corgard 30 compresse 80mg nadololo sanofi-aventis spa
Che cosa è corgard 30cpr 80mg?
Corgard compresse prodotto da
sanofi-aventis spa
è un farmaco etico della categoria
specialita' medicinali con prescrizione medica
che appartiene alla fascia C che comprende quei farmaci che, non essendo considerati essenziali, sono completamente a carico del cittadino ma richiedono comunque prescrizione .
Corgard risulta
non in commercio nelle farmacie italiane
E' utilizzato per la cura di beta-bloccante non selettivo, non associato.
Contiene i principi attivi:
nadololo
Codice AIC: 024341012
Codice EAN: 0
Informazioni e Indicazioni, a cosa serve?
E' indicato nelle seguenti condizioni morbose: ipertensione: e' utilesia da solo che in associazione con altri farmaci antipertensivi, neltrattamento dell'ipertensione essenziale. N.B. Esso e' indicato per il trattamento a lungo termine dell'ipertensione, piuttosto che per crisi acute. Angina pectoris: lo schema iniziale di trattamento dell'angina pectoris da aterosclerosi coronarica comprende il controllo del peso corporeo, il riposo, l'eliminazione del fumo, l'impiego di nitroglicerina per via sublinguale e l'allontanamento dei fattori scatenanti. E' specificatamente indicato per il trattamento a lungo termine di pazienti affetti da angina pectoris che non hanno risposto adeguatamente aqueste misure convenzionali. Aritmie: tachicardia atriale parossistica, fibrillazione atriale parossistica, extrasistoli ventricolari e sopraventricolari, manifestazioni cardiovascolari degli ipertiroidei, segni funzionali di cardiomiopatia ostruttiva.
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Posologia
Il dosaggio deve essere stabilito individualmente e il nadololo puo' essere somministrato indipendentemente dal cibo. Ipertensione: la doseiniziale, di norma, e' di 40 mg una volta al giorno, sia in monoterapia che in associazione con una terapia diuretica. Il dosaggio puo' essere gradualmente aumentato con incrementi di 40-80 mg fino al raggiungimento di una pressione arteriosa ottimale. In alcuni casi possono essere necessari dosi fino a 240-320 mg in un'unica dose giornaliera. Angina pectoris: la dose iniziale, di norma, e' di 40 mg una volta al giorno. Il dosaggio puo' essere gradualmente aumentato con incrementi di 40-80 mg ad intervalli di 3-7 giorni, fino al raggiungimento di una risposta clinica ottimale o al manifestarsi di una marcata bradicardia. In alcuni casi possono essere necessari dosi fino a 160-240 mg in un'unica dose giornaliera. L'utilita' terapeutica e la tollerabilita' di dosi superiori a 240 mg/die nel trattamento dell'angina pectoris non sono state determinate. Se il trattamento deve essere sospeso, il dosaggio va ridotto gradualmente nell'arco di almeno due settimane. Aritmie:iniziando con 40 mg somministrati in dose unica giornaliera, il dosaggio potra' essere aumentato, se necessario, fino a 160 mg. Se interviene bradicardia si dovra' ridurre il dosaggio a 40 mg in un'unica somministrazione giornaliera. Pazienti con ridotta funzione renale:in caso di insufficienza renale si ha una riduzione dell'eliminazione del farmaco dato che il nadololo e' escreto immodificato attraverso questa via. Anche se esiste un'eliminazione non renale del farmaco, in pazienti con disfunzione renale e' necessario un adattamento al dosaggio. Si consigliano i seguenti intervalli tra le dosi: clearance della creatinina 50 intervallo di somministrazione: 24 ore. Puo' essere eliminato dallacircolazione generale per mezzo di emodialisi. Con questo procedimento, la clearance del nadololo varia da 40 a 100 ml al minuto. Pazienti anziani: il nadololo viene eliminato attraverso i reni. Pertanto una certa riduzione del dosaggio puo' essere adottata nei soggetti anziani nei quali un calo della funzione renale risulta correlato all'eta'.
Effetti indesiderati
Le percentuali riportate di seguito derivano da studi clinici condotti su 1440 pazienti in trattamento con nadololo. Apparato cardiovascolare: una bradicardia al di sotto di 60 bpm risulta evento comune, mentre una bradicardia marcata (< 40 bpm) e/o sintomatica si osserva in circa il 2% dei soggetti trattati. Sono stati osservati segni di insufficienza vascolare periferica (spesso tipo Raynaud) in circa il 2% dei pazienti. Insufficienza cardiaca, ipotensione e disturbi della conduzione cardiaca vengono riportati nel 1% dei soggetti. Le segnalazioni sporadiche di blocco AV di I e III grado riportate sono in accordo con il meccanismo di rallentamento della conduzione atrio-ventricolare dei beta-bloccanti. Sistema nervoso centrale: astenia e vertigini vengono riportate nel 2% dei casi; parestesie, sedazione ed alterazioni del comportamento sono state osservate nello 0,6% dei pazienti. Apparato respiratorio: episodi di broncospasmo sono stati riportati nello 0,1% dei pazienti. Apparato digerente: nausea, diarrea, dolore addominale, stipsi, vomito, indigestione, anoressia, gonfiore addominale e flatulenza sono stati riportati nello 0,1-0,5% dei pazienti. Altro: vengono osservati con frequenza compresa tra lo 0,1 e lo 0,5% i seguenti eventi: rash, prurito, cefalea, secchezza delle fauci, degli occhi e della cute, riduzione della libido o impotenza, tumefazione facciale, incremento ponderale, eloquio confuso, tosse, occlusione nasale, sudorazione, tinnito, visione offuscata. Raramente e' stata riportata una forma reversibile di alopecia. Gli eventi indesiderati sottoelencati sono stati osservati durante il trattamento con nadololo o con altri beta-bloccanti,senza che fosse stabilito un rapporto di causalita'. Sistema nervoso centrale: depressione reversibile con evoluzione verso la catatonia, disturbi del visus, allucinazioni, sindrome acuta reversibile caratterizzata da disorientamento spazio-temporale, amnesia a breve termine, labilita' emotiva, lieve ottundimento del sensorio, riduzione della performance ai test neuropsicologici. Apparato digerente: trombosi dell'arteria mesenterica, colite ischemica, incremento degli enzimi epatici. Sistema emopoietico: agranulocitosi, trombocitopenia, porpora non trombocitopenica. Allergie: faringodinia e febbre, laringospasmo, disturbirespiratori. Altro: rash pemfigoide, crisi ipertensiva in soggetti con feocromocitoma, disturbi del sonno, malattia di Peyronie.
Indicazioni
E' indicato nelle seguenti condizioni morbose: ipertensione: e' utilesia da solo che in associazione con altri farmaci antipertensivi, neltrattamento dell'ipertensione essenziale. N.B. Esso e' indicato per il trattamento a lungo termine dell'ipertensione, piuttosto che per crisi acute. Angina pectoris: lo schema iniziale di trattamento dell'angina pectoris da aterosclerosi coronarica comprende il controllo del peso corporeo, il riposo, l'eliminazione del fumo, l'impiego di nitroglicerina per via sublinguale e l'allontanamento dei fattori scatenanti. E' specificatamente indicato per il trattamento a lungo termine di pazienti affetti da angina pectoris che non hanno risposto adeguatamente aqueste misure convenzionali. Aritmie: tachicardia atriale parossistica, fibrillazione atriale parossistica, extrasistoli ventricolari e sopraventricolari, manifestazioni cardiovascolari degli ipertiroidei, segni funzionali di cardiomiopatia ostruttiva.
Controindicazioni ed effetti secondari
E' controindicato nelle seguenti condizioni: asma bronchiale/broncospasmo; rinite allergica nel corso della stagione dei pollini; bradicardia sinusale e blocco atrioventricolare maggiore di quello di primo grado; shock cardiogeno; insufficienza ventricolare destra secondaria ad ipertesione polmonare; insufficienza cardiaca manifesta; pazienti trattati con farmaci psicotropi incrementanti le catecolamine (compresi gli IMAO) e durante le due settimane susseguenti alla sospensione di questo tipo di farmaci; ipersensibilita' al principio attivo o uno qualsiasi degli eccipienti. Generalmente controindicato in gravidanza e durante l'allattamento.
Avvertenze
Esacerbazione di malattia ischemica coronarica a seguito di brusca sospensione: la riduzione progressiva del dosaggio non e' strettamente necessaria nei pazienti ipertesi senza manifestazioni di insufficienza coronarica. Tuttavia, puo' essere prudente non sospendere bruscamente il trattamento con nadololo, anche nei pazienti in terapia per la solaipertensione, poiche' la malattia coronarica e' comune e spesso silente. Nel caso, invece, di pazienti affetti da angina pectoris o con manifestazioni di altro genere di insufficienza arteriosa coronarica, l'interruzione brusca della terapia con farmaci beta- bloccanti puo' portare ad un peggioramento dell'angina e a facilitare l'insorgenza di un infarto miocardico. Quando in tali pazienti si prospetta l'interruzione di un trattamento a lungo termine con nadololo, il dosaggio va ridotto con gradualita' nell'arco di almeno due settimane e il paziente attentamente controllato. Se l'angina peggiora notevolmente o compare unainsufficienza coronarica acuta, la somministrazione di nadololo deve essere subito ripresa, per lo meno temporaneamente e deve essere instaurata una appropriata terapia per l'angina instabile. Inoltre, il paziente anginoso va informato dei rischi che corre in caso di brusca interruzione o sospensione della terapia con nadololo senza aver preventivamente consultato il medico. In caso di mancata assunzione di una dose, il paziente deve essere avvertito di: non raddoppiare la dose successiva; non assumere quella non presa se la seguente e' prevista entro le successive 8 ore. Insufficienza cardiaca: sono stati segnalati raramente casi di insufficienza cardiaca. E' peraltro da tenere a mente chela stimolazione simpatica e' una componente di vitale importanza nel sostenere la funzione circolatoria in corso di insufficienza cardiaca congestizia e che l'inibizione di questa stimolazione attuata da un beta-blocco comporta il rischio di precipitare l'insufficienza cardiaca.Pertanto al primo segno o sintomo di incombente insufficienza cardiaca, il paziente deve essere adeguatamente digitalizzato e la risposta al farmaco accuratamente controllata. Se lo stato di insufficienza cardiaca persiste, la terapia con nadololo va interrotta, tenendo conto della precedente avvertenza. Si raccomanda l'impiego in pazienti con insufficienza cardiaca solo in caso di buon compenso clinico, gia' in terapia con diuretici o digitale. Si inviti il paziente a consultare il medico ai primi sintomi o segni di insufficienza cardiaca. Non inibiscel'azione inotropa della digitale sul muscolo cardiaco. Chirurgia maggiore: i farmaci beta-bloccanti possono alterare la risposta cardiaca riflessa a stimoli e possono aumentare i rischi connessi all'anestesia generale e alle procedure chirurgiche generando un'ipotensione prolungata o una bassa gittata cardiaca . La terapia con nadololo deve esserediscussa con l'anestesista prima dell'anestesia generale. Se si ritiene indesiderabile l'inibizione del tono simpatico, il nadololo puo' essere sospeso. In caso di emergenza, l'anestesista dovrebbe essere messo al corrente che il paziente e' in terapia con beta-bloccanti. Ove ilbeta-blocco sia considerato desiderabile o la sospensione del farmacosia inattuabile, l'anestetico prescelto dovra' essere quanto meno possibile dotato di attivita' inotropa negativa e il paziente completamente atropinizzato. Broncopneumopatia cronico-ostruttiva (ad es. bronchite cronica, enfisema): il nadololo va somministrato con cautela dato che esso puo' inibire la broncodilatazione determinata dalla stimolazione sui recettori beta2 da parte di catecolamine endogene ed esogene. Diabete ed ipoglicemia: il blocco dei beta-recettori puo' impedire la comparsa dei segni e sintomi premonitori (alterazione della frequenza cardiaca e dei valori pressori) che accompagnano l'ipoglicemia acuta. Cio' e' particolarmente importante nelle forme instabili di diabete. Ilpaziente diabetico deve essere quindi avvisato di questo e del fatto che il prodotto puo' alterare i livelli di glicemia. Il beta-blocco riduce anche la liberazione di insulina in risposta ad una iperglicemia;percio' puo' rendersi necessario un aggiustamento del dosaggio dei farmaci antidiabetici. Tireotossicosi: i beta-bloccanti possono mascherare alcuni sintomi clinici di ipertiroidismo (es.: tachicardia). In tali pazienti l'interruzione improvvisa del trattamento puo' determinare una tempesta tiroidea. Funzione renale compromessa: il nadololo deve essere usato con cautela nei pazienti con funzione renale compromessa. Trattamento di reazioni anafilattiche: nel corso di trattamento con beta-bloccanti, il paziente con storia clinica di reazioni anafilattichesevere puo' avere una reazione allergica piu' severa nel caso di un nuovo contatto con sostanze allergizzanti. Quindi i pazienti con allergie al cibo, a medicinali o alle punture di insetto devono essere avvisati di consultare un medico all'insorgenza di allergie severe. Inoltre, tali pazienti possono risultare meno sensibili alle dosi usuali di epinefrina utilizzate per trattare le reazioni anafilattiche. Uso in pediatria: l'efficacia del nadololo e la sua sicurezza d'impiego non sono state adeguatamente valutate in soggetti in eta' pediatrica. I pazienti trattati con farmaci depletori di catecolamine, come ad es. la reserpina, devono essere scrupolosamente controllati se sottoposti a terapia con nadololo. L'attivita' beta-bloccante aggiuntiva di questo composto puo' determinare un'eccessiva riduzione dell'attivita' del sistema nervoso autonomo a riposo. Occasionalmente, il beta-blocco con farmaci quali nadololo puo' causare un'ipotensione e/o una marcata bradicardia con conseguenti vertigini, attacchi sincopali o ipotensione ortostatica. In tale evenienza, come pure nel caso in cui compaiano granulocitopenia, porpora trombocitopenica, rash, e' necessario interrompere la terapia e istituire un trattamento idoneo. Come con qualsiasi farmaco somministrato per lunghi periodi di tempo, e' necessario controllarel'andamento dei parametri di laboratorio (crasi ematica, funzionalita' epatica, renale, respiratoria) ad intervalli regolari. Il farmaco vasomministrato con particolare cautela a pazienti con alterata funzionalita' epatica o renale, evitandone l'impiego nelle forme gravi.
Gravidanza e Allattamento
Gravidanza: non sono stati condotti studi clinici adeguati e ben controllati per indicare il trattamento con beta-bloccanti in gravidanza. Pertanto il nadololo va utilizzato in gravidanza solo nel caso in cui i benefici attesi superino i rischi potenziali per il feto e sotto il diretto controllo del medico. I neonati di madri che assumevano beta-bloccanti hanno talvolta evidenziato bradicardia, ipoglicemia e sintomiassociati al momento del parto. Allattamento: il nadololo e' escreto nel latte materno, ed e' potenzialmente in grado di indurre nel neonato la comparsa di eventi indesiderati. Pertanto la decisione di trattare la madre, che implica la sospensione dell'allattamento, deve essere attentamente valutata alla luce dell'importanza del nadololo per la madre stessa.
Interazioni con altri prodotti
I seguenti farmaci possono interagire con i beta-bloccanti quando somministrati contemporaneamente: Anestetici: i beta-bloccanti possono aumentare l'ipotensione indotta dagli anestetici generali, pertanto la terapia con nadololo va segnalata prima dell'anestesia generale. Farmaci antidiabetici (ipoglicemizzanti orali ed insulina): i beta-bloccantipossono alterare la risposta dei farmaci antidiabetici inducendo sia iperglicemia che ipoglicemia. E' richiesto un aggiustamento posologico. Agenti antimuscarinici: possono contrastare la bradicardia indotta dai beta-bloccanti. Calcioantagonisti: generalmente potenziano l'azioneantipertensiva dei beta-bloccanti. Nel caso di associazione dei due trattamenti il paziente andra' attentamente sorvegliato per la potenziale insorgenza di eventi cardiovascolari indesiderati. Farmaci antiadrenergici (es. reserpina): possono avere effetti additivi con i beta-bloccanti. I pazienti in trattamento con entrambi i farmaci possono mostrare segni e sintomi di ipotensione e/o bradicardia (es.: vertigini, sincope, ipotensione posturale). Altri farmaci antiaritmici: sono possibili sia effetti additivi che antagonistici. Altri farmaci antipertensivi/diuretici: prestare attenzione ai potenziali effetti additivi. Lidocaina e.v.: nel caso di somministrazione contemporanea di beta-bloccanti si puo' verificare una riduzione della clearance della lidocaina. Inibitori delle MAO: sono stati osservati casi sporadici di bradicardiain corso di somministrazione concomitante di beta-bloccanti e IMAO. FANS: l'effetto antipertensivo dei beta-bloccanti puo' essere ridotto dai FANS e dalla somministrazione di indometacina. Fenotiazine e altri antipsicotici: sono stati osservati effetti additivi sull'attivita' antipertensiva dei beta-bloccanti quando somministrati contemporaneamente a fenotiazine o aloperidolo. Vasocostrittori: talvolta e' possibile riscontrare un effetto additivo, ad es. in associazione con gli alcaloidi della segale cornuta.