adalat crono*28cpr riv 20mg rm nifedipina bayer spa
Che cosa è adalat crono 28cpr riv 20mg rm?
Adalat crono compresse rm prodotto da
bayer spa
è un farmaco etico della categoria
specialita' medicinali con prescrizione medica
che appartiene alla fascia C che comprende quei farmaci che, non essendo considerati essenziali, sono completamente a carico del cittadino ma richiedono comunque prescrizione .
Adalat crono risulta
non in commercio nelle farmacie italiane
E' utilizzato per la cura di calcio antagonisti selettivi con preval.effetto vascolare.
Contiene i principi attivi:
nifedipina
Composizione Qualitativa e Quantitativa: ogni compressa a rilascio modificato da 20/30/60 mg contiene: nifedipina.
Codice AIC: 027980046
Codice EAN: 0
Informazioni e Indicazioni, a cosa serve?
Trattamento della cardiopatia ischemica: angina pectoris cronica stabile (angina da sforzo); trattamento dell' ipertensione arteriosa.
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Posologia
Il trattamento va possibilmente adattato alle necessita' individuali in funzione della gravita' della malattia e della risposta del paziente. Inoltre, in relazione al quadro clinico, la dose deve essere raggiunta gradualmente. Salvo diversa prescrizione medica, per l'adulto valgono le seguenti direttive posologiche: cardiopatia ischemica; angina pectoris cronica stabile 1 cpr al di' (angina da sforzo). La dose puo' essere gradatamente aumentata, in accordo con le esigenze individuali dei pazienti, fino ad un dosaggio massimo di 120 mg somministrato una volta al giorno, al mattino. Ipertensione arteriosa: 1 cpr da 30 mg aldi'. In alcuni casi puo' risultare opportuno incrementare gradualmente la dose, secondo le esigenze individuali, fino ad un dosaggio massimo di 60 mg somministrato una volta al giorno, al mattino. In generale la terapia deve essere iniziata con 30 mg una volta al giorno. Una dose iniziale di 20 mg al giorno puo' essere presa in considerazione quando clinicamente indicato. Dosi intermedie es. 40 mg, 50 mg possono essere date da combinazioni, per esempio di compresse da 20+20 mg o 20+30mg. In caso di somministrazione contemporanea di inibitori o induttori del CYP 3A4, puo' essere necessario adattare il dosaggio della nifedipina o addirittura evitarne l'uso. Qualsiasi aggiustamento ai dosaggisuperiori o inferiori deve essere effettuato solo sotto controllo medico. La durata del trattamento deve essere stabilita dal medico. La compressa a rilascio modificato deve essere inghiottita intera con un po' di liquido, indipendentemente dall'orario dei pasti. Evitare il succo di pompelmo. Bambini e adolescenti: la sicurezza ed efficacia al di sotto dei 18 anni di eta' non e' stata dimostrata. Pazienti anziani: poiche' la farmacocinetica della nifedipina e' modificata nei soggetti anziani, in questi soggetti possono essere necessarie dosi di nifedipina minori rispetto ai pazienti eta' piu' giovani. Pazienti con compromissione della funzionalita' epatica: poiche' la nifedipina e' quasi completamente metabolizzata nella parete intestinale e nel fegato, nei pazienti con funzionalita' epatica compromessa puo' rendersi necessarioun accurato controllo della situazione pressoria e, nei casi gravi, una riduzione del dosaggio. Pazienti con compromissione della funzionalita' renale: poiche' la nifedipina viene eliminata in forma non modificata dal rene in piccola percentuale rispetto alla dose somministrata (0,1%), non e' necessario un adattamento della dose in pazienti con compromissione della funzionalita' renale.
Effetti indesiderati
Le frequenze sono definite come: comune (>= 1/100, = 1/1.000, = 1/10.000, < 1/1.000). Le reazioni avverse identificate solo durante la sorveglianza post-marketing e per lequali non e' stato possibile definire la frequenza, sono riportate sotto "Non nota". Patologie del sistema emolinfopoietico. Non nota: agranulocitosi, leucopenia. Disturbi del sistema immunitario. Non comune: reazione allergica, edema allergico / angioedema (incl. edema laringeo, potenzialmente pericoloso per la vita); raro: prurito, orticaria, eruzione cutanea; non nota: reazione anafilattica/ anafilattoide. Disturbi psichiatrici. Non comune: reazioni ansiose, disturbi del sonno. Disturbi del metabolismo e della nutrizione. Non nota: iperglicemia. Patologie del sistema nervoso. Comune: cefalea; non comune: vertigine, emicrania, capogiro, tremore; raro: parestesia/disestesia; non nota: ipoestesia, sonnolenza. Patologie dell'occhio. Non comune: disturbi visivi; non nota: dolore oculare. Patologie cardiache. Non comune: tachicardia, palpitazioni; non nota: dolore toracico (angina pectoris). Patologie vascolari. Comune: edema, vasodilatazione; non comune: ipotensione,sincope. Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche. Non comune: epistassi, congestione nasale; non nota: dispnea. Patologie gastrointestinali. Comune: costipazione; non comune: dolore gastrointestinalee addominale, nausea, dispepsia, flatulenza, secchezza delle fauci; raro: iperplasia gengivale; non nota: bezoari, disfagia, ostruzione intestinale, ulcera intestinale, vomito, insufficienza dello sfintere gastroesofageo. Patologie epatobiliari. Non comune: incremento transitorio degli enzimi epatici; non nota: ittero. Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo. Non comune: eritema; non nota: necrolisi epidermica tossica, reazione fotoallergica, porpora palpabile. Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo. Non comune: crampimuscolari, gonfiore articolare; non nota: artralgia, mialgia. Patologie renali e urinarie. Non comune: poliuria, disuria. Patologie dell'apparato riproduttivo e della mammella. Non comune: disfunzione erettile. Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione. Comune: sensazione di malessere; non comune: dolore aspecifico, brividi. Nei pazienti in dialisi con ipertensione maligna ed ipovolemia si puo' verificare, a seguito della vasodilatazione, una marcata caduta della pressione arteriosa.
GRAVIDANZA E ALLATTAMENTOLa nifedipina e' controindicata nelle prime 20 settimane di gravidanza. Non esistono studi adeguati e ben controllati nelle donne in gravidanza. La nifedipina si e' dimostrata in grado di provocare effetti teratogeni nel ratto, nel topo e nel coniglio, quali anomalie digitali, malformazioni delle estremita', palatoschisi, schisi sternale, malformazioni costali. Le anomalie digitali e le malformazioni delle estremita' sono, verosimilmente, il risultato della compromissione del flusso ematico uterino, ma sono state osservate anche in animali trattati con nifedipina solo dopo il periodo dell'organogenesi. La somministrazionedel principio attivo ha comportato una varieta' di effetti tossici a carico dell'embrione, della placenta e del feto come scarso sviluppo fetale, ridotte dimensioni placentari ed ipotrofia dei villi coriali, morte degli embrioni e dei feti e prolungamento della gestazione/ridotta sopravvivenza neonatale. Tutti i dosaggi associati ad effetti teratogeni, embriotossici o fetotossici erano tossici per l'organismo materno e, comunque, risultavano di molte volte superiori alla posologia massima indicata per l'impiego umano. La nifedipina passa nel latte materno. Poiche' non esistono dati sui possibili effetti sul neonato, qualora dovesse rendersi necessario un trattamento con nifedipina durante questo periodo, l'allattamento dovrebbe essere interrotto. In singoli casi di fecondazione in vitro i calcio-antagonisti come la nifedipina sono stati associati ad alterazioni biochimiche reversibili in corrispondenza della parte apicale dello spermatozoo, con possibile alterazione funzionale dello sperma. Nei casi di ripetuto insuccesso della fecondazione in vitro, non riconducibili ad altri motivi, i calcio-antagonisti come la nifedipina dovrebbero essere considerati come possibile causa.Indicazioni
Trattamento della cardiopatia ischemica: angina pectoris cronica stabile (angina da sforzo); trattamento dell' ipertensione arteriosa.
Controindicazioni ed effetti secondari
Ipersensibilita' al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti. Gravidanza accertata (fino alla ventesima settimana) o presunta ed allattamento. Shock cardiovascolare. Pazienti portatori di tasca di Kock (ileostomia dopo proctocolectomia). Trattamento concomitante con rifampicina, in quanto l'induzione enzimatica puo' non consentire di raggiungere dei livelli plasmatici efficaci di nifedipina.
Composizione ed Eccipienti
Polietilene ossido, ipromellosa, magnesio stearato, sodio cloruro, ferro ossido rosso (E172), cellulosa acetato, macrogoli, idrossipropilcellulosa, titanio diossido, glicole propilenico.
Avvertenze
Si raccomanda prudenza in caso di marcata ipotensione (pressione sistolica inferiore a 90 mmHg), nei casi di manifesta insufficienza cardiaca ed in quelli di marcata stenosi aortica. Non sono disponibili dati di sicurezza e di efficacia provenienti da studi ben controllati nelledonne in gravidanza. Gli studi nell'animale hanno mostrato una varieta' di effetti tossici a carico dell'embrione, della placenta e del feto quando la nifedipina sia stata somministrata durante e dopo il periodo dell'organogenesi. L'evidenza clinica attualmente disponibile non ha permesso di identificare uno specifico rischio prenatale. Questo, nonostante che sia stato segnalato un aumento dei casi di asfissia perinatale, parto cesareo, prematurita' e ritardo di crescita intrauterina.Non e' chiaro se questi riscontri siano dovuti all'ipertensione stessa, al suo trattamento o ad uno specifico effetto del farmaco. Le informazioni disponibili non consentono di escludere la possibilita' di effetti indesiderati sul nascituro e sul neonato. Pertanto, l'impiego in gravidanza dopo la ventesima settimana richiede una valutazione molto accurata e dovrebbe essere preso in considerazione solo qualora tutte le altre opzioni terapeutiche non siano indicate o si siano rivelate inefficaci. E' necessario un attento controllo della pressione arteriosa anche quando si somministri nifedipina in associazione a solfato di magnesio per via endovenosa, per la possibilita' di un'eccessiva caduta pressoria, che potrebbe nuocere sia alla madre che al feto. In situazioni di emergenza ipertensiva, quali ad esempio l'eclampsia, il farmaco deve essere utilizzato sotto la responsabilita' e lo stretto controllo medico. Il farmaco e' contenuto all'interno di un guscio non assorbibile che rilascia lentamente il principio attivo da assorbire. Una volta completato il processo, la compressa vuota viene eliminata e puo'essere notata nelle feci. Dovrebbe essere usata prudenza qualora si somministri il farmaco a pazienti con gravi stenosi del tratto gastrointestinale poiche' potrebbero insorgere dei sintomi ostruttivi. Eccezionalmente e' possibile la formazione di bezoari, concrezioni sferiche di materiale estraneo ingerito che si formano nello stomaco e non riescono a transitare attraverso l'intestino, che possono richiedere la terapia chirurgica. In singoli casi sono stati descritti sintomi ostruttivi anche senza riscontro anamnestico di disturbi gastrointestinali. Nel corso di indagini radiologiche con contrasto di bario, il medicinalepuo' dare delle immagini falsamente positive (come dei difetti di riempimento interpretabili come polipi). Nei pazienti con funzionalita' epatica compromessa puo' rendersi necessario un accurato controllo e, nei casi gravi, anche una riduzione del dosaggio. La nifedipina viene metabolizzata tramite il sistema del citocromo P450 3A4. Tutti i farmaci che inibiscano o inducano questo sistema enzimatico possono quindi modificare l'effetto di primo passaggio o la clearance della nifedipina. Farmaci inibitori del sistema del citocromo P450 3A4, che quindi possono dare luogo ad un incremento nelle concentrazioni di nifedipina, sono ad esempio: antibiotici macrolidi, inibitori delle proteasi anti-HIV, antimicotici azolici, gli antidepressivi nefazodone e fluoxetina, quinupristin/dalfopristin, acido valproico, cimetidina. In caso di somministrazione contemporanea di questi farmaci, la pressione arteriosa deve essere monitorata e, se necessario, deve essere considerata una riduzione della dose di nifedipina. Le compresse contengono sodio.
Gravidanza e Allattamento
La nifedipina e' controindicata nelle prime 20 settimane di gravidanza. Non esistono studi adeguati e ben controllati nelle donne in gravidanza. La nifedipina si e' dimostrata in grado di provocare effetti teratogeni nel ratto, nel topo e nel coniglio, quali anomalie digitali, malformazioni delle estremita', palatoschisi, schisi sternale, malformazioni costali. Le anomalie digitali e le malformazioni delle estremita' sono, verosimilmente, il risultato della compromissione del flusso ematico uterino, ma sono state osservate anche in animali trattati con nifedipina solo dopo il periodo dell'organogenesi. La somministrazionedel principio attivo ha comportato una varieta' di effetti tossici a carico dell'embrione, della placenta e del feto come scarso sviluppo fetale, ridotte dimensioni placentari ed ipotrofia dei villi coriali, morte degli embrioni e dei feti e prolungamento della gestazione/ridotta sopravvivenza neonatale. Tutti i dosaggi associati ad effetti teratogeni, embriotossici o fetotossici erano tossici per l'organismo materno e, comunque, risultavano di molte volte superiori alla posologia massima indicata per l'impiego umano. La nifedipina passa nel latte materno. Poiche' non esistono dati sui possibili effetti sul neonato, qualora dovesse rendersi necessario un trattamento con nifedipina durante questo periodo, l'allattamento dovrebbe essere interrotto. In singoli casi di fecondazione in vitro i calcio-antagonisti come la nifedipina sono stati associati ad alterazioni biochimiche reversibili in corrispondenza della parte apicale dello spermatozoo, con possibile alterazione funzionale dello sperma. Nei casi di ripetuto insuccesso della fecondazione in vitro, non riconducibili ad altri motivi, i calcio-antagonisti come la nifedipina dovrebbero essere considerati come possibile causa.
Interazioni con altri prodotti
La nifedipina viene metabolizzata tramite il sistema del citocromo P450 3A4, localizzato sia a livello della mucosa intestinale che del fegato. Tutti i farmaci che inibiscano o inducano questo sistema enzimatico possono quindi modificare l'effetto di primo passaggio (dopo somministrazione orale) o la clearance della nifedipina. La rifampicina, peril suo spiccato effetto d'induzione enzimatica sul sistema del citocromo P450 3A4, riduce sensibilmente la biodisponibilita' della nifedipina, riducendone la sua efficacia. Per tale motivo l'impiego di nifedipina in combinazione con rifampicina risulta controindicato. In caso dico-somministrazione dei seguenti farmaci, deboli o moderati inibitoridel sistema del citocromo P450 3A4, monitorare la pressione arteriosae, se necessario, considerare una riduzione della dose di nifedipina.Antibiotici macrolidi: non e' stato condotto nessuno studio specificosull'interazione tra nifedipina ed antibiotici macrolidi. L'azitromicina, e' priva di attivita' inibente il CYP3A4. Inibitori delle proteasi anti-HIV: quando sono somministrati insieme con la nifedipina non puo' essere escluso un sostanziale incremento delle concentrazioni plasmatiche di nifedipina dovuto ad un ridotto metabolismo di primo passaggio ed a ridotta eliminazione. Antimicotici azolici: quando tali farmaci vengano somministrati per via orale con la nifedipina non si puo' escludere un sostanziale incremento della biodisponibilita' della nifedipina legato ad un ridotto metabolismo di primo passaggio. Fluoxetina: non puo' essere escluso un aumento delle concentrazioni plasmatiche dinifedipina a seguito della co-somministrazione dei due farmaci. Nefazodone: non si puo' escludere un incremento delle concentrazioni plasmatiche di nifedipina, in seguito alla co-somministrazione dei due farmaci. Quinupristin/dalfopristin: la simultanea somministrazione di quinupristin/dalfopristin e nifedipina puo' determinare elevazione delle concentrazioni plasmatiche di nifedipina. Acido valproico: si e' dimostrato in grado di aumentare le concentrazioni plasmatiche della nimodipina, un calcio-antagonista strutturalmente simile, attraverso inibizione enzimatica, non si puo' escludere un aumento delle concentrazioni plasmatiche, e quindi d'efficacia, anche per la nifedipina. Cimetidina: per il suo effetto di inibizione sul sistema del citocromo P450 3A4 eleva i livelli plasmatici di nifedipina e puo' potenziarne l'effetto antiipertensivo. Cisapride: la co-somministrazione di cisapride e nifedipina puo' condurre ad un aumento dei livelli plasmatici di nifedipina.Antiepilettici induttori del sistema del citocromo P450 3A4, come la fenitoina, la carbamazepina e il fenobarbitale: la fenitoina induce ilsistema del citocromo P450 3A4. La co -somministrazione di fenitoina e nifedipina determina una riduzione della biodisponibilita' e quindi dell'efficacia della nifedipina. Qualora i due farmaci vengano co-somministrati, la risposta clinica alla nifedipina dovrebbe essere controllata e, se necessario, la sua dose aumentata. Analogamente, qualora ildosaggio della nifedipina venga incrementato durante la co-somministrazione dei due farmaci, andra' considerata una riduzione nella dose dinifedipina quando venga interrotto il trattamento con la fenitoina. Non sono stati condotti degli studi formali tesi a valutare la potenziale interazione tra nifedipina e carbamazepina o fenobarbitale. Antipertensivi: la nifedipina puo' accentuare l'effetto ipotensivo di altri antipertensivi somministrati in associazione. Qualora si associ a beta-bloccanti, il paziente dovrebbe essere accuratamente sorvegliato poiche' potrebbe manifestarsi ipotensione di grado elevato. In casi isolati, si puo' verificare un peggioramento dell'insufficienza cardiaca. Digossina: la co-somministrazione di nifedipina e digossina puo' condurread un aumento dei livelli plasmatici di digossina, legato ad una riduzione della sua clearance. A scopo precauzionale il paziente dovrebbe percio' essere controllato per rilevare l'eventuale comparsa di sintomi di sovradosaggio di digossina e, se necessario, per aggiustare il dosaggio di digossina sulla base dei suoi livelli plasmatici. Chinidina:in singoli casi durante la co-somministrazione di nifedipina e chinidina sono stati osservati livelli ridotti di chinidina oppure, dopo sospensione di nifedipina, un netto aumento dei livelli plasmatici di chinidina. Per questa ragione, qualora la nifedipina sia impiegata contemporaneamente o venga sospesa, si raccomanda di mantenere controllata la concentrazione plasmatica di chinidina e, se necessario, di aggiustarne il dosaggio. Da alcuni autori vengono segnalati aumenti delle concentrazioni plasmatiche di nifedipina a seguito di co-somministrazione dei due farmaci, mentre altri non hanno osservato variazioni nella farmacocinetica della nifedipina. Percio' la pressione arteriosa va attentamente controllata qualora la chinidina venga ad essere associata ad una preesistente terapia con nifedipina: se necessario, il dosaggio della nifedipina va ridotto. Tacrolimus: viene metabolizzato attraverso il sistema del citocromo P450 3A4. In singoli casi, il dosaggio di tacrolimus possa essere ridotto quando esso sia co-somministrato alla nifedipina. Succo di pompelmo: inibisce il sistema del citocromo P450 3A4. L'assunzione contemporanea di succo di pompelmo e nifedipina produceun aumento delle concentrazioni plasmatiche di nifedipina. Pertanto, il consumo di pompelmo/succo di pompelmo dev'essere evitato durante iltrattamento. Non sono stati dimostrati effetti sulla farmacocinetica della nifedipina quando co-somministrata a: acido acetilsalicilico 100mg, benazepril, doxazosin, orlistat, pantoprazolo, ranitidina, talinololo o triamterene idroclorotiazide. Non sono stati dimostrati effetticlinicamente rilevanti sulla farmacocinetica della nifedipina quando co- somministrata ad omeprazolo o rosiglitazone. Ajmalina: la co-somministrazione di nifedipina ed ajmalina non ha effetto sul metabolismo dell'ajmalina. Debrisochina: la co-somministrazione di nifedipina e debrisochina non ha effetto sul metabolismo della debrisochina. Candesartan cilexetil: la co-somministrazione di nifedipina e candesartan cilexetil non ha effetto sulla farmacocinetica dei due farmaci. Irbesartan:la co-somministrazione di nifedipina e irbesartan non ha effetto sulla farmacocinetica di irbesartan. La valutazione dei valori urinari dell'acido vanil-mandelico effettuata con il metodo spettrofotometrico, in presenza di nifedipina, puo' evidenziare falsi incrementi dell'acidostesso. Tali valori non vengono invece modificati utilizzando il metodo HPLC.
Forme Farmacologiche
Conservazione del prodotto
Conservare nella confezione originale per proteggere il medicinale dall'umidita'.