concentrazione libera dell'altro farmaco. Farmaci che inibiscono gli isoenzimi del citocromo P450. Inibitori del CYP2D6.Esiste la possibilita' di un'interazione farmacologica tra Efexor e farmaci che inibiscono il metabolismo mediato dal CYP2D6. Inibitori delCYP3A4. Studi in vitro hanno messo in evidenza che la venlafaxina viene probabilmente metabolizzata dal CYP3A4 in un metabolita minore, meno attivo, la esmetil-venlafaxina. Poiche' la via metabolica del CYP3A4e' meno importante di quella del CYP2D6 nel metabolismo della venlafaxina, l'interazione tra farmaci che inibiscono i processi metabolici mediati dal CYP3A4 e la venlafaxina e' potenzialmente poco rilevante sotto il profilo clinico. Particolare cautela e' da osservare nel caso di terapie che prevedano oltre a venlafaxina anche l'impiego di farmaciin grado di produrre una forte inibizione simultanea di questi sistemi enzimatici. Farmaci Metabolizzati dagli Isoenzimi del Citocromo P450. La venlafaxina e' un inibitore del CYP2D6 relativamente debole. La venlafaxina, in vitro, non inibisce il CYP3A4, il CYP1A2 ed il CYP2C9. Farmaci antiipertensivi ed ipoglicemizzanti. Non e' emersa alcuna incompatibilita' tra la venlafaxina e gli agenti anti-ipertensivi o ipoglicemizzanti. Esperienza post-marketing. Dopo l'aggiunta della venlafaxina, sono stati segnalati casi di aumentati livelli di clozapina coincidenti con il verificarsi di effetti collaterali comprendenti convulsioni. Sono stati inoltre segnalati casi di aumento del tempo di protrombina, tempo parziale di tromboplastina o dell'INR (Rapporto Internazionale Unificato) quando venlafaxina e' stata somministrata a pazienti intrattamento con il warfarin. Terapia elettroconvulsivante. I possibili benefici derivanti dalla terapia elettroconvulsivante in pazienti sotto trattamento con venlafaxina non sono stati oggetto di studio. Gli antidepressivi inibitori della ricaptazione della serotonina possono accrescere il rischio di sanguinamento somministrati in concomitanza con anticoagulanti o con farmaci che influenzano l'aggregazione piastrinica (FANS, acido acetilsalicilico, ticlopidina, ecc.).

Forme Farmacologiche


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