atenololo sandoz*56cpr 100mg atenololo sandoz spa

Che cosa è atenololo sandoz 56cpr 100mg?

Atenololo sandoz compresse prodotto da sandoz spa
è un farmaco generico della categoria farmaci preconfezionati prodotti industrialmente - generici che appartiene alla fascia C che comprende quei farmaci che, non essendo considerati essenziali, sono completamente a carico del cittadino ma richiedono comunque prescrizione .
Atenololo sandoz risulta non in commercio nelle farmacie italiane

E' utilizzato per la cura di betabloccanti, non associati.
Contiene i principi attivi: atenololo
Composizione Qualitativa e Quantitativa: atenololo.
Codice AIC: 034361182 Codice EAN: 0

Informazioni e Indicazioni, a cosa serve?

Ipertensione. Angina pectoris stabile. Prevenzione secondaria dopo infarto acuto del miocardio. Aritmie sopraventricolari: tachicardia sopraventricolare parossistica (nel trattamento terapeutico e nella profilassi); fibrillazione atriale e flutter atriale: in caso di risposta inadeguata a dosi massime di glucosidi cardioattivi o nel caso che i glucosidi cardioattivi fossero controindicati o fossero associati ad un rapporto rischio/beneficio sfavorevole. Aritmie ventricolari: extrasistole ventricolare (come trattamento profilattico o terapeutico), se l'extrasistole e' il risultato di una accresciuta attivita' simpatica), tachicardie ventricolari e fibrillazione ventricolare (come trattamentoprofilattico), soprattutto quando l'anomalia ventricolare e' il risultato di una elevata attivita' simpatica.

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Posologia

Il dosaggio deve essere adattato individualmente. Si raccomanda di iniziare con la dose piu' bassa possibile cosi' da rilevare tempestivamente eventuali disturbi cardiaci, bradicardia e sintomi bronchiali. Questo e' particolarmente importante nei pazienti anziani. Eventuali adattamenti al dosaggio devono essere apportati in modo graduale (per esempio, una volta alla settimana) in condizioni controllate o in base all'effetto clinico. Ipertensione: Il dosaggio iniziale raccomandato e' di 25 mg. Il dosaggio abituale di mantenimento e' di una compressa (50 - 100 mg) al giorno. L'effetto massimo sara' raggiunto dopo 1-2 settimane. Se si desidera un ulteriore miglioramento della pressione arteriosa, atenololo puo' essere associato con un altro farmaco antipertensivo, per esempio un diuretico. Angina pectoris: 50 - 100 mg al giorno, in relazione all'effetto clinico, cosi' da raggiungere un ritmo cardiaco di 55-60 battiti al minuto a riposo. Aumentando il dosaggio giornaliero oltre 100 mg non si ottiene generalmente un maggiore beneficio. Selo si desidera, la dose giornaliera di 100 mg puo' essere suddivisa in due dosaggi. Aritmie: dopo aver controllato l'aritmia con somministrazione intravenosa di atenololo (quando indicato), la dose di mantenimento raccomandata e' di 50-100 mg al giorno per via orale. Prevenzionesecondaria dopo infarto del miocardio: dopo 10 minuti dall'iniezione intravenosa, somministrare 50 mg, seguiti da altri 50 mg dopo 12 ore. La dose di mantenimento giornaliera e' di 100 mg in 1-2 somministrazioni per 6 giorni o fino a dimissione dall'ospedale. Bambini: non esistono esperienze cliniche relative all'impiego pediatrico di atenololo. Pertanto non e' raccomandato somministrare atenololo ai bambini. Anziani: iniziare la terapia utilizzando un dosaggio inferiore. Il dosaggio deve essere adattato in base all'effetto clinico. Insufficienza renale: velocita' filtrazione glomerulare > 35 ml/min/1.73 m^2 superficie corporea, dosaggio raccomandato di atenololo: la posologia non deve essere modificata; velocita' filtrazione glomerulare 15 - 35 ml/min/1.73 m^2 superficie corporea, dosaggio raccomandato di atenololo: 25 - 50 mg/giorno (o 50 - 100 mg ogni 2 giorni); velocita' filtrazione glomerulare < 15 ml/min/1.73 m^2 superficie corporea, dosaggio raccomandato di atenololo: 25 - 50 mg ogni 2 giorni. Ai pazienti in emodialisi somministrare una compressa da 50 mg dopo ogni dialisi. La somministrazione deve essere effettuata in ambiente ospedaliero in quanto possono verificarsi improvvise riduzioni della pressione arteriosa. Insufficienza epatica: non e' necessario modificare la posologia raccomandata.

Effetti indesiderati

Molto comune: >1/10; comune: >1/100 e 1/1.000 e 1/10.000 e GRAVIDANZA E ALLATTAMENTOI farmaci beta-bloccanti, riducendo la perfusione placentare, possonocausare la morte intrauterina del feto, oppure provocare dei parti immaturi o prematuri. Inoltre, possono verificarsi effetti negativi sul feto o sul neonato (soprattutto ipoglicemia e bradicardia). Nel periodo postnatale vi e' un rischio accresciuto di complicanze cardiache e polmonari. Pertanto il neonato deve essere attentamente monitorato. Il medicinale passa attraverso la placenta. Sono stati raggiunti buoni risultati nella cura dell'ipertensione con il medicinale in gravidanza esotto attenta sorveglianza. Non si sono verificate anomalie fetali, si deve precisare che il farmaco e' stato usato solo dopo la ventesima settimana di gestazione. Inoltre, non vi sono indicazioni di effetti avversi al momento del parto o durante il periodo di allattamento. Tuttavia non si puo' comunque escludere un effetto pericoloso per il feto.La concentrazione nel latte materno e' tre volte superiore che nel sangue. Durante l'allattamento sono state riscontrate solo basse concentrazioni del prodotto nel bambino. Comunque non puo' essere escluso che, a lungo termine, nel bambino possano comparire effetti tipici dei beta-bloccanti. Si consiglia di rispettare un intervallo di sei ore, se possibile, tra l'assunzione del farmaco e l'allattamento. In questo intervallo di tempo il bambino puo' essere allattato artificialmente. Durante la gravidanza e l'allattamento si devono soppesare con attenzione i vantaggi e gli svantaggi derivati dall'utilizzo del farmaco.

Indicazioni

Ipertensione. Angina pectoris stabile. Prevenzione secondaria dopo infarto acuto del miocardio. Aritmie sopraventricolari: tachicardia sopraventricolare parossistica (nel trattamento terapeutico e nella profilassi); fibrillazione atriale e flutter atriale: in caso di risposta inadeguata a dosi massime di glucosidi cardioattivi o nel caso che i glucosidi cardioattivi fossero controindicati o fossero associati ad un rapporto rischio/beneficio sfavorevole. Aritmie ventricolari: extrasistole ventricolare (come trattamento profilattico o terapeutico), se l'extrasistole e' il risultato di una accresciuta attivita' simpatica), tachicardie ventricolari e fibrillazione ventricolare (come trattamentoprofilattico), soprattutto quando l'anomalia ventricolare e' il risultato di una elevata attivita' simpatica.

Controindicazioni ed effetti secondari

Shock cardiogenico; insufficienza cardiaca non controllata; sindrome del nodo del seno (compreso blocco seno-atriale); blocco atrioventricolare di secondo e terzo grado; feocromocitoma non trattato; acidosi metabolica; bradicardia (< 45-50 bpm); ipotensione; ipersensibilita' all'atenololo o a uno qualsiasi degli eccipienti; gravi disturbi della circolazione periferica; floctafenina; asma grave e gravi disordini cronici ostruttivi polmonari, come ostruzione delle vie aeree.

Composizione ed Eccipienti

Povidone K 25, amido di mais, cellulosa microcristallina, amido glicolato sodico, magnesio stearato e silice colloidale anidra.

Avvertenze

Cardiopatia ischemica: il trattamento non deve essere interrotto improvvisamente soprattutto nei pazienti affetti da cardiopatia ischemica.Il dosaggio deve essere gradualmente ridotto (per esempio in 1-2 settimane), e se necessario contemporaneamente all'inizio della terapia sostitutiva, cosi' da prevenire un'esacerbazione della angina pectoris. Possono anche svilupparsi ipertensione e aritmie. Inoltre vi e' il rischio di infarto del miocardio e morte improvvisa. Il medicinale non deve essere somministrato a pazienti con insufficienza cardiaca congestizia non trattata: prima di tutto si deve curare questa patologia. Interventi chirurgici: qualora si decidesse di interrompere la somministrazione di beta-bloccanti in preparazione ad un intervento chirurgico, si deve sospendere la terapia per almeno 24 ore. La continua somministrazione di beta-bloccanti riduce il rischio di aritmie durante l'induzione e l'intubazione ma aumenta anche il rischio di ipotensione. Se il trattamento non viene interrotto, si deve prestare attenzione nell'usodi alcuni farmaci anestetici. Si deve proteggere il paziente da reazioni vagali attraverso somministrazione intravenosa di atropina. Disturbi della circolazione periferica Nei pazienti con disturbi circolatoriperiferici (malattia o sindrome di Raynauds, claudicazione intermittente), il prodotto deve essere impiegato con la massima cautela poiche'tali disturbi possono aggravarsi. In presenza di gravi disturbi dellacircolazione periferica e' controindicata l'assunzione del farmaco. Frequenza cardiaca: il farmaco puo' indurre bradicardia. Ridurre il dosaggio nel caso la frequenza del polso scendesse al di sotto di 50-55 battiti al minuto in condizioni di riposo, e nel caso il paziente presentasse i sintomi tipici da bradicardia. Apparato respiratorio: nei pazienti con gravi disordini cronici ostruttivi polmonari si puo' aggravare l'ostruzione delle vie respiratorie. Pertanto il medicinale deve essere usato in questi pazienti con estrema cautela. Blocco cardiaco: ilfarmaco deve essere somministrato con cautela ai pazienti con blocco cardiaco di primo grado a causa dei suoi effetti negativi sui tempi diconduzione cardiaca. Insufficienza renale: nei pazienti con insufficienza renale il dosaggio deve essere adattato alla ridotta velocita' difiltrazione glomerulare. Anziani: i pazienti anziani devono essere trattati con particolare attenzione. Angina di Prinzmetal: nei pazienti affetti da angina di Prinzmetal, il farmaco puo' aumentare il numero ela durata degli attacchi di angina tramite la vasocostrizione arteriosa coronarica non contrastata mediata da alfa-recettori. Per questi pazienti il medicinale deve essere usato con la massima cautela. Psoriasi: ai pazienti con anamnesi di psoriasi somministrare il farmaco solo dopo un'attenta valutazione. Allergeni: il prodotto puo' accrescere sia la sensibilita' verso gli allergeni sia la gravita' delle reazioni anafilattiche. Il farmaco puo' ridurre l'efficacia dell'epinefrina. Ipoglicemia I farmaci beta-bloccanti possono mascherare i sintomi da ipoglicemia, specialmente la tachicardia. Il medicinale non ha un effetto potenziante sull'ipoglicemia indotta da insulina e non altera il ripristino ai normali livelli di glucosio. Pazienti diabetici: prima di iniziare il trattamento controllare i valori della glicemia. Tireotossicosi: i farmaci beta-bloccanti possono mascherare i sintomi cardivascolari da tireotossicosi. Feocromocitoma trattato: monitorare la pressionearteriosa qualora il farmaco fosse assunto da pazienti affetti da feocromocitoma trattato.

Gravidanza e Allattamento

I farmaci beta-bloccanti, riducendo la perfusione placentare, possonocausare la morte intrauterina del feto, oppure provocare dei parti immaturi o prematuri. Inoltre, possono verificarsi effetti negativi sul feto o sul neonato (soprattutto ipoglicemia e bradicardia). Nel periodo postnatale vi e' un rischio accresciuto di complicanze cardiache e polmonari. Pertanto il neonato deve essere attentamente monitorato. Il medicinale passa attraverso la placenta. Sono stati raggiunti buoni risultati nella cura dell'ipertensione con il medicinale in gravidanza esotto attenta sorveglianza. Non si sono verificate anomalie fetali, si deve precisare che il farmaco e' stato usato solo dopo la ventesima settimana di gestazione. Inoltre, non vi sono indicazioni di effetti avversi al momento del parto o durante il periodo di allattamento. Tuttavia non si puo' comunque escludere un effetto pericoloso per il feto.La concentrazione nel latte materno e' tre volte superiore che nel sangue. Durante l'allattamento sono state riscontrate solo basse concentrazioni del prodotto nel bambino. Comunque non puo' essere escluso che, a lungo termine, nel bambino possano comparire effetti tipici dei beta-bloccanti. Si consiglia di rispettare un intervallo di sei ore, se possibile, tra l'assunzione del farmaco e l'allattamento. In questo intervallo di tempo il bambino puo' essere allattato artificialmente. Durante la gravidanza e l'allattamento si devono soppesare con attenzione i vantaggi e gli svantaggi derivati dall'utilizzo del farmaco.

Interazioni con altri prodotti

>>Associazioni controindicate. Floctafenina: i farmaci beta-bloccantipossono impedire gli effetti compensatori cardiovascolari associati all'ipotensione o allo shock che possono essere indotti dalla floctafenina. >>Associazioni non raccomandate. Calcio antagonisti (verapamil e,in misura minore, diltiazem): influenza negativa sulla contrattilita'e sulla conduzione atrio-ventricolare. Glucosidi digitalici: l'associazione con atenololo puo' aumentare i tempi di conduzione atrio-ventricolare. Inibitori della monoaminoossidasi (tranne gli inibitori MAO-B). Clonidina: i beta-bloccanti aumentano il rischio di ipertensione rebound. Sultopride: atenololo non deve essere somministrato in associazione con sultopride in quanto vi e' un aumentato rischio che si verifichino aritmie ventricolari, ad esempio torsioni di punta. Prestare attenzione nelle seguenti associazioni. Farmaci anti-aritmici di classe I (per esempio disopiramide, chinidina) e amiodarone: possono essere potenziati gli effetti sul tempo di conduzione atriale e puo' essere indotto un effetto inotropo negativo. Insulina e farmaci antidiabetici orali: possono essere potenziati gli effetti ipoglicemici (soprattutto per quanto riguarda i beta-bloccanti non-selettivi). I farmaci beta-bloccanti possono mascherare i sintomi da ipoglicemia (tachicardia). Farmaci anestetici: attenuazione della tachicardia di riflesso e aumento del rischio di ipotensione. L'effetto dei beta-bloccanti riduce il rischio di aritmia durante l'induzione e l'intubazione. L'anastesista deve essere informato nel caso il paziente fosse in trattamento con un farmaco beta-bloccante. E' meglio evitare l'uso degli anestetici che causano depressione miocardica, quali ciclopropano e tricloretilene. Baclofene: e' aumentato l'effetto antiipertensivo. Mezzi di contrasto iodati: il farmaco puo' impedire le reazioni compensatorie cardiovascolari associate all'ipotensione o allo shock, indotte dai mezzi di contrasto iodati. Amiodarone: l'associazione con atenololo puo' potenziare l'effetto deprimente sulla conduzione e l'effetto inotropo negativo, in particolare in quei pazienti affetti da disfunzioni del nodo del seno o del nodo atrio-ventricolare. Da tenere presente le seguenti associazioni: calcio antagonisti (derivati della diidropiridina come nifedipina):possono aumentare il rischio di ipotensione. Nei pazienti con insufficienza cardiaca latente il trattamento con atenololo puo' provocare collasso cardiaco. Farmaci che inibiscono la sintesi delle prostaglandine: (es. FANS) possono diminuire l'effetto ipotensivo di atenololo. Agenti simpaticomimetici: (es. adrenalina) possono contrastare l'effetto del prodotto. >>Somministrazione concomitante di antidepressivi triciclici, barbiturici, fenotiazine ed altri agenti antiipertensivi: puo' essere potenziato l'effetto di riduzione della pressione arteriosa. Ampicillina: puo' ridurre la biodisponibilita' di atenololo. Percio', in caso di assunzione contemporanea di un elevato dosaggio di ampicillina, il medico deve monitorare la riposta del paziente alla terapia con atenolo al fine di evidenziarne una eventuale alterazione.

Forme Farmacologiche


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Conservazione del prodotto

Non conservare a temperatura superiore ai 25 gradi C. Conservare il prodotto nella confezione originale.