acido ibandr my 1 compresse 150mg acido mylan spa
Che cosa è acido ibandr my 1cpr 150mg?
Acido ibandr myl compresse rivestite prodotto da
mylan spa
è un farmaco generico della categoria
farmaci preconfezionati prodotti industrialmente - generici
che appartiene alla fascia A che comprende tutti i farmaci essenziali e per malattie croniche, che sono gratuiti per il cittadino, su questi farmaci le Regioni sono comunque libere di applicare eventualmente un ticket .
Acido ibandr myl risulta
in commercio nelle farmacie italiane
E' utilizzato per la cura di farmaci che agiscono su struttura ossea e mineralizzazione.
Contiene i principi attivi:
sodio ibandronato monoidrato
Composizione Qualitativa e Quantitativa: acido ibandronico.
Codice AIC: 040655019
Codice EAN: 0
Informazioni e Indicazioni, a cosa serve?
Trattamento dell'osteoporosi in donne in post menopausa ad elevato rischio di frattura. E' stata dimostrata una riduzione del rischio di fratture vertebrali; non e' stata stabilita l'efficacia sulle fratture del collo del femore.
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Posologia
La durata ottimale del trattamento dell'osteoporosi con bifosfonati non e' stata stabilita. La necessita' di continuare il trattamento deveessere rivalutata periodicamente sulla base dei benefici e dei potenziali rischi del medicinale per ogni singolo paziente, particolarmente dopo 5 o piu' anni di utilizzo. La dose raccomandata corrisponde a unacompressa rivestita con film da 150 mg una volta al mese. E' preferibile assumere la compressa nello stesso giorno di ogni mese. Il medicinale deve essere assunto dopo un digiuno notturno (di almeno 6 ore) e 1ora prima dell'assunzione di cibi e bevande (a parte l'acqua) del mattino o di qualsiasi altro medicinale o integratore orali (compreso il calcio): in caso di dimenticanza di una somministrazione, alle pazienti va indicato di prendere una compressa da 150 mg il mattino successivo al giorno in cui si sono ricordate, a meno che non manchino meno di 7 giorni alla successiva assunzione programmata. In seguito le pazienti devono continuare ad assumere la compressa 1 volta al mese alla scadenza programmata inizialmente. Nel caso in cui manchino meno di 7 giorni alla successiva assunzione programmata, le pazienti devono attendere fino al giorno della successiva assunzione e quindi continuare ad assumere 1 compressa 1 volta al mese come programmato inizialmente. Le pazienti non devono assumere 2 compresse nella stessa settimana. Le pazienti devono ricevere un'integrazione di calcio e/o vitamina D se l'assunzione con glialimenti e' inadeguata. Pazienti con compromissione della funzionalita' renale: nelle pazienti con insufficienza renale da lieve a moderata con clearance della creatinina >= 30 ml/min non e' necessario alcun aggiustamento di dose. In conseguenza della limitata esperienza clinica il trattamento non e' raccomandato nelle pazienti con una clearance della creatinina < 30 ml/min. Pazienti con compromissione della funzionalita' epatica: non e' richiesto alcun aggiustamento della dose. Popolazione anziana: non e' richiesto alcun aggiustamento della dose. Popolazione pediatrica: non esiste alcuna indicazione per unuso specifico del farmaco nei bambini, e il faramco non e' stato studiato sulla popolazione pediatrica. Modo di somministrazione: per uso orale. La compressa deve essere ingoiata intera con un bicchiere di acqua naturale (da 180 a 240 ml) mentre il paziente e' seduto o in piedi in posizione eretta. Il paziente non deve sdraiarsi per 1 ora dopo aver preso il medicinale. L'acqua naturale e' la sola bevanda che deve essere assunta con il prodotto. Si fa presente che alcune acque mineralipossono presentare una concentrazione elevata di calcio e percio' nondevono essere utilizzate. Le pazienti non devono ne' masticare ne' succhiare le compresse per il rischio di ulcerazioni orofaringee.
Effetti indesiderati
Le reazioni avverse considerate dagli sperimentatori come correlate causalmente all'acido ibandronico sono elencate di seguito secondo la Classificazione Sistemica Organica. Le frequenze sono definite come comune (>=1/100, =1/1.000, =1/10.000, GRAVIDANZA E ALLATTAMENTONon vi sono dati adeguati sull'uso di acido ibandronico nelle donne in stato di gravidanza. Gli studi effettuati sui ratti hanno mostrato tossicita' riproduttiva. Non si conoscono i potenziali rischi per gli esseri umani. Il medicinale non deve essere usato durante la gravidanza. Non e' noto se l'acido ibandronico viene escreto nel latte materno. Studi condotti su ratti femmine che allattavano hanno mostrato bassi livelli di acido ibandronico nel latte materno dopo somministrazione endovenosa. Il farmaco non deve essere usato durante l'allattamento.
Indicazioni
Trattamento dell'osteoporosi in donne in post menopausa ad elevato rischio di frattura. E' stata dimostrata una riduzione del rischio di fratture vertebrali; non e' stata stabilita l'efficacia sulle fratture del collo del femore.
Controindicazioni ed effetti secondari
Ipersensibilita' all'acido ibandronico o ad uno qualsiasi degli eccipienti; ipocalcemia; anormalita' dell'esofago che possono ritardare lo svuotamento esofageo come stenosi o acalasia; inabilita' a stare o sedere eretti per almeno 60 minuti.
Composizione ed Eccipienti
Nucleo: lattosio monoidrato, povidone, cellulosa microcristallina, crospovidone, silice colloidale anidra, magnesio stearato. Rivestimento:idrossipropilcellulosa, macrogol 3350, macrogol 400, titanio diossido. Inchiostro: gomma lacca - 47.5%, ossido di ferro nero, alcool N-butilico, acqua purificata, glicole propilenico, alcool denaturato industriale 74 OP, alcool isopropilico.
Avvertenze
Ipocalcemia: l'ipocalcemia preesistente deve essere corretta prima diiniziare la terapia con l'acido ibandronico. Anche gli altri disturbidel metabolismo osseo e minerale devono essere trattati efficacemente. E' importante un'adeguata assunzione di calcio e vitamina D in tuttele pazienti. Patologie gastrointestinali: i bisfosfonati somministrati oralmente possono causare irritazioni locali della mucosa gastrointestinale superiore. A causa di questi possibili effetti irritanti e di un potenziale peggioramento di malattie concomitanti, si deve usare cautela quando l'acido ibandronico e' somministrato a pazienti con problemi in atto al tratto gastrointestinale superiore (ad esempio casi noti di esofago di Barrett, disfagia, altre patologie esofagee, gastriti,duodeniti o ulcere). Eventi avversi come esofagiti, ulcere esofagee ed erosioni esofagee, in alcuni casi severi e richiedenti ospedalizzazione, raramente con sanguinamento o seguite da stenosi esofagea o perforazione, sono stati riportati in pazienti sottoposti a trattamento conbifosfonati per via orale. Il rischio di severi eventi avversi esofagei sembra essere maggiore in pazienti che non rispettano le istruzionisul dosaggio e/o che continuano a prendere bifosfonati per via orale dopo aver sviluppato sintomi che suggeriscono una irritazione esofagea. Le pazienti devono prestare particolare attenzione alle istruzioni per l'assunzione del medicinale ed essere in grado di seguirle scrupolosamente. Prestare attenzione a segni o sintomi indicatori di una possibile reazione esofagea durante il trattamento, e le pazienti devono essere informate di sospendere la terapia con l'acido ibandronico e di rivolgersi al medico qualora presentassero disfagia, odinofagia, doloreretrosternale o comparsa o peggioramento di pirosi. Dato che i FANS ei bisfosfonati sono entrambi associati alla comparsa di irritazione gastrointestinale, si deve usare cautela durante la somministrazione contemporanea. Osteonecrosi mandibolare: e' stata segnalata osteonecrosimandibolare, in genere associata all'estrazione dentaria e/o ad infezione locale (inclusa l'osteomielite), in pazienti affetti da cancro e sottoposti a regimi terapeutici che includevano i bifosfonati per lo piu' somministrati per via endovenosa. Molti di questi pazienti si sottoponevano anche a chemioterapia ed erano trattati con corticosteroidi.E' stata anche riportata osteonecrosi in pazienti con osteoporosi trattati con bifosfonati per via orale. Prima di iniziare un trattamento con bifosfonati in pazienti con fattori di rischio concomitanti (p.e. cancro, chemioterapia, radioterapia, corticosteroidi, scarsa igiene orale) e' bene sottoporsi ad una visita dentistica con appropriata prevenzione odontoiatrica. Nel corso del trattamento questi pazienti devonoevitare, se possibile, di sottoporsi a procedure odontoiatriche invasive. Pazienti che sviluppano osteonecrosi mandibolare durante il trattamento con bifosfonati possono peggiorare tale condizione se nel frattempo si sottopongono a chirurgia odontoiatrica. Non sono disponibili dati che suggeriscano se la sospensione della terapia con bifosfonati riduca il rischio di osteonecrosi mandibolare nei pazienti che necessitano di sottoporsi a procedure odontoiatriche. Il giudizio clinico determinera' il regime terapeutico da applicare ad ogni singolo paziente sulla base del rapporto rischio/beneficio individuale. Insufficienza renale: in conseguenza della limitata esperienza clinica, l'acido ibandronico non e' raccomandato per pazienti con una clearance della creatinina < 30 ml/min. I pazienti con rari problemi ereditari di intolleranza al galattosio, deficit di Lapp-lattasi o malassorbimento di glucosio-galattosio non devono assumere questo medicinale. Fratture atipiche del femore: sono state riportate fratture femorali sottotrocanteriche edella diafisi atipiche con terapie di bifosfonati, principalmente in pazienti sottoposti a trattamento a lungo termine dell'osteoporosi. Queste fratture traverse o leggermente oblique possono verificarsi su tutta la lunghezza del femore da appena sotto il trocantere inferiore adappena sopra la svasatura sovracondiloidea. Tali fratture si verificano a seguito di traumi minimi o senza trauma ed alcuni pazienti accusano dolori alla coscia o all'inguine, spesso associati a caratteristiche simili alle fratture da stress, con settimane o mesi prima che si presentino come una frattura femorale completa. Le fratture sono spesso bilaterali; pertanto nei pazienti trattati con bifosfonati che hanno subito una frattura della diafisi del femore deve essere esaminato il femore controlaterale. E' stata anche segnalata una guarigione limitatadi queste fratture. E' consigliabile l'interruzione della terapia conbifosfonati nei pazienti con frattura femorale atipica, in attesa della valutazione del paziente, sulla base di una stima individuale del rapporto rischio-beneficio. Durante il trattamento con bisfosfonati i pazienti devono essere informati di comunicare qualsiasi dolore alla coscia, all'anca o all'inguine ed ogni paziente che presenta tali sintomi deve essere valutato per una frattura incompleta al femore.
Gravidanza e Allattamento
Non vi sono dati adeguati sull'uso di acido ibandronico nelle donne in stato di gravidanza. Gli studi effettuati sui ratti hanno mostrato tossicita' riproduttiva. Non si conoscono i potenziali rischi per gli esseri umani. Il medicinale non deve essere usato durante la gravidanza. Non e' noto se l'acido ibandronico viene escreto nel latte materno. Studi condotti su ratti femmine che allattavano hanno mostrato bassi livelli di acido ibandronico nel latte materno dopo somministrazione endovenosa. Il farmaco non deve essere usato durante l'allattamento.
Interazioni con altri prodotti
La biodisponibilita' orale dell'acido ibandronico e' generalmente ridotta dalla presenza di cibo. In particolare, i prodotti contenenti calcio e altri cationi polivalenti (quali alluminio, magnesio e ferro), tra cui il latte, possono interferire con l'assorbimento del farmaco, il che e' in accordo con quanto rilevato negli studi sull'animale. Le pazienti, percio', devono assumere il farmaco dopo un digiuno notturno (almeno 6 ore) e continuare a digiunare per 1 ora dopo l'assunzione del medicinale. Gli integratori a base di calcio, gli antiacidi e alcunimedicinali orali contenenti cationi polivalenti (quali alluminio, magnesio e ferro) possono interferire con l'assorbimento del medicinale. Pertanto le pazienti non devono assumere altri medicinali per via orale per almeno 6 ore prima di assumere il farmaco e per 1 ora dopo l'assunzione del medicinale. Le interazioni metaboliche non sono considerate probabili, dato che l'acido ibandronico non inibisce i principali isoenzimi epatici umani del P450 ed e' stato dimostrato che non induce il sistema dei citocromi epatici P450 nel ratto. Inoltre, il legame alle proteine plasmatiche e' approssimativamente dell'85 - 87 % (determinato in vitro a concentrazioni terapeutiche di farmaco) e vi e' quindi un basso rischio potenziale di interazioni farmacologiche dovute a spiazzamento. L'acido ibandronico e' eliminato solamente con l'escrezionerenale e non e' sottoposto ad alcuna biotrasformazione. La via secretoria non sembra comprendere alcuno dei sistemi di trasporto acidi o basici coinvolti nell'escrezione di altre sostanze attive. In uno studiodi due anni, condotto su donne in post-menopausa affette da osteoporosi (BM 16549), l'incidenza di eventi a carico del tratto superiore dell'apparato gastrointestinale in pazienti che assumevano contemporaneamente aspirina o FANS e' risultata simile nelle pazienti in trattamentocon acido ibandronico alle dosi di 2,5 mg al giorno o 150 mg una volta al mese dopo uno e due anni. Delle oltre 1500 pazienti arruolate nello studio BM 16549, che metteva a confronto un regime posologico mensile con uno giornaliero di acido ibandronico, il 14% e il 18% assumeva bloccanti dei recettori H2 istaminergici o inibitori della pompa protonica, rispettivamente dopo uno e due anni. Tra queste pazienti, l'incidenza di eventi a carico del tratto superiore dell'apparato gastrointestinale in quelle trattate con 150 mg di acido ibandronico una volta al mese e' risultata simile a quella nelle pazienti trattate con 2,5 mgdi acido ibandronico al giorno. In volontari maschi sani e donne in postmenopausa, la ranitidina per via endovenosa ha determinato un aumento della biodisponibilita' dell'acido ibandronico del 20% circa, probabilmente come risultato della ridotta acidita' gastrica. Dato che questo aumento, comunque, e' nell'ambito della normale variabilita' della biodisponibilita' dell'acido ibandronico, non sono ritenuti necessari aggiustamenti di dose quando il farmaco viene somministrato in concomitanza con H2-antagonisti o altre sostanze attive che aumentano il pH gastrico. Gli studi di interazione farmacocinetica in donne in post-menopausa hanno dimostrato l'assenza di qualsiasi potenziale interazione con tamoxifene o con la terapia ormonale sostitutiva (estrogeni). Non sono state osservate interazioni durante la somministrazione concomitante con melphalan/prednisolone in pazienti affette da mieloma multiplo.
Equivalenti in base alle liste di trasparenza
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Forme Farmacologiche
Conservazione del prodotto
Questo prodotto medicinale non richiede particolari condizioni di conservazione.