axobat inf 1 flaconi 2g polvere ceftriaxone lisapharma spa
Che cosa è axobat inf 1fl 2g polv?
Axobat preparazione iniettabile prodotto da
lisapharma spa
è un farmaco solo uso ospedaliero della categoria
specialita' medicinali con prescrizione medica
che appartiene alla fascia H che comprende i farmaci di esclusivo uso ospedaliero, non vendibili ai cittadini presso le farmacie aperte al pubblico, ma utilizzabili o distribuibili solo nell'ambito delle strutture sanitarie pubbliche .
Axobat risulta
non in commercio nelle farmacie italiane
E' utilizzato per la cura di antibatterici per uso sistemico.
Contiene i principi attivi:
ceftriaxone disodico
Composizione Qualitativa e Quantitativa: ceftriaxone bisodico 3,5 h2o 596,5 - 1193 - 2386 mg pari a ceftriaxone 500 - 1000 - 2000 mg.
Codice AIC: 035837044
Codice EAN: 0
Informazioni e Indicazioni, a cosa serve?
Di uso elettivo e specifico in infezioni batteriche gravi di accertata o presunta origine da Gram-negativi "difficili" o da flora mista conpresenza di Gram-negativi resistenti ai piu' comuni antibiotici. In particolare il prodotto trova indicazione, nelle suddette infezioni, inpazienti defedati e/o immunodepressi. Profilassi delle infezioni chirurgiche.
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Posologia
Non devono essere utilizzati diluenti contenenti calcio (es. soluzione di Ringer o di Hartmann) per ricostituire le fiale di ceftriaxone o per diluire ulteriormente le fiale ricostituite per la somministrazione IV, dato che puo' formarsi un precipitato. La precipitazione del ceftriaxone con il calcio puo' anche avvenire quando il ceftriaxone e' mescolato con soluzioni contenenti calcio nella stessa linea di somministrazione IV. Pertanto, il ceftriaxone e le soluzioni contenenti calcionon devono essere mescolate insieme o somministrate contemporaneamente. >>Adulti e bambini oltre 12 anni: 1 g una volta al giorno (ogni 24 ore). Nei casi piu' gravi o in infezioni causate da microrganismi moderatamente sensibili, la dose puo' raggiungere i 4 g somministrati in un'unica soluzione. >>Neonati (fino a 2 settimane): 20-50 mg/kg di pesocorporeo in monosomministrazione; a causa della immaturita' dei loro sistemi enzimatici non bisognerebbe superare i 50 mg/Kg. >>Bambini (da3 settimane a 12 anni): 20 e 80 mg/Kg. Per dosi endovenose pari o superiori a 50 mg/Kg si consiglia di utilizzare una perfusione della durata di almeno 30 minuti. Per i bambini di peso superiore a 50 Kg andra'usato il dosaggio proprio degli adulti. >>Anziani: come per adulti. La durata della terapia e' in funzione del decorso dell'infezione. In generale la somministrazione va protratta per un minimo di 48-72 ore dopo lo sfebbramento o dopo la dimostrazione di completa eradicazione batterica. >>Profilassi delle infezioni chirurgiche: verranno somministrati, in relazione a tipo e rischio di contaminazione dell'intervento, 1 g i.m. o 1-2 g e.v. in dose singola, un'ora prima dell'intervento. >>Insufficienza renale: in soggetti con clearance della creatinina maggiore di 10 ml/min la posologia resta inalterata. In caso di clearance della creatinina uguale o minore di 10 ml/min si puo' somministrare fino ad un massimo di 2 g una volta al giorno. >>Insufficienza epatica: posologia normale. >>Insufficienza renale ed epatica associate: controllare le concentrazioni plasmatiche del ceftriaxone. >>Prematuri: dosemassima 50 mg/kg una volta al giorno. >>Modo di somministrazione. Da un punto di vista microbiologico il prodotto dovrebbe essere usato immediatamente dopo la ricostituzione. Se non utilizzato immediatamente, le condizioni e il periodo di conservazione prima dell'uso sono responsabilita' dell'utilizzatore. La stabilita' chimica e fisica del medicinale dopo ricostituzione e' stata dimostrata per 24 ore tra +2 gradi Ce +8 gradi C e per 6 ore per il prodotto conservato a temperatura inferiore a 25 gradi C. Possono variare nella colorazione da giallo pallido ad ambra in funzione della concentrazione e del periodo di conservazione; tale caratteristica non ha influenza sull'efficacia o sulla tollerabilita' del farmaco. >>Soluzione per uso intramuscolare. Per praticare l'iniezione i.m., sciogliere il prodotto i.m. con l'apposito solvente (soluzione di lidocaina 1%) che e' di ml 2 per 500 mg, e di 3,5 ml per 1 g: iniettare profondamente la soluzione estemporanea cosi' ottenuta nel gluteo, alternando i glutei nelle successive iniezioni. La soluzione di lidocaina non deve essere somministrata endovena. >>Soluzione per infusione. Per praticare l'iniezione e.v., sciogliere il prodotto con l'apposito solvente (acqua per preparazioni iniettabili) che e' di ml 10 per 1 g, e iniettare direttamente in vena nel tempo di 2-4 minuti. >>Perfusione endovenosa. Per praticare la perfusione endovenosa sciogliere il prodotto in ragione di 2 g in 40 ml di liquido di perfusione privo di ioni di calcio (soluzione fisiologica, soluzione glucosata al 5% o al 10%, soluzione di levulosio al 5%, soluzione glucosatadi destrano al 6%, soluzioni di NaCl 0,45% + glucosio 2,5%). La perfusione avra' una durata di almeno 30 minuti. Le soluzioni non dovrebbero essere mescolate in soluzioni contenenti altri farmaci antimicrobicio con soluzioni diluenti diverse da quelle sopra elencate per possibile incompatibilita'.
Effetti indesiderati
Gli effetti indesiderati sono generalmente lievi e di breve durata. Disturbi gastrointestinali (circa il 2% dei casi): feci molli o diarrea, nausea, vomito, stomatite e glossite, raramente ispessimento della bile. Alterazioni ematologiche (circa 2%): eosinofilia, leucopenia, granulocitopenia, anemia emolitica, trombocitopenia. Frequenza sconosciuta: sono stati riportati casi di agranulocitosi (=80 mg/kg/die) o a dosi totali superiori ai 10 grammi eche presentavano altri fattori di rischio (es. restrizioni nell'assunzione di fluidi, degenza a letto ecc.). Il rischio di formazione di precipitato aumenta nei pazienti allettati o disidratati. Tale evento puo' essere sintomatico o asintomatico, puo' portare a insufficienza renale ed anuria, ed e' reversibile alla sospensione. Precipitato di salidi calcio-ceftriaxone e' stato osservato nella cistifellea soprattutto di pazienti trattati a dosi superiori rispetto alla dose normale raccomandata. Nei bambini studi prospettici hanno dimostrato un'incidenzavariabile di precipitazione, a seguito di somministrazione endovenosa, che in alcuni studi e' risultata superiore al 30%. L'incidenza sembra essere inferiore con l'infusione lenta (20-30 minuti). Tale effetto e' generalmente asintomatico, ma in casi rari la formazione di precipitato e' stata accompagnata da sintomi clinici come dolore, nausea e vomito. In questi casi si raccomanda di instaurare una terapia sintomatica. La formazione di precipitato e' generalmente reversibile alla sospensione del trattamento con il ceftriaxone. Sono stati riportati casi isolati di pancreatite. In rarissimi casi sono stati osservati come effetti collaterali disturbi della coagulazione. A livello locale In rari casi sono comparse reazioni flebitiche dopo somministrazione e.v.; tali reazioni possono comunque essere evitate mediante iniezione lenta (2-4 minuti) del farmaco. L'iniezione intramuscolare senza lidocaina e' dolorosa. In soggetti predisposti possono manifestarsi reazioni di ipersensibilita'. In pazienti trattati in rari casi il test di Coombs ha prodotto false positivita'. Il farmaco puo' produrre false positivita' al test della galattosemia. Analogamente i metodi non enzimatici per la determinazione del glucosio nell'urina possono fornire dei falsi positivi. Per questo motivo, in corso di trattamento, la determinazione del glucosio nell'urina dovrebbe essere effettuata con metodo enzimatico. Sono state riportate reazioni avverse rare, gravi, e in alcuni casi fatali nei neonati pretermine e a termine (eta' <28 giorni) che sono stati trattati con ceftriaxone e calcio IV. E' stata inoltre verificata post-mortem la presenza di precipitati di ceftriaxone e sali calcio nel polmone e nel rene. L'alto rischio di precipitazione nei neonati e' dovuto al loro basso volume ematico e alla lunga emivita del ceftriaxone, se confrontata con gli adulti.
Indicazioni
Di uso elettivo e specifico in infezioni batteriche gravi di accertata o presunta origine da Gram-negativi "difficili" o da flora mista conpresenza di Gram-negativi resistenti ai piu' comuni antibiotici. In particolare il prodotto trova indicazione, nelle suddette infezioni, inpazienti defedati e/o immunodepressi. Profilassi delle infezioni chirurgiche.
Controindicazioni ed effetti secondari
Ipersensibilita' nota nei confronti degli antibiotici betalattamici. Ipersensibilita' alle cefalosporine o ad uno qualsiasi degli eccipienti. In caso di ipersensibilita' alle penicilline, si deve tener presente la possibile insorgenza di allergia crociata. Nelle donne in stato di gravidanza e nella primissima infanzia il prodotto va somministrato nei casi di effettiva necessita'. I neonati iperbilirubinemici e i prematuri non devono essere trattati con ceftriaxone. Studi in vitro hanno dimostrato che ceftriaxone puo' spostare la bilirubina dai suoi sitidi legame all'albumina plasmatica ed e' possibile che in questi pazienti si sviluppi un'encefalopatia da bilirubina. Trattamento con calcio, a causa del rischio di formazione di precipitazione di sali di calcio-ceftriaxone nei nati a termine. Neonati prematuri fino ad una eta' corretta di 41 settimane (settimane di gestazione + settimane di vita).Neonati a termine (fino a 28 giorni di eta'): con ittero o presenza di ipoalbuminemia o acidosi dato che queste sono condizioni nelle qualila bilirubina potrebbe essere alterata; se dovessero richiedere (o sipensa che possano richiedere) un trattamento IV con calcio o con infusioni che contengono calcio a causa del rischio di precipitazione del ceftriaxone con il calcio. Prima di iniettare il ceftriaxone per via intramuscolare, se si utilizza la lidocaina come solvente, occorre prima stabilire che il paziente non presenti controindicazioni nei confronti della lidocaina.
Composizione ed Eccipienti
Polvere e solvente per soluzione IM: lidocaina cloridrato. Polvere e solvente per soluzione EV: acqua per preparazioni iniettabili.
Avvertenze
Non si puo' escludere la possibilita' di shock anafilattico, neppure con l'acquisizione di un'accurata anamnesi del paziente. Un grammo di prodotto contiene 3,6 x mmol di sodio. Casi di diarrea associata a Clostridium difficile (CDAD) vengono riferiti con l'uso di quasi tutti gli antibiotici e possono variare per gravita' dalla diarrea lieve a casi di colite mortale. Il trattamento con agenti antibatterici altera lanormale flora del colon con una proliferazione abnorme di C. difficile. Questo produce le tossine A e B che contribuiscono allo sviluppo della CDAD. I ceppi di C. difficile che producono l'ipertossina sono causa di maggiore morbosita' e mortalita', in quanto tali infezioni possono risultare refrattarie alla terapia antimicrobica, tanto da richiedere la colectomia. Nei pazienti che sviluppano diarrea a seguito di terapia antibiotica, l'eventualita' che possa trattarsi di CDAD va semprepresa in considerazione. E' necessario rilevare un'accurata anamnesi medica in quanto sono stati riportati casi in cui la CDAD si e' verificata a distanza di oltre due mesi dalla somministrazione degli agenti antibatterici. In caso di CDAD sospetta o conclamata, puo' rendersi necessario sospendere l'assunzione degli antibiotici non diretti a contrastare il C. difficile. Come con altri agenti antibatterici si possonoverificare superinfezioni da microorganismi non suscettibili. A seguito della somministrazione di dosi superiori alla dose normale raccomandata, delle ombre evidenziate all'esame ecografico sono state scambiate per calcoli alla cistifellea. Tali ombre tuttavia, sono prodotte da precipitati di calcio-ceftriaxone e scompaiono a completamento o alla sospensione della terapia. Raramente tali referti sono stati associatia sintomi. Nei casi sintomatici, si raccomanda la gestione non-chirurgica conservativa. La sospensione del trattamento nei casi sintomaticie' lasciata a discrezione del medico curante. Il prodotto viene eliminato per il 56% circa attraverso le urine e per il restante 44% attraverso la bile in forma microbiologicamente attiva. Nelle feci e' presente prevalentemente in forma inattiva. In caso di ridotta funzionalita'renale e' eliminato in quota piu' elevata per via biliare, con le feci. Poiche' anche in tale circostanza il tempo di emivita risulta solo leggermente aumentato, nella maggior parte dei casi non e' necessario ridurre la posologia, a condizione che la funzionalita' epatica sia normale. Solo in presenza di una gravissima insufficienza renale (clearance della creatinina <=10 ml/min) la dose di mantenimento ogni 24 ore dovra' essere ridotta alla meta' rispetto alla dose abituale. Le cefalosporine di terza generazione, come altre betalattamine, possono indurre resistenza microbica e tale evenienza e' maggiore verso organismi opportunisti specialmente Enterobacteriaceae e Pseudomonas, in soggettiimmunodepressi e probabilmente, associando tra loro piu' betalattamine. In caso di trattamenti prolungati si dovranno effettuare regolari controlli della crasi ematica. In casi estremamente rari, in pazienti trattati con dosi elevate, l'ultrasuonografia della cistifellea ha messo in evidenza reperti interpretabili come ispessimento della bile. Tale condizione e' prontamente regredita all'interruzione o al termine della terapia. Anche se questi riscontri dovessero essere sintomatici, si raccomanda un trattamento puramente conservativo. Prima di iniziare la terapia, dovrebbe essere svolta un'indagine accurata per stabilire se il paziente ha manifestato in passato fenomeni di ipersensibilita' alle cefalosporine, penicilline ed altri farmaci. Usare con cautela inpazienti allergici alla penicillina poiche' sono descritti casi di ipersensibilita' crociata fra penicilline e cefalosporine. A causa dell'immaturita' delle funzioni organiche, i prematuri non dovrebbero essere trattati con dosi superiori a 50 mg/Kg/die. Come per gli altri antibiotici l'impiego protratto puo' favorire lo sviluppo di batteri resistenti ed in caso di superinfezione occorre adottare le misure piu' appropriate. Reazioni acute di ipersensibilita' possono richiedere l'uso di adrenalina ed altre misure di emergenza. Le preparazioni contenenti lidocaina non devono essere somministrate per via endovenosa ed a pazienti allergici a questo anestetico locale. Se si evidenziano segni di infezione, il microrganismo responsabile dovrebbe essere isolato ed una opportuna terapia, basata sui test di sensibilita', dovrebbe venire adottata. Analisi su campioni raccolti prima dell'inizio della terapiadovrebbero venire effettuate per determinare la sensibilita' a ceftriaxone del microrganismo responsabile. La funzionalita' renale dovrebbeessere controllata attentamente. Coliti pseudomembranose sono state riportate a seguito dell'uso di cefalosporine (o altri antibiotici a largo spettro); e' importante considerare questa diagnosi in pazienti che manifestino diarrea dopo l'uso di antibiotico. Non mescolare o somministrare simultaneamente con soluzioni contenenti calcio per somministrazione IV in pazienti di qualsivoglia eta', anche se per linee di infusione differenti o in siti di infusione diversi. Nei pazienti di eta'maggiore di 28 giorni, il ceftriaxone e le soluzioni contenenti calcio possono essere somministrati sequenzialmente uno dopo l'altro se si utilizzano linee di infusione in siti differenti o se le linee di infusione sono sostituite o se sono accuratamente lavate con soluzione fisiologica salina tra le due infusioni per evitare la precipitazione. Sel'uso di ceftriaxone e' considerato necessario nei pazienti che necessitano nutrizione continua, la soluzione TNP e il ceftriaxone possono essere somministrati simultaneamente, sebbene attraverso linee di infusione differenti in siti differenti. In alternativa, l'infusione dellesoluzioni TNP dovrebbe essere interrotta durante l'infusione di ceftriaxone, prendendo in considerazione il consiglio di lavare le linee diinfusione tra la somministrazione delle due soluzioni. Sono stati riportati casi isolati di pancreatite, possibilmente causata da ostruzione biliare; la maggior parte dei pazienti presentava fattori di rischio. Non si puo' escludere che la precipitazione biliare correlata al trattamento svolga un ruolo di fattore o cofattore scatenante. E' stato dimostrato che il ceftriaxone puo' parzialmente interferire con i siti di legame della bilirubina con l'albumina plasmatica. Non dev'essere somministrato ai neonati (in particolare in quelli prematuri) a rischiodi sviluppare encefalopatia da bilirubina. In caso di trattamento prolungato si dovranno effettuare regolari controlli della crasi ematica.Se si usa la lidocaina come solvente, usare solo per iniezione intramuscolare.
Gravidanza e Allattamento
Il ceftriaxone attraversa la barriera placentare. Nella donna la sua sicurezza durante la gravidanza non e' stata determinata. Studi sulla riproduzione eseguiti su animali non hanno evidenziato embriotossicita', fetotossicita, teratogenicita' o effetti avversi sulla fertilita' maschile o femminile, sul parto o sullo sviluppo peri- e post-natale. Nei primati non si sono osservate ne' embriotossicita', ne' teratogenicita'. Basse concentrazioni di ceftriaxone vengono escrete nel latte materno. Si raccomanda pertanto cautela nella somministrazione a donne che allattano al seno. Nelle donne in stato di gravidanza, durante l'allattamento e nella primissima infanzia, il prodotto va somministrato nei casi di effettiva necessita'.
Interazioni con altri prodotti
La contemporanea somministrazione di alte dosi con diuretici ad elevata attivita' (es. furosemide) a forti dosaggi non ha sinora evidenziato disturbi della funzionalita' renale. Non c'e' alcuna evidenza che ilfarmaco aumenti la tossicita' renale degli aminoglicosidi. L'ingestione di alcool successiva alla somministrazione non da' effetti simili aquelli del disulfiram; il ceftriaxone, infatti, non contiene il gruppo N-metiltiotetrazolico ritenuto responsabile sia della possibile intolleranza all'alcool sia delle manifestazioni emorragiche verificatesi con altre cefalosporine. L'eliminazione del prodotto non e' modificatadal probenecid. Nel corso di uno studio in vitro sono stati osservatieffetti antagonisti con l'associazione di cloramfenicolo e ceftriaxone. E' stato dimostrato in condizioni sperimentali sinergismo d'azione tra il medicinale e aminoglicosidi nei confronti di molti germi Gram-negativi. Il potenziamento di attivita' di tali associazioni, sebbene non sempre predicibile, dovra' essere tenuto in considerazione in tuttequelle infezioni gravi, resistenti ad altri trattamenti, dovute ad organismi quali Pseudomonas aeruginosa. A causa di incompatibilita' fisiche i due farmaci vanno somministrati separatamente alle dosi raccomandate. Non deve essere aggiunto a soluzioni che contengono calcio, quali le soluzioni Hartmann e Ringer. Non utilizzare diluenti contenenti calcio, come la soluzione Ringer o la soluzione Hartmann per la ricostituzione delle fiale di prodotto o per diluire ulteriormente una fiala gia' ricostituita allo scopo di somministrare il preparato per via endovenosa, in quanto si potrebbe formare un precipitato. Precipitati di calcio-ceftriaxone si possono formare anche quando il medicinale vienemescolato a soluzioni contenenti calcio nella stessa linea d'infusione e.v. non dev'essere somministrato contestualmente a soluzioni endovenose contenenti calcio, comprese le infusioni continue contenenti calcio come per esempio quelle per alimentazione parenterale somministratetramite connettore a Y. Tuttavia nei pazienti ad eccezione dei neonati, il prodotto e le soluzioni contenenti calcio si possono somministrare una dopo l'altra, a patto che le linee di infusione vengano lavate tra un'infusione e l'altra con un fluido compatibile. Studi in vitro eseguiti su plasma adulto e neonatale prelevato dal sangue del cordone ombelicale hanno dimostrato che i neonati presentano un maggior rischio di precipitazione di calcio-ceftriaxone. Sulla base dei rapporti pubblicati in letteratura il ceftriaxone e' incompatibile con la amsacrina, la vancomicina, il fluconazolo e gli aminoglicosidi. Sono state segnalate in corso di trattamento con cefalosporine, positivita' dei testdi Coombs (talora false). Il farmaco puo' essere causa di false positivita' al test della galattosemia. Analogamente i metodi non enzimatici per la determinazione del glucosio nell'urina possono fornire false positivita'. Per questo motivo la determinazione del livello di glucosio nell'urina in corso di terapia dovrebbe esser effettuata con metodoenzimatico. Il ceftriaxone puo' influire negativamente sull'efficaciadei contraccettivi ormonali orali. Di conseguenza si raccomanda di utilizzare misure contraccettive (non ormonali) supplementari durante iltrattamento e nel mese successivo alla terapia.
Forme Farmacologiche
Conservazione del prodotto
Nessuna speciale precauzione per la conservazione.