dalacin c*24cps 300mg clindamicina pfizer italia srl

Che cosa è dalacin c 24cps 300mg?

Dalacin c capsule rigide prodotto da pfizer italia srl
è un farmaco etico della categoria specialita' medicinali con prescrizione medica che appartiene alla fascia C che comprende quei farmaci che, non essendo considerati essenziali, sono completamente a carico del cittadino ma richiedono comunque prescrizione .
Dalacin c risulta non in commercio nelle farmacie italiane

E' utilizzato per la cura di antibatterici per uso sistemico.
Contiene i principi attivi: clindamicina cloridrato
Composizione Qualitativa e Quantitativa: clindamicina cloridrato 162,86 o 325,8 mg (equivalenti a clindamicinabase 150 o 300 mg).
Codice AIC: 022633085 Codice EAN: 0

Informazioni e Indicazioni, a cosa serve?

Trattamento delle gravi infezioni sostenute da germi anaerobi sensibili, nonche' nel trattamento delle gravi infezioni sostenute da stafilococchi, streptococchi e pneumococchi. Trattamento di infezioni sostenute da stafilococchi resistenti ad altri antibiotici: essendo pero' stati isolati ceppi di stafilococchi resistenti alla clindamicina, in corso di terapia con questo antibiotico dovrebbero essere eseguiti dei test di sensibilita'. La clindamicina per via orale puo' essere utilizzata nelle infezioni ginecologiche e pelviche da Clamydia trachomatis solo come terapia di mantenimento nei soggetti gia' trattati per via endovenosa. La clindamicina e' efficace nel trattamento delle infezioni opportunistiche da Toxoplasma gondii e Pneumocystis jiroveci in pazienti immunocompromessi. L'impiego della clindamicina dovrebbe essere riservato a pazienti allergici alla penicillina o a pazienti per i quali agiudizio del medico la penicillina non sia indicata. Il farmaco puo' essere somministrato insieme ad altri antibiotici se necessario. In considerazione della possibile insorgenza di gravi coliti, prima di iniziare una terapia, e' necessario valutare attentamente la possibilita',anche in relazione alla natura dell'infezione da trattare, di utilizzare in alternativa farmaci meno tossici.

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Posologia

Bambini: da 8 a 20 mg/kg/die suddivisi in 3 o 4 somministrazioni a seconda della gravita' dell'infezione. Adulti: 600-1200 mg/die suddivisiin 3 o 4 somministrazioni a seconda della gravita' dell'infezione. Nella terapia di mantenimento delle infezioni ginecologiche e pelviche, dopo trattamento per via endovenosa, somministrare 450 mg ogni 6 ore per 10-14 giorni. Toxoplasmosi cerebrale in pazienti immunocompromessi:600-1200 mg ogni 6 ore per due settimane, seguiti da 300-600 mg ogni 6 ore fino a completare il ciclo terapeutico di 8-10 settimane. Quandola clindamicina viene associata alla pirimetamina la dose di quest'ultima e' di 25-75 mg per via orale per 8-10 settimane. Con le dosi piu'elevate di pirimetamina si consiglia di somministrare 10-20 mg/die diacido folinico. Polmonite da Pneumocystis jiroveci in pazienti immunocompromessi: 300-450 mg ogni 6 ore per 21 giorni associati a 15-30 mg di primachina somministrata per via orale una volta al giorno per 21 giorni. Per evitare possibili irritazioni esofagee, le capsule devono essere ingerite con un bicchiere d'acqua. Nota In caso di infezioni da streptococco beta-emolitico, e' raccomandabile continuare il trattamento per almeno 10 giorni per diminuire la probabilita' di febbre reumatica o glomerulonefrite.

Effetti indesiderati

Patologie del sistema emolinfopoietico. Non nota: agranulocitosi; eosinofilia; trombocitopenia; neutropenia transitoria (leucopenia). Disturbi del sistema immunitario. Non nota: reazioni anafilattoidi. Patologie del sistema nervoso. Non nota: disgeusia. Patologie gastrointestinali. Comune (>=1/100, =1/1.000, GRAVIDANZA E ALLATTAMENTONon essendone accertata la sicurezza d'impiego il prodotto e' controindicato nelle donne in gravidanza e durante l'allattamento.

Indicazioni

Trattamento delle gravi infezioni sostenute da germi anaerobi sensibili, nonche' nel trattamento delle gravi infezioni sostenute da stafilococchi, streptococchi e pneumococchi. Trattamento di infezioni sostenute da stafilococchi resistenti ad altri antibiotici: essendo pero' stati isolati ceppi di stafilococchi resistenti alla clindamicina, in corso di terapia con questo antibiotico dovrebbero essere eseguiti dei test di sensibilita'. La clindamicina per via orale puo' essere utilizzata nelle infezioni ginecologiche e pelviche da Clamydia trachomatis solo come terapia di mantenimento nei soggetti gia' trattati per via endovenosa. La clindamicina e' efficace nel trattamento delle infezioni opportunistiche da Toxoplasma gondii e Pneumocystis jiroveci in pazienti immunocompromessi. L'impiego della clindamicina dovrebbe essere riservato a pazienti allergici alla penicillina o a pazienti per i quali agiudizio del medico la penicillina non sia indicata. Il farmaco puo' essere somministrato insieme ad altri antibiotici se necessario. In considerazione della possibile insorgenza di gravi coliti, prima di iniziare una terapia, e' necessario valutare attentamente la possibilita',anche in relazione alla natura dell'infezione da trattare, di utilizzare in alternativa farmaci meno tossici.

Controindicazioni ed effetti secondari

Ipersensibilita' al principio attivo, alla lincomicina o ad uno qualsiasi degli eccipienti. Gravidanza. Allattamento.

Composizione ed Eccipienti

Magnesio stearato, talco, amido di mais, lattosio monoidrato. Costituenti della capsula: titanio diossido, gelatina.

Avvertenze

Con l'uso di quasi tutti gli antibiotici, tra cui la clindamicina, sono stati segnalati casi di diarrea associata a Clostridium difficile (CDAD), la cui gravita' puo' variare da diarrea lieve a colite fatale. Il trattamento con gli antibiotici altera la normale flora del colon eporta a una crescita eccessiva di C. difficile. Il C. difficile produce le tossine A e B che contribuiscono allo sviluppo della diarrea. I ceppi di C. difficile che producono tossine in eccesso causano un aumento dei tassi di morbilita' e mortalita', poiche' queste infezioni sono in genere refrattarie alla terapia antibatterica e richiedono spessouna colectomia. Bisogna considerare la possibilita' di diarrea associata a C. difficile in tutti i pazienti che presentano diarrea a seguito di trattamento antibiotico. E' inoltre necessaria un'attenta anamnesi poiche' i casi di diarrea associata a C. difficile sono stati segnalati anche oltre due mesi dopo la somministrazione di antibiotici. La colite e' usualmente caratterizzata da grave e persistente diarrea con crampi addominali e puo' esservi presenza di sangue e muco nelle feci.La colite se non e' diagnosticata e trattata tempestivamente puo' evolvere a peritonite, shock e megacolon tossico. L'esame endoscopico puo' rivelare colite pseudomembranosa. Se esiste un sospetto di colite siraccomanda un esame rectosigmoidoscopico. La presenza di colite puo' essere ulteriormente confermata dall'esame colturale delle feci per ilClostridium difficile in un media selettivo e dal saggio per la tossina del Clostridium difficile. I casi di colite lieve possono risolversi spontaneamente con l'interruzione della somministrazione di clindamicina. I casi di colite moderata o grave devono essere trattati prontamente con somministrazione di soluzioni di elettroliti e proteine. Gli antiperistaltici, gli oppiacei e il difenossilato piu' atropina possono prolungare e/o peggiorare le condizioni. La vancomicina e' risultataefficace nel trattamento delle coliti pseudomembranose antibiotico dipendenti prodotte dal Clostridium difficile. Il dosaggio per gli adulti e' da 500 mg a 2 g/die di vancomicina per via orale suddivisa in tre-quattro somministrazioni per un periodo di 7-10 giorni. La colestiramina si lega alla tossina in vitro : pero' questa resina si lega anche alla vancomicina. Pertanto nel caso di somministrazione contemporanea di colestiramina e vancomicina e' consigliabile somministrare ciascun farmaco ad orari diversi. Sono stati descritti alcuni rari casi di ricaduta dopo il trattamento con vancomicina. I dati finora disponibili mettono in luce che i pazienti anziani e/o gravemente ammalati tollerano meno bene la diarrea; qualora questi pazienti dovessero essere trattati con clindamicina occorre prestare particolare attenzione alle variazioni della frequenza dell'evacuazione. Prescrivere con cautela ad individui con anamnesi positiva per malattie gastro-intestinali e particolarmente coliti ed agli individui atopici. Talvolta l'uso di antibiotici puo' provocare lo sviluppo di germi resistenti, in particolare lieviti. Qualora dovesse manifestarsi una superinfezione intraprendere lemisure terapeutiche adeguate. Durante una terapia prolungata si devono effettuare esami periodici della funzionalita' epatica e renale ed esami emocromocitometrici. L'emivita del farmaco e' risultata solo lievemente modificata negli epatonefro pazienti. Pertanto nelle affezioni epatiche e renali di lieve o media gravita' non e' necessaria di normauna riduzione della dose che puo' essere richiesta nei casi di grave deterioramento della funzione del fegato e del rene. Non si raggiungono livelli significativi di clindamicina nel liquido cefalorachidiano, pertanto il farmaco non deve essere impiegato per il trattamento dellemeningiti. Il medicinale contiene lattosio; non e' quindi adatto per i soggetti con deficit di lattasi, galattosemia o sindrome da malassorbimento di glucosio/galattosio.

Gravidanza e Allattamento

Non essendone accertata la sicurezza d'impiego il prodotto e' controindicato nelle donne in gravidanza e durante l'allattamento.

Interazioni con altri prodotti

La clindamicina puo' potenziare l'effetto di blocco neuromuscolare dei farmaci specifici per questa azione (es. etere, tubocurarina, pancuronio). In vitro e' stato dimostrato un antagonismo fra clindamicina ederitromicina mentre e' riportata un'azione sinergica con il metronidazolo nei confronti del Bacteroides fragilis. L'associazione con gentamicina puo' determinare occasionalmente un sinergismo e mai un antagonismo. E' stata dimostrata una reattivita' crociata fra clindamicina e lincomicina. La somministrazione di clindamicina e primachina in volontari HIV-positivi non ha influito significativamente sui parametri farmacocinetici della zidovudina.

Forme Farmacologiche


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Conservazione del prodotto

Non conservare a temperatura superiore ai 25 gradi C.