depakin*ev 4f 400mg+4f 4ml acido valproico sanofi srl
Che cosa è depakin ev 4f 400mg+4f 4ml?
Depakin soluzione per infus polv solv prodotto da
sanofi srl
è un farmaco solo uso ospedaliero della categoria
specialita' medicinali con prescrizione medica
che appartiene alla fascia H che comprende i farmaci di esclusivo uso ospedaliero, non vendibili ai cittadini presso le farmacie aperte al pubblico, ma utilizzabili o distribuibili solo nell'ambito delle strutture sanitarie pubbliche .
Depakin risulta
disponibile solo nelle farmaice ospedaliere o specialistico
E' utilizzato per la cura di antiepilettici derivati degli acidi grassi.
Contiene i principi attivi:
sodio valproato
Composizione Qualitativa e Quantitativa: sodio valproato.
Codice AIC: 022483061
Codice EAN: 0
Informazioni e Indicazioni, a cosa serve?
Nel trattamento dell'epilessia generalizzata, in particolare in attacchi di tipo: assenza, mioclonico, tonico-clonico, atonico, misto, e nell'epilessia parziale: semplice o complessa, secondariamente generalizzata. Nel trattamento di sindromi specifiche (West, Lennox-Gastaut).
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Posologia
La posologia giornaliera deve essere stabilita in base all'eta' ed alpeso corporeo; tuttavia deve anche essere presa in considerazione la sensibilita' individuale al valproato. Non e' stata stabilita una buona correlazione tra la dose giornaliera, la concentrazione sierica e l'effetto terapeutico e la posologia ottimale deve essere determinata essenzialmente in base alla risposta clinica; la determinazione dei livelli plasmatici di acido valproico puo' essere presa in considerazione a complemento del monitoraggio clinico, quando non si arrivi ad ottenere un adeguato controllo degli attacchi o quando vi sia il sospetto dieffetti indesiderati. Le concentrazioni sieriche generalmente ritenute terapeutiche sono comprese tra 40 e 100 mg/l (300-700 mmol/litro) diacido valproico. Somministrazione del farmaco: 400 mg/4 ml polvere e solvente per soluzione per infusione: i pazienti gia' in trattamento con una forma orale alla posologia ottimale, possono ricevere la stessadose in infusione continua o ripetuta; a titolo d'esempio un pazientestabilizzato ad una posologia quotidiana di 25 mg/kg ricevera' il farmaco in infusione alla dose di 1 mg/kg/ora. Gli altri pazienti riceveranno una dose iniziale di 15 mg/kg somministrata in iniezione e.v. lenta (3 minuti); questa iniezione sara' seguita da una infusione generalmente di 1-2 mg/kg/ora e sara' adattata alla risposta clinica. Il trattamento per via orale deve essere ripristinato appena possibile, alle dosi raccomandate.
Effetti indesiderati
Patologie congenite, familiari e genetiche, rischio teratogeno, disturbi epatobiliari: casi rari di danno epatico. Disturbi epatobiliari: nausea osservata pochi minuti dopo l'iniezione endovenosa e che scompare spontaneamente entro pochi minuti, dolore alla parte superiore dell'addome e diarrea che si verificano frequentemente in alcuni pazienti all'inizio del trattamento, ma che generalemente scompaiono dopo qualche giorno senza interrompere il trattamento. Casi molto rari di pancreatite, talvolta letale. Alterazioni del metabolismo e della nutrizione:casi molto rari di iponatriemia, Sindrome da Inappropriata Secrezionedi ADH (SIADH). Disturbi neurologici: stati confusionali. Pochi casi di stato stuporoso e letargia, che qulache volta hanno portato a coma transitorio; erano casi isolati o associati ad un aumento dell'incidenza di attacchi epilettici durante la terapia e sono regrediti con l'interruzione del trattamento o con la diminuzione del dosaggio. Questi casi sono stati riportati principalmente durante la terapia combinata odopo un brusco aumento delle dosi di valproato. Rarissimi casi di demenza reversibile associata ad atrofia cerebrale reversibile sono statiriportati. E' stato segnalato parkinsonismo isolato reversibile. Sonostati segnalati casi di atassia con frequenza non comune. Spesso sonostati riportati effetti indesiderati transitori e/o dose-dipendenti: fine tremore posturale e sonnolenza. Puo' frequentemente presentarsi una moderata iperammoniemia isolata, senza alterazione dei test di funzionalita' epatica e cio' non deve essere causa di interruzione del trattamento. Tuttavia in corso di monoterapia o di politerapia si puo' avere una sindrome acuta ed e' caratterizzata da perdita della coscienza, e segni neurologici focali e generali con incremento della frequenzadegli attacchi epilettici. Puo' comparire dopo alcuni giorni o alcunesettimane dall'inizio della terapia e regredisce con la sospensione del valproato. L'encefalopatia non e' dose-correlata e i cambiamenti dell'EEG sono caratterizzati da comparsa di onde lente e incremento delle scariche epilettiche. Irritabilita' (occasionalmente aggressivita', iperattivita' e disturbi comportamentali). Quando il farmaco viene somministrato per via endovenosa possono verificarsi capogiri pochi minuti dopo l'iniezione. I capogiri scomapiono spontaneamente entro pochi minuti. Disturbi ematologici e del sistema linfatico: comparsa frequente di trombocitopenia, rari casi di anemia, leucopenia o pancitopenia, ipoplasia dei globuli rossi. Insufficienza midollare inclusa aplasia midollare pura a carico dei globuli rossi. Agranulocitosi. Sono stati riportati casi isolati di riduzione del fibrinogeno e di allungamento del tempo di sanguinamento, generalmente senza segni clinici associati e in particolare con alte dosi. Disturbi cutanei e sottocutanei: rash.Molto raramente necrolisi epidermica tossica, sindrome di Stevens-Johnson, eritema multiforme. E' stata spesso riportata alopecia transitoria e (o) dose-correlata. Disturbi del sistema riproduttivo: amenorrea e dismenorrea. Disturbi vascolari: e' stata riportata la comparsa di vasculite. Disturbi dell'udito: raramente e' stata riportata sordita', sia reversibile che irreversibile. Disturbi renali e urologici: ci sono state segnalazioni isolate di sindrome di Fanconi reversibile, ma ilmeccanismo di azione non e' ancora chiaro. Sono stati segnalati casi molto rari di enuresi. Disturbi del sistema immunologico: angioedema, sindrome da Rush da Farmaci con Eosinofilia e Sistemi Sistemici (DRESS), reazioni allergiche. Disturbi generali: sono stati riportati casi molto rari di edema periferico non grave. Aumento di peso: poiche' l'aumento di peso costituisce un fattore di rischio per la sindrome dell'ovaio policistico e quindi deve venire attentamente monitorato.
Indicazioni
Nel trattamento dell'epilessia generalizzata, in particolare in attacchi di tipo: assenza, mioclonico, tonico-clonico, atonico, misto, e nell'epilessia parziale: semplice o complessa, secondariamente generalizzata. Nel trattamento di sindromi specifiche (West, Lennox-Gastaut).
Controindicazioni ed effetti secondari
Ipersensibilita' al principio attivo. Epatite acuta. Epatite cronica.Anamnesi personale o familiare di grave epatopatia, soprattutto indotta da farmaci. Porfiria epatica. Emorragie in atto.
Composizione ed Eccipienti
1 fiala solvente contiene acqua per preparazioni iniettabili.
Avvertenze
Casi di ideazione e comportamento suicidari sono stati riportati nei pazienti in trattamento con farmaci antiepilettici nelle loro diverse indicazioni. Una meta-analisi di trials clinici randomizzati verso placebo ha, inoltre, evidenziato la presenza di un modesto incremento delrischio di ideazione e comportamento suicidario. Il meccanismo di tale rischio non e' stato stabilito e i dati disponibili non escludono lapossibilita' di un incremento di rischio con il farmaco. Pertanto, i pazienti dovrebbero essere monitorati per eventuali segni di ideazionee comportamento suicidari ed in tal caso dovrebbe essere preso in considerazione un appropriato trattamento. I pazienti (e chi ne ha cura) dovrebbero essere istruiti ad avvertire il proprio medico curante qualora emergano segni di ideazione o comportamento suicidari. Epatopatie Condizioni di insorgenza E' stato eccezionalmente riportato un grave danno epatico che talvolta si e' rivelato fatale. I pazienti piu' a rischio soprattutto in casi di terapia anticonvulsiva multipla sono i neonati ed i bambini sotto i 3 anni con gravi forme di epilessia, in particolare quelli con danno cerebrale, ritardo psichico e (o) con malattia metabolica o degenerativa congenita. Sintomatologia: i sintomi clinici sono essenziali per una diagnosi precoce. In particolare, soprattutto nei pazienti a rischio, devono essere prese in considerazione due tipi di manifestazioni che possono precedere l'ittero: ricomparsa degliattacchi epilettici, sintomi non specifici, generalmente a rapida insorgenza, quali astenia, anoressia, letargia, sonnolenza, a volte associati a vomito ripetuto e dolore addominale. I pazienti devono essere avvertiti di informare immediatamente il proprio medico qualora si verifichi uno qualsiasi dei segni sopra riportati. Oltre ai controlli clinici dovra' essere intrapreso il controllo ematochimico immediato dellafunzionalita' epatica. Rilevazione: la funzionalita' epatica deve essere controllata prima di iniziare la terapia e periodicamente durante i primi 6 mesi di terapia. Tra le analisi abituali, le piu' pertinentisono quelle che riflettono la sintesi proteica, soprattutto il tempo di protrombina. La conferma di una percentuale di attivita' protrombinica particolarmente bassa, soprattutto se associata ad altri rilievi biologici anormali (significativa diminuzione del fibrinogeno e dei fattori della coagulazione; aumento dei livelli di bilirubina e aumento delle transaminasi) richiede l'interruzione della terapia con valproato. Come precauzione e in caso essi siano assunti contemporaneamente, devono essere interrotti anche i salicilati, poiche' metabolizzati per la stessa via. Pancreatiti Sono state segnalate molto raramente pancreatiti gravi che possono avere esito fatale. I bambini piu' piccoli sonoparticolarmente a rischio. Il rischio diminuisce con l'aumentare dell'eta'. Attacchi epilettici gravi, disturbi neurologici o politerapia anticonvulsivante possono essere fattori di rischio. La presenza di insufficienza epatica concomitante alla pancreatite aumenta il rischio diesito fatale. I pazienti che manifestano dolori addominali acuti devono essere immediatamente visitati da un medico. In caso di pancreatite, il valproato va sospeso. Donne in eta' fertile: la decisione di usare il farmaco in donne in eta' fertile deve essere presa solo dopo una valutazione molto attenta volta a stabilire se i benefici derivati dalsuo utilizzo superino i rischi di anomalie congenite al feto. Questa decisione deve essere presa prima che il farmaco sia prescritto per laprima volta come pure prima che la paziente gia' trattata con valproato pianifichi una gravidanza. Prima dell'inizio della terapia devono essere eseguiti test di funzionalita' epatica, che periodicamente devono essere ripetuti durante i primi 6 mesi, soprattutto nei pazienti a rischio. Come per la maggior parte dei farmaci antiepilettici si possono notare aumenti degli enzimi epatici, particolarmente all'inizio della terapia; essi sono transitori e isolati, non accompagnati da segni clinici. In questi pazienti si raccomandano indagini di laboratorio piu' approfondite, si puo' inoltre prendere in considerazione un aggiustamento della posologia e, se necessario, si devono ripetere le analisi.Nei bambini di eta' inferiore ai 3 anni la somministrazione del farmaco deve avvenire in monoterapia anche se il suo beneficio potenziale deve essere valutato prima dell'inizio del trattamento, in confronto alrischio di danno epatico o di pancreatite in questi pazienti. L'uso concomitante di salicilati deve essere evitato nei bambini al di sotto dei 3 anni per il rischio di epatotossicita'. Si raccomanda di eseguire le analisi del sangue prima dell'inizio della terapia o prima di un intervento chirurgico, e nel caso di ematomi o sanguinamenti spontanei. Nei pazienti con insufficienza renale e' necessario diminuire la posologia. Poiche' il monitoraggio delle concentrazioni plasmatiche puo' dare risultati non attendibili, la posologia deve essere adeguata in base ad un monitoraggio clinico. Sebbene siano state solo eccezionalmente riscontrate malattie immunitarie durante l'uso di valproato, e' bene considerare il potenziale beneficio del valproato rispetto al potenziale rischio in pazienti con lupus erythematosus sistemico. Poiche' sono stati riportati dei casi eccezionali di pancreatite, i pazienti condolore addominale acuto. devono venire immediatamente sottoposti a esame medico. In caso di pancreatite si deve interrompere la terapia convalproato. Qualora si sospetti un ciclo dell'urea alterato, prima deltrattamento si deve valutare l'iperammoniemia poiche' con valproato e' possibile un peggioramento. Prima dell'inizio della terapia i pazienti devono essere avvertiti del rischio di aumento del peso e devono essere adottate le opportune misure per minimizzare tale rischio. Donne in eta' fertile: tutte le donne con epilessia e in eta' fertile devonoessere informate in modo adeguato riguardo ai rischi associati alla gravidanza.
Gravidanza e Allattamento
Gravidanza: l'esperienza nel trattamento di madri epilettiche permette di descrivere i rischi dell'utilizzo di valproato durante la gravidanza come di seguito riportato. Rischio associato all'epilessia e agli antiepilettici: nei figli di madri epilettiche trattate con antiepilettici durante la gravidanza, il tasso globale di malformazioni risulta 2-3 volte superiore rispetto al tasso normale (circa 3%). E' stato riportato un aumento del numero di bambini con malformazioni nel caso di terapie con piu' farmaci. Le malformazioni riscontrate piu' frequentemente sono cheiloschisi e malformazioni cardiovascolari. Molto raramente sono stati riportati ritardi nello sviluppo di bambini nati da madriepilettiche. Nonostante questi potenziali rischi, non si deve decidere l'interruzione improvvisa della terapia antiepilettica che puo' condurre ad un notevole aumento degli attacchi epilettici con serie conseguenze sia per la madre che per il feto. Rischio associato a crisi epilettiche: durante la gravidanza, attacchi tonico-clonici e lo stato di male epilettico con ipossia nella madre sono associati ad un particolare rischio di morte per la madre e per il feto. Rischio associato al sodio valproato: il valproato e' l'antiepilettico di scelta in pazienticon alcuni tipi di epilessia come quella generalizzata con o senza mioclono o fotosensibilita'. Per l'epilessia parziale il valproato dovrebbe essere usato solo in casi resistenti ad altri trattamenti. Nell'animale: nel topo, nel ratto e nel coniglio sono stati dimostrati effetti teratogeni. Rispetto al trattamento con altri farmaci antiepilettici, nei figli nati da madri con epilessia e trattate con valproato i dati disponibili suggeriscono un aumento nell'incidenza di malformazioni minori o maggiori che comprendono difetti del tubo neurale, difetti craniofacciali, malformazioni agli arti, malformazioni cardiovascolari eanomalie multiple che coinvolgono diversi sistemi corporei. L'uso delvalproato e' associato con difetti del tubo neurale con incidenza dall'1% al 2%. Alcuni dati suggeriscono che una politerapia antiepilettica comprendente il farmaco e' associata ad un rischio di teratogenicita' maggiore rispetto a una monoterapia con il solo valproato. Alcuni dati suggeriscono un'associazione tra l'esposizione al valproato in utero e il rischio di ritardo nello sviluppo, in particolare del QI verbale, nei bambini nati da madri con epilessia e trattate con valproato. Il ritardo dello sviluppo e' frequentemente associato a malformazioni e/o fisionomie dismorfiche. E' comunque difficile stabilire la relazione causale con possibili fattori confondenti come QI materno o paterno basso, altri fattori genetici, sociali, ambientali e scarso controllo delle crisi epilettiche materne durante la gravidanza. Sono stati segnalati disturbi dello spettro autistico in bambini esposti al valproatonell'utero. Il valproato durante la gravidanza dovrebbe essere prescritto come monoterapia alla piu' bassa dose efficace, in dosi frazionate e se possibile in forme a rilascio prolungato. Esiti anomali della gravidanza tendono ad essere associati con dosi giornaliere piu' alte econ elevate dosi per ogni somministrazione. E' stato dimostrato che valori elevati di picco plasmatico ed elevate quantita' per ciascuna somministrazione sono associate con difetti del tubo neurale. L'incidenza dei difetti del tubo neurale aumenta con l'incremento del dosaggio, specialmente al di sopra di 1000 mg/die. L'integrazione dietetica con acido folico prima della gravidanza, puo' ridurre l'incidenza dei difetti del tubo neurale nei neonati di donne ad alto rischio. Le pazientidovrebbero prendere in considerazione di assumere 5 mg di acido folico al giorno quando pianificano una gravidanza. Nelle donne che diventano gravide devono essere condotte indagini diagnostiche durante la gravidanza come ad esempio ecografie o altre tecniche appropriate. Se unadonna pianifica una gravidanza, la terapia con il farmaco deve essererivalutata per qualsiasi indicazione. Se dopo un'attenta valutazione dei rischi/benefici, si continua il trattamento con il medicinale durante la gravidanza, si raccomanda di ricorrere alla monoterapia alla dose giornaliera minima efficace. E' preferibile la somministrazione in diverse dosi durante la giornata. L'uso di una formulazione a rilascioprolungato puo' essere preferibile a ogni altra forma di trattamento.Il ricorso ad un supplemento di folato deve iniziare prima della gravidanza e a idonei dosaggi (5 mg/die) che possono minimizzare il rischio di malformazioni a livello di tubo neurale. Durante la gravidanza iltrattamento antiepilettico con valproato non deve essere interrotto senza aver rivalutato il rischio/beneficio. Deve essere istituito un monitoraggio specialistico prenatale per rilevare l'eventuale presenza di anomalie nella chiusura del tubo neurale o di un'altra malformazione. Rischio nel neonato: sono stati riportati casi molto rari di sindrome emorragica in neonati le cui madri hanno assunto valproato durante la gravidanza. Questa sindrome emorragica e' correlata alla ipofibrinogenemia Sono stati riportati anche casi di afibrinogenemia che possono essere fatali. Questi casi di ipofibrinogenemia sono probabilmente associati ad una diminuzione dei fattori della coagulazione. Tuttavia questa sindrome deve essere distinta da quella legata alla diminuzione dei fattori vitamina K dipendenti indotta dal fenobarbital e dagli induttori enzimatici. Pertanto nei neonati devono essere controllati: contapiastrinica, livello plasmatico del fibrinogeno, test di coagulazionee fattori della coagulazione. Allattamento: il valproato e' escreto nel latte materno. L'uso di valproato da parte della madre puo' causareeffetti indesiderati nel lattante; pertanto e' necessario decidere seinterrompere l'allattamento o il trattamento con il medicinale, tenendo in considerazione l'importanza del farmaco per la madre.
Interazioni con altri prodotti
Effetti del valproato su altri farmaci Neurolettici, anti-MAO, antidepressivi e benzodiazepine. Il valproato puo' potenziare l'effetto di altri farmaci psicotropi come i neurolettici, gli anti-MAO e gli antidepressivi e le benzodiazepine quindi si consiglia di eseguire un monitoraggio clinico e, quando necessario, un aggiustamento del dosaggio. Fenobarbital: poiche' il valproato aumenta le concentrazioni plasmatichedi fenobarbital (per inibizione del catabolismo epatico) puo' verificarsi sedazione soprattutto nei bambini. Si raccomanda quindi un monitoraggio clinico per i primi 15 giorni del trattamento combinato, con immediata riduzione delle dosi di fenobarbital in caso di sedazione, e controllo eventuale dei livelli plasmatici di fenobarbital. Primidone: il valproato aumenta i livelli plasmatici di primidone con potenziamento dei suoi effetti indesiderati (sedazione); questa interazione cessacon il trattamento a lungo termine. Si raccomanda il monitoraggio clinico specialmente all'inizio della terapia combinata con un aggiustamento del dosaggio del primidone quando necessario. Fenitoina: inizialmente il valproato diminuisce la concentrazione plasmatica totale della fenitoina aumentandone pero' la frazione libera, con possibili sintomidi sovradosaggio (l'acido valproico sposta la fenitoina dai suoi sitidi legame proteico e rallenta il suo catabolismo epatico). Si raccomanda pertanto il monitoraggio clinico; in caso di dosaggio plasmatico della fenitoina si deve tenere in considerazione soprattutto la frazione libera. Successivamente, in seguito a trattamento cronico, le concentrazioni di fenitoina tornano ai valori iniziali pre-valproato. Carbamazepina: e' stata riportata tossicita' a livello clinico in caso di somministrazione contemporanea di valproato e carbamazepina poiche' il valproato puo' potenziare la tossicita' della carbamazepina. E' quindi raccomandato un monitoraggio clinico soprattutto all'inizio del trattamento con l'associazione dei due farmaci, con un aggiustamento della posologia, se necessario. Lamotrigina: il rischio di rash puo' essere aumentato dalla somministrazione contemporanea di lamotrigina e acido valproico, quando lamotrigina e' aggiunta all'acido valproico. Il valproato puo' ridurre il metabolismo della lamotrigina, e aumentare la suaemivita media, quindi quando necessario e' opportuno diminuire il dosaggio di quest'ultima. Etosuccimide: il valproato puo' causare aumentodelle concentrazioni plasmatiche della etosuccimide. Zidovudina: il valproato puo' aumentare la concentrazione plasmatica di zidovudina conil conseguente aumento di rischi di tossicita' di quest'ultima. Effetti di altri farmaci sul valproato: gli antiepilettici con effetto di induzione enzimatica diminuiscono le concentrazioni sieriche del valproato. Nel caso di terapia combinata i dosaggi vanno aggiustati in base ai livelli ematici. In caso di associazione di felbamato e valproato, si puo' osservare un aumento della concentrazione sierica di valproato. E' necessario un monitoraggio dei tassi plasmatici del valproato. Lameflochina aumenta il metabolismo dell'acido valproico ed ha effetto convulsivante; quindi nei casi di terapia combinata possono verificarsi attacchi epilettici. In caso di uso concomitante di valproato e di sostanze che si legano altamente alle proteine, i livelli sierici liberi di valproato possono aumentare. Un attento monitoraggio del tempo diprotrombina deve essere effettuato in caso di uso concomitante di fattori anticoagulanti vitamina K dipendenti. I livelli sierici di valproato possono aumentare in caso di uso concomitante di cimetidina o eritromicina. Carbapenem (panipenem, meropenem, imipenem): si e' osservatauna diminuzione dei livelli ematici di acido valproico, talvolta associata a convulsioni. Se si devono somministrare questi antibiotici si raccomanda un attento monitoraggio dei livelli ematici di acido valproico. La rifampicina puo' diminuire i livelli plasmatici del valproato portando all'interruzione dell'effetto terapeutico. Quindi puo' esserenecessario, in caso di co-somministrazione con rifampicina, un aggiustamento del dosaggio del valproato. Altre interazioni: la somministrazione concomitante di valproato e topiramato e' stata associata all'insorgenza di encefalopatia e/o iperammoniemia. I pazienti trattati con questi due farmaci devono essere monitorati con particolare attenzione per segni e sintomi di encefalopatia iperammoniemica. Il valproato generalmente non ha un effetto di induzione enzimatica; di conseguenza non riduce l'efficacia degli estroprogestinici in caso di contraccezioneormonale.
Forme Farmacologiche
- depakin 40cpr gastror 200mg fl
- depakin os fl 40ml 200mg/ml
- depakin ev 4f 400mg+4f 4ml
- depakin chrono 30cpr 300mg rp
- depakin chrono 30cpr 500mg rp
- depakin grat 30bust 100mg rm
- depakin grat 50bust 100mg rm
- depakin grat 30bust 250mg rm
- depakin grat 50bust 250mg rm
- depakin grat 30bust 500mg rm
- depakin grat 50bust 500mg rm
- depakin grat 30bust 750mg rm
- depakin grat 50bust 750mg rm
- depakin grat 30bust 1000mg rm
- depakin grat 50bust 1000mg rm
- depakin 40cpr gastror 200mg
- depakin 40cpr gastror 500mg
- depakin chrono 30cpr 500mg rp
- depakin chrono 30cpr 300mg rp
- depakin 40cpr gastror 500mg fl
- depakin grat 30bust 50mg rm
- depakin grat 50bust 50mg rm
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Conservazione del prodotto
Farmaco 400 mg/4 ml polvere e solvente per soluzione per infusione deve essere conservato a temperatura non superiore a 30 gradi C. La soluzione per infusione (dopo ricostituzione) deve essere conservata tra +2 gradi e +8 gradi C e per un limite massimo di 24 ore.