arkas*50cpr riv 40mg fl atorvastatina lanova farmaceutici srl

Che cosa è arkas 50cpr riv 40mg fl?

Arkas compresse rivestite prodotto da lanova farmaceutici srl
è un farmaco etico della categoria specialita' medicinali con prescrizione medica .
Arkas risulta non in commercio nelle farmacie italiane

E' utilizzato per la cura di sostanze modificatrici dei lipidi, inibitori della hmg-coa riduttasi.
Contiene i principi attivi: atorvastatina calcio
Composizione Qualitativa e Quantitativa: atorvastatina (come atorvastatina calcica).
Codice AIC: 041460585 Codice EAN: 0

Informazioni e Indicazioni, a cosa serve?

>>Ipercolesterolemia. Il prodotto e' indicato, in aggiunta alla dieta, per la riduzione di alti livelli di colesterolo totale (C-totale), del colesterolo delle lipoproteine a bassa densita' (LDL-C), dell'apolipoproteina B e dei trigliceridi in pazienti adulti, adolescenti e bambini a partire dai 10 anni di eta' affetti da ipercolesterolemia primaria inclusa ipercolesterolemia familiare (variante eterozigote) o iperlipidemia combinata (mista), corrispondente ai Tipi IIa e IIb della classificazione di Fredrickson, quando la risposta alla dieta e ad altre misure non farmacologiche e' inadeguata. Il prodotto e' anche indicatoper ridurre il colesterolo totale ed il colesterolo LDL in pazienti adulti con ipercolesterolemia familiare omozigote in aggiunta ad altri trattamenti ipolipemizzanti (ad esempio, LDL aferesi) o se tali trattamenti non sono disponibili. >>Prevenzione della malattia cardiovascolare. Prevenzione degli eventi cardiovascolari in pazienti adulti ritenuti ad alto rischio per un primo evento cardiovascolare, in aggiunta alla correzione di altri fattori di rischio.

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Posologia

Prima di ricevere il prodotto, il paziente deve essere posto in regime di dieta standard ipocolesterolemica e deve continuare questa dieta durante il trattamento. Il dosaggio deve essere personalizzato tenendoconto dei livelli basali di colesterolo LDL, dell'obiettivo della terapia e della risposta del paziente. La dose iniziale abituale e' 10 mguna volta al giorno. Aggiustamenti del dosaggio devono essere fatti ad intervalli di 4 settimane o piu'. La dose massima e' 80 mg una voltaal giorno. >>Ipercolesterolemia primaria e iperlipidemia combinata (mista). La maggior parte dei pazienti viene controllata con 10 mg una volta al giorno. La risposta terapeutica si evidenza entro due settimane e la massima risposta terapeutica viene solitamente raggiunta entro 4 settimane. L'effetto terapeutico si mantiene durante il trattamento cronico. >>Ipercolesterolemia familiare eterozigote. I pazienti devonoavviare il trattamento alla dose di 10 mg/al giorno. Il dosaggio deveessere personalizzato e aggiustato ogni 4 settimane fino a 40 mg al giorno. Successivamente, il dosaggio puo' essere aumentato fino a un massimo di 80 mg al giorno oppure puo' essere somministrato un sequestrante di acidi biliari insieme a 40 mg di atorvastatina una volta al giorno. >>Ipercolesterolemia familiare omozigote. Sono disponibili solo dati limitati. Il dosaggio di atorvastatina in pazienti con ipercolesterolemia familiare omozigote e' compreso tra 10 e 80 mg/die. In questi pazienti atorvastatina deve essere impiegata in aggiunta ad altri trattamenti ipolipemizzanti (es. LDL aferesi) o se tali trattamenti non sono disponibili. >>Prevenzione della malattia cardiovascolare. Negli studi di prevenzione primaria e' stato impiegato il dosaggio da 10 mg/die. Per ottenere i livelli di colesterolo (LDL) previsti dalle attuali linee guida, possono essere necessari dosaggi piu' elevati. >>Compromissione renale. Non e' richiesto alcun aggiustamento della dose. >>Compromissione epatica. Il prodotto deve essere usato con cautela nei pazienti con ridotta funzionalita' epatica. E' controindicato in pazienti con malattia epatica attiva. >>Uso negli anziani. L'efficacia e la tollerabilita' nei pazienti di oltre 70 anni trattati con le dosi raccomandate sono simili a quelle osservate nella popolazione in generale. >>Uso pediatrico. Ipercolesterolemia: l'uso pediatrico deve essere riservato a medici specializzati nel trattamento dell'iperlipidemia pediatrica ed i pazienti devono essere rivalutati su base regolare per valutare i progressi della cura. La dose iniziale raccomandata nei pazienti a partire dai 10 anni di eta' e' di 10 mg di atorvastatina al giorno con incremento fino a 20 mg/die. Nei pazienti pediatrici la dose deve essere incrementata a seconda della risposta e della tollerabilita' individuale. Le informazioni sulla sicurezza per i pazienti pediatrici trattati con dosi superiori a 20 mg, pari a circa 0,5 mg/kg, sono limitate. L'esperienza nei bambini di eta' compresa tra 6-10 anni e' limitata. L'atorvastatina non e' indicata per il trattamento di pazienti con meno di 10 anni di eta'. Per questa popolazione di pazienti possono essere maggiormente indicate altre formulazioni farmaceutiche. >>Modo disomministrazione. Somministrare per via orale. Ogni dose giornaliera di atorvastatina viene somministrata in dose unica e la somministrazione puo' essere effettuata in qualsiasi momento della giornata, indipendentemente dai pasti.

Effetti indesiderati

Dall'analisi dei dati relativi allo studio clinico su atorvastatina controllato con placebo che ha coinvolto 16.066 pazienti (8.755 trattati con Lipitor vs 7.311 trattati con placebo) trattati per un periodo medio di 53 settimane si e' osservato che il 5,2% dei pazienti trattaticon atorvastatina ha dovuto interrompere la terapia a causa della comparsa di reazioni avverse rispetto al 4,0% dei pazienti trattati con placebo. Le informazioni relative al profilo di reazioni avverse sono riportate di seguito. I raggruppamenti di frequenza sono definiti in base alla seguente convenzione: comune (>=1/100, < 1/10), non comune (>=1/1.000, < 1/100), raro (>=1/10.000, < 1/1.000), molto raro (<=1/10.000). Infezioni e infestazioni. Comune: rinofaringite. Patologie del sistema emolinfopoietico. Raro: trombocitopenia. Disturbi del sistema immunitario. Comune: reazioni allergiche; molto raro: anafilassi. Disturbi del metabolismo e della nutrizione. Comune: iperglicemia; non comune: ipoglicemia, aumento ponderale, anoressia. Disturbi psichiatrici. Non comune: incubi, insonnia. Patologie nervose. Comune: cefalea; non comune: capogiri, parestesia, ipoestesia, disgeusia, amnesia; raro: neuropatia periferica. Patologie dell'occhio. Non comune: visione offuscata; raro: alterazioni della visione. Patologie dell'orecchio e del labirinto. Non comune: tinnito; molto raro: perdita di udito. Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche. Comune: dolore faringo- laringeo, epistassi. Patologie gastrointestinali. Comune: stipsi, flatulenza, dispepsia, nausea, diarrea; non comune: vomito, dolore al basso e alto addome, eruttazioni, pancreatite. Patologie epatobiliari. Non comune: epatite; raro: colestasi; molto raro: insufficienza epatica. Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo. Non comune: orticaria, eruzioni cutanee, prurito, alopecia; raro: edema angioneurotico, dermatitebollosa, inclusi eritema multiforme, Sindrome di Stevens-Johnson e necrolisi epidermica tossica. Patologie muscoloscheletriche e del tessuto connettivo. Comune: mialgia, artralgia, dolore alle estremita' spasmi muscolari, gonfiore alle articolazioni, mal di schiena; non comune: dolore al collo, affaticamento muscolare; raro: miopatia, miosite, rabdomiolisi, tendinopatia, a volte complicata da rottura. Patologie dell'apparato riproduttivo e della mammella. Molto raro: ginecomastia. Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione.Non comune: malessere, astenia, dolore al torace, edema periferico, affaticamento, piressia. Esami diagnostici. Comune: test anomali di funzionalita' epatica, aumento dei livelli di creatin-chinasi nel sangue;non comune: urine positive per i globuli bianchi. Come con altri inibitori della HMG-CoA riduttasi, in pazienti trattati con il farmaco sono stati segnalati aumenti delle transaminasi sieriche. Questi aumenti sono stati di solito lievi e transitori e non hanno richiesto la sospensione del trattamento. Aumenti clinicamente importanti (> 3 volte il limite normale superiore) delle transaminasi sieriche sono stati osservati nello 0,8% dei pazienti trattati. Questi aumenti sono risultati dose-dipendenti e reversibili in tutti i pazienti. Negli studi clinici sono stati osservati livelli elevati di creatinchinasi (CK) oltre 3 volte il limite normale superiore nel 2,5% dei pazienti trattati con il farmaco, in modo simile ad altri inibitori della HMG-CoA riduttasi. Nello 0,4% dei pazienti trattati con il farmaco sono stati osservati livelli oltre 10 volte il limite superiore della norma. Con alcune statine sono stati segnalati disfunzione sessuale, depressione, casi eccezionali di patologie polmonari interstiziali (in special modo nel contesto di terapie a lungo termine), diabete mellito, la cui frequenza dipendera' dalla presenza o assenza di fattori di rischio (glicemia a digiuno >= 5,6 mmol/L, BMI > 30 kg/m^2, aumento di trigliceridi, storia di ipertensione). >>Popolazione pediatrica. Il database di sicurezza clinica comprende dati di sicurezza relativi a 249 pazienti pediatrici chehanno ricevuto atorvastatina, dei quali 7 avevano un'eta' inferiore a6 anni, 14 avevano un'eta' compresa tra 6 e 9 anni, e 228 avevano un'eta' compresa tra 10 e 17 anni. Patologie nervose. Comune: cefalea. Patologie gastrointestinali. Comune: dolore addominale. Esami diagnostici. Comune: aumento dei livelli di alanina transferasi, aumento dei livelli ematici di creatina fosfochinasi. Sulla base dei dati disponibilisi ritiene che la frequenza, il tipo e la gravita' delle reazioni avverse nei bambini siano comparabili a quelli osservati negli adulti. Almomento l'esperienza in materia di sicurezza a lungo termine nella popolazione pediatrica e' limitata.

Indicazioni

>>Ipercolesterolemia. Il prodotto e' indicato, in aggiunta alla dieta, per la riduzione di alti livelli di colesterolo totale (C-totale), del colesterolo delle lipoproteine a bassa densita' (LDL-C), dell'apolipoproteina B e dei trigliceridi in pazienti adulti, adolescenti e bambini a partire dai 10 anni di eta' affetti da ipercolesterolemia primaria inclusa ipercolesterolemia familiare (variante eterozigote) o iperlipidemia combinata (mista), corrispondente ai Tipi IIa e IIb della classificazione di Fredrickson, quando la risposta alla dieta e ad altre misure non farmacologiche e' inadeguata. Il prodotto e' anche indicatoper ridurre il colesterolo totale ed il colesterolo LDL in pazienti adulti con ipercolesterolemia familiare omozigote in aggiunta ad altri trattamenti ipolipemizzanti (ad esempio, LDL aferesi) o se tali trattamenti non sono disponibili. >>Prevenzione della malattia cardiovascolare. Prevenzione degli eventi cardiovascolari in pazienti adulti ritenuti ad alto rischio per un primo evento cardiovascolare, in aggiunta alla correzione di altri fattori di rischio.

Controindicazioni ed effetti secondari

Ipersensibilita' al principio attivo o a qualsiasi altro componente del prodotto. Epatopatia in fase attiva o innalzamenti inspiegabili e persistenti delle transaminasi sieriche, oltre 3 volte il limite normale superiore. Gravidanza, durante l'allattamento e in donne in eta' fertile che non usano appropriate misure contraccettive.

Composizione ed Eccipienti

Nucleo della compressa: mannitolo, cellulosa microcristallina, crospovidone, sodio carbonato anidro, povidone K30, metionina, magnesio stearato. Rivestimento: ipromellosa 6cP, titanio diossido (E 171), macrogol 6000.

Avvertenze

>>Effetti epatici. Devono essere effettuate prove di funzionalita' epatica prima dell'inizio del trattamento e periodicamente in tempi successivi. I pazienti che presentano segni o sintomi indicativi di danno epatico devono essere sottoposti a controllo della funzionalita' epatica. I pazienti che presentano aumento delle transaminasi devono esserecontrollati fino alla normalizzazione dei valori. Qualora persista unaumento delle transaminasi oltre 3 volte il limite normale superiore,si raccomanda la riduzione della dose o la sospensione del farmaco. Usare con prudenza in pazienti che consumano abbondanti quantita' di alcool e/o che hanno una storia di malattia epatica. >>Prevenzione dell'Ictus mediante riduzione aggressiva dei livelli di colesterolo. Un'analisi post-hoc dei sottotipi di ictus nei pazienti senza cardiomiopatiaischemica (CHD) che avevano avuto un ictus o un attacco ischemico transitorio recente (TIA), ha evidenziato un'incidenza piu' elevata di ictus emorragico nei pazienti che avevano iniziato il trattamento con atorvastatina 80 mg rispetto a placebo. L'aumento del rischio e' stato osservato in particolare nei pazienti con precedente ictus emorragico oinfarto lacunare al momento dell'arruolamento nello studio. Per i pazienti con precedente ictus emorragico o infarto lacunare, il rapporto rischio/beneficio derivante dall'impiego di atorvastatina 80 mg non e'chiaro; prima di iniziare il trattamento considerare attentamente il rischio potenziale di ictus emorragico. >>Effetti sulla muscolatura scheletrica. L'atorvastatina in rare occasioni puo' avere effetti sulla muscolatura scheletrica e puo' causare mialgia, miosite e miopatia chepossono progredire fino a rabdomiolisi, una condizione potenzialmentefatale caratterizzata da marcati aumenti di creatinfosfochinasi (CPK,>10 volte il limite normale superiore), mioglobinemia e mioglobinuriache possono portare all'insufficienza renale. Prescrivere con cautelal'atorvastatina in pazienti con fattori predisponenti alla rabdomiolisi. Misurare il livello della CPK prima di iniziare il trattamento in presenza di compromissione della funzionalita' renale, ipotiroidismo, storia personale o familiare di malattie muscolari ereditarie, antecedenti di tossicita' muscolare con statine o fibrati, precedenti di malattia epatica e/o quando vengono assunte considerevoli quantita' di bevande alcoliche, eta' avanzata (> 70 anni, considerare la necessita' ditale misurazione in accordo con la presenza di altri fattori predisponenti alla rabdomiolisi), situazioni in cui puo' verificarsi un aumento dei livelli plasmatici del farmaco (valutare il rapporto rischio/beneficio e monitorare il paziente). Se i livelli basali di CK sono significativamente elevati (>5 volte i limiti superiori della norma), non iniziare il trattamento. Non misurare il livello di creatina chinasi (CK) dopo un intenso esercizio fisico o in presenza di eventuali possibili cause alternative di incremento della CK in quanto cio' rende difficile l'interpretazione del valore ottenuto. Se i livelli di CK sono significativamente aumentati rispetto ai valori basali (>5 volte il limite normale superiore), misurare nuovamente i livelli di CK entro i 5-7giorni successivi per confermare i risultati. Avvertire i pazienti dicomunicare prontamente episodi di dolore muscolare, crampi o debolezza, in particolare se associati a malessere o febbre. Se questi sintomisi verificano quando un paziente e' in trattamento con atorvastatina,misurare i livelli di CK. Se questi livelli risultano significativamente aumentati (>5 volte il limite normale superiore), interrompere il trattamento. Se i sintomi muscolari sono gravi e causano disturbi quotidiani, anche se i livelli di CK sono <=5 volte il limite normale superiore, considerare l'interruzione. Se i sintomi si risolvono e i livelli di CK si normalizzano, puo' essere considerata la possibilita' di riavviare il trattamento con atorvastatina o con un'altra statina al dosaggio piu' basso ed effettuare un accurato monitoraggio. Interrompereil trattamento se compaiono aumenti di CK clinicamente significativi (>10 volte il limite normale superiore) o se e' diagnosticata o sospettata una rabdomiolisi. Il rischio di rabdomiolisi aumenta quando atorvastatina viene somministrata insieme ad alcuni medicinali che possono aumentare le concentrazioni plasmatiche di atorvastatina come nel casodi potenti inibitori del CYP3A4 o di proteine di trasporto (ad es. ciclosporina, telitromicina, claritromicina, delavirdina stiripentolo, ketoconazolo, voriconazolo, itraconazolo, posaconazolo e inibitori della HIV proteasi, inclusi ritonavir, lopinavir, atazanavir, indinavir, darunavir, ecc). Il rischio di miopatia puo' aumentare anche con l'uso concomitante di gemfibrozil e altri derivati dell'acido fibrico, eritromicina, niacina e ezetimibe. Se possibile, in alternativa a questi medicinali, considerare terapie alternative (prive di interazioni). Nei casi in cui la somministrazione concomitante di questi medicinali e atorvastatina e' necessaria, valutare i rischi e i benefici del trattamento. Se i pazienti stanno assumendo medicinali che aumentano la concentrazione plasmatica di atorvastatina, impiegare di una dose massima piu' bassa di atorvastatina. In caso di trattamento concomitante di potenti inibitori del CYP3A4 considerare una dose iniziale piu' bassa di atorvastatina e si raccomanda un appropriato monitoraggio clinico di questi pazienti. Si sconsiglia l'uso concomitante di atorvastatina e acido fusidico; si consideri quindi una sospensione temporanea di atorvastatina in corso di trattamento con acido fusidico. >>Diabete mellito. La classe delle statine aumenta il glucosio nel sangue e in alcuni pazienti, ad alto rischio di sviluppare diabete, puo' produrre un livellodi iperglicemia tale per cui si rende necessaria una cura formale peril diabete. Questo rischio, tuttavia, e' compensato dalla riduzione del rischio vascolare con le statine e quindi non deve essere un motivodi interruzione del trattamento con le statine. I pazienti a rischio (glicemia a digiuno 5,6-6,9 mmol/L, BMI >30 kg/m^2, aumento dei trigliceridi, ipertensione) devono essere controllati sia clinicamente che biochimicamente in accordo alle linee guida nazionali. >>Malattia polmonare interstiziale. Sono stati riportati casi eccezionali di patologiepolmonari interstiziali in seguito all'utilizzo di alcune statine, inspecial modo nel contesto di terapie a lungo termine. I sintomi iniziali possono includere dispnea, tosse non produttiva e deterioramento dello stato generale di salute (affaticamento, perdita di peso e febbre). Qualora ci fosse il sospetto di sviluppo da parte del paziente di patologie polmonari interstiziali, la terapia con le statine deve essere interrotta. >>Uso pediatrico. Non e' stata stabilita la sicurezza sulla fase evolutiva nella popolazione pediatrica.

Gravidanza e Allattamento

Le donne in eta' fertile devono usare efficaci metodi contraccettivi durante il trattamento. Il prodotto e' controindicato durante la gravidanza. Non e' stata stabilita la sicurezza di impiego del farmaco in donne in stato di gravidanza. Non sono stati eseguiti studi clinici controllati con atorvastatina in donne gravide. Sono state ricevute rare segnalazioni di anomalie congenite a seuito di esposizione intrauterina a inibitori della HMG-CoA reduttasi. Gli studi sugli animali hanno mostrato tossicita' riproduttiva. Il trattamento materno con atorvastatina puo' ridurre i livelli fetali di mevalonato, un precursore della biosintesi del colesterolo. L'aterosclerosi e' un processo cronico, e l'interruzione consueta dell'assunzione di farmaci ipocolesterolemici durante la gravidanza dovrebbe avere un basso impatto sul rischio a lungo termine associato all'ipercolesterolemia primaria. Per queste ragioni, il prodotto non deve essere usato in donne gravide o che cercano osospettano una gravidanza. Il trattamento deve essere sospeso per la durata della gravidanza o fino a quando non sia stato determinato che la donna non e' incinta. Non e' noto se l'atorvastatina o i suoi metaboliti siano escreti nel latte umano. Nel ratto, le concentrazioni plasmatiche di atorvastatina e dei suoi metaboliti attivi sono simili a quelle riscontrate nel latte materno. A causa della possibile insorgenzadi gravi reazioni avverse nell'infante le donne in trattamento con ilfarmaco non devono allattare il proprio figlio al seno. L'atorvastatina e' controindicata durante l'allattamento. Studi nell'animale hanno dimostrato che l'atorvastatina non ha effetto sulla fertilita' maschile o femminile.

Interazioni con altri prodotti

>>Effetto dei medicinali somministrati in concomitanza su atorvastatina. L'atorvastatina e' metabolizzata dal citocromo P450 3A4 (CYP3A4) ed e' un substrato delle proteine di trasporto, come ad esempio il trasportatore OATP1B1 coinvolto nella captazione epatica. La co- somministrazione di farmaci inibitori del CYP3A4 o di proteine di trasporto puo' causare un aumento delle concentrazioni plasmatiche di atorvastatinaed aumentare il rischio di miopatia. Tale rischio potrebbe aumentare anche in seguito a co-somministrazione con altri medicinali che possono potenzialmente indurre miopatia, come i derivati dell'acido fibrico ed ezetimibe. Potenti inibitori del CYP3A4 hanno dimostrato di determinare un marcato aumento delle concentrazioni di atorvastatina. Evitarela co-somministrazione di potenti inibitori del CYP3A4 (ciclosporina,telitromicina, claritromicina, delavirdina, stiripentolo, ketoconazolo, voriconazolo, itraconazolo, posaconazolo e gli inibitori della proteasi dell'HIV, inclusi ritonavir, lopinavir, atazanavir, indinavir, darunavir, ecc) se possibile. Nel caso in cui il trattamento concomitante non possa essere evitato, considerare dosi iniziali e massime piu' basse di atorvastatina e monitorare i pazienti. Moderati inibitori del CYP3A4 (eritromicina, diltiazem, verapamil e fluconazolo) possono aumentare le concentrazioni plasmatiche di atorvastatina. E' stato osservato un aumento del rischio di miopatia in seguito all'associazione di eritromicina e statine. Sia amiodarone che verapamil sono noti inibitori dell'attivita' del CYP3A4, l'associazione puo' comportare un aumentodell'esposizione a atorvastatina. Considerare una dose massima piu' bassa di atorvastatina e monitorare i pazienti in caso di associazione con moderati inibitori del CYP3A4. All'inizio del trattamento con l'inibitore od in seguito ad aggiustamenti posologici del dosaggio dell'inibitore, si consiglia un appropriato monitoraggio clinico. Nei casi incui l'associazione con tipranavir, saquinavir o fosamprenavir sia necessaria, si consiglia la somministrazione di dosi di mantenimento piu'basse (nel caso di tipranavir, non superare 10 mg di atorvastatina algiorno); monitorare i pazienti. Si sconsiglia l'assunzione concomitante di grandi quantita' di succo di pompelmo e atorvastatina poiché contiene uno o piu' componenti che inibiscono il CYP3A4 e possono aumentare le concentrazioni plasmatiche dei farmaci metabolizzati da CYP3A4. L'associazione con induttori del citocromo P450 3A4 (efavirenz, rifampicina, erba di S. Giovanni) puo' determinare riduzioni variabili delleconcentrazioni plasmatiche di atorvastatina. A causa del duplice meccanismo di interazione della rifampicina (induzione del citocromo P450 3A e inibizione del trasportatore OATP1B1 a livello dell'epatocita), si raccomanda la co-somministrazione di atorvastatina e rifampicina, inquanto una somministrazione ritardata di atorvastatina dopo somministrazione di rifampicina e' stata associata a una riduzione significativa delle concentrazioni plasmatiche di atorvastatina. Non si conosce l'effetto di rifampicina sulle concentrazioni di atorvastatina negli epatociti; se l'associazione non puo' essere evitata, monitorare i pazienti per verificare l'efficacia. Gli inibitori di trasporto come ciclosporina possono aumentare l'esposizione sistemica di atorvastatina. Non si conosce l'effetto di inibizione dei trasportatori coinvolti nella captazione epatica sulle concentrazioni di atorvastatina negli epatociti. Nel caso in cui l'associazione non possa essere evitata, si consigliano una riduzione del dosaggio ed un monitoraggio per valutare l'efficacia. L'uso di fibrati in monoterapia e' occasionalmente associato adeventi a carico dei muscoli, inclusa la rabdomiolisi. Tale rischio puo' aumentare in caso di co-somministrazione di derivati dell'acido fibrico ed atorvastatina. Se non e' possibile evitare l'associazione, usare la dose piu' bassa di atorvastatina necessaria; monitorare il paziente. L'uso di ezetimibe in monoterapia e' stato associato ad eventi a carico dei muscoli, inclusa la rabdomiolisi. Tale rischio puo' quindi aumentare in caso di associazione con atorvastatina. Si consiglia un appropriato monitoraggio clinico di questi pazienti. Quando e' stato co-somministrato colestipolo insieme al farmaco, le concentrazioni plasmatiche di atorvastatina e dei suoi metaboliti attivi sono risultate ridotte (circa 25%). Tuttavia, gli effetti sui lipidi sono risultati maggiori con l'associazione rispetto a quando sono stati somministrati dasoli. Non sono stati condotti studi di interazione con l'acido fusidico. Sono stati riportati eventi di tipo muscolare, inclusa la rabdomiolisi, in seguito all'associazione con acido fusidico. Il meccanismo diquesta interazione e' sconosciuto. Monitorare i pazienti molto attentamente; potrebbe risultare opportuna una temporanea sospensione del trattamento con atorvastatina. In caso di associazione con fenofibrato, si consiglia la somministrazione di dosi iniziali piu' basse e il monitoraggio clinico di questi pazienti. >>Effetto di atorvastatina sui altri medicinali. La co- somministrazione di dosi ripetute di digossina e atorvastatina 10 mg aumentato le concentrazioni plasmatiche della digossina allo stato stazionario. Controllare i pazienti che assumono digossina. La co-somministrazione con un contraccettivo orale ha aumentato le concentrazioni plasmatiche di noretindrone e di etinilestradiolo. L'associazione di atorvastatina 80 mg/die e warfarin ha dato luogo auna piccola diminuzione, pari a circa 1,7 secondi, del tempo di protrombina durante i primi 4 giorni di terapia che si e' normalizzata entro 15 giorni di trattamento con atorvastatina. Benche' si siano verificate solo molto raramente interazioni con anticoagulanti clinicamente significative, determinare il tempo di protrombina prima di iniziare iltrattamento in pazienti che assumono anticoagulanti cumarinici e con frequenza sufficiente nel corso della terapia precoce, per assicurare che non si verifichi alcuna alterazione significativa del tempo di protrombina. Una volta documentato un tempo di protrombina stabile, i tempi di protrombina possono essere monitorati agli intervalli raccomandati per i pazienti in terapia con anticoagulanti cumarinici. Se la dosedi atorvastatina viene modificata o sospesa, ripetere la medesima procedura. La terapia con atorvastatina non e' stata associata a sanguinamento o ad alterazioni del tempo di protrombina in pazienti non in terapia con anticoagulanti. La co-somministrazione di dosi multiple di atorvastatina e fenazone ha determinato piccoli o non rilevabili effettisulla clearance del fenazone. >>Popolazione pediatrica. Sono stati condotti studi di interazione solo con gli adulti. Tenere in considerazione le interazioni osservate per gli adulti e le avvertenze anche per la popolazione pediatrica.

Forme Farmacologiche


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Conservazione del prodotto

Flacone di plastica: non conservare a temperatura superiore ai 25 gradi C. Blister Al/Al: non conservare a temperatura superiore ai 30 gradi C.