acemix*30cps 60mg acemetacina bioprogress spa ind.chim.farm.

Che cosa è acemix 30cps 60mg?

Acemix capsule prodotto da bioprogress spa ind.chim.farm.
è un farmaco etico della categoria specialita' medicinali con prescrizione medica che appartiene alla fascia A che comprende tutti i farmaci essenziali e per malattie croniche, che sono gratuiti per il cittadino, su questi farmaci le Regioni sono comunque libere di applicare eventualmente un ticket .
Acemix risulta non in commercio nelle farmacie italiane

E' utilizzato per la cura di farmaci antiinfiammatori ed antireumatici non steroidei.
Contiene i principi attivi: acemetacina
Codice AIC: 026357020 Codice EAN: 0

Informazioni e Indicazioni, a cosa serve?

Nelle infiammazioni dei muscoli e delle articolazioni, tra cui le seguenti: rtrite reumatoide, artrosi come l'artrosi dell'anca (coxartrosi), l'artrosi delle vertebre (spondilartrosi), l'artrosi del ginocchio (gonartrosi), l'artrosi cervicale e dorsale; artropatia gottosa; lombosciatalgie, sindromi dolorose interessanti i muscoli (mialgie), nevralgie, sindromi degenerative dei tendini, delle borse e del tessuto connettivale situato attorno alle articolazioni (periartriti), reumatismi muscolari (fibromiositi), sindromi radicolari.

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Posologia

In media, una capsula da 60 mg, da una a tre volte al giorno per bocca preferibilmente a stomaco pieno, in funzione della intensita' e del tipo di patologia contemplato. Si consiglia di applicare inizialmente i dosaggi piu' bassi (60 mg una volta al giorno) e successivamente, constatata la buona tollerabilita' individuale del prodotto, passare ai dosaggi piu' elevati (60 mg da due a tre volte al giorno). Nel trattamento dei pazienti anziani la posologia deve essere attentamente stabilita dal medico che dovra' valutare una eventuale riduzione dei dosagginormalmente raccomandati.

Effetti indesiderati

A carico dell'apparato gastroenterico: Durante il trattamento con questo prodotto per via orale sono stati riscontrati solo sporadicamente lievi disturbi a carico dell'apparato gastroenterico che nella maggiorparte dei casi non hanno richiesto l'interruzione del trattamento perche'e' sono scomparsi spontaneamente. In considerazione della particolare struttura chimica non si sono osservati casi di ulcerazioni e di gastroenteroemorragia, perforazione. Occasionalmente potrebbero manifestarsi nausea, vomito, anoressia, diarrea, dolori addominali e gastrite, che puo' permanere anche dopo l'interruzione del trattamento. Durante la terapia come per altri derivati indolici possono verificarsi i seguenti effetti indesiderati: a carico del fegato: sono stati riferiti rari casi di epatite con ittero che eccezionalmente hanno portato il paziente a morte. A carico dell'occhio: disturbi della visione, depositi a carico della cornea e disturbi della retina sono stati riferiti a seguito di trattamenti prolungati di soggetti con artrite reumatoide sebbene analoghe reazioni siano state descritte in pazienti con la stessa affezione, non trattati con preparati analoghi all'acemetacina. A carico del sangue: in casi isolati sono state descritti anemia aplastica, anemia emolitica, agranulocitosi, leucopenia e porpora trombocitopenica. E' necessario tenere presente che un grado anche modesto di anemia puo' conseguire a piccole e ripetute emorragie gastrointestinali manifeste o inapparenti. A carico del sistema nervoso: disturbi psichicicon depressione mentale, confusione, mal di testa talora grave e persistente, che deve consigliare l'interruzione del trattamento se resistente alla riduzione del dosaggio, vertigini, stordimento; disturbi dell'udito, ronzii, edema, ipertensione, ematuria, iperglicemia, glicosuria, epistassi, perdite emorragiche vaginali. Reazioni allergiche: con eruzioni cutanee, orticaria, angioedema, porpora trombocitopenica, dispnea ed asma.

Indicazioni

Nelle infiammazioni dei muscoli e delle articolazioni, tra cui le seguenti: rtrite reumatoide, artrosi come l'artrosi dell'anca (coxartrosi), l'artrosi delle vertebre (spondilartrosi), l'artrosi del ginocchio (gonartrosi), l'artrosi cervicale e dorsale; artropatia gottosa; lombosciatalgie, sindromi dolorose interessanti i muscoli (mialgie), nevralgie, sindromi degenerative dei tendini, delle borse e del tessuto connettivale situato attorno alle articolazioni (periartriti), reumatismi muscolari (fibromiositi), sindromi radicolari.

Controindicazioni ed effetti secondari

Ipersensibilita' ad uno dei componenti del prodotto e precedente storia di ipersensibilita' all'aspirina (l'acido acetilsalicilico) o all'indometacina. Ulcera gastrica o duodenale pregressa o in atto; gravi forme dispeptiche persistenti o ricorrenti. Gravi alterazioni del fegato, dei reni e del cuore. Gravidanza e allattamento. Bambini al di sottodei 14 anni in quanto non si sono acquisite sufficienti esperienze incampo pediatrico.

Avvertenze

Poiche'e' il prodotto e' caratterizzato da elevata attivita' e da variabilita' della sua tendenza a provocare effetti indesiderati e' raccomandabile: adottare per ciascun paziente il dosaggio attivo piu' bassopoiche'e' l'aumento del dosaggio tende ad elevare l'incidenza degli effetti indesiderati; per poter evitare reazioni secondarie, che ogni trattamento sia condotto sotto stretto controllo medico specialmente nei soggetti anziani nei quali l'incidenza di tali reazioni appare maggiore; particolare attenzione deve essere posta nel rilevare quanto piu'precocemente possibile le eventuali reazioni a livello dello stomaco e dell'intestino, degli occhi e del sistema nervoso al medicamento onde poter stabilire altrettanto precocemente, sulla base della gravita' delle reazioni stesse e del rapporto rischio/beneficio se sia opportuno interrompere il trattamento o proseguirlo, se necessario, con un dosaggio ridotto. Comunque, in caso di emorragia, il trattamento deve essere interrotto. Poiche'e' le reazioni a livello degli occhi possono essere prive di sintomi, e' desiderabile che nei soggetti trattati per periodi di tempo prolungati vengano effettuati periodici esami oftalmologici. Gli antinfiammatori di questo tipo possono mascherare infezionieventualmente presenti o misconosciute gia' all'inizio del trattamento o intervenute nel corso di quest'ultimo. Durante i trattamenti prolungati effettuare periodici controlli della funzionalita' del fegato e della crasi ematica. Si puo' verificare un aumento al limite della normalita' dei parametri di funzionalita' renale ed epatica. Se questo persiste o peggiora il trattamento deve essere interrotto. Le reazioni secondarie a carico dell'apparato gastrointestinale possono essere ridotte somministrando il farmaco immediatamente dopo i pasti, con il ciboe con preparati antiacidi.

Gravidanza e Allattamento

L'inibizione della sintesi di prostaglandine puo' interessare negativamente la gravidanza e/o lo sviluppo embrio/fetale. Risultati di studiepidemiologici suggeriscono un aumentato rischio di aborto e di malformazione cardiaca e di gastroschisi dopo l'uso di un inibitore della sintesi delle prostaglandine nelle prime fasi della gravidanza. Il rischio assoluto di malformazioni cardiache aumentava da meno dell'1% finoa circa 1,5%. E' stato ritenuto che il rischio aumenta con la dose e la durata della terapia. Negli animali, la somministrazione di inibitori della sintesi di prostaglandine ha mostrato di provocare un aumentodella perdita di pre e post-impianto e di mortalita' embrione-fetale.Inoltre, un aumento di incidenza di varie malformazioni, inclusa quella cardiovascolare, e' stato riportato in animali a cui erano stati somministrati inibitori di sintesi delle prostaglandine, durante il periodo organogenetico. Durante il terzo mese di gravidanza tutti gli inibitori della sintesi di prostaglandine possono esporre il feto a: tossicita' cardiopolmonare (con chiusura prematura del dotto arterioso e ipertensione polmonare); disfunzione renale, che puo' progredire in insufficienza renale con oligo-idroamnios; la madre e il neonato, alla fine della gravidanza, a: possibile prolungamento del tempo di sanguinamento, ed effetto antiaggregante che puo' occorrere anche a dosi molto basse; inibizione delle contrazioni uterine risultanti in ritardo o prolungamento del travaglio e' controindicato in gravidanza. E' controindicato durante l'allattamento.

Interazioni con altri prodotti

Potrebbe potenziare l'azione degli anticoagulanti orali, anche se clinicamente cio' non e' stato dimostrato. E' pertanto consigliabile che i pazienti in trattamento di lunga data con tali farmaci, qualora assumano contemporaneamente ACEMIX, vengano sottoposti a frequenti controlli del "tempo di protrombina", allo scopo di valutare se la coagulazione del sangue si mantiene normale, riducendo eventualmente le dosi dell'anticoagulante in funzione dei risultati di tale esame. E' anche teoricamente possibile che potenzi l'azione degli ipoglicemizzanti orali,dei sulfamidici e del litio e che riduca l'azione della furosemide. Diuretici, ACE inibitori e antagonisti dell'angiotensina II. I FANS possono ridurre l'effetto dei diuretici e di altri farmaci antiipertensivi: In alcuni pazienti con funzione renale compromessa ( per esempio pazienti disidratati o pazienti anziani con funzione renale compromessa)la co-somministrazione di un ACE inibitore o di un antagonista dell'angiotensina II e di agenti che inibiscono il sistema della ciclo-ossigenasi puo' portate ad un ulteriore deterioramento della funzione renale, che comprende una possibile insufficienza renale acuta, generalmente reversibile. Queste interazioni devono essere considerate in pazienti che assumono il farmaco in concomitanza con ACE inibitori o antagonisti dell'angiotensina II. Quindi, la combinazione deve essere somministrata con cautela, specialmente nei pazienti anziani. I pazienti devono essere adeguatamente idratati e deve essere preso in considerazione il monitoraggio della funzione renale dopo l'inizio della terapia concomitante.

Forme Farmacologiche


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